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ANGELI IN….AZIONE !

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ANGELI IN….AZIONE !
Ecco qualcosa di cui parlare, come ricostruire e ridare…”la vita di una bambina” di appena 21mesi. Nel grigiore della vita quotidiana fatta di problemi e cazzaroli d’ogni genere che occupano perennemente i “cessi televisivi dei talk show”, queste sono le notizie che adoro ascoltare, mi garbano tanto leggerle e delle quali voglio parlare tantissimo. Bravissimi…”assai” i chirurghi genovesi e i loro assistenti … come veri e propri angeli vestiti in color verde…e ..blu… in azione sul corpo di un piccolo e dolce esserino… per ricostruire l’organo più importante quello dell’amore e della vita… Tutto meravigliosamente bene, un immenso grazie a tutta l’equipe chirurgica parte anche dal sottoscritto…nessun grado di parentela ma solo un semplice ed umile osservatore amante della vita e attento alla salute dei bambini. Bravissimi e meravigliosi…il paese vi è debitore…18122019

 …by…manliominicucci.myblog.it

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19 DICEMBRE 2019 13:57

Genova, al Gaslini ricostruito il cuore a una bambina di 21 mesi

La piccola era affetta dalla nascita da una grave malformazione, ritenuta incorreggibile da altri ospedali

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I medici dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova hanno ricostruito il cuore a una bambina di 21 mesi del Nord Italia, affetta dalla nascita da una grave malformazione, ritenuta incorreggibile da altri ospedali. Alla piccola era stata rifiutata anche la possibilità di un doppio trapianto cuore-polmoni. La cardiopatia congenita è stata corretta e la bimba è stata dimessa con la prospettiva di una vita normale.

Alla piccola era stato anche impiantato un pacemaker. Da allora la sua sopravvivenza è sempre stata legata ad apparecchiature per la respirazione. Per i primi due mesi di vita è stata dipendente da una ventilazione meccanica, poi da un supporto respiratorio non invasivo ma continuo, garantito da una apparecchiatura, e nutrita solo con sondino naso gastrico.

 

La bambina era affetta da un “isomerismo sinistro, canale atrio-ventricolare e blocco atrio-ventricolare completo”. Dopo essere stata operata dal dottor Giuseppe Pomè, direttore dell’Uoc Cardiochirurgia del Gaslini, la bambina è stata dimessa.

 

“Dopo tanta sofferenza eravamo di fronte alla sola prospettiva di vederla vivere soffrendo, senza essere mai uscita dagli ospedali, senza una vita vera, sempre nel terrore di vederla morire da una momento all’altro. Non ci davano speranza, ma noi non la abbiamo mai persa”, hanno raccontato i genitori della piccola.

 

“Abbiamo continuato a cercare e abbiamo trovato la salvezza attraverso il passaparola di altri genitori di bimbi cardiopatici, operati con successo a Genova, che ci hanno consigliato di rivolgerci al Gaslini”, hanno spiegato. “Oggi nostra figlia è una bambina che inizia nuovamente a vivere: respira autonomamente, inizia a mangiare vero cibo, inizia a giocare, ci abbraccia. Non ci sono parole per ringraziare il Gaslini: qui nostra figlia è nata un’altra volta“.

 

O LI SPEGNI O TI SPENGO…!

MORTE

O LI SPEGNI O TI SPENGO…!

Spiacente deludervi, ma non vuol essere un gioco di parole né di luci psichedeliche, qui la questione è molto particolare e delicata sotto il profilo umanitario e morale, fatti reali che assumono dimensioni irreali, inimmaginabili, che come un fiume in piena tracimano nelle terre infernali dell’horror dantesco, quasi da film di devozione al puro satanismo che mette in mostra le più terrificanti arti della malvagità, e credetemi, è semplicemente allucinante quel che avuto modo di apprendere e venire a conoscenza nel silenzio mediatico mondiale televisivo e cartaceo. Io stesso, nel leggere l’articolo del link sottostante, sono rimasto basito, incredulo che certe cosa possano accadere in paesi civili come il Canada e la Francia, paesi noti per loro.. “civiltà”… ma purtroppo è proprio così, e quel che mi fa tanta rabbia è che …non ne sapevo niente prima di qualche ora fa. All’oscuro e inconsapevole di tutte queste sensazionali arti della modernità evolutiva e globale voluta dal mondo dei radical chic, introdotta da quei politici senza scrupoli e da società criminali il cui articolo uno del loro statuto evidentemente è quello di far soldi a tutti i costi senza tener conto degli effetti collaterali, e addirittura, capaci di minacciare e perseguire la “morte aziendale” previo il blocco dei finanziamenti pubblici chi non intende piegarsi al volere della…”morte”. Ma di cosa stiamo parlando signori ? Sì… stiamo parlando di esseri umani che non muoiono, non crepano nella infelicità ed irritazioni delle istituzioni canadesi e francesi, e ancora, stiamo parlando del commercio di cadaveri, organi e parti umani venduti come pezzi di un puzzle simili a souvenir a dei laboratori scientifici….Ecco di cosa stiamo parlando, dei più civilissimi paesi e dello schifo inenarrabile che si cela dietro il business della morte. In più, si è anche scoperto che i predetti corpi ed organi sarebbero stati venduti a società private, come si trattassero di costolette di maiale o di agnello, ciò ovviamente va contro ad ogni etica morale e religiosa. Leggo nel link, che : Secondo la rete internazionale di società di revisione e consulenza Kpmg, i guadagni derivanti da tale lugubre traffico avrebbero rappresentato nel 2013 il 75% del fatturato complessivo. Un cadavere, ad esempio, sarebbe stato venduto a 900 euro. Sconvolgente direi magari qualcuno sta pensando in questo momento quanto potrebbe chiedere per il cadavere di un vostro caro defunto… visto l’andazzo. Pensando poi che l’attività sarebbe in …nero, sicuramente troveremmo terreno fertile in tutto il mondo. Spiacenti deludervi… ma io non intendo venire a compromessi sulla morte e sulla vita, specie quella dei bimbi che ancora devono nascere. La mia denuncia la pongo a livello globale, detto articolo arriverà in ogni angolo del mondo, statene certi, perché tutti i popoli del mondo possano sapere lo schifo che c’è dietro le apparenti società modello e stati compiacenti. 18122019

…by…manliominicucci.myblog.it

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Dal Canada alla Francia nuovi, raccapriccianti attacchi

 

MORTE

18 Dicembre 2019 – 10:41

(Mauro Faverzani) Proseguono, gravi e violenti, in ogni angolo del mondo gli attacchi alla vita, a qualsiasi età. Una ferocia demoniaca falcia bimbi ancora nel grembo delle loro madri, priva i malati persino dell’alimentazione e considera gli anziani soltanto un peso ed un costo sociale. In Canada, ad esempio, intimidazioni sono giunte dal governo della Columbia Britannica alla Delta Hospice Society, che gestisce dieci posti letto presso l’Irene Thomas Hospice a Ladner: la struttura potrebbe esser costretta a chiudere, nel caso continuasse a rifiutarsi di seguire i protocolli di morte “assistita” nei confronti dei propri pazienti, infischiandosene del decreto emesso nel febbraio dell’anno scorso, di segno esattamente opposto.

Addirittura il ministro della Salute, Adrian Dix, dell’Ndp-Nuovo Partito Democratico, ha dato tempo fino a questo giovedì alla clinica per allinearsi e conformarsi alle linee-guida emanate dall’autorità sanitaria già nel 2016 col MAiD-Medical Care on Death, messo a punto dalla Fraser Health Authority e legalizzato dal governo liberista e radicale di Justin Trudeau: tali linee-guida prevedono il ricorso all’eutanasia in tutti i centri ospedalieri, fatta eccezione per quelli gestiti da religiosi, cui è stata lasciata la possibilità di fare obiezione di coscienza. Dal canto suo, la fondatrice e direttrice esecutiva dell’Irene Thomas Hospice, Nancy Macey, ha spiegato come la pratica dell’iniezione letale sia incompatibile con le cure palliative e violi la mission della struttura, che esclude rigorosamente di accelerare il decesso di qualsiasi paziente. Chiunque sia tentato da pratiche eutanasiche, quindi, bussi ad altre porte.

C’è un però: l’Irene Thomas Hospice ha un contratto in essere con la Fraser Health Authority, che gli eroga ogni anno 1,3 milioni di dollari, corrispondenti a poco meno della metà del suo budget operativo, e che è proprietaria del terreno, su cui sorge la clinica. Ora il ministro della Salute, Adrian Dix, ha suggerito di tagliare tutti i contributi pubblici nel caso questo centro si ostinasse nel suo rifiuto all’eutanasia.

Secondo Alex Schadenberg dell’Euthanasia Prevention Coalition, tanto il ministro quanto la Fraser Health Authority starebbero abusando dei propri ruoli. Insomma, lo scontro è aperto e dal suo esito dipenderà peraltro, in futuro, l’autonomia e la libertà di tutte le strutture sanitarie canadesi.

Spostiamoci ora dall’altra parte del pianeta, in Europa, in Francia per la precisione, presso l’Università Paris-Descartes: qui guasti alle celle frigorifere, problemi di ventilazione, corpi decomposti sono solo parte dei problemi denunciati in un dettagliato dossier, messo a punto dal prof. Richard Drouard, che, a sostegno delle sue sconvolgenti denunce, ha allegato anche alcune foto davvero raccapriccianti, scattate al quinto piano di una delle migliori scuole di Medicina francesi, mai sottoposta tuttavia ad alcun intervento di modernizzazione dal 1953 ad oggi. Il grido d’allarme del prof. Drouard è stato ora raccolto dal settimanale L’Express, che ha pubblicato tutto.

Ma c’è di peggio: come riportato dall’agenzia Medias-Presse.Info, lo scandalo non si fermerebbe qui. Si è scoperto che corpi ed organi dell’Università sarebbero stati venduti a società private, ciò che è totalmente contrario ad ogni etica. Secondo la rete internazionale di società di revisione e consulenza Kpmg, anzi, i guadagni derivanti da tale lugubre traffico avrebbero rappresentato nel 2013 il 75% del fatturato complessivo. Un cadavere, ad esempio, sarebbe stato venduto a 900 euro. Sconvolgente.

L’Unione francese per una Medicina Libera, un sindacato di sanitari, ha già sporto denuncia.

Ogni anno sono migliaia coloro che, dopo la morte, decidono di lasciare il proprio corpo in eredità all’Università Paris-Descartes, per contribuire al progresso della medicina. Questo, almeno, secondo le loro intenzioni. Probabilmente mai avrebbero immaginato, in vita, quel che, invece, sarebbe realmente accaduto. L’Ateneo da tempo fornisce, ad esempio, ai propri studenti corpi non conservati in formaldeide o congelati: anche tali conseguenze, già in sé immaginabili, sono state comunque scrupolosamente documentate dal prof. Richard Drouard, che assieme ad altri docenti si è dimesso due anni fa dal Comitato Etico dell’Ateneo.

I risultati positivi non sono certo mancati, data l’enormità dello scandalo: l’anno scorso sono stati messi a bilancio 8 milioni di euro per la ristrutturazione del centro universitario ed i cadaveri sono stati cremati. Dall’anno prossimo i corpi lasciati alla ricerca dovrebbero venire conservati nel sottosuolo, ciascuno in una propria cella individuale. Ciò che tuttavia lascia veramente senza parole è l’infima considerazione della vita, del suo valore e della sua dignità, che sempre più è andata tristemente affermandosi in ambiti come quello medico o quello accademico, viceversa chiamati a promuoverne in qualsiasi sede la tutela ed il rispetto.

 

GESÙ SÌ E MAOMETTO NO..?

Gesu' Cristo

GESÙ SÌ E MAOMETTO NO..?

l’Italia è un paese antifascista, è scritto nella nostra costituzione, ciò ci consente la libertà di stampa, di parola e di pensiero. L’arte la si può manifestare in qualunque modo sia gradita, il livello artistico d’ogni genere viene sempre garantito e la satira ne è parte integrale. Solo che sicuramente tanti signori della sinistra si sono dimenticati dei valori costituzionali perché essa dice che tutti i cittadini sono uguali tra loro ed hanno pari diritti, quindi spiego meglio alle teste di rapa il significato di quanto appena scritto e cioè : che se uno di sinistra ironizza su Gesù, Maometto e sull’Islam o su Mussolini e il fascismo o il nazismo non commette nessuna violazione alle norme costituzionali. Solo, come sempre accade in Italia, i sinistri hanno diritto di fare la satira contro l’opposizione politica, contro gli esponenti dei partiti d’opposizione e a loro piacere contro i fedeli di una sola…. religione… ovverosia quella cristiana. Non mi pare che nell’ultimo decennio abbia assistito a vignette satiriche su Maometto o sulla fede islamica, come pure non ho mai veduto scene di sesso tra donne o uomini islamici gay ironizzate sino alla noia. Ci sono pure i matrimoni e i rapporti sessuali con le bambine, ma stranamente nessuna matita di artista radical chic ha pensato bene di mettere in pratica l’autorizzazione costituzionale in merito alla satira politica e religiosa. No, con l’islam non si scherza e quindi meglio non suscitare l’ira dei fedeli della religione di…” pace” o non è così cari compagni della sinistra ? Non si scherza neanche con gli ebrei, neanche a pensarlo, altrimenti poi la Shoah non la si può strumentalizzare a dovere ogni anno e poi diventa difficile spiegare il perché di una commissione antisemita…. già….le altre religioni non vengono prese neanche in considerazione e quindi dove trovare spazio per la satira religiosa ? Ovviamente in quella cristiana, offesa ed ingiuriata in tutti i modi da 70 anni, con “l’arte cinematografica”, con la fotografia e con le infinite vignette dove sono sempre messe in bella mostra di sé le immagini sacre di Gesù Cristo e della Madonna e ultimamente ho notato che anche San Giuseppe è diventato oggetto di satira politica… questo perché evidentemente si voleva allargare “le vedute dello sfottò”. Ora mi rivolgo direttamente a quegli individui di bassissima levatura che amano offendere il cristianesimo e dico loro : visto che volete e vi piace ironizzare, perché adesso non mi disegnate un bel Maometto con il pene in erezione davanti ad una bambina ? Lì poi la cosa non sarebbe poi tanto ridicola perché secondo le sacre letture coraniche pare si sia davvero verificata… quindi sareste in perfetta linea con la satira… oppure siete così codardi e vigliacchi dal non farlo per paura di rimanere ammazzati da qualche fedele …”pacifico” ? In verità vi dico che gente come voi non appartiene al genere umano e non merita di vivere in una società civile, sicuramente fate parte di quella schiera di individui portatori di un’unica idea… la vostra schifosa idea che vi autorizza ad offendere e calpestare i diritti degli uomini per bene. Grazie per l’offesa gratuita al nostro Gesù Cristo, ora per par condicio attendo vignette satiriche di Maometto col pene alzato davanti ad una bambina di sette anni di nome Aisha… vediamo avete le palle per farlo ? O i vostri amici musulmani non la prenderebbero bene ? 18122019

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Manifesto choc al Macro, Gesù ha un’erezione davanti a un bimbo

Al museo Macro di via Nizza sono riapparsi i manifesti “Ecce Homo” che raffigurano Gesù in preda a un’erezione davanti a un bimbo inginocchiato

Gesu' Cristo

Bianca Elisi – Lun, 16/12/2019 –

C’era una volta l’arte sacra, c’erano i Caravaggio, i Michelangelo e i Raffaello. C’erano opere capaci di coniugare bellezza e riflessione.

Oggi, invece, l’iconografia religiosa è diventata appannaggio di un esercito writer in cerca di popolarità. E allora, se la filosofia è quella del “purché se ne parli”, tutto diventa lecito. Anche raffigurare Gesù Cristo in preda a un’erezione davanti a un bimbo inginocchiato. L’ennesima profanazione artistica accade nella Capitale. È affissa in bella mostra su una delle vetrate esterne di un museo comunale: il prestigioso Macro di via Nizza.

A denunciare l’accaduto sono gli esponenti di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera e Andrea De Priamo, rispettivamente capogruppo in Regione Lazio e in Consiglio comunale. “Stamane abbiamo notato quell’immagine volgare – raccontano i due in una nota – che ritrae un bambino in ginocchio davanti a Gesù Cristo, quest’ultimo in evidente stato di eccitazione e con la mano in testa al bimbo”. Proprio così. Sotto alla scritta “Ecce Homo” campeggia la squallida rappresentazione del Messia pedofilo. Più sotto, per chiarire meglio il concetto, si legge ancora la parola “Erectus”. “È inaccettabile – tuonano i due esponenti di Fratelli d’Italia – che roba del genere venga esposta al pubblico, in un museo importante della città, peraltro con fondi pubblici, e frequentato anche da famiglie”. “Questa vergogna – concludono – deve sparire subito e i responsabili siano sanzionati”.

Una richiesta rilanciata anche da Giorgia Meloni, che al sindaco Virginia Raggi ha chiesto di attivarsi con urgenza per rimuovere “la locandina blasfema, indegna e offensiva non solo dei cristiani ma anche di Roma”. Alla fine a censurare il manifesto ci ha pensato direttamente la società che gestisce il polo museale e che era all’oscuro di tutto. L’Azienda Speciale Palaexpo ha fatto sapere che “si dissocia dal messaggio del manifesto e comunica che lo stesso è stato rimosso”. Battendo così sul tempo chi stava pensando di ricorrere al fai-da-te. Come i cattolici del movimento politico Militia Chirsti, che dal loro account Twitter avevano ventilato l’ipotesi di una discesa in campo. “Il manifesto schifosamente blasfemo – si legge nel tweet dei cattolici oltranzisti – lo dobbiamo andare a togliere noi?”.

Manifesti identici a quelli finiti nell’occhio del ciclone in queste ore erano già apparsi a Roma. Qualcuno li aveva affissi nel luglio del 2017 su alcune pensiline dell’autobus. All’epoca la dinamica dei fatti fu la medesima. Anche la municipalizzata dei trasporti capitolina, infatti, si era dichiarata totalmente estranea alla vicenda, catalogandola come un “atto vandalico”

 

MORTE NEL .. SILENZIO..!

AVVELENAMENTI DA PRANZO

MORTE NEL .. SILENZIO..!

Quanto è accaduto a Ripi (FR) è molto preoccupante e allarmante, infatti sarà compito della magistratura indagare se i cibi serviti per la festa di Natale, organizzata dal comune, erano commestibili o meno visto che si sono rivelati tossici e abbiano persino procurato la morte di un pover’uomo e l’intossicazione di una decina di persone. Direi che nonostante il dramma sono cose che possono accadere anche se non dovrebbero accadere però, la cosa che mi indigna e stupisce è perché la Rai non ne parli, come se la morte di un anziano uomo dalla pelle bianca non dovesse interessare nessuno…va bene così, ognuno ha le sue priorità e consto che della salute degli anziani italiani, evidentemente, ai direttori dei vari TG non gliene frega un tubo di quelli che prendono… la pensione ma solo di quelli che c’è la dovrebbero pagare… Fermiamoci un attimo e poniamoci una domanda: ma se il morto, invece di un semplice pensionato, magari si fosse trattato di uno di quelli che ci “pagano le pensioni” e gli altri intossicati sarebbero stati dei negri immigrati tutto sarebbe passato nello stesso silenzio mediatico ? Assolutamente no…ne avrebbero parlato sino alla nausea e organizzato cortei antifascista e marce di solidarietà per i poveri immigrati intossicati.
E forse sarebbe anche intervenuto il presidente Mattarella seguito a ruota dal presidente del Lazio Zingaretti e da tutto il parlamento di sinistra. Quindi che devo pensare, che quando si tratta di italiani le notizie non si danno perché non interessanti mentre quando ci sono di mezzo gli immigrati puntualmente si strumentalizza tutto e si creano i presupposti dell’indignazione… nazionale. Siamo quindi all’opposto slogan del “prima gli immigrati” ? Purtroppo la morte ha colpito un uomo, ed in questo spiacevole e drammatico epilogo trovo la solidarietà e dolore per porgere le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e auspico che la verità emerga subito. 17122019

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La tragedia a Ripi, in provincia di Frosinone. I carabinieri e la Asl stanno cercando di capire se esiste un legame tra pranzo e malori

AVVELENAMENTI DA PRANZO

Frosinone, un morto e decine di intossicati dopo il pranzo di Natale degli anziani

La tragedia a Ripi, in provincia di Frosinone. I carabinieri e la Asl stanno cercando di capire se esiste un legame tra pranzo e malori

Gabriele Laganà – Mar, 17/12/2019 – 13:23

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Una tragedia dai contorni ancora da chiarire è accaduta la scorsa domenica a Ripi, un piccolo paese dell’alta Ciociaria.Un pensionato di 87 anni, Sossio Celli, è morto e altre decine di persone sono state ricoverate in ospedale a Frosinone a causa di una sospetta intossicazione alimentare.

La vittima, padre dell’ex sindaco di Ripi, stava partecipando insieme ad altri 300 invitati circa, tutti over 60, ad un pranzo organizzato come ogni anno dall’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Contrade Ripane e il centro sociale Zio Nino, in un centro polifunzionale. Un modo per festeggiare il Natale e scambiarsi gli auguri. I piatti serviti a tavola sono stati preparati da una ditta di catering della zona.

Gli anziani hanno pranzato tutti insieme in un clima di allegria e spensieratezza, con il palato deliziato da due primi, un secondo, un contorno, una macedonia. Infine ecco il tradizionale panettone con lo spumante per un brindisi. Poi nel pomeriggio sarebbero iniziati i problemi. Diverse persone, almeno una trentina, hanno accusato malesseri come dissenteria, crampi allo stomaco e difficoltà respiratorie.

Come riporta Ciociaria Oggi, alcuni si sono recati al pronto soccorso per dei controlli. Tra questi, anche l’uomo di 87 anni, arrivato al nosocomio in condizioni gravi. Constatata la serietà della situazione, i medici hanno disposto per l’anziano il ricovero. Purtroppo il quadro clinico è peggiorato con il passare delle ore tanto che, nel tardo pomeriggio di ieri, è deceduto.

Sulla vicenda drammatica stanno indagando i carabinieri in collaborazione con la Asl. I militari hanno già effettuato sopralluoghi e sequestri nella sede della ditta che ha preparato i pasti dopo aver vinto un regolare bando indetto dalla amministrazione comunale. Gli inquirenti stanno cercando di acquisire tutti gli elementi utili per capire se ci sia una correlazione tra il decesso e i malori accusati dagli invitati e il pranzo consumato nel centro polifunzionale.

Nel frattempo, l’ex sindaco Celli, figlio della vittima, e i familiari hanno sporto denuncia contro ignoti per fare luce sulla morte dell’anziano. L’attuale primo cittadino di Ripi, Piero Sementilli, anche lui presente al pranzo, si è immediatamente attivato ed ha scritto al ristoratore per chiedere chiarimenti circa il cibo servito. La notizia, come è ovvio che sia, è subito rimbalzata sui social e ha creato sconcerto nel paese in provincia di Frosinone, essendo molte le persone che hanno partecipato al pranzo.

 

E QUANDO CI SI SVEGLIA ?

Accoltellata in strada, grave donna clochard a Torino

E QUANDO CI SI SVEGLIA ?

È incredibile ma vero, ma che ci fa una donna nigeriana, con problemi psichiatrici, di 34 anni in strada a vivere come una clochard ? È questa l’accoglienza tanto caldeggiata e sostenuta dalle Sardine, radical chic e buonisti della sinistra ? Li facciamo sbarcare con tanti trionfalismi e gesti amorevoli e poi ….senza cuore e tanta strafottenza li lasciamo crepare nelle strade o abbandonati al loro drammatico destino. Siamo oramai all’esaltazione della pura follia e purtroppo si segue imperterriti e si continua su questa martellante ideologia farlocca. Il nostro paese è diventato la valvola di sfogo dell’immigrazione mondiale, una vera e propria strategia finalizzata a distruggere ogni segno della nostra civiltà cristiana e di benessere. Che senso ha accogliere essere umani per poi infischiarsene e lasciarli vivere come cani randagi in mezzo alle strade. La componente politica e non della sinistra si dichiara sempre…pronta ad accettare di tutto pur di farsi….bella… per poi smentirsi clamorosamente in tutte le circostanze. Questo accoltellamento segue centinaia di episodi di violenza quotidiana e non viene neanche menzionato nei TG perché questi atti criminali oramai fanno parte della nostra vita quotidiana e non fanno audience e mettono in cattiva luce i partiti pro immigrati. La domanda che pongo a tutti i signori pro accoglienza e questa : ma prima dell’arrivo degli “scappatori dalle guerre” c’era cotanta violenza per le strade della nostre città ? Ecco perché dobbiamo smetterla di accogliere senza giusta causa, l’immigrazione non può più essere tollerata né accettata perché in futuro il degrado sarà parte integrante della nostra società. se si va avanti di questo passo… Oggi ho assistito alla solita pantomima televisiva dove si evoca l’intervento della “società civile” che scenda in campo affianco alle Sardine, cioè, per intenderci, quelli che sono proprio i principali sostenitori della politica immigratoria e porti aperti dovrebbero fiancheggiare i sostenitori di immigrazione a 360°… oramai siamo al suicidio vero e proprio. Spiegatemi che ci fa una donna nigeriana in mezzo alla strada di una città italiana e come ci è arrivata lì. È ovvio che il sistema fa acqua da tutte le parti e non si ha il coraggio di ammetterlo ma rendetevi conto tutti che continuando così le cose andranno sempre peggio e la delinquenza aumenterà di certo. 17122019

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Clochard accoltellata in strada a Torino

In fuga l’aggressore, indaga la polizia

 Accoltellata in strada, grave donna clochard a Torino

Redazione ANSATORINO

17 dicembre 20191

(ANSA) – TORINO, 17 DIC – Una senzatetto è stata accoltellata in strada, a Torino, da un uomo che è poi fuggito.
E’ accaduto a Borgo Dora, davanti al Sermig, l’Arsenale della Pace fondato 55 anni fa da Ernesto Olivero. Ferita da tre profonde coltellate, la donna è stata ricoverata in codice rosso all’ospedale San Giovanni Bosco. Sull’aggressione indaga la polizia.
La donna accoltellata è una cittadina nigeriana di 34 anni con problemi psichici. Testimoni riferiscono di averla vista negli ultimi tempi dormire sotto la tettoia del ponte Carpanini, dove si è creata un giaciglio di fortuna con cartoni e coperte.
Non è escluso che l’aggressione sia maturata tra emarginati, nel contesto di fragilità in cui viva la clochard.
 

E QUI I BUONI DOVE SONO ?

YEMEN

E QUI I BUONI DOVE SONO ?

Questa “bellissima foto” di bimba che non può scappare dalla guerra la omaggio a tutti i radical chic d’Italia, i buonisti dei salotti TV, ai “geni della sinistra che predicano amore per i …. più deboli…Cari “dottori della bugia” oltre quella bimba nella foto in formato scheletrico ci sono, come lei, tanti poveri bambini che vivono quotidianamente nella sofferenza, nelle malattie e ci muoiono perché eccessivamente denutriti…e non perché sono diventati vegani oppure digiunano per non ingrassare… già… vi faccio male all’anima a parlar così ma veder morire dei bambini nell’indifferenza dei radical chic, dei buonisti della chiesa cristiana tutta, dal menefreghismo della religione islamica e di tutte le altre religioni del mondo è proprio una cosa irritante ed inaccettabile. Nello Yemen c’è una guerra che va avanti da anni, una guerra di religione e potere tra i sauditi e gli iraniani, ovvero tra sunniti islamici e sciiti islamici con la compiacenza di Usa e Russia, Unione europea, Cina e ONU. Quel che disgusta ed è orrendamente vomitevole, quanto ripugnante, è l’atteggiamento dei falsi buonisti europei, tutti a preoccuparsi e ad indignarsi del bimbo morto affogato nel mar Egeo sulle coste turche, in pompa magna e con inaudita efficienza tutto il mondo pronto a sensibilizzare tutti gli stati europei per l’accoglienza di falsi migranti che scappano dalle finte guerre e poi….poi, si lasciano morire sotto le bombe, di produzione europea, americane e russe, tanti bambini che non possono scappare o fuggire perché il mondo si disinteressa della sorte di un paese che non offre possibilità di … guadagno…che schifo. Va benissimo…non ho idea se questa bimba sarà salva o anche a lei sarà toccata la sorte di decine di migliaia di altri bambini. Ok, continuate a vivere nel vostro mondo ovattato fatto di talk show, di slogan antifascista, di bella ciao e di Sardine…. tanto, la morte di quegli innocenti vedo che non vi turba più di tanto… effettivamente non siamo tutti uguali…la sensibilità, intendo quella vera, non è comune a tutti. Smettetela di disinteressarvi del dramma e premete sull’Onu, sui politici e sul parlamento europeo…se si riuscirà a metter fine a questa guerra allora sì che saremo tutti bravi e buoni. 17122019

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Accordi di Stoccolma un anno dopo: lo Yemen è un paese fantasma con 10 milioni di persone senza cibo

YEMEN

Il 13 dicembre 2018, a Stoccolma, veniva firmato il cessate il fuoco nel porto di Hodeida per cercare di porre fine alla crisi umanitaria in cui versa lo Yemen da più di quattro anni e alla più grave carestia della storia recente a seguito del conflitto tra una Coalizione internazionale guidata da Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti e gli Houthi.

Leggi anche >> Yemen, una guerra devastante e la speranza del cessate il fuoco dopo i colloqui in Svezia

A distanza di un anno Oxfam, insieme ad altre organizzazioni internazionali, rilancia l’allarme: lo Yemen è ormai un paese fantasma, allo stremo delle sue forze, con 10 milioni di persone rimaste senza cibo e  7 milioni colpite da grave malnutrizione.

Ad Hodeida e nel suo governatorato si continua a morire. Nella più importante città portuale del Paese, infatti, si registra un quarto di tutte le vittime civili del 2019 – 799 tra morti e feriti – e il 40% dei 2.100 e più attacchi contro i civili. Allo stesso tempo, ovunque nel Paese, si fugge da bombe e violenza che nel 2019 hanno causato 390.000 sfollati.

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Ancora oggi i combattimenti in corso e le restrizioni messe in atto dalle autorità impediscono alle organizzazioni umanitarie di raggiungere le comunità più bisognose. Il conflitto continua, inoltre, a bloccare l’accesso delle persone ai mercati e ai servizi e infligge danni a infrastrutture fondamentali come ospedali, scuole e sistemi idrici.

Per questo motivo Oxfam, unitamente ad altre associazioni, ha chiesto a tutte le parti coinvolte nel conflitto, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e agli Stati maggiormente influenti di lavorare insieme e di accelerare l’attuazione dell’accordo di Stoccolma.

Il recente annuncio della riapertura dell’aeroporto di Sana’a per i voli sanitari è un segnale positivo e, se messo in atto, aiuterà migliaia di malati yemeniti ad accedere a cure mediche salvavita, ma non è abbastanza.

Intanto, il 12 dicembre, Amnesty International ha chiesto alla procuratrice del Tribunale penale internazionale (Tpi) di indagare sul ruolo avuto dai dirigenti delle aziende europee produttrici e dai responsabili delle autorizzazioni di forniture di armi nelle violazioni del diritto internazionale umanitario avvenute in Yemen, che potrebbero costituire crimini di guerra.

Leggi anche >> Yemen: una guerra devastante combattuta con armi europee

La richiesta si unisce a quella trasmessa al Tpi dal Centro europeo per i diritti umani e costituzionali.

Il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, affiancato da cinque Ong, tra cui Amnesty International, ha trasmesso infatti all’ufficio della procuratrice del Tpi un documento di 300 pagine chiedendo di indagare se a carico di funzionari di alto rango sia delle aziende che dei governi europei si possa attribuire una responsabilità penale per l’invio di armi usate in Yemen dagli stati membri della Coalizione.

In particolar modo la richiesta di indagini riguarda 26 attacchi aerei che hanno causato uccisioni o ferimenti illegali di civili e danni o distruzioni di scuole, ospedali e altri obiettivi protetti.

Nonostante le montagne di prove sulle gravi violazioni dei diritti umani commesse in quasi cinque anni di conflitto in Yemen – scrive Amnesty –  diversi stati europei continuano a esportare armi verso la Coalizione, che le usa per bombardare scuole, case e ospedali, in flagrante violazione del Trattato internazionale sul commercio di armi, della legislazione europea e delle stesse norme nazionali.

I governi sono responsabili dell’autorizzazione a esportare e molte aziende che producono armi usano questo argomento per sollevarsi dalle responsabilità. In realtà, l’approvazione governativa non assolve i dirigenti delle aziende dagli obblighi di rispettare i diritti umani nell’ambito delle loro attività commerciali, tra cui quello di non esportare armi che potrebbero essere usate per compiere crimini di diritto internazionale.

«Qualsiasi dirigente di un’azienda può aprire un quotidiano e comprendere che la valutazione dei rischi rispetto ai diritti umani fatta da alcuni governi europei si è rivelata catastrofica», ha dichiarato in una nota ufficiale Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty International sul controllo delle armi.

«I dirigenti delle aziende hanno avuto molto tempo a disposizione e pieno accesso a una gran mole di informazioni sui terribili eventi in corso in Yemen per valutare cosa decidere in merito alle forniture di armi alla Coalizione. Nascondersi dietro un carente processo decisionale dei governi non è sufficiente dato che ora potrebbero risponderne sul piano penale di fronte a un organo di giustizia internazionale», ha concluso Wilcken.

 

LA COMICA STORIA DELLE BANCHE…

BPBARI

LA COMICA STORIA DELLE BANCHE…

A fine della scorsa settimana, prima dell’ennesimo scandalo bancario tutto italiano, il presidente del Consiglio attuale,  “eccellentissimo Prof. Avv. Conte”, ebbe ad esternare la sua soddisfazione sullo stato di salute delle banche italiane lanciando ai mercati borsistici, ancora aperti, segnali positivi.  Ovviamente le sue affermazioni in merito al buon andamento bancario metteva in luce la capacità di controllo e vigilanza della Banca d’Italia e l’ottimo lavoro svolto dai ministri delle finanze del suo primo e secondo governo, in particolar modo quello attuale del PD… sì mi riferisco al ministro che ha pagato il conto del “Papete” senza mai dirci come lo ha pagato e con quali soldi. Tutto questo accadeva appena venerdì scorso, poi la bomba, la Banca popolare di Bari viene commissariata dalla Banca d’Italia per gravi inadempienze nei bilanci e perdite sul patrimonio. In definitiva, per i meno esperti del settore finanziario e bancario spiego meglio la questione : i dirigenti bancari della popolare di Bari nel 2014, pressati dall’allora governo PD-Renzi sono intervenuti massicciamente con tanti bei soldoni per salvare un’altra banca, la Tercas di Teramo, ora facente parte del gruppo Banca Popolare di Bari, operazione fatta nel silenzio mediatico… ovviamente e per favorire, presumo, gli amici della giunta regionale di sinistra e dell’allora sindaco di Bari …Michele Emiliano. Seconda sciagura, causata dal concedere facili prestiti a soggetti a rischio insolvenza e che già in fase di erogazione si sapeva che alcuni di loro non sarebbero stati  in grado di assolvere alla restituzione del prestito ricevuto. È chiaro che se tu presti denaro che non ti viene restituito la logico è che prima o poi affonderai. Ora il punto è che io e gli italiani pretendiamo di sapere con trasparenza e chiarezza a chi sono andati i finanziamenti,  perché io credo,  a voi è già noto e lo sapete bene che penso sempre a male e faccio peccato, ma tante volte ci azzecco,  che molti di questi soldi siano andati a finanziare, attraverso giri viziosi,  le campagne elettorali degli uomini di punta del PD pugliese.  Il sospetto è  decisamente forte in quanto la banca barese era già nell’occhio del ciclone dal lontano 2010, anno in cui c’era in regione la giunta Vendola, e nonostante tutti gli allarmi lanciati dalla Banca d’Italia è quanto mai singolare che nel 2014 si sia chiesto proprio alla popolare di Bari d’intervenire per salvare un’altra banca . Ma che roba è questa, un’anomalia che va avanti da ben nove anni sostenuta dai governi PD ed ora dal sig. Conte, il nuovo suddito fedele di casa PD, non dimentichiamo che solo pochi giorni fa predicava il falso per nascondere le bugie finanziarie di tanti anni. Ora ci vogliono 900 milioni per sanare la situazione, soldi nostri che si aggiungono ai 5 miliardi di MPS  e al miliardo per Banca Veneta, fatemi capire, perché io devo pagare un azionista o uno dei tanti clienti della banca in questione che ha acquistato un’obbligazione al rendimento del 6,5%  quando nella media non superano il 3% ?  In definitiva acquisti di azioni e obbligazioni senza nessun rischio alcuno…. visto che ora dovrei pagare io per la banca . Ma insomma, fateci capire, se un imprenditore chiude  e fallisce lo stato fa qualcosa per lui ? Assolutamente niente, e allora è forse fondato il sospetto che con i soldi delle banche  si finanziano le campagne elettorali in modo truffaldino e si concedono ai dirigenti stipendi e contratti da favola e dulcis in fundo… io …”devo sempre pagare ” ? Avete capito male, prima di uscire anche un centesimo voglio sapere e conoscere i bilanci e i nomi dei beneficiari dei finanziamenti tutti e nessuno escluso e non vi aggrappate alla legge sulla privacy perché se si mettono soldi pubblici abbiamo il diritto di sapere. Troppo comodo seppellire le ruberie a danno dei cittadini in questo modo. Per prima cosa pretendo le dimissioni del “bugiardo del popolo” in arte Conte, poi quelle di Visco, il presidente della “Buca d’Italia” visto che fa acqua da tutte le parti tanto da sembrare la “banca della mafia” più che una Banca nazionale, e in più chiedo una commissione parlamentare che indaghi sull’ennesimo “fotti-fotti” italiano. Voglio i nomi dei beneficiari, perché nelle ultime amministrative baresi noi di Ldc ci volevamo essere ma non avendo soldi a sufficienza per partecipare alla costosissima campagna elettorale degli avversari politici scesi in campo, abbiamo desistito, ed ora  dopo il compra –compra di voti …vedo la banca Popolare di Bari in ‘default”… credo sia legittimo avere dei dubbi e sospetti. Come hanno fatto a spendere tanti soldi gli altri candidati e dove li hanno presi ? Siamo alle solite,  l’equazione di sempre : “si finanzia la  politica per poi essere finanziati dalla politica”…e l’Italia gira così da anni…da sempre. E io devo dare 900 milioni di euro ad una banca di truffaldini quando un residente pugliese deve attendere un anno per una visita specialistica o per un esame strumentale ? Ma andate affanculo tutti…ne ho le scatole piene di voi…di ladri e delinquenti. Io non do neanche un centesimo, andate a prenderli da chi li ha rubati e poi, non venitemi a raccontare che i vertici politici baresi e regionali non ne erano a conoscenza… 16122019

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Banca Popolare di Bari, cdm per il salvataggio. il premier Conte aveva detto: “Al momento non c’è necessità di intervenire”

Il cda convocato da Bankitalia

BPBARI

Un consiglio dei ministri con all’ordine del giorno la questione della Banca Popolare di Bari è atteso nella serata di venerdì, secondo quanto si apprende da fonti a conoscenza del dossier.

La convocazione della riunione fa presumere l’adozione di provvedimenti straordinari sull’istituto di credito pugliese, in gravi difficoltà da mesi e con un’esigenza di maxi ricapitalizzazione. La banca nei giorni scorsi ha confermato una richiesta d’aiuto al fondo interbancario e l’avvio di un dialogo con il mediocredito centrale per una partnership.

La giornata: il premier aveva escluso interventi

“Il governo sta pensando di ricorrere a un decreto legge per mettere a punto la cornice normativa del salvataggio. Al momento non c’è nessuna necessità di intervenire con nessuna banca”. Lo aveva detto il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa al termine dell’Eurosummit, rispondendo a una domanda su un possibile salvataggio della Banca Popolare di Bari.

Era stata diffusa giovedì 12 la notizia secondo la quale il governo sta pensando di ricorrere a un decreto legge per mettere a punto la cornice normativa del salvataggio. Per realizzare il quale è necessario, tra l’altro, ricapitalizzare in quanto la controllata di Invitalia non dispone dei mezzi necessari per intervenire. Tra i nodi da sciogliere c’è quello degli incentivi fiscali alle aggregazioni delle banche del Sud: potrebbero valere oltre 300 milioni di patrimonio ma c’è il rischio concreto che la Ue li consideri aiuti di Stato.

La Popolare di Bari, nel frattempo, ha chiesto i danni a quei dirigenti che, a suo dire, hanno contribuito al dissesto della banca, attorno alla quale il sistema bancario e il governo stanno mettendo a punto un cordone sanitario che scongiuri la liquidazione.

Intanto, nel pomeriggio di venerdì 13 dicembre, il cda della Popolare è stato convocato in Banca d’Italia per comunicazioni di vigilanza. La Banca sta cercando di definire un piano industriale e patrimoniale con l’assistenza di un primario advisor. Piano che, tuttavia, secondo quanto trapelato da fonti finanziarie, non sarebbe ancora completato. Secondo indiscrezioni la banca ha un fabbisogno di capitale di un miliardo.

L’istituto pugliese ha confermato nei giorni scorsi di avere avviato interlocuzioni con il Mediocredito Centrale e ha richiesto l’aiuto del Fondo interbancario di tutela dei depositi che potrà tuttavia deliberare solo dopo aver ricevuto un piano industriale dettagliato, come è avvenuto nel caso di Carige. La banca che giovedì 12 in cda ha avviato un’azione di responsabilità verso l’ex amministratore delegato Giorgio Papa e verso due ex dirigenti, tra i quali Gianluca Jacobini, uno dei figli dell’ex presidente Marco Jacobini, ha comunicato le dimissioni di un consigliere, Francesco Ago, per motivi personali.

SOLO IL 25%…?

Sartori sardine

SOLO IL 25%…?

Non c’è che dire, in fatto di presunzione ed arroganza non si risparmiano certamente, arrivare a quella percentuale significherebbe poter decidere la formazione di un governo e con quali obiettivi ? Quali sono i punti del loro programma ? Come intendono risolvere le questioni economiche ed abbattere il debito pubblico ? L’ occupazione, università e la ricerca scientifica, la scuola, l’edilizia pubblica e l’incremento del PIL ? Sino ad ora ho visto e sentito solo chiacchiere di bar, noi di Ldc quando abbiamo creato il movimento, oltre la struttura, ci siamo dotati uno statuto, pubblicato in rete, un programma straordinario, non pubblicato e tenuto segreto per gli ovvi motivi, sarebbe facile preda dei partiti il cui opportunismo è noto. Ma noi siamo gente umile e …. “soprattutto povera” e alle spalle non abbiamo TV, stampa e finanziatori ignoti, ecco la differenza tra chi ama fare politica con un senso e chi invece pensa che la politica sia lo strumento per sottomettere gli altri al proprio volere ideologico e disegno dittatoriale. Sì, perché con le Sardine è in pericolo la democrazia e la libertà, loro si professano anti fascisti ma sono peggio del peggior fascista perché vendono odio e impongono il loro volere. Io so come si fonda un movimento, lo so perché l’ho già creato anni fa insieme a tanti amici, una nuova forza politica dimenticata e rifiutata da tutti i media, chissà perché…. e so quante difficoltà ci sono e quanto lavoro bisogna spendere per cercare di arrivare in TV, ad oggi noi di Ldc non ci siamo arrivati mentre il leader delle Sardine in poche settimane ha riempito gli schermi TV più di…. Trump….roba da non credere alla potenza mediatica della sinistra. Rifletteteci, tanta notorietà per niente, zero idee, zero programmi e zero proposte e zero argomenti su ” Bibbiano “. E voi vorreste governare col metodo stalinista di nascondere le verità ? Zero in tutto…..mentre contrariamente a loro noi siamo a cento in tutto e nessuno ci considera o meglio… “ci caga”. Va bene lo stesso, loro vogliono arrivare a governare abbattendo il fascismo, lo zar Nicola e magari processando Hitler per i crimini di guerra e per le morti degli ebrei. Mi raccomando, se avete tempo processate pure i signori del PD che si sono fregati i 33 milioni di euro donati dagli italiani ai terremotati del centro Italia…o quelli che li hanno sottratti siccome non sono fascisti li possono rubare ? Degli idioti ed incapaci al governo ? Siete i replicanti del M5S, oggi vi va bene perché qualcuno vi segue ma domani anche voi sprofonderete nella stessa melma dei grillini, sì, perché in fondo vi vedo come loro, stesse cose e pantomime già viste… Buon viaggio…16122019

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Le Sardine puntano in alto: obiettivo oltre il 25% italiani

A Roma prima riunione nazionale: tornare nelle piazze

Sartori sardine

Redazione ANSA

15 dicembre 2019

“Tornare prima possibile nelle piazze: questo è l’obiettivo di questa riunione in cui ci siamo conosciuti”, ha detto Mattia Santori al termine della prima riunione nazionale dei promotori delle manifestazioni delle sardine. A Roma hanno partecipato circa 150 promotori delle iniziative di piazza locali che si sono tenute in questo mese.

L’incontro, a porte chiuse, si è teneto nello Spin Time Labs, una sorta di centro sociale, a due passi da Piazza San Giovanni, dove alloggiano circa 150 famiglie, con tanto di auditorium dove si organizzano eventi culturali.

All’ingresso, un grande striscione: “Viva le sardine, abbasso gli sgombri“. Alcuni ragazzi alla porta riferiscono che si tratta sostanzialmente di un primo contatto fisico tra chi in questo mese ha comunicato solo su Facebook. Una riunione, quindi, prettamente organizzativa, durante la quale si discuterà insieme per fare un primo bilancio sulle manifestazioni, su cosa ha funzionato di più e cosa di meno. Sempre le stesse fonti sostengono che non sia all’ordine del giorno né la decisione né il dibattito sull’eventuale presentazione di liste alle prossime regionali. L’incontro dovrebbe terminare verso ora di pranzo.

“Il nostro obiettivo è superiore a un italiano su 4“, afferma Santori, commentando a “Mezz’ora in più” su Rai 3, il sondaggio secondo cui un italiano su 4 potrebbe essere interessato al loro movimento.

“Il nostro prossimo passo è tornare sui territori” da gennaio. “Sarà dedicata particolare attenzione alle prossime elezioni in Calabria e, soprattutto, in Emilia Romagna”. Lo si legge sulla pagina Fb “6000 Sardine”. Si annuncia “attenzione alle periferie, a piccole città e province. Uno degli obiettivi fino a fine gennaio sarà raggiungere il più possibile territori che, spesso perché in difficoltà, si sono rivelati più vulnerabili ai toni populisti”: in E-R ci saranno iniziative “nella “bassa”, nelle zone collinari e montane”.

LA SFIDA DELLA PIAZZA NELLA CAPITALE: “Siamo 100mila a San Giovanni”

Missione compiuta: le Sardine si prendono anche piazza San Giovanni a Roma, luogo storico della sinistra, stipate a decine di migliaia. Più di 100 mila, dicono gli organizzatori. Un terzo circa, per la questura. “L’idea era riempirla e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni – esulta Mattia Santori -. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto”. In un happening collettivo antifascista e antirazzista il leader bolognese elenca dal palco le prime proposte, tra cui la revisione (o abrogazione) dei decreti sicurezza. E mentre si moltiplicano gli ‘endorsement’ dei politici – Nicola Zingaretti in testa -, i coordinatori delle Sardine di tutta Italia oggi si riuniranno a Roma “per programmare la nuova ondata di gennaio”, spiega Santori. In piazza persone di tutte le età, numerosi i giovani.

 

GUARDA LE FOTOLe Sardine a Roma – TUTTE LE FOTO

“Moltissimi sfoggiano piccole o grandi sardine di tutte le fogge e materiali, tra gruppi di migranti che chiedono documenti e diritti e vip come Paola Turci, Isabella Ferrari, Vauro, Kasia Smutniak, Erri De Luca e Michele Santoro. Lo speaker proclama “abbiamo deciso di riprenderci la piazza antifascista”, poi tocca alla presidentessa dell’Associazione partigiani (Anpi) Carla Nespoli che parla di “lotta e speranza”. Si canta Bella Ciao sotto una sardina-striscione di 80 metri. Ecco sul palco – il rimorchio di un Tir – il medico dei migranti Pietro Bartolo, ragazzi che leggono la Costituzione, una giovane transessuale. Ma è quando prende il microfono Santori che la piazza si infiamma davvero. Il trentenne inventore delle Sardine – assieme a tre amici di Bologna – tiene la scena senza alcuna timidezza.

Sardine, De Luca: “Piazza che riassume mobilitazioni precedenti”

“Qui c’è chi distingue la politica dal marketing – grida -, meglio i vostri cervelli che un milione di like” sui social. “Nonostante tutti i soldi che ci ha dato Prodi ognuno è venuto di tasca sua – ironizza -. La differenza è che questa é una piazza spontanea, nessuno ci ha costretto a venire”. Santori snocciola le altre decine di città che oggi ospitano le Sardine, in Italia e in Europa, poi passa al ‘programma’. Alcuni punti non strettamente politici, ma comunque le prime proposte del movimento. “Ripensare i decreti sicurezza”, ma una parte della piazza rumoreggia e si corregge “va bene, abrogarli”. Poi, “chi è eletto faccia politica nelle sedi proprie e non stia sempre in campagna elettorale”; “chi è ministro comunichi solo per canali istituzionali”; la politica sia trasparente nell’uso delle risorse sui social, “la stampa traduca le informazioni in messaggi fedeli ai fatti”, “la violenza fuori dalla politica in toni e contenuti, quella verbale equiparata a quella fisica”. Il ‘sospetto’ è che le Sardine possano diventare un partito. “Il 99 per cento di noi non lo vuole”, assicura Santori, che rispondendo ai giornalisti torna a polemizzare con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, “che strizzano l’occhio ai fascisti”.

Sardine, Santori: “Se ci dovessero chiedere impegno politico non lo escludiamo”

DOLLARI…SULLE SARDINE …?

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DOLLARI…SULLE SARDINE …?

Consiglio utile per le donne italiane che professano e rimarcano “stomachevolmente” e quotidianamente la laicità dello stato italiano e la libertà di professare tutte le religione esistenti. Rammento a tutte lor signore, radical chic, sarde ( attenzione, mi riferisco alle donne delle sardine, da non confondere con le donne della Sardegna.. prego) e di sinistra, si quelle che vivono ai Parioli o negli appartamenti e ville più chic di Firenze e Milano,… che la società occidentale, in particolare quella nostrana, affonda le sue radici, tradizioni, costumi e usi alimentari nella cristianità e se oggi…”predette donnine” si possono permettere di essere libere, di poter scrivere quel che pensano e dipingere quadri e scolpire statue e praticare sport d’ogni genere è perché in Europa non c’è mai stata né professata né appoggiata la religione islamica, anzi, è sempre stata combattuta nei secoli e vista come un pericolo demoniaco. Leggo oggi che le sardine consentono alle donne islamiche di diffondere il loro pensiero religioso nelle manifestazioni di piazza attraverso dei veri e propri comizi di ordine religioso e politico. Molto male, e perché mai la verità sulla condizione femminile nei paesi islamici viene tenuta costantemente e volutamente nascosta ? Uno strano silenzio, tanto da farmi giungere alla conclusione che la sinistra italiana sia supportata economicamente dagli stati islamici per la diffusione dell’Islam in Italia e che sia “sinistre lobby” che politici svenduti si stiano prodigando per diffonderlo con la plateale scusa della laicità del nostro stato. Ebbene che vi mettiate nella zucca una cosa fondamentale, visto che ogni giorno evocate la nostra costituzione…. L’ISLAM È CONTRO LA COSTITUZIONE ITALIANA ! Vi piaccia o meno è così, e allora spiegate al popolo tutto perché difendete una religione anticostituzionale e illegale dove i diritti delle donne e bambine vengono calpestati e non considerate di pari genere agli uomini ? Ad oggi nessuna radicali chic me lo ha spiegato e forse perché non leggono i libri sulle loro condizioni drammatiche che paradossalmente vorrebbe esportare da noi… Abbiamo donne musulmane nei consigli comunali ma ci vanno vestite secondo i dettami coranici e non quelli occidentali e neanche questo vi fa riflettere ? In ultimo, vorrei proprio vedere a chi sono intestate le fatture di pagamento per l’organizzazione delle manifestazioni della Sardine e per la stampa di magliette, gadget e costi vari per il trasporto di migliaia di persone.. Fateci sapere chi è paga perché ho il sospetto che i sauditi li stanno finanziando profumatamente….si prega di smentirmi su questa mia ipotesi… facendomi vedere le fatture quietanzate …grazie. 15122019.

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DONNE E MUSULMANE

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5 libri da leggere sulla condizione delle donne in Medio Oriente

Domenica 24 giugno è stato abolito il divieto di guida per le donne in Arabia Saudita, e vogliamo festeggiare questo traguardo con una selezione delle migliori storie scritte

MILANO – Domenica 24 giugno è stato abolito il divieto di guida per le donne in Arabia Saudita, e vogliamo festeggiare questo traguardo con una selezione delle migliori storie scritte da autrici donne e musulmane che, al contrario di quanto spesso si pensa, sono tutt’altro che remissive nel raccontare la propria storia e la condizione femminile in Medio Oriente.

Leggere Lolita a Teheran, Azar Nafisi

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell’impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d’amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.

ze di Riad, Rajaa Alsanea

Quattro giovani studentesse universitarie, di famiglie ricche e privilegiate, sono alla ricerca del vero amore. La città in cui vivono, però, è Riad, capitale dell’Arabia Saudita. Attraverso resoconti di un’anonima narratrice, che invia i propri scritti via internet, l’unico mezzo di comunicazione privata possibile, prendono forma le storie di Qamra, in continua lotta contro le tradizioni familiari e contro la propria debolezza; di Michelle, per metà araba e per metà americana, incapace di sopportare le restrizioni della società saudita e per questo vittima della maldicenza; di Sadim, ferita da un amore che la condizionerà per la vita; e di Lamis, forte e determinata a conquistare sia l’uomo di cui si è innamorata sia la libertà in un altro paese.

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Persepolis, Marjane Satrapi

L’opera narra la vita dell’autrice Marjane, dall’infanzia trascorsa in Iran sino all’età adulta; da un lato, questa graphic novel racconta soprattutto dell’evoluzione e dei mutamenti che tale Paese ha subito in seguito alla rivoluzione islamica di Khomeini, visti attraverso gli occhi prima di una bambina e poi di una donna; ma racconta anche dell’Europa, del mondo occidentale osservato da un’adolescente costretta ad allontanarsi dal proprio Paese e da una dittatura opprimente, soprattutto verso le donne.

Una donna libanese arrabbiata racconta cosa significhi appartenere all’altra metà del cielo nel mondo arabo-islamico; mostra le lotte per combattere gli stereotipi e conquistare diritti considerati inalienabili eppure tutt’altro che scontati, le gioie e i dolori; rivela le speranze ed espone le debolezze delle donne arabe, le sfide che si trovano ad affrontare e i problemi che vivono, talvolta provocano o ignorano. In queste pagine Joumana Haddad, protagonista della cultura libanese contemporanea, sconfigge cliché, tabù e restrizioni per svelarci la sua vita.

. Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All’improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite.

118 SFUMATURE NERE …SU SANITA’ E .….MORTE !

FOGGIA

118  SFUMATURE NERE …SU SANITA’ E .….MORTE  !

Il film  “Quinto potere” del 1976, diretto da Sidney Lumet e interpretato da Peter Finch, ci lascia un ricordo indelebile  particolarmente affascinante e attraente nella mente e nel cuore di colui che proprio non accetta le ingiustizie, l’attore principale ripeteva come un mantra una frase poi rimasta celebre nella storia cinematografica e che ricordo a tutti : «Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più ! ». Uno slogan che pare abbia fatto presa a quanto pare su tanti soggetti oltre me, e pare che non sia “l’ultimo dei moicani”  a lagnarsi ed a ribellarsi alle ingiustizie subite. Oggi intendo parlarvi delle vicissitudini di una mia lettrice, nonché amica virtuale, un’operatrice sanitaria della provincia di Foggia, ella mi scrive in un post, su un social, e mi chiede se posso aiutarla scrivendo e denunciando, con la redazione di un mio articolo, la mala gestione dei 118 e servizi sanitari di competenza dell’Asl foggiana in tutta la sua allucinante vicenda. Ovviamente le ho chiesto di delucidarmi sulla questione ed è emerso che nella provincia foggiana pare che la trasparenza, lealtà  e il rispetto per il ruolo lavorativo altrui sia “merce sconosciuta”, anzi  dai suoi racconti, oltre che ravvisare “un’incazzatura straordinaria”, emerge una situazione in ambito lavorativo del pronto soccorso a dir poco sconcertante, situazione sicuramente anomala che dovrebbe essere presa in carico dalla procura di Foggia per via della delicatezza dell’argomento e della denuncia di una operatrice sanitaria ed essere valutata nel suo insieme e indagare per accertare eventuali omissioni o addirittura reati nell’esercizio del primo soccorso. Una situazione davvero anomala  dove entra in gioco, ed ha una parte anche considerevole, il sindacato di categoria che invece di tutelare la lavoratrice ed approfondire il suo malcontento e lagnanze nello svolgimento delle sue mansioni si scaglia contro di lei, lasciandoci nell’incertezza e nel sospetto che magari si tutelino gli interessi di qualcun altro. In primis ho verificato un attimino quanto fossero attendibili le dichiarazioni della lettrice, i dubbi e perplessità devono essere sempre legittimi in questi casi e rovistando su internet, scopro che non solo la vita dei pazienti bisognosi di soccorso è in pericolo, come già denunciato da altri soggetti, ma anche la morte è un business nel silenzio, lasciatemelo dire, tombale degli addetti ai lavori, il link postato né  è fulgido esempio. La donna, maltrattata ed offesa dal personale medico in genere, denuncia il pericolo dell’utilizzo in maniera sconsiderata delle autoambulanze nelle isole Tremiti e Roseto Val Fortone, zone di competenza dell’Asl foggiana, in fase di soccorso, affidate a soggetti non propriamente adatti ed idonei per detto servizio, incuranti delle più elementari norme di sicurezza, come per esempio l’assenza di sicurezza negli agganci delle bombole di ossigeno nelle stesse autoambulanze, cioè, praticamente ..”liberi di girare all’interno delle autoambulanza” con annesse risate del conducente.  Quel che pare incomprensibile è l’atteggiamento delle istituzioni in queste situazioni, mi riferisco ai direttori sanitari e personale medico tutto interessati nella operatività della prima sussistenza, infatti  a detta della lettrice sanitaria, non solo non si sono preoccupati di metter fine a questo vergognoso stillicidio ma a quanto pare hanno inveito su l’unica persona che ha avuto il coraggio di denunciare l’inaccettabile “modus operandi”  illegale delle autoambulanze…cioè lei. Fatti già noti a quanto pare, sebbene nel febbraio 2019 il direttore generale dell’Asl foggiana si preoccupò di precisare, con un comunicato stampa, che le voci di una cattiva gestione delle autombulanze non rispondeva al vero e che gli episodi sporadici denunciati, e segnalati a mezzo stampa, sarebbero stati strumentalizzati da soggetti portatori di interessi particolari ed ha anche aggiunto che per tale ragione l’accaduto sarebbe stato segnalato alla magistratura competente. Ricordo molto bene la questione per averla trattata da “semplice curioso” a quel tempo ma oggi, dopo la denuncia dell’operatrice sanitaria la cosa cambia notevolmente e credo che la situazione sia veramente come me l’abbia raccontata la lettrice e cioè,  è in atto nella provincia foggiana un sistema di collusione e di interessi tra politica, Asl e soggetti ipoteticamente sospetti da identificare. La mia lettrice chiude il suo sfogo con un : “non mi starò zitta”… e aggiungo neanche io ed allora vediamo un po’ se tra i tanti amici giornalisti e redattori che annovero c’è qualcuno della provincia di Foggia che intende andare a fondo alla questione. Per ovvi motivi non cito il nome della mia amica virtuale ma se volete avere informazioni più dettagliate fatemelo sapere…e le avrete.  14122019

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Foggia, interdittiva antimafia a società che gestisce servizi per il cimitero comunale

FOGGIA

Gli amministratori sono stati oggetto qualche settimana fa di altre interdittive antimafia per società diverse. Il prefetto: “Il pericolo di condizionamento nel regolare andamento delle pubbliche amministrazioni”

14 ottobre 2019

Il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, ha emesso una interdittiva antimafia nei confronti della società “Progetto Finanza di Capitanata srl”  che gestisce per conto del Comune di Foggia i servizi cimiteriali. La società, con sede nel capoluogo dauno, è attualmente intestata a Riccardo Ursitti e Giorgia Sala, mentre soci di maggioranza sono gli imprenditori foggiani Giovanni Trisciuoglio e Marco Insalata, entrambi amministratori della Adriatica Servizi e della CTM, (la prima impresa riscuoteva i tributi per conto del Comune di Foggia, Manfredonia e Monte Sant’Angelo mentre la seconda  è una impresa edile), che son state oggetto qualche settimana fa di altre interdittive antimafia.

A quanto si appende, la società “Progetto Finanza” cinque giorni dopo le interdittive antimafia che hanno colpito i due imprenditori, ha cambiato gli organi di amministrazione, ma gli stessi imprenditori sono rimasti quali soci di maggioranza. Questo, sempre secondo il Prefetto, può ipotizzare il condizionamento mafioso.

Il provvedimento è stato assunto a seguito di una istanza del Comune di Foggia volta ad ottenere il rilascio di idonea certificazione antimafia. Negli accertamenti sono emersi elementi  – secondo il prefetto – “tali da suffragare il pericolo di condizionamento nel regolare andamento delle pubbliche amministrazioni”.