“PRIMA IL DOLORE”….

“PRIMA IL DOLORE”….

Tragedia a Metaponto, frazione del comune di Bernalda (PZ), nell’esplosione di una bombola di gas in un ghetto di migranti è morta una ragazza di nazionalità nigeriana, all’indomani della tragedia il sindaco, Domenico Tataranno, ha commentato così la morte della donna: “Prima di tutto viene il dolore che è priorità in una situazione complessa come questa, legata a un problema mondiale come quello dei migranti, che è gestito in primis dagli amministratori locali con pochi mezzi e tanti problemi da affrontare”. E’ certo che ce ne vuole proprio di faccia tosta a commentare la morte di un essere umano con tanta falsità e ambiguità e parlare di …”dolore” dopo anni di disinteresse e menefreghismo verso il problema “accoglienza” ..,  legare la morte di una donna al problema mondiale dei migranti  non solo fa ridere ma direi che fa proprio rabbia e ascoltarlo “spargere parole di amarezza e dolore” sulla donna deceduta è irriguardoso . Una donna che insieme ad altri migranti, 499 per la precisone, vivevano in un ghetto da anni e in condizioni pietose e tutti, escluso lui evidentemente, non avevano dubbi che prima o poi si sarebbe verificato un disastro con morti viste le tante bombole di gas liquido in uso e senza le necessarie cautele. Era ovvia quanto scontata una esplosione …e trovare giustificazioni riparandosi tra l’amarezza e il dolore irrita ancor di più perché, egregio “meraviglioso sindaco della città di Bernalda”, lei è stato rieletto solo qualche mese fa, quindi nei fatti temporali lei occupa stabilmente la poltrona di sindaco dal lontano 2014 e allora ? Perché ora accusa altri della sua inettitudine ? Poteva anche rifiutarsi di accogliere altri migranti quando le capacità ricettive si erano ridotte al lumicino. Nessun prefetto l’avrebbe obbligata ad accogliere della gente che non sapeva dove sistemare  e invece ha acconsentito. Non ho idea perché i cittadini di Bernalda l’abbiano rivotata …non lo so…ma oltre i migranti lei è anche l’artefice della distruzione turistica di Metaponto…sì, ci spieghi… che diavolo ha combinato per la borgata marina che prima era denominata la “perla dello Ionio ” ? Recentemente l’ho vista la località marittima, è un disastro, fatiscente ed irriconoscibile dalla Metaponto degli anni addietro, era il punto di ritrovo chic marittimo della Basilicata est  per il popolo lucano e pugliese oltre un punto di interesse archeologico internazionale ed ora, è diventata un enorme ghetto di extracomunitari, gente accolta senza dignità e lasciata lì a vivere senza speranze per il futuro. Già, e facile fare demagogia sulla pelle degli  altri, facile fare i buonisti sulle disgrazie degli altri e facile fare i radical chic seduti dinanzi ad un caminetto nel proprio divano a… 16 posti . No, non ci siamo, i migranti se accolti devono avere una casa ed un lavoro, vivere decorosamente e dignitosamente, questo è il punto di partenza che deve essere impresso nella mente dei falsi buonisti. Siamo in grado di accoglierli ? La risposta è un secco no ed allora, smettetela di giocare con la vita delle persone, sono anni che lo dico, non invogliate la gente ad imbarcarsi per venire da noi perché poi quando accade l’inevitabile la colpa non è di chi non li vuole ma è solo di chi li vuole a tutti i costi. Inutile che  si giri intorno al problema con le parole o si vada alla ricerca del populista di turno a cui affibbiare le responsabilità morali…inutile,  la colpa di queste morti ricadono su gente come Carola RacKete e i suoi altri compagnucci delle ONG e con la complicità di tanti radical chic che non hanno a cuore la vita delle persone…..”salvarli e portarli” in Italia significa trasferire i campi di concentramento e ghetti in Italia, come quello di Metaponto, dove il sovraffollamento crea solo confusione pericolosa con  conseguenze tragiche…punto… Questa è l’unica verità, il resto sono chiacchiere e la gente… continua a morire…da anni… forse rimandarli casa non sarebbe male ..per loro… 08082019

…by…manliominicucci.myblog.it

……..

Metaponto, incendio in un capannone che ospita migranti: morta una 28enne nigeriana

metaponto

Lo stabile è l’ex complesso industriale “La Felandina”, che da anni ospita immigrati che lavorano come braccianti nei campi. La struttura era da tempo in condizioni precarie. Il sindaco: “Abbiamo da tre mesi un’ ordinanza di sgombero degli immobili, occupati da circa 500 persone, ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono”. I sindacati: “Colpa del business dello sfruttamento e riduzione in schiavitù dell’essere umano”

di F. Q. | 7 AGOSTO 2019

È morta una migrante in un incendio scoppiato in un capannone in provincia diMatera. Lo stabile è l’ex complesso industriale “La Felandina”, situato a Metaponto di Bernalda, che ospita stabilmente diversi immigrati che lavorano come bracciantinei campi della zona. Si tratta di una struttura in cui uomini e donne vivono da anni in condizioni precarie e nel quale le fiamme hanno iniziato a divampare la mattina del 7 agosto per cause ancora da accertare, ma non si tratta di rogo doloso. Una prima ipotesi è che l’incendio sia scaturito dall’esplosione di una delle bombole di gaspresenti nel capannone. Il sindaco di Bernalda è intervenuto dicendo che da tre mesi è pronta un’ordinanza per lo sgombero dello stabile, per il cui stato l’amministrazione locale ha chiesto aiuto anche al governo.

La vittima è una giovane nigeriana di 28 anni il cui corpo non è ancora stato recuperato perché si trova in una posizione rischiosa a causa delle presenza di bombole di gas. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la donna era arrivata in Italia nel 2015, quando presentò domanda per il permesso di soggiorno alla questura di Padova che però la respinse. In seguito la 28enne, che aveva due figli, aveva fatto ricorso ed era in attesa del responso.

ADVERTISEMENT

I media locali riportano che le condizioni della struttura erano talmente malandate da far pensare che fosse “solo questione di tempo” prima che avvenisse qualche incidente, mentre molti commentano l’accaduto riferendosi a “La Felandina” chiamandola “il ghetto”. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno spento le fiamme nell’arco di 4 ore, mentre per ricostruire la dinamica dell’incidente sono state avviate delle indagini. Nel mentre i migranti sono stati radunati all’esterno della struttura in attesa di recuperare le proprie cose.

Il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, ha commentato così la morte della donna: “Prima di tutto viene il dolore che è priorità in una situazione complessa come questa, legata a un problema mondiale come quello dei migranti, che è gestito in primis dagli amministratori locali con pochi mezzi e tanti problemi da affrontare”. “Abbiamo da tre mesi un’ordinanza di sgombero degli immobili, occupati da circa 500 persone – ha aggiunto il primo cittadino – ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono”. A lui si unisce anche il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi, che attraverso il suo ufficio stampa comunica: “Come comunità di Basilicata facciamo nostro questo dolore, la Regione sarà in queste ore al fianco del Comune di Bernalda per offrire supporto nella gestione dell’emergenza”. “Darò specifiche indicazioni – ha aggiunto il presidente regionale – perché si faccia in Regione prima possibile il punto della situazione per il coordinamento delle azioni”.

Il caso è diventato oggetto di un’interrogazione dell’onorevole e segretario nazionale di Articolo unoRoberto Speranza, ai ministri del Lavoro, delle Politiche agricole e delle Infrastrutture: “Cosa intende fare il Governo per individuare una congrua e strutturale sistemazione per i braccianti impegnati nelle terre del Metapontino?”. “L’incendio – ha aggiunto speranza – ripropone in maniera drammatica l’urgenza di individuare una soluzione appropriata e dignitosa per dare ospitalità alle centinaia di migranti che lavorano nei campi della zona e che vivono in capannoni inadeguati come quello andato a fuoco in condizioni disumane e a rischio emergenza sanitaria”.

Anche i sindacati sono intervenuti commentando la vicenda. “È inaccettabile – scrive in una nota del suo segretario regionale, Angelo Summa la Cgil Basilicata– che per la risoluzione di una questione aperta sul tema della sicurezza dei braccianti stranieri sul territorio lucano, si debba attendere il verificarsi dell’ennesima tragedia con la perdita di una vita umana”. Dello sesso tenore è stato il commento del segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo:“L’incendio di oggi ripropone in maniera drammatica l’urgenza di individuare una soluzione appropriata e dignitosa”. Anche la nota congiunta dei segretari generali regionali della UilCarmine Vaccaro, e della UilaGerardo Nardiello è un appello contro “l’illecito business dello sfruttamento e riduzione in schiavitù dell’essere umano”. “Troppo facile parlare di tragedia che si poteva e doveva evitare – aggiungono – Noi ci siamo e la nostra parte la continuiamo a fare accanto ai lavoratori italiani ed extracomunitari, non soltanto facendo emergere situazioni di illegalità ma promuovendo azioni congiunte con chi è dalla nostra parte, chi non lo è resta complice”.

“PRIMA IL DOLORE”….ultima modifica: 2019-08-08T00:38:26+02:00da manlio22ldc
Reposta per primo quest’articolo