MA NOI EUROPEI DOVE STIAMO ANDANDO?

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MA NOI EUROPEI DOVE STIAMO ANDANDO?

Un vecchio detto recita che: “chi non ha  guai e se li va a cercare col cucchiaino… beato quel Dio che glieli manda”, ed in effetti il detto calza proprio a pennello per noi europei che siamo le vittime predestinate della follia delle sanzioni contro la Russia.  E dopo aver sofferto gli aumenti ingiustificati di gas e luce nelle abitazioni ed industrie tutte prima dello scoppio della guerra russo-ucraina, ora, non contenti d’aver creato il caos energetico mondiale, intorno all’ipotetico blocco delle forniture del gas russo, ci prendiamo anche il lusso di parlare di embargo petrolifero, con le ovvie ed inevitabili conseguenze economiche che ne verranno e che già stanno attanagliando la nostra produzione industriale e la nostra vita da tre mesi, idea scellerata e la si fa in un momento particolare e cioè quando i prezzi dei carburanti alla pompa sono insostenibili per un mercato europeo che della mobilità su ruote, imbarcazioni od aerei ne fa il perno principale sul quale girano tutti i trasporti in genere e attività varie. Con schiettezza esterno quel che penso sui nostri miseri governanti, compreso  il Presidente americano Biden, senza escludere nessuno per mera incapacità dimostrata sul campo… specie sulla questione carburanti fossili, distaccandomi dal conflitto e ponendomi alcuni quesiti di logica economica partendo proprio dalle sanzioni, ma noi europei che interesse abbiamo nel difendere a spada tratta l’Ucraina che sino al 31 dicembre 2021 tutti la conoscevano solo perché attraverso il suo territorio ci passava il “tubo che ci riforniva di gas e per Shevchenko il famoso calciatore del Milan”?  Non ditemi, per piacere, che difendiamo la libertà… perché non mi pare che noi ci si sia interessati e prodigati militarmente per la libertà del popolo libico che dal 2011 vive una guerra civile di cui noi europei, ed in particolare i francesi, e il premio Nobel per la Pace Barack Obama ne sono i responsabili ed artefici del disastro libico. E non venitemi neanche a parlare di democrazia e libertà restituita al popolo afghano visto che noi occidentali ed americani  li abbiamo abbandonati scappando vergognosamente e consegnati nelle mani dei talebani che della democrazia e libertà non sanno neanche che farsene. Come anche non voglio sentir parlare di amore per la democrazia da parte degli americani dopo aver visto la guerra in Siria e la nascita dello stato islamico dell’Isis e quello che hanno combinato in Somalia e Yemen. Quindi abbiamo capito che difendiamo l’Ucraina non certamente per la democrazia e libertà, in apparenza è così,  ma invece è per altro e per cosa allora? La partita Ucraina credo si giochi unicamente a Washington perché analizzando le conseguenze delle sanzioni alla Russia l’unico beneficiario, e in tutti i sensi, sono proprio gli americani che in questa strategia mirata otterrà di indebolire economicamente il suo nemico numero uno, infatti le uniche ricchezze dei russi sono i fossili ed una volta bloccate le loro vendite i russi torneranno in quella stessa fase di crisi economica dei tempi dell’Unione Sovietica. Ovvio che non vendere il gas e petrolio ridurranno le sue capacità militari ma a mio parere sono valutazione tutte sbagliate… semplicemente perché i russi volgeranno lo sguardo d est ed aggireranno il problema e… punto! Altro punto d’interesse americano è quello che ci venderanno, infatti ora sono loro che ci venderanno gas ed armi in quanto l’Europa si sta anche riarmando per combattere contro la Russia in un’ipotetica terza guerra mondiale… ne sono tanto convinti che Italia e Germania hanno già annunciato l’aumento delle spese militare che si allineano a quelle militari statunitense per il 2023 che orbiteranno nell’incredibile cifra di 5800miliardi di dollari, tre volte il nostro PIL giusto per darvi un’idea… Quindi in momento in cui le fatture energetiche diventano impossibili da pagare per milioni di europei ecco che grazie ai nostri “capaci governanti”, noi italiani dovremo spendere l’equivalente di una manovra per comprare “moschetti  e baionette”… ma sono fuori di testa? E in più poi, “l’amico alleato europeo” cioè noi,  ha una prospettiva di reale crisi economica in tutti settori per l’anno in corso in quanto non avrà i cereali e i carburanti necessari per essere competitivi nei vari settori e pertanto questi prodotti basilari dovremo acquistarli sempre dagli “amici americani” rimpinguando di fatto le casse dei ricchi buoni e bravi americani mentre noi europei servili e sciocchi ci godremo… un’ulteriore periodo di povertà, non dimenticando che oltre la carenza di materie prime per le nostre industrie dovremo sostenere poi economicamente ben quattro milioni, e forse più, di povera gente che scappa dalla guerra e che ci costeranno un occhio della testa… e che logicamente graveranno sui bilanci nazionali con inevitabili tagli alle solite cose, come sanità scuole e trasporti pubblici. Detto questo ora ci apprestiamo ad affrontare un embargo petrolifero russo che sicuramente farà lievitare il prezzo del gasolio a tre euro al litro e che sancirà la fine del tutto, il turismo e i trasporti sicuramente, loro saranno le prime vittime, andranno al collasso con danni incalcolabili. E chiudo il mio ragionamento con una sola domanda… ma questa guerra a chi veramente è servita? Ma voi davvero credete che noi ci battiamo per gli ucraini e per la loro libertà? Se sì, perché allora non vedo gli eserciti europei in Ucraina?  28032022 https://manliominicucci.myblog.it/

 

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Petrolio russo, embargo lontano: perché in questo momento l’Ue non può fare a meno delle importazioni

La strada verso la rinuncia delle importazioni del petrolio russo verso l’Unione europea è in salita: ecco perché

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Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il: 27-03-2022 10:51

Ministro tedesco Energia: così tagliamo acquisti dalla Russia

L’Unione europea può davvero rinunciare al petrolio russo in tempi brevi? Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina i leader dell’Ue hanno iniziato a discutere seriamente su come ridurre la dipendenza dal Cremlino in merito alle importazioni di diversi prodotti, tra cui il greggio. Nonostante gli annunci e le buone intenzioni, la strada imboccata è tutta in salita. E infatti al momento si continua a procrastinare l’imposizione dell’embargo sul petrolio. La misura è stata invece adottata (l’8 marzo) senza troppi tentennamenti da Stati Uniti e Gran Bretagna.

Perché Washington e Londra hanno preso una decisione così rapida mentre l’Ue tentenna? Come ha spiegato l’Agi, basta vedere i numeri inerenti alle importazioni: secondo l’Aie (Agenzia internazionale dell’energia) la Russia, che è il maggior esportatore di greggio al mondo, alla fine del 2021 ha venduto sui mercati globali quasi 8 milioni di barili al giorno. Di questi, ben il 60% è stato destinato all’Europa mentre l’8% è andato negli Usa e in Gran Bretagna.

I dati di Bp rilevano inoltre che le esportazioni russe di greggio e prodotti petroliferi in Europa rappresentano il secondo maggior flusso bilaterale di petrolio al mondo. Soltanto il mercato tra Stati Uniti e Canada ha numeri maggiori. Nella Statistical review of world energy, il report annuale di BP, nel 2019, vale a dire prima che scoppiasse la pandemia di Covid, la Russia aveva venduto il 29% delle importazioni di greggio all’Ue e il 51% di quelle di prodotti petroliferi del continente.

Laddove l’Ue decidesse di operare con un embargo immediato si innescherebbe un effetto domino sull’economia. “Un embargo da un giorno all’altro significherebbe far precipitare il nostro paese e l’intera Europa in una recessione“, ha spiegato il cancelliere tedesco Olaf Scholz recentemente. Il vice-premier russo, Alexander Novak, ha aggiunto che con l’embargo europeo i prezzi del greggio potrebbero toccare i 300 dollari al barile.

Ue e petrolio: si cerca una soluzione per non dipendere dalla Russia

Nel frattempo si sta tentando di capire come provare ad organizzare un piano che possa permettere all’Ue di fare a meno del petrolio russo. Tra gli esperti c’è chi crede che ciò sarebbe possibile laddove si pensasse a un nuovo indirizzamento dei flussi internazionali di greggio, così da evitare terremoti sui mercati.

Per alcuni analisti un eventuale quadro del tutto stravolto dei flussi internazionali di petrolio vedrebbe il greggio russo sotto embargo Ue con sbocco in Cina e India. A questo punto i produttori mediorientali importerebbero maggiormente in Europa.

Petrolio: perché i trader mediorientali guardano oltre l’Ue

Tutto semplice? Assolutamente no perché anche con una simile soluzione non sarebbe scongiurato un aumento dei prezzi. Salirebbero infatti i costi di trasporto per produttori e consumatori, con le rotte di approvvigionamento che diventerebbero molto più lunghe. Bisognerebbe trasportare il petrolio su navi cisterna, più care rispetto a spedire il greggio tramite un oleodotto.

C’è un altro fattore che provocherebbe una lievitazione dei prezzi: le raffinerie sono settate per lavorare determinati tipologie di petrolio. Cambiare quello russo e con quello mediorientale ridurrebbe l’efficienza, con conseguente innalzamento dei prezzi.

Inoltre i venditori mediorientali hanno investito denaro e tempo per imbastire relazioni a lungo termine con raffinerie in Cina, India e nel resto dell’Asia, zone considerate in crescita per quel che riguarda il commercio del greggio, a differenza del Vecchio Continente che è visto come un mercato in declino, soprattutto dopo le scelte di transizione verso le energie rinnovabili e green.

Altrimenti detto, per i trader mediorientali non sarebbe una scelta allettante dirigere i propri sforzi verso l’Ue: tra 10 anni, quando la transizione green avrà assunto contorni ancor più massicci rispetto a quelli odierni, si ritroverebbero nuovamente a contrattare con i paesi asiatici.

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ENGLISH

 

BUT WE EUROPEANS WHERE ARE WE GOING?

An old saying goes that: “whoever has no troubles and goes to look for them with a spoon … blessed is that God who sends them”, and in fact the saying fits perfectly for us Europeans who are the predestined victims of the madness of sanctions against Russia. And after suffering the unjustified increases in gas and electricity in homes and industries all before the outbreak of the Russian-Ukrainian war, now, not content with having created world energy chaos, around the hypothetical blockade of Russian gas supplies, we we also take the luxury of talking about an oil embargo, with the obvious and inevitable economic consequences that will come from it and that have already been gripping our industrial production and our lives for three months, a wicked idea and it is done in a particular moment and that is when the prices of fuel at the pump are unsustainable for a European market that makes mobility on wheels, boats or airplanes the main pivot on which all transport in general and various activities revolve. With external frankness what I think about our miserable rulers, including the American President Biden, without excluding anyone for mere inability demonstrated on the field … especially on the fossil fuel issue, detaching myself from the conflict and asking myself some questions of economic logic starting from the sanctions, but we Europeans, what interest do we have in defending Ukraine, which until 31 December 2021 everyone knew about it only because the “pipe that supplied us with gas and for Shevchenko the famous AC Milan player” passed through its territory? Do not tell me, please, that we defend freedom … because it does not seem to me that we have taken an interest in and worked militarily for the freedom of the Libyan people who have been living a civil war since 2011 in which we Europeans, and in particular the French, and the Nobel Peace Prize winner Barack Obama are responsible and architects of the Libyan disaster. And don’t even talk to me about democracy and freedom returned to the Afghan people as we Westerners and Americans have abandoned them, escaping shamefully and handed over to the Taliban who don’t even know what to do with democracy and freedom. I also don’t want to hear about Americans’ love for democracy after seeing the war in Syria and the birth of the Islamic state of Isis and what they have done in Somalia and Yemen. So we understood that we are defending Ukraine certainly not for democracy and freedom, apparently it is so, but instead it is for something else and for what then? I believe the Ukraine game is played only in Washington because by analyzing the consequences of the sanctions on Russia the only beneficiary, and in every sense, it is the Americans who in this targeted strategy will achieve an economic weakening of his enemy number one, in fact the only ones riches of the Russians are fossils and once their sales are blocked, the Russians will return to that same phase of economic crisis of the times of the Soviet Union. Obviously not selling gas and oil will reduce its military capabilities but in my opinion they are all wrong assessments … simply because the Russians will turn their gaze east and circumvent the problem and … period! Another American point of interest is what they will sell us, in fact now it is they who will sell us gas and weapons as Europe is also rearming itself to fight against Russia in a hypothetical third world war … they are so convinced that Italy and Germany have already announced the increase in military spending that aligns with the US military for 2023 which will orbit in the incredible figure of 5800 billion dollars, three times our GDP just to give you an idea … a moment when energy bills become impossible for millions of Europeans to pay here, thanks to our “capable rulers”, we Italians will have to spend the equivalent of a maneuver to buy “muskets and bayonets” … but am I out of my mind? Furthermore, “the European ally friend” that is us, has a prospect of a real economic crisis in all sectors for the current year as it will not have the cereals and fuels necessary to be competitive in the various sectors and therefore these products we will always have to buy them from “American friends”, actually filling the coffers of the rich, good and good Americans while we servile and foolish Europeans will enjoy … a further period of poverty, not forgetting that beyond the shortage of raw materials for our industries we will then have to economically support four million, and perhaps more, of poor people fleeing the war and who will cost us an arm and a leg … and which will logically weigh on national budgets with inevitable cuts to the usual things, such as health, schools and transport public. Having said that now we are preparing to to face a Russian oil embargo that will surely raise the price of diesel to three euros per liter and that will sanction the end of everything, tourism and transport certainly, they will be the first victims, they will collapse with incalculable damage. And I close my reasoning with a single question … but who really helped this war? But do you really believe that we are fighting for the Ukrainians and for their freedom? If so, then why don’t I see European armies in Ukraine? 28032022 https://manliominicucci.myblog.it/

 

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Russian oil, distant embargo: because at the moment the EU cannot do without imports

The road to abandoning imports of Russian oil to the European Union is an uphill battle: this is why

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By: VirgilioNotizie | Published on: 03-27-2022 10:51

German Energy Minister: so we cut purchases from Russia

Can the European Union really give up Russian oil anytime soon? Since the war broke out in Ukraine, EU leaders have begun to seriously discuss how to reduce dependence on the Kremlin for imports of various products, including crude oil. Despite the announcements and good intentions, the road we have taken is all uphill. Indeed, the imposition of the oil embargo continues to be postponed at the moment. The measure was instead adopted (on March 8) without too much hesitation by the United States and Great Britain.

Why did Washington and London make such a quick decision while the EU hesitates? As the Agi explained, just look at the numbers relating to imports: according to the IEA (International Energy Agency), Russia, which is the largest crude oil exporter in the world, sold almost 8 crude oil to global markets at the end of 2021. millions of barrels per day. Of these, as many as 60% went to Europe while 8% went to the US and Great Britain.

BP data also notes that Russian exports of crude oil and petroleum products to Europe represent the second largest bilateral flow of oil in the world. Only the market between the United States and Canada has higher numbers. In the Statistical review of world energy, BP’s annual report, in 2019, i.e. before the Covid pandemic broke out, Russia had sold 29% of crude oil imports to the EU and 51% of those of petroleum products of the continent.

If the EU decides to operate with an immediate embargo, a domino effect on the economy would be triggered. “An overnight embargo would mean plunging our country and the whole of Europe into a recession,” German Chancellor Olaf Scholz explained recently. The Russian vice-premier, Alexander Novak, added that with the European embargo, crude oil prices could reach 300 dollars a barrel.

EU and oil: a solution is being sought so as not to depend on Russia

In the meantime, attempts are being made to understand how to try to organize a plan that would allow the EU to do without Russian oil. Among the experts there are those who believe that this would be possible if a new direction of international crude oil flows were thought of, so as to avoid earthquakes on the markets.

For some analysts, a completely distorted picture of international oil flows would see Russian crude oil under EU embargo with an outlet in China and India. At this point Middle Eastern producers would import more into Europe.

Oil: why Middle Eastern traders look beyond the EU

Everything simple? Absolutely not, because even with such a solution an increase in prices would not be averted. In fact, transport costs for producers and consumers would rise, with supply routes becoming much longer. Oil would have to be transported on tankers, which are more expensive than shipping crude oil via a pipeline.

There is another factor that would cause prices to rise: refineries are set up to process certain types of oil. Changing the Russian and Middle Eastern ones would reduce efficiency, resulting in higher prices.

In addition, Middle Eastern sellers have invested money and time to build long-term relationships with refineries in China, India and the rest of Asia, areas considered to be growing in terms of crude oil trade, unlike the Old Continent which is seen as a declining market, especially after the transition choices towards renewable and green energies.

Otherwise said, for Middle Eastern traders it would not be an attractive choice to direct their efforts towards the EU: in 10 years, when the green transition will have taken on even more massive contours than today, they would again find themselves bargaining with Asian countries.

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FRENCH

 

MAIS NOUS EUROPEENS OÙ ALLONS-NOUS ?

Un vieux dicton dit que : “quiconque n’a pas de soucis et va les chercher avec une cuillère… béni soit ce Dieu qui les envoie”, et en fait le dicton convient parfaitement à nous Européens qui sommes les victimes prédestinées de la folie de sanctions contre la Russie. Et après avoir subi les augmentations injustifiées du gaz et de l’électricité dans les foyers et les industries avant le déclenchement de la guerre russo-ukrainienne, maintenant, non content d’avoir créé le chaos énergétique mondial, autour de l’hypothétique blocus de l’approvisionnement en gaz russe, nous prenons également la le luxe de parler d’un embargo pétrolier, avec les conséquences économiques évidentes et inévitables qui en découleront et qui s’emparent déjà depuis trois mois de notre production industrielle et de nos vies, une mauvaise idée et cela se fait à un moment particulier et c’est quand les prix du carburant à la pompe sont insoutenables pour un marché européen qui fait de la mobilité sur roues, bateaux ou avions le pivot principal autour duquel gravitent tous les transports en général et diverses activités. Avec franchise extérieure ce que je pense de nos misérables gouvernants, dont le président américain Biden, sans exclure personne pour simple incapacité démontrée sur le terrain… notamment sur la question des énergies fossiles, en me détachant du conflit et en me posant quelques questions de logique économique à partir des sanctions, mais quel intérêt avons-nous, nous Européens, à défendre l’Ukraine qui, jusqu’au 31 décembre 2021, tout le monde ne la connaissait que parce que le « tube qui nous alimentait en gaz et pour Shevchenko le célèbre joueur de l’AC Milan » passait sur son territoire ? Ne me dites pas, s’il vous plaît, que nous défendons la liberté… car il ne me semble pas que nous nous soyons intéressés et que nous ayons travaillé militairement pour la liberté du peuple libyen qui vit une guerre civile depuis 2011 dans laquelle nous Les Européens, et en particulier les Français, et le prix Nobel de la paix Barack Obama sont responsables et artisans de la catastrophe libyenne. Et ne me parlez même pas de la démocratie et de la liberté rendues au peuple afghan alors que nous, occidentaux et américains, l’avons abandonné en fuyant honteusement et livré aux talibans qui ne savent même pas quoi faire de la démocratie et de la liberté. Je ne veux pas non plus entendre parler de l’amour des Américains pour la démocratie après avoir vu la guerre en Syrie et la naissance de l’État islamique d’Isis et ce qu’ils ont fait en Somalie et au Yémen. Nous avons donc compris que nous défendons l’Ukraine certainement pas pour la démocratie et la liberté, apparemment c’est ainsi, mais c’est plutôt pour autre chose et pour quoi alors ? Je crois que le jeu de l’Ukraine ne se joue qu’à Washington car en analysant les conséquences des sanctions sur la Russie seule bénéficiaire, et dans tous les sens, ce sont les Américains qui dans cette stratégie ciblée parviendront à un affaiblissement économique de son ennemi numéro un, en fait les seules richesses des russes sont des fossiles et une fois leurs ventes bloquées, les russes reviendront à cette même phase de crise économique du temps de l’Union Soviétique. Évidemment, ne pas vendre de gaz et de pétrole réduira ses capacités militaires, mais à mon avis, ce sont toutes des évaluations erronées … simplement parce que les Russes tourneront leur regard vers l’est et contourneront le problème et … point final ! Un autre point d’intérêt américain est ce qu’ils vont nous vendre, en fait maintenant ce sont eux qui vont nous vendre du gaz et des armes alors que l’Europe se réarme aussi pour lutter contre la Russie dans une hypothétique troisième guerre mondiale… ils sont tellement convaincus que l’Italie et l’Allemagne ont déjà annoncé l’augmentation des dépenses militaires qui s’aligne sur l’armée américaine pour 2023 qui orbitera dans le chiffre incroyable de 5800 milliards de dollars, trois fois notre PIB juste pour vous donner une idée… un moment où les factures d’énergie deviennent impossibles pour que des millions d’Européens paient ici, grâce à nos “dirigeants capables”, nous, Italiens, devrons dépenser l’équivalent d’une manœuvre pour acheter “des mousquets et des baïonnettes” … mais suis-je fou? De plus, “l’ami européen allié” que nous sommes, a une perspective d’une véritable crise économique dans tous les secteurs pour l’année en cours car il n’aura pas les céréales et les carburants nécessaires pour être compétitif dans les différents secteurs et donc ces produits que nous aurons toujours devoir les acheter à des “amis américains”, en fait remplir les caisses des riches, bons et bons américains alors que nous, Européens serviles et insensés, allons profiter… d’une nouvelle période de misère, sans oublier qu’au-delà de la pénurie de matières premières pour nos industries nous devrons alors faire vivre économiquement quatre millions, et peut-être plus, de pauvres fuyant la guerre et qui nous coûteront un bras et une jambe… et qui vont logiquement peser sur les budgets nationaux avec d’inévitables coupes dans les choses habituelles , comme la santé, les écoles et les transports publics. Cela dit, nous nous préparons maintenant à faire face à un embargo russe sur le pétrole qui fera sûrement monter le prix du gazole à trois euros le litre et qui sanctionnera la fin de tout, tourisme et transports certainement, ils seront les premières victimes, ils s’effondreront avec des dégâts incalculables. Et je clôture mon raisonnement par une seule question… mais qui a vraiment aidé cette guerre ? Mais croyez-vous vraiment que nous nous battons pour les Ukrainiens et pour leur liberté ? Si oui, pourquoi ne vois-je pas d’armées européennes en Ukraine ? 28032022 https://manliominicucci.myblog.it/

 

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Pétrole russe, embargo lointain : parce qu’en ce moment l’UE ne peut pas se passer d’importations

Le chemin vers l’abandon des importations de pétrole russe dans l’Union européenne est une bataille difficile: c’est pourquoi

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Par : VirgilioNotizie | Publié le : 27-03-2022 10:51

Ministre allemand de l’énergie : nous réduisons donc nos achats à la Russie

L’Union européenne peut-elle vraiment renoncer bientôt au pétrole russe ? Depuis que la guerre a éclaté en Ukraine, les dirigeants de l’UE ont commencé à discuter sérieusement de la manière de réduire la dépendance vis-à-vis du Kremlin pour les importations de divers produits, dont le pétrole brut. Malgré les annonces et les bonnes intentions, le chemin que nous avons parcouru est tout en montée. En effet, l’imposition de l’embargo sur le pétrole continue d’être reportée pour le moment. La mesure a au contraire été adoptée (le 8 mars) sans trop d’hésitation par les États-Unis et la Grande-Bretagne.

Pourquoi Washington et Londres ont-ils pris une décision aussi rapide alors que l’UE hésite ? Comme l’a expliqué l’Agi, il suffit de regarder les chiffres relatifs aux importations : selon l’AIE (Agence internationale de l’énergie), la Russie, qui est le plus grand exportateur de pétrole brut au monde, a vendu près de 8 pétrole brut aux marchés mondiaux fin 2021 .millions de barils par jour. Parmi ceux-ci, jusqu’à 60% sont allés en Europe tandis que 8% sont allés aux États-Unis et en Grande-Bretagne.

Les données de BP indiquent également que les exportations russes de pétrole brut et de produits pétroliers vers l’Europe représentent le deuxième flux bilatéral de pétrole au monde. Seul le marché entre les États-Unis et le Canada a des chiffres plus élevés. Dans la Revue statistique de l’énergie mondiale, le rapport annuel de BP, en 2019, c’est-à-dire avant que la pandémie de Covid n’éclate, la Russie avait vendu 29 % des importations de pétrole brut à l’UE et 51 % de celles de produits pétroliers du continent.

Si l’UE décidait d’opérer avec un embargo immédiat, un effet domino sur l’économie serait déclenché. “Un embargo du jour au lendemain reviendrait à plonger notre pays et toute l’Europe dans une récession”, a récemment expliqué le chancelier allemand Olaf Scholz. Le vice-Premier ministre russe, Alexander Novak, a ajouté qu’avec l’embargo européen, les prix du pétrole brut pourraient atteindre 300 dollars le baril.

UE et pétrole : une solution est recherchée pour ne pas dépendre de la Russie

En attendant, on tente de comprendre comment essayer d’organiser un plan qui permettrait à l’UE de se passer du pétrole russe. Parmi les experts, certains estiment que cela serait possible si une nouvelle direction des flux internationaux de pétrole brut était envisagée, afin d’éviter des tremblements de terre sur les marchés.

Pour certains analystes, une image complètement déformée des flux internationaux de pétrole verrait le pétrole brut russe sous embargo de l’UE avec un débouché en Chine et en Inde. À ce stade, les producteurs du Moyen-Orient importeraient davantage en Europe.

Pétrole : pourquoi les commerçants du Moyen-Orient regardent au-delà de l’UE

Tout simple ? Absolument pas, car même avec une telle solution, une augmentation des prix ne serait pas évitée. En effet, les coûts de transport pour les producteurs et les consommateurs augmenteraient, les voies d’approvisionnement devenant beaucoup plus longues. Le pétrole devrait être transporté sur des pétroliers, qui sont plus chers que le transport de pétrole brut via un oléoduc.

Il y a un autre facteur qui ferait monter les prix : les raffineries sont aménagées pour traiter certains types de pétrole. Changer ceux de la Russie et du Moyen-Orient réduirait l’efficacité, entraînant des prix plus élevés.

En outre, les vendeurs du Moyen-Orient ont investi de l’argent et du temps pour établir des relations à long terme avec des raffineries en Chine, en Inde et dans le reste de l’Asie, des zones considérées comme en croissance en termes de commerce de pétrole brut, contrairement au Vieux Continent qui est considéré comme un marché en déclin, surtout après les choix de transition vers les énergies renouvelables et vertes.

Autrement dit, pour les commerçants du Moyen-Orient, ce ne serait pas un choix attrayant d’orienter leurs efforts vers l’UE : dans 10 ans, quand la transition verte aura pris des contours encore plus massifs qu’aujourd’hui, ils se retrouveraient à nouveau à marchander avec les pays asiatiques .

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MA NOI EUROPEI DOVE STIAMO ANDANDO?ultima modifica: 2022-03-28T22:20:06+02:00da manlio22ldc
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