“LA PIRATA”…!

“LA PIRATA”…!

La Sea Watch ha attraccato nel porto di Lampedusa, il suo comandante è stato arrestato, i profughi sbarcati e la nave posta sotto sequestro, tutto secondo copione. Lei è entrata illegalmente nel porto e contro ogni ordine impartitole dalle autorità, sia militare che civile, lo ha fatto violando e con violenza, e per l’ennesima volta, l’alt intimatogli dalla Guardia di Finanza: “non ce la faccio più, devo portarli in salvo”, ha detto la comandante Carola Rackete all’equipaggio comunicando la decisione che aveva preso. Ma è proprio così oppure la “ balda giovanotta ” ha messo in scena un’altra di quelle pantomime degne del miglior spettacolo teatrale drammatico ? Partiamo dall’inizio, la nave ONG si dirige verso le coste libiche col chiaro intento di prelevare delle persone e traghettarle in Italia, questo è il punto fondamentale della questione, il perché si trovino sempre lì è facilmente ipotizzabile, è un vero e proprio business di natura ideologica, poi, imbarcati si parte alla volta dell’Italia e perché solo verso l’Italia ? Curioso e sospetto, se si scappa dalla guerra, come sostengono loro, si va nel paese più vicino come la Tunisia oppure si va a Malta o peggio come aveva ordinato la guardia costiera libica farli ritornare indietro. Lei no, motivata da chissà quali interessi, non certamente quelli di solidarietà, li porta sino al limite delle acque territoriali italiane ed ha atteso ben 14 giorni prima di approdare forzosamente, quindi era tutto ben congeniato e orchestrato, tempi d’attesa programmati e studiati a tavolino perché nel termine di 14 giorni sarebbero arrivati tranquillamente a Marsiglia o Barcellona e scaricare lì il loro carico umano e invece no…sempre qui in Italia…a conferma di quanto esposto prima, solo che questa volta, e dico…finalmente, la magistratura e i militari hanno preso una rigida posizione perché stanchi di vedere i taxi del mare che li prendono in giro e hanno deciso d’intervenire dicendo basta al business. Come anche la presenza dei parlamentari del PD a bordo della Sea Watch, ma come diavolo viene in mente loro di appoggiare una ..”pirata del mare” e queste sporche manovre ? Già, perché tutti sanno che dietro c’è il business e tutti fanno finta di essere bravi e cercano modi e stratagemmi solo per mettere in difficoltà il “nemico al governo”, si comportano esattamente come dei rivoluzionari socialisti contro il governo di uno stato eletto democraticamente dal popolo. E’ grave e vergognoso quello che ha fatto “la pirata”, merita una severa condanna, così sarà di esempio la prossima volta ai suoi furbi colleghi, una volta presi i migranti, se davvero li vogliono salvare, li portassero in Francia o in Spagna o meglio ancora in Olanda o in Germania…in 14 gg si va e si torna… 29062019

…by…manliominicucci.myblog.it

 

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Sea Watch attracca a Lampedusa, Carola arrestata chiede scusa alla Gdf: «Non volevo venirvi addosso»

The Sea Watch arrives at the port in Lampedusa, Italy, 28 June 2019. According to reports, the captain Carola Rackete was arrested after violating the Finance Police and entering the port of Lampedusa ramming a patrol boat.
ANSA/ ELIO DESIDERIO BEST QUALITY AVAILABLE

ITALIA

Venerdì 28 Giugno 2019

È stata la notte della Sea Watch, con l’ingresso nel porto di Lampedusa, intorno all’1.40 della nave, e il successivo attracco, tra applausi e urla, dopo un turbolento avvicinamento al molo con motovedette italiane a cercare di impedire l’approdo forzato voluto dalla comandante Carola Rackete, posta in stato di arresto al momento dello sbarco. «Non ce la faccio più, devo portarli in salvo», ha detto la comandante. Per la Sea Watch, grazie al dl Sicurezza bis, scatteranno il sequestro amministrativo e una sanzione pecuniaria da 20mila euro che, in caso non venisse pagata nei termini, potrà arrivare fino a 50mila euro. Lo si apprende da fonti del Viminale.

APPROFONDIMENTI

MONDO

Carola Rackete, la comandante Sea Watch che sfida Salvini: «Ho…

Sea Watch, la comandante sotto inchiesta: «Immigrazione clandestina»

Ira di Salvini. «Comportamento criminale della comandante della Sea Watch, che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l’ex ministro dei trasporti: incredibile». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

«Ho seguito ora per ora, minuto per minuto quello che è successo stanotte a Lampedusa: fortunatamente nessuno si è fatto male ma si è rischiato il morto, si è rischiato il disastro», ha aggiunto su Facebook, parlando di «atto criminale» compiuto dalla Sea Watch, che «ha cercato di schiacciare contro la banchina del porto una motovedetta della Guardia di Finanza, di stritolarla».

La polemica
«Non ha fatto nulla per evitarci, siamo stati fortunati: poteva schiacciarci», hanno dichiarato i finanzieri che erano a bordo della motovedetta. La motovedetta classe V 800 dovrà essere portata quasi sicuramente in cantiere per essere riparata. L’unità della Guardia di Finanza stava ormeggiando quando è stata speronata dalla Sea Watch. Solo grazie alla prontezza del pilota e a un perfetto coordinamento dell’equipaggio è stato evitato il peggio. La motovedetta, infatti, è in vetroresina mentre la nave è in ferro; il problema riguarda naturalmente anche le dimensioni delle due imbarcazioni che sono di uno a 30 circa. La parte inferiore dello scafo è stata seriamente danneggiata e l’unità della Guardia di Finanza dovrà adesso essere portata in cantiere per essere sottoposta a controlli e per tutte le riparazioni necessarie.

Nel pomeriggio arrivano le scuse della comandante. «Vi chiedo scusa, ma non era assolutamente nelle mie intenzioni venirvi addosso», ha detto la ragazza, come apprende l’Adnkronos, al suo arrivo nella caserma della Finanza di Lampedusa dove è stata portata dopo l’arresto in flagranza di reato. «La mia intenzione era quella di completare la mia missione, non certo di speronarvi». E ha spiegato di avere agito così perché ha seguito «l’addestramento che ha avuto per le manovre per entrare in porto» con quella nave da 600 tonnellate.

Sea Watch, i finanzieri della motovedetta che ha intimato l’alt: «La nave poteva schiacciarci»
«Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti», afferma il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio in merito all’arresto di Carola Rackete.
Sea Watch, Carola Rackete verso il carcere: processo per direttissima
Carola Rackete arrestata allo sbarco

La scelta di attraccare a Carola Rackete è costata cara: i finanzieri, con la nave ormai ormeggiata in banchina, sono saliti a bordo e l’hanno arrestata per violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra. La comandante andrà agli arresti domiciliari. Rackete rischia una condanna da 3 a dieci anni. Intorno alle 5, poi, è cominciato il trasporto a terra per i 40 migranti, da più di due settimane a bordo della Sea Watch.

Sea Watch, la conversazione via radio tra comandante e Capitaneria

Applausi e contestazione. La capitana Carola Rackete è stata accolta sul molo da applausi e ovazioni da un gruppo di attivisti e dal parroco di Lampedusa Carmelo La Magra, che da una settimana dorme sul sagrato della chiesa, in segno di solidarietà. Urla, invece, da un gruppo di leghisti, guidati dall’ex senatrice Angela Maraventano della Lega: «Vergognati, vergognati!».
#Lampedusa, stanno approdando sulla terraferma i 40 #migranti a bordo della #SeaWatch3. La nave è sotto sequestro probatorio. La capitana è stata arrestata

05:43 – 29 giu 2019

Dopo l’ennesima giornata di trattative tra Roma e Bruxelles, uno spiraglio si era aperto con la disponibilità di cinque Paesi ad accogliere i migranti. Ed ora si aprono altre partite, perché la capitana Carola Rackete prima del fermo era stata iscritta nel registro degli indagati e sarà sentita dai magistrati: dopo avere violato i divieti e avere portato la nave in porto la comandante è stata fermata. I militari sono saliti a bordo e l’hanno prelevata. Rackete è poi stata fatta salire su un’auto della Guardia di Finanza ed è stata portata verso la caserma.
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Dopo l’ennesima giornata di trattative tra Roma e Bruxelles, uno spiraglio si era aperto con la disponibilità di cinque Paesi ad accogliere i migranti. Ed ora si aprono altre partite, perché la capitana Carola Rackete prima del fermo era stata iscritta nel registro degli indagati e sarà sentita dai magistrati: dopo avere violato i divieti e avere portato la nave in porto la comandante è stata fermata. I militari sono saliti a bordo e l’hanno prelevata. Rackete è poi stata fatta salire su un’auto della Guardia di Finanza ed è stata portata verso la caserma.
L’attracco. La decisione di non attendere più la comandante la prende poco dopo l’una di notte: accende i motori e fa rotta verso l’isola. Immediatamente la motovedetta della Guardia di Finanza che in questi ultimi due giorni è sempre rimasta accanto alla nave della ong le intima l’alt. Un ordine, dicono i finanzieri, ripetuto tre volte e sempre rimasto inascoltato. Quando è ormai evidente che la Sea Watch è entrata in porto, la motovedetta tenta un’ultima mossa, ponendosi tra la banchina e la nave per impedire l’attracco. Ma Carola non si ferma e porta la Sea Watch sempre più vicino. L’incidente viene evitato per un niente: la motovedetta e la nave si toccano per un’istante, l’imbarcazione della Gdf finisce contro la banchina e riesce però a sfilarsi senza conseguenze per l’equipaggio.

Sea Watch, la comandante sotto inchiesta: «Immigrazione clandestina»

Alle 2.50 i finanzieri sono saliti a bordo della Sea Watch per uscirne, tre minuti dopo, con la comandante, che è stata prelevata e fatta salire su un’auto tra gli applausi e qualche insulto. L’arresto è stato formalizzato poco dopo nella caserma della Guardia di Finanza: con la manovra compiuta, è la tesi degli investigatori, Carola ha fatto resistenza alle autorità e ha rischiato di provocare un incidente. Per questo è probabile che le venga contestato anche il tentato naufragio. «Non avevamo scelta – dice la portavoce della Ong Giorgia Linardi -. Alla comandante non è stata data nessuna soluzione nonostante avesse dichiarato da 36 ore lo stato di necessità. Era dunque sua responsabilità portare queste persone in salvo. La violazione non è stata del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni».Sea Watch, la comunicazione di Carola Rackete: «Entriamo in porto»
Subito dopo aver portato via Carola, i militari e gli uomini della Polizia sono saliti a bordo per notificare il provvedimento di sequestro della nave. E a bordo sono saliti anche i medici e i volontari dell’Unhcr e dell’Oim, per un primo screening sanitario e per fornire ai migranti le prime informazioni. Migranti che al sorgere dell’alba hanno messo finalmente piede a terra. Non prima di aver abbracciato uno ad uno i volontari di Sea Watch.

Salvini al capitano della Sea Watch: «Viene in Italia a rompere i c…»

L’accoglienza
La Francia è pronta ad accogliere 10 rifugiati della Sea Watch. È quanto si legge in un lungo comunicato del ministro dell’Interno Christopher Castaner in cui si afferma che la Francia «è pronta ad inviare nei prossimi giorni, come ha già fatto a più riprese nello scorso anno, una missione del ministero dell’Interno e dell’Ufficio di Protezione dei rifugiati per identificare 10 persone che hanno bisogno di protezione che potranno essere trasferiti al più presto sul nostro territorio».

«La Francia si è presa le sue responsabilità nel Mediterraneo centrale dall’inizio della crisi migratoria», ed «è falso dire che l’Ue non si sia mostrata solidale con l’Italia in questo contesto»: così il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner in una nota.«La situazione non ha più niente a che vedere con quella del passato. Nel 2016, 180 mila persone sono sbarcate in Italia. Nel 2018 non sono state più di 23 mila. Quest’anno siamo a 3.500 nei primi sei mesi dell’anno, un calo dell’80 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

“LA PIRATA”…!ultima modifica: 2019-06-29T15:20:30+02:00da manlio22ldc
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