NON SE NE PUO’ PIU’ !

13092020 gilet gialli

NON SE NE PUO’ PIU’ !

E già, è facile quanto bello tirar fuori i paroloni dolci dell’umana comprensione, parlare di solidarietà ed amore e del tutti viviamo insieme felici e contenti quando a fine mese si beccano 15 o 20 o più mila euro… si è sempre disponibili al dialogo e prodighi di consigli e “inviti al relax”… già, però… quando un operaio o un dipendente, privato o pubblico che sia, deve mantenerci la famiglia col suo magro stipendio, sempre in perenna dieta forzata, pagarci le utenze, il mutuo della casa o il fitto, la rata dell’auto e tutte le spese annesse, allora le cose si complicano un po’, si perde la voglia di comunicare con “chic e garbo” e resta poco spazio per le belle parole di circostanza e la conseguente comprensione, figurarsi poi se rivolgiamo lo sguardo alle partite iva e a tutti gli imprenditori caduti in rovina per via della pandemia negli ultimi sei mesi…meglio non parlarne. E’ un disastro epocale, un’emergenza in cui l’unione europea doveva far quadrato e sovvenzionare, e a fondo perduto, tutti i paesi membri, ovviamente nelle giuste proporzione in base a quanto versano annualmente e al numero dei suoi abitanti, ma questo è solo il mio ragionamento, e per giunta di logica, perché nei fatti non vi è stata nessuna operazione finanziaria a sostegno dei singoli paesi finalizzata a risolvere la crescente crisi economica e ciò… è una gravissima mancanza che peserà sull’economia del continente in modo disastroso nell’immediato futuro. L’Unione europea è un’organizzazione molto complessa, anzi direi molto farlocca nel suo insieme, e molto strana nel suo “modus operandi”, infatti oltre le tante belle parole elargite gratuitamente dalla presidente della commissione europea sino ad oggi che scrivo, 12.09.2020, non ho ravvisato il becco di un centesimo, dal marzo di quest’anno, periodo in cui siamo entrati in una grave crisi economica, non ho visto la commissione decidere di tirar fuori del denaro a sostegno dei paesi più colpiti dal coronavirus, e non averlo fatto in momenti drammatici come questi, fa nascere spontanea la domanda sulla vera utilità di avere un’unione di stati che non solo non serve a niente ma che addirittura costa decine di miliardi ad ogni singolo stato, come a noi italiani, ai cugini francesi e agli amici tedeschi. Riuscire ad avere soldi dall’Europa pare sia un’ardua impresa e quindi è ovvio che se le economie dei paesi ristagnano la fame avanza e le proteste aumentano, quello che è accaduto oggi a Parigi è solo il ritorno delle dimostrazioni di disperazione della gente, come noi italiani anche i francesi subiscono le angherie di sinistri governi che impongono politiche economiche restrittive, immigrazione incontrollata, violenza cittadina quotidiana che terrorizzano i bravi cittadini ed impediscono loro una vita serena fatta di umana comprensione, dialoghi affettuosi e dolci parole. Parigi è il baluardo della libertà dell’uomo ed è giusto che i cittadini francesi insorgano e si ribellino contro un governo e un presidente che si comportano da antichi re, i francesi hanno fame caro presidente Macron, e guarda caso “le brioche sono finite ”ed è pure finita anche la pazienza dei francesi. Non crediate che gli incidenti di oggi siano solo un caso isolato perché nei prossimi mesi l’Europa tutta sarà scossa da tumulti d’ogni genere e da gravi incidenti se non ci sarà l’immediato “rifornimento dei serbatoi di liquidità monetaria”. 841.000 posti di lavoro persi in Italia nel secondo trimestre sono, non un campanello, ma una campana d’allarme sociale e mi raccomando commissione europea, dormite ancora che nel 2021, quando in teoria dovrebbero arrivare i soldi del “recovery fund” non so a chi li darete… perché presumo che se si andrà avanti di questo passo, di Francia e Italia ne resterà ben poco. 12092020

…by…manliominicucci.myblog.it

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Francia, i gilet gialli tornano in piazza dopo il lockdown ma l’adesione è bassa. Scontri in piazza: fermati in 222

13092020 gilet gialli

Tensioni a Parigi, specialmente nella zona vicino agli Champs-Élysées. La capitale si è comunque presentata blindata. Era da prima del lockdown che il movimento non tornava in piazza per protestare. Tra i gruppi di manifestanti, hanno sfilato anche i “No mask” e i proprietari delle discoteche, costretti a chiudere a causa delle regole sanitarie imposte dal governo guidato da Jean Castex

di F. Q. | 12 SETTEMBRE 2020

Un rilancio sottotono quello che ha caratterizzato il ritorno in piazza dei gilet gialli, il movimento di contestazione contro il presidente Emmanuel Macron e il suo governo. A Parigi, come ormai da tradizione, la protesta più grande: i manifestanti si sono infatti dati appuntamento sugli Champs-Élysées (nonostante il divieto della prefettura), place de la Bourse, place Wagram (i luoghi autorizzati dalla polizia) e place Saint-Pierre, ai piedi della Basilica del Sacro Cuore a Montmartre. Non sono mancati gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine: a mezzogiorno c’erano già 154 fermati solo nella Capitale, saliti al momento a 222, sui poco più di mille manifestanti scesi in piazza. Tra i gruppi di manifestanti, hanno sfilato anche i “No mask” e i proprietari delle discoteche, costretti a chiudere a causa delle regole sanitarie imposte dal governo guidato da Jean Castex.

La tensione era molto alta in tutto il Paese, già prima dell’inizio dei cortei: Jerome Rodrigues, uno dei leader del movimento, aveva esortato prima dell’inizio a “una disobbedienza civile completa”, in particolare rifiutando di mostrare documenti di identità alla polizia. Una trentina di fermate della metropolitana e della rete di trasporto ferroviario erano inaccessibili già da questa mattina alle 5, mentre molti negozi vicini ai luoghi dei raduni hanno sbarrato le finestre e le vetrine. Registrati scontri sporadici, specialmente nella zona intorno agli Champs-Élysées, dove i manifestanti hanno provato a radunarsi nonostante i divieti. La polizia ha risposto sparando gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Tra i momenti di maggiore tensione vissuti in piazza c’è stato l’arrivo dell’umorista Jean-Marie Bigard, che aveva solidarizzato con il movimento, ma di recente ha preso le distanze da uno dei suoi leader, Jérôme Rodrigues, dopo che questi ha paragonato la polizia a “una banda di nazisti”. Il comico è stato accolto all’urlo di “Collabo!“, collaborazionista, ed è stato scortato via dalla polizia. Sul percorso, i dimostranti hanno incendiato cassoni dell’immondizia e almeno un’auto, come mostrano numerosi video diffusi online.

Per la stampa francese, quindi, si è trattato di un ritorno fiacco alle proteste. Les Echos, così come Le Parisien, parlano di “bassa mobilitazione“, riportando un’intervista fatta a un manifestante che, in maniera più catartica, afferma che ormai “il movimento è morto”. Diversa la visione, invece, di varie testate più vicine al movimento. Come per l’Humanité, quotidiano di sinistra, che in un reportage racconta che in piazza sono tornate migliaia di persone, al grido di “noi non possiamo scomparire”. A Tolosa, centro del movimento popolare durante tutto il 2019, ai manifestanti non è stato nemmeno permesso di scendere in piazza.

I gilet gialli sono tornati in piazza dopo un lungo periodo di pausa causato dal lockdown. Si tratta di un movimento che da quando è emerso il 17 novembre del 2018, innescato dall’aumento delle tasse sul carburante, ha portato in piazza migliaia di persone ogni sabato per 70 settimane. Ora si è trasformato in un movimento di protesta permanente contro il governo di Macron, guidato da diverse fazioni politiche e che racchiude dentro di sé varie realtà mosse da un comune sentimento di lotta per una maggiore giustizia fiscale e sociale.

 

NON SE NE PUO’ PIU’ !ultima modifica: 2020-09-13T14:09:03+02:00da manlio22ldc
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