NIENTE VELO SUL LAVORO !

17072021 VELO

NIENTE VELO SUL LAVORO !

Finalmente si fa chiarezza su alcuni equivoci religiosi importati dai migranti e dibattuti da anni in Europa e sino a ieri mai affrontati né risolti. Già, parliamo dell’abbigliamento e dal regime alimentare dei mussulmani arrivati in Europa, ovviamente per loro  le abitudini ed il rispetto ai propri convincimenti religiosi  sono punti fermi che non possono essere messi in discussione né sono fonti di argomenti, loro sono obbedienti e da buoni mussulmani devono rispettare le linee guida coraniche e… punto. Però, questo può andar bene nella vita privata ma in quella lavorativa le cose cambiano, se uno è un lavoratore autonomo, tipo un commerciante, i clienti se li sceglie e sono affari suoi… però, può essere deleterio e non può essere tollerato dal datore di lavoro quando ci si troviamo nel caso di dipendenti pubblici o privati che hanno rapporti quotidiani col pubblico. Un vero stato laico deve ragionare così e sono comprensibili le proteste di tanti datori di lavoro che vedono in quell’abbigliamento a scafandro e nel velo un “pericoloso mezzo” di allontanamento dei propri clienti di orientamento religioso o politico diverso. Inconvenienti e perdite di denaro  che hanno sollevato un “vespaio di critiche” e proteste da parte di alcuni datori di lavoro europei che vedono  quei segnali religiosi che indossa la  donna mussulmana proprio una difficoltà di approccio al cliente… regola vincente nelle vendite e nella stipula di contratti per forniture di beni o di servizi. C’è anche da aggiungere il particolare “modus pensandi”  di quelle donne… già, oltre indossare il velo estetico portano nella testa il “velo mentale” e quando devono confrontarsi con degli uomini allora il problema diventa ancora più complicato, perché rivolgere la parola ad un infedele per loro è sempre un problema che preferiscono evitare quand’è possibile. In definitiva la Corte europea ha stabilito che il datore di lavoro può “proibire legittimamente” l’uso del velo islamico o  altri riferimenti religiosi e politici durante le ore di lavoro specie, se questi diventano un mezzo fastidioso e di impedimento nell’attività lavorativa. Ovviamente ci deve essere una reale esigenza ma anche qui entriamo nell’equivoco e nel ridicolo, infatti chi stabilisce i criteri di “esigenza reale “ ? Per il momento va bene così, è un primo passo verso la laicità del lavoro perché in Italia si parla sempre di stato laico ma nei fatti e per comodo elettorale non è mai così, basti pensare che nelle mense scolastiche e degli asili si elimina dal menù il maiale in quanto i bambini e ragazzi mussulmani non lo mangiano e pertanto si evita di inserirlo nel menù  sebbene noi si sia uno stato laico e non islamico,  ma siamo laici solo per convenienza  elettorale… e quando serve  però intanto lo accettiamo in assoluto silenzio e sottomissione. E allora, se parliamo di stato laico per logica tutti i segnali riconducibili ad una determinata religione devono essere eliminati indipendentemente dall’attività che si svolge, se da dipendente o da lavoratore autonomo, esattamente come si è fatto per i canti di Natale, il presepe ed il Crocefisso dei cristiani dalle aule scolastiche. O è come penso io che lo stato è laico solo quando parliamo della religione cristiana e dei problemi connessi alla vita scolastica delle scuole cattoliche e del relativo insegnamento ? Va benissimo così, un primo passo è stato fatto nella giusta direzione perché non si può permettere di accettare e sopportare determinate regole religiose che vedono le donne sempre le vittime predestinate. La fede è una cosa e il lavoro è altra cosa ! 16072021 https://manliominicucci.myblog.it/    https://vk.com/id529229155

Corte Ue, possibile vietare velo e simboli culto al lavoro

‘Ma deve esserci un’esigenza reale’

17072021 VELO

Redazione ANSA

15 luglio 202117:19

BRUXELLES – “Il divieto di indossare sul luogo di lavoro qualsiasi forma visibile di espressione delle convinzioni politiche, filosofiche o religiose può essere giustificato dall’esigenza del datore di lavoro di presentarsi in modo neutrale nei confronti dei clienti o di prevenire conflitti sociali”.

Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue esprimendosi sul caso di due dipendenti di aziende tedesche che erano incorse in procedimenti interni per aver indossato il velo al lavoro. Ma il divieto “deve rispondere a un’esigenza reale del datore di lavoro”.

I giudici di Lussemburgo hanno evidenziato che la giustificazione al divieto di indossare simboli religiosi “deve rispondere a un’esigenza reale del datore di lavoro” e “i giudici nazionali, nella conciliazione dei diritti e degli interessi in gioco, possono tener conto del contesto specifico” dello Stato membro e, in particolare, “delle disposizioni nazionali più favorevoli per quanto concerne la tutela della libertà di religione”.

 

ENGLISH

 

NO VEIL AT WORK!

Finally, some religious misunderstandings imported by migrants and debated for years in Europe and until recently never addressed or resolved, are being clarified. Yes, let’s talk about the clothing and diet of the Muslims who arrived in Europe, obviously for them the habits and respect for their religious beliefs are fixed points that cannot be questioned nor are they sources of arguments, they are obedient and good. Muslims must respect the Koranic guidelines and … period. However, this can be fine in private life but in the working life things change, if one is self-employed, such as a merchant, the customers choose them and it is his business … however, it can be deleterious and cannot be tolerated. by the employer when we are in the case of public or private employees who have daily relations with the public. A true secular state must think in this way and the protests of many employers who see in that diving suit and veil a “dangerous means” of distancing their clients of different religious or political orientation are understandable. Incidents and losses of money that have raised a “heap of criticisms” and protests from some European employers who see those religious signs that the Muslim woman wears precisely a difficulty in approaching the customer … winning rule in sales and stipulation of contracts for the supply of goods or services. There is also to add the particular “modus pensandi” of those women … already, besides wearing the aesthetic veil they carry the “mental veil” in their heads and when they have to deal with men then the problem becomes even more complicated, why address speaking to an infidel for them is always a problem they prefer to avoid when possible. Ultimately, the European Court ruled that the employer can “legitimately prohibit” the use of the Islamic headscarf or other religious and political references during working hours, especially if these become an annoying means of impediment to work. Obviously there must be a real need, but even here we enter into misunderstanding and ridicule, in fact who establishes the criteria of “real need”? For the moment that’s okay, it’s a first step towards the secularity of work because in Italy we always talk about the secular state but in fact and for electoral convenience it’s never like that, just think that in school canteens and kindergartens it is eliminated from the menu pork as Muslim children and teenagers do not eat it and therefore we avoid putting it on the menu even though we are a secular and non-Islamic state, but we are secular only for electoral convenience … and when needed, however, in the meantime we accept it absolutely silence and submission. And then, if we talk about the secular state by logic, all the signals attributable to a specific religion must be eliminated regardless of the activity that takes place, whether as an employee or self-employed, exactly as it was done for Christmas carols, the nativity scene. and the Crucifix of Christians from the classrooms. Or is it how I think that the state is secular only when we talk about the Christian religion and the problems connected with the school life of Catholic schools and related teaching? That’s fine, a first step has been taken in the right direction because we cannot afford to accept and tolerate certain religious rules that always see women as predestined victims. Faith is one thing and work is another thing! 16072021 https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

 

EU Court, it is possible to ban headscarves and cult symbols at work

‘But there must be a real need’

17072021 VELO

ANSA editorial staff

July 15, 202117: 19 

BRUSSELS – “The ban on wearing any visible form of expression of political, philosophical or religious beliefs in the workplace can be justified by the employer’s need to present himself in a neutral way towards clients or to prevent social conflicts”.

This was established by the EU Court of Justice, ruling on the case of two employees of German companies who had incurred internal proceedings for wearing the veil at work. But the ban “must respond to a real need of the employer”.

The Luxembourg judges highlighted that the justification for the prohibition of wearing religious symbols “must respond to a real need of the employer” and “the national courts, in reconciling the rights and interests at stake, can take into account the specific context “of the Member State and, in particular,” of the most favorable national provisions as regards the protection of freedom of religion “.

 

 

FRANCAISE

 

PAS DE VOILE AU TRAVAIL !

Enfin, certains malentendus religieux importés par les migrants et débattus depuis des années en Europe et jusqu’à récemment jamais abordés ou résolus, sont en train d’être clarifiés. Oui, parlons des vêtements et de l’alimentation des musulmans qui sont arrivés en Europe, évidemment pour eux les habitudes et le respect de leurs croyances religieuses sont des points fixes qui ne peuvent être remis en cause ni ne sont sources d’arguments, ils sont obéissants et bons. respecter les directives coraniques et … période. Cependant, cela peut être bien dans la vie privée mais dans la vie professionnelle les choses changent, si l’on est indépendant, comme un commerçant, les clients les choisissent et c’est son affaire… cependant, cela peut être délétère et ne peut pas être tolérée par l’employeur lorsqu’il s’agit de salariés du public ou du privé qui entretiennent des relations quotidiennes avec le public. Un véritable État laïc doit penser de cette façon et les protestations de nombreux employeurs qui voient dans ce scaphandre et ce voile un « moyen dangereux » d’éloigner leurs clients d’orientations religieuses ou politiques différentes sont compréhensibles. Des incidents et des pertes d’argent qui ont soulevé un « tas de critiques » et des protestations de certains employeurs européens qui voient dans ces signaux religieux que la femme musulmane porte justement une difficulté à approcher le client… règle gagnante dans la vente et la stipulation des contrats pour le fourniture de biens ou de services. Il y a aussi à ajouter le “modus pensandi” particulier de ces femmes… déjà, en plus de porter le voile esthétique elles portent le “voile mental” dans la tête et quand elles ont affaire à des hommes alors le problème devient encore plus compliqué, pourquoi s’adresser à un infidèle pour eux est toujours un problème qu’ils préfèrent éviter lorsque cela est possible. En fin de compte, la Cour européenne a statué que l’employeur peut « interdire légitimement » l’utilisation du foulard islamique ou d’autres références religieuses et politiques pendant les heures de travail, surtout si celles-ci deviennent un moyen gênant d’entraver le travail. Evidemment il doit y avoir un besoin réel, mais là aussi on rentre dans l’incompréhension et le ridicule, en fait qui établit les critères du « besoin réel » ? Pour le moment ça va, c’est un premier pas vers la laïcité du travail car en Italie on parle toujours d’Etat laïc mais en fait et par commodité électorale ce n’est jamais comme ça, il suffit de penser que dans les cantines scolaires et les jardins d’enfants c’est éliminé des menu porc car les enfants et les adolescents musulmans n’en mangent pas et donc nous évitons de le mettre au menu même si nous sommes un état laïc et non islamique, mais nous ne sommes laïcs que pour des raisons électorales … et en cas de besoin, cependant, dans en attendant nous l’acceptons absolument silence et soumission. Et puis, si on parle d’état laïc par logique, tous les signaux attribuables à une religion spécifique doivent être éliminés quelle que soit l’activité qui s’y déroule, que ce soit en tant que salarié ou indépendant, exactement comme cela se faisait pour les chants de Noël, la crèche et le Crucifix des chrétiens des classes. Ou est-ce que je pense que l’État n’est laïc que lorsqu’on parle de religion chrétienne et des problèmes liés à la vie scolaire des écoles catholiques et à l’enseignement qui s’y rapporte ? C’est bien, un premier pas a été fait dans la bonne direction car nous ne pouvons pas nous permettre d’accepter et de tolérer certaines règles religieuses qui voient toujours les femmes comme des victimes prédestinées. La foi est une chose et le travail en est une autre ! 16072021 https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

Cour de l’UE, il est possible d’interdire les foulards et les symboles cultes au travail

“Mais il doit y avoir un réel besoin”

17072021 VELO

La rédaction de l’ANSA

15 juillet 202117 : 19

BRUXELLES – “L’interdiction du port de toute forme visible d’expression de convictions politiques, philosophiques ou religieuses sur le lieu de travail peut être justifiée par le besoin de l’employeur de se présenter de manière neutre vis-à-vis des clients ou de prévenir les conflits sociaux”.

C’est ce qu’a établi la Cour de justice de l’UE, statuant sur le cas de deux employés d’entreprises allemandes qui avaient engagé une procédure interne pour port du voile au travail. Mais l’interdiction “doit répondre à un réel besoin de l’employeur”.

Les juges luxembourgeois ont souligné que la justification de l’interdiction du port de signes religieux « doit répondre à un besoin réel de l’employeur » et que « les juridictions nationales, en conciliant les droits et intérêts en jeu, peuvent prendre en compte le contexte spécifique » de la État membre et, en particulier, « des dispositions nationales les plus favorables en matière de protection de la liberté de religion ».

NIENTE VELO SUL LAVORO !ultima modifica: 2021-07-16T22:30:19+02:00da manlio22ldc
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