Archivio mensile: ottobre 2020

ACCOGLIAMOLI A GAMBE APERTE !

03102020 RAGAZZINA VIOLENTATA

ACCOGLIAMOLI A GAMBE APERTE !

I carabinieri di Ferrara hanno arrestato un pregiudicato di 25 anni con l’accusa di aver violentato una ragazza di 16 anni. L’uomo avrebbe ceduto cocaina alla minorenne costringendola a subire violenza sessuale. Questa è la notizia diffusa dai media nazionali, quel che si comprende dai contenuti e che da all’occhio è che il violentatore è un pregiudicato e spacciatore, bella roba… punto. Poi scopri che il pregiudicato non è un italiano, ma si chiama Elvis Omonghomion ed è un nigeriano richiedente asilo con permesso di soggiorno. Ora fatemi capire cari giornalisti e governanti vari, come si fa a concedere asilo politico ad un pregiudicato e spacciatore ? Se è un pregiudicato si sarebbe dovuto dargli il foglio di via, “quattro calci nel didietro” e spedito nel suo paese d’origine. Questo è il dovere delle istituzioni e invece no, un’altra ragazza minorenne ha pagato il prezzo del falso buonismo italiano, il punto è che quella poverina stuprata non è la figlia di un politico o di uno dello spettacolo e pertanto la drammatica esperienza sessuale dello stupro graverà solo sulle spalle di quella minorenne e nei salotti bene non ci sarà nessun dibattito e discussioni e i media oscureranno il tutto come sempre. Già… le minorenni figlie degli altri contano poco e nulla conta se non se ne parla e i media tacciano… e questo per voi non è razzismo contro i bianchi ? Oramai le nostre città sono pieni di questi porci maniaci, bestie alle quali taglierei l’organo sessuale senza pietà… esattamente come fanno loro con le piccole vittime. Mi raccomando, ora veniteci a raccontare che è un povero disadattato e che soffre per la mancata integrazione e magari la colpa è anche della ragazzina che… non ha collaborato e non ha aperto le gambe per bene… nella pace e nell’amore e non ha neanche capito che quella è cultura africana, già… quella specie e schifosa cultura che noi dobbiamo imparare e far nostra. L’unica fortuna del bastardo nigeriano è che non è figlia a me… altrimenti glielo estirperei con le pinze degli odontoiatri e senza pietà. Oggi tutti a parlare della frase choc del sindaco di Ferrara contro i clandestini e non si dice una… una sola parola dello stupro di una ragazzina di appena sedici anni… Che schifo di paese è diventato il nostro, altro che accoglienza per queste bestie sataniche. Continuate ad accoglierli, e ricordate che questi sono i frutti della vostra “bontà” e che prima o poi capiterà a qualche vostra figlia o moglie, tanto è solo questione di tempo, poi vorrò vedere come e se ne   parlerete. 02102020

 

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Ferrara, cede cocaina a minorenne e la violenta: arrestato 25enne

03102020 RAGAZZINA VIOLENTATA

Pubblicato il: 01/10/2020 16:16

Custodia cautelare in carcere per un 25enne. A eseguirlo ieri pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Ferrara che hanno arrestato un cittadino nigeriano, pregiudicato, richiedente asilo e in possesso di permesso di soggiorno, conosciuto nell’ambiente dello spaccio locale.

Il giovane, il 29 luglio scorso, nella zona di via del Lavoro a Ferrara, dopo aver ceduto della cocaina a una minorenne residente in città, al posto del pagamento l’ha costretta a subire un rapporto sessuale completo. La giovane, trattenuta a forza, privata del cellulare e minacciata con un coltello, è stata ridotta al silenzio e trascinata nella boscaglia presente lungo la via, dove il 25enne l’ha violentata.

Verso le 23 di quel giorno, una pattuglia della Sezione Radiomobile del Norm di Ferrara, transitando lungo via del Lavoro, ha notato la ragazza che, a gesti, attirava la loro attenzione. La minorenne, in lacrime, ha riferito di essere stata violentata poco prima da un uomo di colore, in un luogo isolato, lungo un tratto della ferrovia che porta dalla stazione all’ex distilleria. L’uomo si era già allontanato dal luogo e reso immediatamente irreperibile.

La giovane, dopo la violenza, è stata accompagnata nel reparto di Ginecologia dell’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, per gli accertamenti medico legali e le cure del caso, dove è stata raggiunta dalla madre.

Le indagini, immediatamente avviate dalla Compagnia Carabinieri di Ferrara e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno permesso di individuare e identificare il pusher che, già in precedenza, aveva ceduto della droga alla minore. Peraltro, il nigeriano era già stato arrestato nel 2019, sempre per reati inerenti allo spaccio di sostanze stupefacenti.

I riscontri investigativi raccolti dai Carabinieri hanno permesso di  arrivare a una identificazione certa dell’autore del crimine, sia grazie alle varie testimonianze raccolte che al riconoscimento fotografico. All’attività investigativa classica è stata associata quella scientifica in quanto, grazie al riscontro positivo del profilo genetico dell’uomo, repertato dagli operanti sulla vittima immediatamente dopo il fatto, la sua identificazione quale autore del crimine può definirsi certa.

Il nigeriano, dopo l’arresto è stato condotto al carcere di Ferrara, ove rimarrà a disposizione della Autorità Giudiziaria

 

 

IMMIGRATO ? NO… ITALIANO !

02102020 MIGRANTI ITALIANO

IMMIGRATO ? NO… ITALIANO !

Questa del “migrante italiano” sulle nostre coste è proprio singolare, chi l’avrebbe mai detto che oltre i tanti migranti africani avremmo visto anche un migrante italiano . Eh sì, non posso fare a meno di raccontarla la storiella del signor Roberto Rivellino di  Santa Maria del Molise (IS), una narrazione dovuta con un solo fine e cioè, far riflettere tutti voi sulla questione immigrazione e sugli innumerevoli sbarchi. In primis cerchiamo di capire chi è, lui è un imprenditore molisano, quarantenne, che circa otto anni fa ha deciso di trasferirsi in Tunisia per aprire un’azienda di jeans, purtroppo non è andata come sperava e si è trovato in seri problemi legati a varie insolvenze. Quindi, non potendo uscire liberamente dai confini tunisini e impedito fisicamente ad accedere a porti ed aeroporti, e considerando che la polizia tunisina di frontiera è attenta e accorta a controllare chi vuol andar fuori dal loro paese, ha optato per una soluzione diversa, proprio perché vessato da problemi economici e chissà quali altri, il sig. Rivellino, incastrato in quella situazione, ha pensato che bisognava agire d’astuzia per uscire dal paese tunisino, in modo illegale, e aggirare i controlli della polizia tunisina. E allora, visto che i barchini e migranti annessi, non vengono mai debitamente controllati alla frontiera marittima tunisina, forse… a loro è concesso a quanto pare, e riescono ad uscire dal paese in modo illegale indisturbati… lui ha fatto bene i suoi conti ed ha avuto la geniale idea di imbarcarsi proprio su un barchino di migranti, viaggiando insieme ad una cinquantina di persone, e  riuscire nel suo intento ad attraversare il Mediterraneo senza nessun problema. Giunto a Lampedusa e sbarcato, ha presentato i suoi documenti di cittadino italiano alle autorità presenti sul molo e dopo alcuni “grazie a tutti” ha fatto ritorno nella sua cittadina molisana. Fin qui è tutto bello e finisce l’avventura del signor Rovellino in terra d’Africa.… divertente la storiella tanto che sembra il replay del film degli anni ’90 che vedeva un italiano imprenditore in rovina scappare dall’ Albania e far ritorno in patria sulle famose navi che arrivavano sulle coste adriatiche stracolme di migranti… esattamente la identica storia. Quindi finisce qui la storiella ? Eh no, al contrario, qui inizia il reale dramma dell’immigrazione e della sofferenza… ovviamente per noi italiani che veniamo presi per “il fondello dei pantaloni” dai tunisini, algerini, libici, marocchini, nigeriani, maliani, e da tutte le nazioni del centro Africa, dalle organizzazioni ONG in primis, dai buonisti, radical chic e affaristi vari delle cooperative, già… perché nel racconto giornalistico non ho ravvisato, né  letto, nelle dichiarazioni del signor Rivellino la sua permanenza e  presenza nei campi di prigionia prima dell’imbarco, né tanto meno di estenuanti viaggi e soste forzate nel deserto libico, né ho letto del pagamento di migliaia di euro per ottenere un  posto sul barcone che contrariamente ai media italiani ci dicono che i migranti pagano un prezzo di migliaia di euro per imbarcarsi… non credo che il signor Rivellino avesse avuto la disponibilità di migliaia di euro per “pagarsi il costo di quel biglietto”, penso che con 50 euro si sia imbarcato alla volta dell’Italia e questo significa che i barchini sono volutamente lasciati passare dalla polizia marittima tunisina  e spediti dal governo tunisino al fine di strozzare l’Italia e costringerla a pagare… “il pizzo”, rammento a tutti che gli abbiamo dati tanti milioni di euro a fondo perduto al governo tunisino in questi anni, affinché le autorità tunisine stesse si adoperassero  per bloccare le partenze. Invece, come sostengo da sempre, è solo un business attivato dalle ONG e dagli opportunisti, altro che campi di concentramento e balle colorate. Purtroppo tra quei 50 immigrati partiti, oltre il “nostro caro Rivellino”, chissà quanti altri individui ci sono che scappano dalla Tunisia o da altri paesi per vari motivi, a noi ignoti, e magari ci sono anche dei criminali, e già… questi sono discorsi che non piacciono a papa Bergoglio, lui non guarda dentro i barchini, ma credo che non guardi neanche nelle loro anime… Le mie riflessioni e verità si riscontrano ed  emergono nelle apparenti banalità, magari, di primo acchito, tutti a ridere per la storiella dell’italiano immigrato però… nessuno riflette sulle modalità con le quali ci è arrivato ed è “scappato” da una situazione non particolarmente felice… Il signor Rivelli ha dimostrato che l’immigrazione è la truffa del XXI secolo, lui ha fatto vedere come si è furbi e noi italiani come siamo “coglioni”. Ben tornato a casa !  01102020

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A LAMPEDUSA

Imprenditore del Molise fugge dalla Tunisia su un barcone di migranti

Ora è in quarantena nel suo paese in provincia di Isernia. La fuga dovuta a problemi con l’azienda tessile che aveva aperto al di là del Mediterraneo. Lo sbarco il 20 settembre scorso con una dozzina di profughi

di Claudio Del Frate

02102020 MIGRANTI ITALIANO

 

Una barchino si avvicina al porto di Lampedusa, a bordo ci sono una dozzina di persone. È il 20 settembre scorso e la Guardia Costiera si avvicina per i controlli di rito come ormai avviene da settimane. Dettaglio che balza subito all’occhio: nel gruppo dei migranti c’è un uomo dalla pelle chiara, italiano, che mostra i suoi documenti alle forze dell’ordine. È un quarantenne residente in un paesino del Molise che viene lasciato libero di tornarsene a casa sua. Partita come una sorta di «leggenda metropolitana» la storia si è rivelata invece autentica, confermata anche dal sindaco del paese in cui risiede il «migrante all’incontrario». «Adesso si trova in quarantena, me ne sono occupato come prevede la mia carica amministrativa» racconta Michele Labella, primo cittadino di Santa Maria del Molise, borgo in provincia di Isernia dal quale il protagonista della storia era partito.

Come al cinema

Il cinema all’inizio degli anni ‘90 aveva già anticipato la trama: ne «Lamerica» di Gianni Amelio un imprenditore partiva dall’Italia alla volta dell’Albania convinto di poter fare i soldi facili, falliva nell’impresa e si vedeva costretto a tornare in patria con un barcone di migranti. È andata più o meno così anche al quarantenne di Santa Maria del Molise: dopo la chiusura di una azienda tessile della sua zona aveva provato a tentare la fortuna e mettere a frutto la sua esperienza aprendo un’impresa in un paese dove il costo della manodopera è basso. La scelta era caduta sulla Tunisia, dove già sono state delocalizzate produzioni del medesimo settore. Il Nordafrica, però, non si è rivelato «l’America» per l’imprenditore molisano: trovatosi alle prese con travagli finanziari e con l’emergenza Covid, ha deciso di rientrare precipitosamente in Italia. E, come si suol dire, «alla chetichella».

Problemi in Tunisia

Il problema del viaggio di ritorno non era rappresentato tuttavia dalla frontiera italiana ma dai controlli in uscita dal Paese magrebino. Da qui l’idea spericolata. attraversare il Mediterraneo con uno dei barchini che portano i migranti a Lampedusa. Cosa che arriva a compimento il 20 settembre. In Italia, superati i primi controlli, l’uomo viene lasciato libero di tornare a casa sua. «Sono andato a trovarlo – racconta il sindaco Labella – per accertarmi che stesse osservando il periodo di quarantena come previsto dalla legge. Cosa che in effetti sta avvenendo. Sui dettagli della sua disavventura non poso dire nulla, anche per questioni di privacy». Dalla questura di Isernia fanno sapere di non aver ricevuto alcuna informazione sulla vicenda e di non aver avviato alcuna attività d’ufficio».

Ipotesi fantasiose

Sulla traversata a ritroso compiuta dall’imprenditore molisano erano fiorite fantasiose ipotesi: che fosse un reporter sotto mentite spoglie o addirittura un agente segreto infiltrato per smascherare scafisti. «Niente di tutto questo e agiremo per tutelare l’immagine del nostro assistito» dichiara Arturo Messere, legale del foro di Campobasso a cui l’imprenditore si è rivolto. Su quanto accaduto in Tunisia l’avvocato non si sbilancia: «Non ho ancora avuto modo di parlare con il mio assistito, non so ancora cosa sia accaduto». Santa Maria del Molise finisce così al centro di un fatto di cronaca, dopo una «disavventura» elettorale di qualche giorno fa: per un disguido informatico il piccolo comune era stato l’ultimo in Italia a comunicare al viminale i risultati d

ORA IL NORMALE… E’ ANORMALE !

01102020 Moreno el Cristiano 2

ORA IL NORMALE… E’ ANORMALE !

Il mondo sta cambiando anzi, è già cambiato da alcuni anni in modo sicuramente poco felice, e certamente negli anni a venire cambierà ancora… con chissà quali stravolgimenti culturali che condizioneranno la vita di miliardi di persone. Per quel che mi riguarda ritengo che alcuni cambiamenti, cosiddetti sconvolgenti, sono proprio ridicoli. Vi racconto un episodio di alcune sere fa :  assisto alla pantomima di sette minuti, nel programma televisivo di Mediaset “Il grande Fratello Vip”, del  famosissimo attore italiano, Gabriel Garko, icona delle donne sino a sette minuti prima… è semplice la questione, lui ha fatto “Coming out” e si è presentato in una Tv a raccontarci una paranoia di sette lunghi minuti per dire al popolo italiano che lui è gay e allora ? E chissenefrega dei tuoi gusti sessuali caro Gabriel… io non ho mai avuto necessità di dire al mondo intero i miei gusti sessuali e non vedo e non capisco  perché lo debbano fare altri, anche perché nessuno, sino ad oggi, è andato in televisione a piagnucolare e fare “coming out”  perché eterosessuale e non gay. Siamo arrivati al punto in cui essere gay ora è diventato un evento televisivo dagli alti contenuti sociali… ed educativi, anzi, dobbiamo anche considerarla una bellissima sensazione, non una semplice cosa normale, ma qualcosa di più, perché il “Coming out” deve emozionare il pubblico e convincerlo della magnificenza della confessione… a tal punto che essere etero, è quasi diventato una colpa di cui vergognarsi o un qualcosa di orrendo perché… non fa emozionare più nessuno…. Già che brutta realtà viviamo, ora la normalità in Italia non va più bene. Quindi esaltiamo i gay e lesbiche e lo si fa a danno degli eteri, i negri improvvisamente sono diventati le vittime della società mondiale e ora li si difende a spada tratta però… lo si fa a danno dei bianchi, i migranti sono i nuovi cittadini di seria A nel nostro paese ma lo sono a danno degli italiani diventati ora di serie B…. i musulmani acquistano spazi vitali e diritti… a danno dei cristiani, mentre nel mondo islamico non cambia nulla. Nella scuola si combatte per radicare  l’ideologia gender  e la politica di sinistra, ci si batte per la maternità surrogata e tutto questo schifo voi lo chiamate progresso e cambiamento necessario che renderà migliore la società ? Ma siamo proprio sicuri che questi cambiamenti siano proprio necessari e rafforzerà il concetto di  genere umano che progredisce in perfetta simbiosi con “Madre natura” ? Per come la vedo io ci stiamo avventurando in un caotico pantano globale, dove ognuno nella società farà quel che vuole senza aver rispetto di niente e di nessuno. Ho anche il timore che ci stiamo avviando verso un tipo di società anarchica, dove la religione cristiana verrà cancellata, la patria conterà sempre meno, il lavoro e rispetto delle leggi e delle regole andrà a farsi benedire.  Dobbiamo disperarci ? Assolutamente no, ma combattere per impedire lo stravolgimento e affermare la normalità e il rispetto dovuto a “Madre Natura”, e credo che,  a legger l’articolo postato, nel mondo qualche comunista sensato e fuori dal coro anarchico lo abbiamo trovato… uno c’è e lo devo elogiare… lui è il presidente dell’Ecuador e ha detto chiaramente no ai cambiamenti nella società ecuadoregna !  Quindi Trump, il populista e sovranista, trova un amico e alleato in un anti populista e anti sovranista… però, è divertente la cosa, infatti la singolarità sta nel fatto che loro non sono la “normalità” perché pretendono solamente il “meraviglioso rispetto della natura”. I figli si fanno quando si desiderano e con amore, e quando li si fa… li si tiene e li si cresce, e se non si vuol correre rischi di farli, si prega di usare i contraccettivi e preservativi nei… vari gusti e formati. L’aborto deve essere l’ultima frontiera per una donna e non il rimedio di un “banale errore” di una calda nottata, signori maschietti, sì ce l’ho con voi, non siate egoisti in quello e prima di farlo pensate per un attimo che una donna… può anche lasciarci la vita per un aborto non desiderato. Fate vincere la vita e non opponetevi a “Madre Natura”. IMPERATIVO E’ LA VITA NON LA MORTE !

30092020 …by…manliominicucci

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In Usa ed Ecuador vince la vita

01102020 Moreno el Cristiano 2

30 Settembre 2020 – 15:13

(Mauro Faverzani) Buone notizie sul fronte della vita. A dispetto del nome, Lenin Moreno, e del partito, Alianza Pais, dichiaratamente di sinistra, il presidente dell’Ecuador ha posto il proprio veto all’intero progetto di legge relativo al Cos-Codice Organico per la Salute, benché già approvato a maggioranza dall’Assemblea nazionale con soli 8 voti contrari. In questo modo Moreno ha bloccato nel suo Paese la pericolosa avanzata di aborto, maternità surrogata e ideologia gender nelle scuole, dando retta alla popolazione, mobilitatasi nei giorni scorsi dinanzi alla sede del governo, a Palazzo Carondelet, residenza del Presidente, nonché sui social, per chiedere che col proprio intervento scongiurasse l’entrata in vigore della normativa. Non si può ancora gridare allo scampato pericolo, poiché il rischio ora è che, con qualche minimo correttivo, il testo possa essere a breve ripresentato. Lo stesso ministro della Salute, Juan Carlos Zevallos, ha dichiarato in tal senso: «Non v’è stato né rigore scientifico, né rigore clinico nel redigere la legge. Il veto totale al Codice Organico della Salute risponde ad un imperativo sociale. Dobbiamo intraprendere un nuovo processo più inclusivo, più tecnico, più basato sull’evidenza scientifica», parole che suonano quanto mai sibilline. Intanto, comunque, un importante, benché temporaneo argine è stato messo al tentativo posto in essere dalle forze progressiste. La segreteria del Presidente ha chiarito come il veto sia stato motivato da ragioni tecniche e non religiose, comunque sia ciò è bastato per far esultare i gruppi pro-life ecuadoregni. Gioia ha espresso anche l’arcivescovo metropolita di Quito, nonché primate dell’Ecuador, mons. Alfredo José Espinoza Mateus, che ha definito senza mezzi termini il testo bloccato un «codice di morte: la vita ha trionfato».

Ed ha trionfato anche negli Stati Uniti dopo l’annuncio dato dal presidente Donald Trump relativo all’«Ordine esecutivo Born Alive», con cui ha garantito le necessarie tutele legali ai bambini sopravvissuti all’aborto, con ricovero in ospedale e cure adeguate. Furibondi i Democratici, che al Senato avevano promesso di bloccare il disegno di legge in materia, d’accordo anche la loro candidata alla vicepresidenza, Kamala Harris. Secondo loro, le normative vigenti assicurerebbero già adeguata protezione ai neonati, ma non è così, come evidenziato dal senatore Ben Sasse, repubblicano del Nebraska, co-promotore del progetto legislativo relativo alla protezione dei bimbi sopravvissuti all’aborto, progetto purtroppo bocciato in Senato lo scorso 23 febbraio. Ma il presidente Trump ha provvidenzialmente fatto piazza pulita degli oppositori con l’annuncio di questo nuovo ordine esecutivo, annuncio dato nel corso dell’annuale «Colazione nazionale di Preghiera Cattolica», quest’anno, a causa della pandemia, svoltasi non in presenza, bensì trasmessa in diretta ad oltre 10 mila partecipanti registrati: «Noi crediamo nella verità eterna per la quale ogni bambino, nato e non nato, viene creato come santa immagine di Dio – ha detto Trump – Io difenderò sempre il sacro diritto alla vita».

Il provvedimento presidenziale, secondo l’Istituto Guttmacher, riguarderebbe almeno 12 mila sopravvissuti sui circa 926 mila aborti praticati ogni anno. Intanto, restando in tema, i Cavalieri di Colombo hanno organizzato dal 4 al 12 ottobre una «Novena per la Vita» nell’ambito delle manifestazioni previste negli Stati Uniti in occasione del «Mese per il Rispetto della vita», promosso ogni anno ad ottobre dalla Conferenza episcopale americana ed avente come tema per il 2020 «Vivere il Vangelo della Vita». Ogni giornata della novena prevede la recita del S. Rosario, una meditazione ed un’orazione conclusiva a Maria, tratta dall’enciclica «Evangelium Vitae» di Giovanni Paolo II. Nel «Mese per il Rispetto della vita», la Conferenza episcopale americana stanzia risorse economiche per aiutare le parrocchie, i sacerdoti, le famiglie e le scuole a promuovere incontri di preghiera e di sensibilizzazione sul tema, restando purtroppo l’aborto la principale causa di morte negli Stati Uniti, avendo provocato molte più vittime di quelle causate dalla stessa pandemia da Covid-19.

La speranza è che queste buone notizie rappresentino il volano per promuovere ed incoraggiare anche altrove nel mondo una presenza creativa del popolo per la vita a tutti i livelli, popolari, ecclesiali ed istituzionali.