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IL RITORNO DEGLI ZOMBIE…

Il leader della Lega, il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno Matteo Salvini, in un fermo immagine tratto dalla diretta Facebook da Siracusa. PROFILO FACEBOOK MATTEO SALVINI +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++  ++HO ? NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

IL RITORNO DEGLI ZOMBIE…

Stupida strategia, anzi dirò di più… follia allo stato puro, ma come si può pensare di imporre la propria volontà e di chiedere elezioni anticipate con un solo 17% di consensi e un nugolo di parlamentari in netta minoranza ? È ovvio quanto scontato che il M5S non andrà al voto, deleterio e sciocco ripresentarsi ora, nei fatti al massimo confermerebbero i voti di Maggio delle europee e si troverebbe nel disastro completo. Non oso immaginare chi è quell’idiota che gli ha consigliato di staccare la spina a questo governo, infatti l’altro partito di governo, il M5S, stava implodendo e la sinistra si stava auto disgregando e invece con questa mossa insensata li ha riportati tutti in vita e posto sul piedistallo mediatico il defunto Renzi. In sintesi Salvini con questa mossa ha riportato in vita tutti i defunti che ora si apprestano a formare un nuovo governo, tecnico o politico non ha importanza, senza la lega che si vedrà messa all’opposizione sino al 2023 capace solo di produrre schiuma di rabbia in quantità industriale. Non ho idea chi possa aver caldeggiato questa strategia tutta sballata, la manovra economica e l’eventuale aumento dell’iva, come clausola salvaguardia voluta dal PD, non rappresenta un problema per la lega perché le responsabilità non sono riconducibili a loro. Inutile che ora si appelli al presidente Mattarella, lui è il suo primo nemico se non lo ha capito bene e di elezioni neanche a parlarne perché una maggioranza in parlamento senza di loro c’è ed è anche ampia. Purtroppo per Salvini i voti dell’Europa non contano niente nel parlamento italiano. Secondo il mio punto di vista e di visione politica di diversi decenni lui ha ripetuto il suicidio di Renzi del 2016…ora è fuori da ogni decisione politica per i prossimi 4 anni se non ricompone la crisi, ed io glielo consiglio vivamente. Spero proprio di sbagliarmi ma in queste cose è un po’difficile sbagliarsi… resto profondamente deluso ed amareggiato per la piega che preso la questione. Vediamo l’epilogo… Sapendo che Draghi è già in pole position per la guida di un governo…12082019

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Salvini: ‘No a inciuci, gli italiani vogliono un governo forte’

Renzi: ‘Folle votare subito, ora governo istituzionale’

 

Il leader della Lega, il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno Matteo Salvini, in un fermo immagine tratto dalla diretta Facebook da Siracusa. PROFILO FACEBOOK MATTEO SALVINI +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ ++HO ? NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

12 agosto 2019

Inciucio, governo istituzionale, accordicchio, esecutivo di transizione o di scopo. La politica ha fatto ricco sfoggio di definizioni per dire sempre la stessa cosa, ma con sfumature diverse, distinguo, obiezioni. Matteo Renzi ha ripreso la scena proponendo un governo ‘no tax’ che, prima di andare al voto, faccia la manovra e porti a compimento il taglio dei parlamentari. L’offerta è a chi ci sta: dal M5s a Leu, passando per FI. Sono cominciate così le grandi manovre. E con le aperture dei Cinque Stelle, Matteo Salvini ha visto farsi materia il fantasma che stava scacciando da giorni, quello di un accordo che allontani le elezioni. Per questo prima ha lanciato la ‘sua manovra’ per evitare l’aumento dell’Iva, che prevede taglio delle tasse e pace fiscale. Poi ha programmato per martedì un incontro con FI e FdI, per serrare le fila in funzione ‘anti inciucio’. In questo scenario a geometria variabile, più forze politiche si sono appellate al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dovrà gestire la fase post caduta del governo Conte. Alla proposta di Renzi sono arrivati dei “No”, qualche “vedremo”, diversi “sì, però”. Per uscire allo scoperto, i partiti, ma anche i singoli parlamentari, aspettano di capire che piega prenderanno gli eventi. Già domani se ne saprà di più, quando i capogruppo stabiliranno la data della discussione al Senato della mozione di sfiducia all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Se si tratterà di un appuntamento vicino a Ferragosto, l’ipotesi di elezioni a breve sarà più concreta.

Se invece ci sarà da aspettare un po’, la sensazione sarà che le forze politiche si siano prese del tempo per cercare la quadra di un governo di transizione. Non per forza quello a matrice Renzi. Non a caso, nel Pd gli schieramenti non sono chiari. Di sicuro l’ex premier dem può contare sui suoi parlamentari, che sono maggioranza sia nel gruppo al Senato sia in quello alla Camera. Ma il segretario Nicola Zingaretti, “con franchezza”, ha detto “no” a “una esperienza di governo Pd-M5s per affrontare la drammatica manovra di bilancio e poi magari dopo tornare alle elezioni”, anche per il “timore dello spazio immenso che questo darebbe a Salvini”.

Un rifiuto che potrebbe non essere granitico, che potrebbe trasformarsi in un’apertura se cambia lo schema. Per esempio, Goffredo Bettini ha chiesto ai Cinque Stelle di cambiare la classe dirigente e di abbandonare i temi “demagogici ed eversivi”, per far nascere “un governo di lungo respiro, con una maggioranza chiara, un programma condiviso e un’ambizione di rinnovamento”. Insomma, un esecutivo che abbia un orizzonte molto più ampio di quello descritto da Renzi. Altrimenti, dice Bettini, si vada al “voto in autunno”. A sinistra, fra gli entusiasti di un ‘governo no tax’ c’è l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso, di Leu, che ha anche in mente qualche nome per il premier: Conte o Tria. Anche a destra la situazione è fluida. FdI è in perfetta sintonia con la Lega e vuole che il governo Conte cada per andare a elezioni prima possibile. Perché i sondaggi parlano chiaro, dicono che un’alleanza Fdi-Salvini sarebbe vincente, e in politica è bene cogliere l’attimo. Anche Forza Italia è per il voto subito. Ma con qualche dubbio. Nel corso dell’incontro con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, ognuno dovrà capire cosa sia disposto a concedere l’altro. FI e FdI mirano ad una futura alleanza di governo, che via Bellerio finora non ha dato per scontata. Però Salvini vuole che anche FI dica ‘no’ al governo istituzionale proposto da Renzi, in modo da stroncarlo.

Luigi Di Maio riunirà a Roma tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle. “Se ce ne sarà bisogno staremo lì anche a Ferragosto – spiega – Dobbiamo tagliare i 345 parlamentari. Siamo ad un passo. Bastano due ore! L’unica apertura che ci interessa è questa, la chiediamo a tutte le forze politiche”. Per uscire dalle secche della crisi, il leader Cinque Stelle si affida “alle decisioni del Presidente della Repubblica”. Anche Zingaretti si appella alla “la saggezza e autorevolezza del presidente Mattarella”. E pure Salvini ha “totale fiducia e rispetto del presidente Mattarella, che – dice- mi sembra abbia ben chiaro il bene dell’Italia”. Tre appelli con parole simili, ma con aspettative diverse.

MA PARLA O EMETTE SUONI ?

MA PARLA O EMETTE SUONI ?

E già, è incredibile che il signore della foto esterni ancora il suo maldestro pensiero nonostante tutti i guai che ci ha combinato grazie alla sua “capacità e competenza”… di interessi strettamente personali in 40 anni di inciuci con i vari ministeri, in 40 anni di vita politica all’insegna della confusione e del volta gabbana e in 20 anni di partecipazione diretta all’amministrazione del nostro paese. Che sia un “uomo meraviglioso e capace” lo si capisce già nel 1981 quando lui, semplice professorino universitario che insegna economia e politica industriale sebbene in possesso di una laurea in giurisprudenza con tante specializzazioni in campo economico, è un uomo meraviglioso, una vera risorsa per il paese tanto che nel 1981 crea, in collaborazione  con la BNL, perché lui ne era un consulente,  la Nomisma S.p.a., una società di consulenze commerciali, nulla di strano se non fosse che il socio minoritario avesse …quattro soldi.. vabbè.. cose che capitano, 495 milioni di lire sono della banca e 5 milioni di lire sono i suoi e la società è costituita. Io non ho mai trovato nessuno disposto a finanziarmi con mezzo miliardo…però c’è da dire che “lui è ..bravo” e fortunato. Sembrerebbe tutto normale…se non ci fosse un certo Romano Prodi, poiché, evidentemente, con le “sue amicizie politiche” riceve dai vari ministeri, ai quali fornisce consulenze  ( boh !) tanti miliardi, fondi pubblici per le ricerche che “la sua Nomisma” incassa dallo stato italiano in modo sospetto tanto che nel dicembre del 1996 viene istituita una commissione parlamentare sulla regolarità dell’attività svolta dalla Norisma S.p.a.. Ma non finisce qui perché nel 1996…udite ..udite…becca 10 miliardi di vecchie lire per la consulenza sulla TAV e sbugiardato pubblicamente anche da Beppe Grillo nel 2010.… Soldi ricevuti “meritatamente” scrive poi nel 2001 il quotidiano La Repubblica” senza immaginare che 20 anni dopo si è rivelato  uno studio farlocco…. non avevo …dubbi.. … “lui è l’uomo degli inciuci e del silenzio”, quindi ora che vi ho raccontato un po’ della sua passata storia come si colloca la sua polemica sui fatti di Bibbiano ? E’ ovvio che l’inciucio è parte di quel partito, non dimentichiamoci il “mondo di mezzo” , mafia capitale e l’infinità di soldi rubati alla stato con l’accoglienza dei migranti…non ne se ne parla vero signor Prodi ? Cosa ci vogliamo fare, loro sono cosi, omertosi quando si parla di loro in negativo e non dimentichiamo che  lui ne è il padre fondatore, i  figli si vedono da come sono i padri… . I bambini non si toccano, ed è un dovere e un obbligo parlarne e zittire è sinonimo di inciucio affaristico, e mi chiedo cosa stia nascondendo il PD con le case famiglia e con il silenzio mediatico. Perché sui quotidiani e TV non se ne parla ? Quale parte politica è interessata al sistema dei bambini dati in affido a coppie gay e tolti con la forza della legalità alle proprie famiglie ? Attenzione, perché il tribunale dei minori di Bologna si è costituito parte civile nel processo che vedrà imputati vari comuni e servizi sociali dell’Emilia Romagna, e allora, perché “il bravo Prodi” dichiara che : “Questi media, debbono trovare un demonio, questo è uno dei problemi della nostra società moderna” . Incomprensibile, quando il demonio erano Berlusconi prima ed ora Di Maio-Salvini andava bene, mentre quando riguarda loro no…in verità dico che l’unico demonio che vedo sino ad ora è proprio lui. 12082019

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Bibbiano, Prodi attacca i media: “Demonizzazione folle di un paese”

“Questi media, debbono trovare un demonio, questo è uno dei problemi della nostra società moderna”

Ven, 09/08/2019 – 12:14

prodi

Del caso Bibbiano sembra che non se ne parli mai abbastanza. Lo scandalo degli affidi illeciti, denunciato dalla Procura di Reggio Emilia, ha scoperchiato un giro di affari che ha distrutto, senza ritegno alcuno, intere famiglie e cambiato la vita a migliaia di bambini.

Famiglie, che oggi chiedono giustizia e che sperano che nessuno lasci più cadere il silenzio sul loro dramma.

Eppure, per qualcuno, il problema sta altrove. A intervenire su “Angeli e Demoni” ci ha pensato anche Romano Prodi. Il Professore ha rilasciato un intervista all’emittente locale Telereggio, accettando di parlare del caso scoppiato nel reggiano. Per Prodi , il vero problema di tutta questa storia sono i media e il loro atteggiamento.

“La demonizzazione che viene fatta di un intero paese appartiene proprio alla follia, soprattutto per un problema come questo che andava ben oltre i confini”, ha detto Prodi. “Questi media, debbono trovare un demonio, questo è uno dei problemi della nostra società moderna. (…) I media che schiacciano con uno slogan, tolgono ogni approfondimento di un problema, al di là di quello che possa decidere un giudice”. Eppure, leggendo le carte della Procura di Reggio Emilia, non sembrerebbe che ci sia bisogno dei media per individuare i “demoni” di questa atroce storia. “Il sistema di demonizzare un’ intera collettività – continua il Professore – legandola alle radici politiche è un sistema che dovrebbe essere ripudiato in ogni società con senso comune”.

Insomma, che chi ne parla stia “demonizzando Bibbiano” sembra essere la nuova trovata della sinistra progressista per giustificare il proprio silenzio su Bibbiano.

Ci aveva già provato Nicola Zingaretti a travisare la questione attaccando la narrazione sui fatti di Bibbiano. Il leader del Pd aveva puntato il dito contro il governo, che dichiarando di voler tenere accesi i riflettori sul caso del reggiano, secondo lui, “strumentalizza e utilizza” la vicenda.

Adesso si cambia musica, e anche il sindaco Pd di Reggio Emilia, Luca Vecchi, aderisce al nuovo “slogan”: “La demonizzazione di Bibbiano che scaturisce nella narrazione nazionale è barbara e inaccettabile”, ha dichiarato alla Gazzetta di Reggio“Una cosa è accertare responsabilità, violazioni, illeciti o addirittura abusi che se saranno accertati vanno severamente condannati. Altro è demonizzare un’ intera comunità”.

Insomma, se si parla di Bibbiano accennando alla parola Pd è “demonizzazione”. Ma trovare un altro modo per raccontare la questione non è cosa facile, dal momento che, non solo il sindaco di Bibbiano del Partito Democratico, Andrea Carletti è agli arresti domiciliari e altri due sindaci dem, a capo di paesini del reggiano, sono finiti nel registro degli indagati, ma il sistema della Val D’enza, ora finito sotto accusa, è da sempre stato sostenuto dal Partito democratico, in Emilia e non solo. La sinistra portava il modello come esempio da seguire e sponsorizzava il modus operandi del gruppo degli indagati.

Intanto a Bibbiano ieri è arrivato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede“Sono avvenuti fatti, che se confermati, sono molto gravi e dobbiamo avere fiducia nella magistratura», ha affermato il ministro. “Ma gli operatori devono poter lavorare serenamente e ai bibbianesi dico che si può ripartire. Si deve ripartire individuando le responsabilità. Non si riparte chiudendo gli occhi”, continua Bonafede. Che promette di tenere alta l’attenzione: “Non si metterà una pietra sopra a nulla di quello che è successo perché sarebbe un grave torto ai bambini e alle famiglie che hanno subito quello che hanno subito. Quindi si riparte con gli occhi bene aperti su quello che è successo in passato e su quello che non dovrà più accadere in futuro”.

Per il Pd invece, parlare ancora delle famiglie vittime del sistema perverso, pare non essere la cosa più importante. A Cavriago con Bonafede era presente anche Graziano Delrio, che ha ben pensato di sfruttare l’occasione per difendere ancora il sindaco Carletti“Non è implicato in nessun modo nella violenza sui minori ma è indagato per un abuso d’ ufficio. Non vogliamo che sia messo sotto processo un sistema che tende a proteggere i più fragili”. In realtà, se i fatti fossero confermati in aula di tribunale, il sistema di Bibbaino i più fragili non li ha mai protetti.

 

LA CAMERA DEL RAZZISTA..

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LA CAMERA DEL RAZZISTA..

Non lo so se quanto dichiarato dalla studentessa risponda al vero, però non posso neanche mettere in dubbio la notizia riportata eripresa anche dal Fatto Quotidiano, quindi la ritengo affidabile con riserva di verifica sulle affermazioni della ragazza. Detto questo e dato per vero quello che afferma vorrei chiedere alla signora se sono ebreo e ho una foto con Salvini nello smartphone che fa ? Me l’affitta la camera o lei diventa antiebraica e nazista e mi fa alloggiare in un forno elettrico ? O peggio, se sono un negro con la foto in tasca di Salvini che fa, chiama il Ku Klux Klan o un suprematista bianco comunista per farmi impiccare all’albero più alto della città ? E in ultimo, se sono cristiano e porto la foto di Salvini in tasca che fa ? Chiama un islamico e mi fa tagliare la testa ? Egregia signora, questo è razzismo puro, razzismo dell’idiozia incontaminato, razzismo della deficienza elevato alla centesima potenza…Allora cosa dovrei dirle che il signore che ha fatto a pezzi Pamela Mastropietro è un suo carissimo amico perché è contro Salvini e la sua foto non la porterebbe mai ? A lui…la camera l’avrebbe affittata ? Certo che si,… l’importante è rispettare la “..democrazia e la libertà di pensiero” vero signora civilissima ? Devo proprio confessarle che lei è disgustosa, Salvini può essere simpatico o antipatico ma il razzismo verso i suoi simpatizzanti o elettori è degno del miglior razzismo in stile apartheid ..del Sudafrica del 1950 . Quindi quella è la camera destinata solo ai razzisti contro Salvini ? Beh ..lei così lascia intendere col suo razzismo del XXI secolo…la camera può essere affittata solo chi ama la sinistra e odia Salvini…è così ? Come concludere…sì,.. si faccia un bagno nelle feci altrui…se lo merita.. 11082019

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Roma, niente stanza in affitto “per chi fa selfie con Salvini”: la denuncia di una studentessa

salv

La camera “non è disponibile per chi simpatizza, parteggia e si fa selfie con chi è felice di gettare gente in mare“. Così si è sentita rispondere dalla proprietaria di una casa, una ragazza che cercava una stanza in affitto a Roma e che sul suo profilo Facebook aveva appena pubblicato una foto con il…

Published on10 Agosto 2019, 17:57 +00:00
La camera “non è disponibile per chi simpatizza, parteggia e si fa selfie con chi è felice di gettare gente in mare“. Così si è sentita rispondere dalla proprietaria di una casa, una ragazza che cercava una stanza in affitto a Roma e che sul suo profilo Facebook aveva appena pubblicato una foto con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, scattata durante uno degli ultimi comizi a Sabaudia. A raccontarlo il quotidiano free press Leggo che ha raccolto la denuncia di Alessandra, 19enne della provincia di Latina che a settembre si trasferirà a Roma per studiare Giurisprudenza.

NON RICORDO BENE.. COM’ERA ?

NON RICORDO BENE.. COM’ERA ?

Sì, in effetti faccio fatica a ricordate le “belle parole” di qualche mese fa in merito ad essere cristiani, all’accoglienza, a Gesù che era un povero migrante e che un bravo cristiano deve dare ai bisognosi tutto quello che può per alleviare le sue sofferenze…mi pare abbia detto proprio così… “però che uomo di pace e di chiesa”…nulla da ridere anzi, però, nonostante tutto… io comunque mi sento un buon cristiano. Lo confesso, ho un conto corrente in banca, un’auto che mi consente di spostarmi e lavorare, mi alimento tre volte al giorno e vivo in un appartamento come tanti altri… niente di importante… ma mi devo sentire in colpa per questo ? Non credo, pur non essendo ricco, anzi, vivo del mio lavoro…. non riesco a sentirmi lontano da Gesù Cristo, lui era povero io invece no…. però, i tempi moderni hanno delle regole ed io non posso esimermi dall’aver bisogno dei beni terreni, sono obbligato per esigenze di vita e di famiglia…”e non religiose sia ben chiaro”. Eh…il punto è proprio questo, un conto è avere un rapporto bancario per esigenze, e altra questione è avere una “banca”.. di proprietà dei religiosi… e qui le distanze sono siderali con… Gesù Cristo e la sua proverbiale e nota povertà che “ci azzecca una banca ” ? Io capisco che uno stato ha bisogno di una banca ma che c’è l’abbia la santa chiesa cattolica romana e faccia il business non sembra sia parte integrante del cristianesimo o dei vangeli, come anche far vivere i fedeli e ministri di Cristo e portatori della sua parola in lussuosissimi appartamenti da 400mq con 27 camere e 13 bagni, auto con autista e il conto corrente personale molto congruo e una vita che definirla in povertà è un insulto e cento ceffoni al Messia. Questo piccolo esempio si pone come riflessione finale sulla faziosità politica del papa stesso. Sì, lui fa becera politica di sinistra, e come si permette di offendere i veri cristiani come lo scrivente che si rifiuta categoricamente a piegarsi al concetto di tutti a casa mia ? Rispondesse ai cristiani perché una banca, perché tanta ricchezza e perché tanto lusso ? E in ultimo, ci spiegasse perché si arroga il diritto di offendere i cristiani quando lui è il peggior Giuda del XXI secolo ? Vi serve la banca e le ricchezze per continuare ad esistere e allora egregio signor Bergoglio, ‘non spari cazzate” insensate sui cristiani perché ogni ..”casa cristiana”.. è un piccolo stato, fatto di doveri e obblighi. Apra il cervello prima di parlare… grazie… 11082019

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Ior, la rivoluzione del Papa: revisore esterno e direttore generale confermabile una sola volta

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Nella banca vaticana, da sempre al centro di scandali di corruzione e riciclaggio di denaro sporco, arrivano i nuovi statuti voluti da Bergoglio che entrano subito in vigore “ad experimentum” per due anni

di Francesco Antonio Grana | 10 AGOSTO 2019

Papa Francesco rinnova lo Ior all’insegna della trasparenza. Nella banca vaticana, da sempre al centro di scandali di corruzione e riciclaggio di denaro sporco, arrivano i nuovi statuti voluti da Bergoglio che entrano subito in vigore “ad experimentum” per due anni. Lo scopo è quello di adeguare l’Istituto per le opere di religione “alle esigenze dei tempi, facendo ricorso, in particolare, alla collaborazione e alla responsabilità di laici cattolici competenti”.

La principale novità è l’introduzione di un revisore esterno, che può essere una persona fisica o una società, per la verifica dei bilanci secondo standard internazionali riconosciuti. Negli organi dell’Istituto per le opere di religione non ci sono più, dunque, i tre revisori interni, la cui carica era sempre rinnovabile. Il revisore esterno viene, infatti, nominato dalla Commissione cardinalizia su proposta del Consiglio di sovrintendenza e svolge il suo incarico per un periodo di tre esercizi consecutivi, rinnovabile una sola volta. Ha il compito della revisione legale dei conti: esprime “con apposita relazione il giudizio sul bilancio dell’Istituto”, “esamina tutti i libri e documenti contabili”, “riceve dall’Istituto e a questo può chiedere ogni informazione utile alla propria attività di revisione”.

Lo scopo dell’Ior resta invariato con il compito di “provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati all’Istituto medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione o di carità”. Gli organi della banca vaticana diventano quattro. La Commissione cardinalizia, composta da cinque porporati nominati dal Papa per un quinquennio confermabili una sola volta. Prima erano sempre rinnovabili. Il Consiglio di sovrintendenza, composto da sette membri (prima erano cinque), nominati per un quinquennio dalla Commissione cardinalizia, adesso confermabili una sola volta. Il Consiglio può istituire al proprio interno “appositi comitati consultivi al fine di ricevere adeguato supporto nell’assunzione di decisioni in determinate materie”. Il presidente del Consiglio di sovrintendenza, nominato dalla Commissione cardinalizia, ha la rappresentanza legale dello Ior.

Viene, inoltre, rafforzata la figura del prelato, nominato per un quinquennio dalla Commissione cardinalizia e ora confermabile una sola volta. Nel nuovo Statuto si precisa in modo dettagliato il suo compito, che è quello di promuovere “la dimensione etica” di amministratori e dipendenti perché il loro operato sia coerente con i principi cattolici e la missione dell’Istituto, mantenendo scambi costanti con tutto il personale dello Ior. Quarto organo della banca vaticana è la direzione. Il direttore generale può essere nominato a tempo determinato (per un quinquennio e confermabile una sola volta) o indeterminato: comunque, cessa la carica al compimento dei 70 anni. Prima, in casi eccezionali, poteva superare questa soglia. È stato inserito, inoltre, un paragrafo sul personale per colmare una lacuna del precedente Statuto: “Tutti i dipendenti dell’Istituto, in costanza di rapporto d’impiego, hanno l’obbligo dell’esclusività dell’impiego. Essi non possono svolgere altre attività di tipo impiegatizio e/o consulenziale, sia retribuite sia a titolo gratuito, né esercitare attività d’impresa commerciale né partecipare, a qualsiasi titolo, sia all’interno sia all’esterno dello Stato della Città del Vaticano”. Infine, “tutti i dipendenti devono attenersi al rispetto del Codice etico approvato dal Consiglio di sovrintendenza”.

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Papa Francesco e la lotta contro lo Ior. Così Marcinkus aleggia ancora sulla banca vaticana

Nel giugno 2019 lo Ior ha pubblicato il bilancio relativo all’anno precedente che ha registrato un utile pari a 17,5 milioni di euro (contro i 31,9 milioni nel 2017). Somma interamente devoluta al Papa. Il risultato, pur di molto inferiore all’anno precedente, precisava un comunicato dell’Istituto, è stato conseguito “nonostante la forte turbolenza dei mercati” e “la persistenza di tassi d’interesse ancora molto bassi”. Per ciò che riguarda, invece, le consistenze patrimoniali detenute dallo Ior, l’Istituto, sempre secondo il rapporto relativo al 2018, conta 14.953 clienti, così suddivisi: ordini religiosi (53%), dicasteri della Curia romana, uffici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e nunziature apostoliche (12%), conferenze episcopali, diocesi e parrocchie (9%); enti di diritto canonico (8%), cardinali, vescovi e clero (8%), dipendenti e pensionati vaticani (8%); altri soggetti, comprese le fondazioni di diritto canonico (2%).

Non bisogna dimenticare nemmeno i numerosi scandali che fin dalla sua nascita, avvenuta nel 1942 per volontà di Pio XII, hanno accompagnato la vita della banca vaticana. In un suo recente libro consegnato a Francesco dal titolo Il caso Marcinkus. Il banchiere di Dio e la lotta di Papa Francesco alle finanze maledette (Chiarelettere), il vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona ripercorreva i numerosi episodi di riciclaggio di denaro sporco all’interno dello Ior. Vicende, ricostruite non a caso grazie a documenti inediti ritrovati nell’archivio di Giulio Andreotti, che hanno interessato epoche politiche abbastanza diverse tra loro e che, come veniva dimostrato nel libro, continuano ancora oggi nonostante l’opera di pulizia voluta da Bergoglio. Non a caso, proprio nel volume di Marchese Ragona, veniva spiegato come il lavoro fortemente voluto dal Papa, subito dopo la sua elezione al pontificato, era stato inspiegabilmente e improvvisamente bloccato senza l’approvazione dei nuovi Statuti. Statuti che, invece, dopo oltre sei anni di governo di Francesco, hanno finalmente visto la luce all’insegna di quella politica di trasparenza tesa a evitare che allo Ior corruzione e riciclaggio possano avvenire ancora in futuro.

SIAMO CRISTIANI ?

SIAMO CRISTIANI ?

Nell’ultimo anno più volte ha avuto modo di ascoltare sua santità, papa Bergoglio, “rimproverare i cristiani” e a ricordare loro i vangeli e l’opera misericordiosa di Gesù Cristo. Bene, essendo un cristiano credente, anch’io mi sono posto il problema da lui sollevato e cioè : sono un buon cristiano o non lo sono se rifiuto di accogliere dei musulmani sulla mia terra che non scappano da nessuna guerra ma vengono solo per questioni religiose ? Sono un buon cristiano o un pessimo cristiano se non voglio e non desidero  condividere nulla con l’islam perché considero la loro missione la  negazione di Cristo e del cristianesimo e dell’ebraismo con l’obiettivo finale di islamizzare l’Europa e tutto il continente tramite l’insediamenti continui sul territorio ?  Tanti evocano i vangeli e la parola di Cristo ma……a tanti non fa comodo quello che lui stesso ha detto e quello che è riportato nei vangeli; un insegnamento fondamentale nel mio ragionamento ma che Bergoglio e la chiesa tutta dimenticano volutamente su quanto disse proprio Il Messia, infatti a loro è nota la parola di Gesù: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,15-16). Nello stesso vangelo secondo san Matteo si legge ancora: “Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (Mt 24,24). Premesso che quanto detto e scritto è avvenuto 600 anni prima della nascita di Maometto arriviamo alla logica del ragionamento: se Maometto è un falso profeta, lo anticipò e lo disse il Messia nonché figlio di Dio, e non lo si discute perché se lo si fa allora non si può essere cristiani ma solo.. “falsi cristiani” e venduti ad altro profeta, da ciò se ne deduce che tutti i musulmani sono seguaci di un falso profeta e chi fa il tifo per loro sono dei blasfemi ed apostati in quanto  le ”spine” della loro fede noi già li abbiamo conosciuti a Parigi, a Londra, a Berlino, a Bruxelles, a New York, a Monaco, e i loro frutti sono visibili nei quartieri musulmani delle città metropolitane come Londra, Bruxelles, Parigi e Stoccolma, dove al loro interno vi è una vera propria divisone razziale e religiosa tra gli stessi cittadini, tipo piscine per sole donne e altro. La domanda che pongo ai ”veri cristiani della chiesa” è la seguente : sono io un pessimo cristiano che “onora, rispetta ed ubbidisce alla parola di Cristo” o sono un buon cristiano che “onora, rispetta ed ubbidisce alla parola di Cristo” ? Pongo il quesito a tutti coloro i quali in quest’ultimo anno si fanno promotori di un accoglimento a 360 gradi e senza valutare chi realmente viene perché scappa da una guerra, specie  poi per quei cristiani che scappano dalle persecuzioni islamiche. Ecco chi voglio accogliere nella mia casa e non tanti individui che arrivano da noi col proposito di dominarci. Papa Bergoglio non rispetta quanto scritto sul vangelo di Matteo, non lo ascolta le parole e gli allarmi lanciati da Cristo, disobbedendo al suo volere e fraternizzando con i seguaci di un falso profeta….ora, ditemi voi, lui è un buon cristiano o un pessimo cristiano ? Gesù disse ai suoi discepoli: « Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri » (Gv 13,34), ma non ha detto amate i seguaci dei falsi profeti e portateveli in casa….e allora..? Sono sempre io il cattivo cristiano sovranista e populista che intende difendere la propria famiglia, tradizioni, usi e costumi ed abitudini alimentari e religione o lo è qualcun altro ? 10082019

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Papa Francesco: “Il sovranismo mi spaventa, porta alle guerre”

Il Pontefice: «L’Europa non deve sciogliersi, bisogna salvarla, ha radici umane e cristiane. Una donna come Ursula von der Leyen può ravvivare la forza dei Padri Fondatori»

Il Pontefice tra la gente in occasione di un’udienza generale in piazza San Pietro

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09.08.2019

CITTÀ DEL VATICANO. Il Papa apre la porta puntuale alle 10,30, con il suo sorriso gentile. Entra in una delle stanze che usa per ricevere la gente, arredata con l’essenziale, senza distrazioni o lussi, solo un crocifisso appeso alla parete. Siamo arrivati dall’ingresso del Perugino, il più vicino a Casa Santa Marta. Scenario abituale: qualche tonaca, gendarmi e guardie svizzere. Sullo sfondo, il Cupolone di San Pietro. In Vaticano il solito tran tran è rallentato dall’afa e dal clima vacanziero. Per Papa Francesco non è un giorno qualunque: è il 6 agosto, 41° anniversario della morte di san Paolo VI, pontefice a cui è particolarmente affezionato: «In questa giornata cerco sempre un momento per scendere nelle Grotte sotto la Basilica – rivelerà – e sostare, da solo, in preghiera e silenzio davanti alla sua tomba. Mi fa bene al cuore». I convenevoli durano poco, in un attimo siamo nel pieno della conversazione.

Francesco è allegro e rilassato. E concentrato. Impressiona la sua capacità di ascolto. Guarda sempre negli occhi. Mai l’orologio. Si prende le pause necessarie prima di esprimere un pensiero delicato. Parla di Europa, Amazzonia e ambiente. Il colloquio è intenso e senza interruzioni. Il Papa non beve neanche un sorso d’acqua. Glielo facciamo notare, lui scuote le spalle e risponde, sorridendo: «Non sono l’unico che non ha bevuto».

Santità, Lei ha auspicato che «l’Europa torni a essere il sogno dei Padri Fondatori». Che cosa si aspetta?
«L’Europa non può e non deve sciogliersi. È un’unità storica e culturale oltre che geografica. Il sogno dei Padri Fondatori ha avuto consistenza perché è stata un’attuazione di questa unità. Ora non si deve perdere questo patrimonio».

Come la vede oggi?
«Si è indebolita con gli anni, anche a causa di alcuni problemi di amministrazione, di dissidi interni. Ma bisogna salvarla. Dopo le elezioni, spero che inizi un processo di rilancio e che vada avanti senza interruzioni».

È contento della designazione di una donna alla carica di presidente della Commissione europea?

«Sì. Anche perché una donna può essere adatta a ravvivare la forza dei Padri Fondatori. Le donne hanno la capacità di accomunare, di unire».

Quali sono le sfide principali?
«Una su tutte: il dialogo. Fra le parti, fra gli uomini. Il meccanismo mentale deve essere “prima l’Europa, poi ciascuno di noi”. Il “ciascuno di noi” non è secondario, è importante, ma conta più l’Europa. Nell’Unione europea ci si deve parlare, confrontare, conoscere. Invece a volte si vedono solo monologhi di compromesso. No: occorre anche l’ascolto».

Che cosa serve per il dialogo?
«Bisogna partire dalla propria identità».

Ecco, le identità: quanto contano? Se si esagera con la difesa delle identità non si rischia l’isolamento? Come si risponde alle identità che generano estremismi?
«Le faccio l’esempio del dialogo ecumenico: io non posso fare ecumenismo se non partendo dal mio essere cattolico, e l’altro che fa ecumenismo con me deve farlo da protestante, ortodosso… La propria identità non si negozia, si integra. Il problema delle esagerazioni è che si chiude la propria identità, non ci si apre. L’identità è una ricchezza – culturale, nazionale, storica, artistica – e ogni paese ha la propria, ma va integrata col dialogo. Questo è decisivo: dalla propria identità occorre aprirsi al dialogo per ricevere dalle identità degli altri qualcosa di più grande. Mai dimenticare che il tutto è superiore alla parte. La globalizzazione, l’unità non va concepita come una sfera, ma come un poliedro: ogni popolo conserva la propria identità nell’unità con gli altri».

Quali i pericoli dai sovranismi?
«Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. “Prima noi. Noi… noi…”: sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità europea. Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre».

E i populismi?
«Stesso discorso. All’inizio faticavo a comprenderlo perché studiando Teologia ho approfondito il popolarismo, cioè la cultura del popolo: ma una cosa è che il popolo si esprima, un’altra è imporre al popolo l’atteggiamento populista. Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare), invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, “ismi”, non fa mai bene».

Qual è la via da percorrere sul tema migranti?
«Innanzitutto, mai tralasciare il diritto più importante di tutti: quello alla vita. Gli immigrati arrivano soprattutto per fuggire dalla guerra o dalla fame, dal Medio Oriente e dall’Africa. Sulla guerra, dobbiamo impegnarci e lottare per la pace. La fame riguarda principalmente l’Africa. Il continente africano è vittima di una maledizione crudele: nell’immaginario collettivo sembra che vada sfruttato. Invece una parte della soluzione è investire lì per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare così i flussi migratori».

Ma dal momento che arrivano da noi come bisogna comportarsi?
«Vanno seguiti dei criteri. Primo: ricevere, che è anche un compito cristiano, evangelico. Le porte vanno aperte, non chiuse. Secondo: accompagnare. Terzo: promuovere. Quarto integrare. Allo stesso tempo, i governi devono pensare e agire con prudenza, che è una virtù di governo. Chi amministra è chiamato a ragionare su quanti migranti si possono accogliere».

E se il numero è superiore alle possibilità di accoglienza?
«La situazione può essere risolta attraverso il dialogo con gli altri Paesi. Ci sono Stati che hanno bisogno di gente, penso all’agricoltura. Ho visto che recentemente di fronte a un’emergenza qualcosa del genere è successo: questo mi dà speranza. E poi, sa che cosa servirebbe anche?».

Che cosa?
«Creatività. Per esempio, mi hanno raccontato che in un paese europeo ci sono cittadine semivuote a causa del calo demografico: si potrebbero trasferire lì alcune comunità di migranti, che tra l’altro sarebbero in grado di ravvivare l’economia della zona».

Su quali valori comuni occorre basare il rilancio dell’Ue? L’Europa ha ancora bisogno del cristianesimo? E in questo contesto gli ortodossi che ruolo hanno?
«Il punto di partenza e di ripartenza sono i valori umani, della persona umana. Insieme ai valori cristiani: l’Europa ha radici umane e cristiane, è la storia che lo racconta. E quando dico questo, non separo cattolici, ortodossi e protestanti. Gli ortodossi hanno un ruolo preziosissimo per l’Europa. Abbiamo tutti gli stessi valori fondanti».

Attraversiamo idealmente l’Oceano e pensiamo al Sudamerica. Perché ha convocato in Vaticano, a ottobre, un Sinodo sull’Amazzonia?
«È “figlio” della “Laudato si’”. Chi non l’ha letta non capirà mai il Sinodo sull’Amazzonia. La Laudato si’ non è un’enciclica verde, è un’enciclica sociale, che si basa su una realtà “verde”, la custodia del Creato».

C’è qualche episodio per Lei significativo?
«Alcuni mesi fa sette pescatori mi hanno detto: “Negli ultimi mesi abbiamo raccolto 6 tonnellate di plastica”. L’altro giorno ho letto di un ghiacciaio enorme in Islanda che si è sciolto quasi del tutto: gli hanno costruito un monumento funebre. Con l’incendio della Siberia alcuni ghiacciai della Groenlandia si sono sciolti, a tonnellate. La gente di un paese del Pacifico si sta spostando perché fra vent’anni l’isola su cui vive non ci sarà più. Ma il dato che mi ha sconvolto di più è ancora un altro».

Quale?
«L’Overshoot Day: il 29 luglio abbiamo esaurito tutte le risorse rigenerabili del 2019. Dal 30 luglio abbiamo iniziato a consumare più risorse di quelle che il Pianeta riesce a rigenerare in un anno. È gravissimo. È una situazione di emergenza mondiale. E il nostro sarà un Sinodo di urgenza. Attenzione però: un Sinodo non è una riunione di scienziati o di politici. Non è un Parlamento: è un’altra cosa. Nasce dalla Chiesa e avrà missione e dimensione evangelizzatrici. Sarà un lavoro di comunione guidato dallo Spirito Santo».

Ma perché concentrarsi sull’Amazzonia?
«È un luogo rappresentativo e decisivo. Insieme agli oceani contribuisce in maniera determinante alla sopravvivenza del pianeta. Gran parte dell’ossigeno che respiriamo arriva da lì. Ecco perché la deforestazione significa uccidere l’umanità. E poi l’Amazzonia coinvolge nove Stati, dunque non riguarda una sola nazione. E penso alla ricchezza della biodiversità amazzonica, vegetale e animale: è meravigliosa».

Al Sinodo si discuterà anche la possibilità di ordinare dei «viri probati», uomini anziani e sposati che possano rimediare alla carenza di clero. Sarà uno dei temi principali?
«Assolutamente no: è semplicemente un numero dell’Instrumentum Laboris (il documento di lavoro, ndr). L’importante saranno i ministeri dell’evangelizzazione e i diversi modi di evangelizzare».

Quali sono gli ostacoli alla salvaguardia dell’Amazzonia?
«La minaccia della vita delle popolazioni e del territorio deriva da interessi economici e politici dei settori dominanti della società».

Dunque come deve comportarsi la politica?
«Eliminare le proprie connivenze e corruzioni. Deve assumersi responsabilità concrete, per esempio sul tema delle miniere a cielo aperto, che avvelenano l’acqua provocando tante malattie. Poi c’è la questione dei fertilizzanti».

Santità, che cosa teme più di tutto per il nostro Pianeta?
«La scomparsa delle biodiversità. Nuove malattie letali. Una deriva e una devastazione della natura che potranno portare alla morte dell’umanità».

Intravede una qualche presa di coscienza sul tema ambiente e cambiamento climatico?
«Sì, in particolare nei movimenti di giovani ecologisti, come quello guidato da Greta Thunberg, “Fridays for future”. Ho visto un loro cartello che mi ha colpito: “Il futuro siamo noi!”».

La nostra condotta quotidiana – raccolta differenziata, l’attenzione a non sprecare l’acqua in casa – può incidere o è insufficiente per contrastare il fenomeno?
«Incide eccome, perché si tratta di azioni concrete. E poi, soprattutto, crea e diffonde la cultura di non sporcare il creato».

 

“8 AGOSTO 1956….136 EROI”..!

marcinelle

 “8 AGOSTO 1956….136 EROI”..!

Sì, proprio degli eroi, uomini veri che in cambio di 200 franchi belgi dell’epoca, € 1,50 al cambio attuale, ovviamente al giorno, sono partiti alla volta del Belgio per prestare la loro mano d’opera nelle miniere di quel paese. In cambio dell’invio di questi uomini, che andavano a colmare la mancanza di lavoratori belgi, il nostro paese avrebbe poi ricevuto il carbone estratto, proprio da quelle miniere, a prezzo vantaggioso….un affare per tutti… almeno così sembrava nelle intenzione dei “soliti potenti” senza tener conto della …”loro integrità”… Gente che lasciava le famiglie e le loro modeste case per un lavoro molto faticoso e pericoloso per la salute, lavorare in quelle miniere e senza le necessarie cautele e precauzioni rappresentava un costante pericolo alla vita stessa e alle probabili e gravi conseguenze per via della continua inalazione di gas e polveri sottili respirate, elementi chimici tossici che emergono durante  l’estrazione del carbone. Un ambiente malsano dove i minatori venivano considerati bestie da sfruttare senza nessun rispetto, infatti i lavori in superficie, quelli meno malsani, erano dedicati ai belgi mentre in profondità ci andavano sempre i nostri connazionali. Il lavoro che dovevano affrontare i minatori italiani era molto duro e scandito da tre turni di 8 ore ciascuno per l’intero arco della giornata, a partire dalle 6,00, dalle 14,00 e dalle 22,00. Alla consumazione dei pasti erano dedicati 20 minuti.. Ma non è tutto, perché i 136 eroi erano partiti accompagnati da un contratto di lavoro, sottoscritto tra i due governi, della durata di cinque anni ed oggi, apprendo attraverso radio RAI,  che oltre la terribile tirannia dei proprietari belgi  vi era una particolare clausola nel contratto stipulato.. cioè,  si prevedeva che se il lavoratore italiano, non rispettasse la scadenza prevista della durata di cinque anni, e magari decideva di andar via e tornare al proprio paese… non poteva farlo e  veniva…. imprigionato e rinchiuso in un castello, nelle vicinanze, sino al ripensamento. Nell’ascoltarlo sinceramente ho avuto un tonfo al cuore e mi son chiesto come fosse possibile una roba del genere…allucinante.  Immaginavo e sapevo che i poveri minatori venivano sfruttati come limoni da premere e senza diritti  ma arrivare a questo francamente proprio non lo immaginavo, in definitiva o lavoravano con le buone o lavoravano con le cattive…pazzesco…. e sempre in un ambiente  altamente a rischio di incidenti.  Infatti quello di Marcinelle del 1956 non è il primo, tra il 1950 e il 1955 muoiono  251 minatori italiani nei diversi incidenti verificatesi nelle miniere, vuoi per incuria o per  errori umani ma soprattutto per menefreghismo dirigenziale. Ricordare solo i 136 minatori morti va benissimo, anzi è un dovere, tuttavia, dobbiamo ricordare, ed è un obbligo, anche gli altri 251 nostri fratelli morti precedentemente in incidenti simili. Sono stati quasi 41.000 gli italiani impiegati nelle miniere belghe in quegli anni e oltre il duro lavoro non ricevevano pasti confezionati ad hoc, hotel e cellulari per chiamare casa e soprattutto non buttavano il misero pasto, sempre stantio, che si portavano da casa. Ma in tutto questo dramma epocale del passato si riesce a trovare anche una morale, se non ci fossero state le miniere e il lavoro gli italiani non sarebbero partiti per il Belgio, mentre purtroppo oggi vedo esattamente l’opposto…sul nostro territorio anche se non ci sono le miniere . 09082019

…by…manliominicvucci.myblog.it 

 

marcinelle

 

8 agosto 1956: la tragedia nella miniera di Marcinelle, l’Abruzzo non dimentica

08/08/2019

A Manoppello commemorazione delle vittime abruzzesi della tragedia di Marcinelle. Al Bois du Cazier, la miniera di carbone a Charleroi, in Belgio, l’8 agosto del 1956 morirono 262 minatori, 136 dei quali italiani. Il messaggio del Capo dello Stato.

“La tutela di tutti i lavoratori e la incessante promozione dei loro diritti costituiscono principi di civiltà irrinunciabili per ogni Paese e sono un obiettivo fondamentale nel processo di consolidamento della comune casa europea e dell’intera comunità internazionale”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 63/mo anniversario della tragedia di Marcinelle. “Nel giorno in cui si commemora il sacrificio del lavoro italiano nel mondo desidero riaffermare – afferma il Capo dello Stato in un messaggio – la più partecipe vicinanza ai familiari delle vittime di Marcinelle e degli altri tragici eventi che hanno coinvolto i nostri connazionali all’estero, morti o feriti sul lavoro, prestato in condizioni difficili, per un futuro migliore per le proprie famiglie. La tragedia di Marcinelle, in particolare, è parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti. Il sacrificio di duecentosessantadue lavoratori, di cui centotrentasei connazionali, ci esorta a promuovere, oggi come in passato, migliori opportunità di lavoro – conclude Mattarella – e massime garanzie di sicurezza per tutti i lavoratori, in Italia, in Europa e nel mondo”.

E nel 63 esimo anniversario della tragedia di Marcinelle in Belgio, il Comune di Manoppello, paese della Valpescara che più di tutti ha pagato il tributo di sangue in minatori, ricorda le 60 vittime abruzzesi che trovarono la morte nella miniera in fiamme.

Quella del Bois du Cazier è considerata una delle più gravi tragedie minerarie della storia. L’incendio, che si sviluppò l’8 agosto del 1956, nella miniera di carbone di Bois du Cazier-nei pressi di Marcinelle – causò la morte di 262 minatori, uccisi dalle ustioni, dal fumo, dai gas tossici. 136 di loro erano italiani, immigrati in Belgio nel dopoguerra. Solo in 12 riuscirono a salvarsi.

Il disastro di Marcinelle avvenne la mattina dell’8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. Si trattò d’un incendio, causato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica.

L’incendio, sviluppatosi inizialmente nel condotto d’entrata d’aria principale, riempì di fumo tutto l’impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani. L’incidente è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero dopo i disastri di Monongah e di Dawson. Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell’Unesco.

GIUSTO PER CAPIRCI…

GIUSTO PER CAPIRCI…

Nell’anno del signore 2016, quando alla guida del governo italiano c’era un certo Matteo Renzi e governava l’economia del paese in collaborazione con l’allora ministro Padoan visti i provvedimenti adottati e propagandistici, come gli 80 euro, ebbi a sentenziare un oscuro e difficile futuro per il nostro paese, un percorso irto di ostacoli e difficoltà. Il nefasto presagio si è poi  concretizzato in un contesto europeo drammatico dove tutte le economie europee ora sono in rosso, una commissione che impone da anni tagli alla spesa pubblica come pensioni e sanità, la famosa macelleria sociale giusto per intenderci, non è servita a niente e quel che peggio si è cercato di imporla anche a quei “ribelli dai pugni duri sul tavolo” come il “mitico Renzi”. Purtroppo il vecchio governo PD ha fatto di tutto per accontentare e sottomettersi alla voglie della commissione europea, un ricatto che ci ha visti succubi dell’immigrazione sino a prenderci 12/13 migranti al giorno, ovviamente il tutto per compiacere la Merkel, il bravo Macron e la commissione europea… Questa è la drammatica e recente storia di qualche anno fa e in quei mesi scrissi e denunciai che le politiche scellerate volute e imposte proprio dalla Germania saranno pagate da tutti i paesi europei nel prossimo quinquennio… Profetico ? Bravo intuitore ? Mago dell’economia ? Niente di tutto questo.  Solo un semplice ragionamento da bimbo della 5 elementare: se si tagliano le spese nel pubblico, se si alzano contestualmente tasse e IVA di un’azienda come può un’economia di un paese reggere in queste condizioni ? È ovvio che nessuno consumatore sarà più in grado di spendere cifre importanti per l’acquisto di beni voluttuosi quali auto  e prodotti tecnologici specie poi quando si tratta di prodotti di nicchia come quelli tedeschi…Le mie previsioni di una profonda crisi industriale germanica ipotizzata nel 2016 si è materializzata quest’anno, con l’ulteriore prospettiva di vedere le loro stime di crescita ancora più giù. Questo cosa vuol dire ? Significa che i progetti di rilancio economico della commissione europea sono stati fallimentari in tutto e per tutto, è stata deleteria e farlocca per tutti i paesi membri, nessuno cresce in modo esponenziale, tutti stanno in stagnazione e se arriveranno i nuovi dazi americani, come si presume, ritorniamo al 2008…cioè in piena crisi. Cosa fare ? Semplice, cambiare subito politica economica, permettere lo sforamento del 3% e magari arrivare anche al 4 . Non è risparmiando o tassando che si superano le crisi,  abbiamo bisogno di liquidità e disponibilità di denaro da immettere nel circuito altrimenti sarà solo tutto nero il futuro immediato e tempo sprecato .Ed in ultimo, c’è anche da chiedersi, cosa di non poco conto, che faranno i milioni di migranti disoccupati arrivati in Europa nel pieno di  una spaventosa recessione ? Il problema è più serio e grave di quanto si possa pensare perché da una parte si chiedono di tagliare le spese alla sanità e welfare e dall’altra ci dicono di spendere di più per l’accoglienza di migranti ai quali un lavoro sappiamo già di non poterlo dare….mi verrebbe da dire che “stiamo proprio in mano all’arte”… Gente davvero incompetente, strana e “cazzarola” che evidentemente non conosce bene il mondo della sanità, del lavoro, della scuola, dell’occupazione, dei consumi e cosa più importante quello dell’imprenditoria….l’unico mondo che produce ricchezza. La mia riflessione è solo una, o si cambia registro e si permette di spendere in opere pubbliche, costruire e mettere in movimento il tessuto economico tutto oppure siamo nella “pupù più putrida”, calano persino i consumi alimentari…altroché ..indice di vero disagio in un paese come il nostro che ha già sei milioni di indigenti…. poveri che non c’erano prima dell’ingresso nell’unione del 2002 e non dimentichiamolo, perché le chiacchiere stanno sempre a mille…quando si “ha la pancia piena”… vedo tempi durissimi per la Germania…ma non mi dispiace perché si sono comportati con l’Europa esattamente come i loro nonni e padri, in maniera dittatoriale e impositiva….La Germania fa acqua? Male ma pazienza, perché noi ne pagheremo le conseguenze minori… il nostro export tira e senza di loro, castrati sul mercato internazionale,  tirerà ancora di più ..un grazie a tutti gli incapaci dei governi precedenti…09082019

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Spread Btp-Bund vola. Piazza Affari in rosso con le banche

Differenziale in forte rialzo dopo la crisi di Governo

Un operatore di un’agenzia di trading osserva i dati dello spread –

Redazione ANSA

Un operatore di un'agenzia di trading osserva i dati dello spread, Roma, 9 ottobre 2018,
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

09 agosto 2019

La Borsa di Milano peggiora ancora con il Ftse Mib che cede il 2,52% a 20.319 punti. Piazza Affari è appesantita dal forte calo delle banche. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 237 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,78%. Tra gli istituti di credito soffrono Banco Bpm (-8,9%), Ubi (-7%) e Bper (-6,6%). Mps è stata sospesa in asta di volatilità mentre era in calo teorico del 7,7%.

Germania: crolla export a giugno, -8% su anno – Crolla l’export tedesco che a giugno segna la flessione più forte da tre anni su base annua con un -8%. E’ il calo più marcato da luglio 2016. Su base mensile, si è registrato un -0,1%. I dati confermano il peggioramento del settore manifatturiero per l’impatto delle tensioni commerciali. Le importazioni sono diminuite del 4,4% annuo, mentre su base mensile si è avuto un +0,5%. Il surplus commerciale è sceso a 16,8 miliardi dai 20,6 del mese prima, un livello inferiore alla stima media di 19,5 miliardi.

“PRIMA IL DOLORE”….

“PRIMA IL DOLORE”….

Tragedia a Metaponto, frazione del comune di Bernalda (PZ), nell’esplosione di una bombola di gas in un ghetto di migranti è morta una ragazza di nazionalità nigeriana, all’indomani della tragedia il sindaco, Domenico Tataranno, ha commentato così la morte della donna: “Prima di tutto viene il dolore che è priorità in una situazione complessa come questa, legata a un problema mondiale come quello dei migranti, che è gestito in primis dagli amministratori locali con pochi mezzi e tanti problemi da affrontare”. E’ certo che ce ne vuole proprio di faccia tosta a commentare la morte di un essere umano con tanta falsità e ambiguità e parlare di …”dolore” dopo anni di disinteresse e menefreghismo verso il problema “accoglienza” ..,  legare la morte di una donna al problema mondiale dei migranti  non solo fa ridere ma direi che fa proprio rabbia e ascoltarlo “spargere parole di amarezza e dolore” sulla donna deceduta è irriguardoso . Una donna che insieme ad altri migranti, 499 per la precisone, vivevano in un ghetto da anni e in condizioni pietose e tutti, escluso lui evidentemente, non avevano dubbi che prima o poi si sarebbe verificato un disastro con morti viste le tante bombole di gas liquido in uso e senza le necessarie cautele. Era ovvia quanto scontata una esplosione …e trovare giustificazioni riparandosi tra l’amarezza e il dolore irrita ancor di più perché, egregio “meraviglioso sindaco della città di Bernalda”, lei è stato rieletto solo qualche mese fa, quindi nei fatti temporali lei occupa stabilmente la poltrona di sindaco dal lontano 2014 e allora ? Perché ora accusa altri della sua inettitudine ? Poteva anche rifiutarsi di accogliere altri migranti quando le capacità ricettive si erano ridotte al lumicino. Nessun prefetto l’avrebbe obbligata ad accogliere della gente che non sapeva dove sistemare  e invece ha acconsentito. Non ho idea perché i cittadini di Bernalda l’abbiano rivotata …non lo so…ma oltre i migranti lei è anche l’artefice della distruzione turistica di Metaponto…sì, ci spieghi… che diavolo ha combinato per la borgata marina che prima era denominata la “perla dello Ionio ” ? Recentemente l’ho vista la località marittima, è un disastro, fatiscente ed irriconoscibile dalla Metaponto degli anni addietro, era il punto di ritrovo chic marittimo della Basilicata est  per il popolo lucano e pugliese oltre un punto di interesse archeologico internazionale ed ora, è diventata un enorme ghetto di extracomunitari, gente accolta senza dignità e lasciata lì a vivere senza speranze per il futuro. Già, e facile fare demagogia sulla pelle degli  altri, facile fare i buonisti sulle disgrazie degli altri e facile fare i radical chic seduti dinanzi ad un caminetto nel proprio divano a… 16 posti . No, non ci siamo, i migranti se accolti devono avere una casa ed un lavoro, vivere decorosamente e dignitosamente, questo è il punto di partenza che deve essere impresso nella mente dei falsi buonisti. Siamo in grado di accoglierli ? La risposta è un secco no ed allora, smettetela di giocare con la vita delle persone, sono anni che lo dico, non invogliate la gente ad imbarcarsi per venire da noi perché poi quando accade l’inevitabile la colpa non è di chi non li vuole ma è solo di chi li vuole a tutti i costi. Inutile che  si giri intorno al problema con le parole o si vada alla ricerca del populista di turno a cui affibbiare le responsabilità morali…inutile,  la colpa di queste morti ricadono su gente come Carola RacKete e i suoi altri compagnucci delle ONG e con la complicità di tanti radical chic che non hanno a cuore la vita delle persone…..”salvarli e portarli” in Italia significa trasferire i campi di concentramento e ghetti in Italia, come quello di Metaponto, dove il sovraffollamento crea solo confusione pericolosa con  conseguenze tragiche…punto… Questa è l’unica verità, il resto sono chiacchiere e la gente… continua a morire…da anni… forse rimandarli casa non sarebbe male ..per loro… 08082019

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Metaponto, incendio in un capannone che ospita migranti: morta una 28enne nigeriana

metaponto

Lo stabile è l’ex complesso industriale “La Felandina”, che da anni ospita immigrati che lavorano come braccianti nei campi. La struttura era da tempo in condizioni precarie. Il sindaco: “Abbiamo da tre mesi un’ ordinanza di sgombero degli immobili, occupati da circa 500 persone, ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono”. I sindacati: “Colpa del business dello sfruttamento e riduzione in schiavitù dell’essere umano”

di F. Q. | 7 AGOSTO 2019

È morta una migrante in un incendio scoppiato in un capannone in provincia diMatera. Lo stabile è l’ex complesso industriale “La Felandina”, situato a Metaponto di Bernalda, che ospita stabilmente diversi immigrati che lavorano come bracciantinei campi della zona. Si tratta di una struttura in cui uomini e donne vivono da anni in condizioni precarie e nel quale le fiamme hanno iniziato a divampare la mattina del 7 agosto per cause ancora da accertare, ma non si tratta di rogo doloso. Una prima ipotesi è che l’incendio sia scaturito dall’esplosione di una delle bombole di gaspresenti nel capannone. Il sindaco di Bernalda è intervenuto dicendo che da tre mesi è pronta un’ordinanza per lo sgombero dello stabile, per il cui stato l’amministrazione locale ha chiesto aiuto anche al governo.

La vittima è una giovane nigeriana di 28 anni il cui corpo non è ancora stato recuperato perché si trova in una posizione rischiosa a causa delle presenza di bombole di gas. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la donna era arrivata in Italia nel 2015, quando presentò domanda per il permesso di soggiorno alla questura di Padova che però la respinse. In seguito la 28enne, che aveva due figli, aveva fatto ricorso ed era in attesa del responso.

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I media locali riportano che le condizioni della struttura erano talmente malandate da far pensare che fosse “solo questione di tempo” prima che avvenisse qualche incidente, mentre molti commentano l’accaduto riferendosi a “La Felandina” chiamandola “il ghetto”. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno spento le fiamme nell’arco di 4 ore, mentre per ricostruire la dinamica dell’incidente sono state avviate delle indagini. Nel mentre i migranti sono stati radunati all’esterno della struttura in attesa di recuperare le proprie cose.

Il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, ha commentato così la morte della donna: “Prima di tutto viene il dolore che è priorità in una situazione complessa come questa, legata a un problema mondiale come quello dei migranti, che è gestito in primis dagli amministratori locali con pochi mezzi e tanti problemi da affrontare”. “Abbiamo da tre mesi un’ordinanza di sgombero degli immobili, occupati da circa 500 persone – ha aggiunto il primo cittadino – ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono”. A lui si unisce anche il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi, che attraverso il suo ufficio stampa comunica: “Come comunità di Basilicata facciamo nostro questo dolore, la Regione sarà in queste ore al fianco del Comune di Bernalda per offrire supporto nella gestione dell’emergenza”. “Darò specifiche indicazioni – ha aggiunto il presidente regionale – perché si faccia in Regione prima possibile il punto della situazione per il coordinamento delle azioni”.

Il caso è diventato oggetto di un’interrogazione dell’onorevole e segretario nazionale di Articolo unoRoberto Speranza, ai ministri del Lavoro, delle Politiche agricole e delle Infrastrutture: “Cosa intende fare il Governo per individuare una congrua e strutturale sistemazione per i braccianti impegnati nelle terre del Metapontino?”. “L’incendio – ha aggiunto speranza – ripropone in maniera drammatica l’urgenza di individuare una soluzione appropriata e dignitosa per dare ospitalità alle centinaia di migranti che lavorano nei campi della zona e che vivono in capannoni inadeguati come quello andato a fuoco in condizioni disumane e a rischio emergenza sanitaria”.

Anche i sindacati sono intervenuti commentando la vicenda. “È inaccettabile – scrive in una nota del suo segretario regionale, Angelo Summa la Cgil Basilicata– che per la risoluzione di una questione aperta sul tema della sicurezza dei braccianti stranieri sul territorio lucano, si debba attendere il verificarsi dell’ennesima tragedia con la perdita di una vita umana”. Dello sesso tenore è stato il commento del segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo:“L’incendio di oggi ripropone in maniera drammatica l’urgenza di individuare una soluzione appropriata e dignitosa”. Anche la nota congiunta dei segretari generali regionali della UilCarmine Vaccaro, e della UilaGerardo Nardiello è un appello contro “l’illecito business dello sfruttamento e riduzione in schiavitù dell’essere umano”. “Troppo facile parlare di tragedia che si poteva e doveva evitare – aggiungono – Noi ci siamo e la nostra parte la continuiamo a fare accanto ai lavoratori italiani ed extracomunitari, non soltanto facendo emergere situazioni di illegalità ma promuovendo azioni congiunte con chi è dalla nostra parte, chi non lo è resta complice”.

SANTI E BEATI….CHIC..!

CAV

SANTI E BEATI….CHIC..!

Forse in tutto il globo il nostro è l’unico paese di una “sensibilità unica”,  che s’indigna con estrema facilità e non tollera qualunque gesto di violenza venga perpetrata ai danni di chiunque. C’è solo da stabilire quando c’è realmente da scandalizzarsi oppure farsi scivolare addosso le questioni apparentemente violente. Parliamo un po’ di sensibilità, è un argomento che proprio mi piace, il nostro paese si è indignato perché l’assassino di un carabiniere, ammazzato con ben 11 coltellate, è stato bendato, attenzione, bendato e ammanettato e non picchiato selvaggiamente o …”accoltellato”. Ebbene il “popolo dei santi chic” si è indignato e ha avuto da ridire sul bendaggio, ma attenzione non per l’efferatezza con il quale il criminale ha inferto le coltellate al povero Mario, ma si è indignato per una benda…una semplice benda, messa a lui evidentemente per esigenze  e si scatena la caccia… al “morto” ..e già, perché il morto rappresenta lo stato e il governo e forse…dico forse.. in questo momento il governo va attaccato in tutti i modi e senza pietà alcuna ma purtroppo l’azione partorisce anche l’assenza di rispetto  alla famiglia dell’ammazzato e dell’arma dei carabinieri. Ma tutta questa solerte indignazione perché mai ? Non certamente perché siamo diventati improvvisamente un paese di santi e beati…col desiderio di andare tutti in paradiso, rammento a tutti che le vergini in paradiso per noi occidentali e cristiani non ci stanno né credo che esistano ed allora perché tanta sensibilità verso un assassino ? Guardatevi intorno, “stampa beata” e “radical santi chic”, date un’occhiata, nel link sottostante, a quello che capita ai delinquenti, stupratori ed assassini negli altri paesi, anche quelli cosiddetti civili,..…guardate ed “ammirate la loro durezza” nel trattare questi criminali presi in flagranza di reato…altro che indignarsi, quelli menano e menano di brutto anche…invece noi no…siamo tanti buoni che un carabiniere ha anche paura di sparare per difendere un collega…e già, la pistola è di per sé un crimine solo a portarla in Italia, figuriamoci a sparare poi, significa rovinarsi la vita e ovviamente come uno stillicidio, dai oggi e dai domani, il convincimento psicologico è fatto.. al punto che, credo e penso,  il povero Mario non abbia portato con sé la pistola proprio perché “aveva paura” di doverla utilizzare. Stampa e Tv s’indignano, e mentre loro si atteggiano a “radical santi chic”.. i poliziotti americani promuovono una colletta, raccolgono fondi per il loro collega italiano ammazzato da.. un altro americano…incredibile gesto di umana solidarietà…lodevole . Ecco, ..questa è la vera nobiltà d’animo e intelligenza che mi piacerebbe constatare negli italiani tutti, ma la riscontro solo nei colleghi americani, loro raccolgono soldi da donare alla moglie in segno di rispetto verso un collega morto e diffondendo amore verso il proprio lavoro ed è una cosa straordinaria … ed è molto significativo anche il disprezzo  che il gesto assume contro il criminale, che ricordiamolo è un loro connazionale. Questo è un modo per difendere il proprio paese e dire che un assassino non ha nazionalità ovunque si trovi…. Grazie di cuore da parte mia e da tutto il popolo italiano, ovviamente escludendo i “santi e beati radical chic” e qualche deputato della sinistra, ai quali faccio notare  che il loro modo di comportarsi è da vero anti italiano ed è veramente curioso che ci si lagni se l’inno nazionale viene cantato in …riva al mare…e a torso nudo… La foto è brutta davvero, lasciatemelo dire…però i delinquenti vanno messi in sicurezza e su questo non ci piove. 07082019

 …by…manliominicucci.myblog.it

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Texas, agenti arrestano afroamericano e lo legano a una corda: la foto diventa virale

CAV

L’uomo fermato dai due agenti è Donald Neely, 43 anni, arrestato per violazione di domicilio. Un passante ha scattato la foto sabato 3 agosto a Glaveston e l’ha postata online. La polizia, che ha identificato i due agenti, è stata costretta a scusarsi pubblicamente

di F. Q. | 6 AGOSTO 2019

L’immagine evoca il trattamento riservato ai neri quando la schiavitù negli Stati Uniti era ancora in vigore. Due poliziotti bianchi a cavallo, immortalati da una foto poi circolata sui social, legano a una corda un cittadino afroamericano già ammanettato e lo trascinano per le strade di Glaveston, Texas. La foto è stata scattata sabato 3 agosto da un passante che l’ha postata online facendola diventare virale. Un episodio che ha costretto la polizia a chiedere pubblicamente scusa. L’uomo fermato dai due agenti è Donald Neely43 anni, arrestato per violazione di domicilio. Anche i due poliziotti sono stati identificati e la ricostruzione delle dinamiche dell’arresto è stata possibile grazie alle telecamere installate sulle lorodivise.

6 ago 2019

Le scuse sono arrivate direttamente dal capo della polizia di Glaveston, Vernon L. Hale III, che ha precisato in una nota pubblicata su Facebook che la corda era legata alle manette e non direttamente a polsi dell’arrestato, spiegando che a volte si può usare questa tecnica dopo un arresto, ma che in questo caso i due agenti non si sono comportati in modo giudizioso. Il messaggio del capo della polizia, però, nel quale aggiunge che i suoi uomini “non avevano alcun intento malvagio“, non chiarisce se siano o meno previste per i due agenti azioni disciplinari.

 

LA CAUTELA E’ …D’OBBLIGO…

LA CAUTELA E’ …D’OBBLIGO…

Il Cairo, capitale egiziana,  ieri ha vissuto una nottata da incubo, un attentato terroristico nelle prossimità di un pubblico ospedale ha causato la morte di 20 innocenti e di oltre 30 feriti e non è solo quello, perché in seguito all’esplosione violentissima alcuni degenti sono stati trasportati all’esterno dell’ospedale per via dell’aria inquinata nei reparti…insomma ..un bel casino e per cosa ? Già, cercare di capire perché questa gente giri con chili o quintali di esplosivo in auto è sempre un mistero, il più delle volte è legato a convinzioni politiche o religiose, forse questa volta si presume che sia opera di un “fans” dell’Isis, il famoso stato islamico, che in guerra con il governo egiziano.  Tuttavia mentre il presidente egiziano parla di attentato terroristico, e lo fa anche attraverso i social, stranamente la stampa egiziana e la TV sono molto più cauti nell’attribuire la matrice del gesto terroristico e addirittura non menzionano neanche il termine “atto terroristico” come se andare in giro per le vie della citta in auto e  con qualche decina di chili di esplosivi al suo interno sia una cosa normale…  poi quando si consta la deflagrazione dell’auto in luogo pubblico, la conseguente morte del suo conducente con “contorno di tanti morti e feriti”  allora è tassativo, a quanto pare per la stampa egiziana, essere sempre cauti, non parlare assolutamente di terroristi o dell’esplosione legata a loro…e già… perché i terroristi, quelli buoni che stanno comodi nei loro divani e nella loro casa …si potrebbero offendere…mai sia una roba del genere ..e già.. loro sono individui sensibili…e poi non bisogna urtare la loro umanità.  Che siano tutti “bravi ragazzi” ce lo dimostra il comportamento del giovane “bombarolo”, in effetti, lui scappava dalla polizia, che era lì proprio per controllare e vigilare, alla vista degli agenti  il giovane esplosivista…innestava la retromarcia e cercava una “via di fuga per il paradiso”…forse scappava perché aveva paura che i poliziotti gli chiedessero “i…documenti” o forse  perché lui …era un timido, uno di quelli cui  “la mamma piangeva quando era piccino per quanto era generoso e altruista e soprattutto  buono e bravo”….  Preso dal panico, spaventato e col sospetto che “potesse venire strangolato”…nel traffico…si è fatto esplodere, e già…c’è chi accoltella c’è chi si fa esplodere .. cose che capitano..e voi come definireste un’azione del genere ? Diamo un nome alle cose e non prendiamoci in giro, io conosco solo un termine appropriato e indiscutibile : attentato terroristico di matrice politica o religiosa o in alternativa, molto probabilmente, era programmato per un’altra data e “location”. Ciò che mi irrita è il perché non si voglia dare una corretta informazione alla gente, che sia un terrorista è fuori discussione, nelle auto italiane ci sono cd e alberi di pino profumati e qualche volta si trova anche il sacchetto bianco… ma esplosivo assolutamente no, perché non è abitudine degli occidentali far saltare gente innocente in aria. Oddio, qualche pazzo lo si può sempre trovare ma è un fenomeno circoscritto ad uno o due elementi. Va bene ..cara stampa egiziana…facciamo finta che ieri  ci sono stati i botti di agosto per festeggiare l’inizio del mese… Però, …continuo a non capire la gente araba.. si fa saltare in aria con l’esplosivo e perché mai ? ….sarà mica che ci credono davvero alle 72 vergini in paradiso ?  06082019

…by…manliominicucci.myblog.it

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Egitto, esplosione al Cairo atto terroristico: 20 morti

epaselect epa07757106 People transport an injured from a blast inside the National Cancer Institute, Cairo, Egypt, 04 August 2019. According to reports, at least one person died and after an oxygen tube exploded at the National Cancer Institute in Cairo.  EPA/MOHAMED HOSSAM

Testimoni, auto fuggiva a un controllo della polizia

Redazione ANSAROMA

05 agosto 2019

Un boato, poi le fiamme. Notte di paura al Cairo in seguito a un’esplosione avvenuta davanti all’istituto oncologico, vicino al centro della capitale egiziana. Le vittime, secondo un bilancio provvisorio, sono 20 mentre altre 30 persone sono rimaste ferite, alcune delle quali in gravi condizioni. Le autorità hanno invece fatto evacuare 54 pazienti dall’ospedale per farle ricoverare negli ospedali di Mahad Nasser ed Hermel.

Il presidente egiziano Abdel Fattah el Sisi, lo ha definito un atto “terroristico” sulla sua pagina Twitter e Facebook.

Al momento la dinamica sull’accaduto non è molto chiara, ma dalle prime indagini risulta che l’esplosione sia stata provocata da un’auto che, in retromarcia e a forte velocità, è stata lanciata contro altri tre veicoli posti nelle vicinanze dell’ospedale.

In un primo momento l’incidente è stato attribuito all’esplosione di una bombola d’ossigeno all’interno dello stesso ospedale, ma in un secondo momento è stato accertato che lo scoppio è avvenuto a causa dell’auto in contromano. Il pm egiziano Nabil Ahmed Sadeq ha aperto un’inchiesta e inviato una squadra di investigatori sul posto. Secondo alcuni testimoni, il conducente stava fuggendo a un controllo della polizia e dentro l’auto aveva probabilmente dell’esplosivo.

Questo spiegherebbe la violenta esplosione che è stata sentita anche a chilometri di distanza e che ha fatto tremare i vetri di alcune abitazioni. Le fonti della Sicurezza sono sul posto per raccogliere le testimonianze e valutare i danni. Il numero delle vittime potrebbe aumentare nelle prossime ore in quanto alcuni dei feriti sono stati ricoverati in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva. L’impatto ha anche danneggiato le barriere di ferro lungo il Nilo e qualche cadavere, secondo le fonti della Sicurezza, potrebbe essere caduto nel fiume.