“DEI DELITTI E DELLE PENE “

La foto segnaletica di Giovanni Brusca diffusa nel maggio del '96.    MIKE PALAZZOTTO/ANSA

“DEI DELITTI E DELLE PENE “

Capita a tutti, prima o poi, doversi confrontare con il famoso testo di Cesare Beccaria, “Dei delitti e delle Pene”, scritto e poi pubblicato nel 1764 . La sua idea era alquanto innovativa e molto umanitaria per quell’epoca, periodo in cui la vita dei malviventi non aveva un gran valore specie quando questi si macchiavano di omicidi o di gravi reati legati al patrimonio dello stato o ai suoi funzionari governativi. La sua “brillante tesi” era, secondo lui, che la pena di morte comminata al criminale di turno, non era abbastanza efficace per scoraggiare le persone dal compiere delitti. Lui sosteneva, principio fondante del suo scritto, e ne era fermamente convinto, che lo scopo di una pena era quello di evitare il ripetersi di reati ed un punizione severa sarebbe servita da esempio per chi intenzionalmente voleva compiere atti criminosi nei confronti del privato cittadino o verso le istituzioni, quindi una sorta di prevenzione al crimine. Da buon cristiano e cittadino di un “stato civile” ho sempre condiviso il suo pensiero, nessun uomo ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo che a sua volta l’ha tolta ad un altro, neanche se la condanna di morte viene stabilita a seguito di regolare processo con sentenza di morte pronunciata da un tribunale. Fin qui il discorso e chiaro, difatti l’ho sempre condiviso  me non solo, ma anche cercato di cementarlo nella società facendo riferimento e legandolo ai sani principi della cultura cristiana. Tutto ciò però, come sempre accade nella vita, richiede la famosa “prova del nove” per poter affermare che il pensiero del Cesare Beccaria era corretto ed è ancora valido ai giorni nostri. Eh sì, perché nel frattempo la criminalità non è più fenomeno occasionale ma è diventata un sistema ben organizzato che mira ad assumere il potere di uno stato attraverso omicidi, estorsioni e sottomissione del cittadino con la forza della paura… Oggi, nel primo giorno di giugno 2021, le cose sono un po’ cambiate rispetto al passato, io stesso che prima odiavo le sentenze di morte eseguite in alcuni stati americani o in quei paesi a governo dittatoriale dove ammazzare le persone per reati ridicoli sono un’abitudine ora devo recitare il “mea culpa” fare retromarcia  e dirmi prima di tutto la verità e cosa ne penso sul pensiero del suocero di Alessandro Manzoni. Beh… le cose dal mio punto di vista sono profondamente cambiate quando vedo che tanti criminali ed omicida sono liberi di circolare e i parenti delle vittime devono assistere al loro ritorno alla vita come se aver tolto la vita ad altro essere vivente fosse stata solo una sfortunata coincidenza. Peggio ancora sapere per il padre di un bambino, strangolato e sciolto nell’acido,  che il carnefice del proprio figliolo ora è… in libertà, non oso neanche immaginare l’amarezza e la delusione per quella famiglia. Con la scarcerazione della bestia oggi si è compiuto un passo verso l’ingiustizia, perché condannare un uomo, reo di ben 150 circa omicidi accertati, non all’ergastolo ma ad appena 25 anni di reclusione è un “calcio in bocca” a tutti parenti delle vittime, nei conti il “sig. acido scarcerato “ del link postato, ha ricevuto come pena per ogni omicidio commesso o ordinato appena… “ 2 (due) mesi di carcere… 300 mesi diviso 150 assassinii … fanno due mesi ciascuno, ma vogliamo scherzare ? E dilemma assoluto è la quello che  avrà pensato e chiesto alla giustizia il padre del piccolo Di Matteo :  “mi sciolgono il figlio nell’acido” e gli danno due mesi al suo assassino, è questa la risposta dello stato ?  Già, è proprio così… se vi soffermate a riflettere un attimino viene fuori che per il piccolo Di Matteo il suo carnefice ha ricevuto una condanna di appena …due mesi di carcere ! Dinanzi a tanta follia umana e nessuna giustizia terrena ecco che allora il mio pensiero corre a Cesare Beccaria e gli dico di andare… “a farsi friggere”, purtroppo devo confessare che trovo il mio pensiero su certe situazioni più compatibile con  il “modus operandi” di alcuni stati degli USA in materia di pena capitale. Eh sì… lo so che cosi non dimostro comprensione verso la “pecorella smarrita”  e  sicuramente faccio anche peccato a pensarla così… ma quella non è una pecorella smarrita ma è una bestia satanica cresciuta e forgiata nell’omicidio di esseri umani e va abbattuta senza nessun distinguo o riflessione sulla vita perché lui potrà anche avere dei rimorsi h24, ma il figlio , un padre, un marito o un parente delle 150 vittime… il rimorso non li restituisce alla vita né alla libertà .  01062021…… https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

….

Brusca libero, la vedova del caposcorta di Falcone: “Difficile stare con lo Stato”

La foto segnaletica di Giovanni Brusca diffusa nel maggio del '96.    MIKE PALAZZOTTO/ANSA

Indignazione dopo la libertà per fine pena dell’uomo che ammise 150 omicidi, attvò la strage di capaci e sciolse un bimbo nell’acido. Ma è la legge voluta da Falcone

di ENRICO FOVANNA

Articolo Mafia, il boss Giovanni Brusca torna libero dopo 25 anniArticolo “E’ un’offesa per le persone che sono morte in quella strage”

Il dolore, l’indignazione, lo sconcerto. E’ un coro quello che segue alla liberazione dopo 25 anni di carcere del mafioso Giovanni Brusca, l’uomo che prima strangolò poi sciolse nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito di mafia. Ma anche l’uomo che premette il telecomando per innescare l’esplosione della carreggiata in autostrada. in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Reazioni unanimi, anche tra i politici, che invocano la revisione della legge. Con due eccezioni, che sottolineano il valore del pentitismo. La sintesi la fa  il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto: “Questo episodio di Brusca colpisce molto l’etica di ciascuno di noi. Però, come dice bene Maria Falcone, è doloroso ma è stata rispettata la legge”.

“La scarcerazione di Brusca lascia senza parole – dice Tina Montinaro, vedova di Antonio, capo della scorta di Giovanni Falcone, morto nella strage di Capaci – Adesso i sapientoni e gli opinionisti andranno in tv a dire la loro, ma io in questo momento provo un grande fastidio. Ho lottato  per il cambiamento e per diffondere il sentimento di legalità tra i giovani, ma oggi è più difficile dire che bisogna stare dalla parte dello Stato”.  Brusca è fuori dal carcere “ma noi non sappiamo ancora tutta la verità sulle stragi – sottolinea poi -. Queste sono le risposte che dà lo Stato a chi ha dato la vita per difenderlo. Per quanto mi riguarda continuerò le mie battaglie e continuerò a fare capire ai ragazzi che devono scegliere da che parte stare perché noi della Polizia di Stato ci crediamo e continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto”.

ENGLISH

“OF CRIMES AND PUNISHMENTS”

It happens to everyone, sooner or later, having to deal with the famous text by Cesare Beccaria, “Dei delitti e delle Pene”, written and then published in 1764. His idea was quite innovative and very humanitarian for that time, a period in which the life of criminals was not of great value, especially when they were guilty of murders or serious crimes related to the assets of the state or its government officials. His “brilliant thesis” was, according to him, that the death penalty imposed on the criminal on duty was not effective enough to discourage people from committing crimes. He argued, the founding principle of his writing, and was firmly convinced of it, that the purpose of a penalty was to avoid the repetition of crimes and a severe punishment would serve as an example for those who intentionally wanted to commit criminal acts against the private citizen or towards institutions, therefore a sort of crime prevention. As a good Christian and citizen of a “marital status” I have always shared his thought, no man has the right to take the life of another man who in turn took it from another, even if the death sentence is established following a regular trial with a death sentence pronounced by a court. So far the discourse is clear, in fact I have always shared it not only myself, but also tried to cement it in society by referring and tying it to the sound principles of Christian culture. All this, however, as always happens in life, requires the famous “litmus test” to be able to affirm that Cesare Beccaria’s thought was correct and is still valid today. Yes, because in the meantime, crime is no longer an occasional phenomenon but has become a well-organized system that aims to assume the power of a state through murder, extortion and subjugation of the citizen with the force of fear … Today, in the first day of June 2021, things have changed a bit compared to the past, myself who previously hated death sentences carried out in some American states or in those countries with dictatorial government where killing people for ridiculous crimes is a habit now I have to recite the “mea culpa” to reverse and tell me first of all the truth and what I think about the thought of Alessandro Manzoni’s father-in-law. Well … things from my point of view have profoundly changed when I see that so many criminals and murderers are free to move and the relatives of the victims must witness their return to life as if having taken the life of another living being was only one. unfortunate coincidence. Worse still for the father of a child, strangled and dissolved in acid, that his son’s executioner is now … at liberty, I don’t even dare imagine the bitterness and disappointment for that family. With the release of the beast today a step towards injustice has been taken, because condemning a man, guilty of about 150 confirmed murders, not to life imprisonment but to just 25 years of imprisonment is a “kick in the mouth” to all relatives of the victims, in the accounts “Mr. released acid “of the posted link, he received as a penalty for every murder committed or ordered just …” 2 (two) months in prison … 300 months divided by 150 murders … they make two months each, but are we kidding? And the absolute dilemma is what little Di Matteo’s father thought and asked justice: “they dissolve my son in acid” and give him two months to his killer, is this the state’s answer? Yes, that’s right … if you stop and think for a moment it turns out that for the little Di Matteo his executioner has received a sentence of just … two months in prison! Faced with so much human madness and no earthly justice, then my thoughts go to Cesare Beccaria and I tell him to go … “to be fried”, unfortunately I must confess that I find my thoughts on certain situations more compatible with the “modus operandi ”of some states of the USA in the matter of capital punishment. Oh yes … I know that in this way I do not show understanding towards the “lost sheep” and I certainly also sin to think so … but that is not a lost sheep but it is a satanic beast grown and forged in the murder of human beings and must be demolished without any distinction or reflection on life because he may also have remorse 24 hours a day, but the son, a father, a husband or a relative of the 150 victims … remorse does not restore them to life or freedom. 01062021 …… https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

….

Brusca Libero, the widow of Falcone’s foreman: “It’s hard to stay with the state”

La foto segnaletica di Giovanni Brusca diffusa nel maggio del '96.    MIKE PALAZZOTTO/ANSA

Indignation after the freedom for the end of the sentence of the man who admitted 150 murders, started the slaughter of capable people and dissolved a child in acid. But it is the law desired by Falcone

by ENRICO FOVANNA

Article Mafia, the boss Giovanni Brusca returns free after 25 years “It is an offense to the people who died in that massacre”

The pain, the indignation, the bewilderment. It is a chorus that follows the release after 25 years in prison of the mafia member Giovanni Brusca, the man who first strangled then dissolved little Giuseppe Di Matteo, son of a mafia repentant, in acid. But also the man who pressed the remote control to trigger the explosion of the carriageway on the motorway. in which Giovanni Falcone, his wife Francesca Morvillo and the three escort agents Rocco Dicillo, Vito Schifani and Antonio Montinaro lost their lives. Unanimous reactions, even among politicians, calling for a revision of the law. With two exceptions, which underline the value of repentance. The summary is made by the Undersecretary of Justice, Francesco Paolo Sisto: “This episode of Brusca greatly affects the ethics of each of us. But, as Maria Falcone says well, it is painful but the law has been respected”.

“The release of Brusca leaves you speechless – says Tina Montinaro, widow of Antonio, head of the escort of Giovanni Falcone, who died in the Capaci massacre – Now the pundits and commentators will go on TV to have their say, but at this moment I try a big annoyance. I fought for change and to spread the feeling of legality among young people, but today it is more difficult to say that we must be on the side of the state ”. Brusca is out of prison “but we do not yet know the whole truth about the massacres – he then underlines -. These are the answers that the state gives to those who gave their lives to defend it. As far as I am concerned, I will continue my battles and I will continue to make the boys understand that they have to choose which side to be on because we in the State Police believe in it and continue to do what we have always done ”.

 

FRANCAISE

” DES CRIMES ET DES PEINES “

Il arrive à tout le monde, tôt ou tard, de se confronter au célèbre texte de Cesare Beccaria, “Dei delitti e delle Pene”, écrit puis publié en 1764. Son idée était assez novatrice et très humanitaire pour l’époque, une période où la vie des criminels n’avait pas une grande valeur, surtout lorsqu’ils se rendaient coupables de meurtres ou de crimes graves liés aux avoirs de l’État ou de ses fonctionnaires. Sa « thèse brillante » était, selon lui, que la peine de mort infligée au criminel de service n’était pas assez efficace pour décourager les gens de commettre des crimes. Il a fait valoir, le principe fondateur de son écriture, et il en était fermement convaincu, que le but d’une peine était d’éviter la répétition des crimes et qu’une peine sévère servirait d’exemple à ceux qui voulaient intentionnellement commettre des actes criminels contre le citoyen privé ou envers les institutions, donc une sorte de prévention du crime. En bon chrétien et citoyen d’un “état civil” j’ai toujours partagé sa pensée, aucun homme n’a le droit de prendre la vie d’un autre homme qui à son tour l’a prise à un autre, même si la peine de mort est établie à l’issue d’un procès régulier avec une condamnation à mort prononcée par un tribunal. Jusqu’à présent, le discours est clair, en fait je l’ai toujours partagé non seulement moi-même, mais j’ai aussi essayé de le cimenter dans la société en le référant et en le liant aux principes sains de la culture chrétienne. Tout cela, cependant, comme toujours dans la vie, nécessite le fameux “test décisif” pour pouvoir affirmer que la pensée de Cesare Beccaria était correcte et est toujours valable aujourd’hui. Oui, car entre-temps, le crime n’est plus un phénomène occasionnel mais est devenu un système bien organisé qui vise à assumer le pouvoir d’un État par le meurtre, l’extorsion et l’assujettissement du citoyen avec la force de la peur … Aujourd’hui, au premier jour de juin 2021, les choses ont un peu changé par rapport au passé, moi-même qui détestais auparavant les condamnations à mort prononcées dans certains États américains ou dans ces pays à gouvernement dictatorial où tuer des gens pour des crimes ridicules est une habitude maintenant que j’ai réciter le “mea culpa” pour renverser et me dire d’abord la vérité et ce que je pense de la pensée du beau-père d’Alessandro Manzoni. Eh bien… les choses de mon point de vue ont profondément changé quand je vois que tant de criminels et d’assassins sont libres de se déplacer et que les proches des victimes doivent assister à leur retour à la vie comme si avoir ôté la vie à un autre être vivant n’était que 1. malheureuse coïncidence. Pire encore pour le père d’un enfant, étranglé et dissous dans l’acide, que le bourreau de son fils est maintenant… en liberté, je n’ose même pas imaginer l’amertume et la déception pour cette famille. Avec la libération de la bête aujourd’hui, un pas vers l’injustice a été franchi, car condamner un homme, coupable d’environ 150 meurtres confirmés, non pas à la réclusion à perpétuité mais à seulement 25 ans de réclusion est un “coup de pied dans la gueule” pour tous les proches de les victimes, dans les comptes « M. libéré de l’acide “du lien posté, il a reçu comme peine pour chaque meurtre commis ou ordonné juste…” 2 (deux) mois de prison… 300 mois divisés par 150 meurtres… ils font deux mois chacun, mais plaisantons-nous? Et le dilemme absolu, c’est ce que le père du petit Di Matteo a pensé et a demandé justice : « ils dissolvent mon fils dans l’acide » et lui donnent deux mois à son assassin, est-ce la réponse de l’Etat ? Oui, c’est vrai… si vous vous arrêtez et réfléchissez un instant, il s’avère que pour le petit Di Matteo son bourreau a écopé d’une peine d’à peine… deux mois de prison ! Face à tant de folie humaine et sans justice terrestre, alors mes pensées vont à Cesare Beccaria et je lui dis d’aller … “se faire frire”, malheureusement je dois avouer que je trouve mes réflexions sur certaines situations plus compatibles avec le ” modus operandi » de certains États des États-Unis en matière de peine capitale. Oh oui … je sais que de cette façon je ne montre pas de compréhension envers la ” brebis perdue ” et sûrement je pèche aussi de le penser … mais ce n’est pas une brebis perdue mais c’est une bête satanique cultivée et forgée dans le meurtre d’êtres humains et doit être démoli sans aucune distinction ni réflexion sur la vie car il peut aussi avoir des remords 24 heures sur 24, mais le fils, un père, un mari ou un proche des 150 victimes… le remords ne restaure pas à la vie ou à la liberté. 01062021 …… https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

….

Brusca Libero, la veuve du contremaître de Falcone : “C’est dur de rester avec l’Etat”

La foto segnaletica di Giovanni Brusca diffusa nel maggio del '96.    MIKE PALAZZOTTO/ANSA

Indignation après la libération pour la fin de la peine de l’homme qui a reconnu 150 meurtres, commencé le massacre de personnes capables et dissous un enfant dans de l’acide. Mais c’est la loi voulue par Falcone

par ENRICO FOVANNA

Article Mafia, le patron Giovanni Brusca revient libre après 25 ans “C’est une offense aux personnes qui sont mortes dans ce massacre”

La douleur, l’indignation, la perplexité. C’est un refrain qui fait suite à la libération après 25 ans de prison du mafieux Giovanni Brusca, l’homme qui a d’abord étranglé puis dissous le petit Giuseppe Di Matteo, fils d’un mafieux repenti, sous acide. Mais aussi l’homme qui a appuyé sur la télécommande pour déclencher l’explosion de la chaussée sur l’autoroute. dans laquelle Giovanni Falcone, son épouse Francesca Morvillo et les trois agents d’escorte Rocco Dicillo, Vito Schifani et Antonio Montinaro ont perdu la vie. Des réactions unanimes, même parmi les politiques, appelant à une révision de la loi. À deux exceptions près, qui soulignent la valeur du repentir. Le résumé est fait par le sous-secrétaire à la justice, Francesco Paolo Sisto: “Cet épisode de Brusca affecte grandement l’éthique de chacun de nous. Mais, comme le dit bien Maria Falcone, c’est douloureux mais la loi a été respectée”.

“La libération de Brusca vous laisse sans voix – dit Tina Montinaro, veuve d’Antonio, chef de l’escorte de Giovanni Falcone, décédé dans le massacre de Capaci – Maintenant, les experts et les commentateurs passeront à la télévision pour avoir leur mot à dire, mais en ce moment Je tente un gros ennui. Je me suis battu pour le changement et pour répandre le sentiment de légalité parmi les jeunes, mais aujourd’hui c’est plus difficile de dire qu’il faut être du côté de l’Etat ». Brusca est sorti de prison « mais on ne connaît pas encore toute la vérité sur les massacres – souligne-t-il alors -. Ce sont les réponses que l’État donne à ceux qui ont donné leur vie pour le défendre. En ce qui me concerne, je continuerai mes combats et je continuerai à faire comprendre aux garçons qu’ils doivent choisir de quel côté ils doivent être parce que nous, membres de la police d’État, y croyons et continuons à faire ce que nous avons toujours fait. » .

 

“DEI DELITTI E DELLE PENE “ultima modifica: 2021-06-01T16:34:48+02:00da manlio22ldc
Reposta per primo quest’articolo