Archivio mensile: dicembre 2020

FIGLIO DI… BOH… O DI PAPA’ ?

13122020 famiglia normale

FIGLIO DI… BOH… O DI PAPA’ ?

Nel corso della storia moderna non è nuova l’idea di distruggere il nucleo famigliare voluto e creato da madre natura e come lo abbiamo inteso sino ad oggi, è un concetto prevalentemente radicato nell’ideologia comunista e ricercato da tanti falsi e apparenti democratici oggi nella sua più atroce applicazione e indolenti di quel che è accaduto nel recente passato, tragiche testimonianze ideologiche di stampo comunista puro che rappresentano nei fatti l’idea di abbattere il concetto di famiglia tradizionale, dell’esistenza di Dio e di ogni religione. Mi riferisco alla più recente campagna di odio in Cambogia perpetrata a danno dei bambini per sradicarli dal concetto di padre e madre e famiglia, tra il 1975 e il 1979 il rapimento e l’indottrinamento dei bambini era diffuso nel paese cambogiano sotto la dittatura del comunista Pol Pot , un regime spietato che metteva in pratica la vera ideologia comunista e cioè, quello di separare i bambini dalle loro famiglie distruggendone il concetto stesso di famiglia… e per farlo, molti bambini e ragazzi nel pieno della loro incoscienza e immaturità, ignari di ciò che facevano, venivano persuasi o costretti a commettere veri e propri atti di sadismo contro i loro stessi genitori e familiari, privilegiando in assoluto il concetto comunista che prevede che i figli messi al mondo appartenevano allo stato comunista e non ai padri e alle madri come natura comanda. Com’è finita dopo lo sappiamo in pochi, una strage di 2 milioni di cambogiani assassinati nel silenzio mondiale già… dei crimini comunisti non se ne parla mai adeguatamente né c’è un giorno per il ricordo di quei morti. Purtroppo la storia non ha insegnato nulla e oggi ci risiamo ad affrontare il problema dell’esistenza futura della famiglia tradizionale, anche la Svezia ora ripropone lo stesso tema, abolire il concetto di famiglia tradizionale è la sintesi di discorsi confusionari e perversi a cui fa riferimento la tanto citata e decantata “discriminazione” . Ma che diavolo significa discriminazione ? Quindi per non penalizzare i figli delle coppie degli omosessuali o delle lesbiche avuti da precedenti matrimoni, adottati o acquistati con tanti soldi presso laboratori specializzati o nei supermercati del buon affare bisogna penalizzare i figli delle coppie normali o meglio quelli naturali. Cioè, io che ho ricevuto la grazia divina di essere secondo natura normale, se prolifico insieme ad una donna normale non potrò dire di esserne il padre e lei non potrà dire di esserne la mamma perché altrimenti i figli che non hanno un padre ed una madre naturale e normali si sentiranno discriminati. E allora basta distinguerli, senza giochi di parole da cruciverba, come figli adottivi di una coppia e punto… e non è colpa mia se i loro genitori naturali lo hanno venduto al miglio offerente. Non capisco perché i capricci e desideri ideologici degli altri debbano ricadere sulla coppie normali che la natura ha sapientemente creato in milioni di anni, li definissero nei modi più graditi a loro ma non per questo bisogna penalizzare un padre ed una madre ed i loro figli naturali solo per star dietro al gioco politico dei comunisti eredi di Pol Pot che oggi si fanno chiamare arcobaleno. Giusto che i diritti non vengano lesi ed io non intendo negare a nessuna coppia diversamente composta da quella naturale il diritto di farsi una famigli ma non per questo io dovrò essere discriminato e penalizzato a prescindere. Genitore uno e genitore due era presente da noi in Italia nel 2015, voluto dal governo Renzi e dalla sua maggioranza di estrema sinistra, ma quando è stato abbattuta quella norma è stato un bene per la comunità ed un sollievo per il paese italico… perché veder cancellati nomi come “padre e madre” e poi magari togliere nonno e zio materno o paterno… è un’opera devastante che va verso la strada di Pol Pot… Il Governo svedese sta andando in quella direzione, una via paradossale per quello che sta accadendo negli ultimi 15 anni nel paese, annullare il concetto di famiglia tradizionale troverà ostacoli pacifici nella comunità cristiana e forse un po’ meno pacifica in quella islamica che si sta radicando enormemente nel paese e prevede la morte fisica agli omosessuali… figuriamoci se tollereranno le coppie omosessuali, quindi un problema etico e morale al quale se ne aggiunge un altro. Non c’è da esultare più di tanto quando è in gioco il futuro dei nostri figli, perché oggi loro non possono esprimere un parere, esattamente come i bimbi della Cambogia nel 1978, ma poi una volta diventati adulti e… allora è in quel momento che bisognerà fare i conti con loro ma… sarà troppo tardi per rimediare !
12122020 …by… manliominicucci.myblog.it

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La Svezia è pronta a rimuovere le definizioni ‘padre’ e ‘madre’ perché “discriminatorie”

 

13122020 famiglia normale

11.12.2020

Il Governo svedese ha nominato un’indagine speciale per rendere la legislazione della nazione neutrale rispetto al genere, secondo quanto riferito dall’emittente nazionale SVT Nyheter. Tra le altre cose, questo dovrebbe cancellare concetti come “padre” e “madre” dall’intero diritto di famiglia.

L’attuale codice genitoriale entrò in vigore il 1° gennaio 1950 e rimane in gran parte basato sulla “famiglia nucleare tradizionale con madre, padre e figli”.

Ma poiché il matrimonio e l’adozione tra persone dello stesso sesso da parte di coppie gay e lesbiche è legale in Svezia, la formulazione della legislazione sarà soggetta a revisione.

Secondo il ministro per l’uguaglianza di genere Åsa Lindhagen del Partito dei Verdi, le parole “padre e madre” potranno essere usate ma “senza svolgere alcuna funzione”.

“La legge è stata rattoppata e modificata in modi diversi, ma abbiamo bisogno di una legislazione che si adatti alla realtà attuale. Oggi le famiglie possono avere un aspetto diverso e i bambini possono nascere in modi diversi”, ha detto Åsa Lindhagen a SVT.

Altre cose da indagare sono la possibilità di adottare i figli l’uno dell’altro dopo una separazione e le modalità per porre fine alla genitorialità.

“Giornata importante per tutte le famiglie arcobaleno! Stiamo ora compiendo passi avanti per adattare la legislazione alla realtà. Le famiglie hanno un aspetto diverso e la società non dovrebbe discriminare le persone in base al genere o all’orientamento sessuale. È così semplice”, ha twittato la Lindhagen, aggiungendo una bandiera arcobaleno.

Viktig dag för alla regnbågsfamiljer! Nu tar vi steg framåt för att anpassa lagstiftningen efter verkligheten. Familjer ser olika ut och samhället ska inte göra skillnad på människor utifrån kön eller sexuell läggning. As simple as that.

100 MILIONI AL MESE !

12122020 Sleeping_Beauty_Castle_2019

100 MILIONI AL MESE !

L’anno è il 1993, la località è Marne-la—vallèe, situata a 32km dalla città di Parigi, io e ed alcuni parenti ci troviamo in Francia in veste di turisti girovaghi e anche per vistare il tanto decantato primo parco giochi d’Europa della Disney che attirava oltre la curiosità di stampa e addetti ai lavori anche milioni di turisti che nei fatti diventano milioni di persone che portano alle casse del parco milioni di Franchi e soldi alla Francia. Uno scenario da sogno, hotel, ristoranti, negozi, bar in un numero cospicuo e tante attrazioni, giochi e divertimenti vari e in più… già in più… cosa di rilevante importanza, almeno lo era e lo è per me, un ambiente non malsano e “aria decisamente pulita  e respirabile”. Di pari passo, in quegli anni, nella città di Taranto si lottava aspramente perché la cittadinanza, quella non coinvolta nella produzione di acciaio del locale stabilimento siderurgico che produceva tumori in quantità industriale e pari alle tonnellate di acciaio che sfornava quotidianamente, si lagnava e protestava perché pretendeva un’aria respirabile e un ambiente ecologico e la protezione della salute… lo si voleva già dagli anni ’80 … molto prima che nascesse Greta Thunberg. La città era ed è ancora oggi spettatrice e vittima inerme della obbligata produzione industriale a tutti i costi … pena la fame per i 20.000 lavoratori di allora, alternativa in voga ancora oggi, dopo ben 27 anni di bassa e volgare politica industriale italiana fatta all’insegna del menefreghismo ecologico e della salute dei cittadini… uno sputo in faccia alla città di Taranto ! Le continue proteste in quegli anni mi vedevano in prima posizione nella lotta all’inquinamento atmosferico provocato dalla vecchia Italsider poi diventata ILVA, e una mia proposta a quel tempo, fece ridere tanta gente… un’idea esposta nei fatti in modo concreto che risolveva definitivamente e per  sempre il problema occupazionale e soprattutto si conciliava con l’ambiente mettendo fine a quello stillicidio di morti per le varie neoplasie. L’dea era semplice, siamo nel 1993 ricordo a tutti, quella di smantellare l’Italsider e costruirci un parco giochi in stile Disneyland Paris, un complesso turistico che potesse ospitare milioni di turisti ogni anno dal primo di marzo sino al 31 di gennaio e lasciando il mese di febbraio per la manutenzione, tempistica possibile per via delle favorevoli condizioni climatiche. E’ ovvio che ai politici e ai sindacati italiani questo non poteva andar bene altrimenti come si può strumentalizzare l’operaio e la classe dei lavoratori e rischiare di non avere più i soldoni delle trattenute sindacali obbligatorie in busta paga ?  Ignorato e deriso… ma nel 2020, io conto… tanti ma tanti malati e morti di cancro nella città jonica, uno stabilimento che da anni è una spugna che assorbe denaro pubblico e un colabrodo per tutto il denaro che si è sprecato. Andiamo all’oggi, la notizia è che lo stabilimento diventa in parte statale e ci costa, a noi italiani, cento milioni di euro al mese per stipendiare e dar lavoro a 10.700 lavoratori. Bene, ma nessuno evidentemente sa far bene i conti perché se noi magari versassimo ad ognuno dei 10.700 operai dell’Arcelor Mittal un mensile di € 1.500,00 a cranio e li facciamo restare a casa oppure magari li impieghiamo per lavori diversi socialmente utili o, come io penso, impiegarli proprio per la costruzione stessa della struttura… risparmiamo ogni anno la modica cifra di € 84milioni circa al mese… la matematica non è un’opinione e uno più uno fa due. Ora, perché non approfittare dell’opportunità del Recovery Fund e costruire un parco giochi dalle dimensioni di quello francese o americano ? I costi verrebbero recuperati in pochi anni mentre nel giro di tre anni si riuscirebbe a realizzarlo e pur continuando a retribuire gli operai in quella sorta di cassa integrazione per 36 mesi, uscite che ci darebbero un costo complessivo di circa 600 milioni… cioè in termini numerici e matematici noi sosterremmo il costo di soli sei mesi ma in compenso si realizzerebbe il primo parco giochi e d’attrazione turistica del sud Italia di proporzioni affaristiche e di portata inimmaginabile, anche perché, ai milioni di turisti si legherebbero le tante opportunità del mare pugliese, lucano, campano e calabrese e delle loro cucine e tradizioni culturali. Giusto per darvi un’idea delle strutture presenti nel complesso turistico parigino, ci sono due parchi giochi a tema, Disneland Park e Walt Disnet Studios Park , un area con ristoranti, negozi, cinema che si identificano col nome di Disney Village, un campo da golf e una serie di hotel… e noi, perché non lo facciamo e smantelliamo il mostro fumante che inquina ed ammazza ? Ora si può, anche perché vendere l’acciaio è un po’ complicato in questo periodo e non so se negli anni  a seguire sarà possibile venderlo… Vi prego non ridete ancora sulla mia nuova proposta perché “i familiari delle vittime lo volevano già dal…1993” ma loro piangono ora… e non ridono !

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11122020…by… manliominicucci.myblog.it

 

 

Ritorna l’acciaio di Stato. Costa 100 milioni al mese

12122020 FOTO ILVA

Per l’ex Ilva società al 50% con Mittal. Oltre alla Cig ci accolliamo le perdite ormai enormi

Giuseppe Marino – Ven, 11/12/2020 –

Non è un ritorno alle partecipazioni statali, si affannano a giurare dal governo. E forse è vero: è qualcosa di più magmatico e indeterminato.

Dietro l’industria di Stato c’era un progetto chiaro che con il tempo ha rivelato i suoi limiti. L’intesa che a 25 anni dall’Italsider fa rinascere l’acciaio di Stato invece è un enorme punto interrogativo.

L’accordo di cui era attesa la sigla ieri notte è maturato all’ombra di una trattativa tra il governo, l’onnipresente Invitalia di Domenico Arcuri e i vertici di Arcelor Mittal. La prima certezza è che per il colosso franco-indiano dell’acciaio è una via d’uscita comoda alla palude di Taranto, tra revoca dello scudo penale e crisi dei mercati. Quando Mittal ha cominciato a minacciare licenziamenti, il governo è entrato in fibrillazione e agitando proclami di guerre giudiziarie ha in realtà garantito ai franco-indiani taglio dei costi, dimezzamento della penale per rottura del contratto di affitto dello stabilimento e l’ingresso dello Stato in società alla pari, accollandosi metà della perdita monstre: 100 milioni di euro al mese. Dopo Alitalia un altro buco nero mangiasoldi a carico delle casse pubbliche. Con la differenza che Ilva non era un’azienda decotta prima di essere scarnificata dalla guerra populistico-giudiziaria combattuta a Taranto. Ieri, con una coincidenza ad alto valore simbolico, è arrivata la seconda assoluzione, in appello, per le accuse di bancarotta a Fabio Riva, erede del gruppo che aveva rilevato l’ex Ilva dallo Stato.

La seconda certezza è che la nuova gestione a Taranto viene accolta con i fucili puntati, un isolamento che dura da 8 anni e che ha contribuito al declino dell’ex Ilva. Da una parte ci sono i sindacati estromessi dalla trattativa che stanno alla finestra premendo permantenere i 10.700 posti di lavoro oggi in buona parte sostituiti dalla cassa integrazione. C’è poi l’indotto stremato dalla trattativa infinita e dalla gestione dei franco-indiani: le associazioni dell’autotrasporto da ieri sono in stato di agitazione e hanno fatto sapere al governo che se non paga gli arretrati i camion che muovono le merci necessarie alla fabbrica si fermano.

Dall’altra parte c’è il fronte che vorrebbe rimpicciolire l’azienda, quello titillato soprattutto dal M5s ma anche dal Pd di Michele Emiliano. La firma dell’intesa è stata accolta con la simbolica riconsegna della fascia tricolore da parte del sindaco Rinaldo Melucci, punta di lancia dello schieramento trasversale di forze locali che dietro lo slogan della riconversione ecologica mirano a ridurre l’impianto a officina per un prodotto prelavorato altrove. L’azienda si ritaglierebbe così un ruolo insignificante nel mercato e in breve vedrebbe svanire metà dei posti di lavoro.

Ma anche la soluzione scelta dal governo è densa di incognite. Per Mittal, che si è sostanzialmente sfilata, l’acciaieria rappresenterà sempre più una possibile rivale per i suoi altri stabilimenti europei ma, almeno fino al 2022, quando lo Stato, con un nuovo aumento di capitale da 800 milioni dopo il primo da 400, salirà al 60% delle quote. Fino ad allora, le quote saranno alla pari, imbrigliando il gruppo in una gestione paritaria che per una società è foriera di potenziale paralisi decisionale.

Fondamentale ora vedere come sarà composto il cda: se troveranno spazio le forze che mirano a spegnere definitivamente Afo 5, l’altoforno che è il cuore della rinascita della fabbrica, meglio prepararsi a una nuova Bagnoli.

 

NESSUN DORMA !

epa08874276 Austrian Chancellor Sebastian Kurz wearing a face mask arrives for the start of a two days face-to-face EU summit, in Brussels, Belgium, 10 December 2020. EU Leader will mainly focus on response to the COVID-19, Multi annual framework (MFF) agreement and new EU emissions reduction target for 2030.  EPA/YVES HERMAN / POOL

NESSUN DORMA !

Forse… sì, deve essere proprio un compito divino quello assegnato agli austriaci cristiani di combattere nel corso dei secoli l’odiato nemico islamico turco. Già, sono secoli che loro ci provano ad invadere l’occidente e ad islamizzarlo passando da Vienna ma a quanto pare per loro è un’impresa ardua visto che nei fatti la storia ci insegna che oltrepassare il suolo viennese è missione impossibile, l’hanno assediata nel 1529 senza successo e poi si ritirarono “carichi di meraviglie”… e non stanchi della cocente sconfitta ci riprovarono nel 1683 ma purtroppo, solo per loro, vennero ancora sconfitti e umiliati… come a voler dire che il suolo cristiano è sacro ed inviolabile ma loro, testardi e cocciuti come capre di montagna, continuarono quella guerra santa per altri 15 anni con l’unico intento di islamizzare l’occidente… ma persero pure quella. Ma la storia deve fare il suo corso ed ecco che alle soglie del 2021 registriamo l’ascesa potente di un altro sultano, vestito con abiti occidentali, ma con la mentalità e idee simili ai suoi predecessori e avi, lui è Recep Tayyip  Erdogan, presidente e uomo forte della Turchia nonché uomo illuso che evidentemente si sente il nuovo profeta dell’islam del XXI secolo, il cui compito prioritario assegnatogli è quello di attraversare il “bel Danubio blu” e arrivare sino a piazza San Pietro in Roma dove poter celebrare i fasti dell’Islam  dominante… Ne è tanto convinto che da anni gioca un lunga e sporca guerra a danno dei migranti di tutte le nazioni, dei curdi e degli occidentali, tanto da avviare una vera e propria guerra contro l’occidente non palesemente dichiarata ma nei fatti lo è, controlla la Libia e sostiene l’Iran apertamente, è in Siria e fa la voce grossa con la Grecia sui suoi possedimenti e lo ha fatto anche con noi italiani che dopo aver “cacciato una nostra nave” di ricerca petrolifera dalle acque greche con le sue navi militari, oltre questo grave episodio si è anche permesso di spedire armi e uomini in Libia per far attaccare dai suoi amici libici della Cirenaica un governo internazionalmente riconosciuto e tutto ciò è avvenuto nel silenzio europeo e nella nostra totale indifferenza. La storia si sta ripetendo, come nel 1529 i turchi avanzano… ma questa volta dal Mediterraneo per la conquista del nord Africa e ritornare ad essere i padroni di quell’impero perso nel 1911 proprio per colpa degli italiani, solo che questa volta l’Italia non è quella del 1911 ma è un Italia sonnacchiosa e che guarda ad altre vie ideologiche più che quelle reali e quindi noi non ci sbilanciamo su niente e tolleriamo e permettiamo che i turchi facciano gli affari loro indisturbati. Per fortuna che i ricorsi storici si ripetono ed ecco che abbiamo nuovamente lo stop e paletta rossa ai turchi, intimazione che arriva sempre dalla “solita e benedetta Austria”, stavolta “arriva provvida”  attraverso il suo cancelliere del momento, Sebastian Kurz, che ha invitato l’UE ad andare avanti ed esercitare l’embargo di armi al paese turco. Trovo la richiesta austriaca particolarmente adatta al momento, necessaria e legittima visto le numerose crisi militari persistenti  in area mediterranea e la difficoltà della politica estera a dialogare che coinvolge tutti i paesi del medio oriente in armi e del sud Europa. Quel che mi rattrista è che l’Italia un tempo era padrona indiscussa del Mediterraneo ed era temuta da tutti mentre oggi… purtroppo… tutti ci ridono dietro e addirittura si permettono anche di sequestrarci i pescherecci ed equipaggi annessi, la mia riflessione va nella direzione del cancelliere Kurz e aggiungo speranzoso che meno male che c’è ancora qualcuno in Europa che non è prono al sultano di Istanbul e già sottomesso al potere economico islamico degli stati del golfo arabico. La Turchia è responsabile di violazioni dei diritti internazionali e noi occidentali facciamo sempre finta di niente e in TV anziché parlare di massacri di gente inerme e dei diritti violati nelle zone di guerra… ci preoccupiamo di polemizzare sul niente e lo si fa chiacchierando nei comodi salotti della TV… mentre il mondo sta     prendendo una orrenda strada senza ritorno e l’Iran e la Turchia  ne sono l’esempio più drammatico ma intanto… noi dormiamo !  10122020

 …by… manliominicucci.myblog.it      

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Turchia: Kurz, Ue reagisca e vada avanti con embargo armi

Cancelliere: ‘Violazioni diritto internazionale inaccettabili’

epa08874276 Austrian Chancellor Sebastian Kurz wearing a face mask arrives for the start of a two days face-to-face EU summit, in Brussels, Belgium, 10 December 2020. EU Leader will mainly focus on response to the COVID-19, Multi annual framework (MFF) agreement and new EU emissions reduction target for 2030.  EPA/YVES HERMAN / POOL

Redazione ANSABRUXELLES

10 dicembre 2020

(ANSA) – BRUXELLES, 10 DIC – “Dobbiamo opporci con decisione alle violazioni del diritto internazionale della Turchia. Per questo chiedo una reazione congiunta e decisa da parte dell’Ue, con nuove liste di sanzioni.

Sosteniamo anche l’idea di un embargo sulle armi” contro Ankara. Così il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, a margine del vertice tra i capi di Stato e di governo europei, chiamati a esprimersi sugli ultimi sviluppi nelle relazioni tra l’Ue e la Turchia. Le violazioni del diritto internazionale “semplicemente non dovrebbero essere accettate”, ha sottolineato Kurz. (ANSA).

BOKO HARAM E CHE… ROBA E’ ?

10122020 NIGERIA JHIADISTI

BOKO HARAM E CHE… ROBA E’ ?

Boko Haram, è un’organizzazione terrorista islamica nigeriana che si pone come unico obiettivo l’annullamento della nazione democratica di stampo occidentale della Nigeria e dello smembramento del suo stato federale per creare una repubblica islamica tipo come quella che volevano creare i terroristi dell’Isis in Siria ed Iraq. Sono 18 anni che ci provano a farlo con risultati disastrosi, basti pensare che negli ultimi dieci anni ha provocato la morte di migliaia di persone, la maggior parte sono cristiani… ovviamente, e il rapimento di centinaia di giovani ragazze per essere convertite, con forza, alla religione islamica e poi magari date in sposa ai combattenti islamici o per ricevere tanti soldi come riscatto. Insomma è l’identico cliché  ripetuto dai terroristi dello stato islamico dell’Isis… niente di diverso, quando si parla di fede islamica sono quelli i binari su cui far scorrere il ragionamento. Boko Haram è il nome dell’organizzazione terrorista islamica nigeriana che nasce nel lontano 2002 per contrapporsi alla civiltà occidentale lasciata in dote dai britannici e da loro considerata blasfemia perenne… ne prende il nome in lingua araba e parla solo la lingua araba, prediletta del corano, infatti ha un significato ben preciso e cioè : “l’educazione occidentale è sacrilega” quindi detta educazione è vietata o rappresenta il peccato  inteso come corruttore dell’Islam. La Nigeria ha avuto una storia molto particolare nel mosaico del terrore schiavitù…, lì è iniziata la traversata verso il continente americano degli schiavi, i musulmani della Nigeria e delle zone limitrofe si occupavano delle forniture… rapivano le giovani donne e ragazzi forti e in salute per venderli poi ai commercianti senza scrupoli, spagnoli e britannici, un’abitudine non persa nel principio perché ancora oggi le ragazze vengono rapite con lo stesso concetto di secoli fa e gli infedeli vengono barbaramente trucidati visto che a volerli ipoteticamente vendere non c’è più nessuno che li compra. Boko Haram è figlio di quell’idea anti occidentale e loro si daranno da fare per cercare di portare a termine la loro devastante opera e per far questo non risparmia neanche i bambini… già, vi starete chiedendo che diavolo centrino i bambini con Boko Haram ? Purtroppo i media occidentale, sebbene si abbia un mortale nemico comune, non amano parlare diffusamente di questi argomenti, sono deleteri “al bon ton degli artisti” e danno noia ai radical chic europei pro islam e pro immigrati, ma la realtà occupa un posto ben diverso dalle loro stucchevoli pantomime e cioè, che le bambine sono state utilizzate più volte come sistema per farle esplodere insieme a tanto esplosivo nei centri pubblici affollati come è accaduto il 10 di Gennaio 2015, dove una bimba di appena 10 anni si è fatta esplodere in un mercato colmo di gente, della città di Maiduguri, capitale dello stato di Borno. Finisce qui l’orrore ? Neanche a parlarne, visto che ci sono stati 19 morti e 18 feriti, quindi “un successone”… il giorno dopo avviene la replica, gratuita, nella città di Potiskum, stato di Yobe, lì due bambine, non più una, imbottite di esplosivo si fanno saltare in aria… non andò bene perché morirono solo tre persone oltre le due povere bimbe e una decina di feriti ma andò bene a satana che vide trionfare il suo male in terra. L’ultima strage e sgozzatura, in ordine di tempo, l’abbiamo avuta proprio il 28 novembre scorso, “43 persone sgozzate”, inermi contadini a cui sono state tagliate le teste, rei di essere solamente …”infedeli”. Mi irrita ascoltare in TV che noi da 40 anni viviamo senza… John Lenon e non una parola per le 43 persone decapitate, già… ci arrovelliamo le budella per un cantante ammazzato però…  dimentichiamo che da 18 anni un popolo viene massacrato nell’indifferenza mondiale e cosa più terrificante, cari europei tutti, è che tanti fedelissimi di Boko Haram prendono il gommone nel Mediterraneo e vengono da noi a chiedere di essere ospitati… e paradossalmente vengono accolti recitando la parte della vittima di turno della furia islamica nigeriana… ovviamente i nostri bravi politici deficienti ci cascano, perché vivere senza le loro ideologie fasulle costa tanto… ma poi nella pratica, ci troviamo decine di migliaia di nigeriani, che del loro passato non sappiamo nulla, negli angoli delle strade a spacciare droga o a violentarci le donne infedeli. Quel che mi indigna è il disinteresse di tutti, a partire proprio dalle Nazioni Unite e da Papa Bergoglio.

09122020…by… manliominicucci.myblog.it

 

09 DICEMBRE 2020 06:36

Nigeria, scontri con i jihadisti nel Borno: uccisi 10 soldati

10122020 NIGERIA JHIADISTI

Dieci soldati nigeriani sono stati uccisi e un altro è stato preso in ostaggio durante scontri con jihadisti avvenuti nello stato nordorientale di Borno. Gli scontri sono scoppiati lunedì quando un gruppo di soldati ha attaccato un campo di combattenti del gruppo dello Stato islamico in Africa occidentale nel villaggio di Alagarno. “E ‘stata una battaglia intensa e anche i terroristi hanno subito perdite”, ha detto una fonte della sicurezza.

 

IL KILLER SUONA … TRE VOLTE !

09122020 morto giornalista

IL KILLER SUONA … TRE VOLTE !

Prima delle abituali riflessioni sull’ennesimo omicidio di un giornalista  avvenuto in Pakistan, nella città si Dera Ismail, nel nord-ovest del paese, dobbiamo necessariamente rivolgerci una domanda : ma quanti sono i morti ammazzati in Pakistan negli ultimi 10 anni ?Ebbene negli anni scorsi il Pakistan detiene la maglia nera della sicurezza, infatti nell’ultimo decennio si registrano a  decine le vittime di reporter e di operatori al seguito che hanno trovato brutalmente  la morte, un po’ per casi legati alla mafie locali e l’altro po’ per questioni particolarmente religiose. Sotto questi aspetti è un paese molto violento che certamente non apprezza la libertà di stampa, specie quando poi si avvicina alla fede islamica allora tutto diventa ancor più complesso e incomprensibile… purtroppo il paese è quasi integralmente mussulmano e non è riuscito ancora, e non credo ci riuscirà mai, a trovare i giusti equilibri democratici e liberali necessari per apprezzare la tolleranza tra le varie ideologie presenti nel paese, anche perché  la religione di stato impedisce nei fatti il doveroso progresso sociale e lo tiene legato a quelle convinzioni che appartengono al passato, quindi difficile se non impossibile la convivenza con le varie fedi e la tolleranza con chi è diverso da loro nelle credenze religiose. La stampa poi è inesistente in fatto di libertà d’espressione, censurata e sempre pilotata dal governo e costretta a dire quel che piace alla popolazione e non gli permette neanche di potersi avvicinare ad argomenti che riguardano la religione islamica… l’apostasia è sempre dietro l’angolo e le minacce di morte rappresentano una realtà quotidiana con cui condividere amaramente la vita. Solchi profondi che ne delimitano ed indicano la obbligatoria via e dalla quale non ci si può allontanare…  e quando si tenta di farlo se ne  pagano le amare conseguenze, ricordo che anni fa, nel 2015 per la precisione, la conversione a Cristo di una giovane donna e moglie, passata dall’islam al cristianesimo, ha significato la morte per il marito cristiano, ucciso a sangue freddo, mentre lei, è stata ferita gravemente e in fin di vita, tutto il dramma si è realizzato per… “amore dell’apostasia” e per aver gettato il disonore nella famiglia, quindi tutto questo orrore ed  inaudita violenza solo perché la donna aveva lasciato l’islam per la fede in Gesù… roba inimmaginabile per noi occidentali se fosse avvenuto il contrario. Immaginate ora cosa potrebbe accadere ad un giornalista di fede cristiana che decida di mettere in evidenza le debolezze della religione islamica e lo faccia proprio in casa sua, l’ovvia conseguenza e che lui è un… destinato alla morte… e così è stato, ammazzato nella sua casa senza nessuna pietà… inimmaginabile che un ipotetico o reale apostata possa farla franca in un paese islamico e questo sta a testimoniare, ancora una volta se ve ne fosse bisogno, che il dialogo con i fedeli islamici proprio è impossibile su certe tematiche… prendiamone atto che interloquire con loro è proprio impossibile. Registriamo quindi ancora una vittima cristiana nel giorno dell’Immacolata Concezione, festa tanto cara a noi cristiani e che oggi vede ancora un altro fratello assassinato barbaramente sull’uscio di casa. La mia unica riflessione è sempre la solita, noi cristiani veniamo scannato, decapitati e sparati e in occidente si fa finta di niente… come se la morte di un individuo di fede cristiana non rappresenti un dramma del genere umano, un episodio che tanti di voi non sono a conoscenza perché i media non ne parlano… tuttavia nell’indifferenza generale esaltiamo ed osanniamo ambigui e strani personaggi che nella storia dell’umanità ci hanno lasciato in dote ben poco o addirittura stragi e morte…

08122020 …by… manliominicucci.myblog.it      

PAKISTAN

Giornalista cristiano ammazzato a colpi di pistola sulla porta di casa

Qais Javed Masih è morto prima dell’arrivo in ospedale. Due i killer, che si sono dati alla fuga

09122020 morto giornalista

Qais Javed Masih (da Facebook)

Assassinato sulla porta di casa da due sconosciuti che poi si sono dati alla fuga.

E’ morto in un vero e proprio agguato premeditato Qais Javed Masih, giornalista, appartenente alla minoranza cristiana in Pakistan.Secondo quanto riferito dalla polizia ai media locali, il cronista è stato freddato a colpi di pistola nella città di Dera Ismail Khan, nel nordovest del Paese.Due uomini, arrivati in moto davanti alla sua abitazione, hanno suonato alla porta. E quando il giornalista ha aperto gli hanno sparato diversi colpi. Dopo l’allarme, è stato soccorso, ma non è stato possibile salvarlo.”Ha ricevuto diverse pallottole nell’addome ed è morto prima di raggiungere l’ospedale”, hanno riferito gli investigatori che si stanno occupando delle indagini sull’accaduto.Qais Javed ha lavorato per quasi 10 anni per il noto canale Geo News, fino al 2016 quando ha lanciato il suo canale di news personale, “Ehad Nama”, piuttosto popolare nella città di Dera Ismail Khan e sui canali social pakistani.

 

LA PRIORITA’… ZAKI !

08122020 PESCATORI 18

LA PRIORITA’…  ZAKI !

Dopo ore e ore di attesa, questa decisione sconcertante, vergognosa di rinnovare di altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki lascia veramente senza fiato e sgomenti, Patrick terminerà questo “anno terribile nella prigione di Tora”, lo ha commentato all’ANSA Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Poi aggiunge che : è il momento che ci sia un’azione internazionale guidata e promossa dall’Italia per salvare questo ragazzo, questo studente, questa storia anche italiana, “dall’orrore del carcere di Tora” in Egitto. Oggi apprendiamo che anche in Egitto ci sono i carceri-lager come in…Libia, ma perché è una storia italiana ? Affermazione direi alquanto singolare… non mi sembra che lo sfortunato individuo sia di nazionalità italiana, va bene… è uno studente che studia in Italia e da noi ognuno ha diritto di parole e pensiero ma dire che riguarda il nostro paese non è cosa di questo mondo, lui è un cittadino egiziano a tutti gli effetti e deve rispondere del suo operato alla magistratura egiziana, se poi è farlocca o seria non sono problemi nostri, specie dopo aver verificato il loro modus operandi nel caso dell’omicidio Regeni. Lui sapeva benissimo che fare certa politica dall’estero ed esporsi palesemente sui social contro il presidente egiziano,  Abdel Fattah al-Sisi, era ed è un rischio enorme e quando la si fa poi… non bisogna tornarci nel paese egiziano come se non fosse successo nulla, perché chi sta dall’altra parte e si sente offeso, attende con pazienza il ritorno in patria del ribelle che prima o poi si verificherà. Non c’è da meravigliarsi né del suo arresto né della sua straziante carcerazione in carcere-lager… Quindi, i lager non ci sono solo in Libia e l’ingiusta detenzione fa arrabbiare mezzo mondo, sollevazione di massa e addirittura si evoca anche l’intervento dell’Italia per risolvere la questione Zaki, proteste, flash mobbing, appelli dalle organizzazioni varie ed illustri personaggi per la sua liberazione… tutta questa mobilitazione generale per la libertà di un individuo è… meravigliosa, la solidarietà che avanza… però… già però… il signor Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, lo avete mai sentito nominare prima di ieri ? Lo avete mai sentito esternare con forte condanna il governo libico di Bengasi prendendo le difese dei nostri 18 pescatori di Mazara del Vallo ? Assolutamente no ! A differenza di Zaki, i nostri pescatori sequestrati, preciso ingiustamente, sono stati arrestati senza un valido motivo ed in acque internazionali, rapiti e poi detenuti nelle stesse carceri-lager dove vengono reclusi anche i tanti migranti che poi arrivano dal mare da noi o pensate che i nostri 18 pescatori alloggino in qualche villaggio a 5 stelle sul mare ?  Domani è la ricorrenza della festività cristiana dell’Immacolata e il vescovo di Mazara, monsignor Domenico Mogavero  ha preso la parola in difesa dei nostri connazionali ed ha tuonato di brutto, invocando persino l’utilizzo di forze speciali per la liberazione dei 18 italiani che presumibilmente passeranno il Natale e il capodanno in carcere… però… però… già è curiosa la vicenda, sembra che la detenzione forzata nei lager libici dei nostri pescatori non interessi nessuno ma quella dei migranti sì, i media tacciono, la politica dorme e il bibitaro Di Maio non è certamente elemento in grado di risolvere la questione ma tutti si prodigano per… Zaki. E’ davvero singolare e irritante tutto il disinteresse per i nostri 18 uomini, e una persona normale che legge quel che ho appena scritto, cosa deve pensare quando farà le giuste considerazioni e raffronti dei casi esposti? E in ultimo, mentre c’è il “gran rumors” della protesta mondiale per Zaki in Egitto, tutti hanno dimenticato, colpevolmente i media di regime e i signori politici del governo, sottomessi alla Cina e al potere comunista, non parlano e non ci raccontano delle vicissitudini che  da circa sei mesi, vede coinvolta e bloccata una nave italiana, è ferma largo delle coste cinesi per futili motivi legati al Coranvirus, mentre non venivano impediti, nello stesso periodo, che gli aerei volassero in lungo ed in largo per il mondo. Sei mesi senza avere notizie di loro su quando e come l’equipaggio potrà toccare terra o vedere le proprie famiglie, ricordo a tutti che a bordo ci sono sei cittadini italiani e 13 filippini, di età che varia dai 25 ai 60 anni. Per concludere, il mondo della sinistra è sempre quello… due pesi e due misure, tanto clamore per il giovane Zaki e assordante e vergognoso silenzio per gli equipaggi delle navi italiane bloccate in Cina e in Libia. E noi dovremmo anche interessarci di Zaki ? Ma andate a farvi…

07122020…by… manliominicucci.myblog.it

 

Pescatori siciliani da cento giorni sequestrati in Libia, il vescovo di Mazara: “Si intervenga coi corpi speciali!”

Durissima presa di posizione di monsignor Mogavero: “Nessuna ragione giustifica questo atto di ostilità”. L’armatore si augura che i pescatori “tornino a casa prima di Natale ma non ho nessuna certezza, né dal Governo mi hanno dato nessuna speranza”

08122020 PESCATORI 18

07 DICEMBRE 2020 3 MINUTI DI LETTURA

“Quella che è stata compiuta è un’ingiustizia, perché non ci sono ragioni che giustificano questo durissimo e gravissimo atto di ostilità”. Il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, a quasi 100 giorni dal sequestro dei 18 marittimi mazaresi, trova parole dure per definire l’azione compiuta dall’esercito di Haftar.

“Quello che fino ad ora è stato consentito ai familiari”, dice all’Adnkronos riferendosi alle due brevi telefonate consentite tra i parenti e i sequestrati “è davvero troppo poco. Ora diciamo basta: è ora che chi di dovere intervenga, anche con corpi speciali, affinché i pescatori possano fare rientro nelle loro famiglie”. Per monsignor Mogavero il ”caso” dei 18 pescatori riporta alla luce l’annosa questione delle acque internazionali: “Chi ha la responsabilità deve impegnarsi affinché questi episodi non si ripetano più; in altri tempi abbiamo tollerato episodi simili che si sono conclusi in tempi molto più ravvicinati. Adesso diciamo che è stata superata ogni misura”. La Diocesi guidata da monsignor Mogavero sin dalle prime settimane dopo il sequestro è stata a fianco i familiari dei 18 pescatori (cattolici e musulmani), pagando le utenze domestiche e sostenendo anche l’acquisto di beni di prima necessità per i bambini delle coppie giovani i cui mariti sono sequestrati in Libia.
Quasi 100 giorni in Libia. Si avvicina il Natale. Gli equipaggi dei pescherecci italiani, di base al porto di Mazara del Vallo, fermati al largo di Bengasi all’inizio di settembre sono ancora bloccati in Libia. Saranno costretti a passare il Natale in Libia? “Molto probabilmente sì”, risponde ad Aki – Adnkronos International Claudia Gazzini, esperta di Libia dell’International Crisis Group (Icg). La storia dei pescatori si è intrecciata con quella dei quattro giovani libici partiti cinque anni fa da Bengasi con il sogno del mondo del pallone e condannati in Italia come assassini e trafficanti di migranti.

“Nell’immediato sembra che la posizione di Khalifa Haftar rimanga quella del voler tenere i pescatori finché non si sblocca la situazione dei ragazzi in Italia” e “sull’iter legale in Italia bisognerà aspettare la seduta della Corte di Cassazione – dice Gazzini – Haftar ha preso nota del fatto che uno scambio di prigionieri non è possibile perché si tratta di un caso legale ancora aperto ed è in attesa di vedere una qualche evoluzione positiva del caso dei ragazzi”. Di fatto, il generale che lo scorso aprile lanciò un’offensiva per la conquista di Tripoli è in attesa di “buone notizie dall’Italia”. “In cento giorni non si è riusciti a ottenere nessun progresso” sul caso dei pescatori e, conclude l’esperta, “non ci sono sviluppi che ci possano far pensare che da adesso al nuovo anno possano esserci soluzioni rapide”.

“Sembra di essere fermi al primo settembre. Sono trascorsi cento giorni e non abbiamo ancora notizie dei nostri pescatori. Dal Governo, dalla Farnesina non ci fanno sapere niente. Non ci danno alcuna speranza che per Natale i pescatori possano trascorrere le feste con i loro cari”.

A parlare con l’Adnkronos è Marco Marrone, armatore del peschereccio Medinea, che con l’altra imbarcazione, Antartide, è stato sequestrato dalle autorità libiche. “Le notizie sono sempre uguali, a parte la telefonata dell’11 novembre con i familiari dei pescatori italiani”, dice Marrone. “A noi dicono dal Governo che stanno lavorando sotto traccia, senza fare rumore, perché sono cose delicate e conviene usare un profilo basso. Intanto, sembra che non si muova niente”. Sul suo peschereccio ci sono due italiani e quattro tunisini. “Ma sono tunisini nati e vissuti sempre a Mazara – dice l’armatore – già da prima che io nascessi”. E dice: “Io spero che vengano trattati tutti allo stesso modo i 18 pescatori sequestrati, gli italiani e gli stranieri” perché “a novembre la telefonata è arrivata solo per gli otto italiani”.

Ecco perché “da quella chiamata tutti hanno iniziato a chiedere, ma per noi sono 18 pescatori di Mazara del Vallo al di là della loro nazionalità”. Marrone si augura che i pescatori “tornino a casa prima di Natale ma non ho nessuna certezza, né dal Governo mi hanno dato nessuna speranza. Sarebbe un bellissimo regalo per tutti noi”, dice emozionato.

“Stiamo facendo tutto il possibile per cercare di capire se c’è una strada” per il caso degli equipaggi dei pescherecci italiani bloccati in Libia da quasi 100 giorni. E’ “una situazione complessa” e “non di facile soluzione”. Lo dice ad Aki – Adnkronos International l’avvocato Michele Andreano, incaricato dall’ambasciata libica a Roma di seguire il ricorso in Cassazione dei quattro libici partiti nel 2015 da Bengasi sognando il mondo del pallone e condannati in Italia come assassini e trafficanti di migranti. La loro storia si intreccia da settimane con quella degli equipaggi dei pescherecci italiani. Per i giovani libici, conferma il noto penalista romano, “aspettiamo che la Cassazione fissi l’udienza”.

 

E QUANDO MAI FINIRÀ ?

epa08850182 A handout picture provided by the Iranian defence ministry office shows the coffin of slain Iranian nuclear scientist Mohsen Fakhrizadeh is being carried inside the Shrine of Imam Reza, during a funeral ceremony in the city of Mashhad, northeaster Iran, 29 November 2020. Media reported that Iran blamed Israel for the assassination of Mohsen Fakhrizadeh, a senior Iranian nuclear scientist.   EPA/IRANIAN DEFENCE MINISTRY HANDOUT  HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

E QUANDO MAI FINIRÀ  ?

E già, questo è proprio un bel quesito d’attualità… secondo me non c’è una risposta certa anzi, sono convinto che finirà solo quando uno dei due stati, tra l’Iran e Israele cesserà di esistere, ma sino ad allora il medio oriente sarà sempre una fonte inesauribile di guai dove spadroneggeranno terrore ed omicidi. E che la risposta degli iraniani non si farà attendere è cosa certa e la sua reazione rientra in contesto naturale della Dinamica, ovvero nel principio di azione e reazione che riguarda “l’interazione tra due corpi ” che letteralmente sta ad indicare che ad ogni azione corrisponde sempre una reazione opposta ma che negli uomini assume i contorni di una reazione incontrollata, e purtroppo questa è una regola fondamentale applicabile al buon senso. L’Iran ha motivo di lagnarsi per le recenti morti di due dei suoi elementi più famosi e rappresentativi del regime, personaggi di spicco nello sviluppo di armi nucleari di offesa… quindi  stiamo raccontando di veri e propri ordigni nucleari militari da utilizzare contro uno stato non certamente per fini pacifici… ed è proprio questo il punto di scontro tra i paesi limitrofi, tra i quali vi è proprio Israele, l’occidente europeo ed americano… Punto e confine invalicabile perché la comunità internazionale, Israele compreso in primis, non può permettere che lo stato islamico iraniano, che ha palesemente minacciato di far sparire dalla faccia della terra lo stato di Israele stesso solo per banali per motivi e convincimenti religiosi, si doti e si armi di ordigni missilistici nucleari e coroni il suo sogno con la distruzione dello stato ebraico e per tenere sotto scacco i paesi di fede islamica sunnita del golfo Persico. E’ ovvio quanto scontato che l’Iran non dovrà mai dotarsi di armi nucleari altrimenti dovrà essere considerato uno stato canaglia altamente pericoloso, un missile nucleare intercontinentale potrebbe arrivare tranquillamente nelle nostre case in Italia o addirittura arrivare negli USA e ciò rappresenta sicuramente una seria preoccupazione nel mondo intero. Ma che necessità c’è di distruggere Israele e gli ebrei e comportarsi alla Hitler maniera… che senso ha nel 2020 ? Loro stanno lì e per il momento non danno fastidio… sono ricchi e tirchi e sono antipatici per questo ? Potrebbero esserlo ed in parte risponde anche al vero, ma la maggior parte di loro vive negli USA e sono parte delle lobby americane ma non per questo devono morire a tutti i costi e poi, questo bisogna ricordarselo, che anche l’ingresso alla Casa Bianca del nuovo inquilino non modificherà gli intessi americani nell’area e su questo gli iraniani non si facciano tante illusioni perché se si muovono in quella direzione ne pagheranno un prezzo salatissimo. Il grande vero problema ed irrisolvibile del paese persiano è da ricercare solo nella loro cultura e fede religiosa, lo sciismo, l’altro ramo dell’islam che si oppone ai sunnismo, che si manifesta in quell’operato troppo violento fatto di attentati contro tutti, sunniti, cristiani ed ebrei senza nessuna esclusione di sorta… nonché sostenitrice di fazioni terroristiche che operano in Palestina e che colpiscono con razzi, forniti da loro, costantemente Israele. Ok, loro risponderanno con un attentato e poi Israele che farà ? Ovviamente risponderà e si ricomincia partendo dal via come nel gioco dell’oca ! Vogliono continuare così o forse è meglio negoziare ? L’utilizzo di armi nucleari sarà una necessità successiva però… chi sparerà il primo colpo nucleare ? Non sarebbe meglio per l’Iran mettere da parte il discorso militare ed utilizzare solo armamenti tradizionali che non creano tensioni internazionali ? E che se ne fanno poi in definitiva delle centrali nucleari mentre l’occidente tende a smantellarli ? Certo è che la religione e l’odio verso Israele fa andare in fumo il cervello agli iraniani ! 06122020

…by… manliominicucci.myblog.it

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Iran: Pasdaran, Israele si aspetti vendetta per Fakhrizadeh

Quotidiano vicino a Khamenei, ‘attaccare nei prossimi giorni’

epa08850182 A handout picture provided by the Iranian defence ministry office shows the coffin of slain Iranian nuclear scientist Mohsen Fakhrizadeh is being carried inside the Shrine of Imam Reza, during a funeral ceremony in the city of Mashhad, northeaster Iran, 29 November 2020. Media reported that Iran blamed Israel for the assassination of Mohsen Fakhrizadeh, a senior Iranian nuclear scientist.   EPA/IRANIAN DEFENCE MINISTRY HANDOUT  HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Redazione ANSATEHERAN

06 dicembre 202016:24

 

(ANSA) – TEHERAN, 06 DIC – Israele deve aspettarsi una rappresaglia dall’Iran per l’uccisione, il 27 novembre scorso, dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh, che Teheran ha attribuito appunto allo Stato ebraico. Lo ha detto oggi il portavoce delle Guardie della rivoluzione (Pasdaran), generale Ramezan Sharif, affermando che i servizi israeliani si sono serviti di “strumenti avanzati elettronici controllati da satellite” per mettere in atto l’agguato a Fakhrizadeh, ad est di Teheran.
“Negli ultimi 70 anni – aggiunge Sharif – il regime sionista ha assassinato 2.700 personaggi di spicco delle nazioni musulmane nella regione”.
Intanto anche il quotidiano ‘Kayhan’, vicino alla Guida suprema Ali Khamenei, ha chiesto di attaccare Israele come rappresaglia nei prossimi giorni, affermando che “nessun sistema di difesa è capace di contrastare i missili balistici iraniani” e che l’attacco cambierebbe gli equilibri militari e politici nella regione. (ANSA).
 

IL MORTO… “RIFIUTATO” !

06122020 FERETRO NEI RIFIUTI

IL MORTO… “RIFIUTATO” !

Osservando la scioccante fotografia del link emerge uno stato inquietante e terrificante dello scempio mentale umano e della sua follia globale che imperversa come opera distruttiva sulle capacità di ragionamento. Infatti, vedere un cofano per defunti parcheggiato vicino ai cassonetti dei rifiuti è qualcosa di ridicolo come concetto ideologico e purtroppo drammaticamente terrificante perché reale. Ovvio che la prima  domanda che nasce spontanea per l’occasione è se la gente è impazzita improvvisamente oppure, tutti si sono convertiti al satanismo e quindi la visione di quella fotografia rientra come consuetudine nell’orrendo mondo degli inferi.  E’ evidente che ad alcuni operatori sanitari o ai poco gentili ed educati signori dell’ agenzia funebre, quella incaricata delle esequie ovviamente,  non devono essere chiare le regole e il concetto del rispetto ed onore che va dedicato agli esseri umani anche oltre la vita terrena. Il solo depositare il feretro di un defunto vicino ai cassonetti dei rifiuti e a delle banali  pedane è qualcosa che la mente umana deve rifiutare a prescindere… non può essere giustificato in nessun modo un azione così aberrante, indescrivibile, inaccettabile vergognosa… al pari di un crimine horror,  uno sputo in volto nei confronti dei parenti e di tutti quelli che hanno pianto e sofferto per la morte di quella persona. Penso ai parenti più stretti, ai fratelli o sorelle o figli e nipoti che recandosi nella sala mortuaria per l’ultimo saluto si sono visti indirizzati verso l’area di raccolta dei rifiuti come se il loro caro  estinto fosse un “rifiuto da non riciclare” da inviare in una discarica che raccoglie rifiuti organici ed inorganici. Eh già… perché nei fatti vedere un feretro con dei fiori poggiati sul coperchio della bara adiacente a dei cassonetti farebbe sicuramente rivoltare lo stomaco a chiunque e i più irascibili parenti sicuramente avrebbero reagito violentemente. Il punto è che oramai in Italia, e non è giustificabile solo per la questione della pandemia, si è smarrito il concetto e il valore cristiano del rispetto verso la vita ma… anche verso la morte, elementi della vita umana civile che sono venuti meno in questi anni, oggi viviamo in un contesto di assoluto egoismo… si pensa solo a se stessi e non si dedicano spazi né tempo ai parenti anziani, ai familiari malati e bisognosi e quando si trovano “degli angeli in famiglia”  questi vengono totalmente ignorati e dimenticati dallo stato. Purtroppo questo è un tema divenuto ed utilizzato spesso per uso e consumo della politica nostrana dove termini e concetti della solidarietà umana e la tanto decantata cristianità  sono esclusiva concessa solo ai migranti e alle loro sventure nelle traversate migratorie. Nessuno ancora vuol rendersi conto che l’amore per il prossimo, concetto basilare del cristianesimo, non esiste più, è completamente sparito… negli anni ci siamo sempre più allontanati dai concetti di famiglia tradizionale, amore verso il Dio cristiano, rispetto per gli altri cittadini di diverso pensiero e si è instaurato un sistema perverso di ideologie controverse il cui fine è proprio quello di disgregare la cultura della famiglia, tentativo “felicemente riuscito nei paesi comunisti”. Non mi meravigliano quindi certi atteggiamenti volgari e folli di quegli allievi degni dei loro maestri dell’egoismo… c’è solo da chiedersi se in quel feretro fosse stato di un loro stretto parente… chissà dove  lo avrebbero parcheggiato… forse nel cesso o tra i rifiuti o… forse altrove  ? Sicuramente non tra i rifiuti organici !   05122020

…by… manliominicucci.myblog.it

 

Bara tra i rifiuti a Montebuono dopo la morte nella Rsa: l’immagine più triste davanti agli occhi dei congiunti

ilmessaggero.it  9 ore fa   Notizie da: Provincia di Rieti

06122020 FERETRO NEI RIFIUTI

 

RIETI – Sarà ricordata come una delle immagini più tristi della pandemia nel Reatino: una bara con un cuscino di gerbere rosa e fuxia tra i sacchi neri della spazzatura. Dietro allo scudo dei protocolli antiCovid, ieri mattina, mezz’ora prima della cerimonia funebre, un feretro è stato lasciato in mezzo a cumuli di rifiuti speciali davanti agli occhi attoniti dei pochi congiunti (meno di dieci…

 

06122020 FERETRO NEI RIFIUTI

ANCHE I SORDI ORA …SENTONO !

05 122020 islam-radicale-macron-2

ANCHE I SORDI ORA …SENTONO !

E ce n’è voluto di tempo per capire finalmente la giusta via da intraprendere, effettivamente le melodie di morte suonate dai terroristi islamici degli ultimi tempi sono giunte anche alle orecchie dei sordi… già, doveva servire la testa staccata e rotolante sull’asfalto  di un professore qualunque e bravo per scuotere le coscienze e per ascoltare l’urlo dei tanti occidentali pratici e realisti che si oppongono ai terroristi islamici e alla religione islamica.  Mi trovo perfettamente d’accordo sull’ipotesi che nelle moschee europee tutte non si professi solamente pace e amore anzi, conoscendo in buona parte i dettami coranici credo che la violenza contro gli infedeli sia auspicata e sostenuta dai tanti imam, anche perché detta violenza è benedetta dal profeta e quindi non mi meraviglierei per nulla se i terroristi, bravi e buoni e fedeli, siano assidui frequentatori delle moschee. Il giro di vite è necessario e bisognava farlo all’indomani del 2015, dopo la strage di Charlie Hebdo e invece si è cercato di confondere “le acque e i fatti” con un’operazione mediatica di maquillage, confusionaria e tendente a mascherare il vero volto dell’islam violento e di come opera nelle terre non consacrate all’islam… infatti i mussulmani in terra altrui si comportano esattamente come si trovassero  in una guerra permanente e il vero dramma è che tanti non lo capiscono ancora. Il paradosso è quel che è successo all’indomani della strage di Parigi, una cosa veramente ridicola, una imponente manifestazione che verteva sul niente… e sui slogan tipo : “la nostra vita non cambierà”… tutti i capi di stato lo urlavano al vento ma nei fatti la nostra vita è cambiata e lo è stata in peggio, viviamo nel continuo terrore di attentati e nonostante questo in Tv si studiano sempre nuovi appellativi sui terroristi col fine di non assimilarli mai alla religione islamica mentre purtroppo, loro sono propriamente terroristi di fede islamica, quello è il loro vero nome, tutti tentativi inutili dei media occidentali per allontanarli dal fatidico nome islam e per non offendere i tanti musulmani residenti in Europa, fedeli islamici che assistono silenziosi ai massacri degli infedeli e non mostrano mai un pizzico di solidarietà ai parenti delle vittime decapitate e mai si espongono verbalmente con condanne palesi verso i terroristi islamici… Le conseguenze di quella inutile e ridicola “marcia trionfale del cesso” ha prodotto in seguito solo tanti altri atti terroristici, perfettamente studiati e messi in pratica con una lucidità disarmante. Credo che finalmente si sia compreso che è finito il tempo delle belle parole e delle marce, ora bisogna necessariamente passare alla fase successiva e cioè marcarli stretti per capire se loro possono vivere pacificamente con noi occidentali oppure se ne devono tornare al loro caro paese… ricco di sabbia e petrolio. E che la situazione in Europa stia prendendo una brutta piega ce lo dice, e ad alta voce, anche il sultano di Istanbul Erdogan, urla prepotenti contro le misure francesi di controllo alle moschee e contro il presidente  Macron trattandolo come un barbone… dimenticando, il “meraviglioso fedele islamico”, che le teste tagliate che rotolano in terra sono proprio dei francesi ed europei. Lui auspica la sua cacciata, bene l’auspico anch’io, ma se cosi sarà non credo proprio, per quello che vedo e leggo, che il suo successore potrà essere dolce nei confronti dei “tagliatori di teste” e soprattutto di Erdogan !            E ricordo a tutti che ieri, proprio lui, ha pregato nella ex Basilica di Santa Sofia… un altro luogo della cristianità violato e rubato dai “pacifici islamici turchi”. Giusto controllare le moschee e in particolar modo verificare i finanziamenti che arrivano a  loro, sia in modo trasparente che quelli nascosti e i secondi…  credo siano proprio cospicui.   04122020

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Linea dura di Parigi contro l’Islam radicale: inchiesta su 76 moschee, 18 rischiano la chiusura

Il ministro degli Interni Darmanin: “Azione massiccia e senza precedenti”. Furia di Erdogan: “Spero che il Paese si sbarazzi del problema Macron il più presto possibile”

05 122020 islam-radicale-macron-2

Redazione Bruxelles

04 dicembre 2020 17:07

La linea dura di Macron dopo gli attacchi di Parigi e Nizza ha scatenato proteste in tutti il mondo islamico.

La lotta in Francia contro quello che Emmanuel Macron ha definito il “separatismo islamico” non si arresta. Il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, ha annunciato l’avvio, nei “prossimi giorni”, di “un’azione massiccia e senza precedenti” per scoprire e fermare eventuali luoghi di radicalizzazione. La lotta al rischio del terrorismo si è intensificata dopo gli attentati di Parigi e Nizza, in cui prima il 16 ottobre è stato decapitato nella capitale francese il professore Samuel Paty, dopo che quest’ultimo aveva mostrato ai suoi alunni alcune delle vignette di Charlie Hebdo sul profeta ritenute blasfeme, e a cui poi è seguito il 29 dello stesso mese un secondo attacco in cui nella città del sud della Francia in cui sono state uccise tre persone.

I controlli

“Nei prossimi giorni saranno controllate 76 moschee sospette di separatismo e quelle che dovranno essere chiuse lo saranno”, ha spiegato Darmanin che, secondo quanto anticipato da Le Figaro, aveva inviato a tutti i prefetti una nota in cui dettagliava le azioni da intraprendere. Nel documento, il ministro prende di mira 76 luoghi di culto, 16 nella regione di Parigi e 60 nel resto della Francia, da controllare. Di questi 76 luoghi di culto, 18 saranno oggetto di “azioni immediate” su richiesta del ministro dell’Interno, che possono andare fino alla chiusura. Secondo le informazioni attenute dal quotidiano dei 18 “obiettivi”, tre si trovano a Seine Saint Denis: una ha ignorato una decisione di chiusura presa dal sindaco della città, la seconda ufficialmente chiusa nel 2019 ha continuato ad organizzare preghiere e la terza è stata oggetto di parere contrario da parte della commissione di sicurezza.

L’ira di Erdogan

La notizia ha scatenato ancora una volta le ire del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo cui la Francia dovrebbe “sbarazzarsi il più presto possibile” del suo presidente. “Macron è un problema per la Francia, che con lui sta vivendo un periodo assai pericoloso: spero che il Paese si sbarazzi del problema Macron il più presto possibile” ha attaccato Erdogan, che ha parlato al termine della preghiera del venerdì nell’ex Basilica di Santa Sofia, trasformata in moschea nel luglio scorso.

Le cause sociali

Per il segretario del del Partito socialista francese, Olivier Faure, bisogna essere duri contro l’islamismo radicale, ma anche contro le cause alla base del fenomeno. “La Repubblica e la laicità non possono apparire come semplici strumenti di repressione. C’è anche un mix di sociale, di discriminazione, di umiliazioni sulle quali prosperano i predicatori di odio”, ha detto il politico in un’intervista al quotidiano Libération. Per Faure bisogna dimostrare che la laicità e la Repubblica “proteggono tutti”. “A forza di metterla in tutte le salse, (la laicità) finisce per essere percepita sempre di più come uni strumento costruito contro l’Islam”, sottolinea il leader del centrosinistra francese. Faure propone di agire nelle scuole, favorendo il mix sociale, di creare una procura specifica contro le discriminazioni e di rafforzare i servizi di intelligence.

 

COVID SI’… COVID NO !

epa08858322 People gather outside of the restaurant Mac's Public House for a rally against state and city mandates to stop indoor dining to control the spread of the coronavirus, in Staten Island, New York, USA, 02 December 2020. The restaurant is in a section of the city with a high COVID-19 positive test rate which has resulted a suspension of indoor dining, but the owner of the establishment self-declared the establishment an 'autonomous zone' and was ignoring the pandemic regulations. He was briefly arrested by New York City Sheriff's department on 01 December.  EPA/JUSTIN LANE

COVID SI’… COVID NO !

“Covid sì  o Covid no… this is the question” !  Eh sì, il nuovo quesito dell’anno 2020 pare sia diventato il nuovo problema di tipo shakespeariano globale, tanti non credono alla pandemia e invece tanti ci credono e la temono come la peste… ed allora questa contrapposizione genera   conflitti che si accentuano tra gli stessi sostenitori delle due fazioni, incredibilmente createsi come le frange di tifosi allo stadio durante un incontro di calcio, una singolare lite che va in onda da diversi mesi in tutti i paesi del globo e logicamente tra tutti  i governi del mondo e i loro cittadini i quali, sono sempre più insofferenti e rabbiosi verso di loro perché toccano con mano le evidenti difficoltà ad andare avanti quotidianamente e soprattutto non potersi muovere liberamente nel territorio come si dovrebbe, restare costretti a vivere in quello stallo economico dovuto al forzato blocco delle attività commerciali tutte con la scontata disperazione degli operatori turistici e commerciali crea malessere diffuso, queste sono situazioni accettabili solo quando si vivono in tempo di guerra e tanti, a mio avviso, non hanno compreso bene che la pandemia esiste, purtroppo c’è e non si discute, come già argomentato nei mesi passati, ed è da considerare una vera e propria  terza guerra mondiale scatenata, secondo me, dalla Cina per motivi economici legati ai famosi dazi statunitensi, rammento che si parla di una cifra intorno ai 250 miliardi di dollari l’anno, somma che se pagata avrebbe messo in ginocchio il colosso cinese per almeno 20 anni e che la pandemia, guarda caso, ha nei fatti congelato il tutto con la salvezza dei cinesi e la ripresa del suo attuale dominio nel mondo in fatto di esportazioni in particolar modo nei dispositivi di protezione individuale sanitari . Ma i famosi danni collaterali, evidentemente calcolati… sono proprio le divisioni tra i popoli di ogni singolo stato mondiale, divisioni che creano caos e crisi economiche a beneficio di quei paesi che hanno un governo dittatoriale e non democratico, come noi europei e gli americani, e allora ecco che la gente si ribella, protesta, pretende contributi a fondo perduto e non ricevendo nulla, magari… poi in preda alla rabbia diventa violenta, forse non potranno essere biasimati per il loro comportamento… visto che la povertà è davvero una brutta cosa e la mancanza di libertà è odiosa . Ma in tutto questo scenario apocalittico i cittadini del mondo in totale sofferenza riscontrano, come noi in Italia, le bugie e le falsità di tutti i governi, dati taroccati col fine di pilotare la pandemia secondo i loro criteri e cercare di mettere mano nei portafogli dei contribuenti in modo tale da far gravare su di loro i costi della terribile epidemia. Lo fanno con azioni di stampo terroristico, fornendo dati impressionanti sui morti giornalieri, compresi anche quelli deceduti per altre cause, dimostrando nei fatti che loro da gennaio scorso ad oggi hanno capito zero del virus e non hanno neanche idea di come fermarlo perché sono sempre confusionari… e questo lo si riscontra dagli Usa sino all’Africa, non so se il vaccino tirato fuori in pochi mesi sarà funzionale però, ed è cosa stranissima, quello dei cinesi sembra che funzioni… ma guarda un po’ ! Oggi abbiamo registrato in Italia quasi mille decessi, un numero così alto che sta a dirci che i nostri governati sono stati e sono dei veri incapaci perché oltre la morte fisica di  57.000 esseri umani hanno portato il paese alla distruzione economica e tutto ciò si poteva evitare sin dall’inizio solamente col buon senso e ascoltando gli altri, dal mese di gennaio, quando io tra i primi lanciavo l’allarme epidemiologico seguito da tanti esponenti politici… il problema è stato ignorato con arroganza e saccenteria da tutti quei politici-governanti e virologi famosi dello schermo televisivo, mentre oggi, apprendiamo con sconcerto, di non essere, nostro malgrado, quel tanto decantato paese di eccellenze ospedaliere né di avere un’organizzazione sanitaria di livello e in più, previsioni nefaste, è che dovremo fare i conti con tutti i morti che avremo nell’immediato futuro perché ci siamo dimenticati di loro… già, dei pazienti con gravi patologie che ne pagheranno le drammatiche conseguenze in appresso.

03122020…by… manliominicucci.myblog.it

 

 

Covid: esperti, verso un 11 settembre al giorno negli Usa

Nei prossimi giorni previsti almeno 3.000 morti ogni 24 ore

epa08858322 People gather outside of the restaurant Mac's Public House for a rally against state and city mandates to stop indoor dining to control the spread of the coronavirus, in Staten Island, New York, USA, 02 December 2020. The restaurant is in a section of the city with a high COVID-19 positive test rate which has resulted a suspension of indoor dining, but the owner of the establishment self-declared the establishment an 'autonomous zone' and was ignoring the pandemic regulations. He was briefly arrested by New York City Sheriff's department on 01 December.  EPA/JUSTIN LANE

Protesta a Staten Island (New York) contro una delle misure anti-Covid che prevede il divieto di cenare all’interno dei ristoranti © ANSA/EPA

Redazione ANSASAN PAOLO

03 dicembre 202018:32NEWS

 

Gli Stati Uniti, al più tardi dalla prossima settimana, si avviano verso il triste primato dei 3.000 morti al giorno per coronavirus, più delle vittime degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001: è la previsione di diversi esperti americani sulla base dell’ultimo balzo di decessi, oltre 2.800 nella giornata di mercoledì. “Sarà un 11 settembre al giorno”, afferma Jonathan Reiner, docente di medicina alla George Washington University, sottolineando come ancora si devono materializzare le conseguenze del weekend del Thanksgiving.

L’11 settembre 2001 morirono almeno 2.974 persone, di cui 2.603 nell’attacco alle Torri Gemelle.Il Brasile registra 669 morti di Covid nelle ultime 24 ore e supera le 174 mila vittime dall’inizio della pandemia. Il numero esatto di morti e’ 174.531, secondo la stampa locale. I contagi nelle ultime 24 ore sono stati 48.107, per un totale di 6.436.633.

Sono 28.145 i casi di Covid-19 accertati in Russia nelle ultime 24 ore: il massimo dall’inizio dell’epidemia. Lo riferisce il centro operativo anticoronavirus. I contagi finora accertati in Russia salgono così a 2.375.546. Nel corso dell’ultima giornata 554 persone sono morte a causa della malattia portando a 41.607 il totale ufficiale delle vittime dell’epidemia in Russia. A Mosca da domani parte la campagna di vaccinazione di massa contro il coronavirus. Lo ha annunciato sul suo blog il sindaco della capitale russa Serghei Sobyanin. “In coordinamento con il governo, iniziamo ad offrire da domani appuntamenti online agli operatori educativi e sanitari, così come ai lavoratori dei servizi sociali della città”, ha detto Sobyanin. “L’elenco (di chi potrà vaccinarsi, ndr) sarà ampliato nelle prossime settimane man mano che arriveranno nuovi lotti del vaccino. I centri di vaccinazione apriranno il 5 dicembre”, ha dichiarato Sobyanin.

I casi di Covid-19 in Iran dall’inizio della pandemia hanno superato il milione, arrivando precisamente a 1.003.494, dopo che nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 13.922 contagi. Le nuove vittime sono 358, diventando in tutto 49.348. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 5.824, mentre i pazienti guariti crescono a 699.315. I test complessivi effettuati sono 6.212.694 milioni. Lo ha riferito nel suo bollettino quotidiano la portavoce del ministero della Salute iraniano Sima Lari.