LA PRIORITA’… ZAKI !

08122020 PESCATORI 18

LA PRIORITA’…  ZAKI !

Dopo ore e ore di attesa, questa decisione sconcertante, vergognosa di rinnovare di altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki lascia veramente senza fiato e sgomenti, Patrick terminerà questo “anno terribile nella prigione di Tora”, lo ha commentato all’ANSA Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Poi aggiunge che : è il momento che ci sia un’azione internazionale guidata e promossa dall’Italia per salvare questo ragazzo, questo studente, questa storia anche italiana, “dall’orrore del carcere di Tora” in Egitto. Oggi apprendiamo che anche in Egitto ci sono i carceri-lager come in…Libia, ma perché è una storia italiana ? Affermazione direi alquanto singolare… non mi sembra che lo sfortunato individuo sia di nazionalità italiana, va bene… è uno studente che studia in Italia e da noi ognuno ha diritto di parole e pensiero ma dire che riguarda il nostro paese non è cosa di questo mondo, lui è un cittadino egiziano a tutti gli effetti e deve rispondere del suo operato alla magistratura egiziana, se poi è farlocca o seria non sono problemi nostri, specie dopo aver verificato il loro modus operandi nel caso dell’omicidio Regeni. Lui sapeva benissimo che fare certa politica dall’estero ed esporsi palesemente sui social contro il presidente egiziano,  Abdel Fattah al-Sisi, era ed è un rischio enorme e quando la si fa poi… non bisogna tornarci nel paese egiziano come se non fosse successo nulla, perché chi sta dall’altra parte e si sente offeso, attende con pazienza il ritorno in patria del ribelle che prima o poi si verificherà. Non c’è da meravigliarsi né del suo arresto né della sua straziante carcerazione in carcere-lager… Quindi, i lager non ci sono solo in Libia e l’ingiusta detenzione fa arrabbiare mezzo mondo, sollevazione di massa e addirittura si evoca anche l’intervento dell’Italia per risolvere la questione Zaki, proteste, flash mobbing, appelli dalle organizzazioni varie ed illustri personaggi per la sua liberazione… tutta questa mobilitazione generale per la libertà di un individuo è… meravigliosa, la solidarietà che avanza… però… già però… il signor Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, lo avete mai sentito nominare prima di ieri ? Lo avete mai sentito esternare con forte condanna il governo libico di Bengasi prendendo le difese dei nostri 18 pescatori di Mazara del Vallo ? Assolutamente no ! A differenza di Zaki, i nostri pescatori sequestrati, preciso ingiustamente, sono stati arrestati senza un valido motivo ed in acque internazionali, rapiti e poi detenuti nelle stesse carceri-lager dove vengono reclusi anche i tanti migranti che poi arrivano dal mare da noi o pensate che i nostri 18 pescatori alloggino in qualche villaggio a 5 stelle sul mare ?  Domani è la ricorrenza della festività cristiana dell’Immacolata e il vescovo di Mazara, monsignor Domenico Mogavero  ha preso la parola in difesa dei nostri connazionali ed ha tuonato di brutto, invocando persino l’utilizzo di forze speciali per la liberazione dei 18 italiani che presumibilmente passeranno il Natale e il capodanno in carcere… però… però… già è curiosa la vicenda, sembra che la detenzione forzata nei lager libici dei nostri pescatori non interessi nessuno ma quella dei migranti sì, i media tacciono, la politica dorme e il bibitaro Di Maio non è certamente elemento in grado di risolvere la questione ma tutti si prodigano per… Zaki. E’ davvero singolare e irritante tutto il disinteresse per i nostri 18 uomini, e una persona normale che legge quel che ho appena scritto, cosa deve pensare quando farà le giuste considerazioni e raffronti dei casi esposti? E in ultimo, mentre c’è il “gran rumors” della protesta mondiale per Zaki in Egitto, tutti hanno dimenticato, colpevolmente i media di regime e i signori politici del governo, sottomessi alla Cina e al potere comunista, non parlano e non ci raccontano delle vicissitudini che  da circa sei mesi, vede coinvolta e bloccata una nave italiana, è ferma largo delle coste cinesi per futili motivi legati al Coranvirus, mentre non venivano impediti, nello stesso periodo, che gli aerei volassero in lungo ed in largo per il mondo. Sei mesi senza avere notizie di loro su quando e come l’equipaggio potrà toccare terra o vedere le proprie famiglie, ricordo a tutti che a bordo ci sono sei cittadini italiani e 13 filippini, di età che varia dai 25 ai 60 anni. Per concludere, il mondo della sinistra è sempre quello… due pesi e due misure, tanto clamore per il giovane Zaki e assordante e vergognoso silenzio per gli equipaggi delle navi italiane bloccate in Cina e in Libia. E noi dovremmo anche interessarci di Zaki ? Ma andate a farvi…

07122020…by… manliominicucci.myblog.it

 

Pescatori siciliani da cento giorni sequestrati in Libia, il vescovo di Mazara: “Si intervenga coi corpi speciali!”

Durissima presa di posizione di monsignor Mogavero: “Nessuna ragione giustifica questo atto di ostilità”. L’armatore si augura che i pescatori “tornino a casa prima di Natale ma non ho nessuna certezza, né dal Governo mi hanno dato nessuna speranza”

08122020 PESCATORI 18

07 DICEMBRE 2020 3 MINUTI DI LETTURA

“Quella che è stata compiuta è un’ingiustizia, perché non ci sono ragioni che giustificano questo durissimo e gravissimo atto di ostilità”. Il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, a quasi 100 giorni dal sequestro dei 18 marittimi mazaresi, trova parole dure per definire l’azione compiuta dall’esercito di Haftar.

“Quello che fino ad ora è stato consentito ai familiari”, dice all’Adnkronos riferendosi alle due brevi telefonate consentite tra i parenti e i sequestrati “è davvero troppo poco. Ora diciamo basta: è ora che chi di dovere intervenga, anche con corpi speciali, affinché i pescatori possano fare rientro nelle loro famiglie”. Per monsignor Mogavero il ”caso” dei 18 pescatori riporta alla luce l’annosa questione delle acque internazionali: “Chi ha la responsabilità deve impegnarsi affinché questi episodi non si ripetano più; in altri tempi abbiamo tollerato episodi simili che si sono conclusi in tempi molto più ravvicinati. Adesso diciamo che è stata superata ogni misura”. La Diocesi guidata da monsignor Mogavero sin dalle prime settimane dopo il sequestro è stata a fianco i familiari dei 18 pescatori (cattolici e musulmani), pagando le utenze domestiche e sostenendo anche l’acquisto di beni di prima necessità per i bambini delle coppie giovani i cui mariti sono sequestrati in Libia.
Quasi 100 giorni in Libia. Si avvicina il Natale. Gli equipaggi dei pescherecci italiani, di base al porto di Mazara del Vallo, fermati al largo di Bengasi all’inizio di settembre sono ancora bloccati in Libia. Saranno costretti a passare il Natale in Libia? “Molto probabilmente sì”, risponde ad Aki – Adnkronos International Claudia Gazzini, esperta di Libia dell’International Crisis Group (Icg). La storia dei pescatori si è intrecciata con quella dei quattro giovani libici partiti cinque anni fa da Bengasi con il sogno del mondo del pallone e condannati in Italia come assassini e trafficanti di migranti.

“Nell’immediato sembra che la posizione di Khalifa Haftar rimanga quella del voler tenere i pescatori finché non si sblocca la situazione dei ragazzi in Italia” e “sull’iter legale in Italia bisognerà aspettare la seduta della Corte di Cassazione – dice Gazzini – Haftar ha preso nota del fatto che uno scambio di prigionieri non è possibile perché si tratta di un caso legale ancora aperto ed è in attesa di vedere una qualche evoluzione positiva del caso dei ragazzi”. Di fatto, il generale che lo scorso aprile lanciò un’offensiva per la conquista di Tripoli è in attesa di “buone notizie dall’Italia”. “In cento giorni non si è riusciti a ottenere nessun progresso” sul caso dei pescatori e, conclude l’esperta, “non ci sono sviluppi che ci possano far pensare che da adesso al nuovo anno possano esserci soluzioni rapide”.

“Sembra di essere fermi al primo settembre. Sono trascorsi cento giorni e non abbiamo ancora notizie dei nostri pescatori. Dal Governo, dalla Farnesina non ci fanno sapere niente. Non ci danno alcuna speranza che per Natale i pescatori possano trascorrere le feste con i loro cari”.

A parlare con l’Adnkronos è Marco Marrone, armatore del peschereccio Medinea, che con l’altra imbarcazione, Antartide, è stato sequestrato dalle autorità libiche. “Le notizie sono sempre uguali, a parte la telefonata dell’11 novembre con i familiari dei pescatori italiani”, dice Marrone. “A noi dicono dal Governo che stanno lavorando sotto traccia, senza fare rumore, perché sono cose delicate e conviene usare un profilo basso. Intanto, sembra che non si muova niente”. Sul suo peschereccio ci sono due italiani e quattro tunisini. “Ma sono tunisini nati e vissuti sempre a Mazara – dice l’armatore – già da prima che io nascessi”. E dice: “Io spero che vengano trattati tutti allo stesso modo i 18 pescatori sequestrati, gli italiani e gli stranieri” perché “a novembre la telefonata è arrivata solo per gli otto italiani”.

Ecco perché “da quella chiamata tutti hanno iniziato a chiedere, ma per noi sono 18 pescatori di Mazara del Vallo al di là della loro nazionalità”. Marrone si augura che i pescatori “tornino a casa prima di Natale ma non ho nessuna certezza, né dal Governo mi hanno dato nessuna speranza. Sarebbe un bellissimo regalo per tutti noi”, dice emozionato.

“Stiamo facendo tutto il possibile per cercare di capire se c’è una strada” per il caso degli equipaggi dei pescherecci italiani bloccati in Libia da quasi 100 giorni. E’ “una situazione complessa” e “non di facile soluzione”. Lo dice ad Aki – Adnkronos International l’avvocato Michele Andreano, incaricato dall’ambasciata libica a Roma di seguire il ricorso in Cassazione dei quattro libici partiti nel 2015 da Bengasi sognando il mondo del pallone e condannati in Italia come assassini e trafficanti di migranti. La loro storia si intreccia da settimane con quella degli equipaggi dei pescherecci italiani. Per i giovani libici, conferma il noto penalista romano, “aspettiamo che la Cassazione fissi l’udienza”.

 

LA PRIORITA’… ZAKI !ultima modifica: 2020-12-07T20:54:11+01:00da manlio22ldc
Reposta per primo quest’articolo