E NON E’ ORA DI DIRE BASTA ?

08112020 VISONI

E NON E’ ORA DI DIRE BASTA ?

Ancora un dramma di proporzioni colossali che riguardano gli animali d’allevamento, dopo l’aviaria dei polli ora tocca ai visoni per la produzione di pellicce essere abbattuti e chiaramente mette nei guai gli allevatori danesi, però obiettivamente, dobbiamo riconoscere che  è inimmaginabile quanto pazzesco continuare a pensare che determinati animali possano vivere negli allevamenti intensivi… col solo fine di essere ammazzati e sfruttati per la loro…pelliccia. Davvero un’usanza barbara e violenta quanto inutile, specie nel XXI secolo continuare a parlare di pellicce è quantomeno fuori luogo… quanto inopportuno con tutte le fibre di nuova tecnologia che abbiamo a disposizione per produrre cappotti e accessori la pelliccia è diventata proprio obsoleta quanto inutile. E poi, allevare degli animali per ucciderli già di per sé è una cosa orrenda tuttavia, fino a quando si parla della necessità di alimentarsi penso e credo sia una cosa tollerabile e che nella logica segue il corso naturale della nutrizione che è parte integrante dell’alimentazione umana. E’ un disastro per la natura stessa che ovviamente reagisce a suo modo e come unica difesa e quella di colpirci con gli elementi  che la natura stessa ha a disposizione… potrà sembrare ridicolo ma è sempre così, gli allevamenti intensivi favoriscono le epidemie…punto ! L’abbattimento si è reso necessario per via di un terrificante e spaventoso contagio diffusosi tra gli animali e che ha già infettato oltre 200 persone, ed è ovvio che l’abbattimento dei visioni si sia reso necessario al fine di bloccare il contagio e preservare la salute della popolazione danese. Spero solo che i tanti vegani adesso non strumentalizzino la drammatica situazione e trovino terreno fertile per le loro proteste poiché dietro l’abbattimento di 1.5 milioni di poveri animali, ora si prospettano tempi duri per tutti coloro i quali vivono nell’orbita delle pellicce e dei tanti allevamenti che ora inevitabilmente spariranno. Oddio, per quanto mi riguarda sono ben felice che spariscano e si metta fine ad un antipatico ed odioso allevamento ma avrei gradito che la cosa fosse stata un’iniziativa e programmazione governativa per non mettere in difficoltà gli imprenditori del settore sia in Danimarca che in tutta Europa. E siamo sempre al solito problema, si pensano sempre e solo ai soldi e mai alle programmazioni utili… se si fosse pensato da tempo a questa probabilità, che certamente non può essere considerata imprevedibile, oggi non staremmo a parlare di dramma… ma i governi tante volte sono…stupidi ! Ma la questione epidemia allevamenti, purtroppo, non finisce in Danimarca perché ora anche la Germania ha il suo gravissimo problema che sta facendo tremare l’Europa ed in particolare noi italiani, nel silenzio mediatico, ancora una volta vergognoso, io l’ho appreso solo oggi… abbiamo niente di meno che la “peste suina” che incombe su tutti gli allevamenti suini in Germania, tantoché la Coldiretti, quella italiana giusto per capirci, ha chiesto di vietare l’import dei maiali vivi provenienti da due regioni, dalla  Sassonia e dal Brandeburgo, proprio per evitare che il contagio si diffonda tra i suini in modo esponenziale e vada inevitabilmente ad infettare i nostri maiali d’allevamento e i circa 2milioni di cinghiali presenti  sul territorio nazionale e ciò… sarebbe un dramma inenarrabile di proporzioni catastrofiche per l’economia italiana. Restare senza prosciutti e carne di maiale significherebbe un calo disastroso ed inimmaginabili per la produzione e filiera di prosciutti e salumi vari.  07/11/2020

06112020 …by… manliominicucci.myblog.it          

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Danimarca, l’abbattimento dei visoni è segno che dobbiamo fermarci: stop agli allevamenti intensivi!

08112020 VISONI

Se il Coronavirus aveva iniziato il suo giro del mondo partendo dai crudeli wet market cinesi (mercati di animali selvatici), è negli allevamenti intensivi di visoni in Danimarca (allevati per farci pellicce) che ha trovato un nuovo ambiente ideale per replicarsi, evolvere e subire mutazioni, infettando almeno 200 umani.

E così è arrivata la decisione: sterminare tutti i 15 milioni di visoni allevati in Danimarca, prima che si diffonda la mutazione del Covid. Tanti erano questi piccoli animali in cattività: animali che in natura vivono liberi tra foreste e torrenti. Nei luoghi dell’orrore nascono flagelli, dovevamo averlo imparato. La natura non perdona.

Danimarca abbatterà tutti i 15 milioni di visoni del paese: “Alcuni hanno trasmesso all’uomo mutazione del Covid, così vaccino a rischio”

Si spera che la strage di queste milioni di bestiole innocenti dia una scossa alle coscienze, e ponga fine una volta per tutte al mercato assurdo delle pellicce (che conta vari allevamenti anche in Italia, per nulla sicuri come denuncia la Lav), e che si chiudano anche tutti gli allevamenti intensivi da carne e latte, serbatoi di patogeni e luoghi macabri di tortura. Ma purtroppo il Parlamento Europeo ha da poco votato la Pac, confermando i finanziamenti e sussidi agli allevamenti intensivi.

La scienza è chiara: il 75% delle malattie emergenti sono zoonosi, e saranno sempre più devastanti se l’uomo aumenterà il suo impatto sul pianeta. Più le foreste saranno devastate, meno habitat ci sarà per gli animali selvatici, più aumenteranno le possibilità di entrare in contatto con l’uomo (senza parlare dello scioglimento del permafrost, col rischio che si liberino batteri e microbi antichi conservati nel ghiaccio permanente).

I focolai delle peggiori epidemie di questi ultimi anni (mucca pazza, Ebola, influenza aviaria H5N1, influenza suina H1N1, virus Zika, Sars, nuovo Coronavirus), secondo vari studi, sono associati agli allevamenti intensivi, ai livelli insostenibili di caccia e di traffico di animali selvatici, alla perdita di habitat naturali (soprattutto foreste).

Siamo incontenibili, ingordi: per ogni essere umano, nel mondo ci sono 30 animali allevati (compreso pollame e pesci). Negli allevamenti intensivi gli animali sono costretti in spazi ristretti, alimentati a forza con mangimi a base di soia (che a sua volta deriva da monocolture causa di deforestazione). Animali che vivono un quarto della loro vita naturale, costretti a riprodursi e figliare con ritmi assurdi, utilizzati per la produzione del latte o macellati per la carne.

Uno stress crudele, sovraffollamento, dolore, ferite… tanto che la maggior parte degli antibiotici (solo in Italia parliamo del 70% sul totale venduto) viene utilizzata negli allevamenti intensivi, anche a scopo preventivo: questo porta al problema dell’antibiotico-resistenza, altra emergenza sanitaria globale.

I grandi allevamenti estensivi, d’altra parte, non hanno di certo un minore impatto: tipici dei paesi del Sud del mondo, come il Brasile, sono frutto di deforestazione e incendi. Gli allevamenti estensivi degradano il suolo, che a sua volta diventa meno produttivo, e riduce la sua capacità di assorbire la CO2. Questo peggiora gli effetti del cambiamento climatico, che a sua volta rafforza i processi di degradazione della qualità del suolo. Senza parlare dello spreco di acqua: un terzo di tutta l’acqua potabile usata dall’uomo e destinata al bestiame, che nei Paesi a rischio di siccità prosciuga le riserve idriche.

Danimarca, stop agli spostamenti per 280mila persone che vivono nei pressi degli allevamenti di visoni in cui il virus è mutato

Ovviamente la maggior parte di queste proteine animali finisce nel piatto del 20% della popolazione globale, quella più benestante, che vive nei paesi industrializzati, e che soffre di obesità, malattie cardiocircolatorie, diabete, ecc.

Dieta vegetariana e riduzione degli sprechi alimentari sono tra le soluzioni più veloci ed efficaci per invertire la rotta del riscaldamento globale, cosi dicono gli scienziati del progetto Drawdown. Negli ultimi sessant’anni il consumo di carne è invece più che raddoppiato. Nel 1961, mangiavamo circa 20 kg di carne (soprattutto pollame locale), nel 2014 gli italiani hanno mangiato 80 kg a testa di carne. In Usa si arriva in media a 220 kg di carne l’anno a testa. Oggi in Occidente ne abbiamo così tanta da strabordare, da starci male, da esserne obesi, da gettarla nel bidone. Nei paesi poveri, invece, non hanno campi da coltivare.

Chiudere gli allevamenti intensivi, vietare importazione di carne dai paesi che deforestano e lasciare aperti solo i piccoli allevamenti all’aperto, biologici. Questo ridurrebbe automaticamente l’offerta di carne nel mercato, i prezzi si alzerebbero e tutti ne mangeremmo meno.

Una società in cui gli animali vengono allevati con maggiore cura e in minor quantità diminuirebbe la pressione sui selvatici, ridurrebbe il rischio di pandemie, permetterebbe alle popolazioni povere di tornare a coltivare terre ora destinate alle monocolture per mangimi. E ci farebbe stare in migliore salute tutti.

In questa catastrofe sanitaria, ora più che mai, il genere umano deve fermarsi. La natura non ci tollera, così avidi crudeli e devastatori, e cercherà di tornare ad un equilibrio, con o senza di noi.

E NON E’ ORA DI DIRE BASTA ?ultima modifica: 2020-11-08T19:57:48+01:00da manlio22ldc
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