Autore archivio: manlio22ldc

E QUI I BUONI DOVE SONO ?

YEMEN

E QUI I BUONI DOVE SONO ?

Questa “bellissima foto” di bimba che non può scappare dalla guerra la omaggio a tutti i radical chic d’Italia, i buonisti dei salotti TV, ai “geni della sinistra che predicano amore per i …. più deboli…Cari “dottori della bugia” oltre quella bimba nella foto in formato scheletrico ci sono, come lei, tanti poveri bambini che vivono quotidianamente nella sofferenza, nelle malattie e ci muoiono perché eccessivamente denutriti…e non perché sono diventati vegani oppure digiunano per non ingrassare… già… vi faccio male all’anima a parlar così ma veder morire dei bambini nell’indifferenza dei radical chic, dei buonisti della chiesa cristiana tutta, dal menefreghismo della religione islamica e di tutte le altre religioni del mondo è proprio una cosa irritante ed inaccettabile. Nello Yemen c’è una guerra che va avanti da anni, una guerra di religione e potere tra i sauditi e gli iraniani, ovvero tra sunniti islamici e sciiti islamici con la compiacenza di Usa e Russia, Unione europea, Cina e ONU. Quel che disgusta ed è orrendamente vomitevole, quanto ripugnante, è l’atteggiamento dei falsi buonisti europei, tutti a preoccuparsi e ad indignarsi del bimbo morto affogato nel mar Egeo sulle coste turche, in pompa magna e con inaudita efficienza tutto il mondo pronto a sensibilizzare tutti gli stati europei per l’accoglienza di falsi migranti che scappano dalle finte guerre e poi….poi, si lasciano morire sotto le bombe, di produzione europea, americane e russe, tanti bambini che non possono scappare o fuggire perché il mondo si disinteressa della sorte di un paese che non offre possibilità di … guadagno…che schifo. Va benissimo…non ho idea se questa bimba sarà salva o anche a lei sarà toccata la sorte di decine di migliaia di altri bambini. Ok, continuate a vivere nel vostro mondo ovattato fatto di talk show, di slogan antifascista, di bella ciao e di Sardine…. tanto, la morte di quegli innocenti vedo che non vi turba più di tanto… effettivamente non siamo tutti uguali…la sensibilità, intendo quella vera, non è comune a tutti. Smettetela di disinteressarvi del dramma e premete sull’Onu, sui politici e sul parlamento europeo…se si riuscirà a metter fine a questa guerra allora sì che saremo tutti bravi e buoni. 17122019

…by… manliominicucci.myblog.it

 

 

Accordi di Stoccolma un anno dopo: lo Yemen è un paese fantasma con 10 milioni di persone senza cibo

YEMEN

Il 13 dicembre 2018, a Stoccolma, veniva firmato il cessate il fuoco nel porto di Hodeida per cercare di porre fine alla crisi umanitaria in cui versa lo Yemen da più di quattro anni e alla più grave carestia della storia recente a seguito del conflitto tra una Coalizione internazionale guidata da Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti e gli Houthi.

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A distanza di un anno Oxfam, insieme ad altre organizzazioni internazionali, rilancia l’allarme: lo Yemen è ormai un paese fantasma, allo stremo delle sue forze, con 10 milioni di persone rimaste senza cibo e  7 milioni colpite da grave malnutrizione.

Ad Hodeida e nel suo governatorato si continua a morire. Nella più importante città portuale del Paese, infatti, si registra un quarto di tutte le vittime civili del 2019 – 799 tra morti e feriti – e il 40% dei 2.100 e più attacchi contro i civili. Allo stesso tempo, ovunque nel Paese, si fugge da bombe e violenza che nel 2019 hanno causato 390.000 sfollati.

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Ancora oggi i combattimenti in corso e le restrizioni messe in atto dalle autorità impediscono alle organizzazioni umanitarie di raggiungere le comunità più bisognose. Il conflitto continua, inoltre, a bloccare l’accesso delle persone ai mercati e ai servizi e infligge danni a infrastrutture fondamentali come ospedali, scuole e sistemi idrici.

Per questo motivo Oxfam, unitamente ad altre associazioni, ha chiesto a tutte le parti coinvolte nel conflitto, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e agli Stati maggiormente influenti di lavorare insieme e di accelerare l’attuazione dell’accordo di Stoccolma.

Il recente annuncio della riapertura dell’aeroporto di Sana’a per i voli sanitari è un segnale positivo e, se messo in atto, aiuterà migliaia di malati yemeniti ad accedere a cure mediche salvavita, ma non è abbastanza.

Intanto, il 12 dicembre, Amnesty International ha chiesto alla procuratrice del Tribunale penale internazionale (Tpi) di indagare sul ruolo avuto dai dirigenti delle aziende europee produttrici e dai responsabili delle autorizzazioni di forniture di armi nelle violazioni del diritto internazionale umanitario avvenute in Yemen, che potrebbero costituire crimini di guerra.

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La richiesta si unisce a quella trasmessa al Tpi dal Centro europeo per i diritti umani e costituzionali.

Il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, affiancato da cinque Ong, tra cui Amnesty International, ha trasmesso infatti all’ufficio della procuratrice del Tpi un documento di 300 pagine chiedendo di indagare se a carico di funzionari di alto rango sia delle aziende che dei governi europei si possa attribuire una responsabilità penale per l’invio di armi usate in Yemen dagli stati membri della Coalizione.

In particolar modo la richiesta di indagini riguarda 26 attacchi aerei che hanno causato uccisioni o ferimenti illegali di civili e danni o distruzioni di scuole, ospedali e altri obiettivi protetti.

Nonostante le montagne di prove sulle gravi violazioni dei diritti umani commesse in quasi cinque anni di conflitto in Yemen – scrive Amnesty –  diversi stati europei continuano a esportare armi verso la Coalizione, che le usa per bombardare scuole, case e ospedali, in flagrante violazione del Trattato internazionale sul commercio di armi, della legislazione europea e delle stesse norme nazionali.

I governi sono responsabili dell’autorizzazione a esportare e molte aziende che producono armi usano questo argomento per sollevarsi dalle responsabilità. In realtà, l’approvazione governativa non assolve i dirigenti delle aziende dagli obblighi di rispettare i diritti umani nell’ambito delle loro attività commerciali, tra cui quello di non esportare armi che potrebbero essere usate per compiere crimini di diritto internazionale.

«Qualsiasi dirigente di un’azienda può aprire un quotidiano e comprendere che la valutazione dei rischi rispetto ai diritti umani fatta da alcuni governi europei si è rivelata catastrofica», ha dichiarato in una nota ufficiale Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty International sul controllo delle armi.

«I dirigenti delle aziende hanno avuto molto tempo a disposizione e pieno accesso a una gran mole di informazioni sui terribili eventi in corso in Yemen per valutare cosa decidere in merito alle forniture di armi alla Coalizione. Nascondersi dietro un carente processo decisionale dei governi non è sufficiente dato che ora potrebbero risponderne sul piano penale di fronte a un organo di giustizia internazionale», ha concluso Wilcken.

 

LA COMICA STORIA DELLE BANCHE…

BPBARI

LA COMICA STORIA DELLE BANCHE…

A fine della scorsa settimana, prima dell’ennesimo scandalo bancario tutto italiano, il presidente del Consiglio attuale,  “eccellentissimo Prof. Avv. Conte”, ebbe ad esternare la sua soddisfazione sullo stato di salute delle banche italiane lanciando ai mercati borsistici, ancora aperti, segnali positivi.  Ovviamente le sue affermazioni in merito al buon andamento bancario metteva in luce la capacità di controllo e vigilanza della Banca d’Italia e l’ottimo lavoro svolto dai ministri delle finanze del suo primo e secondo governo, in particolar modo quello attuale del PD… sì mi riferisco al ministro che ha pagato il conto del “Papete” senza mai dirci come lo ha pagato e con quali soldi. Tutto questo accadeva appena venerdì scorso, poi la bomba, la Banca popolare di Bari viene commissariata dalla Banca d’Italia per gravi inadempienze nei bilanci e perdite sul patrimonio. In definitiva, per i meno esperti del settore finanziario e bancario spiego meglio la questione : i dirigenti bancari della popolare di Bari nel 2014, pressati dall’allora governo PD-Renzi sono intervenuti massicciamente con tanti bei soldoni per salvare un’altra banca, la Tercas di Teramo, ora facente parte del gruppo Banca Popolare di Bari, operazione fatta nel silenzio mediatico… ovviamente e per favorire, presumo, gli amici della giunta regionale di sinistra e dell’allora sindaco di Bari …Michele Emiliano. Seconda sciagura, causata dal concedere facili prestiti a soggetti a rischio insolvenza e che già in fase di erogazione si sapeva che alcuni di loro non sarebbero stati  in grado di assolvere alla restituzione del prestito ricevuto. È chiaro che se tu presti denaro che non ti viene restituito la logico è che prima o poi affonderai. Ora il punto è che io e gli italiani pretendiamo di sapere con trasparenza e chiarezza a chi sono andati i finanziamenti,  perché io credo,  a voi è già noto e lo sapete bene che penso sempre a male e faccio peccato, ma tante volte ci azzecco,  che molti di questi soldi siano andati a finanziare, attraverso giri viziosi,  le campagne elettorali degli uomini di punta del PD pugliese.  Il sospetto è  decisamente forte in quanto la banca barese era già nell’occhio del ciclone dal lontano 2010, anno in cui c’era in regione la giunta Vendola, e nonostante tutti gli allarmi lanciati dalla Banca d’Italia è quanto mai singolare che nel 2014 si sia chiesto proprio alla popolare di Bari d’intervenire per salvare un’altra banca . Ma che roba è questa, un’anomalia che va avanti da ben nove anni sostenuta dai governi PD ed ora dal sig. Conte, il nuovo suddito fedele di casa PD, non dimentichiamo che solo pochi giorni fa predicava il falso per nascondere le bugie finanziarie di tanti anni. Ora ci vogliono 900 milioni per sanare la situazione, soldi nostri che si aggiungono ai 5 miliardi di MPS  e al miliardo per Banca Veneta, fatemi capire, perché io devo pagare un azionista o uno dei tanti clienti della banca in questione che ha acquistato un’obbligazione al rendimento del 6,5%  quando nella media non superano il 3% ?  In definitiva acquisti di azioni e obbligazioni senza nessun rischio alcuno…. visto che ora dovrei pagare io per la banca . Ma insomma, fateci capire, se un imprenditore chiude  e fallisce lo stato fa qualcosa per lui ? Assolutamente niente, e allora è forse fondato il sospetto che con i soldi delle banche  si finanziano le campagne elettorali in modo truffaldino e si concedono ai dirigenti stipendi e contratti da favola e dulcis in fundo… io …”devo sempre pagare ” ? Avete capito male, prima di uscire anche un centesimo voglio sapere e conoscere i bilanci e i nomi dei beneficiari dei finanziamenti tutti e nessuno escluso e non vi aggrappate alla legge sulla privacy perché se si mettono soldi pubblici abbiamo il diritto di sapere. Troppo comodo seppellire le ruberie a danno dei cittadini in questo modo. Per prima cosa pretendo le dimissioni del “bugiardo del popolo” in arte Conte, poi quelle di Visco, il presidente della “Buca d’Italia” visto che fa acqua da tutte le parti tanto da sembrare la “banca della mafia” più che una Banca nazionale, e in più chiedo una commissione parlamentare che indaghi sull’ennesimo “fotti-fotti” italiano. Voglio i nomi dei beneficiari, perché nelle ultime amministrative baresi noi di Ldc ci volevamo essere ma non avendo soldi a sufficienza per partecipare alla costosissima campagna elettorale degli avversari politici scesi in campo, abbiamo desistito, ed ora  dopo il compra –compra di voti …vedo la banca Popolare di Bari in ‘default”… credo sia legittimo avere dei dubbi e sospetti. Come hanno fatto a spendere tanti soldi gli altri candidati e dove li hanno presi ? Siamo alle solite,  l’equazione di sempre : “si finanzia la  politica per poi essere finanziati dalla politica”…e l’Italia gira così da anni…da sempre. E io devo dare 900 milioni di euro ad una banca di truffaldini quando un residente pugliese deve attendere un anno per una visita specialistica o per un esame strumentale ? Ma andate affanculo tutti…ne ho le scatole piene di voi…di ladri e delinquenti. Io non do neanche un centesimo, andate a prenderli da chi li ha rubati e poi, non venitemi a raccontare che i vertici politici baresi e regionali non ne erano a conoscenza… 16122019

…by… manliominicucci.myblog.it

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Banca Popolare di Bari, cdm per il salvataggio. il premier Conte aveva detto: “Al momento non c’è necessità di intervenire”

Il cda convocato da Bankitalia

BPBARI

Un consiglio dei ministri con all’ordine del giorno la questione della Banca Popolare di Bari è atteso nella serata di venerdì, secondo quanto si apprende da fonti a conoscenza del dossier.

La convocazione della riunione fa presumere l’adozione di provvedimenti straordinari sull’istituto di credito pugliese, in gravi difficoltà da mesi e con un’esigenza di maxi ricapitalizzazione. La banca nei giorni scorsi ha confermato una richiesta d’aiuto al fondo interbancario e l’avvio di un dialogo con il mediocredito centrale per una partnership.

La giornata: il premier aveva escluso interventi

“Il governo sta pensando di ricorrere a un decreto legge per mettere a punto la cornice normativa del salvataggio. Al momento non c’è nessuna necessità di intervenire con nessuna banca”. Lo aveva detto il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa al termine dell’Eurosummit, rispondendo a una domanda su un possibile salvataggio della Banca Popolare di Bari.

Era stata diffusa giovedì 12 la notizia secondo la quale il governo sta pensando di ricorrere a un decreto legge per mettere a punto la cornice normativa del salvataggio. Per realizzare il quale è necessario, tra l’altro, ricapitalizzare in quanto la controllata di Invitalia non dispone dei mezzi necessari per intervenire. Tra i nodi da sciogliere c’è quello degli incentivi fiscali alle aggregazioni delle banche del Sud: potrebbero valere oltre 300 milioni di patrimonio ma c’è il rischio concreto che la Ue li consideri aiuti di Stato.

La Popolare di Bari, nel frattempo, ha chiesto i danni a quei dirigenti che, a suo dire, hanno contribuito al dissesto della banca, attorno alla quale il sistema bancario e il governo stanno mettendo a punto un cordone sanitario che scongiuri la liquidazione.

Intanto, nel pomeriggio di venerdì 13 dicembre, il cda della Popolare è stato convocato in Banca d’Italia per comunicazioni di vigilanza. La Banca sta cercando di definire un piano industriale e patrimoniale con l’assistenza di un primario advisor. Piano che, tuttavia, secondo quanto trapelato da fonti finanziarie, non sarebbe ancora completato. Secondo indiscrezioni la banca ha un fabbisogno di capitale di un miliardo.

L’istituto pugliese ha confermato nei giorni scorsi di avere avviato interlocuzioni con il Mediocredito Centrale e ha richiesto l’aiuto del Fondo interbancario di tutela dei depositi che potrà tuttavia deliberare solo dopo aver ricevuto un piano industriale dettagliato, come è avvenuto nel caso di Carige. La banca che giovedì 12 in cda ha avviato un’azione di responsabilità verso l’ex amministratore delegato Giorgio Papa e verso due ex dirigenti, tra i quali Gianluca Jacobini, uno dei figli dell’ex presidente Marco Jacobini, ha comunicato le dimissioni di un consigliere, Francesco Ago, per motivi personali.

SOLO IL 25%…?

Sartori sardine

SOLO IL 25%…?

Non c’è che dire, in fatto di presunzione ed arroganza non si risparmiano certamente, arrivare a quella percentuale significherebbe poter decidere la formazione di un governo e con quali obiettivi ? Quali sono i punti del loro programma ? Come intendono risolvere le questioni economiche ed abbattere il debito pubblico ? L’ occupazione, università e la ricerca scientifica, la scuola, l’edilizia pubblica e l’incremento del PIL ? Sino ad ora ho visto e sentito solo chiacchiere di bar, noi di Ldc quando abbiamo creato il movimento, oltre la struttura, ci siamo dotati uno statuto, pubblicato in rete, un programma straordinario, non pubblicato e tenuto segreto per gli ovvi motivi, sarebbe facile preda dei partiti il cui opportunismo è noto. Ma noi siamo gente umile e …. “soprattutto povera” e alle spalle non abbiamo TV, stampa e finanziatori ignoti, ecco la differenza tra chi ama fare politica con un senso e chi invece pensa che la politica sia lo strumento per sottomettere gli altri al proprio volere ideologico e disegno dittatoriale. Sì, perché con le Sardine è in pericolo la democrazia e la libertà, loro si professano anti fascisti ma sono peggio del peggior fascista perché vendono odio e impongono il loro volere. Io so come si fonda un movimento, lo so perché l’ho già creato anni fa insieme a tanti amici, una nuova forza politica dimenticata e rifiutata da tutti i media, chissà perché…. e so quante difficoltà ci sono e quanto lavoro bisogna spendere per cercare di arrivare in TV, ad oggi noi di Ldc non ci siamo arrivati mentre il leader delle Sardine in poche settimane ha riempito gli schermi TV più di…. Trump….roba da non credere alla potenza mediatica della sinistra. Rifletteteci, tanta notorietà per niente, zero idee, zero programmi e zero proposte e zero argomenti su ” Bibbiano “. E voi vorreste governare col metodo stalinista di nascondere le verità ? Zero in tutto…..mentre contrariamente a loro noi siamo a cento in tutto e nessuno ci considera o meglio… “ci caga”. Va bene lo stesso, loro vogliono arrivare a governare abbattendo il fascismo, lo zar Nicola e magari processando Hitler per i crimini di guerra e per le morti degli ebrei. Mi raccomando, se avete tempo processate pure i signori del PD che si sono fregati i 33 milioni di euro donati dagli italiani ai terremotati del centro Italia…o quelli che li hanno sottratti siccome non sono fascisti li possono rubare ? Degli idioti ed incapaci al governo ? Siete i replicanti del M5S, oggi vi va bene perché qualcuno vi segue ma domani anche voi sprofonderete nella stessa melma dei grillini, sì, perché in fondo vi vedo come loro, stesse cose e pantomime già viste… Buon viaggio…16122019

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Le Sardine puntano in alto: obiettivo oltre il 25% italiani

A Roma prima riunione nazionale: tornare nelle piazze

Sartori sardine

Redazione ANSA

15 dicembre 2019

“Tornare prima possibile nelle piazze: questo è l’obiettivo di questa riunione in cui ci siamo conosciuti”, ha detto Mattia Santori al termine della prima riunione nazionale dei promotori delle manifestazioni delle sardine. A Roma hanno partecipato circa 150 promotori delle iniziative di piazza locali che si sono tenute in questo mese.

L’incontro, a porte chiuse, si è teneto nello Spin Time Labs, una sorta di centro sociale, a due passi da Piazza San Giovanni, dove alloggiano circa 150 famiglie, con tanto di auditorium dove si organizzano eventi culturali.

All’ingresso, un grande striscione: “Viva le sardine, abbasso gli sgombri“. Alcuni ragazzi alla porta riferiscono che si tratta sostanzialmente di un primo contatto fisico tra chi in questo mese ha comunicato solo su Facebook. Una riunione, quindi, prettamente organizzativa, durante la quale si discuterà insieme per fare un primo bilancio sulle manifestazioni, su cosa ha funzionato di più e cosa di meno. Sempre le stesse fonti sostengono che non sia all’ordine del giorno né la decisione né il dibattito sull’eventuale presentazione di liste alle prossime regionali. L’incontro dovrebbe terminare verso ora di pranzo.

“Il nostro obiettivo è superiore a un italiano su 4“, afferma Santori, commentando a “Mezz’ora in più” su Rai 3, il sondaggio secondo cui un italiano su 4 potrebbe essere interessato al loro movimento.

“Il nostro prossimo passo è tornare sui territori” da gennaio. “Sarà dedicata particolare attenzione alle prossime elezioni in Calabria e, soprattutto, in Emilia Romagna”. Lo si legge sulla pagina Fb “6000 Sardine”. Si annuncia “attenzione alle periferie, a piccole città e province. Uno degli obiettivi fino a fine gennaio sarà raggiungere il più possibile territori che, spesso perché in difficoltà, si sono rivelati più vulnerabili ai toni populisti”: in E-R ci saranno iniziative “nella “bassa”, nelle zone collinari e montane”.

LA SFIDA DELLA PIAZZA NELLA CAPITALE: “Siamo 100mila a San Giovanni”

Missione compiuta: le Sardine si prendono anche piazza San Giovanni a Roma, luogo storico della sinistra, stipate a decine di migliaia. Più di 100 mila, dicono gli organizzatori. Un terzo circa, per la questura. “L’idea era riempirla e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni – esulta Mattia Santori -. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto”. In un happening collettivo antifascista e antirazzista il leader bolognese elenca dal palco le prime proposte, tra cui la revisione (o abrogazione) dei decreti sicurezza. E mentre si moltiplicano gli ‘endorsement’ dei politici – Nicola Zingaretti in testa -, i coordinatori delle Sardine di tutta Italia oggi si riuniranno a Roma “per programmare la nuova ondata di gennaio”, spiega Santori. In piazza persone di tutte le età, numerosi i giovani.

 

GUARDA LE FOTOLe Sardine a Roma – TUTTE LE FOTO

“Moltissimi sfoggiano piccole o grandi sardine di tutte le fogge e materiali, tra gruppi di migranti che chiedono documenti e diritti e vip come Paola Turci, Isabella Ferrari, Vauro, Kasia Smutniak, Erri De Luca e Michele Santoro. Lo speaker proclama “abbiamo deciso di riprenderci la piazza antifascista”, poi tocca alla presidentessa dell’Associazione partigiani (Anpi) Carla Nespoli che parla di “lotta e speranza”. Si canta Bella Ciao sotto una sardina-striscione di 80 metri. Ecco sul palco – il rimorchio di un Tir – il medico dei migranti Pietro Bartolo, ragazzi che leggono la Costituzione, una giovane transessuale. Ma è quando prende il microfono Santori che la piazza si infiamma davvero. Il trentenne inventore delle Sardine – assieme a tre amici di Bologna – tiene la scena senza alcuna timidezza.

Sardine, De Luca: “Piazza che riassume mobilitazioni precedenti”

“Qui c’è chi distingue la politica dal marketing – grida -, meglio i vostri cervelli che un milione di like” sui social. “Nonostante tutti i soldi che ci ha dato Prodi ognuno è venuto di tasca sua – ironizza -. La differenza è che questa é una piazza spontanea, nessuno ci ha costretto a venire”. Santori snocciola le altre decine di città che oggi ospitano le Sardine, in Italia e in Europa, poi passa al ‘programma’. Alcuni punti non strettamente politici, ma comunque le prime proposte del movimento. “Ripensare i decreti sicurezza”, ma una parte della piazza rumoreggia e si corregge “va bene, abrogarli”. Poi, “chi è eletto faccia politica nelle sedi proprie e non stia sempre in campagna elettorale”; “chi è ministro comunichi solo per canali istituzionali”; la politica sia trasparente nell’uso delle risorse sui social, “la stampa traduca le informazioni in messaggi fedeli ai fatti”, “la violenza fuori dalla politica in toni e contenuti, quella verbale equiparata a quella fisica”. Il ‘sospetto’ è che le Sardine possano diventare un partito. “Il 99 per cento di noi non lo vuole”, assicura Santori, che rispondendo ai giornalisti torna a polemizzare con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, “che strizzano l’occhio ai fascisti”.

Sardine, Santori: “Se ci dovessero chiedere impegno politico non lo escludiamo”

DOLLARI…SULLE SARDINE …?

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DOLLARI…SULLE SARDINE …?

Consiglio utile per le donne italiane che professano e rimarcano “stomachevolmente” e quotidianamente la laicità dello stato italiano e la libertà di professare tutte le religione esistenti. Rammento a tutte lor signore, radical chic, sarde ( attenzione, mi riferisco alle donne delle sardine, da non confondere con le donne della Sardegna.. prego) e di sinistra, si quelle che vivono ai Parioli o negli appartamenti e ville più chic di Firenze e Milano,… che la società occidentale, in particolare quella nostrana, affonda le sue radici, tradizioni, costumi e usi alimentari nella cristianità e se oggi…”predette donnine” si possono permettere di essere libere, di poter scrivere quel che pensano e dipingere quadri e scolpire statue e praticare sport d’ogni genere è perché in Europa non c’è mai stata né professata né appoggiata la religione islamica, anzi, è sempre stata combattuta nei secoli e vista come un pericolo demoniaco. Leggo oggi che le sardine consentono alle donne islamiche di diffondere il loro pensiero religioso nelle manifestazioni di piazza attraverso dei veri e propri comizi di ordine religioso e politico. Molto male, e perché mai la verità sulla condizione femminile nei paesi islamici viene tenuta costantemente e volutamente nascosta ? Uno strano silenzio, tanto da farmi giungere alla conclusione che la sinistra italiana sia supportata economicamente dagli stati islamici per la diffusione dell’Islam in Italia e che sia “sinistre lobby” che politici svenduti si stiano prodigando per diffonderlo con la plateale scusa della laicità del nostro stato. Ebbene che vi mettiate nella zucca una cosa fondamentale, visto che ogni giorno evocate la nostra costituzione…. L’ISLAM È CONTRO LA COSTITUZIONE ITALIANA ! Vi piaccia o meno è così, e allora spiegate al popolo tutto perché difendete una religione anticostituzionale e illegale dove i diritti delle donne e bambine vengono calpestati e non considerate di pari genere agli uomini ? Ad oggi nessuna radicali chic me lo ha spiegato e forse perché non leggono i libri sulle loro condizioni drammatiche che paradossalmente vorrebbe esportare da noi… Abbiamo donne musulmane nei consigli comunali ma ci vanno vestite secondo i dettami coranici e non quelli occidentali e neanche questo vi fa riflettere ? In ultimo, vorrei proprio vedere a chi sono intestate le fatture di pagamento per l’organizzazione delle manifestazioni della Sardine e per la stampa di magliette, gadget e costi vari per il trasporto di migliaia di persone.. Fateci sapere chi è paga perché ho il sospetto che i sauditi li stanno finanziando profumatamente….si prega di smentirmi su questa mia ipotesi… facendomi vedere le fatture quietanzate …grazie. 15122019.

…by…manliominicucci.myblog.it

DONNE E MUSULMANE

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5 libri da leggere sulla condizione delle donne in Medio Oriente

Domenica 24 giugno è stato abolito il divieto di guida per le donne in Arabia Saudita, e vogliamo festeggiare questo traguardo con una selezione delle migliori storie scritte

MILANO – Domenica 24 giugno è stato abolito il divieto di guida per le donne in Arabia Saudita, e vogliamo festeggiare questo traguardo con una selezione delle migliori storie scritte da autrici donne e musulmane che, al contrario di quanto spesso si pensa, sono tutt’altro che remissive nel raccontare la propria storia e la condizione femminile in Medio Oriente.

Leggere Lolita a Teheran, Azar Nafisi

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell’impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d’amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.

ze di Riad, Rajaa Alsanea

Quattro giovani studentesse universitarie, di famiglie ricche e privilegiate, sono alla ricerca del vero amore. La città in cui vivono, però, è Riad, capitale dell’Arabia Saudita. Attraverso resoconti di un’anonima narratrice, che invia i propri scritti via internet, l’unico mezzo di comunicazione privata possibile, prendono forma le storie di Qamra, in continua lotta contro le tradizioni familiari e contro la propria debolezza; di Michelle, per metà araba e per metà americana, incapace di sopportare le restrizioni della società saudita e per questo vittima della maldicenza; di Sadim, ferita da un amore che la condizionerà per la vita; e di Lamis, forte e determinata a conquistare sia l’uomo di cui si è innamorata sia la libertà in un altro paese.

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Persepolis, Marjane Satrapi

L’opera narra la vita dell’autrice Marjane, dall’infanzia trascorsa in Iran sino all’età adulta; da un lato, questa graphic novel racconta soprattutto dell’evoluzione e dei mutamenti che tale Paese ha subito in seguito alla rivoluzione islamica di Khomeini, visti attraverso gli occhi prima di una bambina e poi di una donna; ma racconta anche dell’Europa, del mondo occidentale osservato da un’adolescente costretta ad allontanarsi dal proprio Paese e da una dittatura opprimente, soprattutto verso le donne.

Una donna libanese arrabbiata racconta cosa significhi appartenere all’altra metà del cielo nel mondo arabo-islamico; mostra le lotte per combattere gli stereotipi e conquistare diritti considerati inalienabili eppure tutt’altro che scontati, le gioie e i dolori; rivela le speranze ed espone le debolezze delle donne arabe, le sfide che si trovano ad affrontare e i problemi che vivono, talvolta provocano o ignorano. In queste pagine Joumana Haddad, protagonista della cultura libanese contemporanea, sconfigge cliché, tabù e restrizioni per svelarci la sua vita.

. Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All’improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite.

118 SFUMATURE NERE …SU SANITA’ E .….MORTE !

FOGGIA

118  SFUMATURE NERE …SU SANITA’ E .….MORTE  !

Il film  “Quinto potere” del 1976, diretto da Sidney Lumet e interpretato da Peter Finch, ci lascia un ricordo indelebile  particolarmente affascinante e attraente nella mente e nel cuore di colui che proprio non accetta le ingiustizie, l’attore principale ripeteva come un mantra una frase poi rimasta celebre nella storia cinematografica e che ricordo a tutti : «Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più ! ». Uno slogan che pare abbia fatto presa a quanto pare su tanti soggetti oltre me, e pare che non sia “l’ultimo dei moicani”  a lagnarsi ed a ribellarsi alle ingiustizie subite. Oggi intendo parlarvi delle vicissitudini di una mia lettrice, nonché amica virtuale, un’operatrice sanitaria della provincia di Foggia, ella mi scrive in un post, su un social, e mi chiede se posso aiutarla scrivendo e denunciando, con la redazione di un mio articolo, la mala gestione dei 118 e servizi sanitari di competenza dell’Asl foggiana in tutta la sua allucinante vicenda. Ovviamente le ho chiesto di delucidarmi sulla questione ed è emerso che nella provincia foggiana pare che la trasparenza, lealtà  e il rispetto per il ruolo lavorativo altrui sia “merce sconosciuta”, anzi  dai suoi racconti, oltre che ravvisare “un’incazzatura straordinaria”, emerge una situazione in ambito lavorativo del pronto soccorso a dir poco sconcertante, situazione sicuramente anomala che dovrebbe essere presa in carico dalla procura di Foggia per via della delicatezza dell’argomento e della denuncia di una operatrice sanitaria ed essere valutata nel suo insieme e indagare per accertare eventuali omissioni o addirittura reati nell’esercizio del primo soccorso. Una situazione davvero anomala  dove entra in gioco, ed ha una parte anche considerevole, il sindacato di categoria che invece di tutelare la lavoratrice ed approfondire il suo malcontento e lagnanze nello svolgimento delle sue mansioni si scaglia contro di lei, lasciandoci nell’incertezza e nel sospetto che magari si tutelino gli interessi di qualcun altro. In primis ho verificato un attimino quanto fossero attendibili le dichiarazioni della lettrice, i dubbi e perplessità devono essere sempre legittimi in questi casi e rovistando su internet, scopro che non solo la vita dei pazienti bisognosi di soccorso è in pericolo, come già denunciato da altri soggetti, ma anche la morte è un business nel silenzio, lasciatemelo dire, tombale degli addetti ai lavori, il link postato né  è fulgido esempio. La donna, maltrattata ed offesa dal personale medico in genere, denuncia il pericolo dell’utilizzo in maniera sconsiderata delle autoambulanze nelle isole Tremiti e Roseto Val Fortone, zone di competenza dell’Asl foggiana, in fase di soccorso, affidate a soggetti non propriamente adatti ed idonei per detto servizio, incuranti delle più elementari norme di sicurezza, come per esempio l’assenza di sicurezza negli agganci delle bombole di ossigeno nelle stesse autoambulanze, cioè, praticamente ..”liberi di girare all’interno delle autoambulanza” con annesse risate del conducente.  Quel che pare incomprensibile è l’atteggiamento delle istituzioni in queste situazioni, mi riferisco ai direttori sanitari e personale medico tutto interessati nella operatività della prima sussistenza, infatti  a detta della lettrice sanitaria, non solo non si sono preoccupati di metter fine a questo vergognoso stillicidio ma a quanto pare hanno inveito su l’unica persona che ha avuto il coraggio di denunciare l’inaccettabile “modus operandi”  illegale delle autoambulanze…cioè lei. Fatti già noti a quanto pare, sebbene nel febbraio 2019 il direttore generale dell’Asl foggiana si preoccupò di precisare, con un comunicato stampa, che le voci di una cattiva gestione delle autombulanze non rispondeva al vero e che gli episodi sporadici denunciati, e segnalati a mezzo stampa, sarebbero stati strumentalizzati da soggetti portatori di interessi particolari ed ha anche aggiunto che per tale ragione l’accaduto sarebbe stato segnalato alla magistratura competente. Ricordo molto bene la questione per averla trattata da “semplice curioso” a quel tempo ma oggi, dopo la denuncia dell’operatrice sanitaria la cosa cambia notevolmente e credo che la situazione sia veramente come me l’abbia raccontata la lettrice e cioè,  è in atto nella provincia foggiana un sistema di collusione e di interessi tra politica, Asl e soggetti ipoteticamente sospetti da identificare. La mia lettrice chiude il suo sfogo con un : “non mi starò zitta”… e aggiungo neanche io ed allora vediamo un po’ se tra i tanti amici giornalisti e redattori che annovero c’è qualcuno della provincia di Foggia che intende andare a fondo alla questione. Per ovvi motivi non cito il nome della mia amica virtuale ma se volete avere informazioni più dettagliate fatemelo sapere…e le avrete.  14122019

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Foggia, interdittiva antimafia a società che gestisce servizi per il cimitero comunale

FOGGIA

Gli amministratori sono stati oggetto qualche settimana fa di altre interdittive antimafia per società diverse. Il prefetto: “Il pericolo di condizionamento nel regolare andamento delle pubbliche amministrazioni”

14 ottobre 2019

Il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, ha emesso una interdittiva antimafia nei confronti della società “Progetto Finanza di Capitanata srl”  che gestisce per conto del Comune di Foggia i servizi cimiteriali. La società, con sede nel capoluogo dauno, è attualmente intestata a Riccardo Ursitti e Giorgia Sala, mentre soci di maggioranza sono gli imprenditori foggiani Giovanni Trisciuoglio e Marco Insalata, entrambi amministratori della Adriatica Servizi e della CTM, (la prima impresa riscuoteva i tributi per conto del Comune di Foggia, Manfredonia e Monte Sant’Angelo mentre la seconda  è una impresa edile), che son state oggetto qualche settimana fa di altre interdittive antimafia.

A quanto si appende, la società “Progetto Finanza” cinque giorni dopo le interdittive antimafia che hanno colpito i due imprenditori, ha cambiato gli organi di amministrazione, ma gli stessi imprenditori sono rimasti quali soci di maggioranza. Questo, sempre secondo il Prefetto, può ipotizzare il condizionamento mafioso.

Il provvedimento è stato assunto a seguito di una istanza del Comune di Foggia volta ad ottenere il rilascio di idonea certificazione antimafia. Negli accertamenti sono emersi elementi  – secondo il prefetto – “tali da suffragare il pericolo di condizionamento nel regolare andamento delle pubbliche amministrazioni”.

 

BELLA CIAO…PER IL CALDO O PER IL FREDDO ?

Turin gretin

BELLA CIAO…PER IL CALDO O PER IL FREDDO ?  

Ecco che alla fine ci siamo arrivati al dunque sperato, ci mancava solo quella del “Bella Ciao” climatico, davvero molto singolare e inatteso il ritornello partigiano per la gioia dell’Anpi, del PD e di tutte le forze di sinistra e di governo. Era ovvio, quasi scontato direi, che la sinistra e le lobby europee strumentalizzassero e manipolassero ad arte e con estrema facilità il fenomeno climatico e quello di una povera bambina di nome…Greta. In verità vi confesso che ci credo alla sua genuina opera e credo la persegua con convinzione ma lei, è una ragazzina di appena sedici anni e  che del mondo e della vita non sa proprio nulla, sicuramente fa e dice quel che la sua età e inesperienza le fanno girare nel cervello e svolge il compitino assegnatole da qualche maestrina, per chissà quale tornaconto, in modo esemplare. Quel che peggio sono i suoi genitori, la madre, un’apprezzata cantante mezzosoprano e il padre attore che per amore del successo e dei soldi hanno spinto la propria figlia in un’avventura il cui esito sarà solo disastroso sotto tutti i profili, troppo giovane per capire le problematiche e come affrontarle e troppo incompetente nella materia ecologica per capire che quando parla dice solo fesserie, e che  vaneggi e dica sciocchezze in quantità industriali ed inquinanti tutti lo sanno me nessuno glielo dice, col rischio di vederci una cento mille Greta in ogni angolo del mondo… e quel che è terribile è che tanti invece di farle comprendere  che il problema lei non può certamente risolverlo con delle chiacchiere la utilizzano come strumento di comunicazione di massa, il cui fine, a quanto pare dell’evidenza dei fatti, è solo quello di far soldi a cassetta. Continuano a darle quell’importanza che sinceramente proprio non capisco. Cara Greta, sicuramente questo non te lo faranno leggere, ma lo scrivo lo stesso, magari qualcuno, responsabile e sano di mente, ti farà comprendere quanto serio sia il problema inquinamento e quanto difficile sia affrontarlo con le tecnologie attuali, leggi : L’accordo stabilito per limitare a 1,5 °C l’aumento di temperatura al 2030, ha suggerito alle “lobby dei fossili” il rilancio del metano come “rimedio”, a totale sostituzione dell’eccesso di emissioni dovute alla combustione di carbone e petrolio. Il punto di forza, a dire dell’Eni, e non da me, sta nel fatto che, mentre il carbone produce CO2, in ragione di 350/400 grammi per kWh, il gas “si ferma solo a 200 grammi/kWh”. Quindi… la verità è che sì, il gas naturale inquina meno di petrolio e carbone, ma inquina, eccome. Pertanto la “soluzione ponte” per approdare alle rinnovabili non ha ragione di esistere: anzi, chiudere un occhio sul metano, corrisponderebbe a mancare l’obiettivo più importante di totale decarbonizzazione per la metà del secolo. Allo stato attuale non è possibile interrompere il ciclo produttivo di beni e servizi necessari alla vita quotidiana della popolazione mondiale, non si possono spegnere frigo e condizionatori, né si possono fermare da un giorno all’altro le industrie dei vari settori né tutti i mezzi9 di trasporto. Un esempio molto reale e pratico è riconducibile  all’altoforno n.2 dello stabilimento siderurgico di Taranto, ebbene ieri, la magistratura tarantina ne ha ordinato il suo spegnimento. Gli effetti di questo provvedimento saranno sicuramente benefici per il clima e l’inquinamento della città ionica e del suo abitato ma ora non sappiamo cosa far fare ai 3500 operai e famiglie e non abbiamo idea di come faranno a vivere. Vedi cara Greta a cosa ti sei prestata ? I bla…bla stanno a mille ma le soluzioni a zero… e di chiacchiere ne fai tante però ometti di denunciare l’India e la Cina, cioè i maggiori produttori mondiali di CO2, e perché per loro non ci sono parole di condanna e …”sguardi brutti” ? Forse questo è un argomento troppo grande per te…forse… ma ora stai spostando la tua protesta in ambito politico, indirizzandola a sinistra…e questo non va più bene, io non sono deluso di te perché ho sempre sospettato che ti manovrassero come un burattino…mi spiace ma la vedo così… 13122019

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Greta Thunberg | Torino | Piazza Castello | 13 dicembre 2019Canta “Bella Ciao”
 

Greta canta “Bella Ciao” e definisce Torino “splendida”, ma Piazza Castello è vuota

Arrivata a bordo di una Tesla elettrica blu

Gioele Urso

13 dicembre 2019 16:56

Turin gretin

Alla fine Greta Thunberg è arrivata a Torino e ha tenuto il suo discorso dal palco di Piazza Castello. Una piazza che però non regge il confronto con le altre due piazze che questa settimana hanno fatto discutere, quella delle “Sardine” e quella degli agricoltori della Coldiretti.

Oggi sotto il palco ad ascoltare Greta c’erano 5.000 persone, molte meno rispetto alle 30.000 sardine di martedì 10 dicembre e ai 15.000 agricoltori di mercoledì 11 dicembre mattina.

L’attivista per il clima è arrivata a Torino poco prima delle 13 e ha visitato il Duomo e i Musei Reali, per poi dirigersi al Teatro Regio passando per piazzetta Reale e Piazza Castello. Poi, dopo un paio di ore di riposo, si è concessa ai giornalisti. “È la prima volta che sono a Torino e penso sia una spledida città”, ha detto.

Durante la manifestazione è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime dei cambiamenti climatici.

Torino tra l’altro è una delle due finaliste per ospitare il secondo meeting internazionale di Fridays For Future, anche per questo Greta Thunberg è venuta oggi, venerdì 13 dicembre, a Torino. Greta al termine della manifestazione ha cantato “Bella Ciao” in inglese insieme ai ragazzi torinesi di Fridays For Future.

Greta ha lasciato Torino a bordo di una Tesla elettrica di colore blu guidata dal padre
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“DEPENDE…DEPENDE”..!

Radical chic

“DEPENDE…DEPENDE”..!

Il gruppo spagnolo “Jarabe De Palo” la cantavano nel 1998, la ricordo con simpatia e nostalgia… divenne anche una sorta di ritornello martellante continuamente ripetuta dalle radio e in TV, qualcosa che ti deve rimanere impresso nella memoria a furia di sentirlo e così è stato..…in effetti ancora oggi a distanza di 21 anni il ricordo è indelebile e  più che mai attivo. Questa cultura del ritornello ossessivo oggi viene spesso utilizzata nella politica, un vero e proprio mantra della comunicazione ossessiva, cioè qualcosa che alla fine deve rimanerti impresso nella mente tanto da crearti solchi profondi e condizionarti la vita quotidiana e magari darti anche l’indirizzo politico alle prossime elezioni. Lilli Gruber, la donna dai mille volti ha sentenziato : “Libertà è partecipazione, esserci è far sentire la propria voce anche silente”, lei è la classica donna radical chic della Tv che ama esternare con i soliti ritornelli della sinistra mediatica. La sua “magnifica “ esternazione la si deve in riferimento alle giovani sardine in perenne protesta contro..(boh !)… più della metà del popolo italiano, e l’intento dell’eroica presentatrice è arricchirci la cultura con elevati principi di democrazia e libertà esternati da filosofa di circostanza. Benissimo, c’è proprio da essere soddisfatti da cotanta abnegazione alla pura democrazia…”brava alla donna-canotto”, infatti la libertà, argomento molto astruso in Italia, ce la vede solo quando protestano i giovani delle sardine e quelli dei centri sociali o del PD, ma quando a protestare sono gli oppositori del governo attuale, vedi oggi la protesta dei cittadini con annesso rogo a Roma, allora chi protesta viene sistematicamente tacciato di strumentalizzazioni fasciste e razziste, come se protestare fosse solo un diritto della sinistra. E la platea di finti liberali si allarga quando entriamo nella sfera dei radical chic come la “bellissima compagna Parietti” che ne fa …ovviamente parte. Forse nessuno ha detto alla due donne-botulino cosa sia il comunismo e la libertà di opinione e pensiero….no, evidentemente non ne hanno idea perché vivono da nababbi e non da comunisti, predicano la libertà in una sola direzione ed offendono tacciandoli di fascisti e razzisti chi non la pensa come loro. Quindi egregie signore, la libertà e la democrazia sono elementi strettamente correlati alle forze di sinistra e questo vi sembra democrazia e libertà ? E il rispetto per oltre il 50% degli italiani che hanno una visone politica diversa dalla vostra non credete che le debba essere dato di diritto ?  Cioè fateci capire qualcosa, visto il clamore sollevato nel paese e i tanti scudi di ammirazione dai radical chic stampa e Tv, devo dedurre che le ”magiche sardine” ora abbiano risolto il problema dell’inquinamento atmosferico alla faccia di Greta ? Forse, archiviato il problema parlamentare Mes ora si riuniscono nelle piazze per convincere il presidente Conte a firmarlo in sede europea  ? O forse le prossime “adunate di piazza” devono tassativamente indicare come combattere il funesto destino di tanti poveri indigenti e disoccupati ? Sicuramente nell’ultima adunata e  la” chiamata …agli ami” le sardine hanno trovato la soluzione per i 3500 operai di Taranto dell’ex Ilva ?  E quando ci sarà la prossima adunata per risolvere il problema Alitalia ? E in quale manifestazione di piazza calerete l’asso risolvi tutto per la  Whirlpool di Napoli. Già…mi chiedo a cosa servano queste adunate di piazza, di contenuti non ne vedo e non ne parlano, l’unica cosa che osservo è la loro stupidità nell’attaccare sempre una certa parte politica, la riesumazione dei cadaveri storici come l’antisemitismo in Italia, e cosa centra la creazione di un movimento del genere che invece di combattere un governo che va contro il desiderio elettorale del popolo italiano attacca l’opposizione ? Ma qualcuno dei radical chic ha detto loro che al governo c’è la sinistra ? No perché se lo sanno e vanno a protestare per il diritto alla libertà e democrazia allora sarebbe meglio chiamare un… buon psichiatra… perché questi non stanno bene col cervello. E’ come dire che domani mi compro un barbecue e gli attrezzi per arrostire la carne di pollo e dopodomani creo un movimento e fatto questo… organizzo  una bella adunata di piazza il cui obiettivo è eliminare i pollai e vietarne l’abbattimento fisico dei polli e imporre la legge dei vegani…. se ci riflettete è la stessa roba con un fine diverso e cioè torniamo al punto d’inizio, gli slogan vanno ripetuti sino a “creare solchi profondi nella mente dell’elettore”…è una vecchia dottrina comunista di condizionamento mentale in auge dagli anni ‘50 sino agli anni ’90 nell’est Europa in particolare…ecco perché a tanti il movimento delle sardine sembra non avere “un senso… ma un senso ce l’ha”… come canta il grande Vasco Rossi. 12122019

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Sardine, da Alba Parietti a Paola Turci il movimento convince i vip: ecco chi sarà in piazza a Roma

ITALIA

Radical chic

Giovedì 12 Dicembre 2019

Da Alba Parietti, che ci sarà «con il cuore» a Paola Turci, che annuncia la propria presenza sabato a Roma con le sardine. C’è interesse e curiosità nel mondo dei vip per il movimento spontaneo nato contro Salvini e già sceso in piazza da Genova a Milano.

Alla grande manifestazione delle Sardine di Roma «parteciperei molto volentieri ma purtroppo ho degli impegni di lavoro: sarò lì in piazza con il cuore – spiega la Parietti all’Adnkronos – A chi dice che le Sardine non hanno senso, rispondo con le parole di Gaber: ‘Libertà è partecipazionè, esserci e far sentire la propria voce anche silente. Io ho incontrato i leader del Movimento, sono ragazzi giovani, freschi e puliti e gli ho voluto esprimere tutta la mia stima e solidarietà per quello che stanno facendo».

 

 

È…. CULTURA DEL MACHETE… !

MACHETE

È…. CULTURA DEL MACHETE… !

Ma noooo…ma non è vero che è stato aggredito …lui.. discuteva semplicemente con dei vecchi….”cari amici” che non vedeva da tempo e lui, suo malgrado…non era in sintonia con loro sulla qualità dei …cannoli alla crema.. della pasticceria torinese del corso, quella davvero carina…ma che s’inventa la stampa…i migranti non fanno queste cose né amano l tagli di pezzi di corpo umano…. e che diamine…! Ma perché mettere in cattiva luce questi poverini che scappano dalle guerre e dalla fame con i machete e i cellulari in tasca…e basta…sempre contro i migranti…. magari il pakistano barcollava perché era stressato….e confuso perché aveva litigato…. con una bella bottiglia di primitivo rosso di …. Manduria…e poi, immaginate se questi signori fossero rimasti nei loro paesi e nelle loro case oggi,….mica ci sarebbero di queste belle ed utili situazioni apparentemente equivoche e confusionarie ma nella realtà significative e di esempio culturale. E già, noi italiani amiamo sempre cercare il pelo nell’uovo, invece di addossare le colpe a qualcuno e il perché o per come, convinciamoci che la “cultura del machete” deve diventare la nostra… sì, avete capito bene… esattamente come diceva l’ex presidente della Camera on. Laura Boldrini… sì, domani andate tutti ad acquistare un machete nei centri commerciali, lì li trovate a prezzi buoni e mi raccomando donne comprese, e magari, visto che ci siete compratevi pure una borsa capiente per poterlo trasportare con facilità mentre per gli uomini, si consiglia, in alternativa una comoda tracolla. Attenzione alla scelta del machete… che sia identico e originale a quello che usano loro perché è tassativo, ripeto tassativo, fare nostra la loro cultura… Sì “mettetevelo nella zucca”….e smettetela di ricamare sui poveri…. migranti ….loro, e ricordatelo, oltre il machete non …. hanno altro…e che diamine…! E in ultimo ricordate che loro lavorano di machete per pagarci le ….pensioni. 12122019

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Torino, pakistano aggredito a colpi di machete da trafficanti di migranti

MACHETE

LEGGI E  DOPO  …MAGARI…COMMENTA

Un cittadino pakistano è stato aggredito, a Torino, da alcune persone che hanno cercato di tagliargli un braccio con un machete. L’aggressione è avvenuta in via Cecchi. Nello stesso luogo la polizia aveva da poco scoperto un covo di una associazione criminale dedita al traffico di migranti dall’Asia all’Europa. Forse la vittima pretendeva di essere portata all’estero oppure chiedeva indietro i soldi dati e per questo è stata punita.

I KAPÒ DI BIBBIANO….!

Holocaust survivor and Italian Senator for Life, Liliana Segre, with Milan's Mayor Giuseppe Sala after the procession composed of hundreds of mayors on the occasion of the event entitled 'Hate has no future' in Milan, Italy, 10 December 2019. Liliana Segre is currently under guard due to repeated anti-Semitic threats. 
ANSA/FLAVIO LO SCALZO

I KAPÒ DI BIBBIANO….!

“Cara senatrice Segre”, mi rivolgo a lei perché da bambina ha sofferto tanto nei campi di concentramento nazisti, sicuramente ne sa qualcosa della sofferenza che un bambino patisce in uno stato di privazioni mentali e fisiche e lontano dai propri cari genitori. Benissimo ora che sa, immagino che lei sia una persona di sensibilità unica e che sa cosa provi un bambino in predetta situazione e mi viene spontaneo chiederle questo : anziché perder tempo e correre dietro i fantasmi dell’antisemitismo, che detto tra noi in verità oggi in Italia non è proprio un problema ma solo un metodo di propaganda politica, perché non si occupa dei bambini di Bibbiano ? Dall’alto della sua forza politica invece di farsi accerchiare da 600 sindaci che non hanno senso e non servono a niente, perché invece non si fa scortare da tutti i genitori dei bimbi rubati da alcuni assistenti sociali dei vari comuni incriminati ? Ma lei se lo immagina che risonanza mediatica assumerebbe il suo onorevole gesto ? Immagini quanti bimbi potrebbero far ritorno a casa solo grazie al suo intervento. Sarebbe fantastico veder lei insieme ai tanti genitori disperati, tutti uniti in marcia e al canto di “Bella ciao” …si libererebbero tanti bimbi, incarcerati per mero interesse economico, dalle case famiglia . “Cara senatrice a vita”, i campi di concentramento ci sono ancora oggi, purtroppo ci sono e sono presenti nel sistema Bibbiano…si dia da fare se vuol combattere i nuovi “Kapò di Bibbiano”…o no ? O combattere contro il PD….non le va a genio ? Ci faccia sapere…. grazie ..! 11122019.

..by… manliominicucci.myblog.it

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Segre: Sala, pronti a tornare in piazza

Sindaco, marcia è un no all’odio e all’antisemitismo

Holocaust survivor and Italian Senator for Life, Liliana Segre, with Milan's Mayor Giuseppe Sala after the procession composed of hundreds of mayors on the occasion of the event entitled 'Hate has no future' in Milan, Italy, 10 December 2019. Liliana Segre is currently under guard due to repeated anti-Semitic threats. 
ANSA/FLAVIO LO SCALZO

Redazione ANSAMILANO

10 dicembre 2019

(ANSA) – MILANO, 10 DIC – “Mandiamo un messaggio ai fomentatori di odio: avete visto stasera la mobilitazione di sindaci e cittadini e siamo pronti a tornare in piazza se questo clima di odio non cambierà”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dal palco della manifestazione ‘L’odio non fa futuro’ in sostegno alla senatrice a vita Liliana Segre. Secondo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, esiste un rischio razzismo in Italia. “E come no – ha risposto a chi glielo ha chiesto – Siamo qua anche per questo, certo che c’è.
Io voglio continuare a credere nella bontà degli italiani. Però è chiaro che viviamo in un’epoca in cui è facile far montare le tensioni e gli odii e per cui noi sindaci più di altri ce ne accorgiamo, ed è prima di tutto nostro dovere essere qua”. “Il nostro è un no all’odio e all’antisemitismo. Seicento sindaci non si muovono per niente, si muovono perché credono in qualcosa”, ha concluso parlando della marcia.