LA VERITA’ FA MALE… LO SO !

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LA VERITA’ FA MALE… LO SO !

Appena due giorni fa denunciavo, con un articolo incentrato sugli scontri nel quartiere arcinoto di Rosengard a Malmö, Svezia, le bugie e  la faziosità di un certo quotidiano di fama nazionale, il suo nome è “La Repubblica”, quotidiano noto per il suo palese schieramento a sinistra senza mezzi termini ed ora anche senza più pudore. Rammento a tutti che nell’occasione degli incidenti, riportavo fedelmente la prima parte dell’articolo del giornalista del quotidiano di sinistra, nel suo racconto emergevano che le responsabilità, nonché accuse infamanti aggiungo oggi, erano da addebitare alle frange dell’estrema destra svedese rea degli incidenti nel quartier di Rosengard. A fine articolo, invitavo il giornalista stesso e la redazione della “La Repubblica” a far chiarezza sull’informazione data in quanto anomala e  in netto contrasto con altra, oggi veritiera, diffusa da un giornale on-line e più precisamente da “Sputinik”. Ovviamente quando si consta che ci sono dei giornali che presentano diversi racconti ed opposti sullo stesso fatto ritengo sia un obbligo per le TV di stato, per l’ordine dei giornalisti e soprattutto per il ministro delle telecomunicazioni, preoccuparsi tantissimo di come si gestiscono le informazioni false in Italia… Credo sia suo compito far chiarezza e legittimare la vera informazione, indi  colpire duramente chi diffonde false informazioni e si macchia del vergognoso reato di cui all’articolo 656 del c.p.. Non è che quando si raccontano notizie false sulla destra o estrema destra la democrazia è salva e lo stato tutelato, eh no… cari signori tutti, l’informazione non deve aver color politico e deve essere sempre lineare e vera, invece in Italia accade il contrario, quando i crimini vengono commessi dalla sinistra o dai migranti tutto resta nel silenzio e nessun giornalista ha più le “palle per scrivere e raccontare la verità”, evidentemente sono pagati per nascondere le malefatte della sinistra e dei migranti e di contro, ora se l’inventano anche le notizie false sulla violenza per far apparire la destra come movimenti violenti o terroristici e magari… per questo si viene anche apprezzati e pagati. Vorrei solo ricordare a tutti i “signori giornalisti prezzolati e venduti alla sinistra” che i terroristi passati ed attuali che commettono crimini ammazzando le persone innocenti sono di origine comunista ed  islamica e “quelli bravi” che operano nelle città, parlo degli adepti della “Setta dei fuochi in città e vetrine fracassate”… sono i Black Bloch e i Centri sociali… organizzazioni… manco a dirlo… di sinistra e mica di destra, però fa comodo scriverlo e convincere gli elettori che sono sempre quelli di destra i violenti anche quando le notizie sono false come nel caso di Malmö… chiedere a Mentana per avere conferma delle bugie del giornalista della “La Repubblica” o leggetevi l’articolo del link se preferite ! Cari italiani e italiane, forse vi sfugge che l’informazione in Italia è taroccata al massimo ed è il classico sistema dei paesi a regime dittatoriali di sinistra come la Cina, Il Venezuela , la Corea del Nord e il Vietnam… giusto per capirci. Finalmente sono riuscito a beccare il fasullo giornalista, il suo quotidiano e la  redazione tutta con le mani nella marmellata, avete scritto solo bugie, solo falsità  per denigrare la destra svedese e proteggere gli islamici… punto. Se qualcuno dei parlamentari amici che mi segue e mi stanno leggendo do un consiglio, andate nel mio blog (indirizzo a seguire dopo la data) e stampatevi per intero il mio scritto del 29.08.2020, completo dei due articoli in questione, uno tarocco, quello della La Repubblica, e l’altro vero e penso che una bella interrogazione parlamentare è il minimo che si possa fare per “smerdare questa gente”. La Repubblica deve pagare, l’informazione va protetta e i colpevoli devono essere puniti e se tutto rimarrà nel silenzio… bene… io continuerò a darvi fastidio sino a quando non chiederete perdono agli italiani per il vostro tradimento e mi raccomando… fatelo prima del 20 di Settembre. 31082020

…by…manliominicucci.myblog.it

 

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Emanuel Pietrobon
31 AGOSTO 2020

 

Per le strade di Rosengard, quartiere periferico di Malmo (Svezia), la sera del 28 agosto si è combattuta una guerriglia urbana fra centinaia di residenti di religione islamica e le forze dell’ordine. Gli scontri, che sono terminati con l’arresto di quindici persone, il ferimento di diversi agenti di polizia, il rogo di decine di veicoli e la devastazione dell’arredo urbano, sono stati innescati dal deprecabile rogo di un Corano da parte di alcuni attivisti di estrema destra, avvenuto in giornata nel corso di una manifestazione non autorizzata.

Le immagini delle violenze stanno contribuendo a riportare l’attenzione sulla condizione drammatica in cui versano alcune periferie multietniche delle grandi città svedesi, luoghi in cui l’integrazione di determinate categorie di immigrati continua a restare un miraggio, ragion per cui l’islam radicale e il crimine organizzato hanno trovato terreno fertile su cui attecchire e proliferare, ponendo dei gravi problemi in termini di pace sociale e sicurezza nazionale.

Il contesto degli scontri

Sebbene una parte della stampa italiana sostenga che la guerriglia urbana sia stata combattuta da estremisti di destra e forze dell’ordine, il materiale foto e videografico prodotto dalle fonti svedesi e le opere di fact-checking ad opera di portali d’informazione indipendenti e di media noti, come Open di Enrico Mentana, smentiscono completamente questa ricostruzione, delineando un quadro radicalmente differente.

L’origine dell’intera vicenda è da far risalire ad alcuni eventi di agosto. Due sono gli eventi sanguinosi che, in particolare, hanno spinto i partiti di opposizione, sia moderati che di estrema destra, ad aumentare la loro esposizione pubblica e mediatica per denunciare quanto sta accadendo nel Paese.

Il primo fatto è la tragica morte di una 12enne svedese, uccisa da un proiettile vagante a Stoccolma, ennesima vittima della guerra tra bande che sta dilaniando il Paese da diversi anni. La seconda vicenda, più recente, riguarda il rapimento di due preadolescenti nella municipalità di Solna ad opera di due spacciatori, dai quali sono stati torturati e violentati per diverse ore, la sera del 22, per essersi rifiutati di acquistare degli stupefacenti.

Il vortice di microcriminalità e crimine organizzato che sta avvolgendo la Svezia sta venendo cavalcato da ogni partito d’opposizione nell’aspettativa di guadagnare consensi, dai Moderati di Ulf Kristersson ai Democratici di Jimmie Akesson. La situazione è così grave che durante il tradizionale discorso alla nazione di fine estate pronunciato dai capi dei due principali partiti, quest’anno incentrato sulla pandemia, Kristersson ha voluto rompere il protocollo e parlare di un altro argomento: l’emergenza violenza.

Kristersson ha confutato la tesi dell’esecutivo secondo cui la guerra tra bande sarebbe sotto controllo, illustrando come da gennaio a metà agosto abbiano avuto luogo 210 sparatorie e 24 omicidi e accusando i criminali di essere “i terroristi domestici della Svezia”. Dopo aver definito il fenomeno criminoso una “seconda pandemia”, Kristersson ha aggiunto: “Lofven non sta agendo contro le bande. Prima non le ha viste arrivare e adesso manca del potere e di politiche concrete [per affrontarle]”.

L’insieme di questi eventi, che ha mobilitato le stesse forze politiche centriste e moderate, non ha potuto che fare il gioco degli elementi più radicali, che il pomeriggio del 28 si sono dati appuntamento a Malmo per protestare contro l’immigrazione di massa dai Paesi islamici su iniziativa di Dan Park, un attivista noto nel panorama nazionale per le sue idee neonaziste e islamofobe.

La notte di violenze

La manifestazione non autorizzata durante la quale è stato bruciato il Corano avviene, quindi, sullo sfondo di un contesto particolarmente sensibile e incendiario di cui i media non svedesi sembrano ignorare l’esistenza, volutamente o meno. Nonostante la folla di dimostranti sia stata composta soprattutto da svedesi, alcuni dei presenti sono giunti dalla Danimarca e sono stati identificati come membri del gruppo neofascista “Linea dura” (Stram Kurs) fondato dall’avvocato Rasmus Paludan.

Quest’ultimo, monitorato dalle forze dell’ordine di Copenaghen e Stoccolma, era stato bloccato al valico dei due Paesi la mattina del 28 e trovato in possesso di un Corano presumibilmente da bruciare. Dopo un rapido controllo, all’attivista era stato impedito l’ingresso in Svezia, ma ciò non ha impedito che qualcun altro compiesse quel gesto provocatorio al posto suo.

Il video del rogo è diventato virale nell’arco di poche ore, condiviso dai circuiti virtuali dell’estrema destra all’intera rete, spingendo diverse centinaia di residenti di Rosengard, il quartiere-ghetto più celebre della città, a scendere in strada e a dar vita ad una guerriglia urbana durata l’intera sera. I manifestanti di estrema destra avevano già rincasato, perciò la rabbia per il vilipendio commesso è stata sfogata sull’arredo urbano, sui veicoli in sosta e sulle forze dell’ordine. I tafferugli sono terminati con quindici arresti, decine di poliziotti feriti e decine di autovetture distrutte dalle fiamme.

Rosengard, il quartiere ad accesso vietato

Il primo elemento che traspare dai video in circolazione che documentano l’accaduto – confutando la versione sostenuta da una certa stampa – è la ricorrenza del Takbir, ovvero l’espressione “Allah akbar”, utilizzata come un vero e proprio grido di battaglia dai rivoltosi di Rosengard in ogni fase dei tafferugli: dai primi contatti con la polizia all’appiccamento degli incendi.

Si tratta di un fatto che non è possibile sottovalutare né trascurare perché è indicativo della presenza di personaggi appartenenti all’islam radicale all’interno della rivolta che, non a caso, è stata duramente condannata anche dai capi della comunità musulmana cittadina, come l’imam Samir Muric.

Rosengard ha una popolazione di quasi 25mila abitanti e, per via dei numerosi record negativi che può vantare, è considerato il ghetto per antonomasia di Malmo, la città più musulmana di Svezia (il 20% della popolazione è di fede islamica). Non sono disponibili dati recenti e aggiornati riguardanti la composizione etnica della popolazione; le ultime cifre sono del 2012 e all’epoca era risultato essere di origine straniera l’86% dei residenti, in prevalenza provenienti dal Medio Oriente, dall’ex Iugoslavia e dall’Africa orientale.

Il quartiere è noto per aver dato i natali al calciatore di fama mondiale Zlatan Ibrahimovic, ma è anche la culla di Osama Krayem, fedelissimo di Abu Bakr al-Baghdadi, il cui nome compare nei fascicoli sugli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 e di Bruxelles del 22 marzo 2016. Prima di giurare fedeltà allo Stato Islamico, Krayem aveva prestato il volto ad un documentario realizzato a Rosengard, figurando tra gli esempi di integrazione riuscita nel difficile quartiere.

Krayem, come tanti altri residenti di questo ghetto, è stato radicalizzato in una delle numerose moschee clandestine che da oltre un ventennio operano nel quartiere e che sono gestite da imam radicali collegati al jihadismo internazionale, la cui esistenza è stata denunciata a più riprese, ma invano, dall’Università di Difesa della Svezia.

Rosengard, in breve, è uno di quei quartieri popolarmente ribattezzati “no-go zone” (zona ad accesso vietato) che in Svezia vengono classificati come “aree particolarmente vulnerabili”, “aree vulnerabili” e “aree a rischio”. In tutto il Paese, stando all’ultimo rapporto delle forze dell’ordine, datato 2019, esisterebbero ventidue aree appartenenti alla prima categoria, e Rosengard ne fa parte.

Capire il motivo di tale classificazione è semplice: il malcontento non è nato il 28 agosto, ma risale agli anni ’90, quando la quota degli stranieri sul totale della popolazione ha raggiunto la soglia critica, superando il 50%, venendo accompagnata simultaneamente da un decremento della qualità della vita e della mobilità sociale, sullo sfondo della proliferazione di moschee fai da te e microcriminalità che, negli anni, hanno portato rispettivamente alla diffusione di radicalizzazione religiosa e guerre tra bande per il controllo dei traffici illeciti.

Rosengard è anche il luogo in cui è avvenuta la prima rivolta urbana di stampo etno-religioso nella storia della Svezia. Fra il 18 e il 20 dicembre 2008, centinaia di residenti musulmani, soprattutto giovani, si scontrarono con le forze dell’ordine per protestare contro il mancato rinnovo del contratto d’affitto ai proprietari del centro culturale “Islamiska Kulturföreningen”. Gli scontri, ancora oggi ritenuti i “più violenti mai affrontati” dalle forze dell’ordine svedesi, furono caratterizzati dall’utilizzo di esplosivi artigianali, come i tubi bomba, e furono esacerbati dal coinvolgimento di decine di appartenenti alla galassia Antifa, giunti sul posto per dare manforte ai rivoltosi nonostante la consapevolezza che si trattasse di islamisti.

Dalle notti di quel lontano dicembre ad oggi nulla è cambiato: schermaglie tra bande rivaliviolenze contro le forze dell’ordine, inclusi attentati e atti intimidatori contro il commissariato locale, focolai di islam radicale nascosti all’ombra dei palazzi, e la periodica esplosione della polveriera.

 

LA VERITA’ FA MALE… LO SO !ultima modifica: 2020-09-01T19:32:23+02:00da manlio22ldc
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