cronaca di vita quotidiana in Italia e nel mondo

LA CADUTA DEGLI…DEI…

LA CADUTA DEGLI…DEI…

Cari amici, quando ho letto il contenuto del link sottostante, riferito alle vicissitudini di una blogger danese, c’è voluto un bel po’ di tempo…per riprendermi, la profonda delusione associata alla incredulità della storia, vera e non bufala,  mi ha portato ad uno stato di “abbattimento ideologico”  immediato,  stentavo a credere a quel che leggevo e.. piano piano la profonda delusione ha preso corpo in uno smisurato schifo dalle dimensioni inenarrabili associata ad una rabbia incontenibile… . Spiego nel dettaglio, nel marzo scorso, Jaleh Tavakoli, una blogger danese di origine iraniana, che critica apertamente l’Islam, ed è autrice del libro Public Secrets of Islam, è stata minacciata dall’Autorità danese della vigilanza sociale (Socialtilsyn Øst) che avrebbe potuto perdere la custodia della figlia adottiva dopo aver condiviso un video online dello stupro e dell’uccisione in Marocco di due giovani donne scandinave per mano dei terroristi dello Stato islamico. A fine lettura il “118” era quasi alla porta di casa, sì, mi sono crollati in un solo secondo tutti i miti, “i miei dei ideologici” quelli nordici dai quali traevo la forza e l’ispirazione per un’Europa moderna, civile, libera , democratica e soprattutto cristiana. Se non avete ancora letto il link, vi anticipo le mie riflessioni :  succede che nella meravigliosa Danimarca la libertà di pensiero e di parola è andata a farsi benedire, per volere e volontà, a quanto pare, ad una vera e propria sottomissione alla… “religione islamica”.., addirittura persino le istituzioni scricchiolano e tremano dinanzi al potere islamico sino al punto che si arriva a minacciare una madre, lei la blogger, di toglierle l’affidamento della figlia adottiva se non avesse modificato il suo pensiero anti islamico e non avesse optato per l’arte, molto nota nei paesi a regime islamico e totalitari, del silenzio e della negazione della …”blasfemia”. Attenzione tutti, l’episodio, drammatico in tutti i suoi aspetti, è di qualche giorno fa e non di secoli passati e i cui particolari sono riportati nel servizio giornalistico . È incredibile come il paese più civile e moderno del globo sia caduto così in basso, regredito sotto i colpi islamici, una battaglia persa….e senza neanche sparare “un solo colpo di cannone”, e su questa frase, “intenda chi vuol intendere” ed è riferito ai trascorsi italiani sulla immigrazione del “mare eorum”(mare loro) e non più “nostrum”… Sapevo delle critiche condizioni di vita sociale danesi ma non immaginavo minimamente che un paese europeo vivesse questa drammatica realtà ed ora, con la nuova sentenza della corte europea sull’impossibilità di rimpatriare gli immigrati, anche i colpevoli di reati gravi, siamo arrivati sul bordo del baratro e oggi… più che mai dobbiamo fare attenzione a cosa scegliere il 26 di Maggio, no, non è un referendum ma è il nostro “pass” per la libertà e democrazia che in Danimarca come in altri paesi oramai appartiene al passato. 18052019

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jaleh

La madre blasfema della Danimarca

Published on 29 aprile 2019  in Esteri/Le Brevi  di Le Brevi

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“Questo è un incubo. Siamo sotto shock “, dice Jaleh Tavakoli. Il mese scorso, la 36enne irano-danese, voce critica dell’Islam ha ricevuto notifica dai servizi sociali danesi che non è più in grado di prendersi cura della sua bambina di 8 anni che è ha allevato dalla nascita. Perché? Tavakoli, editorialista e autrice, dice che è a causa delle sue opinioni politicamente scorrette sull’Islam. I servizi sociali sostengono che stanno facendo l’interesse della bambina potenzialmente vulnerabile. Tavakoli vive sotto le precauzioni di sicurezza, è stata minacciata per le strade di Copenaghen ed è anche sopravvissuta a un attacco jihadista nel 2015.

La Danimarca, un regno di appena 5,7 milioni di persone, si colloca costantemente tra i primi paesi al mondo negli indici di qualità della vita. Il piccolo stato nordico è invidiato per il suo forte sistema sanitario universale, alti livelli di fiducia e benefici per il benessere estremamente generosi. Nel 2018, si è classificato al terzo posto nel mondo per avere i cittadini più felici secondo il rapporto della felicità mondiale delle Nazioni Unite (ha superato la lista tre volte dall’inizio della relazione nel 2012).

La Danimarca ha anche sistemato centinaia di migliaia di immigrati, principalmente dal Medio Oriente, dall’Africa e dall’Europa dell’Est. Oggi, circa il 10 percento della sua popolazione è costituito da immigrati, un rapido cambiamento demografico iniziato solo negli ultimi decenni. Eppure, al di là della facciata dei sondaggi sulla felicità e dello stato sociale, la Danimarca non è stata in grado di sfuggire alle tensioni sociali e politiche che ora affliggono il corpo politico di quasi tutti i paesi del continente. L’immigrazione, l’islamismo e l’integrazione sono questioni salienti anche nel luogo più felice della terra.

In questo contesto, gli scritti di Tavakoli hanno trovato risonanza e resistenza negli ultimi dieci anni. ” Islam, immigrazione musulmana e morte dell’Europa .” ” Smetti di processare le domande di asilo in Danimarca .” “I musulmani stanno dividendo le famiglie .” Queste sono alcune delle colonne scritte da lei in Jyllands-Posten . Il quotidiano è noto al di fuori della Danimarca per aver pubblicato le vignette satiriche di Mohammed nel 2005 che hanno scatenato proteste mortali in tutto il mondo. Per i danesi, questo è stato il loro momento per Salman Rushdie, un evento che ha aperto gli occhi e che ha sollevato domande nel mainstream sulla blasfemia islamica in Europa. Da allora, la minaccia dell’Islam radicale è solo aumentata. Funzionari dell’intelligence riferiscono che oggi la principale minaccia terroristica del paese provienesimpatizzanti dell’islamismo militante . Stimano che dal 2012 circa 150 cittadini danesi abbiano lasciato il paese per unirsi ai movimenti jihadisti, come lo Stato islamico, in Medio Oriente. Circa un terzo da allora è tornato .

Lo scorso dicembre, Tavakoli ha condiviso un link sulla sua pagina Facebook personale su un post di Reddit che conteneva un video della decapitazione del turista danese Louisa Vesterager Jespersen in Marocco da parte dei jihadisti dell’ISIS. Anche il turista norvegese Maren Ueland è stato ucciso nell’attacco. Il 13 marzo Tavakoli ha ricevuto una lettera da Socialtilsyn Øst, un’agenzia di servizi sociali locali.

“Quando hai nove anni come ragazza nell’Islam, sei una donna. Dovevo fingere di essere musulmano a scuola “. Dice che gli eufemismi usati da Danes per descrivere l’attacco jihadista in Marocco erano emblematici della loro paura di discutere dell’islam radicale con qualsiasi sostanza.

Oltre alle sue critiche nei confronti dell’islam e delle pratiche musulmane, parla anche contro il regime iraniano, una mossa che può comportare rischi reali. Lo scorso settembre, l’intera isola della Zelanda, dove si trova Copenaghen, è stata chiusa senza preavviso in una massiccia operazione di polizia quando le autorità hanno ricevuto la mancia che l’Iran stava presumibilmente complottando un attacco terroristico contro attivisti sul suolo danese. I ponti per l’isola erano chiusi e ai treni e alle barche non era permesso di lasciare o entrare, scatenando ore di caos. Sebbene Tavakoli non fosse un bersaglio in questa presunta trama, è sfuggita a malapena alla morte nel recente passato.

Nel febbraio 2015, è sopravvissuta a un attacco jihadista di Omar Abdel Hamid El-Hussein, 22 anni, danese di origini palestinesi e giordane. Ha contribuito all’organizzazione dell’evento di Copenhagen per la libertà di parola che ha visto il controverso artista svedese Lars Vilks. Vilks è nella lista dei numerosi gruppi jihadisti, compresi al Qaeda e al-Shabab, a causa di uno schizzo che ha disegnato come cane nel 2007. È sopravvissuto a diversi tentativi di assassinio da parte di estremisti musulmani che vivevano sia in Europa che negli Stati Uniti. Charlie Hebdo e gli attacchi islamisti dei supermercati ebrei accadono poche settimane prima a Parigi, gli organizzatori hanno deciso di non cancellare l’evento. L’allora ambasciatore francese è stato invitato a tenere il discorso principale come tributo.

“Avevamo pianificato un incontro e, anche se eravamo molto nervosi, siamo tutti d’accordo su questo”, ricorda l’organizzatore e autrice Helle Brix. Pensavano che fossero ufficiali armati danesi e svedesi pronti a fornire sicurezza al Centro Culturale Krudttønden il giorno dell’evento, ma si sbagliarono. El-Hussein è arrivato fuori dal locale con un fucile rubato, sparando quasi 30 colpi attraverso le finestre dell’edificio. Un partecipante è stato ucciso fuori. El-Hussein è fuggito in un veicolo rubato. “La polizia e le guardie del corpo avevano armi a mano; il terrorista aveva un’arma automatica “, dice Brix. “Se la polizia non fosse stata respinta, sarebbe entrato nella stanza.”

Il giorno dopo El-Hussein ha ucciso un volontario ebreo alla Grande Sinagoga di Copenaghen. Fuggì di nuovo e alla fine fu ucciso in una sparatoria con la polizia a Nørrebro, il distretto pesantemente immigrato di Copenaghen da cui proveniva. La settimana scorsa sono scoppiate rivolte nella zona dopo che il politico e provocatore Rasmus Paludan ha inscenato una protesta in cui ha lanciato un Corano a terra. Alcuni violenti rivoltosi hanno gridato “Allahu akbar” mentre incendiavano le strade.

Tavakoli mi dice che la sua determinazione a parlare e scrivere sull’estremismo islamico si è rafforzata solo dopo le sparatorie, anche se ammette di avere qualche timore per la propria incolumità. “Ho potuto vedere che il pubblico danese non ha veramente capito cosa fosse successo. I politici direbbero, ‘Perché hai bisogno di provocare?’ ”

Da febbraio 2015 in Estonia sono stati sventati numerosi servizi terroristici da parte dei servizi di intelligence. Nel settembre dello stesso anno, un uomo palestinese ha attaccato un poliziotto con un coltello mentre urlava “Allahu akbar” in un centro per l’asilo a nord di Copenaghen. Nel 2017, una giovane donna musulmana convertita è stata condannata per aver pianificato di far saltare in aria due scuole, una delle quali è una scuola ebraica. E lo scorso dicembre, un uomo siriano è stato accusato di aver complottato un attentato terroristico a Copenaghen usando coltelli ed esplosivi. Nonostante questa realtà, l’islam e l’estremismo islamico rimangono ancora temi sensibili per il discorso tradizionale. All’indomani della furia del terrore di El-Hussein, i danesi hanno effettivamente deposto fiori in un luogo commemorativo in cui è stato ucciso.Oltre 600 persone della comunità musulmana hanno partecipato al suo funerale .

“Ad un certo punto devi avere abbastanza rispetto per te stesso che vedi il crimine per quello che è invece del colore del criminale”, dice Tavakoli. “Pensano o sperano che l’estremismo islamico stia andando via. Non lo è. “Teme che i tentativi di mettere a tacere le discussioni politiche sull’Islam radicale li sposteranno solo verso elementi più intransigenti o militanti della società. Alle prossime elezioni generali, la nuova destra, un partito populista contro l’Islam, ha la possibilità di entrare in parlamento per la prima volta.

Gli amici giornalisti hanno esortato Jaleh Tavakoli a rimanere in silenzio se riesce a superare questa prova con la sua famiglia intatta. Lei rifiuta. “Dov’è il loro senso della giustizia? Se dovessi essere tranquillo, potrei tornare in Iran e vivere. Combatteremo per l’adozione ora più che mai. “E in effetti la sua schiettezza, che l’ha posta in questa situazione, alla fine può rivelarsi alla fine parte della soluzione. Dopo aver attirato l’attenzione sul suo calvario attraverso l’impegno dei media, ha guadagnato il sostegno vocale dei politici e persino l’ ex presidente del Consiglio nazionale della Danimarca per i bambini. I servizi sociali l’hanno informata che stanno rivedendo la loro decisione iniziale.

 

LA POL POT… DEL 2019 !

LA POL POT… DEL 2019 !
È semplicemente allucinante che un’insegnante di lettere faccia becera politica in una classe scolastica, è vergognoso che l’insegnante di riferimento principale nel percorso scolastico dei giovani allievi accostati un ministro della repubblica, di attuale corso, con le leggi razziali del 1938. Siamo alla follia pura, questa donna non insegna lettere, ma odio puro e plasma le menti come un certo Pol Pot, a beneficio di chi non lo conosce lui è” l’eroe dei cambogiani” che nel 1979, non mille anni fa, decretò la morte di oltre due milioni di cambogiani, e non di ebrei, solo perché non appartenevano ai rivoluzionari rossi…. lui,” meraviglioso compagno”, protetto e coperto da tutta la stampa di sinistra e docenti universitari occidentali del tempo era quello che armava… i bambini, sì proprio dei bambini, uguali a quelli che oggi si utilizzano per le speculazioni strumentalizzate dalla stessa classe politica e mediatica che prima nascondevano e coprivano facendo finta di non sapere quel che accadeva in Cambogia, bambini che il “bravo Pol Pot” plasmava all’ideologia comunista trasformandoli in spie e mettendoli orribilmente contro le proprie famiglie e contro i loro stessi fratelli cambogiani. L’insegnante palermitana dovrebbe insegnare e spiegare quel che è accaduto appena 40 anni fa e non ricamare su delle leggi razziali schifate da tutti. Facile fare pressioni su dei ragazzi dall’alto della posizione di insegnante ma a quanto pare non c’è mai fine alle schifo ideologico. Ma perché la “brava insegnante” non ha spiegato ai suoi alunni il perché di tutti gli imprenditori suicida nel governo di sinistra Renzi e Gentiloni pochi anni fa ? Ecco magari spiegare quello sarebbe stato didattico e molto utile, egregia signora non si fa politica in classe, lasci ai giovani la capacità del ragionamento, disamina ed analisi delle questioni storiche e non si sostituisca al suo amico ideologico…. Pol Pot… 16052019

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In un video degli studenti Salvini come il Duce, sospesa la professoressa

Ministero chiede apporofondimenti. Alunno: scelta del progetto solo nostra

Iti Vittorio Emanuele di Palermo

Redazione ANSAPALERMO16 maggio 2019

L'istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele terzo di Palermo. 14 Maggio 2019 Palermo. ANSA / IGOR PETYX

Un’insegnante d’italiano, Rosa Maria Dell’Aria, docente nell’Iti Vittorio Emanule a Palermo è stata sospesa, da sabato scorso, per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale perchè non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti 14enni che nella giornata della memoria avevano presentato una videoproiezione nella quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

La sospensione, con stipendio dimezzato, è stata attuata al termine di una ispezione ministeriale cominciata dopo una serie di post sui social. Tutto sarebbe nato dopo che un attivista di Destra aveva lanciato un tweet indirizzato al ministro all’Istruzione Marco Bussetti: “Salvini-Conte-Di Maio? Come il reich di Hitler, peggio dei nazisti. Succede all’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo, dove una prof per la Giornata della memoria ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti. Al Miur hanno qualcosa da dire?”.

“Non so chi sia stato a proporre, a controllare, a ordinare, a suggerire, però che qualcuno equipari il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini – che può stare simpatico o antipatico – a Mussolini o addirittura a Hitler, mi sembra assolutamente demenziale”. Così, a Potenza, il vicepremier sulla vicenda dell’insegnante d’italiano sospesa per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale.

“Siamo tutti profondamente dispiaciuti per quanto accaduto e solidali con la nostra professoressa. Nessuno di noi era stato obbligato a partecipare a quel progetto, le immagini inserite nel lavoro in power point non sono state scelte dalla professoressa che ci ha dato solo una mano nella sistemazione del testo sotto il profilo linguistico”. Lo dice uno degli studenti di sedici anni della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, docente di Italiano dell’Iti Vittorio Emanuele di Palermo, sospesa dal servizio per 15 giorni.

Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha dato incarico ai propri Uffici dell’amministrazione centrale di approfondire con l’Ufficio territoriale la vicenda della docente Rosa Maria Dell’Aria. La prof di Italiano è stata stata sospesa dall’Ufficio scolastico provinciale perché non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti 14enni che nella giornata della memoria hanno presentato una proiezione nella quale si accosta la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Salvini.

 

LO STRISCIONE DELLA VERGOGNA !

LO STRISCIONE DELLA VERGOGNA !
Caro amico di Napoli, forse è meglio che tu sappia che se in una società, spa o srl qualsiasi, i dipendenti e dirigenti rubano denaro e materiale la colpa è sempre del vecchio amministratore e mai del nuovo che subentrando eredita l’ammanco, anche perché evidentemente i bilanci, sicuramente sono stati taroccati e falsati. Ora capisci bene che i 49 milioni li deve restituire la Lega Nord e non il segretario del nuovo partito che è la Lega di Salvini, quindi due cose un tantino diverse ma non da confondere, infatti lui ha cercato di rimediare solo per difendere il prestigio del partito oramai compromesso,. Che poi tu, ti faccia imbrogliare e strumentalizzare come “l’idiota del villaggio “è cosa grave e deludente. I soldi rubati, per esempio sono quelli degli SMS, soldi donati da privati cittadini e destinati ai terremotati e utilizzati per altri usi che nulla hanno a che vedere con le zone terremotate stesse, o anche come i soldi rubati ai risparmiator delle banche venete e toscane per l’acquisto di “obbligazioni carta…straccia” vendute con l’inganno nelle banche dei parenti del PD. E te ne dico un’altra che tu non sai “caro amico napoletano” e che è stata volutamente tenuta nascosta, l’ex presidente Renzi, ha depenalizzato l’appropriazione indebita sulle ritenute d’acconto, tradotto in semplici parole significa che chi ha rubato i soldi ai suoi agenti-dipendenti, trattenendo le ritenute d’acconto nelle fatture e non le ha poi versate all’erario il denaro trattenuto, l’hanno fatta franca perché il reato è stato cancellato. Certo…con questo Renzi diventa complice di furti che nei fatti con la depenalizzazione ha fatto diventare legali. Ora se tu in ogni occasione citata, avessi esposto uno striscione nel tuo bel balcone di casa, allora io ti avrei capito ed anche apprezzato, sì, perché uno che denuncia un ladro merita sempre rispetto, invece tu no, hai nascosto tanti furti e sei diventato complice nel momento in cui hai esposto quello dei 49 milioni. Vedi ti ho dimostrato che non sei un eroe come tu pensavi ma un volgare complice di chi ha rubato e sei rimasto in silenzio.. esattamente come un testimone oculare dinanzi ad un crimine camorristico che se sta zitto per comodità. Pensaci bene su quel che hai fatto e non sentirti orgoglioso anzi sei stato solo uno strumento della propaganda.16052019

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Napoli,su balconi striscioni antiSalvini

Sui social le foto, domani attivisti in piazza

© ANSA

Uno degli striscioni di contestazione al  ministro Matteo Salvini, atteso domani pomeriggio a Napoli per una riunione del comitato provinciale per la sicurezza, esposti oggi  sui balconi di diversi quartieri della città , 15 maggio 2019
ANSA /

Redazione ANSANAPOLI

15 maggio 2019

(ANSA) – NAPOLI, 15 MAG – Dal rione Sanità allo storico quartiere Materdei, dai Decumani alle Vele di Scampia: crescono in città gli striscioni contro il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini, atteso domani pomeriggio a Napoli per una riunione del comitato provinciale per la sicurezza. Una iniziativa spontanea che si alimenta attraverso i social (su Facebook è stato creato un gruppo ad hoc, con una ventina di iscritti) e che oggi viene rilanciata da Potere al Popolo e dagli attivisti di “Je so pazzo”.
“Prendi una bomboletta, un telo grande e visibile, scrivi ‘Salvini Napoli non ti vuole’, esponi lo striscione da una finestra o un balcone di casa”, chiedono gli attivisti ai cittadini. Domani alle 18 si terrà una manifestazione in largo Berlinguer “per dire con chiarezza che Napoli non accoglierà mai il ministro dell’odio e del razzismo”.

CRISTIANISTI ..SRILANKESI..

Già, facciamo attenzione a non confondere il termine appositamente coniati  con il classico  cristiani, quelli che hanno distrutto le moschee e i negozi dei musulmani non sono cristiani, quelli sono gli  estremisti…radicali, attenzione non quelli di Marco Pannella,  sono gli estremisti che praticano la legge del “pan per focaccia” e nella sua forma più completa  e cioè : “porgi l’altra guancia e rendi quel che ti è stato dato”. Ora non voglio sentire condanne o commenti campati in aria da nessuno, anche perché il santo padre, all’indomani della strage di Parigi di Charlie Hebdo in risposta alle stragi degli ” islamisti” disse : << se qualcuno offende tua madre è giusto che uno lo colpisca >>, questo è più che sufficiente per capire come regolarsi in queste situazioni. Benissimo, quindi per associazione di idee chiedo : se uno ammazza tua madre, caro santo padre,  che deve fare il figlio divenuto orfano ? Embè…. evidentemente alcuni hanno seguito il tuo consiglio caro santo padre, proprio l’altro giorno, in un articolo da me scritto, avevo posto come titolo “chi la fa l’aspetti”.. e inevitabilmente la risposta violenta è arrivata. I “cristianisti srilankesi”….ora sono “incazzati neri” e la vedo veramente nera per i musulmani nello Sri Lanka, c’era da immaginarselo che prima o poi avrebbero reagito e devo dire che andata bene visto che si sono limitati solo a distruggere e non ad ammazzare. Purtroppo ricordo a tanti che c’è poco da ragionare e cercare di vivere in pace con i fedeli di religione islamica, per loro vi è solo una via, o l’infedele muore o deve convertirsi all’Islam, loro non conoscono la democrazia e il dialogo tanto evocato dagli occidentali e non hanno nessuna voglia di vivere in pace con i fedeli altre religioni… visto i recenti massacri in giro per il mondo e nonostante tutto, c’è gente che ancora oggi li difende a spada tratta. Non credo che finirà qui, gli islamici ne hanno fatte troppe e ora i “cristianisti srilankesi ne hanno le palle piene” . Togliessero dal Corano i versetti violenti e iniziassero a rispettare ebrei e cristiani, curdi e buddisti, allora forse si potrà vivere in pace, …forse.. ma loro, li cancelleranno quei versetti ? 15052019

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Sri Lanka, bloccato l’accesso ai social network a causa di episodi di violenza

© REUTERS / Dinuka Liyanawatte
MONDO

14:48 13.05.2019

Alcune decine di persone hanno lanciato delle pietre su moschee e negozi nella città di Chilaw.

sri

In Sri Lanka le autorità hanno nuovamente bloccato l’accesso ai social network, tra cui Facebook e WhatsApp, a seguito della crescita degli episodi di violenza dopo gli attentati terroristici accaduti sull’isola il 21 aprile. I media russi lo hanno comunicato lunedì rimandando al dipartimento d’informazione statale srilankese.

Domenica sulla costa occidentale della località di Chilaw alcune decine di persone hanno lanciato delle pietre a moschee e negozi gestiti da musulmani dopo un conflitto insorto su Facebook. I media locali inoltre riportano informazioni su altri incidenti accaduti nelle zone limitrofe alla città la notte tra domenica e lunedì.

Precedentemente il divieto di utilizzare i social network era stato attuato nei 10 giorni successivi agli attentati, dal 21 al 30 aprile.

Domenica il 21 aprile, giorno in cui i cattolici e i protestanti festeggiavano la Pasqua, lo Sri Lanka è stato scosso dalla serie di attacchi terroristici più grande della storia del paese, con otto esplosioni: sei a Colombo, Negombo e Batticaloa, la settima a Dekhivale, nella parte occidentale dell’isola, l’ottava nella periferia di Colombo. Un’altra bomba è stata trovata sulla strada che porta all’aeroporto internazionale di Bandaranaike. Alcuni degli attentati sono accaduti in chiese cattoliche durante le messe pasquali e in alberghi. Secondo i dati più aggiornati, le vittime sarebbero circa 250.

Responsabile per gli attacchi sarebbe l’organizzazione terroristica Jamaat al-Tawhid al-Watania, legata ai gruppi islamici all’estero. Al momento attuale più di 100 persone sono in stato di fermo con l’accusa di essere coinvolti nella realizzazione degli attentati.

EVENTO MUSICALE

Nella città di Massafra (TA), il 07 di giugno prossimo, si terrà un evento musicale che vedrà impegnato un giovanissimo maestro nella direzione della sua orchestra sinfonica. Ne ascolteremo le note, sotto un cielo desiderabile e alla luce delle stelle con il contorno gradevole di due validi artisti….già noti al grande pubblico. Insomma un evento da vedere …da non perdere, e mi raccomando …i malumori e preoccupazioni varie, per l’occasione, non portateveli dietro lasciateli…a casa…

Manifesto evento musicale massafra

 

SINCERE CONDOGLIANZE !

SINCERE CONDOGLIANZE !
A tutti i popoli europei, “l’ultima vigliaccata” o se preferite l’ennesima pugnalata alle spalle dei cittadini europei è inferta. Una sentenza raccapricciante e senza senso, ora c’è qualche intelligentone che ci spiega perché l’immigrato di un paese che non è in guerra dovrebbe dichiarare di non essere perseguitato nel suo paese e come si fa a dimostrare il contrario ? Se uno rischia la vita per attraversare il Mediterraneo è ovvio, specifico che per la gente che ragiona è ovvio, che una volta arrivato in Europa dichiari di essere un perseguitato politico, e quindi con questa sentenza avrebbe diritto in automatico a diventare cittadino italiano, dico italiano perché il primo porto di arrivo sarà sicuramente italiano. Questa è la morte annunciata del nostro paese e dell’Europa stile occidentale, con la prospettiva che nei prossimi lustri ci sarà una nuova Europa che vedrà di occidentale solo i nomi delle città sulle mappe e cartine geografiche. Certo che sarà così, già ora in Germania i bimbi nati sono tutti di genitori immigrati ma che conservano le loro tradizioni e religione. Questa è la più grande idiozia della storia del continente europeo, perché nei fatti ora che gli africani ed asiatici comprenderanno il vero significato della sentenza si muoveranno alla volta dell’Europa e così si è alle soglie di qualcosa di drammatico. Ancora una volta è dimostrato che la sostituzione etnica è in atto, ma cari signori delle toghe rosse e radical chic, vi assicuro che i vostri figli pagheranno amaramente i vostri errori perché dopo per poter rimediare bisogna metter mani alle armi. Evidentemente non vi rendete conto delle grandi ed enormi rivoluzioni sociali che mettete in pratica con delle “sentenze del cavolo”…no .non vi rendete conto. Sicuramente tanti pro immigrati saranno felici di detta sentenza e i loro figli, figlie, sorelle e mogli lo sono, lo saranno ? Bruttissimo questo giorno di Maggio dove assistiamo alla morte annunciata dell’Europa. Il 26 di Maggio spero proprio che ci sia la tanto e auspicata vittoria dei populisti ….altrimenti “..felici condoglianze” a tutti gli europei…. 14052019

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14 MAGGIO 2019 12:02

Rifugiati, la Corte Ue dice “no” ai rimpatri nei Paesi dʼorigine se rischiano la tortura

“In caso le persone interessate rischino comportamenti inumani”

Rifugiati, la Corte Ue dice "no" ai rimpatri nei Paesi d'origine se rischiano la tortura

In base al diritto europeo, un rifugiato in fuga da un Paese in cui rischia la tortura o altri trattamenti inumani vietati dalla Convenzione di Ginevra non può essere rimpatriato o respinto nella nazione da cui proviene. Lo ha chiarito la Corte di giustizia dell’Ue in una sentenza, precisando che la norma va rispettata anche se lo status di rifugiato viene negato o revocato dallo Stato ospitante per validi motivi di sicurezza.

I giudici della Corte sono stati chiamati a pronunciarsi sulla conformità delle disposizioni della direttiva Ue sui rifugiati con quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra dai colleghi di Belgio e Repubblica Ceca in seguito ai ricorsi presentati da un ivoriano, un congolese e un ceceno a cui è stato revocato o rifiutato lo status di rifugiato per gravi motivi. Una fattispecie prevista dalla stessa Convenzione di Ginevra.

In base alle norme vigenti, secondo la sentenza odierna della Corte, “fintanto che il cittadino di un Paese extra-Ue o un apolide abbia fondato timore di essere perseguitato nel suo Paese d’origine o di residenza, questa persona deve essere qualificata come rifugiato indipendentemente dal fatto che lo status di rifugiato sia stato formalmente riconosciuto”.

Fatta questa premessa, la Corte ha stabilito che la direttiva europea va “interpretata e applicata nel rispetto dei diritti garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue” che “escludono la possibilità di un respingimento” verso Paesi a rischio. La stessa Carta, hanno ricordato i giudici comunitari, “vieta infatti in termini categorici la tortura nonché pene e trattamenti inumani e degradanti a prescindere dal comportamento dell’interessato e l’allontanamento verso uno Stato dove esista un rischio serio che una persona sia sottoposta a trattamenti di tale genere”.

In altre parole, secondo le delucidazioni fornire dagli addetti ai lavori, la sentenza della Corte ha stabilito che il diritto Ue dà ai rifugiati una protezione maggiore di quella riconosciuta dalla Convenzione di Ginevra stabilendo che, anche nel caso di rifiuto o ritiro dello status di rifugiato per gravi e validi motivi, costui non può essere rimandato nel Paese d’origine. Spetta poi alla magistratura nazionale stabilire se l’interessato è da considerarsi o meno un clandestino con tutte le implicazioni connesse a questo status.

E.U.

L’IDIOZIA DELL’IDEOLOGIA…

L’IDIOZIA DELL’IDEOLOGIA…
È dura da capire quanto sia deleteria affidarsi ciecamente ad un’ideologia strampalata e campata in aria, è pericolosissimo metterla in pratica a tutti i costi, tanti purtroppo non si rendono ancora conto che una volta di fronte al problema la sua soluzione nei fatti è irrisolvibile. La gente che scappa, non certamente dalla guerra, dai loro paesi d’origine lo fa esclusivamente per soddisfare la voglia, legittima aggiungo, di una vita negli agi e nei lussi, e siamo sinceri, a chi non piacerebbe vivere senza problemi economici ed avere a portata di mano tutte le comodità del progresso. È ovvio che piaccia a tutti, anche a me piacerebbe avere lo yacht e la Ferrari, ma non li ho né mi fanno gola né rischierei la mia vita o quella dei familiari per averli, come non sarebbe neanche bello abbandonare amici e parenti con i quali si è convissuto per anni. Questi parametri di vita pratica purtroppo non vengono tenuti debitamente in conto da chi promuove l’immigrazione libera ed incontrollata, infatti tutta questa gente è abbagliato ed illusa dai lussi che fanno bella mostra di sé nelle pubblicità televisive o sui giornali. Ragazzi che non hanno neanche una bici o un motorino è facile plasmarli e portarli al “lato oscuro della ricchezza”… Certo, quando arrivano in occidente e si rendono conto di essere stati “fregati” e che l’unico lavoro che si prospetta loro è quello di spaccarsi la schiena a raccogliere pomodori o altro, allora bisogna capire che non è neanche tanto da condannare chi spaccia e delinque, infatti in più occasioni ho scritto che la colpa degli stupri e delle violenze degli immigrati sono da attribuire ai falsi buonisti e ai veri radical chic della sinistra politica che discutono di immigrati e integrazioni nei bei salotti dei loro attici in pieno centro città. E in tutto questo poi assistiamo alle pantomime dei “manovali dell’immigrazione” che sotto mentite spoglie della solidarietà creano volontariamente un tessuto sociale a dir poco devastante per giustificare i tanti slogan d’occasione. Che questi ragazzi ora stiano cercando di arrivare la vedo come una cosa di assoluta normalità, anzi, sono convinto che il tentativo di arrivare in Europa non avrà mai fine, infatti, riflettete e ponetevi lo stesso quesito che mi pongo da anni : e perché non dovrebbero venire ? Il punto è che tanti non capiscono che se apri il rubinetto dell’acqua e togli anche la farfalla che blocca l’erogazione del liquido la casa prima o poi si allaga e non ci vuole molto a capirlo. Lo capiranno gli italiani e gli europei che l’immigrazione non è la panacea dei problemi economici mondiale ma è esattamente l’opposto ? Boh…sono anni che lo dico e scrivo ma evidentemente combatto i mulini a vento ..ai posteri l’ardua sentenza…13052019

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Migranti scavalcano recinzione Melilla

Spagna principale punto di ingresso in Europa

Melillà

Redazione ANSALISBONA

12 maggio 2019

(ANSA) – LISBONA, 12 MAG – Almeno 52 migranti hanno scavalcato la recinzione che separa il Marocco dall’enclave spagnola di Melilla stamani all’alba. Lo riferiscono le autorità spagnole aggiungendo che quattro agenti di polizia e un migrante hanno riportato lievi ferite.
La Spagna è diventata lo scorso anno il principale punto di ingresso in Europa con circa 60mila migranti entrati irregolarmente, la maggior parte dei quali attraversando il Mediterraneo.
 

ROSSI E …. PARADOSSI..

ROSSI E …. PARADOSSI..

All’ennesimo sbarco dei migranti sulle nostre coste dei “salvati in mare” mi son soffermato un attimo ad ascoltare tutti i commenti degli interpreti di questo orrendo lungo e annoso film violento, osceno e criminoso. Prendo spunto dalla puntata del un programma televisivo di Rai tre del pomeriggio di sabato u.s., la puntata è proprio incentrata sugli sbarchi a Lampedusa, vengono rivisti i momenti più salienti degli sbarchi degli ultimi anni, si raccolgono le diverse testimonianze di cittadini isolani, poi si passa agli operatori ed esperti commentatori TV dell’epoca, tutto spiegato in modo veramente chiaro e completo, la tragica  conclusione che emerge è che l’immigrazione era tutta… programmata ….come un vero e proprio show televisivo, un po’ come “il grande fratello dell’immigrazione”, uno  show in diretta dove si assisteva a sbarchi coordinati, controllati e programmati, il tutto ovviamente per creare lo stato d’animo desiderato dagli esperti “navigatori mediatici” al fine di sollecitare la sensibilità umana e nel contempo creare scene da film sensazionali. Tutto questo perché ? E qui che ora “partono le riflessioni” con destinazione ..” verità”. Anni fa ci hanno raccontato che i migranti servivano per pagarci le pensioni e per raccogliere frutti e ortaggi e li abbiamo accolti al costo di 4/5 miliardi euro, e primo paradosso è che la maggior parte di loro lavorano in nero oppure delinquono nello spaccio di stupefacenti e nel fatti non versano i tanti sospirati contributi per “pagarci le pensioni”. Paradosso n.2, i migranti ci costano più di quanto producano e la bilancia pende in giù sempre dalla parte della collettività. Paradosso n.3, ai migranti e stranieri vengono assegnate le case popolari con più facilità rispetto a tanti italiani, i quali non avendo un numeroso nucleo familiare sono sempre svantaggiati rispetto a loro. Paradosso n.4, nonostante i migranti si trovino in casa altrui non rispettano le leggi del paese che li ospita e addirittura pretendono di imporre la propria religione e le proprie usanze. Ora tiriamo la linea e traiamo le conclusioni : io cittadino italiano, mio padre e mio nonno e miei avi prima di me, abbiamo sudato per costruire l’Italia, per dargli una ricchezza e un futuro certo alle prossime generazioni e cosa vedo nella realtà ? Che abbiamo fatto tutto questo per niente, per gente che non conosco ma che non hanno mai fatto niente o dato qualcosa all’Italia, al contrario hanno solo ricevuto, gratuitamente servizi e benefici, e il tutto perché qualcuno, i politici della rossa sinistra, ha deciso di derubarci dei nostri averi, della nostra cultura e tradizione. Paradosso n.5, come mai  nelle università, scuole e centri culturali si permette di fare propaganda politica a favore dell’immigrazione con la scusa della solidarietà senza il normale contraddittorio ? E’ un disastro annunciato…l’Europa cadrà in mano agli immigrati…è solo questione di tempo…Oriana Fallaci aveva ragione. 12052019

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Tunisia soccorre 46 migranti su barcone

In difficoltà a largo Jebeniana. Ieri il naufragio con 70 morti

epa07550344 Migrants, who were rescued at sea, arrive to the port in Almeria, Southern Spain, early 06 May 2019. A total of 54 people were rescued at sea as they were trying to reach the Spanish coast.  EPA/CARLOS BARBAANSA) – TUNISI, 11 MAG – La guardia costiera tunisina ha intercettato in acque nazionali un’imbarcazione in difficoltà al largo di Jebeniana, 35 km a nord di Sfax, con a bordo 46 migranti, dei quali 20 donne, in gran parte di Paesi sub-sahariani, oltre a 6 tunisini. Lo ha appreso l’ANSA da fonti qualificate. Ieri fino a 70 migranti sono annegati quando l’imbarcazione sulla quale erano ammassati è affondata in acque internazionali, a 40 miglia dalla città tunisina di Sfax.

10 Maggio 2019 … Bücherverbrennungen.!

10 Maggio 2019 … Bücherverbrennungen.!
10 Maggio 1933, si dette inizio alle cosiddette Bücherverbrennungen  tradotto in lingua italiana, “roghi di libri”, nella piazza centrale della città di Berlino, gli studenti bruciarono 25.000 volumi di libri non tedeschi, dando di fatto il via alla censura nazista. Un falò grande…grande.. così grande che lasciarono alla storia il monito che stampa , libri e idee devono asservire sempre e comunque il regime. No, si prega di non confonderlo con quello più famoso che si fa in onore di San Giuseppe il 19 di Marzo, ..no, quello  è un’altra roba, ha valore opposto e cioè la propagazione attraverso il calore e la luce dei legni che bruciano l’amore e la pace tra gli uomini, rimarcando quanto sia importante la cristianità il rispetto per gli uomini e la libertà. Nel 1933 invece il rogo aveva un altro obiettivo,  ed era quello di distruggere tutti i libri che potevano rappresentare un pericolo per l’ideologia nazista e  il regime. Cioè, spiego meglio, se uno scrittore “X” avesse scritto un libro che rappresentava un’idea contraria al regime, questi veniva denunciato e arrestato e i suoi scritti, tutti censurati e le stampe originali dei libri distrutti . In alcuni paesi ancora oggi, per chi non lo sapesse, vige ancora la censura di stampa…non vi sorprendete, in Cina, Vietnam, Cambogia, Cuba etc. etc. . In quel drammatico giorno del 1933 vennero bruciati tutti i libri, ovviamente scomodi ad Hitler e alle sue idee, ordendo di fatto il più grande crimine nella storia della letteratura tedesca. Oggi…2019.. assistiamo nuovamente al “rogo virtuale” del 1933, abbiamo nei fatti una censura verso una casa editrice la cui colpa non la si conosce, bruciati ideologicamente  i suoi libri e cosa più aberrante, è che non ho ben capito, chi è …l’Hitler del momento, è forse il presidente del salone di Torino oppure la sindaco Appendino o Chiamparino, o come penso io si è voluto creare una tempesta in un bicchier d’acqua per i soliti motivi elettorali ? E poi, cosa c’entra e qual è l’ipotetico reato commesso dall’editore ? Perché viene incriminato di apologia al fascismo ?  Cosa c’entrano i libri, autori ed editori con l’eventuale reato di apologia al fascismo ? Tra l’altro, non mi sembra che i loro libri siano inni alla morte di esseri umani, o un incitamento all’odio razziale o peggio alla violenza fisica o addirittura alla sottomissione dei popoli o esseri umani perché ideologicamente diversi, quindi, entrando nel merito delle cose.. io posso e devo leggere solo libri che esaltano l’ideologia comunista e antifascista, l’immigrazione e l’integrazione ? Al di fuori di questi indirizzi allora uno è da ….censurare.. se non si sottomette ad essere plasmato secondo il dettame dittatoriale mediatico ? E allora, benissimo, visto che si è così attenti e precisi su determinati argomenti spinosi e delicati, vogliate spiegare a tanti italiani, me compreso, perché il libro degli islamici, il Corano, non viene bandito e messo fuori legge ?  Già, quello ha tutti i presupposti appena citati e che a dir il vero sono considerati reati da diversi articoli della nostra costituzione, difatti è un libro che incita all’odio tra gli esseri umani (Sura 9:5-9:123 e 6:152), un’esaltazione alla poligamia (Sura 65:4-5) e impone la sottomissione alla propria religione agli attuali infedeli…(Sura 5:34), le Sure e i versetti del Corano sono eloquenti, chiari e indiscutibili, quindi perché il Corano non viene censurato e la religione islamica bandita dallo stato italiano mentre per un banale sospetto si censura ? Perché due pesi e due misure ? La casa editrice non ha colpe accertate ma viene indagata per apologia mentre l’islam no…e che diavolo è questa storia ? Già, questo discorso non fa comodo a nessuno, perché la maggior parte dei giornalisti e politici italiani sono asserviti alle lobby internazionali… io invece no, e dico che il popolo italiano non dimentica, questo crimine verso la casa editrice e questo inutile razzismo e censura senza senso.. costerà alla sinistra altri milioni di voti. Il 1933 è tornato con la sinistra italiana stalinista ..è la nuova realtà.. ma tanti non ci stanno..11052019

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(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

8 MAGGIO 2019

Salone del Libro di Torino, estromessa Altaforte su richiesta di Comune e Regione

Gli organizzatori: “Ci adeguiamo a scelta politica”. Lʼeditore: “Assurdo. Faremo causa e la vinceremo”

La Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno chiesto alla associazione “Torino, la città del libro”, al Circolo dei lettori e al Comitato di indirizzo del Salone del libro di rescindere il contratto con la casa editrice Altaforte, vicina a Casapound. Gli organizzatori del Salone hanno fatto sapere di non poter far altro che “adeguarsi alla scelta politica”. L’editore di Altaforte ha annunciato di voler far causa.

La richiesta di Comune e Regione di rescindere il contratto con la casa editrici è arrivata “alla luce della situazione che si è venuta a creare” scrivono in un comunicato congiunto Sergio Chiamparino e Chiara Appendino. Secondo il presidente della Regione Piemonte e la sindaca di Torino Chiara Appendino, la situazione “rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti”, inoltre le “forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di Altaforte. E’ necessario tutelare il Salone del libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone”.

La risposta di Francesco Polacchi, editore di Altaforte, non si è fatta attendere. “E’ una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo”. “Non so perché è stata fatta questa richiesta – afferma – Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri”.

Lagioia: “Assenza della Birenbaum sarebbe stato uno sfregio” – “Domani Halina Birenbaum farà una lectio inaugurale proprio per segnare da che parte stiamo. La sua assenza sarebbe stata uno sfregio per l’evento e per Torino”. Così il direttore artistico del Salone del Libro, Nicola Lagioia ha commentato la decisione di Comune di Torino e Regione Piemonte di estromettere dalla kermesse Altaforte, la casa editrice vicina a Casapound.

Chiara Appendino: “La nostra è una scelta di campo” – “Ci è stato chiesto di fare una scelta di campo, perché non era possibile far convivere due mondi tanto distanti tra loro. E noi abbiamo deciso di tutelare la nostra storia. E’ una scelta di campo – dice la sindaca di Torino, Chiara Appendino – Era inimmaginabile – sottolinea la prima cittadina – avere una testimone della storia come Halina Birenbaum fuori dal Salone e Alforte dentro…”.

BAMBINI..TRASPARENTI..

BAMBINI..TRASPARENTI..

Oggi sono sbarcati 8 bambini e 24 donne, migranti che arrivano da non si sa da dove ma che il bravo TG3 ne ha dato come notizia di rilevante importanza, già… i bambini fanno sempre…notizia e tenerezza, indipendentemente dal colore o dalla provenienza, la cosa più…..”divertente o terrificante” (non so come dire)  fate voi.., è il modo in cui si trattano certe notizie, come se i bimbi improvvisamente fossero diventati  strumento di pressione psicologica sul popolo o peggio un mero sistema di raccolta voti elettorali, oppure come un vero e proprio sistema per annullare la volontà di chi si oppone al loro sfruttamento…mediatico. Poi ci sono dei minori, neonati, bambini e ragazzi dei quali al TG3 non interessa parlarne, con rammarico consto che l’Italia tutta non è a conoscenza e li ignora perché, penso…che ai media non serva distogliere l’attenzione mediatica dai bambini migranti, infatti ad oggi posso dire di non aver mai assistito a programmi o notizie relative alle famose “Casa Famiglia” e ai tanti minori italiani dei quali non si sa più niente di loro, agli esorbitanti costi per la gestione di detti centri e alla difficoltà di ottenere in affido, alle coppie italiane, il minore ospite in quelle case. Bambini che per una strana magia politica di tanti decenni li hanno fatti diventare “..trasparenti”, infatti loro vivono, respirano e mangiano ma noi non li vediamo…che orrore..! La politica pare si stia muovendo, infatti la Lega, ha depositato due proposte di legge per avviare le commissioni competenti al fine di ricercare trasparenza nel vero problema che non è semplicemente legato alla spesa di gestione di queste case ma a contorni ancora non ben definiti ed individuati. Costi che devono far riflettere, non tanto quanto sull’effettivo pericolo di spesa che incombe annualmente e che potrebbe diventare esagerato, ma si ha il sospetto che sia diventato “un business”  per alcuni che gestiscono le strutture, visto anche che non esiste un coordinamento nazionale. Ad oggi, paradossalmente, non si conosce neanche il numero esatto dei bambini (!) ospitati, in quali strutture si trovino e soprattutto se vengono rispettati i criteri minimi stabiliti su servizi e assistenza, costi e trasparenza. E per non finire, non ci facciamo mancare nulla, abbiamo anche la pantomima della retta giornaliera che lo stato spende per ogni ospite, secondo la organizzazione “#Rete5buoneragioni”, è di € 100,00 al giorno come  media nazionale di tutte le strutture presenti nelle varie regioni, si va dai 69,00 di Roma ai 118,00 del Veneto, mentre l’attuale ministro degli interni sostiene che il costo reale, quindi quello speso, è pari ad € 400,00 giornaliere. Da questa “lite di cifre”, incredibile ma vero,…emerge che uno dei due è sicuramente in errore, senza ombra di dubbi, e che si evince chiaramente che il sistema fa acqua da tutte le parti e “dulcis in fundo” nessuno ….ne parla… e quando i media non ne parlano adeguatamente, vuol dire che forse il ministro non ha …tutti i torti… diversamente sarebbe stato attaccato in modo violento, specie dalla sinistra politica. Quindi meglio parlare dei bimbi in mare, quelli si vedono e portano soldi alle cooperative e poi servono…soprattutto i bambini morti…servono ad alcuni politici per andare in TV e recitare la parte della “mammina addolorata”.. mentre sotto casa sua, magari c’è qualche bambino che chiede l’elemosina oppure non ha neanche un cappottino rosso per scaldarsi e proteggersi dal freddo. Certa gente è così, dei problemi esposti non sa neanche da dove iniziare a parlarne ma sono bravi e capaci di strumentalizzare qualunque situazione… Quanta ipocrisia…ora anche i bimbi devono far politica…sono nauseato….10052019

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bambini

LE CASE FAMIGLIA FANNO GOLA ALLA LEGA

Estreme Conseguenze

 Giornalista

SCRIVI ALL’AUTORE | PUBBLICATO IL 15 APRILE 2019

33 MINUTI

Il Ministro Salvini sceglie di affrontare una nuova grande battaglia, annunciando una commissione d’inchiesta sulle “case-famiglia”. Ma appena un anno fa è stata chiusa un’indagine parlamentare che ha messo in evidenza i controlli, i finanziamenti, e le disfunzioni di molte comunità familiari, come sull’affido in generale. L’Osservatorio Infanzia è scaduto senza essere mai stato convocato.

Estreme Conseguenze ha intervistato coloro che hanno partecipato a quella commissione tra cui Catia Pichierri, avvocato responsabile nazionale dell’ufficio legislativo e legale dell’Associazione Rete Sociale, che si occupa della tutela legale delle famiglie fragili “Il tema è urgente, ma non diventi propaganda. Se la commissione avrà un’azione coercitiva ben venga, ma che si parta subito senza perdere altro tempo. Non ci si fermi sull’idea che serva sapere se c’è un solo bambino o ce ne sono cento. Chi decide sulle fragilità familiari deve essere un professionista formato ed esperto e non un magistrato che poco tempo prima, o addirittura in alcuni Tribunali contestualmente, si è occupato di sfratti o di recupero del credito”.

Roberto Thomas, per trent’anni Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma e oggi professore di Criminologia minorile alla Sapienza di Roma non ha dubbi “Ha ragione Salvini. La tutela dei minori non ha colore politico. La commissione ci vuole. Nel corso della mia professione ho fatto chiudere tante strutture irregolari, due ispezioni all’anno e per giunta concordate non hanno senso. Non tutte le case famiglia operano per profitto, tuttavia, un’azione più penetrante e trasparente su come tutto il sistema opera e viene gestito va fatta. Si faccia il Tribunale della famiglia che aspettiamo da 40 anni”.

Gabriele Bartolucci, Vicepresidente Genitori Sottratti, associazione che si batte da anni per la bigenitorialità e la tutela dei minori nella separazione dice “Servirebbe una commissione sulle vittime degli assistenti sociali, più che sulle case famiglia”.

Quanto c‘è di concreto nella nuova commissione parlamentare di inchiesta sulle attività di affidamento di minori alle case famiglia depositata in Senato e alla Camera dalla Lega?  Non sarà un’esigenza elettorale? “Vogliamo fare chiarezza sulle opacità di un sistema che, ad oggi, non consente di avere un quadro chiaro e aggiornato sul numero di minori coinvolti, in quali strutture siano ospitati e se quest’ultime rispettino gli standard minimi su servizi, assistenza, costi e trasparenza”. Così dicono i capigruppo della Lega di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari che hanno spiegato come l’obiettivo sia “verificare che il diritto dei minori a crescere nella propria famiglia di origine sia sempre rispettato ed evitare casi di abuso e di non corretto utilizzo di risorse pubbliche. L’ultima indagine sulle attività e sul funzionamento delle comunità e dei centri a cui vengono affidati i minori, sui criteri di scelta, valutazione e controllo delle famiglie affidatarie e del contesto in cui vivono, aveva già evidenziato numerose criticità nella normativa vigente e l’inadeguatezza del sistema di rilevazione dei dati sui minori fuori famiglia”. All’indagine parlamentare a cui si riferiscono Romeo e Molinari, depositata solo un anno fa, hanno partecipato attraverso decine di audizioni voci plurali come quelle tra gli altri l’Unione Camere penali Minorili, il Coordinamento Italiano contro il Maltrattamento e l’Abuso (Cismai), medici e pediatri e Associazioni come quella bolognese di Genitori Sottratti che, insieme ad un seconda indagine praticamente parallela della Commissione Giustizia della Camera, hanno depositato un documento completo di molte denunce sulle procedure che dovrebbero essere a sostegno della tutela dei minori e sulle pratiche inerenti affidi, adozioni, affidamenti a comunità. Non solo. L’Osservatorio Infanzia è scaduto senza essere mai stato convocato, per esempio, dal Ministro della Famiglia Fontana. Così abbiamo chiesto a chi ha partecipato a quell’indagine il senso di questa nuova commissione, serve davvero? E si deve ricominciare da capo? Come si deve procedere?

Roberto Thomas, per 30 anni Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma e oggi professore di Criminologia minorile alla Sapienza di Roma non ha dubbi “La commissione ci vuole. Nel corso della mia professione di procuratore ho fatto chiudere tante strutture irregolari, due ispezioni all’anno e per giunta concordate non sono il modo giusto per selezionare chi deve occuparsi di minori, la cui tutela non ha e non deve avere colore politico. Sicuramente non si può ragionare solo in termini meramente economici e non tutte le case famiglia operano per profitto, tuttavia, un’azione più penetrante e trasparente su come tutto il sistema opera e viene gestito va fatta. Ci vogliono, per esempio, le telecamere, ci vuole l’obbligo di rendicontazione delle spese, una selezione accurata di operatori validi che non sia solo in un’ottica custodialistica, ma di cura ed educazione, che scavalchi insomma la tendenza ad inserire giovanissimi senza esperienza per lucrare sul budget offerto da comuni. Accanto a comunità certamente virtuose, ci sono case famiglia promiscue, ai confini della realtà con bambini grandi e piccoli tutti insieme, con minori che hanno problemi specifici e quindi che necessitano di cure specifiche: ci vuole criterio anche in questo, ci vuole vigilanza assoluta. E soprattutto un cambio di paradigma su cosa si può fare dal punto di vista dei controlli se anche non si è sollecitati dalle segnalazioni. La magistratura ha, forse, le sue responsabilità, spesso è distratta e non dimostra tutta l’attenzione che dovrebbe rivolgere ai minori, in un sistema che deve mettere sempre al centro l’ascolto del minore e in prima istanza il minore inserito nella sua famiglia naturale. Si parla del Tribunale della famiglia da ormai 40 anni, sarebbe ora di attuarlo”.

Meno scrivanie più cura, sembra voler dire Thomas, elemento condiviso anche da Catia Pichierri, avvocato responsabile nazionale dell’ufficio legislativo e legale dell’Associazione Rete Sociale, che si occupa della tutela legale delle famiglie fragili, anche lei tra le auditrici di quella Commissione voluta dalla Bicamerale Infanzia e che ci dice “Un interessamento da parte del Ministro Salvini al tema della case famiglia non mi è nuovo. Ne parlò tre anni fa quando era all’opposizione durante una trasmissione televisiva. Tuttavia, proprio perché si tratta di un tema grave e urgente, val la pena prestare qualche attenzione perché non diventi semplice propaganda, e un brutto gioco di potere che nulla ha a che vedere con la trasparenza che viene chiesta da anni. Si affronti l’inchiesta con la volontà di riformare per intero tutto il sistema. Se la commissione avrà un’azione coercitiva ben venga, ma che si parta subito senza perdere altro tempo. Serve davvero sapere se c’è un bambino in casa famiglia, o ce ne sono cento? I dati raccolti in tutti questi anni sono sempre stati molto parziali, e al ribasso e non tengono conto del fatto che per esempio ci sono state almeno 4 procure che non hanno mai fornito i propri numeri. Non tengono conto di chi scappa e scompare dalle strutture, senza darne alcuna traccia. Un dato certo ce lo ha detto anni fa l’Istituto degli Innocenti incaricato dal governo di realizzare un censimento delle cause degli allontanamenti. I motivi principali (parliamo del 2010) più ricorrenti che furono evidenziati erano – elenca Pichierri- il 37% dei bambini  allontanato per inadeguatezza genitoriale; il 9% per problemi di dipendenza di uno o entrambi i genitori; l’8% per problemi di relazioni nella famiglia; il 7% per maltrattamenti e incuria; il 6% per problemi sanitari di uno o entrambi i genitori. Quel 37% di casi di allontanamento è evidentemente legato al “pregiudizio di inadeguatezza genitoriale”. Concetto quest’ultimo non esistente nel mondo giuridico e nella legge ma solo nella ‘mente’ di parte della Magistratura e che si presta a una valutazione discrezionale della Magistratura su cui anche qui si giocano rapporti di potere per cui ho sentito personalmente affermare da un giudice che la bambina sarebbe stata collocata in altra famiglia se i conflitti tra i coniugi non fossero finiti”. C’è un diritto costituzionalmente garantito, che è quello del minore di crescere e vivere nella propria famiglia di origine che viene violato con molta, troppa facilità. La legge 149/2001 sancisce chiaramente che il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito del nucleo familiare d’origine, nei cui confronti le istituzioni debbono disporre interventi concreti di sostegno e di aiuto. In quest’ottica, l’allontanamento dovrebbe costituire l’estrema ratio, un provvedimento residuale, e comunque un punto di partenza per conferire supporto alla famiglia, avendo come obiettivo il rientro del figlio. Insomma, se vogliamo agire sulla tutela dei minori dobbiamo necessariamente parlare di tutela della relazione famigliare di ogni singolo minore. E su questo non mi sembra che, ad oggi, sia stato fatto nulla”.  Se invece di creare un sistema di profitto attraverso le rette delle case famiglia si lavorasse sul sostegno avremmo già fatto un passo avanti. Anche sul tema delle perizie e degli assistenti sociali mi sento di dover fare delle considerazioni: i meccanismi, tutti, devono essere seri come seri devono essere gli interlocutori perché si decide su un bambino, compromettendo per sempre la sua vita. Se l’Italia è stata sanzionata almeno 18 volte dalla Corte dei Diritti umani proprio sulle modalità con cui affronta il problema delle fragilità familiari è per la inefficacia delle proprie sentenze: questo non può che dirci che non viene fatto scrupolosamente l’interesse del minore. Anche qui ci vogliono controlli stringenti, regolari, assidui oltreché una preparazione multidisciplinare. Non è infatti ammissibile che, come mi è capitato di vedere in questi giorni, una madre venga addirittura condannata ad un anno e sei mesi di reclusione poiché il magistrato non ha evidentemente voluto approfondire quanto accertato dallo stesso proprio Consulente, ossia che il trauma della figlia non fosse legato ad asseriti maltrattamenti familiari bensì dall’allontanamento dalla famiglia di origine che la minore aveva subito in tenera età per mano dei servizi sociali. Così come non è ammissibile che le sentenze in materia familiare siano spesso elaborate non in base alla legge ma allo stato emotivo di quel particolare giudice che porta il proprio vissuto, anche infantile, nella propria sentenza. Occorre quindi che chi debba decidere sulle fragilità familiari sia esso stesso un professionista formato ed esperto in tale settore e non invece un magistrato che poco tempo prima, o addirittura in alcuni Tribunali contestualmente, si è occupato di sfratti o di recupero del credito. E non si è certo esperti perché si appartiene ad una sezione che formalmente viene definita “specializzata”, ma lo si diventa dopo una formazione specifica e multidisciplinare.

A non essere d’accordo sull’inchiesta è Gloria Soavi, presidente del Coordinamento italiano contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (Cismai): “Non si può ricominciare da capo, quando è già tutto molto chiaro e ben scritto. Quell’indagine parlamentare raccoglie dati ed esperienze, ed evidenzia come le forme di controllo ad opera di servizi sociali, Ausl e procure minorili già ci sono. Se ci sono strutture che non operano in modo adeguato si intervenga e si evitino dannose generalizzazioni. Esiste inoltre un Piano nazionale infanzia (Pni) varato dall’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza, che per il biennio 2016-2017 aveva individuato, fra le aree prioritarie di intervento, anche il sostegno alla genitorialità, al sistema integrato dei servizi e a quello dell’accoglienza. Il monitoraggio di quel Piano è stato licenziato a luglio 2018 dall’Osservatorio per l’Infanzia e l’Adolescenza, ma non è mai partito. E la struttura non è stata mai convocata dal ministro Fontana. Ecco perché dico che questa commissione d’inchiesta è inutile: si tenga conto di quello che abbiamo già fatto e soprattutto non si avvii nel paese, in un ambito così complesso come questo, una “caccia alle streghe” di cui non c’è davvero bisogno. Il modo migliore per cambiare quello che non funziona è costituire un sistema permanente di monitoraggio e verifica della qualità perché, più che di inchieste, c’è la necessità di sostenere le agenitorialità che non è solo quella rappresentata dalla famiglia tradizionale. Il Ministro Salvini semplifica con il termine  “business” quello che nella realtà dei fatti è un sistema molto più complesso e delicato. Per esempio nessuno parla mai di “giusto costo” riferito a standard di qualità garantiti da tutte le strutture, da nord a sud Italia. Ci sono, infatti, comunità virtuose costrette a chiudere – interrompendo percorsi che sono di alta qualità – per i gravissimi ritardi accumulati dai Comuni nel liquidare gli importi necessari alla copertura dei costi vivi. La Legge di Bilancio 2018 aveva introdotto un fondo sperimentale per neomaggiorenni che ad oggi, però, non è ancora partito e che – seppur importante – non coprirà il fabbisogno di tutti i ragazzi una volta usciti da queste comunità. E non si ricorda che sono le stesse associazioni e strutture coinvolte a creare, spesso a proprie spese, percorsi virtuosi per questi ragazzi che diversamente si troverebbero ancora una volta soli ad affrontare il loro futuro. Tra le tante valutazioni economiche questo aspetto non è secondario. Piuttosto che indagare ciò che è già indagato, impegnando nuovi capitoli di spesa per acquisire informazioni che abbiamo già, sarebbe il momento di parlare di prevenzione. Da anni il Cismai si impegna su questo in perfetta sintonia con l’Oms che, non da ieri, ha predisposto le linee guida di prevenzione come, ad esempio, l’homevisiting che in altri paesi funziona molto bene: ha abbassato i numeri dei fuori famiglia e hanno diminuito non solo i costi dello Stato ma, soprattutto, i costi umani della sofferenza dei bambini. Nel nostro paese invece si fa prevenzione terziaria e così si arriva tardi, con interventi riparativi dopo che maltrattamenti e abusi si sono già verificati. Il sistema di protezione va ripensato come uno degli strumenti da mettere in campo, fra gli altri, e non come il solo strumento che sspesso si configura come ultima spiaggia! Serve che partiamo dal bambino reale fin dai suoi primi momenti di vita, dal sostegno vero alla genitorialità fragile, se davvero vogliamo cambiare le cose. Invece che fare passare il messaggio, falso e scorretto, che tutti i bambini e i ragazzi in comunità siano adottabili (solo il 5% di essi lo è, circa 779 minori su 12.000 come dicono i dati Ministero del lavoro e delle politiche sociali), con grave torto alle loro famiglie d’origine che vanno aiutate”.

Il Cismai ha lavorato, per esempio, qualche anno fa ad una ricerca (2013) con l’Università Bocconi che ha stimato in circa 13,056 miliardi di euro annui, ovvero lo 0,84% del Pil, il costo della violenza all’infanzia. I soli casi nuovi incidono per 910 milioni di euro ogni anno. Tra i costi diretti per la cura e l’assistenza dei bambini vittime di maltrattamento, per la voce ospedalizzazione si giunge alla stima di una spesa annua sostenuta di 49.665.000 euro, per la cura della salute mentale di 21.048.510€, mentre per i costi di welfare si sommano le spese per strutture/prestazioni residenziali (163.818.655€), di affido familiare (12.648.948€) e per il servizio sociale professionale (38.052.905€). La spesa per interventi diretti per il rispetto della legge è stata stimata in 3.166.545€ e per la giustizia minorile in 50.215.731€. Inoltre, va detto che, il bambino maltrattato crescendo spesso diventa un adolescente e un adulto problematico, che può gravare sulla collettività. I costi indiretti sono quelli più pesanti: si passa attraverso i 209.879.705€ spesi per l’educazione speciale, i 326.166.471€ stimati per la cura della salute da adulti, 5.380.733.621€ per spese di criminalità adulta, 152.390.371€ per delinquenza giovanile e 6.648.577.345€ di perdite di produttività per la società. Sommando le voci dirette e indirette si giunge così alla stima di 13,056 miliardi all’anno versati dalla collettività in un anno. “Un conto troppo salato – dice sempre Soavi- di cui nessuno ha mai davvero tenuto conto e che una corretta politica di prevenzione avrebbe potuto contenere fortemente, oltre a ridurre le sofferenze di migliaia di bambini”.

Per quanto riguarda invece i dati sul maltrattamento l’unica ricerca epidemiologica, condotta nel nostro paese, risale al 2015 (Cismai, Terre Des Hommes e Garante Nazionale per Infanzia e l’adolescenza) e ci permette uno sguardo nazionale sul fenomeno. 91mila erano i bambini e ragazzi in carico ai servizi sociali per situazioni di maltrattamento e abuso. Anche in questa ricerca emergeva come le situazioni arrivano tardivamente (fascia 11-17 anni) all’attenzione dei servizi e come quindi manchi una seria prevenzione. “Finalmente quest’anno – precisa ancora Soavi – grazie all’impegno della Garante Nazionale, si avvierà un’altra ricerca e potremo attuare quel monitoraggio che la Commissione Onu ci richiede da anni. Si potranno così aggiornare i dati riferiti all’entità del fenomeno e programmare gli interventi necessari per i quali è necessaria la giusta sinergia tra i diversi interlocutori.

Su questa nuova commissione non è d’accordo neppure il Presidente dell’ordine degli Assistenti Sociali Gianmario Gazzi che ad Estreme Conseguenze dice “Non credo che una nuova commissione possa trovare qualcosa di diverso dalla precedente. Del resto c’è già la Bicamerale Infanzia e Adolescenza di cui il senatore Pillon è vicepresidente. Un’altra indagine, per noi, dunque, non serve. Piuttosto bisogna fare un ragionamento sull’intero sistema dei servizi sociali. Serve che funzioni il servizio educativo domiciliare, che ci siano i centri diurni per bambine, bambini e genitori, che siano aperti i dimenticati consultori familiari. Il problema è che a forza di tagli sul sociale, tutto ciò è quasi sparito”. E sulle responsabilità, sempre molto discusse, degli assistenti sociali precisa “Dove ci sono rilevanze penali interviene la giustizia, i tribunali, gli avvocati. Noi, da parte nostra, quando arrivano segnalazioni all’ordine apriamo un procedimento di verifica. E nei casi di conclamata violazione del nostro codice deontologico siamo intervenuti anche costituendoci parte civile in alcuni processi. Che fare? Da anni chiediamo specifici interventi sulla professione, sulla formazione degli assistenti sociali, per innalzare la qualità del nostro intervento che, ribadisco, è teso sempre a rendere la vita di un minore migliore di quella che ha”.

Un’inchiesta sulle vittime degli assistenti la chiede Gabriele Bartolucci, Vicepresidente Genitori Sottratti, associazione che si batte da anni per la bigenitorialità e la tutela dei minori nella separazione, audita sempre in quell’occasione e che oggi dice ad Estreme Conseguenze dice “Servirebbe una commissione sulle vittime degli assistenti sociali, più che sulle case famiglia. Perché la realtà non è fatta soltanto di minori fuori dalle famiglie naturali, ma anche e soprattutto di bambini e ragazzi che sono attenzionati dai servizi sociali, e questo numero è molto più grave ed è un dato su cui in pochi hanno davvero coscienza. Di questo abbiamo parlato quando siamo stati sentiti in Commissione, di una condotta intasata da pratiche spesso superficiali e negligenti verso genitori vittime di tribunali e di un sistema giuridico che alle famiglie che si separano non concede alternative, né soluzioni di assistenzialismo in grado di guidare i genitori separati verso una nuova forma di esistenza che non privi di risorse economiche, di affetti e di dignità nessuno. Né genitori, né figli. Il dialogo, quando un genitore si separa, cade dall’alto verso il basso. E gli Enti, una volta messi in moto, alzano un muro. La crisi economica o famigliare non è una scelta, ma una volta che il “modello” non corrisponde più a quello che lo Stato si aspetta debba essere ecco che si viene stigmatizzati. Abbiamo presentato una dettagliata relazione che racconta bene che cosa accade quando è in atto una separazione: se hai le risorse per poterti tutelare e se hai la capacità di poterti rappresentare di fronte alla giustizia, cioè di fronte alle interfacce di cui la giustizia si avvale nel caso della tutela dei minori, riesci a farlo, diversamente non ci riesci. E nel momento in cui interviene la tutela dei minori, tra la famiglia naturale e il minore si crea uno spazio che definisce attraverso una formula estremamente astratta che cos’è un genitore adeguato. In un marasma fatto di condotte negligenti e superficiali di difensori e di servizi sociali si consumano i destini di migliaia di vite umane. Abbiamo sottolineato come i servizi sociali non dipendano – e questo è un tasto fondamentale  – in maniera diretta e funzionale dall’autorità del Tribunale. Tribunale che è stato istituito nel 1934 e che non ammette il contraddittorio.  Che attua provvedimenti che durano un tempo infinito (i famosi affidi sine die che sono circa il 60%), così i minori e le loro famiglie rimangono nel limbo dell’assenza di una decisione attraverso un processo documentale, in cui non si ascoltano le parti, ma si leggono le relazioni che arrivano dai servizi sociali. E’ chiaro che c’è uno sbilanciamento. E su questo nessuno ha fatto davvero mai nulla. I minori crescono così disagiati, senza la fondamentale figura di uno dei due genitori o con la falsa rappresentazione di una figura genitoriale non corrispondente alla realtà (descrittogli dal genitore malevole come assente o cattivo o abusante) per anni, anche maturando disturbi della personalità importanti. Studi che certificano che chi ha avuto a che fare con i servizi sociali avrà figli che avranno a che fare con i servizi sociali, è un dato di fatto. Questo per dire – e anche in quell’occasione lo abbiamo detto molto chiaramente – che il nostro sistema è fatto per reagire reprimendo e demonizzando i conflitti invece di dotarsi della capacità di affrontarli e sciogliergli con cura, pazienza e coscienza.

Anche  l’avvocato Carla Lettere, membro del direttivo dell’Unione nazionale Camere minorili, audita in quell’occasione, è d’accordo sul fatto che la priorità sembra non essere mai l’ascolto del minore. Elevata rimane la tendenza a collocare i minori di età compresa tra zero e tre anni in comunità invece che in famiglie affidatarie come elevata è la durata degli affidamenti famigliari.

Di filiera tragicamente imperfetta parla infine Loredana Greco, responsabile a Roma del Coordinamento Interassociativo Colibrì che ha scritto un appello diretto proprio a Salvini, dopo aver saputo di questa inchiesta“affinché non si speculi su questa enorme voragine del dolore. Il sistema di affido minorile è una fabbrica di soldi per tutti, nessuno escluso e se davvero si vuole fare qualcosa di concreto basta prima di tutto toccare l’articolo 403 del codice civile, che disciplina l’intervento dell’autorità pubblica volto ad allontanare con urgenza un minore da una situazione di pericolo per collocarlo in un ambiente protetto. La pubblica autorità alla quale fa riferimento l’articolo finisce, di fatto, per coincidere sempre con i servizi sociali locali. E una serie immensa di casistiche che noi associazioni abbiamo in mano, raccontano di fatto come già questo sia il modo più diretto perché i bambini siano di fatto condannati ad essere orfani con genitori in vita. Con un costo sociale altissimo. A Salvini dico che quello che serve non sono le inchieste, ma le azioni concrete. Lo Stato smetta di essere nemico dei bambini e delle famiglie: serve un Tribunale della famiglia, serve la responsabilità penale degli operatori che sbagliano e la massima vigilanza su chi accoglie i bambini. Mi sono occupata personalmente dell’inchiesta a carico della cooperativa umbra Il Piccolo Carro, che solo oggi e grazie al coraggioso impegno di associazioni e con il supporto della trasmissione ‘Chi L’ha Visto?’ si scopre essere un luogo dove non fosse in alcun modo possibile tenere dei bambini bisognosi di cure e attenzione. Oggi si è acceso un faro su tante vicende opache, che riguardano per esempio la scomparsa di Sara Bosco e Daniela Sanjuan, due ragazze ospiti della struttura poi ritrovate prive di vita. Eppure abbiamo fatto denunce per anni. Per anni abbiamo detto e scritto a chiunque che quell’attività di accoglienza non era lecita. La cooperativa ha inspiegabilmente continuato ad operare nei comuni di Perugia e Bettona. Pensate che tra i soci della cooperativa risultava il figlio della garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Umbria. E I titolari sono inoltre anche i fondatori e ‘capi spirituali’ di una propria chiesa indipendente: ‘A Braccia Aperte’, fino a pochi mesi fa nella stessa sede legale del Piccolo Carro. Questo per dire che di prigioni senza sbarre si parla da anni. Una seria riflessione, e quindi, l’ennesima inchiesta, è già cosa superata. A colpi di perizie, di visite mattutine dei Nas non si risolve nulla. Per essere credibili ci vuole molto di più”.

Sull’esistenza di più falle nel sistema di affidamento, su chi e come si vigila sui minori tolti ai genitori e sul fatto che il 60% dei bambini affidati a strutture o a famiglie affidatarie sono sine die avevamo scritto anche questo

https://estremeconseguenze.it/2018/10/10/minori-a-rendere/