Autore archivio: manlio22ldc

IL REALE … PONTE DELLA VEROGNA…!

28042020 PONTE DI GENOVA

IL REALE … PONTE DELLA VEROGNA…!

Allora, ricapitoliamo un po’ la situazione per capire che “reame di paese” è il nostro nel giorno dell’inaugurazione  “all’ultimo impalcato “ del ponte di Genova in costruzione ed in sostituzione di quello precedentemente crollato. In pompa magna televisiva e in evidenza notiamo il Presidente del governo, nonché sua altezza reale Re Giuseppi I, il ministro delle infrastrutture, la famosa Marchesa del Piffero De Micheli, più nota come la Marchesa dei 33 milioni, che oggi c’è, ma  quando, due anni fa, si svolgevano i funerali delle 43 vittime per il crollo del ponte vecchio…era in tutt’altre faccende… affaccendata. Si nota tutto lo “staff reale al seguito” e indi un nugolo imprecisato di vassalli e cortigiani che marciano dietro il regale corteo…”gomito a gomito” a far da servi compiaciuti. Questa è la diretta televisiva di stamane, 28.04.2020, che riprende i momenti salienti della reale manifestazione con tanto di comizio della “Marchesa del Piffero”. Ricordo che i sudditi, come me, devono star lontano, almeno un metro, da un altro servo del re, gli assembramenti, per decreto reale non sono consentiti, le manifestazioni tutte, sempre per volere di sua maestà… sono sospese e su preciso ordine del Re le messe non si possono più celebrare, anche quando sono seguite da appena 14 fedeli…, inoltre mi tocca informarvi che il Re, Giuseppi I, per suo chiaro volere, ha anche sospeso a tempo indeterminato l’articolo 16 della Costituzione italiana e buttato nel cesso, contestualmente ha riattivato lo statuto Albertino del 04 Marzo…1848 ( che coincidenza….stessa data del 04 marzo 2020)  e per conseguenza soppressa in toto la vecchia Costituzione repubblicana. L’unica cosa che ci è “concessa” (…grazie Maestà…) e poter incontrare i …”congiunti”… . Maestà una domanda, ma chi c…o sono i congiunti per Voi ?  Questa è l’esatta descrizione di quanto sta avvenendo nel nostro paese, non vi piace ? Beh…fatevelo piacere lo stesso…perché gli italiani sono…brava gente e non s’incazzano mai…o no ?  Codesto è il punto del momento. Le mie domande da presentare “all’organo reale di stampa” sono le seguenti :  Maestà, tutte quelle persone in numero elevato chi c…o sono ? Perché a quei vassalli e cortigiani è permesso l’assembramento, la vicinanza…tetè-a-tetè e i festeggiamenti e comizi ? Perché, un ponte non ancora ultimato è più importante di una messa per Gesù Cristo ? Forse un ponte è più importante della Costituzione italiana ? O forse un ponte è più importante del rispetto al popolo italiano che lo si sbeffeggia e lo si offende in diretta televisiva ? Quindi il Re e la Marchesa del Piffero sono logicamente i privilegiati della casta reale e noi sudditi siamo sempre i coglioni vessati ? Attenzione, un Re e una Regina francese, anni fa, si comportavano allo stesso modo e poi furono tranciati il capo ma vedo che ancora oggi pochi hanno capito come funzionano le cose. AVE O MAESTA’…

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Genova, ecco il nuovo ponte. Conte: “Simbolo dell’Italia che sa rialzarsi”

28042020 PONTE DI GENOVA

Posa dell’ultima campata, a luglio l’apertura definitiva. Conte: “Suturiamo una ferita che mai si rimarginerà”

Genova, 28 aprile 2020 – Suonano le sirene, e l‘anima di Genova è ricostruita.  E’ concluso il varo dell’ultima campata del nuovo viadotto autostradale progettato da Renzo Piano sul torrente Polcevera, che ricongiungerà simbolicamente la città dopo quel maledetto 14 agosto di due anni fa in cui il ponte Morandi crollò causando la morte di 43 persone. Una svolta decisiva, che la città ha celebrato suonando le sirene delle aziende e dei cantieri.  Presenti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, oltre al sindaco e commissario per la ricostruzione Marco Bucci e al governatore della Liguria e commissario per l’emergenza, Giovanni Toti

Il varo dell’ultimo impalcato

Le parole del premier Conte

“Un cantiere simbolo per l’Italia intera – ha detto il premier Conte -: è il cantiere dell’Italia che sa rialzarsi, che si rimbocca le maniche, non si lascia abbattere, non si lascia sopraffare. Genova è un modello per l’Italia. E insegna che il più grande atto d’amore è impegnarsi a ripartire insieme” E sottolinea: “Da Genova si irradia una luce che dà speranza all’Italia intera”. Una nuova speranza dopo la tragedia di due anni fa: “Lo Stato non ha mai abbandonato Genova. Lo abbiamo solennemente detto a poche ore dalla tragedia, io ero qui e abbiamo detto subito che non sarebbe stata lasciata sola. Questa presenza è doverosa ma sono qui anche con grande piacere perché oggi suturiamo una ferita, una ferita che non potrà tuttavia mai rimarginarsi per le 43 vittime” che col crollo del ponte Morandi hanno perso la vita. Il premier si è poi rivolto a tutto lo staff che ha completato l’opera: “La portata concreta di questa giornata è nel fatto che c’è un progetto reale che sta giungendo a completamento. Qualcuno ha parlato di miracolo: credo sia possibile parlare di miracolo, senza enfasi, perché c’è il lavoro di tanti qui, dell’autorità pubblica, dei progettisti e in particolare Renzo Piano, degli operai e i tecnici”.

 

DAVVERO INCREDIBILE…!

28042020 DOTTORESSA MORTA

DAVVERO INCREDIBILE…!

A volte è proprio astrusa la mente di certi soggetti preposti alla guida di strutture sanitarie ospedaliere o governative, spesso e poco volentieri diventiamo spettatori inermi e vittime silenziose di decisioni a dir poco schizofreniche, giusto per restare in tema,  accettare contro la propria volontà decisioni incomprensibili tante volte creano i presupposti  dei veri e propri traumi psicologici che nelle persone più deboli sono così devastanti tanto da spingerle anche  sino alle estreme conseguenze come il suicidio, inteso come unica soluzione liberatoria. Non dimentichiamoci mai, e ripeto mai, dei tanti imprenditori italiani suicida causati dalle disastrose condizioni economiche del 2011, dettati da una profonda crisi e incompresi dalla istituzioni e dalla politica e purtroppo dimenticati da tutto l’ordine dei medici psicologi. Sicuramente, lo anticipo con profondo terrore, assisteremo in futuro ad altri gesti della disperazione come quello della dottoressa americana, quindi colgo l’occasione per sollecitare l’ordine dei psicologi ad un tempestivo intervento nei confronti del governo affinché si possano evitare ulteriori suicidi di imprenditori alla disperazione con opportuni interventi economici a loro favore. Identico discorso vale per la dottoressa americana, lei si è tolta la vita solo perché degli idioti non hanno capito la fragilità del momento della donna, dovuta alla particolare situazione di assenza dal lavoro, e constatato l’impedimento alla ripresa e ritorno al  lavoro, sebbene fosse guarita dall’infezione coronavirus e a rischio nuovo contagio esattamente come tutti i suoi colleghi in attività, ne ha determinato il triste epilogo. Sono davvero addolorato, non si possono leggere le morti di persone che dedicano la propria vita alla professione medica intesa come missione, gente che lo fa per amore oltre che per dovere, più per amore che dovere è la mia personale convinzione, … verso il prossimo e i bisognosi di cure. Ma che diavolo hanno in testa certi individui da non essere in grado di capire e comprendere la debolezza di un essere umano che viene privato della …propria vita in modo violento e disinteressato….bastava poco per farla ritornare al lavoro e si sarebbe salvata una vita e un…prestigioso e bravo medico… Prego per lei che riposi in pace e che finalmente abbia smesso di soffrire.  28042020

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› CORONAVIRUSSEGUI

Coronavirus, suicida la dottoressa che curava gli infettati: era guarita dal Covid19

28042020 DOTTORESSA MORTA

Martedì 28 Aprile 2020 di Alessia Strinati

 

Lavorava in prima linea contro il coronavirus, ma ha deciso di togliersi la vita. Lorna M. Breen era una dottoressa nel pronto soccorso del New York-Presbyterian Allen Hospital. Come altri colleghi ha contratto il virusma dopo 2 settimane non è riuscita a tornare a lavoro, così ha scelto di togliersi la vita dopo essere tornata dalla sua famiglia di origine in Virginia.

APPROFONDIMENTI

A raccontare cosa è successo alla dottoressa 49enne è il padre alla stampa locale, come riporta anche il Daily Mail. Il papà spiega che Lorna voleva tornare a lavoro, ma le era stato negato: «Ha provato a fare il suo lavoro e questo l’ha uccisa. Vorrei che venisse lodata come un’eroina, perché lo è stata. Lei è una vittima così come lo è chiunque altro che è morto», ha spiegato.

Probabilmente ad uccidere Lorna è stato il senso di smarrimento causatole dalla malattia e dal fatto che non potesse fare nulla per dare una mano. Distrutti anche i colleghi della 49enne che hanno parlato di lei come di una dottoressa modello, il cui unico obiettivo era aiutare i suoi pazienti e supportare le famiglie. Lorna è stata trovata in gravi condizioni in casa ed è morta poco dopo il suo arrivo in ospedale a causa delle lesioni che si era causata

CHOC TOSSICO”….

28042020 lingua bimba

CHOC TOSSICO”….

Questa è davvero una bruttissima notizia e drammaticamente allarmante che ci giunge dalla Gran Bretagna, diversi bambini sono stati ricoverati urgentemente con la diagnosi di sospetta “sindrome di Kawasaki”, una patologia che nulla ha a che fare con il coronavirus secondo gli scienziati britannici ma che i pediatri e medici sospettano che possa esserci un legame col virus, ciò e dovuto dal numero elevato di bambini ricoverati negli ultimi giorni e tutto lascerebbe pensare ad una probabile collegamento. Definito come “choc tossico”, molto invasivo nei confronti dei piccoli pazienti crea allarme e molta preoccupazioni tra i genitori di tutti i bimbi.. anche quelli sani. Tuttavia, bisogna attendere studi più approfonditi per avere una diagnosi certa…e conoscere quale sia il vero ruolo del coronavirus e questi disturbi raccapriccianti. Teniamo al sicuro e lontano i nostri bimbi da un eventuale contagio nei posti pubblici ed affollati, meglio essere troppo prudenti che imprudenti e rischiare la salute dei nostri bimbi. Attendo con molta apprensione lo sviluppo degli esami di laboratorio e speriamo in bene.

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Regno Unito, boom di ricoveri di bambini in “choc tossico”: il sospetto, un legame con il coronavirus

28042020 lingua bimba

Sullo stesso argomento:

Caldo e sole? Ribaltone nella comunità scientifica: l’ultima teoria sul contagio da coronavirus

“Non illudiamoci, nessuna immunità”. Coronavirus, tutta la (amara) verità sui test sierologici

28 aprile 2020

Dal Regno Unito un nuovo, spaventoso, allarme legato all’emergenza coronavirus. L’Nhs, il sistema sanitario nazionale, ha infatti lanciato un’allarme per l’aumento di bambini ricoverati in terapia intensiva con una sindrome che potrebbe essere legata al Covid-19. Rivela infatti Dagospia che i responsabili del Nhs di Londra hanno affermato: “Vi è una crescente preoccupazione per una sindrome infiammatoria correlata al coronavirus che stiamo riscontrando nei bambini nel Regno Unito. Nelle ultime tre settimane c’è stato un evidente aumento del numero di bambini di tutte le età che presentano uno stato infiammatorio multisistemico che richiede cure nelle unità di terapia intensive di Londra e anche in altre regioni del Regno Unito”.

 

“Perché non si pubblicano le sequenze?”. Ilaria Capua, pesantissimo sospetto: virus mutato, ci nascondono la verità

I più piccoli come è noto non sono stati molto colpiti dal Covid-19, ma ora i medici hanno notato un’impennata di ricoveri per mal di stomaco, infiammazione cardiaca e sintomi gastrointestinali, quali vomito e diarrea. I medici hanno poi confrontato la misteriosa condizione con la sindrome da choc-tossico e la malattia di Kawasaki che, combinati, causano ingrossamento del cuore, febbre e problemi respiratori – tutti segni distintivi del COVID-19. Tuttavia alcuni bimbi ricoverati con questa condizioni non sono risultati positivi al coronavirus, complicando ulteriormente la diagnosi e sollevando dubbi sulla presenza di un altro agente patogeno.

 

L’Nhs deve ancora fare piena luce su quali siano i sintomi: non è ancora chiaro quanti bambini abbiano avuto la sindrome infiammatoria, né se abbia fatto dei morti. Per i medici britannici, i casi di piccoli pazienti con questa sindrome infiammatoria hanno iniziato ad emergere solo nelle ultime tre settimane. I pediatri attendono chiarimenti più specifici e di chiarire se i piccoli avevano eruzioni cutanea e febbre, due sintomi tipici della malattia di Kawasaki.

 

POVERI…TENERELLI..!

28042020 CINESE DIRIGENTE

POVERI…TENERELLI..!

Poverini, quanta tenerezza che fanno… e quanto sono amorevoli i nostri “cari cinesi”… l’occidente tutto si deve vergognare… infamare i “sinceri e democratici” dirigenti del partito comunista cinese è un affronto senza precedenti nella storia recente…”mettere in discussione”… quanto dichiarato dal governo cinese sul numero dei contagiati e dei deceduti è un’onta da lavare…col sangue…e quando mai ” i bravi comunisti cinesi”…raccontano bugie ? Loro dicono sempre la verità…. sempre…di notte… siamo noi europei e americani che delle falsità ne facciamo un’arte… siamo noi i colpevoli e semplici venditori di ” fake news”…il cui unico obiettivo è cercare di mettere in cattiva luce il “meraviglioso colosso cinese” e impedirgli di … dominare il…. mondo e farlo diventare tutto… proletario e ai loro ordini. E già, adesso i cinesi fanno anche i risentiti e gli offesi, ovviamente cosa volete che contino i tre milioni di contagiati nel mondo e gli oltre 200mila morti per il “banale raffreddore”…da loro esportato in diverse soluzioni, via aerea, per mare e con i trasporti…Giustamente i cinesi non sono offesi né risentiti se io e centinaia di milioni di imprenditori nel mondo “stiamo col culo per terra” perché le nostre attività sono state chiuse dai vari governi e buona parte di questi non riapriranno le loro attività, no… a loro di questo proprio non gliene frega un tubo e non ho mica visto dei bonus da 5000 euro a ciascun europeo…come contributo di solidarietà… anzi li vedo aggressivi e arroganti più di prima. Un disastro epocale che sta provocando danni peggiori della seconda guerra mondiale e i …”bravi comunisti cinesi” si ritengono offesi e vittime della democrazia occidentale… quella democrazia da loro denigrata e giudicata inefficace e inutile…certo che ci vuole proprio una faccia di bronzo per affermare complotti e cazzate varie in un momento del genere. Non trovo le parole e frasi per esternare il mio disprezzo totale verso la dirigenza cinese, ne trovo solo una : siete solo dei “veri comunisti”… e non vi smentite mai… punto. Quello che mi rammarica tanto è sapere che in occidente ci sono ancora tanti comunisti che ritengono la Cina essere… un grande paese . Grande… sì…lo è, ma per altre cose che evito di scrivere. L’ho già scritto una volta, egregi signori cinesi comunisti, pagate i danni che avete provocato al mondo per la vostra infamia fatta di silenzi e bugie. 27042020

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Cina, ‘vittime fake news, non promotori’

Pechino contesta rapporto Ue su accuse di disinformazione

28042020 CINESE DIRIGENTE

Redazione ANSAPECHINO

27 aprile 202017:51NEWS

 

(ANSA) – PECHINO, 27 APR – La Cina ha negato le accuse di essere fonte di disinformazione sul coronavirus, sostenendo di essere “vittima della disinformazione e non promotrice”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, in merito a un rapporto dell’Ue nel quale è rimarcato che ci sono “evidenze significative” di azioni messe in atto sui social media da Pechino sotto copertura. “La Cina si oppone alla creazione e alla diffusione di disinformazione da parte di qualsiasi persona e organizzazione”, ha aggiunto Geng.
Il rapporto, curato dal braccio della politica estera Ue, ha individuato nell’opera di player sostenuti da governi, come Cina e Russia, la responsabilità della diffusione di fake news sul virus. Il New York Times sul punto ha anche riportato le presunte pressioni di funzionari cinesi su Bruxelles per ‘correggere’ e limare le accuse che avrebbero in caso contrario portato ad una “forte irritazione” di Pechino con conseguenti ritorsioni.

 

REMAKE…ANNI DI PIOMBO ?

27042020 PD MERDA

REMAKE…ANNI DI PIOMBO ?

Per lungo tempo ho messo in guardia la politica tutta dallo smettere dall’utilizzare i media come mezzo per odiare, per la propaganda il cui fine è solo quello di coniare slogan offensivi contro una parte politica, è un sistema che inasprisce gli animi, crea le basi per l’odio e incita i più scalmanati alla violenza intesa come unica soluzione. Immagino che il ritorno ad una molotov debba far piacere al nostro presidente del Consiglio che finalmente potrà mettersi nel taschino della giacca un attentato incendiario e non più la banale pochette. Dopo i fatti di Torino ora con questa molotov spero proprio che la politica cominci a capire che l’offesa è pericolosa e bisogna smetterla di offendere gratuitamente e continuamente…. E avviso il governo e la ministro degli interni, che non vi venga in mente di girare ancora la vite della repressione sui cittadini perché se si farà, sarà… disubbidienza generale. Il popolo ha fame, date i soldi alla gente, curate i malati tradizionali, dei quali dal 21 febbraio scorso vi siete completamente dimenticati di loro e non ne parlate mai, in ultimo, cercate di capire che se le cose non cambieranno. .. di molotov ne vedremo ancora. 27042020

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Bottiglia molotov contro sede Pd Vicenza

Biglietto rivendicazione nega collegamenti con 25 Aprile

27042020 PD MERDA

 

Redazione ANSAVICENZA

26 aprile 202021:31

(ANSA) – VICENZA, 26 APR – Una bottiglia incendia è stata lanciata contro la sede del Pd provinciale di Vicenza. Gli attentatori hanno scagliato anche alcuni sassi, uno dei quali ha infranto il vetro di una finestra. Sul fatto stanno indagando gli agenti della Digos della Questura di Vicenza. Sul posto, una palazzina in zona Fiera, è stato trovato un foglio con la rivendicazione dell’attentato, firmato “uno dei tanti italiani”, con una lunga serie di riferimenti a problematiche sociali, ma che nega qualsiasi collegamento con la festa del 25 Aprile. La bottiglia molotov si è infranta sulla parete esterna della sede, annerendola, ma non ha causato altri danni.
 

UN DRAMMATICO…CAOS..

26042020 bare ecuador

UN DRAMMATICO…CAOS..

E già…oltre la povertà ora l’Ecuador vive il suo peggior momento dall’inizio della pandemia, i contagi e i malati sono troppi per i pochi ospedali e non sempre adeguatamente attrezzati ad affrontare l’urgenza dei ricoveri in terapia intensiva, né hanno spazio disponibile dove allocare le decine di deceduti e si vedono costretti alla sistemazione obbligata nei locali bagni ospedalieri… è incredibile, ma in sintesi è come “gettare nel cesso degli esseri umani” senza tanti giri di parole…. Oltretutto, per i poveri ecuadoregni i guai aumentano ogni giorno che passa, infatti oltre che evitare il contagio devono anche superare il problema della sopravvivenza alimentare che in questo momento è di una gravità pari all’epidemia per via della scarsità di generi alimentari e l’indisponibilità di reperire il denaro necessario per l’acquisto di detti beni, non dimentichiamoci che l’indigenza e la povertà assoluta regna sovrana nel popolo ecuadoregno in tutti i suoi ceti e questo grazie alle politiche scellerate dei governi precedenti. Mi piacerebbe sapere dalla gente del posto, magari se qualcuno è in contatto con loro ce lo potrebbero dire, se l’ONU e l’OMS si stanno prodigando ad inviare aiuti sanitari ed alimentari alla povera popolazione sud americana, lo chiedo perché da quei pochi servizi televisivi che mandano in onda e dai video internet visionati traggo la narrazione di uno scenario horror ed episodi non degni di appartenere al genere umano, bare con dentro le vittime parcheggiate nelle strade come cassonetti della pattumiera sono una volgarità inenarrabile, i morti sistemati nei bagni sono episodi che indignano il mondo tutto e l’ONU dovrebbe farsi da fare e non pensare alle solite chiacchiere di circostanza, tra l’altro,  il suo compito è anche quello di aiutare gli stati che si trovano in emergenza e l’Ecuador ora è in piena emergenza o non l’hanno ancora capito ?. 26042020

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26 APRILE 2020 13:44

Coronavirus Ecuador, dichiarata morta, viene trovata viva in ospedale

26042020 bare ecuador

Si è trattato di uno scambio dʼidentità. Lʼospedale ha fatto sapere che allʼepoca la confusione per lʼemergenza era troppa e quindi è stato fatto un errore. La famiglia: “Abbiamo le ceneri di qualcun altro”

Era stata dichiarata morta. Morta a causa del coronavirus. Ora, dopo che per tre settimane la famiglia ha creduto che la loro parente fosse deceduta, si è scoperto che è viva. E’ quanto accaduto nella città di Guayaquil, epicentro dell’epidemia di Covid-19 in Ecuador, ad Alba Maruri, una donna di 74 anni. Si è trattato di uno scambio d’identità: l’ospedale ha fatto sapere che all’epoca la confusione per l’emergenza era troppa e quindi è stato fatto un errore. I familiari avevano anche ricevuto delle ceneri, credendo fossero della falsa “vittima”, ma ora non si sa di chi siano.

Secondo il quotidiano locale El Comercio, Maruri è stata ricoverata in ospedale il mese scorso con febbre alta e difficoltà respiratorie. Il 27 marzo, i familiari della donna sono stati informati della sua morte e, una settimana dopo, hanno ricevuto le ceneri.

 

Ma poi giovedì 23 aprile, Maruri, che era in coma, si è svegliata e ha ripreso conoscenza. Quando ha comunicato il suo nome i medici sono rimasti stupiti. La donna ha chiesto subito al personale sanitario di contattare la sorella. Ora è in buone condizioni di salute.

 

Dei rappresentanti dell’ospedale si sono recati a casa della sorella di Maruri per scusarsi, ha riferito El Comercio, e hanno detto che all’epoca la struttura era nel caos a causa del numero di casi e morti di coronavirus.

 

È un miracolo. Per quasi un mese abbiamo pensato fosse morta”, ha dichiarato la sorella della donna, Aura, come riporta la Bbc. “Adesso – ha aggiunto – ho le ceneri di qualcun altro”.

 

La famiglia ora chiede un risarcimento e il rimborso del costo della cremazione.

 

Ospedali Ecuador al collasso, cadaveri nei bagni – Sempre a Guayaquil, in un ospedale, le vittime di coronavirus vengono ammucchiate nei bagni, portate lì dagli infermieri perché il personale dell’obitorio non è più sufficiente. E’ la drammatica testimonianza di un infermiere che racconta “l’incubo” che sta vivendo con il crollo del sistema sanitario di questa città portuale sulla costa del Pacifico: “Il personale dell’obitorio non era più sufficiente e diverse volte abbiamo dovuto trasportare i corpi e ammucchiarli nel gabinetto. Solo quando i cadaveri sono diventati sei, sette sono stati ritirati”.

 

La sua esperienza “traumatica” lo ha sconvolto, sia nella vita privata che professionale. Quando è stata dichiarata l’emergenza a marzo, ricorda, ogni infermiere è passato da 15 pazienti sotto la sua responsabilità a 30, in servizio 24 ore al giorno. “C’erano così tante persone in arrivo, abbiamo prestato le prime cure ma molti sono morti subito. Abbiamo 65 unità di terapia intensiva occupate da pazienti con Covid”, ha dichiarato.

 

“Le persone sono sole, tristi. I farmaci causano disturbi gastrointestinali. Si sentono male e pensano che non si riprenderanno, e vedono la persona della stanza accanto che sta soffocando urlare per l’ossigeno”, ha aggiunto l’infermiere. L’Ecuador ha registrato circa 23mila casi di Covid-19, e 600 morti dal 29 febbraio, la maggior parte a Guayaquil. Ma il conteggio ufficiale fa solo intravedere la tragedia. Il presidente Lenin Moreno ha ammesso che “i registri riflettono solo una parte” della realtà.

 

LA MESSA ? NIENTE MESSE…!

'Illuminata’ con il tricolore la Chiesa di San Salvatore in Lauro in segno di speranza, Roma, 21 aprile 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONL Y ++

LA MESSA ? NIENTE MESSE…!

Carissimi prelati della Cei, quando un Papa, che è il capo della chiesa cristiana, si sottomette ad un governo ateo, cinico e opportunista, come il PD e il M5S,… questi sono i meravigliosi risultati, ovvero quello di maltrattare i cristiani, la chiesa tutta, a loro discrezione e senza tener conto dell’esigenze di fede e del fedele. Da notare, che quando fa loro comodo, come per esempio parlare dei migranti, allora si citano le parole del Santo Padre e del valore della chiesa e dei fedeli cristiani, poi, quando il Papa non serve e non fa comodo allora lo si può cestinare. Cari cristiani tutti, ecco dove siamo arrivati, ieri in pompa magna la Rai e Mediaset ci hanno fatto sapere che è iniziato il ramadan e oggi apprendiamo che il governo ha abolito le messe in totale violazione alla costituzione e agli accordi con la santa sede. E ora si rendono conto del danno è c’è la levata dei vescovi contro il governo ? Avrebbero dovuto pensarci prima anziché fare i… radical chic e buonisti e leccaculo del PD… Cari vescovi, se si continuerà con questo andazzo le chiese chiuderanno, Ve lo dico da un pezzo e voi non lo intendete…datevi una mossa e “scendete sulla terra”… a risolvere i problemi. Che vergogna, nel 2020 le chiese resteranno ancora chiuse e ovviamente niente messe …Che orrenda visione futura ho della chiesa cristiana…Signor Bergoglio….si dia una mossa e protesti… perché se non si muove finisce che il cristianesimo tra un po’ sarà completamente ridicolizzato….e grazie a lei. 27042020

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Cei contro decreto Conte

Nota della Cei dal titolo ‘Il disaccordo dei vescovi’

'Illuminata’ con il tricolore la Chiesa di San Salvatore in Lauro in segno di speranza, Roma, 21 aprile 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONL Y ++

Redazione ANSAROMA

26 aprile 202022:24

(ANSA) – ROMA, 26 APR – “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. Lo afferma la Cei in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi” sui contenuti del Dpcm sulla ‘Fase 2’ illustrato dal premier Giuseppe Conte.
 

25 APRILE…

26042020 Vittime partigiane

25 APRILE…

Quello che non riuscirò mai a capire perché tanti crimini perpetrati a danno di gente innocente siano rimasti impuniti dopo la fine della seconda guerra mondiale, la liberazione è una cosa e non si discute ma i criminali da perseguire e condannare sono un’altra, infatti alcuni presunti partigiani hanno pagato per i loro efferati crimini, ma tanti l’hanno fatta franca e vissuto da eroi nella neo Repubblica italiana e questo non va bene. Credo che oltre la ricorrenza del 25 Aprile sia necessario raccontare alle nuove generazioni la verità storica di quegli anni, l’assassinio ingiustificato e vergognoso di tanti sacerdoti e gente innocente come donne o uomini, che nulla avevano a che fare con il nazi-fascismo, sia una triste verità tenuta nascosta ad arte dal partito comunista italiano e dai partigiani compiacenti… meglio non rendere pubbliche le proprie colpe e crimini… Togliatti lo pensava e così fu…. No, non è così che si formano i giovani e si preparano alla vita democratica del paese, non è nascondendo loro quello che non fa comodo alla propaganda che si avranno cittadini coscienti e capaci di dare valore alla libertà, concetto fondamentale per un paese che vuol essere libero. Di errori nel passato se ne sono fatti tanti, ma nel presente non bisogna continuare a farlo e noi invece continuiamo a farli e non ce ne rendiamo conto, la verità è un pilastro fondamentale per una sana società…diversamente si vivrà sempre nell’odio reciproco e nella bugia. Guardate come si è ridotto il nostro paese a livello politico, dopo 75 anni non c’è più coesione e amore tra il popolo, uno che non sopporta l’altro e questo è figlio della menzogna, dell’esaltazione della bugia storica. Bisogna avere anche il coraggio di prendere le distanze dagli assassini e non esaltarli come si fa ancora oggi per mero interesse politico… Io la vedo così, non sì può amare, rispettare e convivere con chi della narrazione storica ne fa un’arma propagandistica per il futuro. Forse vedo male, però i fatti mi danno ragione. 26042020

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26042020 Vittime partigiane

Era l’11 maggio del 1945 quando nel piccolo comune di Pieve di Cento sono stati rapiti, e nel pomeriggio selvaggiamente uccisi, i 7 fratelli Govoni. Il primogenito, Dino, aveva 41 anni, mentre la più giovane, Ida, ne aveva appena 20; solamente due di loro avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana, ciononostante sono stati tutti massacrati di botte, e infine strangolati, da un drappello di comunisti che facevano parte della Brigata Garibaldi e si definivano partigiani.

Gran parte degli italiani sa poco o nulla degli eccessi perpetrati dalle frange più estreme dei ‘partigiani’ comunisti italiani al termine della Seconda Guerra Mondiale, eccessi che per molti anni sono stati minimizzati dalla stampa in quanto azioni di guerra, o di vendetta nei confronti di coloro che avevano commesso nefandezze sotto il regime nazifascista della Repubblica di Salò.

Tuttavia il quadro reale è ben diverso; secondo Alberto Fornaciari «le fosse comuni, le foibe e buona parte degli omicidi portati brutalmente a termine dalle brigate di partigiani comunisti avevano lo scopo ben preciso di eliminare fisicamente i possibili avversari del comunismo di stampo sovietico che si voleva instaurare a guerra finita».
Quel che è certo è che una parte consistente delle vittime non erano state collaboratori del regime nazifascista. Molti sono stati uccisi solo perché avevano espresso pubblicamente una certa avversione per il comunismo, e per le violenze causate da questa ideologia; numerosi sacerdoti cristiani sono stati trucidati principalmente per via della propria fede; in nome della ‘lotta di classe’ proprietari terrieri e funzionari pubblici sono stati seviziati e massacrati con l’accusa di essere fascisti.
Molti altri ancora, come ad esempio i fratelli Govoni, sono stati uccisi al solo scopo di «seminare il terrore, per continuare ad avere il controllo della situazione, anche a guerra finita», come ha scritto lo storico Giordano Bruno Guerri in un articolo pubblicato dal Giornale in memoria dei sette fratelli.

Ma come è possibile che dei crimini cosi efferati e numerosi siano stati taciuti, e sostanzialmente esclusi dai libri scolastici, dai programmi universitari e dai musei italiani? Secondo il celebre storico e giornalista Indro Montanelli «il silenzio mantenuto finora, o quasi, si spiega facilissimamente. Tutta la storiografia italiana del dopoguerra era di sinistra; apparteneva all’intellighenzia di sinistra, la quale era completamente succube del Partito Comunista. […] Non si poteva parlare delle stragi del triangolo della morte, perché anche queste ricadevano sulla coscienza – ammesso che ce ne sia una – del Partito Comunista».

Il Triangolo della morte

L’espressione ‘triangolo della morte’ (o triangolo rosso), si riferisce a una delle zone in cui le violenze partigiane si manifestarono con la maggiore intensità, ovvero l’area compresa tra Bologna, Reggio Emilia e Ferrara. Ad oggi non è ancora possibile stabilire con certezza quante persone siano state effettivamente giustiziate sommariamente dai partigiani comunisti tra il ‘43 e il ‘46. Tuttavia, nel libro Il triangolo della morte, i fratelli Pisano hanno raccolto i nomi – e per quanto è stato loro possibile anche le vicende – di circa 4500 persone uccise in Emilia Romagna dalla furia comunista di quegli anni.

I funerali dei fratelli Govoni il 28 febbraio 1951. (Wikimedia)

I corpi dei fratelli Govoni, anch’essi emiliani, sono stati rinvenuti il 24 febbraio del 1951, grazie alle testimonianze di Guido Cevolani, che – secondo la ricostruzione dei fatti presentata dal libro Vincitori e Vinti, di Bruno Vespa – ha trovato il coraggio di superare il terrore e rompere il muro di omertà solo in seguito ai disperati appelli di Caterina Gamberini, la madre dei 7 fratelli.

Nella zona erano in molti a sapere, ma nessuno aveva il coraggio di parlare, anche perché la strage dei fratelli Govoni era stata preceduta da molti altri massacri. Non a caso nel 1951, assieme ai corpi dei fratelli, sono stati rinvenuti altri 35 cadaveri, dieci sepolti nella stessa fossa, mentre gli altri 25 interrati in una seconda fossa a pochi metri di distanza. Le indagini hanno appurato che si è trattato di due distinti massacri, avvenuti nella stessa settimana per mano dei militanti della Brigate Garibaldi; il tribunale di Bologna ha scelto di unire le due stragi in un solo procedimento, dal momento che gli imputati erano gli stessi.

Un eloquente articolo pubblicato dal Centro San Giorgio ha riassunto con le seguenti parole lo svolgimento dei terribili fatti dell’11 maggio: «I partigiani della Brigata Paolo infierirono con una crudeltà e un sadismo veramente inconcepibili su ogni prigioniero. Anche Ida, la mamma ventenne, che non aveva mai saputo niente di fascisti o di partigiani, morì tra sevizie orrende, invocando la sua bambina. Quelli che non morirono tra i tormenti furono strangolati. Quando le urla si spensero erano le 23,00 dell’11 maggio. Ebbe luogo, quindi – prosegue il testo della sentenza – la ripartizione degli oggetti d’oro in possesso dei prelevati».

Per rendersi conto dei criteri con cui i ‘partigiani’ comunisti selezionavano le proprie vittime basti pensare che tra i corpi rinvenuti nella seconda fossa è stato identificato quello di Giacomo Malaguti, un ragazzo di 22 anni che l’anno precedente aveva combattuto nell’Esercito del Sud contro i tedeschi a Montecassino. Tuttavia – secondo le informazioni raccolte da Bruno Vespa – il ragazzo aveva commesso «l’imperdonabile errore» di manifestare pubblicamente avversione al comunismo per via delle ripetute violenze partigiane.

Nel 1953 il processo di Bologna si è concluso con quattro condanne all’ergastolo, tuttavia in quel momento gli assassini erano già stati aiutati a fuggire in Cecoslovacchia, oltre la cortina di ferro, e così di loro si è persa ogni traccia.

Il seminarista Rolando Rivi

Rolando Rivi, seminarista di 14 anni torturato e ucciso nel Triangolo della morte da un gruppo di partigiani comunisti il 13 aprile 1945. (Dominio pubblico)

Un altro caso esemplare dell’efferatezza dei crimini commessi dai partigiani comunisti in Emilia Romagna è quello di Rolando Rivi, un seminarista appena 14enne scomparso il 13 aprile del 1945. Quella mattina il ragazzo era andato come di consueto a studiare in un boschetto vicino casa, ma quando il padre – non vedendolo tornare – è andato a cercarlo, ha trovato i suoi libri sparsi per terra, insieme a un biglietto con su scritto: «Non cercatelo, viene un momento con noi partigiani».

Dopo un giorno di ricerca, il padre, accompagnato dal curato di San Valentino, ha incontrato un partigiano a cavallo a cui ha domandato se sapesse qualcosa del seminarista Rivi, e quello – secondo la testimonianza del curato – ha risposto: «È stato ucciso qui, l’ho ucciso io, ma sono perfettamente tranquillo», e ha poi indicato loro il luogo dove si trovava il cadavere.
I due, dopo alcuni attimi di stordimento, hanno effettivamente rinvenuto il corpo del ragazzo in mezzo alla boscaglia, appena coperto da qualche foglia di quercia, con il volto tumefatto, il corpo pieno di lividi e due pallottole nel corpo, una alla tempia sinistra e l’altra all’altezza del cuore.

Nel 1951 il tribunale di Lucca ha condannato Giuseppe Corghi, il partigiano a cavallo, e Delciso Rioli per il rapimento e l’assassinio di Rolando, commutando a entrambi una pena di 22 anni di reclusione. Tuttavia, a causa dell’amnistia Togliatti, i due partigiani hanno trascorso in carcere solo 6 anni prima di tornare a piede libero.

Col passare degli anni, la tomba di Rolando è diventata una meta di pellegrinaggio, e nel 2013 le autorità ecclesiastiche hanno promulgato un decreto che ne ha riconosciuto il martirio, e ha santificato il giovane fedele.

Questo delitto è senza dubbio un caso emblematico della distorsione che l’ideologia comunista può indurre nella coscienza di un essere umano: una distorsione tale da consentire a un uomo, altrimenti sano di mente, di seviziare e uccidere un ragazzo innocente, di 14 anni, a cuor leggero; pensando persino di essere nel giusto.

La strage dei Conti Manzoni e la testimonianza di Indro Montanelli

Tra la notte del 7 e l’8 luglio 1945 si è consumato un altro brutale delitto nel comune di Lugo, in provincia di Ravenna. I quattro membri della famiglia Manzoni sono stati sequestrati insieme alla loro domestica da un gruppo di ex partigiani comunisti, che poi hanno saccheggiato la loro villa di famiglia. I 5 sono stati condotti in un azienda agricola, dove hanno trovato la morte, uno dopo l’altro. Secondo il libro Vincitori e Vinti, «l’autopsia dimostrò che la contessa e la domestica erano state uccise a bastonate, Giacomo e Luigi a colpi di pistola, mentre Reginaldo fu ferito e sepolto ancora vivo».

I cadaveri dei Conti Manzoni rinvenuti semischeletriti il 4 agosto 1948. (Wikipedia/Dominio Pubblico)

Il caso è rimasto avvolto nel mistero per diversi anni, anche perché prima della strage i comunisti avevano a più riprese garantito che non avrebbero torto un capello alla famiglia Manzoni, che aveva sempre aiutato i contadini della zona; ma nel 1948 i carabinieri hanno iniziato a indagare e hanno rinvenuto alcuni degli oggetti appartenuti alla famiglia Manzoni nelle case degli ex partigiani. Poco dopo, uno di loro ha confessato e così sono stati riesumati il 4 agosto 1948 i cadaveri dei 5 scomparsi, assieme alla salma del loro cane.

Il processo, terminato nel 1953, ha condannato all’ergastolo ben 13 ex partigiani comunisti, tra cui Silvio Pasi, leader dei Gruppi di Azione Patriottica della zona, nonché membro del Pci e dirigente della Camera del Lavoro di Faenza. Tuttavia anche in questo caso la pena è stata ridotta per effetto dell’amnistia Togliatti, in teoria fino a 19 anni di detenzione, ma poi in pratica gli assassini hanno trascorso in cella appena 5 anni, prima di tornare in libertà.

Montanelli ha raccontato, durante il programma televisivo La Storia d’Italia, di essersi recato nel triangolo della morte poco dopo la fine della guerra, per indagare sulla vicenda: «La strage dei conti Manzoni, che erano tutti miei amici e furono sterminati. Una famiglia di persone che con il fascismo non aveva niente a che fare; ci avevano convissuto come tutti gli italiani. Bene, nessuno mi voleva parlare di questa faccenda; quando ne parlai con il questore di Reggio Emilia, lui mi disse: “Montanelli guardi che se lei insiste in questa inchiesta non rispondo della sua pelle”».

«Io gli dissi: “Ma della mia pelle non deve rispondere lei, della mia pelle rispondo io. Io voglio andare in fondo a questa faccenda”. Allora lui, e questo l’ho saputo dopo, si rivolse al ministro Scelba, il ministro degli Interni, il quale si rivolse al direttore del Corriere, che era allora Gugliemo Emanuel, perché mi richiamasse; ed Emanuel mi richiamò con la scusa di mandarmi in Germania a seguire il processo di Norimberga. Ecco, ma nessuno aveva parlato: né dei carabinieri, né della polizia e tanto meno della magistratura, eppure lo sapevano».

Montanelli ha poi precisato che il ministro Scelba non ha agito così per insabbiare le indagini, ma piuttosto perché temeva realmente per la sua incolumità: «Sapeva che andavo incontro a dei grossi rischi, cercando di schiodare le bocche di questa gente. C’era una complicità assoluta».

Conclusione

Naturalmente i tre episodi sopracitati non rappresentano che una goccia tra le migliaia di storie dimenticate; storie di persone giustiziate sommariamente – spesso in maniera disumana – con l’accusa di essere ‘fasciste’.

La verità è che l’etichetta ‘fascista’, in gran parte dei casi, non era affatto legata al reale comportamento tenuto da ciascuno durante il ventennio, ma piuttosto è stata adoperata dai militanti comunisti per attaccare coloro che si opponevano al comunismo.

L’etichetta di ‘fascista’ è stata in effetti utilizzata in Russia, in Cina e a Cuba, per contrassegnare ed eliminare fisicamente i ‘nemici della rivoluzione’ e lasciare spazio alle ‘opere’ di questi regimi, che complessivamente hanno causato la morte innaturale di ben oltre 100 milioni di persone in tempi di pace, nel solo XX secolo, al fine di perorare la ‘grande causa del comunismo’.

Per saperne di più sugli eccidi avvenuti tra il 1943 e il 1946 si consiglia la lettura dei due libri sopra citati, come anche del saggio storico di Gianpaolo Pansa, Il sangue dei vinti.

 

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

 

 

INIZIANO… LE DANZE…

26042020 XI PIN E LA SVEZIA

INIZIANO… LE DANZE…

Sì mette male per la Cina e per le relazioni diplomatiche ed economiche con gli stati europei, non è certamente un buon momento per lei. Il coronavirus ha messo fine al rapporto decennale di “falsa collaborazione” tenuto, sino ad oggi, in piedi col mondo occidentale, bugie solo per mero interesse commerciale. L’assenza di tempestiva informazione al mondo sull’epidemia coronavirus e il pessimo modo di gestirlo fa si che ora il dragone cinese di trovi ad affrontare la nuova realtà internazionale, non più basata sull’ ipocrisia ma nei fatti concreti ed inizia a pagarne le conseguenze del disastro, una “banale dimenticanza” che costa all’umanità ben 200mila morti su tutto il pianeta, con la prospettiva drammatica di veder la fine dell’incubo non prima di un altro anno. L’evoluzione negativa della pandemia sicuramente in appresso deteriorerà ancor di più i rapporti internazionali e la Cina non sarà più vista come prima una grande occasione per il business. La Cina sbaglia ancora e litiga con la Svezia per aver arrestato, ad Hong Kong, un libraio cinese con passaporto svedese e loro, per ripicca, gli hanno chiuso le scuole religiose, ma politiche nei fatti, in tutto il paese scandinavo. La Cina non cambierà di sicuro la sua mentalità a seguito della pandemia e vede sempre con pericolo chi diffonde la democrazia e la cultura nel suo paese. Sicuramente il paese asiatico non resterà fermo a guardare che lo si maltratti e una risposta decisa ci sarà, ovviamente di carattere economico. Credo che la Cina debba stare molto attenta a quel che fa nell’immediato futuro, l’epidemia miete morti anche nel nord Europa, e lì gli stati sono economicamente forti e non temono ritorsioni dal colosso asiatico come invece fa il nostro governo farlocco. Vediamo se prevarrà il buon senso o la voglia di ripicca…26042020

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La Svezia chiude i Confucio, gli uffici di propaganda del regime cinese

E’ la prima volta per un paese europeo

di Giulio Meotti

25 Aprile 2020 alle 06:00

26042020 XI PIN E LA SVEZIA

Roma. Non era mai successo prima. La Svezia ha chiuso tutti gli istituti Confucio sponsorizzati dal regime cinese, mentre le relazioni tra i due paesi si stanno deteriorando (la Cina ha processato un libraio di Hong Kong con passaporto svedese). Fino al 2015 la collaborazione fra i due paesi era stata stretta e senza precedenti, con la Cina che aveva fondato il suo primo istituto europeo Confucio all’Università di Stoccolma nel 2005 e la Volvo, orgoglio dell’industria automobilistica svedese, era…

 

IL RITORNO DEL CALCIO VENDUTO…

25042020 Presidente Olympiakos

IL RITORNO DEL CALCIO VENDUTO…

E’ paradossale che in uno sport dove girano miliardi di euro, stipendi milionari e vite da favola coronate da lussi sfrenati e di donne bellissime, che orbitano in quel contesto solo per…puro amore…, gli addetti hanno tutto quello che si possa desiderare,  il loro “faticoso lavoro” è quello di tirare semplicemente dei calci ad un pallone e tenere in perfetta forma fisica il proprio corpo. L’assistenza medica di primo livello chiude i tanti privilegi che il mondo del pallone racchiude nella sua vita quotidiana. Certo, nessuna invidia, loro son bravi e se muovono tanti soldi è giusto che li guadagnino, come è anche è giusto pagare le tasse e non assistere, come accade spesso e in ogni paese del mondo, alla vergognosa alienazione di capitali e nascosti nei paradisi fiscali. Sono pochi i giocatori effettivamente onesti che possono dire di non aver timori con il fisco e possono presentarsi dinanzi al tifoso senza macchia e timore. In tutte le federazioni calcistiche del pianeta si celano colossali scandali e sotto scandali e in particolare il malaffare s’intravede nelle dirigenze societarie, tra presidenti e affaristi d’ogni genere che non rispettano le regole poi abbiamo che le società di calcio falliscono vergognosamente, la morte di una società calcistica mette sempre la citta di appartenenza del club nel baratro delle umiliazioni e del disonore. Anni fa scrivevo in tal senso che la città non doveva pagare le colpe dei presidenti di società e il titolo sportivo dove essere preservato, infatti vedere un Palermo nell’interregionale fa …piangere.  Quindi non solo si soffre, e tanto, in quei casi ma che  poi si debba assistere a certi scandali epocali della vendita delle partite è qualcosa che lasciano l’amaro in bocca a tutti tifosi oltre che la profonda delusione e sensazione di smarrimento, specie per chi crede che i calciatori siano persone un tantino superiori alla gente comune. lo scandalo del calcio scommesse del 1980, noto anche come Totonero, colpì il calcio italiano nella stagione 1979-1980 e fu devastante per milioni di persone, ideologie frantumate perché tutti vedevano nei giocatori i loro punti di riferimento nella vita…io stesso ho pianto per la cocente delusione dei miei beniamini calciatori. Idoli che si sono frantumati un pomeriggio di 40 anni fa…che pena. Oggi lo stesso dramma la vive un’altra città greca, Il Pireo, l’Olympiakos, prestigiosa squadra di calcio della città e della Grecia plurititolata e vecchia di ben 95 anni, è “sul patibolo”…il suo presidente rischia la sospensione a vita e la squadra la retrocessione nella serie inferiore. Il motivo del dramma sportivo è legato a delle partite del campionato greco truccate, ovviamente per …soldi…incredibile… gente che guadagna barconi di soldi poi …si vendono le partite. Oltre che la sospensione li butterei tutti in galera…e  a vita, è vergognoso rubare quando si hanno stipendi considerevoli in un paese dove si muore anche per fame o semplici malattie, un paese da dieci anni nella totale povertà e vedere che loro si comportano da criminali non hanno, né ci sono giustificazioni. La giusta punizione è d’obbligo, l’unica cosa che vorrei dire è che  il titolo sportivo va sempre preservato e difeso perché i tifosi non hanno colpe. L’Uefa è avvisata…che intervenga !  25042010

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PARTITE TRUCCATE

Partite truccate, scandalo in Grecia: l’Olympiacos rischia la retrocessione

Nel mirino della Commissione etica la partita contro l’Atromitos del 2015

25 aprile 2020

25042020 Presidente Olympiakos

Si preannuncia un’estate caldissima per il calcio greco, travolto da un vero e proprio terremoto. Stando a SDNA e ad altri media locali, l’Olympiacos è accusato di aver truccato alcune partite e rischierebbe la retrocessione. Nel dettaglio, la gara finita nel mirino della Commissione etica è quella del 4 febbraio 2015 contro l’Atromitos, altra società che ora rischia grosso. Ma ci sarebbero anche altri match sospetti.

Regolamento alla mano, l’accusa ufficiale per l’Olympiacos è quella di aver infranto l’articolo 27 del codice di condotta della federazione, ovvero il ‘match fixing’ per fini di scommesse. Il che, come prevede l’articolo 29, potrebbe portare a sanzioni molto pesanti: retrocessione, 3 milioni di multa e radiazione a vita dal mondo dello sport.

Uno scandalo che rischia di travolgere non solo il club del Pireo, ma l’intero calcio greco. Oltre al presidente dell’Olympicos Evangelos Marinakis, praton anche del Nottingham Forest, nell’indagine della Commissione Etica della Federcalcio risulterebbero coinvolte infatti anche altre 28 persone.

Pochi giorni fa la sezione penale della Corte Suprema aveva annunciato che Marinakis e gli altri indagati sarebbero andati a processo. E ora mancherebbe solo la decisione del dipartimento di giustiizia dell’EPO (la federazione greca) per cambiare la storia del club del Pireo.

Un terremoto che a breve potrebbe toccare però anche altre squadre. Avviata nel 2014 e poi chiusa per “insufficienza di prove attendibili”, l’inchiesta della Federazione su alcune partite truccate tra il 2011 e il 2013 è stata infatti riaperta prendendo in considerazione anche altre gare oggetto di possibile manipolazione dal 2014 al 2015 in cui risulterebbe coinvolto anche il Panathinaikos. Nel dettaglio, i match sospetti sarebbero Veria–Olympiacos (1-2-2015), Veria–OFI (17-1-2015), OFI–Panathinaikos (15-2-2015), Asteras Tripolis-Olympiacos (1-11-2014) e appunto Olympiacos–Atromitos (4-2-2015).

 

La sezione penale della Corte Suprema pochi giorni fa aveva affermato che Marinakis e gli altri indagati sarebbero andati a processo. Mancherebbe soltanto una decisione del dipartimento di giustiizia dell’EPO (la federazione greca), quella che potrebbe cambiare la storia del club e del calcio greco.