fatti di vita e politica nazionale e d internazionale

BAMBINI..TRASPARENTI..

BAMBINI..TRASPARENTI..

Oggi sono sbarcati 8 bambini e 24 donne, migranti che arrivano da non si sa da dove ma che il bravo TG3 ne ha dato come notizia di rilevante importanza, già… i bambini fanno sempre…notizia e tenerezza, indipendentemente dal colore o dalla provenienza, la cosa più…..”divertente o terrificante” (non so come dire)  fate voi.., è il modo in cui si trattano certe notizie, come se i bimbi improvvisamente fossero diventati  strumento di pressione psicologica sul popolo o peggio un mero sistema di raccolta voti elettorali, oppure come un vero e proprio sistema per annullare la volontà di chi si oppone al loro sfruttamento…mediatico. Poi ci sono dei minori, neonati, bambini e ragazzi dei quali al TG3 non interessa parlarne, con rammarico consto che l’Italia tutta non è a conoscenza e li ignora perché, penso…che ai media non serva distogliere l’attenzione mediatica dai bambini migranti, infatti ad oggi posso dire di non aver mai assistito a programmi o notizie relative alle famose “Casa Famiglia” e ai tanti minori italiani dei quali non si sa più niente di loro, agli esorbitanti costi per la gestione di detti centri e alla difficoltà di ottenere in affido, alle coppie italiane, il minore ospite in quelle case. Bambini che per una strana magia politica di tanti decenni li hanno fatti diventare “..trasparenti”, infatti loro vivono, respirano e mangiano ma noi non li vediamo…che orrore..! La politica pare si stia muovendo, infatti la Lega, ha depositato due proposte di legge per avviare le commissioni competenti al fine di ricercare trasparenza nel vero problema che non è semplicemente legato alla spesa di gestione di queste case ma a contorni ancora non ben definiti ed individuati. Costi che devono far riflettere, non tanto quanto sull’effettivo pericolo di spesa che incombe annualmente e che potrebbe diventare esagerato, ma si ha il sospetto che sia diventato “un business”  per alcuni che gestiscono le strutture, visto anche che non esiste un coordinamento nazionale. Ad oggi, paradossalmente, non si conosce neanche il numero esatto dei bambini (!) ospitati, in quali strutture si trovino e soprattutto se vengono rispettati i criteri minimi stabiliti su servizi e assistenza, costi e trasparenza. E per non finire, non ci facciamo mancare nulla, abbiamo anche la pantomima della retta giornaliera che lo stato spende per ogni ospite, secondo la organizzazione “#Rete5buoneragioni”, è di € 100,00 al giorno come  media nazionale di tutte le strutture presenti nelle varie regioni, si va dai 69,00 di Roma ai 118,00 del Veneto, mentre l’attuale ministro degli interni sostiene che il costo reale, quindi quello speso, è pari ad € 400,00 giornaliere. Da questa “lite di cifre”, incredibile ma vero,…emerge che uno dei due è sicuramente in errore, senza ombra di dubbi, e che si evince chiaramente che il sistema fa acqua da tutte le parti e “dulcis in fundo” nessuno ….ne parla… e quando i media non ne parlano adeguatamente, vuol dire che forse il ministro non ha …tutti i torti… diversamente sarebbe stato attaccato in modo violento, specie dalla sinistra politica. Quindi meglio parlare dei bimbi in mare, quelli si vedono e portano soldi alle cooperative e poi servono…soprattutto i bambini morti…servono ad alcuni politici per andare in TV e recitare la parte della “mammina addolorata”.. mentre sotto casa sua, magari c’è qualche bambino che chiede l’elemosina oppure non ha neanche un cappottino rosso per scaldarsi e proteggersi dal freddo. Certa gente è così, dei problemi esposti non sa neanche da dove iniziare a parlarne ma sono bravi e capaci di strumentalizzare qualunque situazione… Quanta ipocrisia…ora anche i bimbi devono far politica…sono nauseato….10052019

…by…manliominicucci.myblog.it

bambini

LE CASE FAMIGLIA FANNO GOLA ALLA LEGA

Estreme Conseguenze

 Giornalista

SCRIVI ALL’AUTORE | PUBBLICATO IL 15 APRILE 2019

33 MINUTI

Il Ministro Salvini sceglie di affrontare una nuova grande battaglia, annunciando una commissione d’inchiesta sulle “case-famiglia”. Ma appena un anno fa è stata chiusa un’indagine parlamentare che ha messo in evidenza i controlli, i finanziamenti, e le disfunzioni di molte comunità familiari, come sull’affido in generale. L’Osservatorio Infanzia è scaduto senza essere mai stato convocato.

Estreme Conseguenze ha intervistato coloro che hanno partecipato a quella commissione tra cui Catia Pichierri, avvocato responsabile nazionale dell’ufficio legislativo e legale dell’Associazione Rete Sociale, che si occupa della tutela legale delle famiglie fragili “Il tema è urgente, ma non diventi propaganda. Se la commissione avrà un’azione coercitiva ben venga, ma che si parta subito senza perdere altro tempo. Non ci si fermi sull’idea che serva sapere se c’è un solo bambino o ce ne sono cento. Chi decide sulle fragilità familiari deve essere un professionista formato ed esperto e non un magistrato che poco tempo prima, o addirittura in alcuni Tribunali contestualmente, si è occupato di sfratti o di recupero del credito”.

Roberto Thomas, per trent’anni Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma e oggi professore di Criminologia minorile alla Sapienza di Roma non ha dubbi “Ha ragione Salvini. La tutela dei minori non ha colore politico. La commissione ci vuole. Nel corso della mia professione ho fatto chiudere tante strutture irregolari, due ispezioni all’anno e per giunta concordate non hanno senso. Non tutte le case famiglia operano per profitto, tuttavia, un’azione più penetrante e trasparente su come tutto il sistema opera e viene gestito va fatta. Si faccia il Tribunale della famiglia che aspettiamo da 40 anni”.

Gabriele Bartolucci, Vicepresidente Genitori Sottratti, associazione che si batte da anni per la bigenitorialità e la tutela dei minori nella separazione dice “Servirebbe una commissione sulle vittime degli assistenti sociali, più che sulle case famiglia”.

Quanto c‘è di concreto nella nuova commissione parlamentare di inchiesta sulle attività di affidamento di minori alle case famiglia depositata in Senato e alla Camera dalla Lega?  Non sarà un’esigenza elettorale? “Vogliamo fare chiarezza sulle opacità di un sistema che, ad oggi, non consente di avere un quadro chiaro e aggiornato sul numero di minori coinvolti, in quali strutture siano ospitati e se quest’ultime rispettino gli standard minimi su servizi, assistenza, costi e trasparenza”. Così dicono i capigruppo della Lega di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari che hanno spiegato come l’obiettivo sia “verificare che il diritto dei minori a crescere nella propria famiglia di origine sia sempre rispettato ed evitare casi di abuso e di non corretto utilizzo di risorse pubbliche. L’ultima indagine sulle attività e sul funzionamento delle comunità e dei centri a cui vengono affidati i minori, sui criteri di scelta, valutazione e controllo delle famiglie affidatarie e del contesto in cui vivono, aveva già evidenziato numerose criticità nella normativa vigente e l’inadeguatezza del sistema di rilevazione dei dati sui minori fuori famiglia”. All’indagine parlamentare a cui si riferiscono Romeo e Molinari, depositata solo un anno fa, hanno partecipato attraverso decine di audizioni voci plurali come quelle tra gli altri l’Unione Camere penali Minorili, il Coordinamento Italiano contro il Maltrattamento e l’Abuso (Cismai), medici e pediatri e Associazioni come quella bolognese di Genitori Sottratti che, insieme ad un seconda indagine praticamente parallela della Commissione Giustizia della Camera, hanno depositato un documento completo di molte denunce sulle procedure che dovrebbero essere a sostegno della tutela dei minori e sulle pratiche inerenti affidi, adozioni, affidamenti a comunità. Non solo. L’Osservatorio Infanzia è scaduto senza essere mai stato convocato, per esempio, dal Ministro della Famiglia Fontana. Così abbiamo chiesto a chi ha partecipato a quell’indagine il senso di questa nuova commissione, serve davvero? E si deve ricominciare da capo? Come si deve procedere?

Roberto Thomas, per 30 anni Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma e oggi professore di Criminologia minorile alla Sapienza di Roma non ha dubbi “La commissione ci vuole. Nel corso della mia professione di procuratore ho fatto chiudere tante strutture irregolari, due ispezioni all’anno e per giunta concordate non sono il modo giusto per selezionare chi deve occuparsi di minori, la cui tutela non ha e non deve avere colore politico. Sicuramente non si può ragionare solo in termini meramente economici e non tutte le case famiglia operano per profitto, tuttavia, un’azione più penetrante e trasparente su come tutto il sistema opera e viene gestito va fatta. Ci vogliono, per esempio, le telecamere, ci vuole l’obbligo di rendicontazione delle spese, una selezione accurata di operatori validi che non sia solo in un’ottica custodialistica, ma di cura ed educazione, che scavalchi insomma la tendenza ad inserire giovanissimi senza esperienza per lucrare sul budget offerto da comuni. Accanto a comunità certamente virtuose, ci sono case famiglia promiscue, ai confini della realtà con bambini grandi e piccoli tutti insieme, con minori che hanno problemi specifici e quindi che necessitano di cure specifiche: ci vuole criterio anche in questo, ci vuole vigilanza assoluta. E soprattutto un cambio di paradigma su cosa si può fare dal punto di vista dei controlli se anche non si è sollecitati dalle segnalazioni. La magistratura ha, forse, le sue responsabilità, spesso è distratta e non dimostra tutta l’attenzione che dovrebbe rivolgere ai minori, in un sistema che deve mettere sempre al centro l’ascolto del minore e in prima istanza il minore inserito nella sua famiglia naturale. Si parla del Tribunale della famiglia da ormai 40 anni, sarebbe ora di attuarlo”.

Meno scrivanie più cura, sembra voler dire Thomas, elemento condiviso anche da Catia Pichierri, avvocato responsabile nazionale dell’ufficio legislativo e legale dell’Associazione Rete Sociale, che si occupa della tutela legale delle famiglie fragili, anche lei tra le auditrici di quella Commissione voluta dalla Bicamerale Infanzia e che ci dice “Un interessamento da parte del Ministro Salvini al tema della case famiglia non mi è nuovo. Ne parlò tre anni fa quando era all’opposizione durante una trasmissione televisiva. Tuttavia, proprio perché si tratta di un tema grave e urgente, val la pena prestare qualche attenzione perché non diventi semplice propaganda, e un brutto gioco di potere che nulla ha a che vedere con la trasparenza che viene chiesta da anni. Si affronti l’inchiesta con la volontà di riformare per intero tutto il sistema. Se la commissione avrà un’azione coercitiva ben venga, ma che si parta subito senza perdere altro tempo. Serve davvero sapere se c’è un bambino in casa famiglia, o ce ne sono cento? I dati raccolti in tutti questi anni sono sempre stati molto parziali, e al ribasso e non tengono conto del fatto che per esempio ci sono state almeno 4 procure che non hanno mai fornito i propri numeri. Non tengono conto di chi scappa e scompare dalle strutture, senza darne alcuna traccia. Un dato certo ce lo ha detto anni fa l’Istituto degli Innocenti incaricato dal governo di realizzare un censimento delle cause degli allontanamenti. I motivi principali (parliamo del 2010) più ricorrenti che furono evidenziati erano – elenca Pichierri- il 37% dei bambini  allontanato per inadeguatezza genitoriale; il 9% per problemi di dipendenza di uno o entrambi i genitori; l’8% per problemi di relazioni nella famiglia; il 7% per maltrattamenti e incuria; il 6% per problemi sanitari di uno o entrambi i genitori. Quel 37% di casi di allontanamento è evidentemente legato al “pregiudizio di inadeguatezza genitoriale”. Concetto quest’ultimo non esistente nel mondo giuridico e nella legge ma solo nella ‘mente’ di parte della Magistratura e che si presta a una valutazione discrezionale della Magistratura su cui anche qui si giocano rapporti di potere per cui ho sentito personalmente affermare da un giudice che la bambina sarebbe stata collocata in altra famiglia se i conflitti tra i coniugi non fossero finiti”. C’è un diritto costituzionalmente garantito, che è quello del minore di crescere e vivere nella propria famiglia di origine che viene violato con molta, troppa facilità. La legge 149/2001 sancisce chiaramente che il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito del nucleo familiare d’origine, nei cui confronti le istituzioni debbono disporre interventi concreti di sostegno e di aiuto. In quest’ottica, l’allontanamento dovrebbe costituire l’estrema ratio, un provvedimento residuale, e comunque un punto di partenza per conferire supporto alla famiglia, avendo come obiettivo il rientro del figlio. Insomma, se vogliamo agire sulla tutela dei minori dobbiamo necessariamente parlare di tutela della relazione famigliare di ogni singolo minore. E su questo non mi sembra che, ad oggi, sia stato fatto nulla”.  Se invece di creare un sistema di profitto attraverso le rette delle case famiglia si lavorasse sul sostegno avremmo già fatto un passo avanti. Anche sul tema delle perizie e degli assistenti sociali mi sento di dover fare delle considerazioni: i meccanismi, tutti, devono essere seri come seri devono essere gli interlocutori perché si decide su un bambino, compromettendo per sempre la sua vita. Se l’Italia è stata sanzionata almeno 18 volte dalla Corte dei Diritti umani proprio sulle modalità con cui affronta il problema delle fragilità familiari è per la inefficacia delle proprie sentenze: questo non può che dirci che non viene fatto scrupolosamente l’interesse del minore. Anche qui ci vogliono controlli stringenti, regolari, assidui oltreché una preparazione multidisciplinare. Non è infatti ammissibile che, come mi è capitato di vedere in questi giorni, una madre venga addirittura condannata ad un anno e sei mesi di reclusione poiché il magistrato non ha evidentemente voluto approfondire quanto accertato dallo stesso proprio Consulente, ossia che il trauma della figlia non fosse legato ad asseriti maltrattamenti familiari bensì dall’allontanamento dalla famiglia di origine che la minore aveva subito in tenera età per mano dei servizi sociali. Così come non è ammissibile che le sentenze in materia familiare siano spesso elaborate non in base alla legge ma allo stato emotivo di quel particolare giudice che porta il proprio vissuto, anche infantile, nella propria sentenza. Occorre quindi che chi debba decidere sulle fragilità familiari sia esso stesso un professionista formato ed esperto in tale settore e non invece un magistrato che poco tempo prima, o addirittura in alcuni Tribunali contestualmente, si è occupato di sfratti o di recupero del credito. E non si è certo esperti perché si appartiene ad una sezione che formalmente viene definita “specializzata”, ma lo si diventa dopo una formazione specifica e multidisciplinare.

A non essere d’accordo sull’inchiesta è Gloria Soavi, presidente del Coordinamento italiano contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (Cismai): “Non si può ricominciare da capo, quando è già tutto molto chiaro e ben scritto. Quell’indagine parlamentare raccoglie dati ed esperienze, ed evidenzia come le forme di controllo ad opera di servizi sociali, Ausl e procure minorili già ci sono. Se ci sono strutture che non operano in modo adeguato si intervenga e si evitino dannose generalizzazioni. Esiste inoltre un Piano nazionale infanzia (Pni) varato dall’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza, che per il biennio 2016-2017 aveva individuato, fra le aree prioritarie di intervento, anche il sostegno alla genitorialità, al sistema integrato dei servizi e a quello dell’accoglienza. Il monitoraggio di quel Piano è stato licenziato a luglio 2018 dall’Osservatorio per l’Infanzia e l’Adolescenza, ma non è mai partito. E la struttura non è stata mai convocata dal ministro Fontana. Ecco perché dico che questa commissione d’inchiesta è inutile: si tenga conto di quello che abbiamo già fatto e soprattutto non si avvii nel paese, in un ambito così complesso come questo, una “caccia alle streghe” di cui non c’è davvero bisogno. Il modo migliore per cambiare quello che non funziona è costituire un sistema permanente di monitoraggio e verifica della qualità perché, più che di inchieste, c’è la necessità di sostenere le agenitorialità che non è solo quella rappresentata dalla famiglia tradizionale. Il Ministro Salvini semplifica con il termine  “business” quello che nella realtà dei fatti è un sistema molto più complesso e delicato. Per esempio nessuno parla mai di “giusto costo” riferito a standard di qualità garantiti da tutte le strutture, da nord a sud Italia. Ci sono, infatti, comunità virtuose costrette a chiudere – interrompendo percorsi che sono di alta qualità – per i gravissimi ritardi accumulati dai Comuni nel liquidare gli importi necessari alla copertura dei costi vivi. La Legge di Bilancio 2018 aveva introdotto un fondo sperimentale per neomaggiorenni che ad oggi, però, non è ancora partito e che – seppur importante – non coprirà il fabbisogno di tutti i ragazzi una volta usciti da queste comunità. E non si ricorda che sono le stesse associazioni e strutture coinvolte a creare, spesso a proprie spese, percorsi virtuosi per questi ragazzi che diversamente si troverebbero ancora una volta soli ad affrontare il loro futuro. Tra le tante valutazioni economiche questo aspetto non è secondario. Piuttosto che indagare ciò che è già indagato, impegnando nuovi capitoli di spesa per acquisire informazioni che abbiamo già, sarebbe il momento di parlare di prevenzione. Da anni il Cismai si impegna su questo in perfetta sintonia con l’Oms che, non da ieri, ha predisposto le linee guida di prevenzione come, ad esempio, l’homevisiting che in altri paesi funziona molto bene: ha abbassato i numeri dei fuori famiglia e hanno diminuito non solo i costi dello Stato ma, soprattutto, i costi umani della sofferenza dei bambini. Nel nostro paese invece si fa prevenzione terziaria e così si arriva tardi, con interventi riparativi dopo che maltrattamenti e abusi si sono già verificati. Il sistema di protezione va ripensato come uno degli strumenti da mettere in campo, fra gli altri, e non come il solo strumento che sspesso si configura come ultima spiaggia! Serve che partiamo dal bambino reale fin dai suoi primi momenti di vita, dal sostegno vero alla genitorialità fragile, se davvero vogliamo cambiare le cose. Invece che fare passare il messaggio, falso e scorretto, che tutti i bambini e i ragazzi in comunità siano adottabili (solo il 5% di essi lo è, circa 779 minori su 12.000 come dicono i dati Ministero del lavoro e delle politiche sociali), con grave torto alle loro famiglie d’origine che vanno aiutate”.

Il Cismai ha lavorato, per esempio, qualche anno fa ad una ricerca (2013) con l’Università Bocconi che ha stimato in circa 13,056 miliardi di euro annui, ovvero lo 0,84% del Pil, il costo della violenza all’infanzia. I soli casi nuovi incidono per 910 milioni di euro ogni anno. Tra i costi diretti per la cura e l’assistenza dei bambini vittime di maltrattamento, per la voce ospedalizzazione si giunge alla stima di una spesa annua sostenuta di 49.665.000 euro, per la cura della salute mentale di 21.048.510€, mentre per i costi di welfare si sommano le spese per strutture/prestazioni residenziali (163.818.655€), di affido familiare (12.648.948€) e per il servizio sociale professionale (38.052.905€). La spesa per interventi diretti per il rispetto della legge è stata stimata in 3.166.545€ e per la giustizia minorile in 50.215.731€. Inoltre, va detto che, il bambino maltrattato crescendo spesso diventa un adolescente e un adulto problematico, che può gravare sulla collettività. I costi indiretti sono quelli più pesanti: si passa attraverso i 209.879.705€ spesi per l’educazione speciale, i 326.166.471€ stimati per la cura della salute da adulti, 5.380.733.621€ per spese di criminalità adulta, 152.390.371€ per delinquenza giovanile e 6.648.577.345€ di perdite di produttività per la società. Sommando le voci dirette e indirette si giunge così alla stima di 13,056 miliardi all’anno versati dalla collettività in un anno. “Un conto troppo salato – dice sempre Soavi- di cui nessuno ha mai davvero tenuto conto e che una corretta politica di prevenzione avrebbe potuto contenere fortemente, oltre a ridurre le sofferenze di migliaia di bambini”.

Per quanto riguarda invece i dati sul maltrattamento l’unica ricerca epidemiologica, condotta nel nostro paese, risale al 2015 (Cismai, Terre Des Hommes e Garante Nazionale per Infanzia e l’adolescenza) e ci permette uno sguardo nazionale sul fenomeno. 91mila erano i bambini e ragazzi in carico ai servizi sociali per situazioni di maltrattamento e abuso. Anche in questa ricerca emergeva come le situazioni arrivano tardivamente (fascia 11-17 anni) all’attenzione dei servizi e come quindi manchi una seria prevenzione. “Finalmente quest’anno – precisa ancora Soavi – grazie all’impegno della Garante Nazionale, si avvierà un’altra ricerca e potremo attuare quel monitoraggio che la Commissione Onu ci richiede da anni. Si potranno così aggiornare i dati riferiti all’entità del fenomeno e programmare gli interventi necessari per i quali è necessaria la giusta sinergia tra i diversi interlocutori.

Su questa nuova commissione non è d’accordo neppure il Presidente dell’ordine degli Assistenti Sociali Gianmario Gazzi che ad Estreme Conseguenze dice “Non credo che una nuova commissione possa trovare qualcosa di diverso dalla precedente. Del resto c’è già la Bicamerale Infanzia e Adolescenza di cui il senatore Pillon è vicepresidente. Un’altra indagine, per noi, dunque, non serve. Piuttosto bisogna fare un ragionamento sull’intero sistema dei servizi sociali. Serve che funzioni il servizio educativo domiciliare, che ci siano i centri diurni per bambine, bambini e genitori, che siano aperti i dimenticati consultori familiari. Il problema è che a forza di tagli sul sociale, tutto ciò è quasi sparito”. E sulle responsabilità, sempre molto discusse, degli assistenti sociali precisa “Dove ci sono rilevanze penali interviene la giustizia, i tribunali, gli avvocati. Noi, da parte nostra, quando arrivano segnalazioni all’ordine apriamo un procedimento di verifica. E nei casi di conclamata violazione del nostro codice deontologico siamo intervenuti anche costituendoci parte civile in alcuni processi. Che fare? Da anni chiediamo specifici interventi sulla professione, sulla formazione degli assistenti sociali, per innalzare la qualità del nostro intervento che, ribadisco, è teso sempre a rendere la vita di un minore migliore di quella che ha”.

Un’inchiesta sulle vittime degli assistenti la chiede Gabriele Bartolucci, Vicepresidente Genitori Sottratti, associazione che si batte da anni per la bigenitorialità e la tutela dei minori nella separazione, audita sempre in quell’occasione e che oggi dice ad Estreme Conseguenze dice “Servirebbe una commissione sulle vittime degli assistenti sociali, più che sulle case famiglia. Perché la realtà non è fatta soltanto di minori fuori dalle famiglie naturali, ma anche e soprattutto di bambini e ragazzi che sono attenzionati dai servizi sociali, e questo numero è molto più grave ed è un dato su cui in pochi hanno davvero coscienza. Di questo abbiamo parlato quando siamo stati sentiti in Commissione, di una condotta intasata da pratiche spesso superficiali e negligenti verso genitori vittime di tribunali e di un sistema giuridico che alle famiglie che si separano non concede alternative, né soluzioni di assistenzialismo in grado di guidare i genitori separati verso una nuova forma di esistenza che non privi di risorse economiche, di affetti e di dignità nessuno. Né genitori, né figli. Il dialogo, quando un genitore si separa, cade dall’alto verso il basso. E gli Enti, una volta messi in moto, alzano un muro. La crisi economica o famigliare non è una scelta, ma una volta che il “modello” non corrisponde più a quello che lo Stato si aspetta debba essere ecco che si viene stigmatizzati. Abbiamo presentato una dettagliata relazione che racconta bene che cosa accade quando è in atto una separazione: se hai le risorse per poterti tutelare e se hai la capacità di poterti rappresentare di fronte alla giustizia, cioè di fronte alle interfacce di cui la giustizia si avvale nel caso della tutela dei minori, riesci a farlo, diversamente non ci riesci. E nel momento in cui interviene la tutela dei minori, tra la famiglia naturale e il minore si crea uno spazio che definisce attraverso una formula estremamente astratta che cos’è un genitore adeguato. In un marasma fatto di condotte negligenti e superficiali di difensori e di servizi sociali si consumano i destini di migliaia di vite umane. Abbiamo sottolineato come i servizi sociali non dipendano – e questo è un tasto fondamentale  – in maniera diretta e funzionale dall’autorità del Tribunale. Tribunale che è stato istituito nel 1934 e che non ammette il contraddittorio.  Che attua provvedimenti che durano un tempo infinito (i famosi affidi sine die che sono circa il 60%), così i minori e le loro famiglie rimangono nel limbo dell’assenza di una decisione attraverso un processo documentale, in cui non si ascoltano le parti, ma si leggono le relazioni che arrivano dai servizi sociali. E’ chiaro che c’è uno sbilanciamento. E su questo nessuno ha fatto davvero mai nulla. I minori crescono così disagiati, senza la fondamentale figura di uno dei due genitori o con la falsa rappresentazione di una figura genitoriale non corrispondente alla realtà (descrittogli dal genitore malevole come assente o cattivo o abusante) per anni, anche maturando disturbi della personalità importanti. Studi che certificano che chi ha avuto a che fare con i servizi sociali avrà figli che avranno a che fare con i servizi sociali, è un dato di fatto. Questo per dire – e anche in quell’occasione lo abbiamo detto molto chiaramente – che il nostro sistema è fatto per reagire reprimendo e demonizzando i conflitti invece di dotarsi della capacità di affrontarli e sciogliergli con cura, pazienza e coscienza.

Anche  l’avvocato Carla Lettere, membro del direttivo dell’Unione nazionale Camere minorili, audita in quell’occasione, è d’accordo sul fatto che la priorità sembra non essere mai l’ascolto del minore. Elevata rimane la tendenza a collocare i minori di età compresa tra zero e tre anni in comunità invece che in famiglie affidatarie come elevata è la durata degli affidamenti famigliari.

Di filiera tragicamente imperfetta parla infine Loredana Greco, responsabile a Roma del Coordinamento Interassociativo Colibrì che ha scritto un appello diretto proprio a Salvini, dopo aver saputo di questa inchiesta“affinché non si speculi su questa enorme voragine del dolore. Il sistema di affido minorile è una fabbrica di soldi per tutti, nessuno escluso e se davvero si vuole fare qualcosa di concreto basta prima di tutto toccare l’articolo 403 del codice civile, che disciplina l’intervento dell’autorità pubblica volto ad allontanare con urgenza un minore da una situazione di pericolo per collocarlo in un ambiente protetto. La pubblica autorità alla quale fa riferimento l’articolo finisce, di fatto, per coincidere sempre con i servizi sociali locali. E una serie immensa di casistiche che noi associazioni abbiamo in mano, raccontano di fatto come già questo sia il modo più diretto perché i bambini siano di fatto condannati ad essere orfani con genitori in vita. Con un costo sociale altissimo. A Salvini dico che quello che serve non sono le inchieste, ma le azioni concrete. Lo Stato smetta di essere nemico dei bambini e delle famiglie: serve un Tribunale della famiglia, serve la responsabilità penale degli operatori che sbagliano e la massima vigilanza su chi accoglie i bambini. Mi sono occupata personalmente dell’inchiesta a carico della cooperativa umbra Il Piccolo Carro, che solo oggi e grazie al coraggioso impegno di associazioni e con il supporto della trasmissione ‘Chi L’ha Visto?’ si scopre essere un luogo dove non fosse in alcun modo possibile tenere dei bambini bisognosi di cure e attenzione. Oggi si è acceso un faro su tante vicende opache, che riguardano per esempio la scomparsa di Sara Bosco e Daniela Sanjuan, due ragazze ospiti della struttura poi ritrovate prive di vita. Eppure abbiamo fatto denunce per anni. Per anni abbiamo detto e scritto a chiunque che quell’attività di accoglienza non era lecita. La cooperativa ha inspiegabilmente continuato ad operare nei comuni di Perugia e Bettona. Pensate che tra i soci della cooperativa risultava il figlio della garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Umbria. E I titolari sono inoltre anche i fondatori e ‘capi spirituali’ di una propria chiesa indipendente: ‘A Braccia Aperte’, fino a pochi mesi fa nella stessa sede legale del Piccolo Carro. Questo per dire che di prigioni senza sbarre si parla da anni. Una seria riflessione, e quindi, l’ennesima inchiesta, è già cosa superata. A colpi di perizie, di visite mattutine dei Nas non si risolve nulla. Per essere credibili ci vuole molto di più”.

Sull’esistenza di più falle nel sistema di affidamento, su chi e come si vigila sui minori tolti ai genitori e sul fatto che il 60% dei bambini affidati a strutture o a famiglie affidatarie sono sine die avevamo scritto anche questo

https://estremeconseguenze.it/2018/10/10/minori-a-rendere/

BLASFEMIA = ATTACCO DISSACRATORIO

BLASFEMIA = ATTACCO DISSACRATORIO

Il vero significato del termine è distruggere  materialmente o con  offese verbali  un culto religioso. Quindi per esempio, se io distruggo la statua che rappresenta la madre di Cristo, il crocefisso o ironizzo sui vangeli e sulle parole stesse del Messia allora per la religione cristiana sono un blasfemo, ma finisce qui, oltre lo sdegno e il disappunto dei fedeli non vi è altro… “punto”. Altra cosa è se si ironizza su Maometto o il Corano, se si offende il profeta o si brucia una copia del Corano, siamo sempre nella blasfemia ma le cose cambiano tanto e il perché è incomprensibile, nella tanto decantata “religione di pace e di amore” se fai una roba del genere meriti…. la morte, come nel caso della povera Asia Bibi ingiustamente accusata di blasfemia . Paradossalmente a seconda delle religioni la identica blasfemia ha un risvolto decisamente diverso, sdegno per il caso cristiano e morte per l’islam, davvero curioso.. e questo deve far riflettere sulle vere intenzioni della ideologia islamica….. Purtroppo la morte è prevista nei dettami coranici e questo la dice lunga sulla falsità di questa religione, per me setta,  che si definisce pacifica solo in TV e nei talk show, ma nella pratica razzola in modo diverso, la morte per blasfemia è inconcepibile in una società moderna dove ci dovrebbe essere libertà di critica e di pensiero e di parola, vorrei ricordare a tutte le donne che toccare il Corano durante il periodo del ciclo mestruale è un grave peccato e sicuramente è curioso e inimmaginabile che si possa collegare il periodo mestruale alla purità dello spirito, sarebbe come dire che le donne cristiane in simile stato non possono andare in chiesa a… pregare…ma che razza di fesserie sono queste ! Questo è il prezzo che ha pagato una donna, non so se per davvero ha offeso il profeta o meno, ma se anche lo avesse fatto si uccide una persona per questo o la si condanna a anni di galera ? Evidentemente l’islamico è molto ma molto diverso dai veri religiosi e uomini di fede pacifica, i monaci buddisti se offesi, non dicono nulla, si girano e vanno via, come anche gli ebrei, certamente non ti accoltellano alle spalle se li offendi ma i musulmani sì… purtroppo quello che consto è che tanta gente non ha recepito il problema islam e lo stanno difendendo a spada tratta e facendo modo che si propaghi a macchia d’olio, loro…certamente ora ringraziano e sorridono e lo faranno fino a quando l’Italia non sarà come il Belgio e la Svezia ..poi ..eh.. poi non ringrazieranno più… ma imporranno. Per ora l’importante è che Asia Bibi sia salva e vive in un paese libero, ma non è detto che ci vivrà a lungo, perché qualche “bravo fedele islamico” le farà la festa uno di questi giorni…chissà perché ma ne sono convinto. Speriamo solo che abbia una protezione armata.. 09052019

…by… manliominicucci.myblog.it

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Asia Bibi raggiunge le sue figlie in Canada: finito l’incubo della donna accusata di blasfemia in Pakistan

Madre di 5 giovani, trova scampo all’estero a pochi mesi dall’annullamento della sua condanna a morte che ha causato proteste di massa da parte di estremisti islamici

ASIA

Pubblicato il 08/05/2019

Ultima modifica il 08/05/2019 alle ore 12:48

Asia Bibi, la donna cristiana al centro di un decennale caso di accuse di blasfemia, ha lasciato il Pakistan, a pochi mesi dall’annullamento della sua condanna a morte che ha causato proteste di massa da parte di estremisti islamici. Lo hanno riportato i media locali prima che il legale Saif Ul Malook confermasse che la sua assistita è arrivata in Canada. Si tratta dell’ultimo capitolo di una vicenda che ha scatenato dimostrazioni violente e omicidi di alto profilo, mettendo in luce l’aumento dell’estremismo religioso in ampie sezioni della società pakistana.

La storia risale al 14 giugno 2009. Asia Naurin Bibi, madre di cinque figli, mentre si trovava a lavoro ha iniziato a discutere con altre lavoratrici di fede musulmana. Quelle stesse donne l’hanno denunciata, pochi giorni dopo, sostenendo che durante il litigio avesse offeso il Profeta Maometto.

Bibi, contadina della provincia centrale del Punjab, è stata condannata per blasfemia nel 2010 ed è rimasta nel braccio della morte fino alla sua assoluzione l’anno scorso. Il suo caso è diventato rapidamente noto in Pakistan, attirando l’attenzione mondiale sull’estremismo nel Paese, nel quale la blasfemia è considerato un reato da punire con la pena di morte. Bibi è tecnicamente libera di lasciare il Pakistan da gennaio. Da allora, si ritiene che la donna sia stata tenuta in custodia cautelare dalle autorità in attesa di un accordo di asilo in un Paese terzo.

Non è chiaro quando Bibi abbia lasciato il Paese, ma ora ha raggiunto le sue figlie, già in precedenza fuggite in Canada.

 

FACCIAMO CHIAREZZA SUGLI STUPRI !

bolzano

FACCIAMO CHIAREZZA SUGLI STUPRI  !

Ennesimo episodio di stupro  trattata come la solita informazione da regime, già.. le elezioni si avvicinano e tra tanti ladri e presunti ladri di cui si fa un gran parlare in questi giorni  non c’è tempo per gli stupri nazionali . Le ultime recenti notizie sulla mafia politica direi che non sono una novità, sono 30 anni che vedo politici ammanettati e le cose non cambiano, e non cambieranno mai se si continua ad omettere l’informazione e a nasconderla a secondo dei casi e si continua ad operare con il solito sistema, da nord a sud, di accordi e inciuci sottobanco. Oltre la “tradizionale mafia politica” sugli appalti, c’è anche quella dell’immigrazione, certo, anche quella la definisco una vera mafia multipla, in quanto sull’immigrazione si specula molto di più che negli appalti di vario genere, i migranti sono soldi freschi e soprattutto continui, 4/5 miliardi l’anno negli anni passati non sono noccioline, e ovviamente i “danni collaterali” dell’immigrazione incontrollata sono per “loro” …”accettabili”…già, accettabili… perché gli stupri e le morti subite dalle donne o ragazzine di età tra 10 e 18 anni non sono figlie o sorelle “loro”, ma sono figlie e sorelle del popolo, di quel popolo sovranista e populista che tanto si critica e non si vuole e… quindi non contano. Riflessione del giorno : ma tra le figlie o sorelle dei radical chic e buonisti e politici pro immigrati, quanti stupri si contano ad oggi ? Zero….sì. proprio…0… . Spero di essere stato chiaro nel numero e perdonatemi se sono così duro ed esplicito ma questa è la vera ed unica realtà del famoso “mondo di mezzo” del business degli immigrati. Oggi in TV nuovo scandalo dell’informazione,  non hanno neanche menzionato i casi della bambina di Taranto di 10 anni e della 15enne stuprata a Trento e solo perché… gli stupratori sono di origine straniera, un cingalese di 51 anni e due nigeriani di 20, e ovviamente parlarne è deleterio per l’elettorato di sinistra… residuo.. che se prende coscienza del pericolo immigrati e musulmani poi magari… voteranno per i.. sovranisti e populisti. E fateci caso, quando i tanti radical parlano e dialogano di questi stupri, lo fanno quasi a volerli  giustificare usando come termine di paragone gli stupri compiuti dagli italiani, ridicolo quanto patetico… perché gli stranieri quando stuprano lo fanno perché autorizzati ed in segno di rispetto verso la loro religione e non è reato, oppure per adempiere a riti di iniziazione alle mafie africane, mentre quando lo fa un italiano è perché è malato e pedofilo ma è pur sempre un reo. Siamo nel regime, oggi invece di raccontarci i due gravissimi episodi di violenza sessuali alle due adolescenti ci hanno bombardato con un accurato servizio di una probabile indagine per ..” apologia del fascismo” ad un editore iscritto ad un partito di destra…già tutti i nostri stupri e problemi vengono dal “defunto fascismo” come anche la nostra povertà, disoccupazione e crollo del PIL e debito pubblico vengono sempre da lì…siamo al caffè e ammazzacaffè… Così non si va da nessuna parte, bisogna assolutamente vincere le elezioni europee e invertire la rotta a 360 gradi, perché la direzione risolutiva non può più essere a sinistra…i risultati li vediamo ogni giorno . 08052019

…by…manliominicucci.myblog.it

 

 

Bolzano, 15enne stuprata, rilasciati i sospettati: si cercano due 20enni nigeriani, uno ha i capelli rasta

ITALIA

Mercoledì 8 Maggio 2019

 bolzano

Non hanno ancora un nome e un volto gli aggressori della 15enne che lunedì pomeriggio mentre tornava da scuola in bicicletta è stata picchiata e stuprata sulla sponde del fiume Talbera a Bolzano. I sospettati che erano stati fermati ieri sono stati fermati e rilasciati. Gli investigatori non avrebbero avuto riscontri in merito al loro coinvolgimento.

 

Bolzano, 15enne violentata mentre torna da scuola in bicicletta: soccorsa da un passante. Si cerca l’aggressore

Le indagini si concentrano su due ventenni nigeriani. Sulla ciclabile, nei pressi della confluenza del Talvera nell’Isarco, un uomo con i capelli rasta l’avrebbe colpita al volto. Un altro, invece, l’avrebbe trascinata verso la sponda del fiume,
Dopo la violenza, è stata soccorsa in stato di choc da una passante che ha sentito i lamenti e chiamato l’ambulanza. Sul caso indaga la Squadra mobile della Questura di Bolzano, che sarebbe già sulle tracce dei due immigranti.

 

“ARMA GRETA”… DEI POTERI…OCCULTI ..

“ARMA GRETA”… DEI POTERI…OCCULTI ..

A lei ho dedicato diversi articoli sin dalle sue prime performance pubbliche, so, per esperienza diretta, quanto sia complicato arrivare sui giornali nazionali e in TV,  figuriamoci su tutti quelli del globo, poi diciamolo chiaramente, il problema ambiente non è problema di oggi né avevamo bisogno di sollecitazioni o sensibilizzazioni da chi il problema inquinamento nel suo interno non lo conosce neanche, tra l’altro il problema inquinamento  è qualcosa che è sorto all’attenzione mondiale sin dal lontano 1970, quando si scoprì che i picchi di inquinamento non erano sostenibili nel tempo. Io stesso ho partecipato a tante manifestazioni ma poi alla fine bisogna sempre fare i conti con la dura realtà e i benefici delle proteste sono sempre  limitati. Certo tutti stiamo facendo qualcosa e non è vero che c’è disinteresse ma c’è anche la drammatica realtà con cui fare i conti….tipo lo stabilimento ex-Ilva di Taranto, e prendiamone coscienza, ovvero un mondo costruito “sull’inquinamento involontario”  che non può essere smontato volontariamente da un giorno all’altro, sì, a parte la raccolta differenziata e il riciclaggio di tanti rifiuti, cosa di non poco conto e molto importante, c’è da registrare più attenzione all’ambiente in tanti settori che prima venivano ignorati. Purtroppo e bisogna rimarcarlo non si possono “spegnere i frigoriferi” come ha … “ordinato Greta”, perché la piccola non si rende neanche conto della grande sciocchezza che ha detto. Se lo si facesse, “cara Greta” il mondo entrerebbe in crisi di conservazione degli alimenti, farmaci e mi …fermo qui, non val la pena elencare.. troppo lunga la lista.., in definitiva non è proponibile una roba del genere. Sin dalle sue prime apparizioni in pubblico ho riscontrato qualcosa di anomalo sulla figura della ragazza e mi son posto una domanda : perché una ragazza con evidenti problemi viene posta al centro dell’attenzione ecologica mondiale ? Infatti oltre che ringraziare tutti per l’accoglienza ricevuta, ovunque vada, la prima volta che ha detto qualcosa sull’ambiente ha detto “una vera cazzata di enorme dimensioni” dimostrando nei fatti di non conoscere la materia ambientale. Quindi nei fatti la ragazza è manovrata, ancora non so da chi ma lo è, e che la sua fosse una manovra politica lo si è capito giorni fa quando ha lanciato un vero slogan per le prossime elezioni europee per votare contro i sovranisti e a favore  degli antifascisti. Come direbbe un vecchio politico italiano : “Ma che ci azzecca “ ? Era sospetta ed ora e chiara la manovra, è stata utilizzata per soli scopi politici, mi piacerebbe dirle che il fascismo e l’antifascismo, con l’ambiente non c’entrano nulla… ma sarà in grado di capirlo ? 07052019

…by…manliominicucci.myblog.it

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Davvero Greta Thunberg è passata dalla lotta per il clima all’antifascismo?

La risposta breve è sì, e la sua presenza a una manifestazione antifascista è stata confermata dalla stampa locale e dai suoi canali social. Sui giornali italiani la vicenda è stata arricchita da qualche complottismo di troppo

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(foto: Greta Thunberg/Facebook)

Al di là di tutte le possibili considerazioni politiche e ideologiche, in questo caso la notizia di fondo è veraGreta Thunberg, l’ormai celebre attivista svedese sedicenne che da mesi è al centro dell’attenzione per la sua battaglia contro il cambiamento climatico, ha partecipato a una protesta contro la manifestazione organizzata da un movimento di estrema destra (che si auto-definisce nazionalsocialista). In particolare, lo scorso mercoledì primo maggio si è recata a Ludvika, una cittadina della Svezia centrale di 15mila abitanti, per “difendere la parità dei diritti umani e la democrazia, contro il nazismo”.

Sulla veridicità della notizia non ci sono grossi dubbi. La citazione appena riportata, tra l’altro corredata dalla fotografia in apertura di questo articolo, è stata pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale di Thunberg, e almeno tre testate giornalistiche locali (scovate da Bufale.net) hanno riportato i dettagli di quanto accaduto: SvtExpressen e SverigesRadio. Come ulteriore dettaglio, sullo sfondo dell’immagine in cui compare Thunberg si vedono delle bandiere bianche e verdi con una freccia nera, che sono quelle del movimento Nordiska motståndsrörelsen, ossia il Movimento di resistenza nordica. Si è trattato dunque di una decisa presa di posizione di Thunberg contro le istanze del gruppo.

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Un vecchio corteo del Nordiska motståndsrörelsen (foto: Fredrik Sandberg/Getty Images)

In Italia la notizia è stata prontamente ripresa da diverse testate che già nei mesi scorsi si erano distinte come contrarie alle rimostranze di Thunberg, e ne hanno immediatamente approfittato per rincarare la dose. Tra queste ci sono Secolo d’Italia, secondo cui “Greta diventa l’icona della lotta contro i sovranisti”Il primato nazionale, che titola “Non solo clima, Greta l’antifascista manifesta contro gli identitari svedesi” e Affari italiani, che in un articolo a firma di Diego Fusaro definisce Thunberg come la “Scontata icona della lotta ai sovranismi”.

Il confine tra scienza e politica

Già quando si tratta in generale di clima, di gestione delle emissioni e di strategie contro il riscaldamento globale, sappiamo che la separazione tra argomentazioni scientifiche e indirizzi politici tende a farsi assai più sfumata. In questo caso, partecipando a un evento che ha in effetti ben pochi collegamenti con la questione ambientalista, Thunberg ha certamente sconfinato dal perimetro d’azione in cui siamo stati abituati a conoscerla. Se questo sia un bene o un male non è facile da stabilire, ma di certo la presa di posizione contro un ben preciso indirizzo ideologico e partitico rischia di incrinare l’immagine apolitica dell’attivista, caricando di nuove possibili interpretazioni qualunque sua iniziativa. Tutto ciò ha naturalmente offerto il fianco a chi da sempre sostiene che l’azione di Thunberg abbia una forte connotazione politica, e non ha perso tempo per ribadire le proprie tesi.

Che cos’è il Movimento di resistenza nordica

Per capire che cosa sia il Nordiska Motståndsrörelsen, il modo migliore è probabilmente fare riferimento ai 9 princìpi politici che lo identificano. Qualcuno lo definisce un gruppo identitario, qualcuno sovranista, qualcun altro nazionalsocialista.

Tra gli elementi chiave ci sono senz’altro il blocco dell’immigrazione (con una linea al limite della discriminazione razziale), la lotta all’élite globalista e “sionista”, l’indipendenza economica e militare anche dal resto d’Europa, la censura di tutti i media nazionali e internazionali ostili ai cittadini nordici, la leva obbligatoria e l’istituzione di un tribunale del popolo.

Nonostante alcuni di questi punti siano parecchio discutibili e a tratti agghiaccianti – e dunque la netta presa di posizione è quantomeno comprensibile – va detto che però nel programma non c’è alcun riferimento critico ai temi solitamente più cari a Thunberg, almeno per quanto ne sappiamo dalla sua dimensione pubblica e mediatica. Anzi, nel manifesto del Movimento si legge di “armonia con le leggi della natura, di “norme per la tutela degli animali e di etica in opposizione al profitto”“La natura e le sue risorse saranno utilizzate usando il buon senso, con alla mente le generazioni future, si legge nel sesto dei nove punti.

Dalla critica al complottismo

In alcuni passaggi, soprattutto sui giornali italiani, le critiche alla presenza di Thunberg a Ludvika sono diventate il pretesto per rispolverare alcune delle tante bufale circolate nelle ultime settimane, con particolare riferimento a chi ci sarebbe dietro la giovane attivista. Così Il primato nazionale ha scritto che “Le istanze di Greta (o meglio quelle di chi la manovra) sono accolte e sponsorizzate da centri di potere come l’Unione europeaDavos o il Vaticano, a cui va aggiunto anche l’immancabileSoros, citato in un titoletto intermedio.

Secondo Secolo d’Italia invece “Greta fa la sua parte a pochi giorni dal voto per rinnovare il Parlamento di Strasburgo”, e per Affari Italiani tutto ciò dimostra ancora una volta come Thunberg sarebbe ancora escogitata ad hoccon grande réclame pubblicitaria, per generare consenso presso le masse manipolate”. Insomma, se “Dallo sciopero per il clima all’antifascismo militante il passo è breve” (come scrive Il primato nazionale), dev’essere altrettanto breve il passo da una critica su un fatto specifico alle speculazioni degne delle migliori teorie del complotto.

GIULIETTA DEVE…BRUCIARE…VIVA !

 

GIULIETTA DEVE…BRUCIARE…VIVA !

E’ cosi è stato, la coppia di due poveri ragazzi, appena sposi,  è stata oggetto della rabbia dei familiari di lei che hanno cosparso di kerosene la sposa e bruciata viva. La povera ragazza, 19enne, non è sopravvissuta alle ustioni ed è morta dopo una lunga agonia. I sospetti della polizia si concentrano sul padre della ragazza, che risulta essere latitante, assieme a due suoi fratelli. I due si erano sposati di nascosto, sei mesi fa, non avendo ottenuto il permesso delle famiglie perché contrarie alle loro nozze in quanto di caste diverse. Quindi in India non è possibile contrarre matrimonio solo per …”amore e reciproco desiderio” no…non è possibile, gli affari sono affari… anche in queste cose.. E’ pazzesco che nel 2019 debbano ancora succedere queste cose e quel che più lascia interdetti è che gli autori dell’incendio umano…sono proprio dei familiari, i suoi parenti stretti, con i quali lei è cresciuta e vissuta nella stessa casa per anni….è incredibile la follia che pervade la mente di certi individui che rispondono a dettami criminosi ben precisi di certe religioni e tradizioni,  convinzioni che appartengono all’età della pietra e non agli uomini del XXI secolo. Certo che venire a conoscenza di episodi del genere, tra l’altro non è il primo e credo che non sarà l’ultimo, inquieta la coscienza delle persone di animo buono e di amore cristiano, nella nostre convinzioni la vita recita un ruolo fondamentale nella società e nessuno ha il diritto di spezzare una vita… per giunta così giovane. E’ intollerabile che la si possa distruggere per un tornaconto personale e  a quel modo poi.. lo ricordo..: ”arsa viva”… E’ terribile e tutto per una semplice questione di denaro o peggio forse…. di animali, come delle capre, ricevute in cambio della promessa di matrimonio… E’ raccapricciante che un paese che si professa moderno e avanzato tecnologicamente, tra l’altro è una delle sei potenze nucleari militari nel mondo, abbia nel suo vivere quotidiano una società al cui interno vi è un “modus procedendi” molto singolare ed originale e oserei dire…”molto caloroso”… francamente è proprio deludente . Certo che per le donne non c’è pace, ovunque ti giri e guardi, vedi poverine che vengono ammazzate violentemente o stuprate e quando va proprio male …”bruciate o fatte a pezzi”.. Come uomo addolorato devo dire che “alcuni elementi” che appartengono al mio stesso genere sono proprio delle bestie, indegni di appartenere alla “razza umana”… Alla madre della poverina e al giovane innamorato marito, ma già vedovo, porgo le mie più sentite condoglianze. Ai criminali, auguro sinceramente che finiscano la loro misera vita chiusi in una galera a meditare ed espiare le loro colpe. In ultimo, cari asiatici, africani, musulmani e Rom, rammentate che i figli non sono merce di baratto ebbene che tutti voi lo impariate e …subito, specie e soprattutto coloro i quali hanno la pessima abitudine di promettere le neonate in sposa a uomini nel rispetto di certi dettami religiosi a tradizioni tribali. Le donne non si toccano…!   06/05/2019

…by…manliominicucci.myblog.it

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bruciata-viva-
INDIA
06.05.2019 – 14:56 

Bruciata viva dal padre per un matrimonio proibito

La 19enne è morta. Sopravvissuto il suo sposo

NEW DELHI – Una coppia di neosposi è stata cosparsa di kerosene e bruciata ad Ahmednagar Nighoj, un villaggio del Maharasthra, nel cuore dell’India: la moglie, Rukhmini, 19 anni, non è sopravvissuta ed è morta ieri notte all’ospedale di Pune, dove era stata ricoverata, con ustioni sul 70 per cento del corpo. Rukhmini e Mangesh Ransing, 23, si erano sposati di nascosto, sei mesi fa, non avendo ottenuto il permesso delle famiglie, contrarie alle loro nozze perché di caste diverse. Dopo il matrimonio i due erano rientrati al villaggio: secondo la ricostruzione di Vijaykumar Botre, l’ufficiale di polizia locale, riportata dal quotidiano The Hindu, sarebbe stato il padre della ragazza, che risulta latitante, assieme a due suoi fratelli, a prendere l’iniziativa, la sera del primo maggio, dopo l’ennesimo litigio con la figlia e il marito. I vicini erano intervenuti immediatamente e avevano portato i ragazzi nell’ospedale più vicino, dove Mangesh lotta ancora per sopravvivere.

 

LA LEGGE…SONO IO…! IO CHI ?

LA LEGGE…SONO IO…! IO CHI ?

L’art. 10 della costituzione italiana parla chiaro, per ottenere l’asilo politico bisogna richiederlo con apposita documentazione e dimostrare di ottenerlo secondo leggi e modalità ben precise. Inoltre, ci sono casi in cui non è consentito l’ingresso in Italia agli stranieri che vogliono chiedere il riconoscimento dello “status di rifugiato” e in quel caso il migrante può essere “respinto alla frontiera”. Questo succede quando gli è stato già riconosciuto lo status di rifugiato in un altro paese, se ha commesso crimini di guerra o gravi delitti nel proprio paese, se è stato condannato in Italia per un arresto in flagranza, se risulta pericoloso per la sicurezza dello stato o appartiene ad associazioni di ..”tipo mafioso o terroristico”. Ora, spiegatemi per piacere,  come si fa a sapere se quelli che arrivano sui barconi hanno i requisiti necessari richiesti oppure sono dei criminali di guerra in fuga ? I migranti musulmani, per esempio, che diritto hanno a venire da noi se i perseguitati nei loro paesi d’origine sono sempre i cristiani e mai i musulmani stessi ?  Siamo quindi di fronte alla costante violazione dell’articolo costituzionale e contro la volontà e gli intenti dei padri costituenti, pratica adottata negli ultimi dieci anni dalle forze politiche di sinistra e con il tacito consenso della “brava magistratura”…. . Nei fatti, analizzando il famoso trattato di Dublino sottoscritto, secondo la nostra costituzione, di cui al punto 10, il trattato non è legale perché in contrapposizione e il regolamento di attuazione del Testo Unico sull’immigrazione  (D.P.R. 394/99 e successive modifiche) prevede che chi è in attesa dell’acquisto della cittadinanza italiana può ottenere un permesso che lo/la autorizza a soggiornare in Italia  fino al termine del relativo procedimento. Il permesso va chiesto alla Questura presentando domanda su apposito modulo. Spiegato questo, la mia impressione è  che la costituzione sia diventata materia di libera interpretazione e di singola valutazione. Un giudice che va contro la costituzione e stravolge una legge parlamentare di recente approvazione, è un magistrato rivoluzionario che concede ed  autorizza soggetti non legittimati a farlo a concedere la cittadinanza secondo il proprio interesse personale . Tra l’altro, il “ligio e lodevole magistrato” non fa altro che creare “il precedente” al quale poi, per spirito di emulazione ideologico, si assoceranno altre sentenze che andranno nella stessa direzione. Infatti, il punto è serio è complesso nella sua dinamica perché se la sentenza verrà confermata in appello allora avremo la concessione della cittadinanza italiana materia di pertinenza del sindaco di qualunque città e non più del ministero degli interni, e… pensate al sindaco di Riace quando farete le riflessioni del caso. Questo è un precedente che aprirà nuovamente le porte all’immigrazione clandestina e selvaggia, che poi magicamente per volere di alcuni sindaci, ovviamente di sinistra, diventerà legittima senza tener conto più dei requisiti richiesti per ottenerla. In Africa guerre non c’è ne sono, stati che fanno la guerra ad altri stati non ce ne sono, quello che accade in Nigeria, Sudan, Somalia e qualche altro paese ,sono atti terroristici di matrice islamica contro gente inerme e sono causate solo dall’amore per la “religione islamica” e per la quale gente malata di  mente ammazza altra gente che non intende sottomettersi a loro. Quindi che facciamo ora, stralciamo la norma dell’asilo politico per voltarlo a favore di gente che viene da noi per solo mera opportunità o perché intende diffondere la religione islamica o perché si vuole il mondo “arcobaleno” a tutti i costi  ? E in tutto questo non vi sembra che il “bravo magistrato” di turno stia lavorando per loro e contro gli italiani e l’Italia stessa ? Ma che modo è questo di gestire la giustizia, andare contro il proprio paese e governo per quale fine ? Davvero difficile a capirsi, ma nell’occasione devo dare ragione al ministro degli interni, il magistrato fa politica attiva, e la politica, se la si vuol fare, la si faccia nelle opportune sedi parlamentari….04052019

…by…… manliominicucci.myblog.it

Bologna. Giudici: sì alla residenza ai richiedenti asilo. Salvini all’attacco

IMM

I.Sol. venerdì 3 maggio 2019
Il tribunale di Bologna ha accolto il ricorso dei 2 richiedenti asilo a cui il Comune aveva negato l’iscrizione anagrafica in base al decreto Sicurezza. La Cassazione riapre la questione retroattività
Giudici: sì alla residenza ai richiedenti asilo. Salvini all'attacco

La sezione civile del Tribunale di Bologna ha imposto al Comune diiscrivere nella propria anagrafe due richiedenti asilo che avevano fatto ricorso – uno presentato dagli avvocati Paola Pizzi ed Antonio Mumolo, volontari dell’associazione Avvocato di strada Onlus e l’altro dall’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) – contro il diniego stabilito sulla base del cosiddetto decreto Salvini.

Una delle due ricorrenti è una donna ospite in una struttura di accoglienza che era scappata dal suo Paese perché si sentiva perseguitata a seguito della sparizione del marito e del figlio, e aveva richiesto l’iscrizione anagrafica lo scorso 4 febbraio ma il 6 marzo l’ufficiale di anagrafe del Comune aveva dichiarato “irricevibile” la domanda. Il 27 marzo aveva presentato ricorso. “Queste persone hanno diritto alla residenza e, grazie a un’interpretazione costituzionale della norma, ora potranno accedere al servizio sanitario, aprire un conto corrente in banca o trovare un lavoro ovvero godere di diritti che prima venivano loro negati – ha spiegato Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di strada –. È vero che la legge diceva che questi diritti sarebbero stati garantiti, ma non diceva con quali provvedimenti”.

“Il giudice Matilde Betti ha riconosciuto la fondatezza della domanda presentata – si legge in una nota sul sito di Avvocatp di strada onlus – in via cautelare dalla ricorrente e ha ordinato al sindaco di Bologna, nella sua qualità di Ufficiale di Governo responsabile della tenuta dei registri anagrafici, di procedere alla iscrizione della ricorrente nel registro anagrafico della popolazione residente nel comune di Bologna, con le modalità previste per le persone senza dimora”.

La notizia del ricorso accolto è stata confermata anche dallo stesso sindaco di Bologna Virginio Merola (Pd) con un post sul suo profilo Twitter: “Saluto questa sentenza con soddisfazione, il Comune la applicherà senza opporsi“, ha scritto il primo cittadino. La replica del ministro dell’Interno è arrivata sempre a colpi di social: “Sentenza vergognosa”. “Se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il Tribunale e si candidi con la sinistra. Ovviamente faremo ricorso contro questa sentenza, intanto invito tutti i sindaci a rispettare (come ovvio) la legge”, ha detto il vicepremier leghista.

Ora il municipio del capoluogo emiliano-romagnolo dovrà provvedere all’iscrizione su ordine della magistratura e i due richiedenti asilo potranno ottenere la residenza.

Va ricordato che il decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini prevede che il permesso di soggiorno per richiesta asilo, pur valendo quale documento di riconoscimento, non possa essere utilizzato quale documento valido per richiedere l’iscrizione anagrafica. Il titolare di permesso di soggiorno per richiesta asilo potrà ottenere l’iscrizione anagrafica esibendo all’Ufficio anagrafe un altro documento valido a dimostrare la regolarità del soggiorno in Italia, come ha ricordato l’avvocato di Asgi, Nazzarena Zorzella: “La legge Salvini dice che il permesso di soggiorno per asilo non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica ma, come ha stabilito il Tribunale, non esistono titoli per l’iscrizione – ha spiegato la legale Zorzella – perché questa avviene sulla base di una dichiarazione della persone che denuncia al Comune il luogo in cui abita e non servono titoli ma solo la regolarità del soggiorno” che, sempre stando ad Asgi, è accertabile attraverso, ad esempio, il modello C3 di richiesta asilo presentato in questura, la ricevuta rilasciata da quest’ultima per attestare il deposito della richiesta di soggiorno o la scheda di identificazione redatta dalla questura.

A questo proposito è stato riportato che fonti del Viminale sottolineano che sentenze di questo tipo non intaccano la legge: non sono definitive, riguardano singoli casi e per modificare la norma serve un pronunciamento della Corte Costituzionale.

IL PRECEDENTE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE

Un caso analogo aveva riguardato un cittadino somalo regolarmente soggiornante a Scandicci, in provincia di Firenze, sin dal settembre 2018, richiedente asilo e in accoglienza presso un struttura della Diaconia Valdese fiorentina, che aveva presentato istanza di iscrizione anagrafica appena sei giorni dopo l’entrata in vigore del decreto Sicurezza. Il 13 novembre 2018 aveva ricevuto la risposta negativa dall’ente locale.
Dopo il ricorso, l’ordinanza del Tribunale di Firenze (IV sezione Civile, giudice Carvisiglia), in 22 pagine dettagliate aveva già messo un punto fermo sulla dibattuta questione della presunta residenza “vietata” agli asilanti.

CASSAZIONE: IN CONTRASTO LE INTERPRETAZIONI DEI COLLEGI, SERVE UNA PRONUNCIA DELLE SEZIONI UNITE SULLA RETROATTIVITÀ DEL DECRETO SICUREZZA

Si apre anche un altro capitolo sul decreto Sicurezza: si è resa necessaria una pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione sulla retroattività del decreto Sicurezza. La nuova interpretazione della Suprema Corte, per la quale le disposizioni sui permessi di soggiorno hanno “applicazione immediata”, è in contrasto con una precedente pronuncia, secondo la quale invece il decreto è irretroattivo, e riapre la questione.

Cassazione: «Il decreto sicurezza non può essere retroattivo» (di N. Scavo)

Il collegio (con l’ordinanza interlocutoria n.11749) chiede al primo presidente che sia l’organo di vertice della giurisprudenza a dirimere la questione.

Il nuovo orientamento della Cassazione è in contrasto con la sentenza n. 4890 pubblicata il 19 febbraio. In quell’occasione il collegio aveva ritenuto che la nuova legge, voluta dal ministro dell’Interno Salvini, che ha dettato nuove regole e requisiti, “non trova applicazione in relazione a domande di riconoscimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari proposte prima dell’entrata in vigore”, il 5 ottobre scorso.

Secondo la seconda interpretazione, emersa oggi, e che rende necessaria una pronuncia delle Sezioni Unite, invece non “va sottovalutato che lo strumento utilizzato del decreto legge, convertito con legge che esclude la vacatio, è segno dell’intenzione del legislatore di intervenire immediatamente nelle fattispecie in corso: escludendo l’applicazione della nuova legge a tutto coloro che abbiano solo avviato un procedimento per il riconoscimento della protezione umanitaria, sarebbe impedito alla legge di raggiungere i suoi effetti, esonerando tra l’altro indebitamente la stessa autorità amministrativa dall’applicarla”. Con questa nuova pronuncia, i giudici sottolineano che la nuova legge va applicata salvo che sia stabilito un termine diverso: “è questo un corollario del principio di eguaglianza di fronte alla legge che deve applicarsi nei confronti di tutti i cittadini, non tollerandosi, di regola, l’applicazione contemporanea di leggi diverse regolanti la medesima situazione sostanziale”.

Questa affermazione chiama in causa il canone, previsto dalle preleggi, che “la legge non dispone che per l’avvenire”. Ma, a tale proposito, i giudici ritengono che “l’applicazione immediata di una nuova norma, non solo non è astrattamente vietata ma è la regola vincolante per gli interpreti, ai quali non è consentito di incidere sulla vigenza della legge”, un potere riservato al legislatore.

DIO..PATRIA E FAMIGLIA…CHE VITA MERAVIGLIOSA !

DIO..PATRIA E FAMIGLIA…CHE VITA MERAVIGLIOSA !

Eran 300, eran giovani e forti e …non sono morti… ma marciano liberi per le vie di Berlino ..a manifestare, con le bandiere a croci uncinate, il loro amore ad Adolf Hitler. Mha… voglio vederla come una manifestazione folcloristica perché mi riuscirebbe davvero difficile capire come si possa pensare di proporre il nazionalsocialismo nel XXI secolo, oramai le dittature appartengono al passato e non possono più materializzarsi nel presente, diverso il contesto e diversa la gente, il nazismo resta un periodo che appartiene solo alla storia e lì ci deve rimanere, tuttavia la piccola marcia deve far riflettere attentamente  e non può essere archiviata come il “remake” di un film del ’35. Entrando nel pensiero ideologico di questi ragazzotti mi sono chiesto quale fosse il fine del loro manifestare e sono giunto alla conclusione che loro, nei fatti, esigono la difesa dei valori nazionali e delle proprie tradizioni, in definitiva prendendo spunto dal manifestino di una senatrice italiana di sinistra la conclusione è :  “amare Dio, patria e famiglia  è una vita meravigliosa “. Ovviamente  condanno senza mezzi termini  e parole il manifestino della senatrice del PD, Monica Cirinnà, che incitava all’odio verso le famiglie tradizionali, la patria e Dio, rammento a tutti il suo manifestino che riportava le seguenti frasi : Dio, Patria e famiglia, “che vita di merda”. Bene, i ragazzotti folcloristici tedeschi nella loro esibizione non sono certamente da elogiare ma per certi versi la loro marcia verso questi ideali e propositi deve  far riflettere su che tipo di società ci stanno propinando i soliti noti politici del momento. Veder gente che torna a sventolare le bandiere naziste e gente che offende la patria sono cose che devono preoccuparci, ma il curioso è  : di chi dobbiamo preoccuparci ? Già…. poi ci meravigliamo se i giovani restano confusi da certi atteggiamenti, si resta sconcertati nel vedere dei nazisti che difendono la …patria Dio e famiglia e poi delusi nel vedere un senatore della repubblica italiana, di un partito cosiddetto liberale, che offende la patria, Dio e famiglia naturale  e si comporta come un terrorista. Un osservatore giovane che guarda entrambe le situazioni e riflette sulle due proposte quale quadro di idee si può immaginare di desiderare ? E’ ovvio che ad un giovane amante e rispettoso dei valori cristiani e della patria guardi con più interesse i ragazzotti nazisti e guardi con disprezzo la Cirinnà, mentre chi non ama Dio né la patria guarderà con interesse l’opposta proposta, in definitiva, è la stessa l’idea confusionaria che il popolo si fa sulla base di quanto ascolta e vede, è c’è poco da girarci intorno. Infatti tanti non si rendono conto che le parole dell’esponente di sinistra sono proiettate ad una società oscura e spaventosa, loro stanno cercando di costruire una società strana ed anomala che tra qualche anno sarà di “proprietà degli immigrati islamici” ed è ovvio che la protesta insorga in tutto il continente e si allarghi a macchia d’olio, perché qui si parla del futuro dell’Europa e del nostro vivere quotidiano e delle nostre radici. Il grande “omicidio” che la sinistra sta compiendo è la svendita delle nostre radici e dei nostri paesi all’islam… e non se ne rendono conto…purtroppo. 03052019

…by…manliominicucci.myblog.it

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In Germania il corteo di 300 neonazi

La condanna della comunità ebraica, ‘spaventoso’

 

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(ANSA) – BERLINO, 02 MAG – Hanno marciato al grido di ‘nazionalsocialismo ora’ con fiaccole e tamburi 300 estremisti di destra della formazione neonazista Terza via. Il corteo si è svolto il primo maggio per le vie di Plauen, una cittadina della Sassonia. Sdegnata la reazione del presidente del Consiglio centrale ebraico Josef Schuster che oggi ha definito l’evento “sconvolgente e spaventoso”.
La formazione Terza via nasce nel 2013 come costola del Npd, il partito nazionalista di estrema destra, e ha chiari richiami al nazionasocialismo oltre ad aver preso parte alle manifestazioni degli anni scorsi di Pegida.

 

 

 

LA MAGIA DELLE PAROLE…!

LA MAGIA DELLE PAROLE…!

Le parole sono molto importanti, di per se la parola serve per comunicare ma se detta bene e con un fine ben preciso può diventare un’arma pericolosa, può condizionare la mente umana e far fare alle persone quel che si vuole, penso a gesti inconsulti, azioni irrazionali ed ingiustificabili, ma soprattutto può portare alla violenza fisica se questa riesce ad insinuarsi nei comparti dove risiedono i neuroni. C’è chi ha usato la violenza per il fine della  liberazione di una terra o di un popolo, c’è chi l’ha fatta per arricchirsi, c’è chi ha fatto e fa le guerre per la religione, c’è chi uccide solo perché gli è stato detto di farlo e perché è giusto o inculcato nella mente di essere superiore ad altri esseri umani. Tutte queste breve descrizioni come vediamo ruotano intorno alle parole, tutti le utilizzano ed usano la violenza spropositata ma poi cercano di mitigarla, di camuffarla o di nasconderla come fanno i prestigiatori. E’ l’opera d’arte terrena, quella di far sparire i veri significati e voltare a proprio favore con le parole fatti deplorevoli e crimini efferati di cui il genere umano dovrebbe vergognarsi e di questo oggi voglio occuparmi.  Prendo in esame tutte le magie dell’informazione, nazionale ed estera, per dimostrare quanto nella storia sia stata manovrata, falsata e deformata l’informazione globale specie quando è prezzolata dai potenti o da interessi religiosi. Andiamo subito agli esempi pratici: le crociate indette dai vari papa avevano il fine di liberare Gerusalemme, una città occupata con la forza dagli islamici che non avevano nessun diritto, oggi siamo al punto che grazie alla distorta informazione e ai dollari arabi, gli islamici sono diventati le vittime. Con le stesse motivazioni, e non si capisce il perché, ammazzano e massacrano gente non musulmana solo perché gli è stato detto di farlo, la stampa mondiale chiama questi terroristi in diversi modi, prima li definiva solo estremisti radicali, poi terroristi radicalizzati, poi jihadisti, ora li definiscono terroristi islamisti…ridicolo, il termine islamista ha altro significato e non può essere associato al terrorismo, trasformazione delle parole per nascondere la natura dell’islam che è incompatibile con noi occidentali quanto con gli ebrei, ma ci vogliono plasmare le menti con le parole e convincerci che è possibile farlo infatti, non ho mai sentito chiamarli “militanti di moschee”. Il comunismo è per sua stessa natura un’ideologia dittatoriale, dittatura del popolo la si definisce, però la stampa non cita mai il termine dittatura associandola al comunismo né di semplice dittatura, come avviene oggi per la Cina, il Vietnam, Cuba e Corea del Nord e ora anche il Venezuela, questa è la grande magia della trasformazione delle parole nella storia contemporanea del mondo intero . Omissione della parola e la magia è rappresentata dal conio di nuove parole tipo : se dei comunisti terroristi uccidono degli oppositori allora si “dirà che sono compagni che sbagliano”, se i comunisti sfasciano le città e mettono a ferro e fuoco i beni dei cittadini senza motivo, allora si chiameranno “antagonisti, black bloc”, oppure semplicemente “ ragazzi dei centri sociali” ma mai si usa il termine “delinquenti comunisti”. Se avviene una violenza ad una donna, tipo uno stupro, assisteremo a questo tipo di trasformazione, se immigrato, si cercherà di far prevalere la condizione di disagio dello stupratore, omettendo di evidenziare l’idea politica o religiosa di appartenenza e le sue origini, se ha una famiglia o una moglie e dei figli  e suoi precedenti penali. Ora valutiamo l’opposto e cioè la trasformazione delle parole quando queste servono a portare “acqua al proprio mulino”.. Se avviene un piccolo scontro tra militanti di destra e di sinistra, senza conoscere bene le cause e le  colpe di chi ha iniziato, allora le parole che si usano sono le peggiori e le ricorrenti contro una parte ben precisa, fascisti, razzisti e populisti e quant’altro, tutte le parole si usano e si utilizzano per suscitare sdegno e sollevare il disprezzo verso colui o coloro che non fanno parte del colore politico dell’informazione voluta. Un po’ come fanno i dittatori in tempo di regime dove i giornali scrivono quel che piace al dittatore.  Ora i terroristi urbani si chiamano “black bloc” che stanno distruggendo due cose, la prima è la rivolta dei Gilet Gialli e la seconda è la città di Parigi, però un dubbio pervade la mia povera mente e cioè :  ma non è che i “delinquenti urbani” sono manovrati da chi vuole creare caos e in questo momento distruggere gli anti Macron ? Il sospetto è concreto, perché questi delinquenti mettono in pratica la loro violenza sempre nei momenti di crisi politiche ai governanti del momento con evidente fastidio di riflesso alle lobby mondiali, certo, poi è facile attribuire le colpe e far crescere il dissenso verso la vera protesta usando poi le giuste parole nei disastri che loro combinano. A mio avviso i “Gilet Gialli” dovrebbero allontanarli,  e anche con la forza se necessario, perché quelli giocano a favore di Macron, infatti non ho mai capito chi li paga per fare tutti quegli spostamenti in giro per l’Europa che sono certamente molto costosi… . Misteri delle lobby finanziarie…direi.  02052019

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A protestor walks through a cloud of tear gas during a May Day demonstration in Paris, Wednesday, May 1, 2019. French authorities announced tight security measures for May Day demonstrations, with the interior minister saying there was a risk that "radical activists" could join anti-government yellow vest protesters and union workers in the streets of Paris and across the country. (ANSA/AP Photo/Kamil Zihnioglu) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved]

Primo Maggio, black bloc e gilet gialli a Parigi: scontri con la polizia. Il sindacato annulla discorso: “Repressione inaudita”

MONDO
Tra i provocatori anche molti black bloc, circa duemila. Gli agenti hanno risposto con l’uso di gas lacrimogeni. La prefettura ha reso noto che i fermi sono finora stati 288. Il segretario generale del sindacato Cgt (sinistra comunista), Philippe Martinez, ha dovuto rinunciare al punto stampa previsto alla partenza del corteo perché proprio in quel momento imperversavano gli scontri fra gilet, black bloc e polizia. Ferito un poliziotto

Disordini a Montparnasse ancora prima della partenza ufficiale del corteo dei sindacati al quale si aggiungono centinaia di gilet gialli. Alcuni manifestanti hanno cominciato a lanciare sassi e oggetti verso la polizia. Tra i provocatori anche molti black bloc, circa duemila. Gli agenti hanno risposto con l’uso di gas lacrimogeni.  Inseguimenti e cariche si sono registrate nelle vie adiacenti del XIV arroondissement. I fermati, secondo la prefettura, sono stati 288 alle 15, mentre i controlli preventivi effettuati dalle forze dell’ordine sono stati 12.500.

Il segretario lascia corteo tra gli scontri – Il segretario generale del sindacato Cgt (sinistra comunista), Philippe Martinez, ha dovuto rinunciare al punto stampa previsto alla partenza del corteo perché proprio in quel momento imperversavano gli scontri fra gilet gialli e black bloc da una parte e polizia dall’altro. Martinez si è trovato sotto una pioggia di lacrimogeni della polizia e di oggetti lanciati dai manifestanti. Un lacrimogeno ha colpito il pallone aerostatico con la grande sigla Cgt che si staglia al di sopra della testa del corteo ed è ricaduto a pochi metri da Martinez, che ha rinviato la conferenza stampa annullando anche il discorso con il quale avrebbe dovuto lanciare il corteo. Secondo Bfmtv, Martinez ha deciso di lasciare la manifestazione.

Il sindacato: “Da polizia repressione inaudita” –  Il sindacato ha poi diffuso un comunicato per denunciare “una repressione inaudita, indiscriminata e senza discernimentodopo atti di violenza di alcuni”. “. I nostri compagni, e il nostro segretario, si sono visti piovere gas lacrimogeni e granate assordanti”, continua il sindacato. Secondo il quale “lo scenario in corso, scandaloso e mai visto prima, è inammissibile nella nostra democrazia. Questa situazione è in contrasto con le numerose mobilitazioni di salariati, privati del lavoro e pensionati, che hanno avuto luogo stamattina nella calma in oltre 240 manifestazioni”. Il sindacato unitario Fsu che rappresenta in gran parte la funzione pubblica e gli insegnanti, ha abbandonato il corteo, partito alle 14:30 in un’atmosfera che – dopo gli scontri – è tornata calma. Alla fine della manifestazione, però, i poliziotti sono tornati a scontrarsi con i gilet e i black bloc. Un poliziotto è stato ferito sul boulevard de l’Hopital dove scontri fra casseur e agenti sono in corso da una mezz’ora. I pompieri sono dovuti intervenire per spegnere un principio d’incendio in un’agenzia bancaria. Nel frattempo il corteo del sindacato prosegue nella calma il suo percorso verso place de l’Italie

Black bloc nella capitale, fermi già in mattinata – A Besancon, nell’est del paese, da una manifestazione si sono staccati circa 200 gilet gialli che – secondo la radio France Info – hanno tentato di fare irruzione nel commissariato principale della città, ma sono stati respinti. Il clima di tensione ai cortei del Primo maggio era ampiamente previsto a causa della partecipazione dei gilet gialli alle manifestazioni. La preoccupazione era legata anche all’arrivo nella capitale di gruppi nutriti di black bloc. Già in mattinata sono state fermate 35 persone, molto prima che la manifestazione prendesse il via da Montparnasse, in direzione di place d’Italie. In particolare, sono state arrestate 3 persone, una donna spagnola e due uomini tedeschi, sorpresi a manipolare una tanica di benzina. In macchina avevano un coltello, una fionda, due bombole di gas, altre due taniche di carburante, un bidone di acetone e due chili di zucchero, il tutto insieme ad una mappa con l’itinerario della manifestazione.

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RINGRAZIAMENTO ATIPICO…

RINGRAZIAMENTO ATIPICO…

Il presidente del Venezuela, Maduro, oggi in un video alla nazione, in compagnia dei suoi amici di partito e ministri vari, ha ringraziato tutte le forze armate e il popolo venezuelano dichiarando quanto segue : <<  “Voglio congratularmi con voi Forze Armate per l’atteggiamento fermo, leale, valoroso e di enorme saggezza. Ringrazio tutto il popolo venezuelano  per il suo valore, coraggio e coscienza di fronte a questo tentativo di colpo di Stato frustrato, avete dimostrato che un popolo mobilitato è garanzia di tranquillità per la Patria >>. In definitiva, il democratico e civilissimo “presidente Maduro” ringrazia i militari per……… l’uso della violenza contro il suo popolo, cioè, non ho ben capito la manovra, il popolo scende in piazza per cacciarlo protestando e lui invece di accogliere le lagnanze e cercare di capire e risolvere il problema gli spedisce contro i blindati che provocano 60 feriti tra i manifestanti stessi, qui qualcosa non mi torna,  lui anziché disperarsi per i feriti e capire di dover andar via perché non più desiderato cosa fa ?  Ringrazia, forse ringrazia i militari che hanno picchiato il “suo popolo” o ringrazia l’autista del blindato che ha volutamente investito i manifestanti, oppure ringrazia proprio il popolo che è stato picchiato…? E’ da capire, poi, sarebbe bello anche capire perché lo ringrazia il popolo, forse per i digiuni di questi ultimi anni, o forse per la morte di centinaia di venezuelani deceduti per mancanza di medicinali  oppure… forse ringrazia i tre milioni (3.000.000) di venezuelani scappati all’estero per non morire di fame? Certo che è proprio un esempio di uomo meraviglioso il presidente Maduro, che peccato non averlo in Italia uno come lui al governo, chissà come sarebbero felici tutti i radical chic e compagni di sinistra che lo difendono a  spada tratta o non commentano mai le questioni venezuelani e le ignorano perché credo …forse.. sono vicende scomode per la sinistra italiana.. Immaginate per un attimo cosa accadrebbe in Italia in una identica situazione, me li vedo già chiusi in casa i nostri radical sinistroidi  e a non protestare e a condannare, a farlo sicuramente si lede l’immagine del potere socialista, ma pronti invece a condannare, come fanno sempre, il popolo che si ribella dalla fame e dalla povertà…magari in tutti i talk show televisivi e magari urlando in TV che il popolo che si ribella è ..”populista e fascista”…non mi meraviglierei, anzi ora li vedo tutti gioiosi e felici per la vittoria socialista in Spagna… che paradosso epocale… Oddio, anche noi quando abbiamo avuto il governo di sinistra dal 2012 al 2017 abbiamo avuto qualcosa come oltre 700 imprenditori morti suicida nel quinquennio e creati cinque milioni (5.000.000) di posti di ….povertà, e nonostante ciò i radical urlano desiderosi di tornare al potere, quindi niente di nuovo in casa socialità …vessare e malmenare il popolo è consuetudine, basta andare nei paesi socialisti e toccare con mano il loro “modus operandi” presente e passato. Però in tutto il socialismo reale, come sempre accade, qualcuno sfugge alle regole e son sempre loro, i dittatori come  Maduro per esempio, loro…. non hanno problemi, si curano, anche all’estero se necessario, si nutrono abbondantemente  e vivono come sovrani però, si professano uomini del  “..socialismo”…esattamente come i nostri radical chic, vivono da sovrani ma predicano il socialismo ..e voi ci trovate differenze nei raffronti ? 01052019

 …by…manliominicucci.myblog.it

epa07539127 A handout photo made available by the press office of Miraflores shows Venezuelan President Nicolas Maduro speaking during an address transmitted on the mandatory radio and television station, in Caracas, Venezuela, 30 April 2019. Maduro denied that he intended to abandon power and take refuge in Cuba, as said by US Secretary of State, Mike Pompeo.  EPA/MIRAFLORES PRESS HANDOUT HANDOUT/EDITORIAL USE ONLY/NO SALES HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Venezuela, i blindati di Maduro investono la folla: una persona resta a terra

MELODRAMMA DI UNO STUPRO.

MELODRAMMA DI UNO STUPRO.

ATTO PRIMO : LO STUPRO

Lo stupro si è consumato circa tre settimane orsono e se ne ha notizia solo il 29 di Aprile e non se ne comprendono le ragioni di tale ritardo. Gli stupratori, nel numero di due, vengono descritti con dovizia di particolari, di giovane età, 19 e 21 anni, appartenenti a un gruppo politico di estrema destra, uno di loro con precedenti legati a violenza di anni fa ed è anche un consigliere comunale , mentre del secondo si conoscono solo le generalità e nient’altro. La notizia viene data in “pompa magna” sulle prime pagine di tutti i giornali ed è la prima notizia in assoluto, con esaustivi servizi filmati, da tutte le emittenti televisive compresa la Rai, di cui Tg3 ne è la massima rappresentazione.

ATTO SECONDO : UNA SANA INFORMAZIONE

Nel servizio filmato di mamma Rai, TG3 delle 14,30,  viene anche mostrata un’intervista ad un giornalista di Repubblica, per la precisione lui non so cosa abbia a che fare con la vicenda stupro ma gli viene concessa l’opportunità di esternare e rilasciare un racconto sulla sua vita del momento, quello di essere stato minacciato da estremisti di destra e che ora fruisce della protezione della polizia. Il servizio dello stupro associato all’intervista del giornalista minacciato dura quasi cinque minuti….. davvero tanto per un servizio televisivo ma l’informazione reclama i suoi….diritti…sarà, ma intanto lo paghiamo noi…il servizio.

ATTO TERZO : IL CANTO

Dopo il servizio video si ritorna in studio e la conduttrice del telegiornale ci informa che il presidente del Lazio, e non il segretario del PD, si costituirà parte civile nell’immediato processo contro i due stupratori perché, a suo dire, è inaccettabile che accadono queste cose in un …paese civile. Già, vien da chiedere : è invece civile quando gli stupri sono di origine immigrata ? Qualcosa non torna.

ATTO QUARTO : NON SPUTARE IN ARIA CHE ….

Quindi per uno  stupro di due ragazzini con una donna adulta, e senza morte per fortuna, abbiamo un quadro completo dei due giovani criminali, le generalità e la cittadinanza degli stupratori, l’età precisa e i loro precedenti, il colore della pelle, l’appartenenza al colore politico e la loro posizione politica. Molto bene, la precisione e la correttezza dell’informazione è d’obbligo in certi casi e mi compiaccio che sia così, ma perché non è la stessa in altre occasioni ? Già, spiegate al popolo televisivo italiano perché quando sono state stuprate altre donne italiane omettete di dire che sono immigrati, il colore della pelle, la loro religione e perché quando hanno “avuto regalata la cittadinanza italiana” nascondete la provenienza con frasi di circostanza tipo : cittadino italiano di origine……? Poi, come mai per stupri compiuti dagli immigrati a volte l’informazione viene solo menzionata con una breve nota o addirittura taciuta e mai diffusa adeguatamente come si conviene e come è accaduto in questi giorni per quello dei due ragazzi di estrema destra ? E come mai il segretario del PD con tutti gli esponenti di sinistra non si sono sentiti offesi in tal modo e in dovere di rilasciare le stesse dichiarazioni di sdegno per le altre donne stuprate e in particolare per Desiree Mariottini, la ragazza di 16 anni, stuprata e massacrata dopo essere stata drogata da un gruppo di immigrati clandestini e già… dimenticata ?

ATTO QUINTO : RIFLESSIONE

Riflessione del momento : consto con profondo rammarico che quando si trattano reati anche banali ma legati agli italiani, vedo la stampa e media muoversi con offensive mediatiche senza precedenti, mentre quando si tratta di immigrati che compiono crimini efferati si tende sempre a minimizzare e nessuno si sente indignato, avvilito né scandalizzato tanto da essere sollecitato a indire una manifestazione di solidarietà verso le vittime e a chiedere l’immediata espulsione dal nostro territorio gli immigrati che nelle loro convinzioni ideologiche e religiose hanno lo stupro e violenze varie sulle donne . No, non vedo tutto questo.

ATTO FINALE

Perché due pesi e due misure ?  Devo pensare che forse gli stupri dei migranti sono effetti collaterali accettabili nel contesto dell’immigrazione forzata? O forse gli stupri ad opera dei musulmani e malati mentali di varie nazionalità sono diversi da quello dei due estremisti di destra e tollerabili ? Perché si continua a fare un’informazione ipocrita e di parte simile a quella pei peggiori regimi totalitari ? Questo “modus operandi” della stampa è proprio una vergogna inaccettabile per un  paese civile, moderno e democratico.  30042019

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Stupro di Viterbo, i due giovani di CasaPound contro la vittima: “Lei era consenziente”. Ma i video li inchiodano

Da sinistra Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi: sono i due esponenti di CasaPound di Viterbo accusati di violenza sessuale

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Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci hanno risposto al giudice durante l’interrogatorio di garanzia. Nei filmati la “prova del braccio” sulla donna di 36 anni stordita e inerme. La vittima: “Io li odio”. Il legale: “L’hanno massacrata”

Hanno negato la violenza sessuale e sostenuto che fosse un “rapporto consenziente”. Si sono difesi così davanti al gup Francesco Chiricozzi, consigliere comunale di Casapound di Vallerano (Viterbo) e Riccardo Licci altro esponente dell’associazione di estrema destra, arrestati lunedì per lo stupro di una donna di 36 anni nel pub ‘Old Manners’ di Viterbo, locale diventato sede privata di CasaPound e di cui i due avevano le chiavi. “I nostri assistiti hanno risposto alle domande del giudice e ricostruito i fatti in maniera diversa rispetto a quanto detto dalla persona offesa”, hanno affermato gli avvocati Domenico Gorziglia e Marco Mazzatosta, difensori dei due giovani che oggi hanno risposto alle domande del gup Rita Cialoni durante l’interrogatorio di garanzia. Secondo i loro legali i due “sono molto provati e sotto shock, sono due ragazzi di vent’anni travolti da questa situazione”.
Ma il legale della vittima rispedisce la ricostruzione al mittente e ribadisce che la vittima conferma la sua versione dei fatti: “Ma quale rapporto consenziente. Spiegatemi allora come fa ad essere piena di lividi e con un occhio nero. La verità è che l’hanno massacrata, ha preso un sacco di botte ed è svenuta”, ha spiegato l’avvocato Franco Taurchini. Al legale la donna ha raccontato di aver conosciuto i due ragazzi in un pub e di non averli mai visti prima. “Poi quando le hanno proposto di andare in un altro locale, lei ha accettato, le sembravano persone per bene”. Ma una volta all’Old Manners le cose sono cambiate. “Ci siamo seduti ad un tavolo a bere e chiacchierare – ha raccontato la donna al legale – poi uno di loro si è alzato ed è andato a prendere altro da bere. Avevo chiesto una birra ma mi hanno portato qualcos’altro. Poco dopo uno di loro mi ha colpita con un pugno sull’occhio e sono svenuta. Poi non ricordo più nulla”. Quello che è avvenuto dopo lo raccontano i video in mano agli inquirenti. “Si è risvegliata nel suo letto – dice ancora l’avvocato – e non sa neanche come ci sia arrivata”. E la vittima dice di loro: “Li odio”

E’ persona già nota alla Digos, Francesco Chiricozzi, non solo per la sua nomina a consigliere comunale a Vallerano, ma perché, ancora minorenne, insieme ad altri due picchiò selvaggiamente con una cinghia un ragazzino che aveva prendere in giro Cp sulla bacheca Fb. La scorsa notte la sua ferocia non si è smentita davanti a una donna e il video dello stupro girato con il telefonino ha fatto inorridire anche gli inquirenti. La prova più schiacciante della violenza è proprio in uno dei video trovati dagli inquirenti nei cellulari dei due giovani. Un film dell’orrore che comincia con il corpo di una donna steso in terra al centro del circolo Old Manners, che non dà segni di vita. Uno dei due le alza un braccio e mentre i secondi corrono sul display del cellulare e il braccio ricade giù, a dimostrazione del fatto che il pugno che le avevano sferrato sul volto, l’aveva stordita, aveva sortito l’effetto sperato. Quindi, una volta appurato che la donna non poteva reagire, la spogliano, anche loro si denudano e, a turno, abusano di lei. E tutto avviene dopo averla fatta ubriacare, dopo averle teso la trappola dell’invito a una festa e dopo averla colpita con un cazzotto in pieno volto quando lei aveva rifiutato le loro attenzioni.

Era stata la donna, ancora sotto shock, a recarsi, la mattina del 12 aprile, al pronto soccorso e a raccontare la violenza subita nella notte. L’avevano ingannata, per convincerla a seguirli le avevano detto che nel locale c’era una festa tra camerati e lei, simpatizzante, ci aveva creduto. Invece era un tranello, ha cercato di reagire, l’hanno colpita e poi ha subito uno stupro violento, durato almeno un paio d’ore. E proprio i filmati trovati nei telefonini dei due indagati sono stati determinanti per la richiesta dell’arresto.