Archivio mensile: settembre 2020

VIRUS SI’… VIRUS NO !

05092020 Zangrillo

VIRUS SI’… VIRUS NO !

Però, glielo voglio proprio dire e senza mezzi termini “caro dott. Zangrillo”, questo modo di fare comunicazione scientifica rivolta al pubblico italiano e ad ipotetici pazienti è al quantomeno pietosa ed inaccettabile. Già, sino a qualche settimana addietro lei sosteneva con tanta “nonchalance” che il virus era sul percorso della sua fine biologica, cioè che era ” clinicamente morto “… ed oggi, ci vieni a raccontare esattamente l’opposto giustificando che la sua narrazione dell’epoca era la fotografia delle osservazione del momento sullo studio del virus, ma le sembra serio e professionale una comunicazione confusionaria del genere in tempo di pandemia e con le paure di milioni di persone ? Poteva senz’altro risparmiarsi un’affermazione del genere e non farci illudere sulla fine del coronavirus,  e ora, noi poveri “ignoranti della materia”, di chi dobbiamo fidarci  se lei si auto smentisce clamorosamente ? Ci rifletta attentamente, perché il casino che ha combinato non è di poca cosa… infatti  in futuro, di chi  dovremo fidarci e chiedere lumi sul virus, forse al nostro meccanico e all’amato salumiere o macellaio  ? Sono profondamente deluso dalla sua incompetenza professionale comunicativa, prima sosteneva che il virus non sarebbe mai arrivato in Italia, non lo dimentico quel che disse nel mese di febbraio 2020, poi, esploso il contagio con tutta la sua virulenza e tra tanti morti ha cambiato opinione sul virus facendolo opportunamente diventare un serio problema da affrontare con cautela e con le necessarie prevenzioni, passata la tempesta ci ha rassicurato che il virus era in fase “terminale e stava morendo” ora ci fa  ripiombare nuovamente nella paura  e nel terrore del contagio… ma che modi sono questi ? Se lei non è in grado di formulare pareri affidabili  si astenga dal farlo, perché la gente pende dalla vostre labbra e prende sul serio quel che andate ciarlando in Tv ogni santo giorno, non se ne può più… con la salute non si gioca e la smetta di fare dichiarazioni giusto per apparire sui giornali. Lei ha perso credibilità ed ora, almeno per me lo è sempre stato dall’inizio della pandemia, è inaffidabile, da oggi gli italiani potranno fare a meno del suo contributo mediatico. E’ vergognoso che un professionista del suo calibro prima ci illuda poi faccia retro marcia e dice di essersi sbagliato… sbagliato un cavolo, qui la gente è incazzata nera proprio per l’informazione farlocca che riceviamo da sei mesi e poi, non dimentichi che ci sono i parenti di 35.000 italiani morti dei quali non sanno niente dei loro cari  e non viene detto loro il perché sono stati cremati contro il volere dei parenti stessi. Smettiamola con questo stillicidio di notizie confusionarie, per non dire false come io sospetto dal lontano mese di marzo, noi italiani non meritiamo questo e faccia meno apparizioni in Tv e svolga il suo lavoro in un religioso silenzio… che è dovuto visto la gravità della situazione e il numero di decessi. 04092020

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CRONACA- 4 SETTEMBRE 2020

Coronavirus, Zangrillo: “Virus clinicamente morto? Ho usato tono forte e stonato, ma era fotografia di ciò che osservavamo”

05092020 Zangrillo

di F. Q. | 4 SETTEMBRE 2020

 

“Sollecitato provocatoriamente dissi che il virus è clinicamente morto. Ho usato un tono forte, probabilmente stonato, ma fotografava quello che osservavamo e continuiamo a osservare”. È la parziale marcia indietro di Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano, durante la conferenza stampa convocata per fare il punto sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi. “o non ho mai negato che il virus esista, che contagi e che sia stato drammaticamente letale e pericoloso. Però sono stato anche il primo a dire che dobbiamo convivere con Sars-CoV-2, senza tener conto di un eventuale vaccino. Serve rispetto delle regole ma anche distanza da isteria collettiva”

IL GIOCO DELLE TRE CARTE !

04092020 PESCHERECCI SEQUESTRATI

IL GIOCO DELLE TRE CARTE !

Ci risiamo, i libici tornano a giocare sporco e rimettono in campo il vecchio gioco dei sequestri di pescherecci siciliani, vecchia e consumata pratica di Gheddafi memoria, quando i libici volevano incassare soldi dall’Italia che facevano ? S’inventavano lo sconfinamento nelle acque territoriali libiche delle nostre imbarcazioni impegnate nella pesca sebbene geograficamente e nella realtà si trovassero in acque internazionali. Qualunque imbarcazione che si trova a trentacinque miglia dalla costa, nel diritto nautico, si trova in acque internazionali. Quindi ci spiegassero i libici per quale motivo sono stati sequestrati i nostri pescherecci ? Curioso poi… non fermano i migranti sotto costa e su dei gommoni lenti e farlocchi e poi vanno a bloccare i nostri pescherecci in alto mare. Siamo troppo molli e fessi e loro lo hanno capito e se ne approfittano. Mandate le portaerei e le navi da guerra nella zona e poi vediamo se fanno ancora i prepotenti con le nostre imbarcazioni. Qualcuno ha visto il nostro ministro della difesa ? E comunque, c’è da dire che la presenza militare turca nelle loro basi sta facendo crescere la loro arroganza e prepotenza, alle minacce bisogna rispondere con durezza e non con la comprensione e la sottomissione. Questo è solo l’inizio, statene certi… in futuro ne vedremo di peggio nel mar Mediterraneo, un mare non più “Nostrum”… ma dei turchi. Sveglia, la nostra politica estera è fallimentare in tutti i sensi e queste ne sono le conseguenze, e se non cambiamo ministro degli esteri e strategia politica ci ritroveremo a vendere tutti quanti… le bibite negli stadi turchi. 03092020

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Due pescherecci sequestrati in Libia, due sono fuggiti

Sono della marineria di Mazara del Vallo

04092020 PESCHERECCI SEQUESTRATI

Redazione ANSAMAZARA DEL VALLO

02 settembre 2020

Due pescherecci della marineria di Mazara del Vallo, l’Antartide e il Medinea, sono stati sequestrati dalle autorità libiche a circa 35 miglia a Nord di Bengasi. Altri due pescherecci, che navigavano nelle vicinanze, sono riusciti a sfuggire alla cattura.
Sarebbero diciotto complessivamente i marinai portati a Bengasi dai militari libici. Sono i componenti dei due natanti sequestrati, il Medinea e l’Antartide, e i comandanti dei due riusciti a fuggire, l’Anna Madre di Mazara del Vallo e del Natalino di Pozzallo (Ragusa). Starebbero tutti bene. I comandanti dei quattro pescherecci sono stati fatti salire su un gommone della marina militare libica e mentre era in corso questa operazione due dei quattro motopesca siciliani sono riusciti a fuggire.

Il sequestro dei pescherecci italiani è avvenuto nella tarda serata di ieri, a circa 40 miglia dalla costa di Bengasi, area dove erano presenti 9 o 10 imbarcazioni. Lo dice il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci. “Non ho elementi per suffragare la mia ipotesi – aggiunge – ma penso che la tempistica non sia casuale: il sequestro è avvenuto mentre il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio era in Libia ed è stato effettuato da autorità marittime che fanno capo all’autoproclamato governo dell’est del Paese”. “Inutile dire che la marineria di Mazara del Vallo è molto preoccupata e lo siamo tutti. Ma nutro fiducia nella nostra ambasciata che in situazioni simili ha avuto comportamenti ineccepibili”, conclude.

 

 

I SEGNALI DELLA CIVILTA’… E QUALI SAREBBERO ?

04092020 euroma2

I SEGNALI DELLA CIVILTA’… E QUALI SAREBBERO ?

Ieri sera, in prossimità di una siepe, che delimita un parco residenziale a Roccapiemonte nel salernitano, è stato rinvenuto il corpicino senza vita di un neonato, con ancora il cordone ombelicale attaccato e quindi appena partorito e con un evidente taglio sul piccolo capo… che forse ne ha determinato la morte. I genitori naturali sono stati arrestati, lui un uomo di 47 anni, ora in carcere a Salerno e la madre, di 42 anni, è in ospedale e piantonata dai carabinieri, del loro primo genito si occupano i nonni in quanto affidatari del bambino. La salma del piccolo è all’obitorio dove verrà eseguito l’esame autoptico per stabilire, innanzitutto, se sia nato vivo o morto, vediamo gli sviluppi per capire, comunque sia gli ospedali ci sono e mi chiedo perché non abbia partorito lì come fanno tante donne, evidentemente l’uomo avrà avuto un peso, presumo, nella decisione della donna ? Pensavo che questa ennesima tragedia del bimbo morto o ammazzato si fosse esaurita con la notizia del tragico ritrovamento ed invece leggo, sempre nella tarda serata, una nuova e ancor più agghiacciante notizia che ci giunge dalla Germania. Mi coglie di sorpresa, una roba del genere non l’ascolti e te la fai scivolare addosso così senza reagire… sono rimasto interdetto per diversi minuti, non riesco proprio ad immaginare come si possa fare ad uccidere ben cinque bambini e figli  tutti in una volta, infatti, sono stati trovati i cadaveri di cinque fratellini di 1- 2- 3- 6 e 8 anni, morti ammazzati dalla propria madre in una casa di Solingen, nel land Nordreno-Vestfalia, i cinque bambini sarebbero stati uccisi, uso il condizionale, dalla madre e un sesto fratellino  si è miracolosamente salvato perché fortunatamente ospite nella casa della nonna. Questi incredibili episodi seguono un altro accaduto il 19 di Agosto u.s. la cui gravità dovrebbe indignare il mondo occidentale, tutte le donne, tutte le mamme e tutte le nonne ma… come  al solito “non odo nulla”. Ebbene, in Pakistan una bambina di appena sei anni, di nome Seema, è stata violentata (a sei anni !), torturata, colpita a morte con una pietra e poi messa in un sacco e gettata come si trattasse di banale pattumiera del tipo “umido non riciclabile”. Questa la triste fine di Seema, una bambina di 6 anni di Nowshera, lei viveva nel nord del Pakistan, ed  era uscita di casa per andare a giocare con le sue amichette ma che purtroppo in quella casa non vi è più tornata. L’attuale giornata non è diversa da quella di ieri e si conclude con l’ennesima vergogna della civilissima e accogliente Italia… già, un’altra dimostrazione di quanta civiltà abbiamo acquisto negli ultimi decenni, ora non si presta più soccorso ad un uomo colto da malore e morente come si soleva fare 20 30 anni fa, eh no… ora la tragedia diventa spettacolo da “Grande Fratello” e lo si immortala con un video in diretta o una registrazione da postare con calma dopo, magari c’è qualcuno che scatta anche delle foto dei momenti più salienti dell’intervento dei sanitari che nell’occasione… guarda un po’… hanno anche avuto difficolta ad intervenire a soccorrere l’uomo perché impediti da un nugolo di bravi fotografi e videoamatori dotati del necessario mezzo di comunicazione, strumento  imposto dalla civiltà e progresso che è lo “smartphone”, e che consente di insinuarsi nell’arte della ripresa-mania. Se il 2020 rappresenta l’anno della civiltà mi dite quali sono i suoi segnali ? Già, perché io non ne vedo e… preferisco, senza ombra di dubbi i miei stupidi e antiquati anni ’80, dove la vera solidarietà, amore e affetto tra gli esseri umani era un bene comune e reale e non a parole come oggi. Chiudiamo la triste parentesi di due orrende giornate ! 03092020

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Muore al centro commerciale Euroma 2, la gente si accalca per fare video e foto impedisce i soccorsi

04092020 euroma2

3 SETTEMBRE 2020

Un uomo muore per un malore improvviso e una massa di curiosi armati di smartphone si accalca per immortalare l’evento scattando foto e video. Sembra la descrizione di una delle tante vignette che girano sul web relative al futuro che attende le nuove generazioni “super connesse” e invece è quanto accaduto ieri in un centro commerciale di Roma.

Da questa pandemia dovevamo uscire migliori ma sembra che siamo ben lontani dal perdere alcune pessime abitudini come la morbosa curiosità e il desiderio di fare selfie, foto o video anche in condizioni che la decenza dovrebbe farci evitare.

È il caso di chi, ieri, in seguito alla morte improvvisa di un uomo di 73 anni all’interno del centro commerciale Euroma 2 di Roma ha pensato bene di accalcarsi per non perdere la scena e poter scattare foto o video con i propri smartphone. Perfetti esponenti di una società dell’apparire che non può perdere lo “scoop”, l’evento a cui si assiste, condividendolo sui social anche quando è decisamente di cattivo gusto e sprezzante del dovuto rispetto che merita ogni essere umano.

Ma tornando al fatto, una folla di curiosi si è riunita intorno all’uomo accasciato a terra e la calca impediva tra l’altro i soccorsi, secondo quanto ha dichiarato il responsabile del centro commerciale a Il Messaggero.

Il reparto è stato immediatamente chiuso proprio per lasciare la possibilità agli operatori sanitari di intervenire, anche se ormai era troppo tardi. Nonostante i tentativi di rianimazione, infatti, l’uomo è deceduto.

Successivamente, a causa di questo gruppo di persone senza scrupoli che continuavano comunque ad avvicinarsi con i loro smartphone, il direttore del centro commerciale ha deciso di chiudere l’intera struttura e sono stati fatti uscire tutti i clienti.

Solo qualche giorno fa vi avevamo parlato di un altro fatto increscioso avvenuto in un supermercato dove un dipendente era morto ma, pur di non chiudere l’esercizio commerciale, il cadavere in attesa di essere portato via era stato coperto con degli ombrelli e recintato con scatoloni.

Sono fatti davvero incommentabili che testimoniano il livello di bassezza a cui può arrivare il genere umano, irrispettoso di tutto, morte compresa!

Fonte: Il Messaggero

 

 

 

LA NUOVA CAMORRA DEI TAMPONI !

03092020 Tampon triffa

LA NUOVA CAMORRA DEI TAMPONI !

Altro che Mafia siciliana o Camorra napoletana… quelli sono dei dilettanti allo sbaraglio in confronto ai delinquenti delle case farmaceutiche internazionali e dei “cari cinesi farlocchi e truffaldini” amici di “Gigino il bibitaro e di Cesare Augusto Giuseppi ”. Dopo averci tenuto nascosto il virus per mesi ora ci propinano anche, ed io ci credo appieno, dei  tamponi inaffidabili ma soprattutto taroccati, tamponi che all’uso  ti danno la positività prima di ancora di essere testati sul paziente… ma è ridicolo quanto irritante e vergognoso la superficialità del governo cinese e quello italiano, insomma e basta, stiamo parlando, incredibilmente, di tamponi modificati il cui fine e unico è quello far soldi a danno della sanità pubblica, quindi soldi nostri, e creare panico tra la gente e ciò non va bene per niente… qui si rischia la vita e il disastro economico e questi giocano a far soldi e a fare i potenti ?   La smettessero di fare tamponi a tutti, tanto abbiamo capito che non servono a niente e sono solo un modo per terrorizzare la gente. Io non l’ho mai fatto né lo farò mai, anche perché le mie convinzioni sulla loro inutilità si sono materializzate già da tempo e trovano conferma in quest’articolo ed aggiungo che anche la comunità scientifica internazionale accreditata si è espressa in linea col mio pensiero. Oggi la protezione civile ha diffuso il dato sui tamponi effettuati, sono stati oltre centomila con un riscontro di 1300 e oltre di contagiati ma di questi , a parte i deceduti, che secondo me passano a miglior vita per altre cause e non certamente per un virus che ha perso la sua aggressività, non ci viene detto quanti sono stati ricoverati in terapia intensiva né quanti nei semplice reparti infettivi ed è questione che va avanti da mesi, perché cari signori tutti, ogni santo giorno io pubblico quei dati proprio perché nessuno dimentichi o si distragga. Quindi che ci state nascondendo ? Sono farlocchi anche questi di oggi ? O siccome li avete profumatamente pagati e li abbiamo nei depositi… quindi bisogna consumarli per accrescere il terrore, non è forse così ?

02092020 …by…manliominicucci.myblog.it

La Svezia ha scoperto migliaia di falsi positivi nei kit di test prodotti in Cina

03092020 Tampon triffa

2 Settembre 2020

L’Agenzia svedese per la sanità pubblica ha annunciato che molti kit di test COVID-19 ricevuti dalla Cina contenevano migliaia di falsi positivi durante i controlli di routine.

Un’infermiera (che vuole rimanere anonima) si è presa la briga di analizzare il tampone che viene fatto in Italia, e guarda un pò! è risultato positivo senza neanche usarlo. L’infermiera, naturalmente vuole mantenere l’anonimato, perchè si sa, qui in Italia se dici la verità perdi il posto di lavoro, quindi si potrebbe pensare che sia una fake, ma se invece non lo fosse? ormai lo sanno anche i muri che i tamponi non sono assolutamente affidabili, lo hanno ammesso più volte anche in TVma la gente continua a spendere soldi per un qualcosa che non da nessuna certezza, se in un’azienda un dipendente risulta positivo, anche se sta bene e non ha sintomi, perchè magari il virus, come dicono i virologi VERI, non ha più la carica virale che aveva, o più semplicemente perchè i tamponi non sono affidabili, sono costretti a chiudere e mandare a casa i dipendenti.
Ora In Svezia hanno scoperto falsi positivi nei kit di test prodotti in Cina … DOMANDA … c’è da fidarsi dei tamponi?
Ci rendiamo conto dello stato d’animo di una persona che terrorizzata dalla TV e giornali, riceve la notizia che è positivo al covid?
Ci rendiamo conto di quanto siamo presi in giro? il video che segue ci da una dimostrazione di quanto quelli che la verità la sanno, hanno paura del virus …

 

E GIUNSE LA FINE DEL M5D !

03092020 ON. AIELLO

E GIUNSE LA FINE DEL M5D !

Finalmente c’è qualcuno che ha il coraggio di dirlo che il M5D si è venduto miseramente alla poltrona degli affari e malaffari per cinque miseri denari… stanca delle bugie dei suoi capi è andata via dal movimento sbattendo la porta, e in malo modo, perché loro non meritano nessun rispetto. E ha fatto benissimo, anche se un po’ in ritardo ma la decisione è giusta, non poteva continuare a tradire i suoi elettori in modo così plateale, da lodare, anche se tardivo, l’atteggiamento della deputata. La notizia dell’abbondono al movimento è stata commentata stamattina in TV (Tv8) da un suo ex collega grillino il quale, con piglio e aria da superiorità, si è dichiarato dispiaciuto della perdita e fuga della collega ma che comunque lui rispetta la decisione di chiunque “cambi idea”. Benissimo… c’è solo un piccolo problema di fondo che le sfugge “caro on. del M5D”, ed è, che l’idea politica l’avete cambiata voi nel corso di appena un anno e solo per mero interesse di poltrona e rimanere attaccati con la colla al governo… punto ! Altro che rispetto egregio on. Ciarlatano… Un movimento farlocco che ha tradito il mandato elettorale conferitogli appena due anni fa dagli elettori che hanno creduto in loro e nelle loro parole e promesse, idee che si fondavano su concetti esattamente contrari di quelli perseguiti e caldeggiati e difesi oggi, con l’attuazione di programmi che vanno in tutt’altra direzione e che ci raccontano un’altra narrazione della vita politica attuale fatta di inciuci e compromessi al ribasso con il PD, Renzi e l’estrema sinistra. Confesso che ho sempre dubitato del M5D sin dal lontano fine 2012, mi ci ero anche iscritto, solo che la mia iscrizione è stata davvero effimera perché appena finito di leggere lo statuto del movimento mi sono subito disiscritto, e sin da allora ho capito che se mai fossero riusciti ad andare al governo, i dati dell’epoca lo lasciavano intendere, per il nostro paese sarebbe stata una grande sciagura perché chi realmente decide non sono gli iscritti l tramite la bufala della piattaforma Rousseau ma è sempre uno, solo uno, o meglio lui… il “Dux Grillum “. Spero che dopo questa ennesima fuga scappi via anche qualcun altro che ha ancora un’onestà intellettuale e soprattutto rispetto per quegli elettori pugnalati alle spalle e venduti per cinque denari… Giuda vendette Cristo per 30 denari ma era destinato a farlo mentre loro hanno venduto un paese intero e lo hanno trascinato nel baratro in tutti i sensi, e mentre io mi esaspero per l’attuale situazione italica loro, i maledetti M5D-PD, ci stanno riempiendo di immigrati clandestini e delinquenti. Brava alla on. Aiello, bentornata in Italia e col popolo italiano ! 02092020

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La deputata Aiello dice addio al M5S: “Non mi rappresenta più, tradite le idee di Casaleggio”

03092020 ON. AIELLO

Siciliana e testimone di giustizia, la parlamentare annuncia la decisione con un lungo sfogo su Fb: “Amarezza per tutto il lavoro svolto, vanificato da persone che non si sono mai occupate di antimafia con la formazione adeguata. Di quanto fatto non rimane nulla, è sempre il ministro a decidere tutto, sicuramente non in autonomia”

02 settembre 2020

Piera Aiello, deputata e testimone di giustizia

“Mi dimetto dal Movimento 5 Stelle, che non mi rappresenta più, continuando la mia attività di parlamentare”. Lo annuncia la deputata Piera Aiello in un lungo post su Facebook in cui la parlamentare siciliana, testimone di giustizia, spiega le ragioni del suo addio. “Non nascondo l’amarezza per tutto il lavoro che ho fatto, non solo in questi due anni da deputato ma anche negli anni quale semplice testimone di giustizia, lavoro vanificato da persone che non si sono mai occupate di antimafia con la formazione adeguata”, spiega Aiello secondo cui “dopo mesi di sedicenti confronti, di tutto il lavoro parlamentare non rimane nulla. È sempre il ministro a decidere tutto e sicuramente non in autonomia”. “A livello locale si sono commessi errori, avendo selezionato candidati sindaco privi delle competenze necessarie in una realtà così complessa qual è la Sicilia. Non voglio essere considerata complice di quanto è accaduto nonché chiudere gli occhi su quanto sta accadendo”, attacca.

“Negli anni mi ero appassionata a Gianroberto Casaleggio, uno dei padri del Movimento 5 Stelle, per le sue idee innovative, in cui era palese la voglia di un cambiamento concreto nell’ambito politico. Tante sono le cose dette da Gianroberto Casaleggio, che condivido appieno e che hanno contribuito alla mia decisione di entrare in questa grande famiglia. Ho ritenuto opportuno fare questa premessa perché chiunque avesse deciso di candidarsi in nome di questi ideali avrebbe dovuto essere un cittadino modello, giusto e osservante delle regole e delle leggi e con una fedina penale limpida. Solo in questo caso il Movimento mi avrebbe rappresentata, anche perché negli anni si era battuto in nome della verità, della giustizia e della legalità affiancando i testimoni di giustizia e addirittura accompagnandoli e ascoltandoli in commissione parlamentare antimafia. Ma se ad oggi mi trovo a scrivere tutto ciò è perché, in due anni, di questi ideali non ho visto attuare neanche l’ombra”, scrive Aiello su Fb.

“Sicuramente sono state fatte leggi importanti come lo ‘Spazza corrotti’, il ‘416-ter’, la ‘riforma della prescrizione’, l’inserimento del ‘Troyan’ come strumento per le intercettazioni, ma di fatto rese vane nel momento in cui vengono mandati agli arresti domiciliari ergastolani del 41bis tramite una semplice circolare concordata con gli organi del Dap e il ministro Bonafede”, attacca la deputata ex M5S, che prosegue: “Sono anch’io un membro della commissione Antimafia dove coordino il comitato sui testimoni e collaboratori di giustizia e imprenditori vittime di racket e usura. Ho coordinato diverse audizioni, circa 45, dalle quali è emerso tutto il loro disagio. Per quanto riguarda testimoni e collaboratori, anche se sono due figure ben distinte, ascoltandoli è apparso evidente che queste persone vivono da anni in un sistema di protezione che tutto fa fuorché proteggerli”.

E Aiello, al termine del post, puntualizza: “Faccio presente di essere in regola con le restituzioni e con la rendicontazione che il Movimento ha richiesto ai portavoce, soprattutto non sento in alcun modo di tradire i miei elettori i quali mi hanno conferito l’onore e l’onere di essere eletta alla Camera dei deputati sotto il simbolo del Movimento”.

 

L’ORA DELLA RISCOSSA E’ GIUNTA !

02092020 CHALIE HEBDO

L’ORA DELLA RISCOSSA E’ GIUNTA !

Parigi  7 gennaio 2015, quando il famoso giornale satirico Charlie Hebdo visse il momento più drammatico della storia giornalistica francese nessuno avrebbe mai pensato che dei folli potessero uccidere dodici inerme persone, “colpevoli” di aver disegnato e pubblicato sul loro giornale una  banalissima vignetta, un massacro, una follia omicida generata da quella violenza islamica che semina odio e terrore anche per un banale disegnino ironico o per un libro bruciato. Ridicolo modo di reagire, pensate un attimo, così giusto per far due chiacchiere, se noi occidentali cristiani reagissimo allo stesso modo e con la stessa violenza inaudita ad ogni ingiuria ed offesa fatta a Gesù Cristo o alla cristianità, esattamente come fanno gli islamici, ebbene oggi tutti i paesi musulmani e  gli arabi non esisterebbero più… già, usando il loro stesso metro di reazione ed essendo in linea col loro principio, noi li avremmo bombardati e fatti sparire con le armi nucleari nel giro di un paio d’ore… fortuna che loro non le hanno le armi nucleari… altrimenti ce le butterebbero senza neanche pensarci… statene certi. Tutto il mondo, Papa compreso, si strinse attorno a loro in un vortice di solidarietà… umana e affettiva, gesti nobili che però sono durati sino alla data della… sepoltura delle vittime. Dopo di ciò Papa Bergoglio giustificò l’attentato alla redazione del giornale francese dichiarando, in modo sorprendente, che “se uno offende la propria madre è giusto che reagisca”, quindi noi adesso come dovremmo reagire in funzione degli innumerevoli stupri, teste di cristiani mozzate e ragazze cristiane bruciate vive caro signor Papa ? Ma la sconfitta e la vittoria islamica assunse un epilogo umiliante per l’occidente, infatti,  la redazione parigina decise che non avrebbe mai più pubblicato vignette satiriche riferite alla religione islamica e nei confronti dell’Islam, del profeta Maometto e del Corano ma, contrariamente ad ogni logica… non smise di pubblicare le vignette sul cristianesimo anzi,  continuò con la sua “solita verve e si accanì”  in particolar modo sulla sacra figura del nostro Messia. Due modus totalmente diversi ad affrontare le questioni, uno con la sottomissione e l’altro con l’arroganza di sempre, cauti con gli islamici, in quanto reagiscono col mitra e le bombe e il taglio della gola, spavaldi con i cristiani, noi reagiamo con la comprensione e la benevolenza a tutte le offese ed ingiurie e tuttavia, nell’occasione, rammento a tutti che scrissi diversi articoli contro la decisione arrendevole e di sottomissione all’islam, la democrazia e la libertà si difendono anche a costo della vita, le battaglie si combattono e si vincono mettendo in conto anche la drammatica ipotesi di essere ammazzati o rapiti, come accade in certe zone calde dell’Africa  e dell’Asia, e voglio ricordare, giusto per onorare la memoria dei caduti, quanti sacerdoti missionari cristiani sono morti in nome di Gesù Cristo, la cui loro colpa era solo quella di voler evangelizzare degli esseri umani lontani da Dio. Apprendo della notizia di ripubblicare le vignette satiriche che ritraggono il “profeta Maometto” e la “pacifica religione islamica” come la resurrezione della libertà di stampa e il diritto sancito dalle nostre costituzioni, ovvero quello della satira politica e religiosa. Benissimo, paludo agli amici di Charlie Hebdo per il loro coraggio e alla difesa dei diritti costituzionali, alla ripresa del diritto di satira e do loro una buon lavoro con l’invito a non farsi terrorizzare da possibili attentati terroristici, più siamo a combattere e più diventiamo forti a difendere la libertà e democrazia !

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FRANCIA

Charlie Hebdo ripubblica le vignette su Maometto: «Non ci piegheremo mai»

La scelta del settimanale nella settimana in cui si apre il processo per gli attentati del gennaio 2015: in copertina le vignette che scatenarono l’attacco che fece 12 vittime

di Stefano Montefiori

02092020 CHALIE HEBDO

 

Alla vigilia dell’apertura del processo per gli attentati del gennaio 2015 a Parigi il settimanale satirico Charlie Hebdo ripubblica le vignette su Maometto che ne hanno fatto il bersaglio dei terroristi islamici. Il 7 gennaio 2015 i fratelli Chérif e Said Kouachi, francesi di origine algerina nati a Parigi, fecero irruzione nella redazione del giornale, al numero 10 di rue Nicolas-Appert, uccidendo 11 persone e poi un agente nel corso della fuga gridando «abbiamo vendicato il profeta Maometto». Negli anni successivi il giornale è stato oggetto di nuove minacce e la redazione diretta da Riss, rimasto ferito nell’attentato e succeduto a Charb che perse la vita, ha continuato a riunirsi protetta da eccezionali misure di sicurezza.

La prima pagina

«Tout ça pour ça» è il titolo della nuova copertina di Charlie Hebdo, traducibile più o meno con «tutto questo per niente». Ovvero, un massacro con 12 vittime non è servito a metterci a tacere, riecco le vignette. Sono gli 11 disegni pubblicati per la prima volta dal quotidiano danese Jyllands-Posten nel 2005, che Charlie Hebdo decise di riprodurre in Francia l’anno seguente, e che mostrano il profeta Maometto con una bomba al posto del turbante o armato di un coltello accanto a due donne velate. L’islam vieta qualsiasi immagine di Maometto, tanto più satirica. Charlie Hebdo ha sempre difeso la sua libertà di espressione e anche il diritto alla blasfemia, che ha coinvolto negli anni anche la religione cristiana, ebraica e altre. Il 10 e l’11 gennaio, pochi giorni dopo l’attentato, una folla enorme (in totale quattro milioni di persone) è scesa in piazza in tutte le città di Francia per proclamare «Je suis Charlie» manifestando solidarietà alle famiglie delle vittime, ai superstiti e difendendo la libertà di espressione. Cinque anni dopo quello spirito è andato in parte perduto, come lamenta il direttore Riss nell’editoriale che accompagna le vignette.

L’editoriale

«Non ci piegheremo mai. Non rinunceremo mai», scrive Riss. «L’odio che ci ha colpito è ancora qui e, dal 2015 a oggi, ha avuto il tempo di trasformarsi, cambiare aspetto per passare inosservato e proseguire senza fare rumore la sua crociata senza pietà». «Dopo l’attentato di gennaio 2015 ci hanno chiesto spesso di pubblicare altre caricature di Maometto. Abbiamo sempre rifiutato, non perché sia proibito, la legge ce lo consente, ma perché serviva una buona ragione per farlo, un motivo che avesse un senso e che aggiungesse qualcosa al dibattito. In questa settimana di apertura del processo per gli attentati del 2015 (oltre a Charlie Hebdo, quello contro la poliziotta Clarissa Jean-Philippe e contro il supermercato ebraico di Vincennes, ndr), riprodurre quelle caricature ci è sembrato indispensabile».

L’ultima vignetta

Prima di oggi, l’ultima apparizione di Maometto nelle pagine di Charlie Hebdo risale al «numero dei superstiti», quello successivo alla strage: in copertina c’era il profeta dell’Islam che portava un cartello con la scritta «Je suis Charlie», sotto al titolo «Tutto è perdonato».

La reazione del Consiglio islamico

Il Consiglio francese del culto musulmano (CFCM) è l’istituzione creata nel 2003 su impulso dell’allora ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy per dare rappresentanza ai musulmani francesi e offrire un loro interlocutore allo Stato. Il presidente del CFCM Mohammed Moussaoui è intervenuto subito dopo la pubblicazione del nuovo numero di Charlie Hebdo per invitare alla calma e a «ignorare» le caricature di Maometto: «La libertà di fare caricature è garantita a tutti, così come quella di apprezzarle o no. Niente può giustificare la violenza». Moussaoui chiede poi ai musulmani francesi di concentrarsi sul processo che comincia mercoledì e sulle vittime di un terrorismo «che colpendo in nome della nostra religione è nostro nemico».

LA VERITA’ FA MALE… LO SO !

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LA VERITA’ FA MALE… LO SO !

Appena due giorni fa denunciavo, con un articolo incentrato sugli scontri nel quartiere arcinoto di Rosengard a Malmö, Svezia, le bugie e  la faziosità di un certo quotidiano di fama nazionale, il suo nome è “La Repubblica”, quotidiano noto per il suo palese schieramento a sinistra senza mezzi termini ed ora anche senza più pudore. Rammento a tutti che nell’occasione degli incidenti, riportavo fedelmente la prima parte dell’articolo del giornalista del quotidiano di sinistra, nel suo racconto emergevano che le responsabilità, nonché accuse infamanti aggiungo oggi, erano da addebitare alle frange dell’estrema destra svedese rea degli incidenti nel quartier di Rosengard. A fine articolo, invitavo il giornalista stesso e la redazione della “La Repubblica” a far chiarezza sull’informazione data in quanto anomala e  in netto contrasto con altra, oggi veritiera, diffusa da un giornale on-line e più precisamente da “Sputinik”. Ovviamente quando si consta che ci sono dei giornali che presentano diversi racconti ed opposti sullo stesso fatto ritengo sia un obbligo per le TV di stato, per l’ordine dei giornalisti e soprattutto per il ministro delle telecomunicazioni, preoccuparsi tantissimo di come si gestiscono le informazioni false in Italia… Credo sia suo compito far chiarezza e legittimare la vera informazione, indi  colpire duramente chi diffonde false informazioni e si macchia del vergognoso reato di cui all’articolo 656 del c.p.. Non è che quando si raccontano notizie false sulla destra o estrema destra la democrazia è salva e lo stato tutelato, eh no… cari signori tutti, l’informazione non deve aver color politico e deve essere sempre lineare e vera, invece in Italia accade il contrario, quando i crimini vengono commessi dalla sinistra o dai migranti tutto resta nel silenzio e nessun giornalista ha più le “palle per scrivere e raccontare la verità”, evidentemente sono pagati per nascondere le malefatte della sinistra e dei migranti e di contro, ora se l’inventano anche le notizie false sulla violenza per far apparire la destra come movimenti violenti o terroristici e magari… per questo si viene anche apprezzati e pagati. Vorrei solo ricordare a tutti i “signori giornalisti prezzolati e venduti alla sinistra” che i terroristi passati ed attuali che commettono crimini ammazzando le persone innocenti sono di origine comunista ed  islamica e “quelli bravi” che operano nelle città, parlo degli adepti della “Setta dei fuochi in città e vetrine fracassate”… sono i Black Bloch e i Centri sociali… organizzazioni… manco a dirlo… di sinistra e mica di destra, però fa comodo scriverlo e convincere gli elettori che sono sempre quelli di destra i violenti anche quando le notizie sono false come nel caso di Malmö… chiedere a Mentana per avere conferma delle bugie del giornalista della “La Repubblica” o leggetevi l’articolo del link se preferite ! Cari italiani e italiane, forse vi sfugge che l’informazione in Italia è taroccata al massimo ed è il classico sistema dei paesi a regime dittatoriali di sinistra come la Cina, Il Venezuela , la Corea del Nord e il Vietnam… giusto per capirci. Finalmente sono riuscito a beccare il fasullo giornalista, il suo quotidiano e la  redazione tutta con le mani nella marmellata, avete scritto solo bugie, solo falsità  per denigrare la destra svedese e proteggere gli islamici… punto. Se qualcuno dei parlamentari amici che mi segue e mi stanno leggendo do un consiglio, andate nel mio blog (indirizzo a seguire dopo la data) e stampatevi per intero il mio scritto del 29.08.2020, completo dei due articoli in questione, uno tarocco, quello della La Repubblica, e l’altro vero e penso che una bella interrogazione parlamentare è il minimo che si possa fare per “smerdare questa gente”. La Repubblica deve pagare, l’informazione va protetta e i colpevoli devono essere puniti e se tutto rimarrà nel silenzio… bene… io continuerò a darvi fastidio sino a quando non chiederete perdono agli italiani per il vostro tradimento e mi raccomando… fatelo prima del 20 di Settembre. 31082020

…by…manliominicucci.myblog.it

 

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Emanuel Pietrobon
31 AGOSTO 2020

 

Per le strade di Rosengard, quartiere periferico di Malmo (Svezia), la sera del 28 agosto si è combattuta una guerriglia urbana fra centinaia di residenti di religione islamica e le forze dell’ordine. Gli scontri, che sono terminati con l’arresto di quindici persone, il ferimento di diversi agenti di polizia, il rogo di decine di veicoli e la devastazione dell’arredo urbano, sono stati innescati dal deprecabile rogo di un Corano da parte di alcuni attivisti di estrema destra, avvenuto in giornata nel corso di una manifestazione non autorizzata.

Le immagini delle violenze stanno contribuendo a riportare l’attenzione sulla condizione drammatica in cui versano alcune periferie multietniche delle grandi città svedesi, luoghi in cui l’integrazione di determinate categorie di immigrati continua a restare un miraggio, ragion per cui l’islam radicale e il crimine organizzato hanno trovato terreno fertile su cui attecchire e proliferare, ponendo dei gravi problemi in termini di pace sociale e sicurezza nazionale.

Il contesto degli scontri

Sebbene una parte della stampa italiana sostenga che la guerriglia urbana sia stata combattuta da estremisti di destra e forze dell’ordine, il materiale foto e videografico prodotto dalle fonti svedesi e le opere di fact-checking ad opera di portali d’informazione indipendenti e di media noti, come Open di Enrico Mentana, smentiscono completamente questa ricostruzione, delineando un quadro radicalmente differente.

L’origine dell’intera vicenda è da far risalire ad alcuni eventi di agosto. Due sono gli eventi sanguinosi che, in particolare, hanno spinto i partiti di opposizione, sia moderati che di estrema destra, ad aumentare la loro esposizione pubblica e mediatica per denunciare quanto sta accadendo nel Paese.

Il primo fatto è la tragica morte di una 12enne svedese, uccisa da un proiettile vagante a Stoccolma, ennesima vittima della guerra tra bande che sta dilaniando il Paese da diversi anni. La seconda vicenda, più recente, riguarda il rapimento di due preadolescenti nella municipalità di Solna ad opera di due spacciatori, dai quali sono stati torturati e violentati per diverse ore, la sera del 22, per essersi rifiutati di acquistare degli stupefacenti.

Il vortice di microcriminalità e crimine organizzato che sta avvolgendo la Svezia sta venendo cavalcato da ogni partito d’opposizione nell’aspettativa di guadagnare consensi, dai Moderati di Ulf Kristersson ai Democratici di Jimmie Akesson. La situazione è così grave che durante il tradizionale discorso alla nazione di fine estate pronunciato dai capi dei due principali partiti, quest’anno incentrato sulla pandemia, Kristersson ha voluto rompere il protocollo e parlare di un altro argomento: l’emergenza violenza.

Kristersson ha confutato la tesi dell’esecutivo secondo cui la guerra tra bande sarebbe sotto controllo, illustrando come da gennaio a metà agosto abbiano avuto luogo 210 sparatorie e 24 omicidi e accusando i criminali di essere “i terroristi domestici della Svezia”. Dopo aver definito il fenomeno criminoso una “seconda pandemia”, Kristersson ha aggiunto: “Lofven non sta agendo contro le bande. Prima non le ha viste arrivare e adesso manca del potere e di politiche concrete [per affrontarle]”.

L’insieme di questi eventi, che ha mobilitato le stesse forze politiche centriste e moderate, non ha potuto che fare il gioco degli elementi più radicali, che il pomeriggio del 28 si sono dati appuntamento a Malmo per protestare contro l’immigrazione di massa dai Paesi islamici su iniziativa di Dan Park, un attivista noto nel panorama nazionale per le sue idee neonaziste e islamofobe.

La notte di violenze

La manifestazione non autorizzata durante la quale è stato bruciato il Corano avviene, quindi, sullo sfondo di un contesto particolarmente sensibile e incendiario di cui i media non svedesi sembrano ignorare l’esistenza, volutamente o meno. Nonostante la folla di dimostranti sia stata composta soprattutto da svedesi, alcuni dei presenti sono giunti dalla Danimarca e sono stati identificati come membri del gruppo neofascista “Linea dura” (Stram Kurs) fondato dall’avvocato Rasmus Paludan.

Quest’ultimo, monitorato dalle forze dell’ordine di Copenaghen e Stoccolma, era stato bloccato al valico dei due Paesi la mattina del 28 e trovato in possesso di un Corano presumibilmente da bruciare. Dopo un rapido controllo, all’attivista era stato impedito l’ingresso in Svezia, ma ciò non ha impedito che qualcun altro compiesse quel gesto provocatorio al posto suo.

Il video del rogo è diventato virale nell’arco di poche ore, condiviso dai circuiti virtuali dell’estrema destra all’intera rete, spingendo diverse centinaia di residenti di Rosengard, il quartiere-ghetto più celebre della città, a scendere in strada e a dar vita ad una guerriglia urbana durata l’intera sera. I manifestanti di estrema destra avevano già rincasato, perciò la rabbia per il vilipendio commesso è stata sfogata sull’arredo urbano, sui veicoli in sosta e sulle forze dell’ordine. I tafferugli sono terminati con quindici arresti, decine di poliziotti feriti e decine di autovetture distrutte dalle fiamme.

Rosengard, il quartiere ad accesso vietato

Il primo elemento che traspare dai video in circolazione che documentano l’accaduto – confutando la versione sostenuta da una certa stampa – è la ricorrenza del Takbir, ovvero l’espressione “Allah akbar”, utilizzata come un vero e proprio grido di battaglia dai rivoltosi di Rosengard in ogni fase dei tafferugli: dai primi contatti con la polizia all’appiccamento degli incendi.

Si tratta di un fatto che non è possibile sottovalutare né trascurare perché è indicativo della presenza di personaggi appartenenti all’islam radicale all’interno della rivolta che, non a caso, è stata duramente condannata anche dai capi della comunità musulmana cittadina, come l’imam Samir Muric.

Rosengard ha una popolazione di quasi 25mila abitanti e, per via dei numerosi record negativi che può vantare, è considerato il ghetto per antonomasia di Malmo, la città più musulmana di Svezia (il 20% della popolazione è di fede islamica). Non sono disponibili dati recenti e aggiornati riguardanti la composizione etnica della popolazione; le ultime cifre sono del 2012 e all’epoca era risultato essere di origine straniera l’86% dei residenti, in prevalenza provenienti dal Medio Oriente, dall’ex Iugoslavia e dall’Africa orientale.

Il quartiere è noto per aver dato i natali al calciatore di fama mondiale Zlatan Ibrahimovic, ma è anche la culla di Osama Krayem, fedelissimo di Abu Bakr al-Baghdadi, il cui nome compare nei fascicoli sugli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 e di Bruxelles del 22 marzo 2016. Prima di giurare fedeltà allo Stato Islamico, Krayem aveva prestato il volto ad un documentario realizzato a Rosengard, figurando tra gli esempi di integrazione riuscita nel difficile quartiere.

Krayem, come tanti altri residenti di questo ghetto, è stato radicalizzato in una delle numerose moschee clandestine che da oltre un ventennio operano nel quartiere e che sono gestite da imam radicali collegati al jihadismo internazionale, la cui esistenza è stata denunciata a più riprese, ma invano, dall’Università di Difesa della Svezia.

Rosengard, in breve, è uno di quei quartieri popolarmente ribattezzati “no-go zone” (zona ad accesso vietato) che in Svezia vengono classificati come “aree particolarmente vulnerabili”, “aree vulnerabili” e “aree a rischio”. In tutto il Paese, stando all’ultimo rapporto delle forze dell’ordine, datato 2019, esisterebbero ventidue aree appartenenti alla prima categoria, e Rosengard ne fa parte.

Capire il motivo di tale classificazione è semplice: il malcontento non è nato il 28 agosto, ma risale agli anni ’90, quando la quota degli stranieri sul totale della popolazione ha raggiunto la soglia critica, superando il 50%, venendo accompagnata simultaneamente da un decremento della qualità della vita e della mobilità sociale, sullo sfondo della proliferazione di moschee fai da te e microcriminalità che, negli anni, hanno portato rispettivamente alla diffusione di radicalizzazione religiosa e guerre tra bande per il controllo dei traffici illeciti.

Rosengard è anche il luogo in cui è avvenuta la prima rivolta urbana di stampo etno-religioso nella storia della Svezia. Fra il 18 e il 20 dicembre 2008, centinaia di residenti musulmani, soprattutto giovani, si scontrarono con le forze dell’ordine per protestare contro il mancato rinnovo del contratto d’affitto ai proprietari del centro culturale “Islamiska Kulturföreningen”. Gli scontri, ancora oggi ritenuti i “più violenti mai affrontati” dalle forze dell’ordine svedesi, furono caratterizzati dall’utilizzo di esplosivi artigianali, come i tubi bomba, e furono esacerbati dal coinvolgimento di decine di appartenenti alla galassia Antifa, giunti sul posto per dare manforte ai rivoltosi nonostante la consapevolezza che si trattasse di islamisti.

Dalle notti di quel lontano dicembre ad oggi nulla è cambiato: schermaglie tra bande rivaliviolenze contro le forze dell’ordine, inclusi attentati e atti intimidatori contro il commissariato locale, focolai di islam radicale nascosti all’ombra dei palazzi, e la periodica esplosione della polveriera.