E C’E’ ANCHE LO SCUDO PER GLI SCORREGGI ?

10112020 SIDERURGICO TARANTO

E C’E’ ANCHE LO SCUDO PER GLI SCORREGGI ?

Prima Matteo Renzi, allora presidente del consiglio, elevò il muro dello scudo fiscale a favore di Amazon, solo il 3% rispetto al 43% che avrebbe dovuto pagare allo stato italiano in termini di tasse, esattamente come fanno tante aziende italiane di livello e di grosso fatturato, e per un’azienda come quella, lo sconto è decisamente notevole, sono tanti soldi persi per l’Italia, in definitiva gli articoli della Costituzione per il “magnifico Renzi “ ed i suoi successori sono serviti solo per sostituire la carta igienica. E’ sicuramente un fatto grave visto che la Costituzione stessa recita che tutti dinanzi alla legge siamo uguali e tutti abbiamo gli stessi diritti e doveri … quindi ? Ma è così che funzionano le cose in questo paese quando la sinistra è al potere ? Tutto è lecito e tutto è permesso anche le ingiustizie e lo sconvolgimento delle regole imposte ? Non contento della porcata fatta a danni degli industriali e imprenditori italiani ecco che nel 2015 ne ha compiuto un’altra delle “sue porcate renziane”, dopo quello fiscale s’inventa anche uno scudo penale e indovinate per chi ? Già… proprio per i maggiori responsabili delle morti per tumori che vede la città di Taranto colpita in maniera impietosa in oltre 50 anni di inquinamento atmosferico, per i dirigenti dell’ex Ilva viene eretto il muro della “immunità penale”… è una roba che non si può tollerare e che comporta seri problemi nel dopo come avevo già tristemente profetizzato. Arriviamo all’oggi, e tiriamo le somme, però prima di farlo riporto un pezzo dell’articolo postato per avere un’idea concreta di cosa sia diventata l’Italia, “il bel paese” dove ladri, assassini, omertosi, mafiosi, pedofili, stupratori, terroristi, clandestini e spacciatori vivono da re… mentre la gente “normale” vive nella povertà e sofferenza, nelle malattie incurabili e nell’inquinamento e non può… ripeto, non può e non ha diritto ad esercitare il proprio diritto a denunciare chi ha provocato la morte di un genitore o figlio o di una sorella o moglie e non può farlo perché lo stato, nella persona dei presidenti Renzi e successivamente Conte, lo impediscono, eh già… perché ai responsabili del “ famoso male nero tarantino” è stata concessa l’immunità penale e per conseguenza di ciò non potranno mai rispondere dei loro crimini e misfatti perché protetti dalla mafia di stato : “L’ex Ilva di Taranto ha probabilmente continuato a inquinare anche tra il 2015 e il 2018, ma i responsabili non possono essere processati perché protetti dallo scudo penale istituito dal governo Renzi cinque anni fa e poi “ristretto” dal governo Conte un anno fa. È quanto sostanzialmente contenuto nel provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari di Taranto Benedetto Ruberto che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Taranto nei confronti alcuni dirigenti della fabbrica.” E ora signori Renzi e Conte, chi ripaga tutti i morti e malati di tumori vari della città ionica ? Chi ripaga i parenti delle sofferenze patite in tanti anni di chemioterapia dai poveri ammalati per le varie neoplasie ? Stante all’archiviazione nessuno più ha diritto ad un eventuale risarcimento ed allora chi li ripaga le vittime o i loro parenti?  Ma è mai possibile che un governo crei uno scudo penale ad hoc per permettere di intossicare i cittadini e i lavoratori ex Ilva ?  Sono semplicemente inorridito al pensiero che chi ha inteso promuovere una causa per risarcimento danni, causati dall’inquinamento ambientale urbano, non debba vedere i colpevoli alla sbarra in un processo penale e giustamente puniti e risarciti. Solo nei paesi dittatoriali si vedono queste cose, e il bello è che il sig. Renzi e il sig. Conte vengono anche  a raccontarci che sono “uomini della sinistra”… e lavorano per il popolo… forse in tutto questo, e me ne rendo conto e penso che il termine “popolo” per loro è un termine insignificante !  In effetti, per quello che hanno fatto e stanno facendo sono veramente… “sinistri uomini”.

09112020 …by… manliominicucci.myblog.it          

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 Tre indagini e zero processi: lo scudo penale salva l’Ilva per le inchieste tra il 2015 e il 2018

10112020 SIDERURGICO TARANTO

Il giudice per le indagini preliminari di Taranto Benedetto Ruberto ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura nei confronti alcuni dirigenti della fabbrica per tre inchieste degli scorsi anni, quando era in vigore l’immunità penale introdotta dal governo Renzi. Gli indagati non potranno essere giudicati per sforamenti di diossina, di black carbon e per i lavori di ampliamento della discarica interna

di Francesco Casula | 9 NOVEMBRE 2020

L’ex Ilva di Taranto ha probabilmente continuato a inquinare anche tra il 2015 e il 2018, ma i responsabili non possono essere processati perché protetti dallo scudo penale istituito dal governo Renzi cinque anni fa e poi ‘ristretto’ dal governo Conte un anno fa. È quanto sostanzialmente contenuto nel provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari di Taranto Benedetto Ruberto che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Taranto nei confronti alcuni dirigenti della fabbrica.

Il gip Ruberto aveva inizialmente sollevato questione di legittimità costituzionale sostenendo che l’immunità penale e alcuni decreti Salva Ilva emessi da diversi governi, violavano gli articoli 3, 24, 32, 35, 41, 112 e 117 della Costituzione. Lo scudo penale, però, è stato poi cancellato dal governo Conte e a quel punto la Consulta ha restituito gli atti al gip per una nuova valutazione. Nella sua nuova valutazione il magistrato ha dovuto prendere atto che la Consulta non poteva pronunciarsi su una norma che ormai non esiste più, ma allo stesso tempo che per il periodo in cui è stata in vigore, quella stessa norma vieta alla procura di perseguire i responsabili di eventuali reati commessi in fabbrica.

 

Gli indagati, insomma, non potranno essere giudicati per i tre fatti analizzati dalla Procura: sforamenti di diossina, di black carbon e soprattutto per i lavori di ampliamento della discarica interna all’Ilva.
Erano infatti tre i fascicoli d’indagine sull’ex Ilva bloccati dall’immunità concessa ai vertici della fabbrica. Nel primo procedimento si contestava inizialmente il reato di disastro ambientale per i dati allarmanti degli inquinanti rilevati tra novembre 2014 e febbraio 2015: erano stati i carabinieri del Noe di Lecce e i tecnici Arpa Puglia a chiarire che i valori di diossine e furani, sostanze cancerogene, emesse in quel periodo erano “pericolosamente superiori ai limiti”. A questi documenti si erano poi aggiunti anche segnalazioni inviate dal comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” e di Angelo Bonelli, membro dell’esecutivo nazionale della Federazione dei Verdi. Le indagini poi affidate anche alla Guardia di finanza avevano portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Ruggiero Cola e Nicola Petronelli, all’epoca dei fatti rispettivamente direttore dello stabilimento e capo dell’area agglomerato.

Il secondo invece, aperto contro ignoti, era stato avviato quando il Comune di Statte, piccolo centro a pochi chilometri da Taranto, aveva segnalato che nella discarica interna dello stabilimento Mater Gratiae erano in corso “attività estrattive su aree inquinate” con “rilevanti dispersioni di polveri contenenti microinquinanti depositatisi su suolo, a danno di operai, della collettività, soprattutto dei cittadini residenti a poche centinaia di metri dal sito”. In quella denuncia, inoltre, l’ente aveva aggiunto che la falda acquifera era “conclatamente inquinata dalle sostanze lasciate dal dilavamento dei terreni di riporto”.

Il terzo fascicolo, infine, era nato dopo che Arpa Puglia aveva prodotto un report dell’anno 2016 sul monitoraggio della qualità dell’aria nei pressi dello stabilimento: da quell’analisi emergeva che i livelli di polveri sottili (pm10 e di pm2,5) e inquinanti come il benzene erano sempre superiori ai limiti in alcune aree della fabbrica. Non solo. I dispositivi avevano registrato un valore medio annuale molto alto nel quartiere Tamburi del black carbon, sostanza che si forma in seguito a una combustione incompleta di fossili e biomassa e che viene emesso da sorgenti naturali e artificiali sotto forma di fuliggine. Un valore che, secondo gli esperti dell’Agenzia regionale pugliese era più alto persino di quello rilevato all’interno dell’Ilva. Accuse di inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua di falda che quindi non potranno neppure essere neppure approfondite in un processo. Fare luce sull’ex Ilva, negli ultimi anni, era vietato dalla legge.

E C’E’ ANCHE LO SCUDO PER GLI SCORREGGI ?ultima modifica: 2020-11-10T17:40:17+01:00da manlio22ldc
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