DISEGUAGLIANZE D’ITALIA !

Concepts of liabilities and taxes that must be paid. A wooden block on stacked coins growth up on wood table with notebook and calculator as background. Depicts more debts that need to be paid.

DISEGUAGLIANZE D’ITALIA !

Dal marzo 2020 ad oggi c’è un numero considerevole di lavoratori autonomi che sono stati dimenticati dallo stato, alcuni, aziende dai i grandi fatturati, sono riusciti ad avere “l’elemosina di stato” ma che nei fatti sono piccolissimi aiuti che non servono a risolvere il problema economico e infatti a Marzo 2021 si registrano ben 4mila aziende guidate da donne che hanno dovuto chiudere la propria attività senza dimenticare le tante aziende dei maschietti chiuse o che nei prossimi mesi non alzeranno le saracinesche o apriranno più la porta dei propri uffici. Poi c’è anche un altro problema volutamente oscurato dal governo Conte 2 e mai sfiorato… e mi riferisco al nutrito numero di disoccupati con famiglia o single, che per motivi legati all’Isee del 2018… roba da ridere tenere conto del reddito di due anni prima… cose che accadono solo in Italia e grazie anche al  “prezioso contributo di Renzi”…  non hanno percepito né il reddito di cittadinanza né nessun contributo nell’anno tremendo del Covid perché non hanno i requisiti, nei fatti questa “gente trasparente” non ha ricevuto dallo stato nessun ristoro e nessuna altra forma di assistenza monetaria salvo che qualche pacco di spesa donato dalle organizzazioni volontarie o dai comuni che però, anche loro pongono sempre il problema delle giacenze in banca due anni fa e dell’Isee. I lavoratori dipendenti almeno in questo spaccato mondo del lavoro alcuni sono davvero privilegiati e fortunati, oltre a continuare a ricevere lo stipendio potranno lavorare in casa e protetti dal contagio. I meno fortunati comunque lo stipendio, seppur ridotto, lo ricevono pur restando in cassa integrazione. Questa è la situazione attuale e un paio di mesi fa ebbi proprio a scrivere che perdurando la crisi pandemica con la contestuale chiusura delle attività commerciali, aziende di servizi e di produzione sarebbe stato difficile continuare a far  fronte agli stipendi degli statali senza creare scossoni al rapporto tra il debito pubblico e il PIL e infatti la percentuale è schizzata al 160% circa dal lontano 130% pre-crisi ed  ora è solo un antico miraggio in proiezione futurista. Debito pubblico arrivato a 2.600 miliardi di euro…una cifra così spropositata che difficilmente saremo in grado di ridurre nei prossimi cinque anni… È ovvio, come anticipavo tempo addietro, che sarebbero venuti meno gli enormi introiti delle partite Iva e quindi lo stato fa fatica e farà ancor più fatica a fare fronte alla spesa pubblica… ecco perché ho sempre criticato le scelte del governo precedente, scelte scellerate come i monopattini o i banchi con rotelle e via così dicendo sono state mazzate infernali per il mondo imprenditoriale, necessitava e necessita sostenere le partite Iva con ristori intelligenti al fine di impedire che tanti autonomi finiscano in mezzo alla strada e vadano a vivere sotto i ponti e…  magari accompagnati dai tanti “cittadini trasparenti” che nessuno vuol guardare ma che nei prossimi mesi si faranno vedere come spettri… Tutti parlano di lockdown estremo come soluzione finale però, nessuno tiene conto dei problemi e delle persone appena citate… già, perché vorrei ricordare a tutti che le partite Iva hanno un nome e cognome e guarda caso… molti hanno anche una famiglia con tante fatture e casa da pagare . I dati del link esposto sono drammatici e per fronteggiare l’urgenza avremmo bisogno di un’iniezione immediata di liquidità dall’unione Europea ma intanto… dall’Europa arrivano solo e sempre casini e infinite promesse ma di fatti concrete per ora…niente ! Mentre le partite Iva piangono il governo nicchia ed è passato più di un mese dall’insediamento di Draghi ma di soldi… ancora ne sento solo parlare !

…14032021 …by… https://manliominicucci.myblog.it/

Spese dello Stato oltre i mille miliardi nel 2021

Concepts of liabilities and taxes that must be paid. A wooden block on stacked coins growth up on wood table with notebook and calculator as background. Depicts more debts that need to be paid.

Solo metà saranno finanziate dalle tasse (tutte in calo). Il rebus del bilancio

Le conseguenze economiche della pandemia di Covid oltre che a colpire i bilancio di tutte le aziende vanno naturalmente a impattare anche sul bilancio dello Stato. Le modalità con cui questo avviene sono duplici. Da un lato lo Stato è stato costretto ad incrementare decisamente le spese complessive, che infatti dagli 869,5 miliardi del 2019 sono cresciute a 897,3 nel 2020. E, secondo le previsioni di bilancio pubblico, decolleranno fino a 1.060,7 miliardi nel 2021. Le misure senza precedenti prese per tamponare l’emorragia di redditi nei settori più colpiti nell’ambito del commercio, della ristorazione, del turismo, hanno, infatti, il loro costo.

In calo delle entrate dello Stato

Dall’altro lato c’è stato il calo delle entrate dello Stato, dovuto da una parte allo stop di una parte delle attività economiche a causa della pandemia, e dall’altra alle misure prese dal Governo come la proroga di alcune imposte e l’annullamento di altre, in particolare per le categorie più colpite dalla pandemia. La conseguenza è una sola, l’aumento del deficit pubblico e quindi del debito dello Stato. Il saldo netto da finanziare, ovvero la differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite effettive, non finanziarie, era di 59,4 miliardi nel 2019, ed è diventato di 78,6 l’anno successivo, e aumenterà moltissimo quest’anno: 193,5. Per reperire questi fondi lo Stato deve accendere prestiti, che serviranno finanziare sia le spese che le entrate tradizionali non possono coprire, sia il rimborso dei prestiti passati. Sì, è un circolo vizioso che si auto-alimenta.

Quelle tributarie sono meno di metà delle entrate dello Stato

E si comprende allora come mai proprio l’accensione di prestiti sia la singola voce più grande nell’elenco delle entrate dello Stato per il 2021. Quest’anno ammonterà a 480,7 miliardi su 1057,3 totali. Nel 2020 il ricorso al mercato è stato di 313,4, nel 2019 di 290,9. Un incremento di 189,8 miliardi in due anni per coprire l’incremento della spesa che i tributi in calo non potrebbero finanziare.

Le entrate tributarie infatti saranno nel complesso 507,6 miliardi. Nel 2019 erano 513,2. E, nel dettaglio, 269,3 (ovvero la maggioranza) verranno dalle imposte su patrimonio e reddito, come l’Irpef, che fa la parte del leone con 205,1 miliardi, e poi l’Ires, le ritenute sui redditi da capitali, e altro ancora. Mentre 178 miliardi è il gettito delle imposte sugli affari. La più importante di queste imposte è l’Iva, che è anche la tassa più evasa. Dall’Iva lo Stato prevede di incassare 153,3 miliardi, naturalmente in calo rispetto al 2019. Le imposte sulla produzione, come le accise sugli oli minerali, generano un gettito decisamente più piccolo per le entrate dello Stato. 33,4 miliardi, anche in questo caso in calo, erano 35,4 due anni fa. Da lotto e lotterie dovrebbero arrivare altri 16 miliardi, e 10,8 dai monopoli.

In aumento le entrate extra tributarie

A crescere, anche se ovviamente in modo insufficiente per compensare il grande incremento delle spese, sono invece le entrate extra-tributarie, ovvero non collegate alle imposte. Possono essere proventi dai servizi pubblici a pagamento, o utili e dividendi delle aziende partecipate dallo Stato, o interessi sui crediti. Nel complesso ammonteranno a 70,5 miliardi, 29,9 dei quali sono catalogati proprio come proventi di servizi pubblici minori.

Le entrate proprie dello Stato saranno di  576,6 miliardi. Ed è chiaro il motivo per cui per coprire 1.060,7 miliardi di spese è necessario ricorrere pesantemente al mercato e chiedere soldi in prestito. Le entrate complessive, infatti, non basterebbero nemmeno per finanziare i 773,4 uscite vere e proprie, se vogliamo escludere i 287,2 miliardi di rimborso dei prestiti, che costituiscono invece una parte importante delle spese di quest’anno.

Bilancio dello Stato, le previsioni per il futuro

Gli anni prossimi le uscite dovrebbero diminuire ma rimanere sopra i 1.000 miliardi. Per questo sarà necessario ancora accendere prestiti e confidare nel ruolo decisivo della Bce che, continuando a comprare i titoli di Stato emessi dall’Italia, allontana il pericolo di una sfiducia del mercato nelle possibilità di ripagare i debiti, abbattendo così anche gli interessi. Ma ancora più importante sarà la crescita del Pil, che fa da denominatore di molti indici, come appunto il debito. Solo se aumenterà ogni grandezza, per quanto preoccupante, potrà essere così relativizzata.

I dati si riferiscono al 2021

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

 

DISEGUAGLIANZE D’ITALIA !ultima modifica: 2021-03-14T20:25:29+01:00da manlio22ldc
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