IMMIGRATO ? NO… ITALIANO !

02102020 MIGRANTI ITALIANO

IMMIGRATO ? NO… ITALIANO !

Questa del “migrante italiano” sulle nostre coste è proprio singolare, chi l’avrebbe mai detto che oltre i tanti migranti africani avremmo visto anche un migrante italiano . Eh sì, non posso fare a meno di raccontarla la storiella del signor Roberto Rivellino di  Santa Maria del Molise (IS), una narrazione dovuta con un solo fine e cioè, far riflettere tutti voi sulla questione immigrazione e sugli innumerevoli sbarchi. In primis cerchiamo di capire chi è, lui è un imprenditore molisano, quarantenne, che circa otto anni fa ha deciso di trasferirsi in Tunisia per aprire un’azienda di jeans, purtroppo non è andata come sperava e si è trovato in seri problemi legati a varie insolvenze. Quindi, non potendo uscire liberamente dai confini tunisini e impedito fisicamente ad accedere a porti ed aeroporti, e considerando che la polizia tunisina di frontiera è attenta e accorta a controllare chi vuol andar fuori dal loro paese, ha optato per una soluzione diversa, proprio perché vessato da problemi economici e chissà quali altri, il sig. Rivellino, incastrato in quella situazione, ha pensato che bisognava agire d’astuzia per uscire dal paese tunisino, in modo illegale, e aggirare i controlli della polizia tunisina. E allora, visto che i barchini e migranti annessi, non vengono mai debitamente controllati alla frontiera marittima tunisina, forse… a loro è concesso a quanto pare, e riescono ad uscire dal paese in modo illegale indisturbati… lui ha fatto bene i suoi conti ed ha avuto la geniale idea di imbarcarsi proprio su un barchino di migranti, viaggiando insieme ad una cinquantina di persone, e  riuscire nel suo intento ad attraversare il Mediterraneo senza nessun problema. Giunto a Lampedusa e sbarcato, ha presentato i suoi documenti di cittadino italiano alle autorità presenti sul molo e dopo alcuni “grazie a tutti” ha fatto ritorno nella sua cittadina molisana. Fin qui è tutto bello e finisce l’avventura del signor Rovellino in terra d’Africa.… divertente la storiella tanto che sembra il replay del film degli anni ’90 che vedeva un italiano imprenditore in rovina scappare dall’ Albania e far ritorno in patria sulle famose navi che arrivavano sulle coste adriatiche stracolme di migranti… esattamente la identica storia. Quindi finisce qui la storiella ? Eh no, al contrario, qui inizia il reale dramma dell’immigrazione e della sofferenza… ovviamente per noi italiani che veniamo presi per “il fondello dei pantaloni” dai tunisini, algerini, libici, marocchini, nigeriani, maliani, e da tutte le nazioni del centro Africa, dalle organizzazioni ONG in primis, dai buonisti, radical chic e affaristi vari delle cooperative, già… perché nel racconto giornalistico non ho ravvisato, né  letto, nelle dichiarazioni del signor Rivellino la sua permanenza e  presenza nei campi di prigionia prima dell’imbarco, né tanto meno di estenuanti viaggi e soste forzate nel deserto libico, né ho letto del pagamento di migliaia di euro per ottenere un  posto sul barcone che contrariamente ai media italiani ci dicono che i migranti pagano un prezzo di migliaia di euro per imbarcarsi… non credo che il signor Rivellino avesse avuto la disponibilità di migliaia di euro per “pagarsi il costo di quel biglietto”, penso che con 50 euro si sia imbarcato alla volta dell’Italia e questo significa che i barchini sono volutamente lasciati passare dalla polizia marittima tunisina  e spediti dal governo tunisino al fine di strozzare l’Italia e costringerla a pagare… “il pizzo”, rammento a tutti che gli abbiamo dati tanti milioni di euro a fondo perduto al governo tunisino in questi anni, affinché le autorità tunisine stesse si adoperassero  per bloccare le partenze. Invece, come sostengo da sempre, è solo un business attivato dalle ONG e dagli opportunisti, altro che campi di concentramento e balle colorate. Purtroppo tra quei 50 immigrati partiti, oltre il “nostro caro Rivellino”, chissà quanti altri individui ci sono che scappano dalla Tunisia o da altri paesi per vari motivi, a noi ignoti, e magari ci sono anche dei criminali, e già… questi sono discorsi che non piacciono a papa Bergoglio, lui non guarda dentro i barchini, ma credo che non guardi neanche nelle loro anime… Le mie riflessioni e verità si riscontrano ed  emergono nelle apparenti banalità, magari, di primo acchito, tutti a ridere per la storiella dell’italiano immigrato però… nessuno riflette sulle modalità con le quali ci è arrivato ed è “scappato” da una situazione non particolarmente felice… Il signor Rivelli ha dimostrato che l’immigrazione è la truffa del XXI secolo, lui ha fatto vedere come si è furbi e noi italiani come siamo “coglioni”. Ben tornato a casa !  01102020

…by…manliominicucci.      

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A LAMPEDUSA

Imprenditore del Molise fugge dalla Tunisia su un barcone di migranti

Ora è in quarantena nel suo paese in provincia di Isernia. La fuga dovuta a problemi con l’azienda tessile che aveva aperto al di là del Mediterraneo. Lo sbarco il 20 settembre scorso con una dozzina di profughi

di Claudio Del Frate

02102020 MIGRANTI ITALIANO

 

Una barchino si avvicina al porto di Lampedusa, a bordo ci sono una dozzina di persone. È il 20 settembre scorso e la Guardia Costiera si avvicina per i controlli di rito come ormai avviene da settimane. Dettaglio che balza subito all’occhio: nel gruppo dei migranti c’è un uomo dalla pelle chiara, italiano, che mostra i suoi documenti alle forze dell’ordine. È un quarantenne residente in un paesino del Molise che viene lasciato libero di tornarsene a casa sua. Partita come una sorta di «leggenda metropolitana» la storia si è rivelata invece autentica, confermata anche dal sindaco del paese in cui risiede il «migrante all’incontrario». «Adesso si trova in quarantena, me ne sono occupato come prevede la mia carica amministrativa» racconta Michele Labella, primo cittadino di Santa Maria del Molise, borgo in provincia di Isernia dal quale il protagonista della storia era partito.

Come al cinema

Il cinema all’inizio degli anni ‘90 aveva già anticipato la trama: ne «Lamerica» di Gianni Amelio un imprenditore partiva dall’Italia alla volta dell’Albania convinto di poter fare i soldi facili, falliva nell’impresa e si vedeva costretto a tornare in patria con un barcone di migranti. È andata più o meno così anche al quarantenne di Santa Maria del Molise: dopo la chiusura di una azienda tessile della sua zona aveva provato a tentare la fortuna e mettere a frutto la sua esperienza aprendo un’impresa in un paese dove il costo della manodopera è basso. La scelta era caduta sulla Tunisia, dove già sono state delocalizzate produzioni del medesimo settore. Il Nordafrica, però, non si è rivelato «l’America» per l’imprenditore molisano: trovatosi alle prese con travagli finanziari e con l’emergenza Covid, ha deciso di rientrare precipitosamente in Italia. E, come si suol dire, «alla chetichella».

Problemi in Tunisia

Il problema del viaggio di ritorno non era rappresentato tuttavia dalla frontiera italiana ma dai controlli in uscita dal Paese magrebino. Da qui l’idea spericolata. attraversare il Mediterraneo con uno dei barchini che portano i migranti a Lampedusa. Cosa che arriva a compimento il 20 settembre. In Italia, superati i primi controlli, l’uomo viene lasciato libero di tornare a casa sua. «Sono andato a trovarlo – racconta il sindaco Labella – per accertarmi che stesse osservando il periodo di quarantena come previsto dalla legge. Cosa che in effetti sta avvenendo. Sui dettagli della sua disavventura non poso dire nulla, anche per questioni di privacy». Dalla questura di Isernia fanno sapere di non aver ricevuto alcuna informazione sulla vicenda e di non aver avviato alcuna attività d’ufficio».

Ipotesi fantasiose

Sulla traversata a ritroso compiuta dall’imprenditore molisano erano fiorite fantasiose ipotesi: che fosse un reporter sotto mentite spoglie o addirittura un agente segreto infiltrato per smascherare scafisti. «Niente di tutto questo e agiremo per tutelare l’immagine del nostro assistito» dichiara Arturo Messere, legale del foro di Campobasso a cui l’imprenditore si è rivolto. Su quanto accaduto in Tunisia l’avvocato non si sbilancia: «Non ho ancora avuto modo di parlare con il mio assistito, non so ancora cosa sia accaduto». Santa Maria del Molise finisce così al centro di un fatto di cronaca, dopo una «disavventura» elettorale di qualche giorno fa: per un disguido informatico il piccolo comune era stato l’ultimo in Italia a comunicare al viminale i risultati d

IMMIGRATO ? NO… ITALIANO !ultima modifica: 2020-10-02T20:07:49+02:00da manlio22ldc
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