E SI CONTINUA A NON VOLER CAPIRE !

07022021 SUICIDIO

E SI CONTINUA A NON VOLER CAPIRE !

Spiace doverlo dire ma purtroppo è proprio così, questa volta l’intervento provvido di un genitore ha evitato una nuova tragedia e salvato la vita di un adolescente… ma potrà andar sempre cosi ? La prossima volta che si ripeterà un’analoga situazione, e statene certi che riaccadrà, e ci troveremo di fronte un ragazzino al limite del suicidio potremo contare sulla responsabilità lodevole dell’amico o amichetta di turno come è accaduto questa volta ? Non mi è sufficiente la spiegazione fornita dalla polizia postale, il disagio sociale addebitato al ragazzo 13enne non è plausibile perché altri come lui, protagonisti in negativo di altri episodi, non vivono le stesse condizioni di disagio ma lo utilizzano come un sistema coercitivo nei confronti di altri per ottenere quel che vogliono o per cercare nuove emozioni o, come già anticipato tante volte, trattasi di ricerca del sensazionalismo allo stato puro… sì, siamo anche di fronte al bullismo telematico e comunicativo. Già nei giorni scorsi, attraverso alcuni articoli, da me redatti e postati sui vari social, proprio in riferimento al problema dei social di rete e dell’uso sconsiderato dei cellulari ho sollevato il dramma della comunicazione di senso errato che viene confusamente mal intrepretato da loro stravolgendo il vero concetto comunicativo e sociale il cui fine è ben diverso, adottando un personale “modus operandi comunicativo”…che è in voga tra i ragazzi, un sistema folle e del tutto deleterio alla maturità e formazione psicologica dei ragazzi e che rappresenta un reale e serio pericolo alla integrità fisica dei nostri adolescenti. Un problema pericolosissimo che se mal gestito può costar anche la vita ad uno dei nostri ragazzi come si è già verificato a Palermo tempo addietro…, Gli allarmi preoccupanti e terrificanti lanciati, non solo da me, non sembrano esser stati colti dai genitori di tanti bambini, molti, e purtroppo ho avuto modo di constatarlo, addebitano le responsabilità dell’incoscienza dei minori ai loro genitori e alla mancata vigilanza o addirittura alcuni hanno anche l’ardire di assolvere in toto i social imputando sempre le colpe ai genitori, come se loro fossero gli artefici e sostenitori dell’utilizzo del cellulare e dei social, magari obbligandoli a farlo o a letto senza cena. Siamo alla drammatico isteria collettiva di autolesionismo e convincimento nella difesa ad oltranza di un sistema telematico e comunicativo lesivo alla salute mentale dei ragazzi e alle attività motorie… e che in cambio non garantisce un bel niente ai nostri ragazzi né in termini sociali né culturali. Oggi è andata bene e non sto a raccontarvi di un suicido ma il punto di domanda è questo : ma questi ragazzi che oggi parlano di suicidio e si autocandidano al bullismo on-line , ma domani cosa diventeranno e vorranno ? Non lo so come ragioneranno in appresso ma so per certo… e credo che si stia sbagliando alla grande nel rapporto educativo con le nuove leve. Forse riattivare il servizio militare potrà esser utile, solo che questa volta bisogna che lo sia per entrambi i generi, anche le donne ne devono trarre vantaggi formativi da quell’esperienza che auspico vivamente. 06022021

…by…manliominicucci.myblog.it


“Gioca con me o mi uccido”, polizia salva 13enne di Varese

07022021 SUICIDIO
Redazione Tgcom24 12 ore fa
Il “gioco” consisteva in alcune domande, le cui risposte avrebbero determinato punizioni corporali per chi le poneva. Fino al suicidio. E’ una sorta di “challenge online” al contrario quella scoperta dalla polizia che, grazie alla denuncia di una 13enne di Cuneo, ha salvato un coetaneo della provincia di Varese. “Gioca con me o mi uccido”, polizia salva 13enne di Varese© Ansa “Gioca con me o mi uccido”, polizia salva 13enne di Varese. Il ragazzo, conosciuto in un gruppo WhatsApp, le aveva annunciato il suicidio se non avesse risposto alle sue domande, fornendo anche una scadenza, le 14 del giorno dopo. Un vero e proprio conto alla rovescia interrotto dalla denuncia e dall’intervento della polizia.
L’allarme e l’intervento della polizia E’ stata la madre della 13enne cuneese a riferire alla polizia le confidenze della figlia, che la notte prima aveva chattato col giovane. Immediati sono scattati gli accertamenti sul suo account degli esperti della polizia postale, che sono risaliti così alla madre del ragazzo. La donna, a Milano per lavoro, ha riferito che il figlio, solo a casa, attraversava un momento di disagio sociale. E’ scattato quindi l’intervento delle forze dell’ordine presso l’abitazione della famiglia. In attesa dei genitori hanno preso in custodia il giovane. La polizia ha appurato che il 13enne, già seguito dai servizi sociali, era effettivamente intenzionato a commettere atti di autolesionismo, nei modi e nei tempi confidati alla coetanea cuneese. Il caso è stato segnalato ai servizi sociali e alla procura presso il tribunale dei minori di Milano.

E SI CONTINUA A NON VOLER CAPIRE !ultima modifica: 2021-02-06T20:34:06+01:00da manlio22ldc
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