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11052020 SILVIA MUSULAMANA

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E già, appena l’ho vista scendere dall’aereo con passo sicuro e baldanzoso e in perfetto abito musulmano, dal colore verde islamico, sono rimasto basito, una pubblicità all’Islam gratuita…a vederla non sembrava per nulla una ragazza che veniva da un lungo periodo di prigionia ma da un… villaggio turistico…poi, mi son chiesto il perché della sua curiosa mise e ho impiegato qualche minuto per capire che la “ex cristiana Silvia” ha abbandonato la religione cristiana ed abbracciato la fede coranica. Sicuramente a seguito della sua conversione avrà adottato anche il nome riconducibile alle donne del profeta coranico…e così cambierà il suo nome ma non può per la legge italiana…quello di Silvia, anche se non le piace, resterà per sempre. Bisogna dire che lei è una donna fortunata perché è ritornata in perfetta salute e accolta da tutto il popolo italiano e dai…. cristiani…con amore e felicità… sì, è davvero fortunata, perché pensate di una analoga situazione a parti inverse e se si fosse trattato di una musulmana convertita al cristianesimo e ritornata al suo paese islamico dopo 18 mesi di prigionia… beh… al contrario di noi cristiani che non ammazziamo chi abbandona la religione di Cristo, a lei nel suo paese islamico le sarebbe stata tolta la testa perché…”blasfema”. È curioso quanto commovente sentir parlare questa nuova giovane donna musulmana dei suoi carcerieri e del suo pensiero, cioè, lei è stata sequestrata per 18 mesi, privata della sua libertà e dei familiari, costretta a chissà quali umiliazioni e chissà a quante violenze sessuali per via del suo status di infedele e lei dice di essere stata… trattata bene e di non aver subito maltrattamenti. Sarà che faccio peccato a pensar male, ma c’è che i conti non tornano e qui mi sembra ci sia stata tanta… collaborazione per ottenere il pagamento dei quattro milioni, soldi che saranno destinati a finanziare il terrorismo islamico. Alla luce di queste riflessioni non credo che una persona in sofferenza per 18 mesi avrebbe desiderio di complimentarsi con i propri carcerieri… È allucinante constatare il succedersi delle cose a riguardo del rapimento… altro che felicità…farlocca.. perdonatemi ma io la vedo così. 11052020

…by… manliominicucci.myblog.it

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Silvia Romano è in Italia. ‘Nessun matrimonio, ho chiesto io il Corano. La conversione una libera scelta’

Gli investigatori: “Si è convertita all’Islam, la conversione potrebbe essere frutto della condizione psicologica in cui si è trovata’

 11052020 SILVIA MUSULAMANA

11 maggio 202000:03NEWS

“Sono serena e durante il sequestro sono stata trattata sempre bene”. Inizia così il racconto del rapimento di Silvia Romano agli inquienti, che l’hanno ascoltata subito dopo il suo arrivo in Italia dopo il rapimento 18 mesi fa in un villaggio del Kenya. “Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa, e così è stato. In questi mesi sono stata trasferita frequentemente e sempre in luoghi abitati e alla presenza degli stessi carcerieri”. Quantro alla sua conversione all’Islam, Silvia ha raccontato che “è successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata” definendo la sua conversione all’Islam che ha definito “spontanea e non forzata. In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un pò di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. Non c’è stato alcun matrimonio né relazione – ha raccontato ancora – solo rispetto. Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi -ha ricordato Romano- Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati.

 

La giovane è scesa dalla scaletta dell’aereo con indosso una veste islamica verde, oltre alla mascherina anti-coronavirus. L’aereo che l’ha riportata nel suo paese è atterrato a Ciampino dove ad accoglierla, oltre ai familiari, erano anche il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La giovane, sorridente, ha salutato il premier Conte e il ministro di Maio e ha poi abbracciato a lungo i genitori e la sorella. La cooperante è stata liberata ieri in una zona non lontana dalla capitale della Somalia.

“Sto bene per fortuna, fisicamente e mentalmente, sono felicissima, ora voglio stare solo con la mia famiglia”. ‘Sono stata forte’. E’ quanto ha ribadito Silvia Romano abbracciando, tra le lacrime, i genitori e la sorella al suo arrivo a Ciampino. La giovane cooperante Silvia Romano, al suo arrivo a Ciampino, si è fatta fotografare, sorridente, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e i suoi familiari. Poi ha di nuovo abbracciato i genitori, visibilmente commossi. Dopo aver salutato il premier, il ministro degli Esteri, la famiglia, Silvia Romano è stata sottoposta al test sul coronavirus prima di proseguire verso la caserma del Ros per essere sentita sulla sua vicenda.

 

 

 

Conte: il segnale che lo Stato c’è – “In questo momento di grande difficoltà, un segnale che lo Stato c’è”: questo il commento a Ciampino del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Queste sono operazioni che necessitano il massimo riserbo. C’era stata la prova in vita. Eravamo in dirittura finale da qualche mese, ma abbiamo mantenuto il massimo riserbo su queste notizie”. “Questi risultati si ottengono solo c’è abnegazione, in particolare dell’Aise, ma grazie anche alla Farnesina e all’unità di crisi, al ministro Di Maio, all’autorità giudiziaria. Quando lavoriamo insieme coesi, concentrati, ce la facciamo sempre. E’ un bel giorno, sono molto contento per Silvia, per i suoi genitori e per tutti gli italiani che hanno atteso questo momento”.

Di Maio: al lavoro pure per altri italiani in prigionia – “Voglio ringraziare a nome del ministero degli Esteri tutti quelli che hanno collaborato per riportare Silvia Romano in Italia. Nel giorno della festa della mamma ritorna Silvia, un augurio alla sua mamma e a tutte le altre mamme e genitori degli altri cittadini italiani ancora in stato di prigionia all’estero, lavoreremo per riportarli a casa: l’Italia non lascia indietro nessuno. Lavoro continuerà e andrà avanti dalle prossime ore”. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, da Ciampino all’arrivo di Silvia Romano.

Nel quartiere di Silvia Romano applauso e campane in festa (LE FOTO DEL FLASH MOB)

Salvini: nulla è gratis ma non chiedo ora – “Greta e Vanessa, una volta liberate dissero subito: ‘noi torneremo là’…Credo che fosse il caso di pensarci un po’…E’ chiaro che nulla accade gratis ma non è il momento di chiedere chi ha pagato cosa. Io ho visto come lavorano le nostre forze dell’ordine e porto enorme rispetto verso chi corre rischi, penso a agente Apicella. Prima di fare cose che mettono a rischio la vita di donne e uomini delle forze dell’ordine, in Italia e all’estero, pensarci cento volte”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini a “Mezz’ora in più” su Rai 3.

L’Unicef Italia esprime “grande gioia“. “Silvia rappresenta la parte migliore del nostro paese, spesso invisibile: un’Italia che dedica la propria vita agli altri, che resiste. Bentornata Silvia!”, aggiunge il presidente di Unicef Italia Francesco Samengo.

L’indagine: accertamenti su conversione e riscatto – I momenti di quando fu prelevata dai rapitori, l’ipotesi della sua conversione all’Islam e le fasi del rilascio con lì’ipotesi del pagamento di un riscatto. Saranno anche questi i temi che verranno affrontati nel corso del colloquio tra Silvia Romano e gli inquirenti e che si svolgerà nel pomeriggio nella caserma dei carabinieri del Ros alla presenza del pm. Sul suo rapimento i magistrati di piazzale Clodio hanno avviato una indagine che nei mesi si è avvalsa delle collaborazione sia delle autorità kenyote che di quelle somale. Per chi indaga la prima fase del sequestro è stata gestita da una banda composta da 8 persone che avrebbe poi ceduto la ragazza a gruppi islamisti legati a Al Shabaab in Somalia.

Silvia Romano era stata rapita in Kenya 18 mesi fa – Silvia Romano, che lavorava come cooperante in Kenya per la onlus marchigiana Africa Milele, era stata rapita il 20 novembre 2018 nel poverissimo villaggio di Chacama, a circa ottanta chilometri dalla capitale Nairobi.

Prelevata con forza da un gruppo di uomini armati di fucili e machete. La polizia locale aveva ipotizzato una pista interna, ossia un rapimento ad opera di criminali comuni a scopo di estorsione, magari anche con la possibilità che la ragazza venisse venduta oltre confine, in Somalia, ai jihadisti di al Shabaab.

Tre dei responsabili del blitz erano stati arrestati e dalle indagini, portate avanti in Italia dalla Procura di Roma, era in effetti emerso che la ragazza potesse essere stata trasferita in Somalia subito dopo il sequestro: un trasferimento lampo organizzato da un gruppo islamista legato al Al-Shabaab che aveva fornito alla banda di criminali comuni kenyoti, autori materiali del sequestro, denaro e mezzi.

 

 

PUBBLICITÀ GRATUITA…ultima modifica: 2020-05-11T19:06:30+02:00da manlio22ldc
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