TRATTATIVA… ARABA !

19122020 PESCATORI LIBERI

TRATTATIVA… ARABA !

E’ fatta… finalmente i nostri 18 pescatori siciliani rapiti all’inizio del mese di settembre scorso stanno rientrando in patria tra la gioia e comprensibile felicità dei parenti e degli amici e il sollievo di tutti gli italiani per la positiva conclusione della vicenda sequestro. Ovviamente il treno della propaganda di governo è partito… tra sbuffi del fumaiolo e l’acre odore della beffa… anche i media salgono sul treno e si vestono a festa e per l’occasione indossando l’abito dell’interessato e premuroso quanto solidale di quel soggetto votato alla solidarietà e preoccupazioni per la sorte de i nostri pescatori. Da ieri, giorno in cui è trapelata la notizia del buon esito della trattiva per la loro liberazione… tutti i politici di governo sono pronti ad “esibirsi nello show mediatico” del momento… già, ci vuole proprio coraggio ad arrogarsi meriti e pretendere il plauso dal popolo italiano per un pessimo lavoro durato oltre tre mesi e mezzo dimostrando nei fatti di essere incapaci nell’assumere una precisa posizione in ambito di politica estera internazionale. Purtroppo da anni assistiamo allo stillicidio di incompetenza nella politica estera, un lungo periodo in cui la nostra politica è sempre stata molto marginale e sottomessa a quella francese e tedesca e americana di Obama. Il fallimento della nostra politica estera trova il suo baratro proprio nella questione libica dei nostri pescatori, mi chiedo il perché debba esserci andato il nostro presidente del consiglio a Bengasi, recarsi in uno stato non riconosciuto in ambito internazionale e considerato una banda ribelle e sovversiva che vuol abbattere la costituita Libia è un fatto di gravità inaudita… impensabile sino a qualche decennio fa… Quindi nei fatti il presidente del Consiglio Conte ha preso per mano il ministro degli esteri e con lui si sono recati a Bengasi dal generale Kalima Haftar, con il cappello in mano, a riverirlo e pregarlo di lasciare liberi i nostri concittadini mazaresi… ed in cambio loro  hanno dato… e già, cosa ha ottenuto dalla bella coppia del 5 di denari il “Supremo Generale” ? Forse il generale ha avuto rassicurazioni su eventuali forniture di armi oppure dei mezzi costieri navali per pattugliare le acque della Cirenaica oppure forse hanno ricevuto conferma sui nostri approvvigionamenti petroliferi nella zona garantendogli un flusso di euro costante ed infinito ? E già… la partita dello scambio, perché di questo si tratta, è complessa e si conclude sempre con un “reciproco scambio di doni” e tanti auguri a tutti ! E l’altra Libia, quella di Tripoli cos’ha ricevuto in cambio in questo colossale pagamento sottobanco del riscatto per la liberazione dei pescatori ? Qui è il punto della trattativa… intanto tutti i media esultano esaltando le “doti contrattuali” dei “ due di denari” ma nel concreto… già nei fatti, non ci dicono esattamente come stanno le cose… solo festeggiamenti e tric-trac e bombette per far frastuono ma in compenso servono a per gettar ombra sulla questione dando avita a quella scontata polvere mediatica magica sugli occhi dei cittadini necessaria ad offuscargli le menti come da perfetta strategia dei media di regime. Certo qualunque sia il prezzo pagato non è una buona soluzione perché ora Haftar ha il coltello dalla parte del manico e noi siamo nelle sue mani… inermi e passivi… come siamo nelle mani dell’altro “generale dell’Egittio Al-Sisi “ il quale  pubblicamente viene attaccato da tutti i politici del governo per l’affare Regeni e ci  litigano in maniera plateale tutti i giorni… ma che poi, nascosti nell’ombra  e lontano dagli occhi… ci facciamo affari che è una meraviglia. Certo che è proprio un governo “splendido nell’arte della menzogna” e un inno alla incapacità collettiva… non c’è che dire… mancano solo i cammelli che girino liberi in autostrada e poi possiamo vantarci di essere… il “paese dei Beduini”!   18122020

…by… manliominicucci.myblog.it    

Pescatori liberati e di nuovo in prigione

 

19122020 PESCATORI LIBERI

 

Franco Bechis 18 dicembre 2020

Che meraviglia vedere la gioia di Rosetta, la mamma simbolo dei pescatori di Mazara del Vallo prigionieri di Haftar in Libia, e da ieri mattina liberi, in mare a portare i loro pescherecci in Italia. Da mesi le lacrime in Italia scorrono di fronte a ospedali e camposanti, e vedere riluccicare quegli occhi di felicità è un piccolo miracolo, il Natale vero di quest’anno. Belle, bellissime le donne di Mazara: madri, figlie, sorelle. Rosaria, Nuccia, Cristina, Zohra, Chaima e tante altre. Qualcuna era ancora a Roma dove si davano il cambio famiglia dopo famiglia trasformandosi in monumenti viventi di fronte a quei palazzi della politica che sembravano sordi alla tragedia dei loro cari. Le hanno ricevute un paio di volte alla Farnesina e palazzo Chigi, talvolta qualche politico le ha avvicinate in piazza chissà se per dare vera solidarietà o per strappare la foto opportunity e sfruttarla per la polemica di giornata. Sono state lasciate per molto tempo sole quelle donne, anche dalla Farnesina e forse l’unico contatto istituzionale che non è mai mancato è stato quello con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che è nato a Mazara del Vallo e lì ancora ha la casa dei genitori. Le abbiamo dimenticate un po’ tutti Rosetta e le sue “figlie”, come quegli uomini che per 108 giorni sono stati prigionieri in un carcere in uno dei lembi di terra più pericolosi del mondo.

Ma ora riempiamoci gli occhi di quella felicità dei semplici e del loro ritorno a casa. Un atto di giustizia, comunque sia andata la trattativa condotta dai nostri servizi segreti con un regime discusso e discutibile, non riconosciuto da quasi tutti i paesi del mondo. Non so quale sia il prezzo di questa liberazione e non voglio pensare oggi ai guai che potranno venire all’Italia da quel volo che ha portato ieri nel bunker di Haftar il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Non sono così ingenuo da pensare che la liberazione dei pescatori sia avvenuta gratis, e difficilmente il prezzo si sarà limitato a quell’inginocchiarsi dei vertici del nostro Stato di fronte al tiranno e ai suoi militari. Ne porteremo le conseguenze nelle prossime settimane e mesi, comprese quelle che sono arrivate da una spedizione assai casareccia piena di errori e incidenti non lievi. Ma oggi è il giorno del sorriso e della bellezza, non di questo.

Grazie, Rosetta, grazie donne di Mazara per averci fatto vedere la forza dell’attesa, dato significato che stavamo perdendo al tempo dell’Avvento, regalato con qualche giorno di anticipo la meraviglia del Natale. Quegli uomini oggi sbarcheranno nella loro Mazara, saranno tutti sottoposti al tampone e messi in quarantena nella casa delle loro famiglie. Lo hanno già comunicato ieri con la freddezza delle procedure di questi tempi dannati. Appena liberi saranno rinchiusi per fortuna nelle loro case, negli abbracci delle loro mogli e dei loro figli. Non in quello delle madri se vivono a qualche isolato da loro. Non potranno trascorrere insieme il 24, né il 25 dicembre perché la quarantena non sarà terminata. Poi per fortuna finirà, ma nessuno tornerà in libertà se oggi quello stesso governo che si gloria della loro liberazione li richiuderà in casa con le regole assurde dell’Italia conciata per le feste.

Signor Presidente del Consiglio, che senso ha averli liberati per metterli tutti in una nuova prigione certo più dolce, certo sopportabile, ma pur sempre prigione? Non c’è una situazione drammatica del virus oggi né a Mazara né nella provincia di Trapani, anzi. I dati sono in discesa, la situazione in tutta la Sicilia è in miglioramento. Così è a macchia d’olio in tutta Italia, e se nel Nord Est non solo si capisce il lockdown per le festività, ma è addirittura invocato dagli amministratori locali, perché davvero bisogna chiudere tutti in gabbia dopo lunghi mesi di fatica, di lavoro, per qualcuno di dramma, proprio quando si poteva alzare gli occhi e respirare? E se testardamente per colpe essenzialmente sue vuole fare scattare quelle manette, risparmi almeno questo angolo di Sicilia, consenta a quella gente che è stata insieme nelle prigioni non proprio accoglienti di Haftar, o in piazza come quelle donne, di festeggiare insieme senza limiti questo tempo di Natale. Uomini ammassati per mesi insieme nella prigionia libica, donne che nello stesso tempo non si sono mai staccate nella loro coriacea attesa, perché non dovrebbero più potersi vedere, ritrovare in libertà? Non sarà concesso a noi? Fatelo almeno per loro. Tutti rossi, ma almeno Mazara zona franca.

 

 

TRATTATIVA… ARABA !ultima modifica: 2020-12-18T20:43:53+01:00da manlio22ldc
Reposta per primo quest’articolo