fatti di vita e politica nazionale e d internazionale

30 DENARI CHE …” ZOMPANO “

30 DENARI CHE …” ZOMPANO “

Sono arrivati in un centinaio nel porto di Genova i migranti a bordo del pattugliatore della marina militare, anche in questa occasione “gli ospiti” hanno ricevuto il dovuto benvenuto e l’accoglienza con salti di gioia riservato a chi soffre e scappa delle guerre e soprattutto dalle sofferenze dei “lager libici”. In verità nutro tanti dubbi su quanto ci viene raccontato dagli operatori delle ONG e dai migranti stessi, ho dubbi perché sono convinto, forse erroneamente,  che sono tutte pantomime ben organizzate dagli addetti ai lavori… Tante volte ho provato ad immedesimarmi  in loro però,.. io…se fossi un migrante che scappa dal proprio paese, è un io astratto… perché personalmente, non me ne vado lasciando moglie, figli e il mio paese in guerra e nelle mani degli altri, quanto meno combatterei e certamente non scapperei. Detto questo, che non è roba da poco, perché dovrei andare in Libia dove ci sono i lager e gente che mi vuol fare schiavo ? E’ ovvio che cercherei proprio di girare al largo e magari andare in Egitto o in Tunisia che sono posti più sicuri, per questi citati sospetti che le mie domande si fanno molteplici e pressanti e  mi piacerebbe chiedere ai giovani  portuali di Genova il perché espongono orgogliosamente uno striscione di benvenuto al vento come fosse un vessillo in un campo di battaglia e pronti a sfidare il nemico. Già  vorrei chiedere loro perché danno del benvenuto a gente che non si conosce, non si sa nulla del loro presente e passato, gente che arriva e che non  è in grado di sostenersi o assicurarsi un futuro, una casa, un lavoro e soprattutto garantire il loro stile di vita, alimentare e religioso… …perché ?  Negli ultimi dieci anni ne sono arrivati a milioni e spesso si dimentica di fare i conti con quello che hanno seminato, tante volte si nasconde a se stessi la verità, pur di “obbedire all’ordine ricevuto” che è quello di riempire il continente di immigrati e perché mai ? E quel che è peggio è che questa scelleratezza del benvenuto è diventato il mezzo inconsapevole della distruzione dell’occidente. Al loro arrivo solo…benvenuti e salti di gioia…Saltano ma non si rendono conto che c’è una disoccupazione allucinante, povertà latente in tutta l’unione e basta vedere il calo del PIL della zona  Europa per capire che i migranti sono un disastro epocale, portano ulteriore povertà e disoccupazione oltre che malattie e conseguenti spese per curarli ed assisterli, accoglierli costa ed è sempre a carico della collettività che non mostra striscioni di benvenuto ma deve sostenerli economicamente e sopportare il volere dittatoriale di…chi fa i salti di gioia.. e nessuno di chi “zompa” se ne fa carico o s’impegna a mantenerli….eh.. no.. Questa è la verità e la drammatica situazione del continente e poi… c’è gente che salta e dà pure il benvenuto… ma perché poi ? Forse perché arrivano nuovi spacciatori ? O forse perché arrivano altri stupratori ? Oppure perché arrivano i tanto desiderati islamici per sottomettere e rendere schiave le donne ? Cara gente che “zompate e servite il benvenuto” mi spiegate perché lo fate e per quale dei motivi elencati ? Spiegatelo perché le mie paure non sono dedicate a quelli che arrivano dal mare ma …siete voi, si, ho paura di chi vive nel mio stesso paese e mi tradisce, mi pugnala alle spalle, chi vende il mio paese per “trenta denari” e non so il perché…io vi paragono a dei Giuda che zompate..

03062019 …by…manliominicucci.myblog.it

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Striscione Culmv ‘benvenuti’ a migranti

In attesa dell’arrivo nave Marina con profughi Libia

Una immagine d'archivio della Lanterna e il porto di Genova.03 settembre 2015 a Genova.
ANSA/LUCA ZENNARO

01 giugno 2019

(ANSA) – GENOVA, 1 GIU – I portuali della Compagnia unica (Culmv) di Genova hanno fissato alla Lanterna, simbolo della città che si trova vicino a Calata Bettolo, uno striscione con scritto ‘Benvenuti’ in previsione dell’arrivo, previsto per domani, del pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi che trasporta 100 profughi salvati nel mare della Libia. La Culmv è la stessa che dieci giorni fa ha bloccato l’imbarco di merci dual use nel porto di Genova sulla cosiddetta ‘nave delle armi’ saudita Bahri Yanbu.

 

ARRIVATI PER I TUMORI ?

ARRIVATI PER I TUMORI ?
Ultime notizie: il Pakistan ha dichiarato guerra e da qualche giorno è in guerra…la gente scappa dalla guerra e viene “accolta con amore” e solidarietà dalla comunità pugliese, i profughi sono tutti in perfetta salute e ora sono richiedenti asilo. Molto bene,… però… però… C’è solo un piccolissimo e insignificante problema da chiarire prima dell’accoglimento della domanda di asilo : ma il Pakistan, con chi è in guerra e da quando ? No… così, giusto per capire, è importante sapere perché sono in guerra e contro chi, forse l’hanno dichiarato alla plastica, all’inquinamento, ai tumori polmonari ? Benissimo, se è così, allora sono i benvenuti, perché Taranto è da 50 anni che è in guerra con i tumori e la vede sempre perdente indipendentemente dalla tipologia di governo che si sono succeduti nel corso di mezzo secolo ed avere una mano dai giovani e forti islamici non è male. Però cerchiamo di capire la loro venuta, forse i “profughi di guerra” sono arrivati nella provincia ionica per condividere i… tumori o per respirare una parte di polveri sottili ? Sarebbe veramente un gesto di infinita solidarietà lodevole condividere tumori e malformazione congenite con il popolo tarantino. Beh…in fondo, oltre che ringraziarli per la tanta premura, sarebbe anche bello far capire a chi “scappa dalle guerra finte”.. che in alcuni posti in Italia, come a Taranto e in Campania tutta, “la guerra c’è davvero”… e mi piacerebbe davvero far capire loro che i tarantini e campani non scappano nel Pakistan o in altri paesi come profughi nella speranza di essere mantenuti o per delinquere. No…no.. noi italiani, poveri e sfruttati…ma orgogliosi di esserlo, come veri uomini… restiamo nelle nostre case e nella nostra terra a lottare contro le avversità e ingiustizie e preghiamo solo Gesù Cristo per un domani migliore, senza fare attentati terroristici o altre stronzate similari “Cari signori” che scappate da una guerra che non esiste, non meritate nessuna comprensione e nessuna solidarietà, siete solo dei volgari opportunisti che rubate risorse preziose, quelle poche rimaste, alla gente bisognosa della provincia ionica e del sud Italia. Lì ci sono grossi problemi di salute, di occupazione, povertà dilagante, strutture sanitarie al collasso e voi cosa fate ? Venite a rubarci quel poco che abbiamo per la vostra ingordigia, sete di denaro e desiderio di vedere la cara e tanto amata Puglia diventare islamica. Per conto mio, domani mattino stesso vi metterei su un aereo e vi sbarcherei da dove siete venuti, Islamabad o Karachi… vedete voi, la cosa mi interessa molto poco….. Profughi che scappano dalla guerra….e proprio a Taranto.. capitale mondiale del tumore.. “ma fatemi il piacere”… sì la battuta era del grande Totò de Curtis…02062019

…by… manliominicucci.myblog.it

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taranto

Migranti: in 70 sbarcano nel Tarantino

Sono tutti uomini e qualche minorenne, saranno portati a Taranto

© ANSA

Redazione ANSAMANDURIA (TARANTO)

02 giugno 2019

(ANSA) – MANDURIA (TARANTO), 02 GIU – Una settantina di migranti, probabilmente di nazionalità pakistana, è sbarcata questa mattina sulla spiaggia di Torre Colimena, marina di Manduria (Taranto). Sono tutti uomini adulti e qualche minorenne: quasi tutti, dopo essere stati fermati dai carabinieri sulla litoranea di Torre Colimena e nella località balneare di San Pietro in Bevagna, sono stati accompagnati provvisoriamente nello stadio comunale della vicina Avetrana.
Successivamente saranno trasferiti nell’hot spot di Taranto Sono partite le operazioni di accoglienza, a cui partecipano le associazioni di volontariato. Le forze dell’ordine stanno indagando per individuare l’imbarcazione che ha portato i migranti sul litorale ionico.

LE PAROLE CHE NON DICE..

LE PAROLE CHE NON DICE…Papa Francesco in visita ufficiale in Romania, nel suo “discorso al popolo rumeno” il pontefice rende omaggio ai “sacrifici di tanti figli e figlie” della Romania che, con la loro cultura, il loro patrimonio di valori e il loro lavoro, arricchiscono i Paesi in cui sono emigrati, e con il frutto del loro impegno aiutano le loro famiglie rimaste in patria. Il Pontefice pensa con particolare riferimento allo spopolamento di tanti villaggi che hanno visto in pochi anni partire una considerevole parte dei loro abitanti; << penso alle conseguenze che tutto questo può avere sulla qualità della vita in quei territori e all’indebolimento delle vostre più ricche radici culturali e spirituali che vi hanno sostenuto nelle avversità >>. Poi esorta: «Pensare ai fratelli che sono all’estero è un atto di fratellanza e di giustizia, continuate a farlo». Ad ascoltarlo siamo quindi dinanzi alla tragedia di un popolo che per sopravvivere è dovuta emigrare nei paesi dell’Europa dell’Ovest, lodevole narrazione specie quando “lui” si prodiga ad accentuare le peculiarità dell’immigrazione come a voler indicare che ’’l’Europa, Italia compresa, hanno bisogno di migranti”. Ma è proprio così ? L’immigrazione rumena come anche quella polacca parte dopo il 1990 con la fine del comunismo nell’est, tutti costretti dalla fame e dal dramma del socialismo partono per l’occidente per una vita migliore, vanno in paesi che paradossalmente vede proprio i partiti comunisti o al governo oppure molto radicati in tutte le istituzioni statali. Ovviamente il lavoro che trovano è sempre quello ai margini della società, come manovali, braccianti o badanti, finché le condizioni economiche lo consentivano. Mi piace pensare che il “santo padre” stesse parlando di quella minoranza di rumeni che hanno onorato il loro paese, ma la maggioranza di rumeni che sono arrivati, per esempio da noi, che impatto hanno avuto nella nostra società ? E’ proprio così come predica il santo padre oppure, come penso io, è un altro spot propagandistico all’immigrazione di pessimo gusto ? Già, andiamo a vedere nel dettaglio cos’è stato l’immigrazione dei rumeni in Italia e poi vediamo se è proprio il caso di ringraziarli e di auspicare ancora altra immigrazione, il link esposto è del …”2007”…, orribile e spaventoso nei contenuti.. un lungo elenco di crimini, a volte anche efferati, tra furti, rapine, stupri e violenze, ai quali annoveriamo un’infinità di matrimoni contratti con pensionati per il solo fine della residenza con conseguente interesse ereditario alla morte dell’anziano marito. Famiglie distrutte perché le giovani e senza scrupoli donne rumene “accalappiavano” i vecchi uomini col sistema vecchio di 5.000 anni….mi pare che sia proprio una stortura ringraziare chi ci ha fatto tanto male, certo, non bisogna e non intendo dimenticare e ringraziare le tante badanti rumene oneste e i tanti rumeni braccianti onesti, ma uno su dieci è una percentuale molto risicata e i danni ricevuti, purtroppo, sono nettamente superiori ai benefici. Ad ascoltare il papa sembra che l’Europa tutta abbia bisogno di immigrati, mi piacerebbe che qualcuno gli dicesse che negli ultimi cinque anni sono andati via oltre 264.000 giovani, italiani, partiti per l’estero per …”lavorare”…e la smettesse di invitare immigrati africani o asiatici perché il lavoro non c’è e l’unica attività possibile ad oggi è quella delinquenziale. Credo che il sig. Bergoglio abbia seri problemi di connettività ai ragionamenti terreni, predicare è bello e facile ma quando poi nella realtà non lo si può mettere in pratica allora si smetta di dire stronzate…perché la gente si illude facilmente, si mette su un gommone e poi qualche volta ci muore pure …e quando succede, la colpa non è dei populisti e sovranisti…caro papa, ma soprattutto la tua…se vuoi i migranti, bene, organizza dei voli charter in totale sicurezza, li prendi e li porti nel tuo stato e li mantieni di sana pianta e non li “scarichi a casa mia”… facendomene gravare i costi del loro mantenimento tipo “modello Riace”…Caro papa…che fai, ..fai il “gay col culo degli altri” ? 01062019

…by…manliominicucci.myblog.it……………………………..

 

Bergoglio

L’invasione dei romeni

In Italia sono un milione. Con un primato criminale che fa paura. Così l’ingresso di Bucarest in Europa è diventato un’emergenza

DI LEO SISTI

L'invasione dei romeni

Sì, conosco i rischi del mestiere, me li assumo. Meglio guadagnare 500-1.000 euro in cinque minuti, che alzarsi ogni mattina per andare a lavorare per mille euro… I soldi, tanti e subito, invece di sbattersi 30 maledetti giorni, per lo stipendio medio di un operaio Fiat alla catena di montaggio. La filosofia di vita del giovane Petrica è questa, esternata al telefono con un’amica. Lui, romeno di 26 anni, non sapeva di essere intercettato dalla polizia postale di Milano. Né tanto meno, martedì 11 luglio, se l’aspettava di essere arrestato, insieme ad altri nove connazionali, per l’indagine del pm di Cagliari Luca Forteleoni. Ma il gioco valeva la candela: con le carte di credito clonate ci si può permettere la bella vita, hotel, ristoranti e vestiti firmati Armani.

Petrica era in Italia da tempo. È solo la punta di lancia di un esercito di romeni giunti nella penisola, buoni o cattivi, volenterosi o sbandati, convinti di farcela o di darsi alla delinquenza. Tra regolari e irregolari oggi i romeni si aggirano tra gli 800 mila e il milione. Una massa di manovra che crea insicurezza, paura. Se, in base a recenti statistiche, il 42 per cento degli italiani percepisce un pericolo dagli immigrati l’etnia romena è in prima fila. È un pericolo indotto dall’ingresso, dal primo gennaio 2007, di Bucarest nell’Unione europea. Aumentano le folle in cerca di un qualunque lavoro, quello che si trova, anche in nero. Aumentano gli sbarchi dei rom che a Roma e Milano sono ormai un problema quotidiano, vissuto sulla pelle di chi viene scippato perfino da ragazzini sotto i 14 anni, non imputabili.

Certo, tutti gli immigrati, romeni compresi, sono una risorsa, danno un contributo alla crescita dell’economia. Ma a spaventare sono le fredde cifre della criminalità, rese note a fine giugno dal rapporto del ministero dell’Interno: 450 pagine di grafici e tabelle che condensano, mettendola a nudo, quella ‘percezione di pericolo’. I romeni sono in testa in ben sette su quindici tipi di reati denunciati e commessi da stranieri nel periodo 2004-2006: dagli omicidi (15,4 per cento) alla violenze sessuali (16,2), dai furti d’auto (29,8) o ‘con destrezza’ (37) alle rapine nelle case (19,8) o nei negozi (26,9) fino alle estorsioni (15). Sono dati che fanno riflettere. Per tante ragioni. Marzio Barbagli, docente di Sociologia a Bologna, nonché coordinatore scientifico del dossier del ministro Giuliano Amato, dice a ‘L’espresso’: “Oggi i romeni sono la prima nazionalità per numero di presenze in Italia”. Di più: costituiscono il 12 per cento degli stranieri regolari. Eppure nei sette casi appena citati battono tutti i record. Aggiunge il professor Barbagli: “Sa che cosa preoccupa di più? Il fatto che molti di quei delitti portino la sigla di chi irregolare non è, ha un permesso di soggiorno”.

Insomma, è un primato dopo l’altro. Stracciato anche quello degli espulsi tra il 1998 e il 2006: 60 mila, davanti ad Albania (50 mila) e Marocco (24 mila). Se si guarda anche ai romeni soltanto ‘rintracciati’, ma non necessariamente poi cacciati, si sfiora quota centomila nel triennio 2003-2006. Sono numeri inquietanti, che danno il senso della rivoluzione strisciante, da Nord a Sud.

Così, si sa che al 13 luglio, secondo dati dell’amministrazione penitenziaria, sono 2.304 gli ospiti romeni nelle carceri italiane, su un totale di 15.848 stranieri, ovvero quasi il 15 per cento. Una soglia di guardia. E non è una coincidenza che proprio il giorno prima, giovedì 12, il presidente del Consiglio Romano Prodi abbia ricevuto il suo omologo di Bucarest Calin Popescu Tariceanu. Al centro dei colloqui l’emergenza sul fronte immigrati. Con un primo provvedimento concreto: nove poliziotti trasferiti a Roma, pronti a collaborare con i loro colleghi italiani.

Sì, ormai siamo a una sorta di ‘codice rosso’, un livello che richiede interventi urgenti al Nord, ma anche al Centro, dove si concentra la maggior parte dei crimini. E dove le bande romene hanno soppiantato gli albanesi una volta padroni incontrastati delle piazze lombarde e piemontesi. Anzi, in base al dossier del Viminale, le stesse “sembrano ripercorrere, in modo più rapido, le tappe evolutive che hanno caratterizzato l’escalation della malavita albanese”. Alcune delle loro specialità: sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù.

Marius Torok è stato duramente punito, condannato in marzo dal Tribunale di Milano a undici anni. Controllava un giro di ragazzi minorenni, uno addirittura sotto i 14 anni, costretti a battere nella tristemente famosa piazza Trento. Vasile, questo il nome dell’adolescente, era stato venduto dalla madre per poi trasformarsi in ‘bello di notte’ e ladro di giorno.

Il rosario dei raid viene sgranato nelle ville torinesi con costante regolarità? Finalmente una gang di sette romeni viene bloccata in primavera proprio mentre sta progettando un altro colpo. Avevano da poco svaligiato un bar tabaccheria di Farandole di Caprie, arraffando 18 mila euro cash e 700 euro in ricariche telefoniche. Che i balordi avevano attivato, facendosi così scoprire. Balordi, ma spietati, decisi a usare sulle vittime perfino mazze da baseball, si sente in alcune intercettazioni, “per rompergli le gambe senza ammazzarli. Morti non ci servono, devono dirci tutto sulla cassaforte e suoi gioielli”.

Il documento del ministero dell’Interno dedica ampio spazio ai furti di rame nel 2006: centinaia di tonnellate rubate soprattutto nei magazzini delle ferrovie dello Stato. In aprile i carabinieri di Verbania hanno sgominato un gruppo di sei romeni, autori di incursioni nelle province di Torino, Alessandria e Novara. In un altro caso, in un campo nomadi vicino a Torino sono finiti in manette altri cinque romeni. Giovanotti ingegnosi che utilizzando macchine sofisticate erano riusciti a sguainare cavi elettrici per estrarne 15 preziose tonnellate di metallo.

Ma la vera grande novità della delinquenza importata dalla Romania è la contraffazione delle carte di credito. È caccia aperta ai cervelli balcanici del software che hanno inventato il metodo per creare speciali microchip, skimmer in gergo tecnico. Vanno installati nelle apparecchiature Pos di negozi o supermercati per carpire i codici delle carte di pagamento di ignari clienti. Codici che poi devono essere ‘riportati’ sulle bande magnetiche di una qualunque tessera. Secondo la Guardia di finanza, tra la primavera del 2006 e l’estate del 2007, i ladri dei bancomat hanno fatto danni per 8 milioni di euro. Senza badare a spese. Come quel romeno che parlando al telefono con un amico si vantava di trovarsi in un lussuoso ristorante di Lione: “Qui un piatto di carne costa 170 euro. Ma non ha importanza. Con l’ultima clonazione ho guadagnato 20 mila euro”.

Naturalmente questi sono fatti estremi, l’apice di una criminalità, che tanto più fa notizia quanto più si gonfia l’aritmetica dei romeni oggi in Italia. Già, quanti sono? Per la Caritas erano 271 mila alla fine del 2005. Si stima che oggi, quelli regolari, siano almeno 400 mila, cresciuti soprattutto dopo il 1 gennaio 2007. Soltanto a Roma e provincia sono 65 mila, con aumento di tre volte in soli quattro anni. Se soltanto si guarda ai passeggeri arrivati negli aeroporti della capitale dalla Romania nel primo semestre di quest’anno, ci si imbatte in queste cifre: 210 mila a Fiumicino e 60-70 mila a Ciampino. Secondo la prefettura, tra pullman, pulmini e auto private si tocca la vetta di mille al giorno.

Ma gli irregolari si possono contare? Esistono solo stime ufficiose, allarmanti. In una lettera aperta che la Lega dei romeni nel nostro paese ha inviato a fine 2006 a Romano Prodi auspicando di non chiudere la porta ai propri lavoratori dopo l’inizio del 2007, viene indicata questa statistica: “Oggi in Italia, se si calcolano anche gli irregolari, vivono più di un milione di romeni”. Possibile? Su questa valutazione concorda anche il presidente di ‘Identitatea Romaneasca’, il partito dei romeni in Italia, Giancarlo Germani, un avvocato di Roma, spiegando perché: “In Romania manca qualche milione di persone, partite per l’estero in cerca di fortuna”. Dichiara a ‘L’espresso’ il giornalista Sorin Cehan, direttore di ‘Gazeta Romaneasca’, due redazioni, una a Bucarest e una a Roma: “In Spagna ci sono un milione di romeni. In Italia almeno 800 mila”. Anche alla Camera di commercio italo-romena di Bucarest convengono su queste analisi. Il motivo è sempre lo stesso: in patria, dove la disoccupazione è ai minimi storici, la manodopera è rara e per assumerla bisogna rivolgersi altrove, in Cina, Ucraina, Moldova. Oppure in India, come confida Pietro Francisci, titolare della ‘Coister’: “Ho un’azienda di costruzioni edili, 600 dipendenti. Avevo bisogno di 100 operai, li ho cercati laggiù”.

Preoccupazioni. Ansie. Rilanciate dalle nuove realtà metropolitane: i rom. A Roma ce ne sarebbero 10-15 mila. Molti vivono in 11 campi attrezzati (28 ne sono stati chiusi in passato). Altri si sono piazzati in aree semiabusive, fornite di fontanelle e bagni chimici. Altri ancora dormono un po’ lungo le rive del Tevere e dell’Aniene, o sotto i ponti della città.

A Milano i rom vivono in nove campi autorizzati. Ma dove si stabiliscono, creano situazione esplosive. Non sono tollerati da chi se li trova vicino. Proteste. Richieste di sgombero. Rivendicazioni di rispetto dell’igiene, tra cassonetti che vomitano sporcizia e odori nauseabondi. Ogni tanto ci scappa un incendio, che manda in fumo baracche e suppellettili. Come quello del 29 giugno, in via San Dionigi, a due passi dal Corvetto, sud della città, a ridosso della frazione di Chiaravalle. Qui la rabbia era già scoppiata due giorni prima, il 27, con una fiaccolata. Qui fa capolinea il bus 77, direzione Largo Augusto, fino a poche settimane fa scambiato per una latrina pubblica. Poi da giugno viaggiano sul mezzo pubblico anche dei vigili urbani. Controllano che nessuno faccia i suoi bisogni. A Chiaravalle la pensano all’unisono Forza Italia, Lega e Ds, e perfino il Sunia, il sindacato inquilini della sinistra: i rom se ne vadano da un’altra parte.

Ma quanti sono i nomadi all’ombra della Madonnina? Seimila secondo la Prefettura, 10 mila secondo la polizia locale. Vengono dalla Romania, ma ci sono anche italiani, bosniaci, kosovari. Paladino della tolleranza zero, il vicesindaco Riccardo De Corato, senatore di An: “Dal primo gennaio ne sono venuti almeno 1.500-2 mila. Ogni giorno ricevo in media 15-20 telefonate che mi segnalano nuovi arrivi. Alcuni rom si sono costruiti delle villette, almeno una ventina, al Parco Sud, verso Cusago. Una è stata abbattuta con l’intervento di un magistrato”.

Eppure in questo scenario un po’ cupo uno sprazzo di luce c’è, quando è stata concessa l’area di Triboniano, a fianco del Cimitero Maggiore, un omaggio della municipalità: roulotte numerate, oltre 500 persone che le occupano. In cambio i rom si sono iscritti all’anagrafe, con tanto di documento d’identità che attesta l’indirizzo ‘en plein air’ dove vivono, via Barzaghi 16. Pagano le bollette di acqua e luce, e mandano i loro ragazzi a scuola. A Triboniano entrano con un ‘badge’.

Sia i rom di Milano sia quelli di Roma provengono da Craiova, Turnu Severin e Calarasi. Walter Veltroni, come sindaco della capitale, si è già incontrato con le autorità di queste tre città romene e con il premier Tariceanu. Sul tappeto un’intesa che prevede finanziamenti per favorire lo sviluppo locale, corsi di formazione professionale dei romeni a Roma, sostegno ai programmi di rimpatrio volontario. È una linea che trova d’accordo anche il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, un diessino favorevole alla politica degli sgomberi:”Bisogna venire incontro ai cittadini. C’è un limite alla sostenibilità”.

Rom. Romeni. Criminalità in forte ascesa. Eppure Roma è lontana. Il professor Barbagli lancia il suo j’accuse: “La legge Bossi-Fini è stata un fallimento. Ma oggi la situazione resta quella di un paese che spreca enormi risorse. Si pesta l’acqua nel mortaio. I poliziotti sono frustrati. Investono tante energie, ma vedono che chi viola il codice non viene rimpatriato. Le persone indesiderate vanno espulse. C’è un progressivo allontanamento tra le richieste della gente, specialmente delle regioni settentrionali, e la risposta della classe politica. Che è propagandistica, quella del centrodestra. Oppure è una risposta debole, quella del centrosinistra. Perché chi di quest’ultima coalizione affronta i problemi veri dell’immigrazione sono i sindaci, a contatto diretto con i loro concittadini”.

La palla torna dunque al governo Prodi. Farà qualcosa? Oppure i Petrica continueranno a puntare sull’Italia, dove clonando un bancomat si guadagnano cinquecento-mille euro in cinque minuti?

UN VOTO PER VINCERE….LA DEMOCRAZIA…..!

UN VOTO PER VINCERE….LA DEMOCRAZIA…..!

Come siamo felici di apprendere che il partito di indirizzo islamico sia riuscito….ad ottenere il 35,71 % dei consensi elettorali in un quartiere di Duisburg abitato prevalentemente da immigrati di fede islamica. Certo, che è ….”meraviglioso” constatare la “perfetta e riuscita  integrazione” e la sublime  vittoria della …”democrazia occidentale” attraverso proprio il voto democratico, che c’è di più bello veder trionfare i principi basilari della libertà e democrazia di stampo occidentale ? Niente è più bello di questo, però….purtroppo c’è un però… sì, un però curioso e strano che mi convince molto poco e mi lascia assai dubbioso sulla vittoria della democrazia tedesca…so per certo che gli islamici non apprezzano per niente le democrazie occidentali e i nostri abituali modi di vivere, né osservano con rispetto e dovuto timore le nostre leggi democratiche che sono le radici di tutte le costituzioni occidentali.. Se tanti vedono nel voto una forma di democrazia io sto con i tanti, tutti possono tranquillamente vederla come credono ma per gli islamici la realtà è molto diversa, infatti a loro, per il momento sta bene, ma per il futuro, la loro vera intenzione è un’altra, ed è sempre quella, cercare in tutti i modi di arrivare all’obiettivo prefissato e cioè, costruire una società esclusivamente musulmana dove regni sovrana la legge islamica e dove la democrazia venga archiviata senza se e senza ma… Fulgido esempio di amara verità la si trova nei paesi islamici dove non sarebbe neanche ipotizzabile un partito cristiano perché nei fatti, va in netto contrasto con le leggi coraniche. Curiosamente noi…. però…, in occidente li tolleriamo, e permettiamo loro la presenza politica e religiosa nel nostro sistema politico, accettiamo che un islam vada in contrapposizione alle nostre costituzioni e chiamiamo nazionalisti, populisti, sovranisti e fascisti chi si oppone…. questo è incomprensibile e sinceramente molto dura da capire. Noi nel rispetto del “politicamente corretto” e della “nostra visione globale”  permettiamo che le nostre fondamenta, liberali, cristiane e democratiche, vengano abbattute ..”democraticamente”…che paradosso, … stiamo vivendo un incubo, stiamo assistendo alla proiezione di un film horror il cui tragico  finale  è la fine della democrazia e tutti ne sono …”compiaciuti”… anzi, vogliono più immigrati islamici…che poi in definitiva sono quelli che arrivano sempre in numero maggiore . Infatti nessuno ci fa caso, ma ora stanno arrivando le famiglie di quei ragazzoni arrivati sulle nostre coste anni fa, il ricongiungimento familiare si sta completando e il 35% di voti in quel quartiere, di una grande città tedesca, ne è la prova e dimostrazione reale che sta a testimoniare che i voti dei musulmani andranno solo ai musulmani e chi pensa di poterli utilizzare per il proprio fine elettorale ha proprio sbagliato di grosso…PD…sei avvisato.. C’è proprio da essere soddisfatti… integrazione riuscita perfettamente, resta solo un problema ora, far sloggiare gli …europei dall’Europa e poi il ….film finisce. 31052019

…by…manliominicucci.myblog.it

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L’islamizzazione è attiva: BIG riceve il 35,71% in una circoscrizione di Duisburg!

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Il test ha successo, anche se è solo una piccola parte della città. Nella circoscrizione nel 1001 di Duisburg-Marxloh, che è dove molti musulmani vivono, la grande festa islamica riceve in queste elezioni europee con il 35,71 per cento dei maggior numero di voti – e con un ampio margine:

Naturalmente, questo non interessa i mezzi di comunicazione, infine, si trova in tutta la Germania nel rumore verde, così come la notizia che la Germania sta islamizzata sempre più velocemente, a soli clima inquietante elettori ubriachi.

Ufficialmente, il BIG è uno stile più moderno, in alcune parti del suo programma elettorale ricorda anche sul programma elettorale del partito dei Verdi, ma il partito sembra essere il nuovo braccio politico dei musulmani in Germania e probabilmente guadagnare sempre più influenza nel prossimo futuro.

Solo “consolazione”. Nel nord di Duisburg, che è stato fortemente influenzato dalle migrazioni, l’AFD ha raggiunto in parte più del 20%.

La società si divide sempre di più.

Islamisierung läuft: BIG erhält in einem Stimmbezirk von Duisburg 35,71 Prozent!

SI CERCA UN POLITICO DA… BRUCIARE !

SI CERCA UN POLITICO DA… BRUCIARE !

588 anni fa, proprio oggi si celebra l’anniversario della sua morte, veniva bruciata viva tale Giovanna d’Arc , era il 1431  e la politica ecclesiastica di quel tempo si poneva nei confronti di Giovanna con molta diffidenza e distacco dalla sua “opera nazionalista”, sospettata, discussa e non creduta dalla chiesa come inviata di Dio, la quale sin dal primo momento, al contrario,  l’ha ritenuta una strega e pericolosa poiché era riuscita a sollevare il popolo francese dal dominio inglese e ciò veniva  considerata deleteria per la sua politica in Europa,  infatti, era necessario tenerla fuori dai giochi di potere dalla corte francese e alla fine ci riuscì, grazie al “solito tradimento”, venduta dai francesi agli inglesi, processata per stregoneria, sentenza farsa e poi arsa…ovviamente viva. Davvero singolare, “bruciare” proprio colei che aveva guidato la lotta armata contro …” gli invasori inglesi” dimostrando di essere cristiana e nazionalista…attenzione, oggi, quelli che si comportano allo stesso modo di lei sono chiamati “populisti”…. . A vent’anni dalla sua morte lei venne riabilita e prosciolta dall’accusa di stregoneria e ben cinquecento anni dopo verrà proclamata Santa. Ma cosa ci ha insegnato Santa Giovanna d’Arco ? Dalla vita di questa grande Santa possiamo capire almeno tre cose:  l’amor patrio è un valore cristiano; combattere deve essere sempre un rimedio estremo;  bisogna lottare per la verità e non per il potere. L’amor patrio è un valore cristiano, il Cristianesimo afferma che tutti gli uomini sono uguali e sono fratelli, ma non ritiene sia giusto pensare che il mondo intero sia un’unica comunità spoglia di qualsiasi identità culturale. Non a caso il cosmopolitismo, cioè la convinzione che tutto il mondo è una sola Nazione, è un tipico errore di stampo illuminista e anticristiano e che consequenzialmente il Cristianesimo stesso ha rifiutato. In conclusione, oggi apprendiamo il vero significato di essere cristiano insegnatoci attraverso l’opera di una santa e non attraverso le parole di un presunto predicatore vestito di bianco e che offende chi non la pensa come lui e invita i nazionalisti cristiani ad abbondonare la fede cristiana. È la vecchia e pessima abitudine di accusare la gente scomoda per i soliti giochi di potere…non è cambiato nulla in poco meno di 600 anni, se fate i raffronti…”trovate le differenze”… mi verrebbe da dire…. ancora oggi, nel 2019, il papa urla alla  blasfemia e strumentalizza con narrazioni di fantasia satanica e inveisce contro chi non fa accoglienza, ovvero contro i nazionalisti, populisti e i difensori della patria…cioè…sta dicendo a tutti che Santa Giovanna D’Arco meritava di …“essere bruciata”…è certo che è così…se si rinnega i suoi insegnamenti… vuol dire che si sta da parte della Santa Inquisizione inglese del 1431. Magari ancora oggi si cerca il politico nazionalista da…bruciare. 30052019

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FEDE E CORAGGIO: GIOVANNA D’ARCO, LA SANTA GUERRIERA

Santa

30/05/2019  Fu spinta da voci interiori a impegnarsi per la liberazione della Francia. Distintasi per il valore sul campo di battaglia e per il suo modo intenso di vivere il messaggio cristiano, liberò Orléans. Poi fu catturata, processata per eresia, condannata e arsa viva sul rogo il 30 maggio 1431. La successiva riabilitazione: ora è patrona di Francia (ma anche della telegrafia e della radiofonia).

Alberto Chiaraalberto.chiara.90

Tutti (o quasi) ne conoscono il nome. Pochi, pochissimi, la vera storia. Giovanna d’Arco nacque da una famiglia di contadini, a Domremy nel 1412. Durante la Guerra dei Cento anni (1337-1453) si sentì chiamata da Dio a soccorrere il re di Francia (le famosi voci interiori di cui parlò lei stessa più volte) e a cacciare gli Inglesi dal suolo francese. Nel 1429 raggiunse il Delfino Carlo, il futuro Carlo VII, nella città di Chinon, convincendolo ad affidarle il compito di tentare un’offensiva contro gli Inglesi. Riuscì a farsi accreditare presso la corte grazie a carismi straordinari che suscitavano ammirazione.Giovanna riformò l’organizzazione dell’esercito, rimotivandolo, trascinando con il suo esempio le truppe francesi e imponendo uno stile di vita rigoroso, quasi monastico: fece allontanare le prostitute che seguivano i soldati, bandì ogni violenza o saccheggio, vietò che i militari bestemmiassero; impose loro di confessarsi e fece riunire intorno al suo stendardo l’esercito in preghiera due volte al giorno, al richiamo del suo confessore, Jean Pasquerel. Il primo effetto fu quello di instaurare un rapporto di reciproca fiducia tra la popolazione civile ed i suoi difensori i quali, invece, avevano la pessima abitudine di tramutarsi da soldati in briganti quando non erano impegnati in azioni di guerra. Soldati e capitani, contagiati dal carisma della giovane, sostenuti dalla popolazione di Orléans, si prepararono alla riscossa.

Liberata Orleans dall’assedio (8 maggio 1429), vittoria che le valse il titolo di “Pulzella di Orleans”, dopo qualche giorno (18 maggio 1429) ottenne una nuova vittoria: a Patay inflisse una dura sconfitta alle armate inglesi. Queste due vittorie permisero la conquista del territorio francese fino a Reims e quindi l’incoronazione solenne del Delfino con il nome di Carlo VII. Reims era infatti la città dove da secoli avvenivano le consacrazioni dei re di Francia. Ma, una volta incoronato re, Carlo VII fu preso dal desiderio di arrivare a un compromesso e decise di trattare con gli Inglesi. Giovanna non ci stette e volle, invece, continuare a combattere da sola, senza l’appoggio della Corona. Il 24 maggio del 1430 fu catturata dai Borgognoni, i quali erano dalla parte degli Inglesi, e a questi fu venduta per una cifra molto alta (10.000 tornesi) per raccogliere la quale furono alzate le imposte in Normandia, all’epoca sotto il dominio di Londra. Venne imprigionata nel Castello di Rouen e qui processata per eresia e stregoneria. In realtà, racontano gli storici che se ne occuparono in seguito, si trattava di un tribunale dell’Inquisizione inquinato da interessi politci, a favore degli Inglesi. I giudici spesso non rispettarono le procedure, non tennero conto delle affermazioni che potevano portare a scagionare l’imputata, e comunque il collegio giudicante era sovrastato dalla figura del cardinale di Winchester, Henry Beaufort (1374-1447), prozio e cancelliere di Enrico VI. Condannata, Giovanna d’Arco venne arsa viva – neppure ventenne – sulla piazza del Mercato Vecchio a Rouen il 30 maggio 1431.

Carlo VII non fece nulla per aiutarla; però, dopo la conquista di Rouen (1450), volle aprire un’inchiesta sul processo che portò alla completa riabilitazione di Giovanna d’Arco. Sancita al livello più alto, da papa Callisto III, nel 1456.. Giovanna d’Arco fu beatificata il 1909 da papa san Pio X e canonizzata nel 1920 da papa Benedetto XV. Una sua statua è stata posta nella cattedrale di Winchester, dinnanzi alla tomba del Cardinale Beaufort, colui che ebbe un ruolo decisivo nel tragico e infausto processo. Giovanna d’Arco è stata dichiarata patrona di Francia, della telegrafia e della radiofonia. È venerata anche come protettrice dei martiri e dei perseguitati religiosi, delle forze armate e di polizia. La sua memoria liturgica è celebrata il 30 maggio. Viene richiamata esplicitamente nel catechismo della Chiesa cattolica quale una delle più belle dimostrazioni d’un animo aperto alla Grazia salvatrice. Oggi è la santa francese più venerata.

ISLAM ? CONOSCIAMOLO …!

ISLAM ? CONOSCIAMOLO …!

Oggi, ancora oggi, in Italia e nel mondo ci sono persone che non hanno proprio “capito un tubo” di cosa sia la religione islamica e quale sia il loro sinistro disegno, tanti non conoscono neanche una parte del Corano e dei suoi versetti, le sue sure la sua corretta interpretazione e messa in opera, ovvero il suo “modus operandi” che purtroppo è molto diverso da quello di tante altre religioni nel mondo . Quello che è accaduto in Pakistan non è certamente piacevole, infatti per un credente islamico vedersi incartata una qualunque medicina per animali con qualcosa di sacro che ha riferimenti e lo lega alla religione islamica non è sicuramente una bella cosa … però, fermiamoci un attimino e facciamo lo stesso esempio per altre religioni prendendo in esame la religione cristiana, se un medico malauguratamente  dovesse incartare una medicina con il foglietto di uno dei quattro vangeli o della Bibbia, sicuramente darebbe fastidio ma niente di più e non accadrebbe nulla né al medico né al suo studio professionale. Tra l’altro, aggiungo, che non è certamente quel piccolo gesto la vera blasfemia, ovvio che darebbe fastidio a qualunque cristiano, ma dopo l’ilarità del caso finirebbe lì, magari con un sorriso amaro. Invece quando si tratta degli islamici qualunque cosa è riferita alla loro religione è sempre blasfemia, solo blasfemia e nient’altro che blasfemia e l’unica punizione prevista il più delle volte è la morte o l’uso smisurato della violenza. Capisco che “quando uno offende la propria madre” deve essere punito ma non con i mitra, bombe o fuoco…perché così non ci si comporta da credenti e amanti di Dio. Evidentemente la religione che intendo io, quella di pace e amore e perdono come quella cristiana ha un  fine opposto a quella islamica ed ecco perché tante volte la rinnego come una religione. .29052019

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Blasfemia, veterinario rischia ergastolo

In Pakistan, medicina incartata per sbaglio con scritto islamico

epa07605779 Pakistani Shiite Muslims are being showered with water as they observe the Martyr Day of Hazrat Ali, cousin of Prophet Muhammad, on the 21st day of Ramadan, in Karachi, Pakistan, 27 May 2019. Hazrat Ali was martyred on the 21st day of the holy month of Ramadan. Muslims around the world celebrate the holy month of Ramadan by praying during the night time and abstaining from eating, drinking, and sexual acts daily between sunrise and sunset. Ramadan is the ninth month in the Islamic calendar and it is believed that the Koran's first verse was revealed during its last 10 nights.  EPA/REHAN KHAN

28 maggio 2019

(ANSA) – ROMA, 28 MAG – Un veterinario pachistano è stato accusato di blasfemia e rischia il carcere a vita per aver incartato una medicina nella pagina di un testo religioso islamico. Lo riferisce la Bbc.
Una folla inferocita, venuta a conoscenza del fatto, ha dato fuoco all’ambulatorio e ad altri negozi delle vicinanze di proprietà di indù. E’ accaduto nel sudest del Pakistan, vicino a Mirpur Khas, nella provincia di Sindh. Il capo della polizia ha detto alla Bbc che gli aggressori saranno arrestati, e che hanno dimostrato di “non amare nè l’Islam nè i propri vicini”.
Il veterinario si è scusato affermando di avere usato per sbaglio il foglio del testo religioso, proveniente da un libro di scuola coranica. Le leggi sulla blasfemia in Pakistan sono molto severe e secondo gli oppositori verrebbero spesso usate in modo sproporzionato per colpire le minoranze religiose. Tra i casi più eclatanti quello di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte nel 2010 e poi assolta lo scorso anno.

 

SALVINI – BERGOGLIO 2-0

SALVINI – BERGOGLIO  2-0

Clamorosa retromarcia del segretario di stato vaticano, Parolin, dopo le recenti e  vibranti accuse contro il ministro degli interni nonché segretario della Lega, oggi registriamo un passo in avanti nelle relazioni diplomatiche, definisco il dialogo evocato da lui come il ripristino di rapporti diplomatici tra due stati, eh …sì.. perché nei fatti precedenti alle elezioni europee del 26 Maggio ricordo molto bene l’avanzata mediatica nei confronti del leader della lega, non dimentico l’invasione della santa chiesa nella politica nazionale e i consigli di voto ai tanti fedeli, si sono esposti persino nelle chiese, tutti accorti e attenti a consigliare di  non votare la Lega e addirittura Avvenire, il famoso quotidiano della santa sede, scrisse in prima pagina, giorni prima delle elezioni, un titolo in prima pagina con evidenti caratteri cubitali . “Vade retro Salvini”, come se il ministro fosse un adepta di qualche setta satanica o peggio fosse il “socio dei terroristi islamici”. Già in precedenti articoli ho avuto modo di esternare duramente e contro la chiesa cattolica e i suoi prelati per la loro sgradita intromissione nello scenario politico e ho aspramente criticato tutti coloro i quali hanno voluto strumentalizzare il famoso bacio al crocefisso del ministro Salvini. Curioso che la santa chiesa si sia indignata del bacio di un politico al crocefisso  mentre con assoluto distacco non ha mai commentato le stragi di fedeli cristiani nel mondo né delle distruzioni delle chiese né della mancata celebrazioni delle messe nello Sri Lanka.. io ricordo solo che il signor Bergoglio, per me non più “ il papa”, ha avuto parole di conforto ed amore solo per i musulmani che scappavano dalla Birmania e per il resto, non rammento lo stesso riguardo e trattamento verso i fedeli della religione di Gesù Cristo che registrano violenze e morti quotidianamente nel mondo. Il voto del 26 Maggio, non era solo un voto politico e tutti lo sapevano e tutti hanno fatto finta di non volerlo sapere, volutamente ignorato, ma domenica si è deciso se si vuole o meno l’islamizzazione dell’Europa e col voto dei “cosiddetti populisti” si è chiaramente detto che le radici cristiane non si toccano…..punto ! Infatti al voto hanno vinto i cristiani con un secco plebiscito contro chi vuole l’islamizzazione del paese, in particolar modo la sinistra che è stata clamorosamente sconfitta dal popolo italiano. Come curioso e ridicolo appare anche la giustificazione del voto, frasi del tipo il popolo non ha sempre ragione ed è sottosviluppato è la solita scusa idiota dei radical chic e politici di sinistra, già, il popolo è intelligente e ha ragione solo quando vota a sinistra o fa come dice la sinistra, io.. invece no ho votato a sinistra, pertanto sono quindi …”sotto acculturato”, troglodita, ignorante ed altro ancora…è così egregio Gad Lerner?  E’ finito il tempo della sottomissione del popolo italiano ed anche la chiesa ora se ne è accorta e cerca rimedi attraverso un “dialogo” ..ora però…parla di dialogo, ma guarda un po’…e perché non lo ha fatto il 25 di Maggio e giorni prima ? Ha forse paura che la chiesa cristiana possa ..“spaccarsi”  o svuotarsi di fedeli ? Credo sia una possibilità non tanto remota specie se il “compagno papa” resterà ancora seduto su quella poltrona a far danni e a difendere solo gli islamici che tra l’altro hanno il vizietto del massacro. Il popolo italiano ha fatto le sue scelte politiche e purtroppo per la chiesa anche religiose, il voto parla chiaro, la metà degli italiani sono contro Papa Bergoglio e l’altra metà se ne frega di lui…lo utilizzano solo quando serve e per il loro comodo… e visto che noi non possiamo andar via dall’Italia, forse è meglio che vada via lui .. via su un bel gommone …forse.. buon ritorno in Argentina e ”Hasta siempre companeros”.  29052019

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Parolin, aperti a dialogo con Salvini

“Soprattutto con chi non la pensa come noi”

© ANSA/EPA

epa07251632 Vatican Secretary of State Cardinal Pietro Parolin visits the al-Sa'ah church in the old city area, western Mosul, northern Iraq, 28 December 2018. The al-Sa'ah church was damaged by Islamic State militant when the town was under their control until it was liberated in June 2017.  EPA/AMMAR SALIH

29 maggio 2019

(ANSA) – ROMA, 29 MAG – “Si deve dialogare anche con Matteo Salvini, dialoghiamo con tutti”. Lo ha detto il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di un evento al palazzo della cancelleria. “Si deve dialogare anche con Salvini”, ha spiegato il card.
Parolin alla cerimonia di conferimento del premio internazionale “Economy and society” promosso dalla fondazione “Centesimus annus pro pontifice”. “Il Papa continua a dirlo – ha concluso il cardinale – dialogo, dialogo, dialogo. E perché non con Salvini? Anzi, dialogo si fa soprattutto con quelli che non la pensano come noi e con i quali abbiamo qualche difficoltà e qualche problema”

 

RITORNO AL… PASSATO…!

RITORNO AL… PASSATO…!
Commento il risultato delle amministrative di Bari perché, come Ldc, siamo coinvolti emotivamente e politicamente nella competizione elettorale del 26 Maggio. Il nostro desiderio di veder cambiata la guida dell’amministrazione barese è naufragato ancor prima di presentare la lista nella competizione. Abbiamo avuto tanti contatti e lavorato sodo per dare un volto nuovo alla città attraverso un programma unico e innovativo che potesse dare un futuro e lavoro alla città stessa e a tutti i giovani baresi, evitando di farli emigrare all’estero, fenomeno abbastanza ricorrente negli ultimi anni, ma il tutto è miseramente stato ignorato, infatti oltre che essere stati inascoltati prima ed ignorati dopo la cosa singolare è che nei tre candidati maggiori presenti alla competizione non abbiamo riscontrato nei loro programmi progetti …”da far stupire” e far sperare la città e i suoi cittadini, ma abbiamo visto…. le solite cose …di sempre….con il “fantastico risultato” che è stato rieletto nuovamente un sindaco PD che ricalca gli stessi schemi dei suoi predecessori privi di progetti futuristici. Quindi, si resta a pagare il ticket per il parcheggio auto a due euro l’ora in un traffico allucinante, e vessare sempre i cittadini con i soliti rimedi succhia soldi….. e il tutto per la gioia dei … baresi…ma perché lo hanno rivotato ? Difficile comprenderne il perché e quindi in definitiva vince il “vecchio nel nuovo sindaco”. Tra cinque anni noi ci ritroveremo a dover commentare un sindaco amministratore di condominio perché è solo quello che sa fare… È drammatico e stupido quando non si prendono in considerazione le idee degli altri solo per mero interesse politico, bastava solo ascoltarci…. ma non è stato fatto. Penso che oggi Bari abbia poco da festeggiare perché è finita la politica, quella che deve essere costruita intorno alla collettività perché essa prosperi….28052019

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Decaro rieletto sindaco di Bari

Vince con il 65% dei voti, Di Rella (c.destra) si ferma al 24

Antonio Decaro rieletto sindaco di Bari

27 maggio 2019

(ANSA) – BARI, 27 MAG – Rieletto al primo turno con un risultato schiacciante che dovrebbe superare il 65%. Antonio Decaro, sindaco uscente di Bari, a capo di una coalizione di centrosinistra, ha vinto le elezioni comunali del capoluogo pugliese, battendo lo sfidante del centrodestra Pasquale Di Rella, che si ferma sotto il 25% e la candidata del Movimento 5 Stelle, Elisabetta Pani, poco sopra l’8%. I risultati sono ancora parziali, con circa la metà delle scheda scrutinate, ma l’andamento è chiaro. Decaro sarà ancora, per i prossimi cinque anni, il sindaco di Bari.
Nel tardo pomeriggio ha salutato i cittadini nel suo comitato. In piedi su un tavolino, con gli occhi pieni di lacrime e la voce rotta dal pianto, accolto da applausi, cori da stadio e musica amplificata nella piazza, ha parlato del risultato ottenuto come “un riconoscimento a cinque anni di buon lavoro”, nei quali “è caduto un muro tra i cittadini e le istituzioni”.

 

E ORA SE NE ACCORGONO…?

pizzino

E ORA SE NE ACCORGONO…?

Anni addietro, per motivi professionali,  ho avuto modo di vivere e girare in lungo e in largo in tutte le regioni del centro e del nord Italia, ho avuto quindi, a differenza di tanti, l’opportunità di poter toccare con mano la “vita di strada” dei singoli e piccoli centri cittadini come delle metropoli ed essere testimone del disagio che si percepiva agli angoli delle piazze o ai bordi dei parchi comunali al calar delle tenebre. Chi è costretto a viver fuori dal proprio contesto familiare è solito recarsi nei ristoranti, per la cena o il pranzo, e quindi si è a stretto contatto con la vita diurna e notturna, la prostituzione in primis, poi lo spaccio di stupefacenti, le gare di auto notturne, le famosa movida, bagnata sempre di alcool e ricche di risse, e di tutte quelle attività che sono sotto il controllo delle mafie o legate a loro. Un uomo con un po’ di cervello si rende subito conto che le prostitute o lo spaccio di stupefacenti sono attività controllate dalle mafie, ora il distinguo credo sia una banalità, che si chiami ndrangheta o camorra o sacra corona unita ha poco importanza , cambia il nome e l’origine di provenienza della cosca malavitosa ma i soggetti e contenuti sono perfettamente identici… uguali ..ovvero gente senza scrupoli che ha scelto il lusso e la ricchezza attraverso un sistema criminoso perfettamente funzionante, vivendo da criminali con l’appoggio dei propri familiari e politici senza scrupoli che beneficiano dello sporco denaro. Già, perché in tutto questo nessuno mai ha proferito parole dure contro i familiari di questi signori che ammazzano, sfruttano le donne nella prostituzione, rovinano i nostri figli con sostanze tossiche etc. etc.. silenzio assoluto ..mentre dietro tutto questo…le mogli crescono i loro figli, che poi molto probabilmente diventeranno degni eredi del padre, li istruiscono e li curano  con i soldi della collettività, quelli pubblici per intenderci  e magari gli diamo anche le case popolari…veramente singolare. Le mafie nel nord e centro Italia sono presenti da sempre, anche prima del 1970, ora venuto alla ribalta per la scoperta del “pizzino”,  il mio povero babbo defunto, all’epoca  già denunciava il malcostume della politica nazionale che appariva sempre disinteressata a certe tematiche, già…. parlare di mafia non conviene mai a nessuno ..e se lo fai, poi i soldi…stranamente non arrivano, perché inutile nasconderlo o far finta di non saperlo, ma la mafia, camorra o altro… in politica c’è e si fa sentire in modo autorevole, specie con i flussi di milioni di euro nelle campagne elettorali o con strani finanziamenti a politici che di primo acchito appaiono incomprensibili. E’ l’altra faccia della medaglia della politica italiana, nascondere tutto per i propri fini elettorali, omertosi come gli stessi affiliati alle mafie e poi quando scopriamo gli intrecci negli appalti pubblici, il “politico intrallazzatore” che viene arrestato è sempre il  solito “coglione di turno” che paga il prezzo maggiore per la fetta di torta più piccola anzi, oserei direi per delle briciole. Ora si accorgono che le mafie sono presenti nel nord e centro Italia dal 1970….mi vien da ridere, ma che facevate prima cari giornalisti e politici ? Convivenza o convenienza ? Sicuramente i rapporti di polizia dell’epoca saranno stati molto esaustivi quelli presentati ai vari ministri degli interni dell’epoca…..e chissà,… già chissà, dove sono andati a finire, tirate fuori i faldoni dagli archivi e fate sapere al popolo italiano tutto qual è l’amara verità, perché quanto denunciato dal quotidiano oggi è cosa vecchia di almeno 70 anni…. 28052019

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pizzino

 

‘Ndrangheta, in Emilia c’è dal 1970. E minacciava i giornalisti: “Smettila di scrivere dei cutresi o sei un uomo morto”

Un “pizzino” recuperato dal fattoquotidiano.it dimostra come la mafia fosse presente al Nord Italia già quasi 50 anni fa. C’è scritto: “Se continui a scrivere tutte quelle fandonie sui cutresi sarai un uomo morto. Lascia Reggio entro giovedì o ti troveranno sforacchiato con questa (una pistola)”. Firmato: “La mafia di Cutro. Crepa vigliacco”. Il giornalista minacciato è lo studioso e storico Antonio Zambonelli, che ricorda ancora bene oggi di avere firmato sul periodico “Reggio 15” una lunga inchiesta titolata: “La mafia dei cantieri

di Paolo Bonacini | 26 Maggio 2019

Più informazioni su: ‘ndrangheta al Nord

Una foto, un pizzino contenente un messaggio che non lascia dubbi. C’è un giornalista “ficcanaso”, che si firma Mino Minelli, al quale viene detto: “Se continui a scrivere tutte quelle fandonie sui cutresi sarai un uomo morto. Lascia Reggio entro giovedì o ti troveranno sforacchiato con questa (una pistola)”. Firmato: “La mafia di Cutro. Crepa vigliacco”.

Non è una storia di oggi perchè quel pizzino risale al novembre 1970 e porta ancora più indietro nel tempo le notizie certe sulla penetrazione ‘ndranghetistanella regione Emilia Romagna. La colpa del giornalista, che oggi ha ottant’anni e allora non si lasciò intimidire, è di avere pubblicato la prima puntata di un’inchiesta sul caporalato a Reggio Emilia e Modena. Metteva sotto accusa i mafiosi che sfruttavano giovani immigrati provenienti da Cutro e gli imprenditori edili locali che pur di acquistare manodopera a basso costo incentivavano l’immigrazione e il lavoro nero. Che violavano le leggi in nome della “legge del mercato”.

Il giornalista minacciato è lo studioso e storico Antonio Zambonelli, che ricorda ancora bene oggi di avere firmato sul periodico “Reggio 15”, in edicola nel novembre 1970, una lunga inchiesta titolata: “La mafia dei cantieri”. Prendeva spunto da un fatto di cronaca, la denuncia alla magistratura di un imprenditore edile reggiano, il 41enne Carlo Moretti, e di un caporale cottimista di origine calabrese. Ad incastrarli era stata la spavalderia del 22enne cutrese, Giuseppe le Rose, che durante una lite ad un incrocio era sceso dalla sua Fiat 124 puntando una pistola all’altro automobilista. Era una rivoltella con numero di matricola abraso e illegalmente detenuta. Con la polizia si era poi difeso raccontando di essere un “onesto” lavoratore che di mestiere faceva appunto “il caporale”. “Io l’ho conosciuto” ci dice Zambonelli, “si era anche avvicinato al Pci”. Vendeva lavoro e lavoratori alla giornata per le stimate imprese emiliane, reclutando ragazzi cutresi minorenni davanti al bar di via della Croce Bianca, sotto al municipio di Reggio Emilia, dove ogni mattina si svolgeva il mercato della manodopera immigrata.

Quel fatto di cronaca, diceva l’inchiesta, “è l’occasione per riaprire il discorso sulla situazione della consistente massa di immigrativittime di uno sfruttamento bestiale nei cantieri edili della nostra provincia”. Se lo sfruttamento era già “bestiale” nel 1970 e il discorso andava “riaperto”, significa che le storie di caporalato mafioso raccontate dal processo Aemilia sono solo l’ultima evidenza di un fenomeno illecito e diffuso, vecchio di almeno mezzo secolo. Un altro studioso reggiano, il sociologo e insegnante di religione Pietro Pattacini, racconta nel libro “La comunità di Cutro a Reggio Emilia” che le città emiliane hanno “fame di manodopera a partire dai primi anno ‘60” e dice di avere visto a Catanzaro, nel 1973, un grande manifesto pubblicitario con scritto: “Venite a Reggio Emilia, troverete un avvenire interessante e sicuro”.

 

CENTRO DESTRA OLTRE IL 49% …!

CENTRO DESTRA OLTRE IL 49% …!

Un risultato elettorale che pare abbia sorpreso tanti ma in verità non certamente chi scrive, immaginavo da tempo, visto l’andazzo del paese in termini di sicurezza, che la lega e il centro destra avrebbero preso tanti voti, in pratica un italiano su due ha scelto di essere di centro destra mettendo fine alle tante chiacchiere sui populisti e fesserie varie, il voto popolare si rispetta senza se  e senza ma.. e non si discute. Invece, curiosamente come sempre accade in queste situazioni, dalla scorsa notte, da quando si sono avute le prime proiezioni elettorali che davano  il centro destra oltre il 45% complessivo di preferenze, ho constato  che tanti “radical chic giornalisti e conduttori tv” erano  sorpresi e spiazzati dal trionfo leghista e del centro destra, li vedevo, divertito, masticare veleno in silenzio e muoversi sulla sedia come se sotto le natiche avessero dei “cuscini a spillo” poi,  anziché argomentare sui programmi  e scenari possibili sul futuro dell’unione europea, che la vede diversa dopo il voto elettorale,  si continua nella pratica di demonizzazione del nemico attraverso delle supposizioni e teorie drammatiche degne delle migliori tragedie teatrali, i soliti discorsi di sempre che tentano di smontare la vittoria dell’avversario politico, con parole e faccette di circostanza, a tutti già note, suscitando poi nei telespettatori, a livello psicologico, timori e paure del prossimo futuro europeo e ventilando nefaste conseguenze. La capacità di distruggere una vittoria è sempre la loro migliore arma mediatica, mentre le loro sconfitte passano sempre per vittorie, esempio chiaro : il PD ha dimezzato i propri  voti, dal 41% al 22%, e sono tutti prodighi di complimenti e speranze, tanto da far passare la vittoria conseguita dalla Lega come una vittoria dannosa e problematica per il paese  quasi a voler dire che era meglio se  la Lega non avesse raggiunto il 34,4%.  Sì…alle elezioni, è sempre così, la sinistra “vince sempre” mentre per chi prende più voti  di loro è…… sempre un problema per …il paese. Tutti contenti che i populisti non hanno sfondato in Europa, bene…quindi vuol dire che l’Europa di Juncker,  Moscovici, Macron e Merkel.. va bene. a meraviglia…. ma se andava bene, perché il popolo italiano ha votato Salvini ? La Lega ha preso il 34% e sicuramente un motivo ci sarà, forse perché i pugni sbattuti sul tavolo europeo da Renzi e soci del Pd non sono serviti a niente ? E allora, se il PD sbatteva i pugni prima perché dovrebbe andar bene la stessa Europa oggi  ?  C’è tanto controsenso nelle cose della sinistra mediatica, evidentemente in tutti i talk show continuano a nascondere l’evidenza dei fatti e della vita reale , la gente è stanca, affamata, povera e delusa e poi, non ne può più di stranieri che seminano terrore nelle città. Se gli stranieri non desiderano integrarsi o non vogliono lavorare per cattiva volontà oppure perché non trovano il tanto sospirato lavoro, ebbene l’Europa deve prodigarsi a rimpatriarli, che se ne tornassero nei propri paesi d’origine, la musica è cambiata e sarebbe anche ora di poter camminare tranquilli e sereni nelle nostre città e senza un‘Europa despota.  27052019

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metroRoma, paura nella metro A, romeni aggrediscono personale Atac e guardia giurata: arrestati

Lunedì 27 Maggio 2019

 Hanno aggredito personale dell’Atac e una guardia giurata davanti all’ingresso della stazione metro linea A Cinecittà in via Tuscolana. Con l’aiuto di alcuni militari dell’Esercito dell’11° reggimento Bersaglieri del raggruppamento Lazio Abruzzo a guida Brigata Sassari, i due aggressori, P.A.C. di 33 anni e P.M.L. di 42, entrambi romeni, sono stati arrestati dai poliziotti con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Il fatto è avvenuto durante un diverbio: l’aggressione è avvenuta in via Tuscolana presso l’ingresso della stazione metro linea A Cinecittà. Con l’ausilio di alcuni Militari dell’Esercito, appartenenti all’11° Reggimento Bersaglieri del Raggruppamento Lazio Abruzzo a guida Brigata “Sassari”, i due aggressori, identificati per P.A.C. di anni 33 e P.M.L. di 42 anni, entrambi romeni, sono stati arrestati dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Romanina e dovranno rispondere di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.