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I SINISTRI MURI…DELL’INGANNO…

I SINISTRI MURI…DELL’INGANNO…

Oggi parliamo di muri non edificati, ma parliamo di quelli che già stanno in piedi, anche di quelli edificati secoli or sono, sì, quelli tanto antipatici al signor Bergoglio, ad Obama, Hillary Clinton che disprezzano quello americano a pieni mani e a voce alta, arrivando ad  ingiuriare il povero Trump per il suo ipotetico allargamento, disprezzo costruito ad arte e condiviso da una parte del popolo americano e messicano. Muri tanto “odiati” per “fini politici” da tutti  i radical chic e sinistri esponenti della cosiddetta “società civile”, muri che mettono in imbarazzo la commissione europea  e l’ONU, l’organizzazione delle nazione unite, una accozzaglia di intrallazzatori della peggiore specie che vendono i diritti delle bambine e delle donne per appena 500.000.000 di dollari, tanto è la cifra ricevuta dall’emiro del Qatar per il “loro…silenzio”, un’organizzazione che ha proclamato l’Arabia Saudita come paese difensore dei diritti delle donne… diritti miseramente crollati dinanzi ad una partita… di calcio…roba ridere se non fosse una questione drammatica. Spero di non aver dimenticato nulla e allora passiamo proprio a vedere i muri attualmente in piedi e da chi sono stati costruiti : 1) La Città del Vaticano ha dei bei muri altissimi ed impenetrabili, l’accesso non è consentito ai fedeli se non in determinate funzioni religiose, in Italia non esiste una città il cui accesso non è garantito a tutti, quindi Bergoglio che ha il muro in casa va bene, però altri non devono  costruirli …i…muri. 2) Muro lungo il confine americano-messicano, la sua costruzione ha avuto inizio nel 1990 durante la presidenza George H. W. Bush , continuata nel 1994 dal “democratico” Clinton, nel 2006 la “barriera” arriva in parlamento per l’approvazione di una ulteriore costruzione, difatti, Il 29/09 2006, il Senato ha confermato l’autorizzazione con una votazione di 80 a favore e 19 contrari. Tra i democratici che in quell’occasione votarono a favore vi furono anche la futura candidata alla presidenza “Hillary Clinton” e l’allora senatore dell’Illinois “Barack Obama” poi divenuto presidente”….. Credo che tutti conosciate il fanfarone Obama, lui proprio giorni fa inveì contro Trump per la questione del muro.. che faccia tosta…e ci fa anche campagna politica il premio Nobel per le …guerre in Libia e Siria e Yemen…Ora giochiamo in casa e vediamo tutte le ville e i palazzi dei contestatori delle barriere anti immigrati : tanti hanno le ville, ovviamente lussuosissime con mura altissime oppure vivono in lussuosi appartamenti nelle zone vip delle città metropolitane, circondati da sistemi di sicurezza e uomini che vegliano sulla loro sicurezza. Quindi se gli altri fanno i muri per una maggiore sicurezza non va bene, mentre per loro sì,.. per loro i muri vanno bene….. è sempre la solita storia, fai come ti dico e non fare come faccio. Queste ipocrisie le vivo ogni giorno e lo sopporto da ben 30 anni…e dico basta…alle falsità, sono anni che puntualmente vi “smerdo” e vi faccio fare delle figure barbine e continuerò sino a quando al governo non ci saranno persone ..giuste…come me…che amano il popolo e la giustizia.  08012019 …by…manliominicucci.myblog.it

Muro con il Messico, Trump stasera parla a reti unificate alla nazione

  • 08 gennaio 2019

NEW YORK – Donald Trump vuole il muro tra Stati Uniti e Messico. Stasera alle 9 americane (le 3 di notte italiane) nel prime time, dallo Studio ovale della Casa Bianca parlerà alla nazione in un discorso televisivo a reti unificate. E giovedì volerà al confine con il Messico per incontrare tutti «quelli che sono in prima linea sul fronte della sicurezza nazionale e della crisi umanitaria» dei migranti, e per ribadire la sua proposta di creare una barriera da 5,7 miliardi di dollari. Non sarà un muro in cemento, ma una barriera in acciaio lunga circa 3100 chilometri, «più forte e meno invasiva», ha detto in un tweet. Un muro di pali in acciaio con il quale spera di convincere i democratici a finanziare l’opera. E per uscire dallo shutdown, il blocco dei finanziamenti al governo federale, che si candida a diventare il più lungo della storia americana, con oltre 800mila dipendenti pubblici senza stipendio da 18 giorni.

Se non si arriverà a un accordo Trump ha minacciato di voler proclamare un’emergenza nazionale pur di costruire il muro. Ma i democratici respingono quello che ritengono essere un ricatto: prima facciamo ripartire il governo, dicono loro, e poi discutiamo della sicurezza al confine. «L’impressione che si ha di Trump è che vorrebbe non solo chiudere il governo e costruire un muro ma anche abolire il Congresso, in modo che l’unica voce che conti sia la sua», ha denunciato la neo speaker della Camera, Nancy Pelosi.

I democratici per evitare il perdurare del blocco delle attività amministrative puntano ad approvare singole leggi di finanziamento per le attività federali essenziali. I repubblicani non vogliono stralciare il capitolo dei fondi per il muro come richiesto dal presidente. In caso di stallo, Trump potrebbe davvero arrivare a dichiarare l’emergenza nazionale, come era stato per costruire strutture in Iraq e Afghanistan. Ma anche qui i democratici sono pronti a sfidare il presidente sul piano giuridico. «Trump – ha detto il presidente della Commissione Difesa della Camera – dovrà spiegare agli americani dov’è l’emergenza». Lo farà stasera in diretta tv. I presidenti americani in passato hanno utilizzato il discorso in diretta tv a reti unificate nei momenti importanti per la vita del Paese. L’ultima volta che la Casa Bianca aveva chiesto di interrompere la programmazione televisiva nel prime time era stato quando Barack Obama aveva annunciato la morte di Osama bin Laden.

BIANCO O …NERO ?

BIANCO O …NERO ?

“Caro James”, alcuni anni fa a Pontedera (PI), un auto della polizia in marcia che mi seguiva, segnalò, con i fari anteriori, di fermare la mia auto, e così feci, scesero due poliziotti con le armi in pugno, appena si resero conto che non ero la persona che forse loro cercavano e resosi conto di avere di fronte un soggetto assolutamente diverso e tranquillo ovviamente misero via le armi e chiesero anche educatamente scusa, scuse che io accettai senza nessuna polemica ma solo con bel sorriso a 32 denti.. Loro non me lo hanno confessato, ma l’ho capito da me il senso di quell’azione che oltre tutto la ritengo anche giusta, mai rischiare la propria vita inutilmente, ora, vedi “caro James”, di nigeriani e africani come te, alti e delinquenti ce ne sono, purtroppo tanti in Italia e magari i militari avranno visto in te un sosia o qualcuno che ti somigliava e che loro stavano ricercando, sono scesi  dall’auto, armi nelle mani, esattamente come hanno fatto con me e non certamente per il colore della tua o pelle o perché fanno il tifo per un’altra squadra, ma solo per una questione di sicurezza, rifletti, tu sei una bravo ragazzo ma se al tuo posto ci fosse stato il delinquente ricercato e avesse sparato ? E’ ovvio che quando si fa quel lavoro bisogna anche prendere delle precauzioni e tu certamente non hai contribuito a rendere agevole e  più facile quel lavoro rifiutandoti di consegnare immediatamente i documenti, dovevi collaborare e non opporti e il fatto che tu sia un personaggio pubblico aggrava la tua situazione. Dispiace constatare che anche tu stia facendo politica, quella becera politica il cui fine è dividere gli uni dagli altri ma non devi reagire così perché se ogni “nero” dovesse ricevere un trattamento di riguardo solo perché nero allora è iniziata una nuova era razzista ma al contrario, e non credo che tu voglia questo. Gioca a basket e fai la tua vita, qui nessuno è razzista e i neri sono ben accettati dalla società italiana, quello che succede negli stadi, ricordati, non è razzismo ma è solo sfottò su cui non bisogna ricamarci ma purtroppo spesso e volentieri lo si fa per opportunismo politico. Sai quanti bianchi vengono presi in giro nei campi di calcio e nessuno s’indigna ? Non te lo immagini neanche, proprio tanti.. e in futuro se ti succede qualcosa di antipatico, sdrammatizza, ridici sopra e non attribuirla sempre al razzismo o al colore della pelle altrimenti non vivrai bene. In ultimo pensa ai tanti cinesi commercianti presenti sul territorio, non immagini neanche  e quanti blitz ricevono dalle forze di polizia per controlli vari, quindi cos’è anche quello razzismo ? Ciao James e in gamba…che c’è gente che ti vuole anche bene.. 07012019 …by…manliominicucci.bymyblog.it

James, fermato puntandomi la pistola perché sono nero

Carabinieri: ‘Nessuna arma puntata, normale controllo’

Secondo quanto accertato dall’Ansa, il playmaker dell’Ax Milano Mike James è stato fermato attorno alle 15.30 in viale Berengario, a Milano, dai Carabinieri della compagnia d’intervento operativo, equipaggiati con il fucile mitragliatore M12 previsto dall’equipaggiamento, per un normale controllo dei documenti. I militari, impegnati in un servizio sul territorio, sono scesi dalla vettura con l’arma al seguito come previsto dal protocollo e hanno chiesto i documenti a lui e ad altri due suoi amici. Da quanto appreso, non risulta che l’arma sia stata puntata verso l’atleta o verso le persone con lui. L’ accertamento è durato alcuni minuti e, dopo le verifiche al terminale, i tre sono stati lasciati liberi di andare.

“Si esclude l’intervento della Polizia di Stato e sono in corso accertamenti circa l’episodio descritto dal giocatore su Twitter”: così la Questura del capoluogo lombardo ha replicato alle accuse del playmaker dell’Ax Armani Milano, Mike James. Il cestista, sul social network, aveva sostenuto di essere stato fermato per un controllo e che gli agenti gli avevano puntato la pistola addosso

7×7= TG3 MIGRANTI…

7×7=  TG3 MIGRANTI…

Anche oggi il TG3 del pomeriggio ha dedicato metà del suo telegiornale agli stranieri a bordo delle due navi delle ONG ferme al largo dell’isola di Malta, oltre i migranti del mare il democratico e pluralistico TG3 ha argomentato sulle recenti disposizioni in materia di acquisizione della residenza ai nuovi stranieri già presenti sul territorio. E’ lodevole e… ammirevole la tanta voglia di parlare d gente disperata che scappa dalla guerra…però trovo una curiosa e strana  coincidenza che si dedichi buona parte del tg a questi argomenti mettendo sempre in risalto “lo stillicidio “ del signor Bergoglio, sempre pronto a spezzare cento lance a favore dei migranti, e ovviamente tutti i radical chic e politici di sinistra che sono  tornanti alla carica vedendo la possibilità di argomentare su qualcosa visti i fallimenti economici degli ultimi sette anni e l’averci riempito, senza il nostro e mio consenso, di oltre un milione di clandestini. Tra l’altro, genti delle quali non solo non sappiamo la provenienza o nome e se hanno diritto a venire e restarci da noi perché, tanti di loro sono venuti per delinquere e hanno già dimostrato le loro intenzioni vivendo ai margini delle nostre città da veri e propri padroni e questo,  non lo dico io,  ma lo rivelano i tanti servizi giornalistici, quando vengono mandati in onda, che attestano lo stato di paura e di degrado nelle quali vivono le periferie e i suoi cittadini già residenti da anni. Il bello è che anche i vecchi immigrati, ora cittadini italiani, non ne possono più e non ne vogliono più di immigrati, ma questi discorsi non sembrano interessare nessuno e si parla solamente di immigrazione tessendo discorsi da “libro Cuore” come l’impossibilità di dividere le famiglie e altre commoventi racconti da far accapponare la pelle. Che “gente meravigliosa” che abbiamo in Italia, solo oggi, ..ripeto solo ora si accorgono che centinaia di migliaia o addirittura milioni di pa…parenti ..sono rimasti in Africa quando noi accoglievamo a braccia aperte i loro mariti, figli e anche padri, e in alcuni casi, nonni che ovviamente ricevono la nostra pensione…”al gratis”.  Ora il TG3,, il signor Bergoglio e i radical chic sono preoccupati di non dividere le famiglie dei 49 a bordo delle due navi ..eh.. no….che faccia …tosta…che si ritrovano. Non mostrano preoccupazioni quando i nostri figli “si dividono dalle loro famiglie” per andare a lavorare all’estero e cosa ancor più grave è che non si sono mai preoccupati delle famiglie divise dagli… imprenditori e risparmiatori bidonati dalle banche suicida, loro e dico tutti, non hanno mai proferito o rivolto una parola di conforto verso i familiari…mai …e molti dei suicida, guarda caso, sono da attribuire proprio a loro….Infatti è più comodo e fin troppo facile  attaccare il decreto sicurezza e la rigidità del governo ad accettare le “due navi della vergogna” che ora “trattano” sulla pelle di 49 persone…che schifo ..è palese che sia  una manovra a tenaglia, ok ..fate i duri cari delle ONG, ma ricordate che da me non vedrete più neanche un centesimino perché se prima lo pensavo, oggi me lo avete dimostrato … i migranti per voi sono solo affari…..07012018

…by…manliominicucci.myblog.it

Il caso delle due navi che non vuole nessuno potrebbe risolversi oggi

Lo scrivono diversi giornali citando le trattative fra Malta e alcuni stati europei, fra cui l’Italia, per accogliere i 49 migranti a bordo

 Stamattina diversi quotidiani scrivono che il caso delle due navi delle ong bloccate da giorni al largo di Malta con 49 persone a bordo potrebbe risolversi nelle prossime ore. Repubblica scrive che il governo italiano – dopo aver respinto la possibilità di accogliere le navi nei propri porti – sta facendo pressione su quello maltese per far sbarcare tutti i migranti, e solo in un secondo momento trovare una soluzione. Il Corriere della Sera, citando fonti della presidenza del Consiglio, riferisce di «telefonate con Bruxelles, con Berlino, contatti con Portogallo, Olanda e Francia», e conclude dicendo che «c’è ottimismo su una soluzione che viene vista come un compromesso».

Il compromesso in questione sembra essere accogliere circa un terzo dei migranti a bordo delle due navi, magari affidandoli in un secondo momento alla Chiesa cattolica (gli altri sarebbero smistati in altri paesi europei). In questo modo sarebbero rispettate, a grandi linee, le posizioni tenute dai due vicepresidenti del Consiglio, il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Salvini aveva annunciato sin dall’inizio del caso che i porti italiani non erano disponibili, e che l’Italia non avrebbe fatto sbarcare nemmeno un migrante dalle due navi; Di Maio aveva proposto di accogliere solo le donne e i bambini, senza spiegare esattamente il motivo di questa indicazione.

Intanto, sulle navi, la situazione sembra sempre più grave. La scorsa settimana Malta aveva concesso alle due navi l’ingresso nelle acque territoriali dell’isola, ma solo per ripararsi da condizioni meteo difficili e in ulteriore peggioramento. «I migranti stanno mostrando segni di stress e affaticamento mentale», aveva spiegato sabato al Corriere il capo della missione Sea Watch 3, Philipp Hahn. Sempre al Corriere, uno dei medici a bordo della nave aveva raccontato: «Abbiamo cercato di stare vicini a tutti, abbiamo parlato, abbiamo anche guardato dei film insieme sui computer. Ma lo spazio ristretto e il mal di mare fanno risalire tutto a galla come una tempesta». Venerdì pomeriggio uno di loro aveva provato a tuffarsi in acqua per raggiungere Malta a nuoto, ed era subito stato soccorso e riportato a bordo.

Il problema sembra ruotare intorno a una questione simbolica: negli ultimi anni la Lega e il Movimento 5 Stelle, che sostengono il governo italiano, hanno spesso indicato le ong che soccorrono le persone al largo della Libia come “taxi del Mediterraneo”“vice-scafisti”, senza fornire alcuna prova a sostegno delle loro accuse, e hanno ribadito la loro posizione intransigente su nuovi sbarchi. Nel frattempo, però, diverse imbarcazioni guidate dagli stessi migranti stanno continuando a sbarcare in Italia: Matteo Villa, che si occupa di immigrazione per l’ISPI, ha fatto notare che negli ultimi sette mesi sono sbarcate in Italia poco meno di 10mila persone, nonostante a parole i porti italiani fossero totalmente chiusi.

ANCORA TU…! MA NON DOVEVAMO NON…

ANCORA TU…! MA NON DOVEVAMO NON…

E già, francamente mi sono un po’ annoiato a sentir parlare sempre e comunque del paese saudita, per anni artefice primario della guerra nello Yemen, poi per il mega acquisto di miliardi di dollari di armamenti dagli americani di Trump, poi  il paese e il principe ereditario sono finiti su tutti i giornali del globo per la questione della morte con…”spezzatino”.. in Turchia  di un giornalista sempre di nazionalità saudita. Poi, ci siamo visti “nascere e incredibilmente morire”, attenzione … “nel giro di un solo giorno”, (potenza dei petrodollari)  la polemica, l’indignazione delle donne politiche italiane tutte, sul divieto d’ingresso delle donne non accompagnate  allo stadio saudita per la finale di Coppa Italia. Che pantomima, tutti sanno come funziona la legge islamica e tutti fanno finta di non saperlo, la donna non ha diritti pari a quelli dell’uomo, lì purtroppo la religione comanda e dispone e poiché la sharia  ha le sue regole chi non le rispetta è colpevole e per le donne le colpe sono …moltiplicate. In definitiva nel paese saudita o sei una felice  musulmana e osservi e rispetti  la legge coranica che ti vede inferiore all’uomo oppure, sei infelicemente  musulmana e le leggi le rispetti lo stesso. Punto… non vi è alternativa come da noi nell’occidente dove vige la legge della “democrazia” ed arrivati alla maggiore età ognuno può far quel che vuole …eh ..no lì non è cosi,  anzi lì la democrazia non esiste, la stessa libertà che noi abbiamo in occidente e la stiamo perdendo giorno dopo giorno, una democrazia bistrattata da tutti, solo a parole, ma poi nei fatti tutti la evocano. Pensavo che sul paese saudita fosse calato il sipario dopo tanti episodi in negativo  ed invece, ci ritroviamo a dover commentare una nuova ed allucinante storia che lo riguarda, certo, per noi occidentali che non comprendiamo la gravità della situazione ci viene da ridere, ma per gli islamici quello che ha combinato la giovane donna è un “reato gravissimo” e rischia anche la pena di morte. La ragazza, fermata all’aeroporto di Bangkok,  ha raccontato di essere ora relegata in un hotel nell’area di transito dell’aeroporto stesso, aggiungendo di temere di essere uccisa dai suoi stessi familiari. Chiude la sua dichiarazione con questa frase da noi di assoluta normalità : << “Ho condiviso la mia storia e le mie foto sui social media e mio padre è furibondo per questo”>>. Sono ancora una volta basito e disgustato, ma non da questa vicenda che per  mia cultura e visone rientra nell’ottica islamica, ma dal fatto che nessuno ne parli e nessuna donna si colori il volto di rosso, magari col rossetto, in segno di solidarietà alle donne che patiscono e soffrono perché non vogliono essere a tutti i costi “musulmane”. Loro, i musulmani, non sono democratici ma a quanto pare noi invece siamo “strafottenti radicalizzati” ovvero, protestiamo, solidarizzammo e scendiamo in piazza solo quando i vertici del …PD lo ordinano…non è patetico ?… Cara ragazza, dimmi come posso aiutarti e lo farò molto volentieri, per il momento ti do notorietà e spero che altri te la diano condividendo il post……. 06012019 …BY…MANLIOMINICUCCI.MYBLOG.IT

Donna saudita in fuga, fermata a Bangkok

18enne ora teme per la sua vita: ‘Ho abiurato l’islam’

(ANSA) – ROMA, 6 GEN – Una 18enne saudita ha cercato di fuggire dal suo Paese, imbarcandosi per l’Australia di nascosto, ma è stata bloccata all’aeroporto di Bangkok, dove funzionari sauditi le hanno sequestrato il passaporto. Ora la donna, che aveva anche abiurato l’islam, teme per la propria vita se verrà rispedita in patria. Lo scrive la Bbc, con la quale la 18enne Rahaf Mohammed al-Qunun ha parlato. La ragazza ha raccontato di essersi imbarcata due giorni fa in segreto per Sydney durante un viaggio con la famiglia in Kuwait. Ma che all’aeroporto della capitale thailandese un funzionario d’ambasciata che le era venuto incontro le ha preso in consegna il passaporto, malgrado lei fosse fornita di regolare visto per l’Australia. La ragazza ha raccontato di essere ora relegata in un hotel nell’area di transito dell’aeroporto, aggiungendo di temere di essere uccisa dai suoi stessi familiari. “Ho condiviso la mia storia e le mie foto sui social media e mio padre è furibondo per questo”.

IL …PASSATO CHE NON E’ MAI PASSATO…!

IL …PASSATO CHE NON E’ MAI PASSATO…!
Purtroppo si, l’articolo e il link  postato raccontano della inaudita violenza che subiscono i  fedeli cristiani in Pakistan, ovviamente la fede in Cristo deve essere qualcosa di inaccettabile per i fedeli musulmani che reagiscono sempre con inappropriata violenza, poi si narra le sfortunata vicenda di Asia Bibi,  la “famigerata blasfema” , si cita il suo curioso dossier, si consta la marcia indietro del governo pakistano e risalta alla mente quanto sia ingiusta la giustizia in quel paese, dove il comune denominatore è : ” vietato essere cristiani” o se ne pagano le conseguenze. Due brutte storie che hanno indotto sdegno in tutto il mondo cristiano e cattolico. Infatti in questa storia, ha anche urlato e fatto sentire la sua voce il Papa…sì, quella del Santo Padre….no ..no , attenzione non quella….del signor Bergoglio, ma mi riferisco a quella del  vero Papa,  il tedesco Ratzinger, meglio noto come Papa Benedetto XVI. E sì, ho voluto confondervi le idee…ma l’ho fatto a fin di bene, perché questo non è un post di ieri come tutti avrete immaginato e pensato, supportati anche dalla natura degli argomenti chiaramente d’attualità, ma è un post del lontano 2012..e in questi sette anni che si è capito della discriminazione verso i cristiani nei paesi islamici ? Un tubo…non s’è capito ancora niente e i governi occidentali che fanno ? Fanno  di tutto per far radicare quella religione nelle nostre case mentre nelle loro ai cristiani non viene neanche concesso il diritto all’esistenza o alla preghiera….. fantastico vero ? Siamo di fronte all’autolesionismo illimitato e senza confini dove l’idiozia primeggia sulle menti dei nostri cari radical chic e sinistri politici europei. Chissà che diranno ora i buonisti tutti e pro immigrati nel leggere i fatti del lontano 2012…identici a quelli del 2018 e per la cronaca, oggi 06.01.2019, Asia Bibi è ancora segregata chissà dove e le chiese vengono ancora prese di mira in tutto il mondo e ne è esempio una chiesa in Egitto presa di mira dal solito “innamorato pazzo” che ha piazzato una bomba all’ingresso del luogo di culto e ha provocato la morte di un poliziotto che  nel tentativo di disinnescarla purtroppo è esplosa. Ulteriore episodio che deve far meditare sui fatti in generale e riflettere attentamente sui rapporti con le nuove religioni che si stanno insediando in Europa…, ricordate sempre, che “non è tutto oro quel che luccica”, e quando vi parlano di pace ed amore, riflettete su quelle parole, e chiedetevi se  far saltare una bomba dinanzi ad una chiesa, che avrebbe potuto provocare morti di innocenti e sicuramente anche dei bambini, o essere vittime di attentati terroristici non credo che siano prospettive di …”pace ed amore”…ma tutt’altro. Forse dovremmo rivedere le nostre politiche di integrazione e diffidare sulle parole di speranza e amore…forse…06012019

…by…manliominicucci.myblog.it

PAKISTAN, CRISTIANI SOTTO SCACCO

Il caso di Asia Bibi, la contadina ingiustamente condannata a morte per blasfemia dopo essersi ribellata a un sopruso. E gli altri abusi di una legge che permette arbitri e ingiustizie.

Sheikhupura, Pakistan

La fortezza seicentesca dell’ impero Moghul al centro di Sheikhupura, nella provincia pakistana del Punjab, è l’attrazione della città. Domina con le sue torri austere, ma non fa paura. A pochi chilometri di distanza c’ è un’altra moderne fortezza, che invece incute timore: il carcere distrettuale. Lì si sta consumando un dramma che ha calamitato l’attenzione di mezzo mondo: quello di Asia Bibi, cristiana pakistana e madre di famiglia, in prigione da quasi tre anni per false accusa di “blasfemia” contro il profeta Maometto. Asia, 45 anni, è una contadina analfabeta del villaggio di Ittanwali, che si era istintivamente ribellata a un palese gesto di discriminazione: non poter bere, perché cristiana, alla stessa fonte dove si ristoravano le sue colleghe, lavoratrici agricole. Le stesse donne l’ hanno accusata e incastrata, in combutta con un imam locale.

Oggi la speranza per lei è appesa a un filo: dipende dall’abilità di un manipolo di coraggiosi avvocati, dalla trasparenza dei giudici, dall’impegno di quanti, in Pakistan e all’estero, vogliono realmente salvarla e non speculare sul suo caso. Asia Bibi è stata arrestata a giugno del 2009 e condannata a morte per blasfemia a novembre del 2010. La sua vicenda ha scosso il Paese, ha coinvolto la comunità internazionale, ha suscitato un appello di Papa Benedetto XVI e generato solidarietà e preghiera da tutti i cristiani del mondo. Due uomini sono stati uccisi in Pakistan, nell’ ultimo anno, perchè hanno preso le sue difese: il musulmano Salman Taseer, governatore del Punjab, e Shahbaz Bhatti, ministro cattolico per le minoranze religiose.

In seguito a questi dolorosi avvenimenti, «molte porte si sono chiuse per Asia Bibi» spiega padre Bernard Inayat, condirettore della rivista “The Chistian View”, edita in Punjab. Il suo caso ha assunto un alto valore simbolico che «non aiuta a trovare una soluzione», dice. «I gruppi fanatici islamisti, promotori e difensori della legge sulla blasfemia, non permetteranno che sia liberata, anche se un processo di appello ne appurasse l’innocenza. Ucciderebbero lei e il giudice. Come è già accaduto in passato ad Araf Iqbal Bhatti, ucciso perché aveva assolto due presunti blasfemi». Un vicolo cieco, insomma.

La donna è in pericolo anche in carcere: per questo, da circa un anno, si trova in cella di isolamento, «in condizioni subumane, senza vedere mai la luce del sole: i pochi coraggiosi attivisti che l’ hanno visitata la descrivono in uno stato di depressione e frustrazione fisica e psicologica», continua padre Inayat. L’ultimo è stato l’avvocato Nawaz Salamat, pakistano con base in Danimarca, del partito “All Pakistan Christian League”, che chiede «la cancellazione di tutte le leggi discriminatori esistenti in Pakistan», in primis quella sulla blasfemia.

Islamabad, Pakistan

Ci sono norme usate come arma impropria. Accade in Pakistan. Si tratta, in particolare, di due articoli del Codice penale del Pakistan, il 295b e il 295c che prevedono la pena di morte per quanti insultano il nome del profeta o profanano il Corano. Furono introdotti “manu militari” nella legislazione pakistana dal dittatore Zia-ul-aq, ed entrarono in vigore nel 1986, senza alcun passaggio parlamentare e solo per compiacere i gruppi religiosi, in un piano di islamizzazione che ha coinvolto anche il sistema di istruzione, la società, la cultura.

Se pure il principio del “vilipendio alla religione” è comune alla legislazione di numerose nazioni, a far discutere sono da un lato la pena capitale, considerata da molti “spropositata” e, dall’ altro, l’ abuso della legge e le sue procedure piuttosto sbrigative. L’ accusa di “blasfemia”, basata su false testimonianze, produce l’ arresto e viene utilizzata sistematicamente per risolvere controversie di natura privata, come dispute su terreni o proprietà. Le vittime di tali macchinazioni, secondo la Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi pakistani, sono circa mille in 20 anni, per quasi la metà musulmane. Ma, in particolare, la “legge nera”, come è stata definita, è divenuta una “spada di damocle” e uno strumento di oppressione sulle minoranze religiose, come nel caso di Asia Bibi e di numerosi altri casi che continuano a verificarsi.

Gli avvocati stessi, cristiani e musulmani, ne riconoscono le storture. Aslam Khaki, giurista musulmano di Islamabad, la definisce «una ferita al sistema legislativo», mentre un altro avvocato islamico, che preferisce l’ anonimato, ammette senza peli sulla lingua che «nel 90% dei casi di blasfemia l’accusa è fabbricata artificiosamente». Khalil Tahir Sindhu, avvocato cristiano di Faisalabad, in Punjab, ha contato nella sua carriera di difensore 37 assoluzioni di vittime della blasfemia, tutte cristiane. Un successo a livello legale, ma non certo “storie a lieto fine”: gli accusati, se pur assolti, porteranno per sempre lo stigma di “blasfemi” e restano in serio pericolo di vita. Per questo, nota Tahir, «si tratta di 37 famiglie distrutte, di innocenti che hanno trascorso anni di prigione, di persone costrette a sradicarsi e cambiare del tutto vita, pur di sopravvivere».

E per i millantatori acclarati? Nulla, nemmeno un multa che possa scoraggiare la falsa testimonianza.

Lahore, Pakistan

In Pakistan pare proprio che la poltica abbia gettato la spugna. Ha dichiarato la sua impotenza. Se dieci anni fa la società civile, l’ opinione pubblica, i mass media e anche le Chiese cristiane chiedevano a gran voce l’ abolizione della legge, oggi nessuno osa più aprire un capitolo considerato “tabù”, nemmeno per proporre una modifica procedurale ed evitarne gli abusi. Non lo fanno né il Governo del Partito popolare del Pakistan, condizionato dalle pressioni dei gruppi estremisti islamici, né le forze di opposizione come la Lega musulmana, che porta l’ impronta islamica nel nome; anche l’ astro nascente Imran Khan, l’ ex giocatore di cricket prestato alla politica, promotore di un movimento di massa, glissa sull’ argomento.

Il Ministro di stato per l’ Armonia nazionale, il cattolico Akram Gill, al massimo si dichiara “favorevole a contrastare l’ abuso della legge”, ma nessuna commissione di giuristi è al lavoro per tradurre in concreto tale orientamento. Lo spettro dei gruppi radicali aleggia dappertutto, simboleggiato dalla “madrase” (le scuole islamiche) che a Lahore, capitale del Punjab, spuntano come funghi ad ogni angolo di strada, grazie ai finanziamenti dei gruppi islamici wahabiti dell’ Arabia Saudita. La cultura, gli intellettuali, il mondo della letteratura e dell’ arte preferisce pensare ad altro e solo qualche voce sporadica, qua e là, si alza coraggiosa a ricordare quella che un vescovo, anni fa, chiamò “la rovina della nazione”.

Intanto Asia Bibi marcisce in carcere e subisce anche la dolorosa beffa della speculazione. «Tante, troppe Ong si sono avventate sul caso, proponendosi come sostenitrici di Asia e della sua famiglia, e lanciando raccolte fondi che chissà dove finiscono», ammonisce Arif, un attivista per i diritti umani di Lahore.

Anche Ashiq, il marito di Asia, abbagliato da un fiume di denaro e notorietà, si presta al gioco, vende i diritti di pubblicazione della storia a un editore francese (operazione quanto meno prematura), sembra pensare più al suo interesse che al bene della donna. Perché oggi, nota Paul Bhatti, fratello del ministro ucciso Shahbaz e Consigliere speciale del Primo ministro, «le pressioni internazionali sul caso di Asia Bibi sono controproducenti, non fanno altro che rinfocolare l’ ideologia estremista. Occorre, invece, seguire il percorso legale nel processo di appello, dimostrare la sua innocenza, provvedere poi all’ incolumità della donna e alla protezione della famiglia». Una strada che, nel Pakistan odierno, è tutta in salita.

RUSPE IN AZIONE A …. PARIGI…

RUSPE IN AZIONE A …. PARIGI…
E adesso si fa veramente sul “serio”, questo pomeriggio nuovi scontri a Parigi con la polizia nell’ottavo sabato di protesta ed ora si è giunti alle maniere rudi e forti, infatti, i “ribelli” nell’ira della protesta hanno sfondato degli uffici governativi con una scavatrice, un po’per emulare le ruspe italiane che hanno demolito i campi rom abusivi. Dispiace vedere che i cugini francesi hanno i giusti attributi mentre noi italiani dobbiamo sopportare di tutto, da un’invasione di clandestini voluta dalle sinistre, di una dilagante povertà ed in aumento, cui merito è tutto riconducibile ai governi precedenti e vedere anche che ai migranti, ora diventati nuovi italiani, si vedono assegnati gli alloggi pubblici a discapito delle famiglie italiane. Sarebbe anche ora che gli italiani urlassero e non si lasciassero intimidire da stampa e TV, dai radical chic, dalla minoranza d’opposizione, dai poteri forti e dalle lobby europee, urlare e reclamare i nostri diritti anche a costo di essere tacciati di razzismo o essere additati come fascisti, meglio avere una casa pubblica ed essere chiamato fascista e non vivere nella strada ed essere chiamato accogliente e civile. Nonostante la clamorosa sconfitta alle ultime elezioni politiche, la sinistra tutta detta ancora i tempi dell’economia e dello stile di vita, imponendoci con lo stillicidio quotidiano l’accoglienza di persone che non possiamo accogliere.. quindi prima comandavano loro ed ora comandano sempre loro…. o no..? Benissimo che si levi la protesta, il popolo francese è alla fame e se non lo si capisce con le buone allora è giusto dimostrare con la forza e disubbidire, tra l’altro proprio ieri il cardinale Bagnasco, segretario di stato vaticano, ha dichiarato che la disobbedienza è tollerata dalla cristianità. Viva la sincerità, ammiro i francesi perché loro i diritti se li vanno a guadagnare mentre noi italiani ce li facciamo togliere ….e …in silenzio e grazie proprio a quelli che oggi contestano il decreto sicurezza del ministro Salvini. Cari francesi, speriamo che il vostro virus ci …colpisca.. 05012019 …by…manliominicucci.myblog.it

Gilet gialli, scontri in tutta la Francia: ruspa sfonda gli uffici del governo

Gilet gialli, scontri in tutta la Francia: ruspa sfonda gli uffici del governo

Chi pensava a un movimento dei gilet gialli in calo deve ricredersi: nel 2019, la protesta, giunta al suo ottavo fine settimana di mobilitazione, torna con più partecipanti e ancora maggior determinazione: violenze e aggressioni a Parigi, culminate nella spettacolare intrusione con una ruspa nel ministero per i Rapporti con il Parlamento. Evacuato il «duro» Benjamin Griveaux, portavoce del governo. A scendere in piazza nelle città e nei crocevia delle strade di tutta la Francia sono stati oggi 50.000 gilet gialli, come ha ammesso in serata in tv, correggendo al rialzo le cifre della giornata, il ministero dell’Interno, Christophe Castaner.

La settimana scorsa erano stati 32.000. A Parigi, i manifestanti sono stati 3.500. «Cinquantamila – ha provato a minimizzare Castaner, che in giornata aveva lanciato un appello alla ‘responsabilità’ e al rispetto ‘dei dirittì dopo i primi incidenti – significa un po’ più di una persona per ogni comune di Francia. Questa è la realtà del movimento dei gilet gialli oggi. È chiaro che non si tratta di un movimento rappresentativo della Francia», ha aggiunto il ministro. Se la percentuale di sostegno nella popolazione è scesa da 7 su 10 a circa un cittadino su 2, la determinazione dei manifestanti è aumentata: incuranti del freddo e degli scontri con la polizia, assolutamente insensibili alle concessioni del governo – che ha ritirato gli aumenti di imposta contestati ed ha annunciato per metà gennaio l’avvio di un dibattito nazionale sulle richieste del movimento – i gilet gialli puntano ormai al cuore del potere. Mentre scontri avvenivano a Tolosa, a Marsiglia, a Beauvais (nel nord), l’avanguardia parigina radunata sugli Champs-Elysees e all’Hotel de Ville ha preso di mira innanzitutto il Parlamento.

I gendarmi hanno respinto l’assalto condotto dai ponti sulla Senna, in particolare sulla passerella che unisce le due rive del fiume all’altezza delle Tuileries. In un video che ha fatto il giro del web si vede uno dei manifestanti – vestito interamente di nero e senza gilet giallo – prendere a pugni un gendarme protetto da casco e scudo, poi prenderne violentemente a calci un altro che era a terra. Mancato l’obiettivo dell’Assemblée, i manifestanti hanno investito il vicino boulevard Saint-Germain, bruciando la bandiera della sede della rappresentanza Ue e avviando la solita guerriglia con le forze dell’ordine: auto in fiamme, lancio di oggetti, bastoni e molotov, motorini in noleggio co-sharing bruciati. Da parte della polizia, lacrimogeni, cariche e 25 fermati. Da entrambe le parti si lamentano feriti lievi. L’episodio più clamoroso alle 16:30, nella vicina rue de Grenelle, a due passi dall’Ambasciata d’Italia e dalla sede del governo: una quindicina di individui vestiti di nero, alcuni col gilet giallo, si sono impadroniti di una ruspa da cantiere usandola come ariete contro il portone del ministero per i Rapporti con il Parlamento: Benjamin Griveaux, portavoce del governo che nelle ultime settimane ha assunto posizioni nette e dure nei confronti delle derive del movimento, è stato evacuato in fretta e furia dalle forze di sicurezza. «È intollerabile», il suo commento.

MACRON
Emmanuel Macron ha denunciato «un’estrema violenza che ha attaccato la Repubblica» durante l’ottavo appuntamento, oggi, con la protesta dei gilet gialli. «Ancora una volta – ha twittato il presidente francese dopo la giornata che ha visto la mobilitazione di 50.000 persone e l’irruzione, con una ruspa, nel cortile del ministero per i Rapporti con il Parlamento – un’estrema violenza ha attaccato la repubblica, i suoi guardiani, i suoi rappresentanti, i suoi simboli. Chi compie queste azioni dimentica il nocciolo del nostro patto civico. Giustizia sarà fatta».

VAI ..GIRARDENGO…!

VAI ..GIRARDENGO…!

Buon anno a tutti gli amici baresi, oggi ho per voi notizie bellissime, certo, quando si ha un “sindaco meraviglioso” come il vostro l’unica cosa  certa è che si hanno sempre… soldi e benefici. Molti di voi sicuramente staranno pensando ai famosi posti da assegnare al comune come dipendenti di nuova assunzione, eh,… ma lì viene assunto “chi vince il concorso” ..come in tutte le amministrazioni comunali d’Italia le cose funzionano così…peccato che… mia sorella non riesca mai a vincerne uno…. pur essendo bravissima…evidentemente gli altri sono …più bravi e “fortunati”, lasciamo perdere ed andiamo avanti, giorni fa, lungo il litorale barese che va dal centro della città sino alla località di Torre a Mare, c’è stato un blitz dei vigili urbani, il fine è quello di contrastare la prostituzione che in quella zona è un evidente segnale di indiscussa inciviltà e degrado. C’è però un fatto curioso, quel “bordello” inventato e stanziale ..dove  le “dolci signorine” svolgono la loro attività “di stretto intrattenimento sociale” stanno lì… da circa 30 anni ..più o meno…quindi vuol dire che prima di loro ce ne erano altre e allora, ..per piacere,  non prendetevela con il sindaco Decaro o il precedente Emiliano 1… e Emiliano 2..,anche se sono  15 anni ininterrotti di amministrazione PD, perché  in tutti questi anni hanno avuto… tante cose da fare  e se non se  ne sono accorti prima , ora…via… non facciamone un dramma… meglio tardi che mai,… però, attenzione, una mia riflessione, il bravo sindaco quando si accorge di dette prostitute e dei locali che le ospitano  ? Solo un paio di giorni fa e ad appena…a  “quattro mesi dalle elezioni amministrative” che si terranno nella città barese, tra fine Maggio o la prima domenica di Giugno, e che vedrà il “bravissimo sindaco” ricandidarsi e richiedere la fiducia dei baresi. La data è ancora da stabilire, però apprezziamone la  “ tempestività”… quanto la  sensibilità morale che ha il nostro onnipresente presidente dell’ANCI, eh …sì, perché “il fantastico sindaco” è anche il rappresentante di tutti i sindaci e onnipresente perché lo si vede in TV tutti i pomeriggi su TG RAI 3 Puglia, informazioni e segnalazione dei miei collaboratori baresi…attendibili al 100%. La sua premura ed amore per la città non si ferma, pensate che nella città per parcheggiare l’auto nelle strisce blu, per un periodo di  60 minuti di sosta,” il bravo sindaco” chiede in pagamento un ticket di appena due (2) euro l’ora come nelle migliori località turistiche della costa toscana o Ligure.. “Uomo eccezionale e di unica capacità”, invece di escogitare un sistema per non vessare i suoi cittadini e turisti cosa fa ? S’inventa il trasporto in bicicletta e premierà con 25 euro al mese tutti i cittadini che, muscoli sui pedali andranno a lavorare con la bici ed ovviamente ci faranno ritorno alle loro case. Il premio verrà corrisposto mediante accredito direttamente sul conto corrente personale a condizioni prestabilite, il tutto costa 575.000 mila euro e la somma viene erogata dal ministero dell’ambiente. Caro sindaco, le chiedo una riflessione sull’ennesima sciocchezza propagandistica elettorale che ha messo in campo, infatti  presumendo che uno abbia dei problemi cardiovascolari, ortopedici o una salute cagionevole tale da sconsigliare quel tipo di attività sportiva e in tempo di neve o di pioggia che fa  ?  Paga lo stesso quei cittadini o sono doppiamente penalizzati ? Come gestisce la cosa ? Hanno diritto ad avere i 25 euro solo i forti o anche i deboli ? E come verranno gestiti quei 575.000 euro ? Sa, le rivolgo queste domande perché oltre ai concorsi taroccati, in tante amministrazioni si fregano anche i soldi pubblici, non so se lei ne è a conoscenza ..ma li fregano e anche tanti.. buona pedalata…05012019

…by…manliominicucci.myblog.it

 

Il capoluogo pugliese è il primo in Italia ad adottare questo modello. Finanziato con 545mila dal ministero dell’Ambiente, il bando comunale metterà a disposizione: 20 centesimi di euro per ogni chilometro fatto nel tragitto casa-lavoro e 4 centesimi per altri percorsi cittadini. Cifre dimezzate per chi usa una bici elettrica.

Venticinque euro al mese sul conto corrente per chi utilizza la bicicletta per andare al lavoro. A lanciare l’iniziativa – sperimentale per quattro mesi – è il sindaco di Bari Antonio Decaro, a seguito della delibera approvata dalla giunta cittadina: “A pedalare si guadagnerà, non solo in salute”. Come ha spiegato il primo cittadino barese l’obiettivo del 2019 è “raddoppiare il numero delle biciclette presenti in città“.

A riportare la notizia è La Repubblica, sostenendo che il progetto di mobilità sostenibile, finanziato con 545mila euro dal ministero dell’Ambiente, metterà a disposizione dei ciclisti urbani alcune tipologie di “buoni mobilità”: 20 centesimi di euro per ogni chilometro fatto nel tragitto casa-lavoro e 4 centesimi per altri percorsi cittadini. Cifre dimezzate, invece, per chi usa la bici elettrica. I rimborsi, in ogni caso, non potranno superare un euro al giorno e di 100 euro in quattro mesi.

 Primo capoluogo ad adottare questo modello, tra gli incentivi – continua La Repubblica – ci sono anche vari contributi per l’acquisto di un mezzo, indipendentemente che siano mountain bike, pieghevoli o a pedalata assistita: 150 euro per un mezzo nuovo, 250 euro per il modello elettrico e 100 euro per una bici usata. Sul sito del Comune verrà a breve pubblicato l’elenco dei rivenditori convenzionati aderenti all’iniziativa: “Una volta acquistata la bici – continua il sindaco – il Comune promuoverà un concorso per assegnare un rimborso chilometrico a tutti i cittadini che dimostreranno di utilizzare le due ruote per gli spostamenti quotidiani casa lavoro o casa scuola”.

Dotati ciascuno di un kit con Gps antifrode per il monitoraggio del chilometraggio, le risorse messe a disposizione dal comune serviranno per coprire l’acquisto di tremila bici, mentre in mille, su richiesta, potranno partecipare al programma dei buoni mobilità. Inoltre ogni mese verrà messo in palio un bonus extra di 50 euro ai primi dieci lavoratori che avranno pedalato di più.

L’ANNO …CHE VERRA’….!

L’ANNO …CHE VERRA’….!

Il 1° Febbraio 1979, Reza Pahlavi, ultimo scià di Persia lascia “la poltrona di re” alla rivoluzione islamica guidata dall’allora Ayatollah khomeyni, capo spirituale e politico nonché guida suprema del paese. Khomeyni è un musulmano “sciita duodecimano”, sicuramente fondamentalista e più radicale di altri  ed infatti salito al potere mette in pratica tutte le linee guida della sharia, la legge coranica. Quindi per le donne, da quell’anno cala il sipario della libera circolazione per il paese o all’estero, niente più capelli al vento e abiti succinti, tanti diritti negati, si ritorna indietro di qualche centinaio di anni. Evidentemente agli iraniani non stava bene con un scià che ragionava più in ottica occidentale che in quella musulmana, nei fatti il dado tratto, a quanto pare, non piace alle donne, e va bene… però quello che c’è oggi  lo si sapeva già anche dal lontano 1900 o 1978, anno di inizio della rivoluzione islamica. C’è da dire che in quella rivoluzione molto centrano i francesi, come al solito, infatti sono loro che hanno sponsorizzato la rivoluzione e portato in pompa magna l’Ayatollah Khomenyi  direttamente a Teheran con volo e  areo francese, e si sa…gli affari sono… affari e quando si trattava di petrolio, in quegli anni, tutto era lecito e possibile e i poveri iraniani che vivevano in un paese moderno e con un reddito pro capite accettabile e che si avviava ad un progresso certo si è ritrovato a fare il salto di “qualità” del “ritorno al passato”. Ora, giustamente, le coscienze di tante donne si ribellano a tanti concetti del corano che non sono in linea con la razionalità e la logica, infatti, avere rapporti sessuali con le bambine è sinonimo di pedofilia legalizzata e questo certamente non va bene. Prega come vuoi e mangia quello che vuoi ma non togliere i diritti a nessuno e soprattutto non permettere che una bambina venga “stuprata, e sì.. dubito che ci siano bambine consenzienti ai rapporti sessuali…. con uomini adulti….a solo pensarci mi vien la pelle d’oca…roba per matti….Ben venga quindi la protesta femminile iraniana ma a quanto leggo è già morta sul nascere la protesta a difesa dei matrimoni con le bambine, purtroppo la religione islamica è quella e l’occidente ignora volutamente e non solleva il problema, come tutti gli islamici  presenti in Europa.. tacciono e non intendono affrontare il problema, anzi per loro non va neanche aperto il dialogo sull’argomento…. quindi,…scià …non ce ne sono più ed ora o fate una nuova rivoluzione oppure cari amici iraniani accettate il destino che i vostri padri e madri vi hanno riservato. Tanti auguri e tante belle cose…e in bocca al lupo “gentili…Signore”… 04012019

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Deputata iraniana in campo contro il  fenomeno delle ‘spose bambine’

Tayyebeh Siavoshi, ‘il problema è la povertà, aggravata dalle sanzioni Usa’

Oltre 370.000 ragazze tra i 10 e i 18 anni sposate, di cui diverse decine hanno solo 9 anni. L’impressionante numero delle ‘spose bambine’ in Iran è quasi un simbolo delle contraddizioni esistenti in un Paese dove la presenza di molte donne nelle attività professionali altamente qualificate contrasta con le norme ispirate alla legge islamica che ne limitano i diritti. Contro questa realtà si è scontrato anche il tentativo di Tayyebeh Siavoshi, deputata presidente della commissione per gli Affari femminili del Parlamento, di far approvare una legge che aumentasse l’età minima richiesta per il matrimonio.
“Sfortunatamente – dice la parlamentare in un’intervista all’ANSA – la commissione per gli Affari giudiziari ha respinto la richiesta di portare in aula la proposta, affermando che è contraria alla Sharia”.
La bocciatura è avvenuta nonostante fossero stati ben 150, su un totale di 290, i deputati che avevano manifestato sostegno per l’iniziativa. “Per questo – aggiunge Tayyebeh Siavoshi, appartenente allo schieramento riformista – non ci arrenderemo. Dopo il parere negativo abbiamo chiesto che la commissione per gli Affari giudiziari spieghi le ragioni della sua decisione all’ufficio di presidenza del Parlamento, e che il dibattito si svolga comunque”.
Attualmente il codice civile iraniano prevede che le ragazze si possano sposare a partire dai 13 anni e i ragazzi dai 15. Ma il matrimonio può avvenire anche prima – a partire appunto dai 9 anni per le bambine – quando vi sia il consenso del padre, o in sua assenza del nonno paterno, con il permesso di un giudice. Ma sono proprio i genitori afflitti da problemi economici che normalmente decidono di dare in sposa la figlia quando è ancora bambina in cambio del ‘mehrieh’, una somma di denaro che secondo la tradizione e la legge il marito deve pagare. E infatti il fenomeno è diffuso nelle regioni più povere e arretrate, in particolare nel Khorasan e nel Sistan-Baluchistan, nell’est e nel sud-est del Paese. Per questi motivi, sottolinea Tayyebeh Siavoshi, si può ritenere che anche le sanzioni reimposte recentemente dagli Usa che hanno aggravato la già difficile situazione economica dell’Iran renderanno ancor più difficile combattere il fenomeno.
Sulle bambine date in spose a soli nove anni non ci sono cifre precise aggiornate, ma secondo gli ultimi dati disponibili nel 2015 furono 176. “Quante siano con precisione – afferma la deputata riformista – non ha importanza. Quello che conta è che queste bambine perdono praticamente la loro vita, sono soggette a violenza, depressione, ai pericoli della gravidanza e, se il marito ottiene il divorzio da loro, si ritrovano senza alcun sostegno economico vista la povertà della famiglia di origine”. Secondo un censimento risalente a due anni fa, erano 7.000 le divorziate tra i 10 e i 18 anni e 942 le vedove.
Nemmeno una fatwa emessa a sostegno della nuova legge da un Grande Ayatollah, Nasser Makarem Shirazi, è finora bastata a far passare la riforma voluta da Tayyebeh Siavoshi. “Molta gente ci invia messaggi per manifestare opposizione alla nostra iniziativa ma molte ong sono con noi – sottolinea la deputata – e spero che potranno svolgere un ruolo efficace per cambiare le cose, con il sostegno dei deputati schierati dalla nostra parte”.

QUAL’E’ L’ESEMPIO CORRETTO ?

QUAL’E’ L’ESEMPIO CORRETTO ?

Il consigliere dei Verdi della Regione Campania, Francesco Emilio Borrelli, posta sul social il video di un bimbo, presumibilmente napoletano, che canta la canzone di un noto cantante neomelodico partenopeo, non cito il nome per ovvi motivi, il bimbo a conclusione della esibizione canora  spara un colpo in aria con il suo fucile mitragliatore che non si è capito bene se sia un giocattolo o un’arma vera. Il consigliere regionale Borrelli definisce le immagini “sintomatiche di un profondo disagio sociale” e, per questo motivo, invoca l’immediato intervento dei servizi sociali. Giusta osservazione e giusta richiesta, le armi in mano ai bambini non ci devono stare e se si utilizzano solo per giocare, va fatto nel contesto del semplice gioco senza esaltare l’arma di per se. E’ una pessima abitudine e cattivo insegnamento armare le mani di un bimbo anche per un semplice e banale video da postare, infatti è lì che nasce la cultura della violenza, oggi lo si fa per gioco domani lo si fa per altri motivi, ritengo giusta la richiesta d’intervento dei servizi sociali, è meglio prevenire che cercare di curare l’’irrimediabile. Quindi apprezzo notevolmente l’opera del politico di turno, …però, spiace dover constatare che come al solito si fanno due pesi e due misure, già, quando si tratta di italiani, o come in questo caso di bambini, tutti pronti ad urlare indignati allo scandalo e richiamare l’attenzione delle istituzioni, dei media, dei radical chic e stampa su un episodio, sicuramente di cattivo gusto ma soprattutto di cattivo esempio, mentre quando non fa comodo e non serve alle campagne elettorali o di sensibilizzazione alle immigrazioni allora tutto si mette a tacere è lo schifo e i cattivi esempi non centrano più niente. E allora andiamo al punto, lo scorso anno per mesi ha girato in rete il video di un bambino, di fede musulmana, che brandisce un coltello, vero e non finto, nell’intento di tagliare la gola di una finta pecorella di stoffa, intorno al piccolo ci sono i suoi genitori, amici e altri bimbi che assistono divertiti alla sceneggiata del taglio della gola del finto animale. Non è un gioco quello fatto dal bambino ma è ripercorrere un passaggio della “festa del sacrifico” che avviene ogni anno e nell’occasione vengono sgozzati tutti i veri animali per la pace e la felicità dei musulmani, nessuno, dico nessuno si è levato indignato, ne consiglieri né deputati né sindaci…nessuno. .è tutto ok.. La festa in arabo, “halal”, è un vero e proprio rito previsto dal corano e che si ripete oramai in Italia da anni come la nostra Pasqua o Natale, il  ripetersi della tradizione musulmana avviene nel silenzio assordante degli animalisti, delle nostre istituzioni, dei servizi sanitari e con il compiacimento di tutte le amministrazioni comunali dove avvengono “i sacrifici pubblici”, sì, perché il tutto avviene in luogo aperto al pubblico. Ora mi chiedo : come mai ci si sorprende di un video, tutto sommato ridicolo e stupido evocando immediati provvedimenti e poi si tace dinanzi a tanta violenza  inaudita e schifo inenarrabile ? Un coltello brandito da un bimbo, nel tentativo di sgozzare un finto animale, evidentemente impressiona meno di un colpo di fucile, giocattolo o vero che sia, sparato in aria e senza che nessuno, animale o uomo, venga colpito ? Non riesco più a capire il senso dei ragionamenti e della logica in questo paese, ci si solleva e si indigna solo quando alcuni argomenti eclatanti toccano gli italiani ma ci si inchina e si zittisce dinanzi ad altri eventi di peggiore qualità come l’uccisione, anche ipotetica, di un essere vivente fatta in quel modo ?  Le due cose non possono essere paragonate però lo scandalo lo si solleva solo per una canzone napoletana anche se con un finale molto poco simpatico, …  mentre per gli stranieri c’è sempre comprensione e tolleranza…. Ma che razza di paese è diventato il nostro ?  04012019

…by…manliominicucci.myblog.it

Bimbo armato canta canzone neomelodica

Video virale, oltre 120mila visualizzazioni. “É disagio sociale”

(ANSA) – NAPOLI, 4 GEN – Ha superato le 120mila visualizzazioni e sta destando scalpore e disapprovazione il video postato su Facebook dove un bambino di circa 10 anni intona una canzone neomelodica impugnando una pistola, forse vera, con la quale alla fine esplode un colpo. Il brano è intitolato “Senza Libertà” ed è dedicato, come dice il ragazzino prima di iniziare a cantare, a una persona che, forse, è stata privata della libertà, come i carcerati. A rendere noto il post, diventato subito virale, è stato il consigliere dei Verdi della Regione Campania Francesco Emilio Borrelli. La canzone è di un noto cantante neomelodico partenopeo, che ha migliaia e migliaia di fan non solo in Campania. Il bimbo, subito dopo avere finito di cantare, spara un colpo in aria. Borrelli definisce le immagini “sintomatiche di un profondo disagio sociale” e, per questo motivo, invoca l’immediato intervento dei servizi sociali. (ANSA).

IL CALCIO SCOPRE…L’ISLAM….!

IL CALCIO SCOPRE…L’ISLAM….!

Il “mondo del pallone” sino ad oggi si è sempre prodigato, sia sul campo che in Tv, a lanciare segnali e messaggi di  perfetta eguaglianza tra i calciatori, intimando, con condanne e minacce di sospensioni di partite quando si riscontrano elementi di intolleranza razziale con sfottò ed altro, sia negli stadi che fuori. Concetti rimarcati anche da slogan, come il famoso “fair play” prima dell’inizio di un incontro, proprio per ricordare con forza che “siamo tutti uguali”, “neri e bianchi”, “uomini e donne” e etc. etc. etc.  Quindi il calcio non è solo divertimento ma anche un contenitore per avvicinare popoli diversi e le loro culture e farli convivere pacificamente nell’arco di alcune d’ore. Preziosi concetti sostenuti nella vita quotidiana dalle varie Tv , quotidiani sportivi e non, uomini politici e di spettacolo, non di rado si sente parlare di accoglienza, di integrazione e di apertura alle nuove religioni provenienti dal medio oriente, si è sempre cercato, anche attraverso lo sport, un contatto per sensibilizzare i cittadini di ogni paese europeo. Tuttavia, la voglia di essere a tutti i costi “internazionalizzati” ha colpito lo sport più amato del nostro paese, il calcio, tanto che la federazione calcio italiana e i suoi “valenti dirigenti” hanno pensato di organizzare la finale di coppa Italia in un paese del golfo Persico e più precisamente nell’Arabia Saudita, evidentemente i “bravi dirigenti FIGC hanno pensato di ricavare quanto mai è più possibile da una manifestazione tutta italiana e che da alcuni anni non vede mai stadi colmi di …spettatori …italiani. E’ ovvio che sia il paradosso dei paradossi, ma “il business” è business, e quindi “chissenefrega” se io , “povero italiano morto di fame”, non posso andare in Arabia a vedere giocare la mia squadra del cuore perché l’esclusiva della finale  è stata venduta per “trenta denari” a degli islamici ? E sì, perché il problema sta proprio qui, nel paese saudita vige la sharia, ovvero la legge islamica, e che nei fatti proibisce le donne di andare sole allo stadio, quindi devono andarci in compagnia di un uomo, marito o familiare che sia, ed allocarsi negli appositi spazi riservati alle donne. E qui “casca l’asino”, infatti da ciò si denota l’assoluta deficienza dei dirigenti italiani in materia religiosa, si, l’islam è questo, prendere o lasciare, le donne nell’islam non sono come nell’occidente e quindi necessita ragionare secondo i loro usi, costumi e leggi. Detto questo ora torniamo indietro di qualche riga e leggiamo di quanto si sforzino in Europa per l’eguaglianza tra bianchi e neri e tra “ uomini e donne”…siamo quindi alle prese per il “culo “..cara FIGC, cara stampa e TV, ma non lo sapete cos’è l’islam ? Piacere di avervelo fatto conoscere e benvenuti nel mondo islamico dove le donne contano meno del …piscio di un cane. So già che molti saranno inorriditi, ma questa volta “una palla di pelle” ha fatto “boooommmm”,  ed è stata capace di aprire gli occhi alla gente più di una bomba atomica. In ultimo, episodio da ridere, la Boldrini, incredibile che si irriti per l’esclusione delle donne dal libero ingresso negli stadi, quando proprio lei, in una visita ufficiale di stato in Iran, si coprì il capo in presenza degli uomini di quello stato  in “segno di sottomissione”, lo ha fatto perché conosce molto bene l’islam…lei…. quindi siamo alle solite pantomime dei politici radical chic, spingono per abituarci ed imporci una religione che neanche.. loro conoscono, patetico.. Per concludere, cito il titolo di un film e lo modifico leggermente : “Beneventi al….l’Islam…”. 03012019

…by…manliominicucci.myblog.it

Supercoppa in Arabia Saudita, politica in rivolta

Supercoppa in Arabia Saudita, politica in rivolta

(Afp)

Settori riservati agli uomini. Ma, per le donne sole, la possibilità di guardare la sfida della Supercoppa italiana tra Juventus e Milan in Arabia Saudita, sedute sugli spalti in uno spazio tutto al femminile del ‘King Abdullah Sports City Stadium’ di Gedda, non c’è. Le donne infatti potranno assistere all’evento ed entrare allo stadio solo sedendo in settori speciali, quelli riservati alle famiglie. E la decisione presa per il super match tricolore in trasferta dalla Lega Serie A e dagli organizzatori sauditi manda su tutte le furie la politica italiana, con la richiesta ai vertici del calcio italiano di intervenire.

LE POLEMICHE – A sbottare in diretta su Facebook, il ministro dell’Interno e rossonero doc Matteo Salvini: “Che la Supercoppa italiana si giochi in un paese islamico – commenta – dove le donne non possono andare allo stadio, se non accompagnate dagli uomini, è una tristezza, una schifezza. Io – protesta – quella partita, Juve-Milan, non la guardo”. “Ditemi voi – aggiunge poi a ‘Radio Rai’ – se la Super coppa italiana, in nome del business di qualche milione di euro, va giocata a migliaia di chilometri di distanza in un paese che evidentemente ha dei problemi, dove le donne possono andare allo stadio solo se accompagnate. Andare a giocare in un paese irrispettoso, illiberale e retrogrado, dove le donne non possono andare liberamente allo stadio, è davvero imbarazzante”.

Dello stesso tenore il commento della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Supercoppa italiana Juve-Milan in Arabia Saudita. Le donne possono andare solo accompagnate nel settore famiglie, da sole no, perché l’Islam non lo ammette. Quindi una donna italiana che volesse comprarsi il biglietto per vedere la partita da sola o con un gruppo di amiche, non può farlo. Ma che schifo è? Abbiamo venduto secoli di civiltà europea e di battaglie per i diritti delle donne ai soldi dei sauditi? La Federcalcio blocchi subito questa vergogna assoluta e porti la Supercoppa in una nazione che non discrimina le nostre donne e i nostri valori”.

“Il nostro calcio – scrive su Facebook, Paolo Grimoldi, deputato della Lega e Vice presidente della commissione Esteri della Camera – ha chiuso malissimo il 2018 tra gravi violenze, ululati razzisti e vergognose scritte sulle stragi dell’Heysel, di Superga e di Scirea, ma sembra voler iniziare il 2019 ancora peggio, facendosi umiliare dall’Arabia Saudita, svendendo i nostri valori per pochi soldi. Gli organizzatori arabi fanno sapere che per la finale di Supercoppa Italiana del 16 gennaio tra Juventus e Milan, nello stadio di Jedda ci saranno posti per soli uomini e poi posti misti dove le donne potranno vedere la partita accompagnate da uomini. Roba da Medioevo. E il nostro calcio si fa umiliare così per pochi milioni? E il movimento calcistico femminile italiano non dice nulla? La Figc non ha niente da obiettare?”.

“Lo sport, e il calcio è lo sport più seguito in Italia, dovrebbe trasmettere valori, ma il nostro calcio quali valori trasmette? La violenza, il razzismo e la rinuncia ai nostri principi pur di monetizzare qualche spicciolo con gli arabi? Juventus e Milan si oppongano a questa vergogna”, conclude Grimoldi.

Indignata anche la senatrice di Leu, Laura Boldrini: “Le donne alla Super Coppa Italiana vanno allo stadio solo se accompagnate dagli uomini. Ma stiamo scherzando? I signori del calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!”. E duro anche il commento della deputata Pd (e calciatrice) Anna Ascani: “Amo il calcio. Da sempre. Giocavo a calcio da bambina. Gioco a calcio oggi. E tifo la mia squadra. Sul divano e allo stadio. Il fatto che sugli spalti della finale della #supercoppaitaliana ci saranno settori riservati ai ‘soli uomini’ e che le donne possano entrare solo accompagnate mi umilia. Si tratta di una discriminazione vergognosa e inaccettabile”. Aggiunge la deputata: “Non so quanti soldi ci siano in ballo. So che la dignità delle donne non ha un prezzo. E so che la Lega Serie A e la FIGC Federazione Italiana Giuoco Calcio devono fermare questo scempio. Ad ogni costo”.

Per il Pd interviene anche l’ex ministro dello Sport, Luca Lotti: “Più di due mesi fa avevo lanciato l’allarme sulla finale di Supercoppa italiana in Arabia Saudita. Oggi non posso che unirmi a quanti, in queste ore, stanno esprimendo la loro preoccupazione. Chi ama il calcio rifiuta tutte le barriere culturali. Sempre. #Supercoppa”, scrive su Twitter. “Esprimo il mio più vivo disaccordo per la decisione, da parte della Lega Serie A, di far disputare la finale di Supercoppa italiana in uno stadio dove le donne potranno entrare solo se accompagnate da uomini ed assistere alla partita segregate in appositi recinti”, rincara il sottosegretario presidenza del Consiglio con deleghe alle Pari opportunità, Vincenzo Spadafora. “Non è ammissibile – sostiene il Sottosegretario – che il calcio italiano finga di non vedere questa palese discriminazione di diritti. Lo sport deve infatti essere veicolo di diffusione di ben altri valori, come l’uguaglianza e la parità di genere. Venire meno a questi principi cristallizzati anche nella nostra Costituzione – conclude Spadafora – significherebbe perdere molto più che una finale. Gli interessi economici non possono prevalere sui diritti”.

LA REPLICA DELLA LEGA SERIE A – Sulla questione interviene anche la Lega Serie A: “La nostra Supercoppa sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo” ribatte il presidente della Lega calcio di Serie A, Gaetano Miccichè.

“Con il benestare di Fifa, Uefa e Confederazione asiatica stiamo andando a disputare una gara di calcio ufficiale in un Paese con proprie leggi sedimentate da anni, dove tradizioni locali impongono vincoli che non possono essere cambiati dal giorno alla notte. Sono ottimista per definizione, e guardo con fiducia al futuro e ai passi già fatti. La volontà in tal senso degli organizzatori locali ci è parsa subito netta, in Arabia Saudita nelle scorse settimane sono stati organizzati una serie di eventi sportivi per aprirsi gradualmente al mondo”, ha spiegato il presidente della Lega calcio Serie A. “L’Arabia Saudita da molto tempo non concedeva visti turistici: il calcio ha sorpassato anche questi vincoli, e chi vorrà potrà venire dall’estero a vedere il match grazie a un permesso legato al biglietto della partita. Ogni cambiamento richiede tempo, pazienza e volontà di confronto con mondi distanti. Fino allo scorso anno le donne non potevano assistere ad alcun evento sportivo, da pochi mesi hanno accesso ad ampi settori dello stadio, che hanno iniziato a frequentare con entusiasmo, e noi stiamo lavorando per far sì che nelle prossime edizioni che giocheremo in quel Paese possano accedere in tutti i posti dello stadio. E voglio precisare che le donne potranno entrare da sole alla partita senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare il tema: la nostra Supercoppa sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo”.

“Il calcio – aggiunge – fa parte del sistema culturale ed economico italiano e non può avere logiche, soprattutto nelle relazioni internazionali, diverse da quelle del Paese a cui appartiene. L’Arabia Saudita è il maggior partner commerciale italiano nell’area mediorientale grazie a decine di importanti aziende italiane che esportano e operano in loco, con nostri connazionali che lavorano in Arabia e nessuno di tali rapporti è stato interrotto”.

Il sistema calcio non può assurgere ad autorità sui temi di politica internazionale, né – sottolinea ancora – può fare scelte che non rispettino il sistema Paese. Al contrario, è un fondamentale supporto alla promozione del made in Italy e dei suoi valori. Il calcio non fa politica, ma ha un ruolo sociale, in questo caso di veicolo di unione e comunanza tra popoli che non ha uguali in nessun altro settore. In poche ore di prevendita la Supercoppa a Jeddah ha registrato il sold out, un evento di una portata internazionale atteso con grande entusiasmo dai tifosi locali”.

“Credo sia doveroso fare il punto sulla decisione della Lega Serie A, e di tutti i Club associati, di disputare la prossima Supercoppa italiana il 16 gennaio a Jeddah. Questo trofeo, fin dal 1993 nella sua prima edizione all’estero, è stato il biglietto da visita per esportare e promuovere il calcio italiano nel mondo”, ha spiegato Miccichè, aggiungendo: “Abbiamo giocato questa competizione due volte negli Stati Uniti, quattro volte in Cina, così come in Qatar e in Libia. La scelta di portare il calcio in aree che differiscono per cultura e per tipologie di governo non è una decisione solo italiana, ma ha altri esempi internazionali poiché lo sport ha sempre più bisogno di platee globali per crescere. Il caso Khashoggi, avvenuto lo scorso ottobre, dunque mesi dopo la definizione dell’accordo, ha posto la scelta dell’Arabia Saudita sotto i riflettori e doverosamente la Lega Serie A si è interrogata su cosa fosse giusto fare”.

DONNE E CALCIO IN ARABIA SAUDITA – In Arabia Saudita, “le donne possono essere presenti alle partite di calcio negli stadi anche se non sono accompagnate da uomini. Siedono nel ‘settore famiglie’ che è un’area designata per le donne che non sono accompagnate da uomini o per le famiglie” precisa in un’intervista ad Aki-Adnkronos International l’attivista e giornalista saudita Lulwa Shalhoub, commentando le affermazioni di Salvini. “Le donne hanno iniziato a recarsi negli stadi a gennaio 2018”, aggiunge l’attivista.

Lo scorso 12 gennaio per la prima volta in Arabia Saudita le donne hanno potuto assistere allo stadio King Abdullah di Gedda a una partita del campionato di calcio locale. Le tifose sono entrate attraverso ingressi riservati e sono state ‘confinate’ nel settore ‘famiglie’.

La svolta sui cancelli degli stadi aperti alle donne era stata annunciata a ottobre 2017 dall’Autorità generale saudita per lo Sport che ha autorizzato le saudite a entrare negli impianti King Fahd Stadium, nella capitale Riad, King Abdullah International Stadium, a Gedda, e Prince Mohammed Bin Fahd Stadium, a Dammam.

L’Arabia Saudita resta comunque il Paese della segregazione dei sessi, dove molti edifici hanno ingressi separati per donne e uomini ed è il Paese in cui le donne sono sottoposte al sistema della tutela: i ‘guardiani’ delle saudite sono i padri, i mariti, i fratelli che devono dare loro il permesso anche per studiare o viaggiare.