ALGERIA 2019..RITORNO AL …PASSATO ?

ALGERIA 2019..RITORNO AL …PASSATO ?

Tanti giovani non sanno e tanti adulti hanno dimenticato quel che accadde nel paese algerino una ventina d’anni fa, alla fine degli anni 80 il paese si avviava verso un processo di transizione, trasformandosi da un sistema politico monopartitico, dominato dal Fronte di Liberazione Nazionale, verso un sistema multipartitico. Sembra che si tratti di chissà quale argomento di difficile comprensione ma in realtà si voleva semplicemente una vera democrazia parlamentare, niente di più, una cosa alquanto complicata nei paesi di religione islamica dove la legge coranica regola la vita quotidiana dei musulmani a differenza di noi occidentali. Arduo compito lo commentavo in quei tempi, io, attento osservatore delle questioni nord africane, nutrivo, e con ragione, tanti dubbi sulle desiderate democrazie di stampo occidentali. Nel 1991 l’Algeria andò al voto e si vide la forte ascesa delle formazioni che si ispiravano al fondamentalismo islamico, in particolare il “Fronte Islamico di Salvezza” in acronimo F.I.S., con ogni probabilità, il secondo turno delle elezioni avrebbe assegnato ai partiti islamici una consistente maggioranza parlamentare, consentendo loro di emendare la Costituzione laica del 1976 e di istituire una repubblica islamica, tipo quella Iraniana. In tale prospettiva l’esito elettorale fu annullato e l’11 gennaio 1992 alcuni generali dell’esercito misero in atto un colpo di stato, riuscito, e la guida del paese fu assunta da una giunta militare, il “Supremo Consiglio di Sicurezza”, con l’immediato scioglimento del F.I.S. avvenuto il 4 Marzo . Ovviamente gli islamici si ribellarono e si organizzarono in un gruppo cui prese il nome di : ” Gruppo Islamico Armato”. Il gruppo avviò le iniziative belliche, terrore e morti erano all’ordine del giorno, con ricorrenti vittime che portavano i segni della loro inaudita violenza, teste mozzate e gole squarciate erano i prodotti più consumati in quegli anni. E in seguito a questi orrori incredibili e lontani addirittura dalla mia fantasia che inevitabilmente mi pervase il desiderio di studiare, conoscere e approfondire il Corano e i dettami della religione islamica e la vita degli islamici armati. All’epoca non si chiamavano “ islamisti “ ma solo islamici armati, poi ovviamente la stampa, asservita a certi poteri occulti si è inventata slogan e termini più “ soft e simpatici ” per definirli, ma la realtà che erano sotto i miei occhi mi narravano della morte di tanti poveri innocenti che nulla avevano a che fare con il colpo di stato militare, uomini e donne perirono nel peggiore dei modi, a volte solo per aver dato dell’acqua o dei viveri ai soldati algerini in perlustrazione e alla loro ricerca, gesto considerato un crimine verso il combattente islamico e l’islam, il paradosso era che tanta gente pagava con la vita anche l’aiuto obbligato che si prestava a quei soldati. L’apice dello scontro si ebbe nel 1994, col dirottamento del Volo Air France 8969, presso l’aeroporto di Algeri, è lì che i militari decisero di stroncare con la forza e di metter fine alla guerra civile. Ora siamo tornati alle stesse condizioni del 1992, il pericolo islamico è più presente che mai, infatti i terroristi dell’ISIS sono pronti a spostarsi dalla Libia ed andare in Algeria non appena le condizioni saranno possibili, e cioè, appena inizieranno i primi tumulti di ribellione, perché il vecchio presidente è malato e non più in grado di affrontare un quinto mandato. Chi sarà il suo sostituto ? Che intenzioni e su quali basi si porrà  il nuovo eletto ? Sarà un fondamentalista islamico o un aspirante democratico di stile occidentale ? Purtroppo conosco bene le intenzioni degli “ islamici armati ”e spero proprio di non vedere altre teste mozzate e buttate nei cassonetti come in Siria o in Iraq, perché quelli non hanno nessuna pietà per chi non la pensa come loro ed io prevedo un Aprile di sangue e terrore se non vinceranno i democratici . Auspico solo che gli algerini mettano da parte la religione e votino secondo il più antico dei criteri, quello ereditato dagli antichi greci, ovvero “libere votazioni in uno stato democratico”. 28022019 …by…manliominicucci.myblog.it


Una manifestazione ad Algeri contro il presidente Abdelaziz Bouteflika, il 24 febbraio 2019. (Ryad Kramdi, Afp)

I manifestanti algerini chiedono un’alternativa a Bouteflika

Cambiare tutto per non cambiare niente. Da quando gli algerini sono scesi in piazza nella capitale e in tutto il paese per dire che il re è nudo, la verità ha rotto il silenzio. Quello che tutti sapevano ma che tutti tacevano, ormai è detto, detto pubblicamente da una gioventù indignata di fronte alla prospettiva di vedere Abdelaziz Bouteflika candidarsi per un quinto mandato presidenziale mentre è gravemente invalido, incapace di parlare e di camminare.

Compatti e sorridenti, determinati ma calmi, in altre parole ben visibili, i primi cortei del 22 febbraio hanno rappresentato più di una rottura nella storia algerina, in quanto i loro slogan non erano caratterizzati né dall’odio né dalla rabbia.

La sola violenza è stata quella di rimuovere i ritratti di un presidente un tempo popolare. Con questo gesto i manifestanti hanno voluto far capire che questa candidatura era morta, come si stacca la spina a un moribondo che non ha più altra speranza oltre la sofferenza. Insomma dalla sera del 22 febbraio tutto era già stato detto.

Interrogativo aperto
Un’altra epoca si è aperta. Il paese ha voltato la pagina. È ormai impossibile immaginare che le presidenziali di aprile possano svolgersi come previsto, nella rassegnazione generale. Il problema però è che senza Bouteflika si ripresenterà l’interrogativo che ha portato alla sua quinta candidatura: chi altri candidare?

Chi se non lui? Chi, se non quest’uomo immobilizzato dalla malattia, può mettere d’accordo tutti i clan del vero potere, degli apparati militari e polizieschi che nell’Algeria indipendente si contendono le redini del paese e la rendita petrolifera?

Venti anni fa il loro consenso si era concentrato su questo ex ministro degli esteri e beniamino della rivoluzione capace sedurre il paese denunciando i mali del regime. “Boutef” si era fatto amare diventando una sorta di Zorro, ma alle parole non erano seguiti fatti, il paese gli era riconoscente solo di aver saputo mettere fine al decennio sanguinoso, quello della rivolta islamista.

Notizie rassicuranti. “È vivo!”. “Bouteflika”. “No, il popolo”. - Dilem, Liberté, Algeria
Notizie rassicuranti. “È vivo!”. “Bouteflika”. “No, il popolo”. (Dilem, Liberté, Algeria)

Questo era il capitale di Bouteflika. Gli algerini erano così traumatizzati dai 200mila morti della guerra civile che preferivano la continuità ai rischi dell’anarchia. Ed è su questa paura che il regime aveva puntato per rimandare a più tardi la vera decisione, ma dopo il 22 febbraio bisognerà imporre con la forza questo mandato di troppo o trovare il coraggio di cercare una soluzione.

I due termini dell’alternativa sono entrambi molto rischiosi. Se lascerà inascoltato la protesta della gioventù algerina, il governo rischia di provocare dei disordini che potrebbero sfociare in un’insurrezione. Al contrario se si piegherà a questo legittimo rifiuto, dovrà trovare un candidato accettabile tanto per i generali che per il paese, un uomo che oggi non esiste, perché non appena salterà il coperchio gli algerini chiederanno la democrazia e la fine della cleptocrazia.

Così è probabile che i responsabili del potere cercheranno di prendere tempo con un quinto mandato che darebbe loro la possibilità di organizzarsi, ma le decisioni non potranno aspettare altri cinque anni. Anche ammettendo che una rielezione sia possibile e che lo stato di salute di Bouteflika non peggiori troppo rapidamente, già si sente il tic-tac delle lancette. La bomba algerina può scoppiare da un momento all’altro.

Da sapere
Dal 22 febbraio centinaia di migliaia di algerini scendono in piazza in varie città per protestare contro la candidatura a un quinto mandato di Abdelaziz Bouteflika, 81 anni, al potere dal 1999. Bouteflika era stato scelto dai partiti della coalizione di governo come candidato alle presidenziali del 18 aprile nonostante le cattive condizioni di salute, che gli hanno impedito di tenere discorsi o apparire in pubblico negli ultimi anni. Le proteste contro la sua candidatura hanno vari promotori, tra cui il collettivo Mouwatana (cittadinanza), formato da esponenti della società civile e da partiti minori. Il 24 febbraio Bouteflika è volato a Ginevra per sottoporsi a nuovi controlli medici.

ALGERIA 2019..RITORNO AL …PASSATO ?ultima modifica: 2019-02-28T16:51:22+01:00da manlio22ldc
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