Archivio mensile: aprile 2020

LA MESSA ? NIENTE MESSE…!

'Illuminata’ con il tricolore la Chiesa di San Salvatore in Lauro in segno di speranza, Roma, 21 aprile 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONL Y ++

LA MESSA ? NIENTE MESSE…!

Carissimi prelati della Cei, quando un Papa, che è il capo della chiesa cristiana, si sottomette ad un governo ateo, cinico e opportunista, come il PD e il M5S,… questi sono i meravigliosi risultati, ovvero quello di maltrattare i cristiani, la chiesa tutta, a loro discrezione e senza tener conto dell’esigenze di fede e del fedele. Da notare, che quando fa loro comodo, come per esempio parlare dei migranti, allora si citano le parole del Santo Padre e del valore della chiesa e dei fedeli cristiani, poi, quando il Papa non serve e non fa comodo allora lo si può cestinare. Cari cristiani tutti, ecco dove siamo arrivati, ieri in pompa magna la Rai e Mediaset ci hanno fatto sapere che è iniziato il ramadan e oggi apprendiamo che il governo ha abolito le messe in totale violazione alla costituzione e agli accordi con la santa sede. E ora si rendono conto del danno è c’è la levata dei vescovi contro il governo ? Avrebbero dovuto pensarci prima anziché fare i… radical chic e buonisti e leccaculo del PD… Cari vescovi, se si continuerà con questo andazzo le chiese chiuderanno, Ve lo dico da un pezzo e voi non lo intendete…datevi una mossa e “scendete sulla terra”… a risolvere i problemi. Che vergogna, nel 2020 le chiese resteranno ancora chiuse e ovviamente niente messe …Che orrenda visione futura ho della chiesa cristiana…Signor Bergoglio….si dia una mossa e protesti… perché se non si muove finisce che il cristianesimo tra un po’ sarà completamente ridicolizzato….e grazie a lei. 27042020

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Cei contro decreto Conte

Nota della Cei dal titolo ‘Il disaccordo dei vescovi’

'Illuminata’ con il tricolore la Chiesa di San Salvatore in Lauro in segno di speranza, Roma, 21 aprile 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONL Y ++

Redazione ANSAROMA

26 aprile 202022:24

(ANSA) – ROMA, 26 APR – “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. Lo afferma la Cei in una nota dal titolo “Il disaccordo dei vescovi” sui contenuti del Dpcm sulla ‘Fase 2’ illustrato dal premier Giuseppe Conte.
 

25 APRILE…

26042020 Vittime partigiane

25 APRILE…

Quello che non riuscirò mai a capire perché tanti crimini perpetrati a danno di gente innocente siano rimasti impuniti dopo la fine della seconda guerra mondiale, la liberazione è una cosa e non si discute ma i criminali da perseguire e condannare sono un’altra, infatti alcuni presunti partigiani hanno pagato per i loro efferati crimini, ma tanti l’hanno fatta franca e vissuto da eroi nella neo Repubblica italiana e questo non va bene. Credo che oltre la ricorrenza del 25 Aprile sia necessario raccontare alle nuove generazioni la verità storica di quegli anni, l’assassinio ingiustificato e vergognoso di tanti sacerdoti e gente innocente come donne o uomini, che nulla avevano a che fare con il nazi-fascismo, sia una triste verità tenuta nascosta ad arte dal partito comunista italiano e dai partigiani compiacenti… meglio non rendere pubbliche le proprie colpe e crimini… Togliatti lo pensava e così fu…. No, non è così che si formano i giovani e si preparano alla vita democratica del paese, non è nascondendo loro quello che non fa comodo alla propaganda che si avranno cittadini coscienti e capaci di dare valore alla libertà, concetto fondamentale per un paese che vuol essere libero. Di errori nel passato se ne sono fatti tanti, ma nel presente non bisogna continuare a farlo e noi invece continuiamo a farli e non ce ne rendiamo conto, la verità è un pilastro fondamentale per una sana società…diversamente si vivrà sempre nell’odio reciproco e nella bugia. Guardate come si è ridotto il nostro paese a livello politico, dopo 75 anni non c’è più coesione e amore tra il popolo, uno che non sopporta l’altro e questo è figlio della menzogna, dell’esaltazione della bugia storica. Bisogna avere anche il coraggio di prendere le distanze dagli assassini e non esaltarli come si fa ancora oggi per mero interesse politico… Io la vedo così, non sì può amare, rispettare e convivere con chi della narrazione storica ne fa un’arma propagandistica per il futuro. Forse vedo male, però i fatti mi danno ragione. 26042020

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26042020 Vittime partigiane

Era l’11 maggio del 1945 quando nel piccolo comune di Pieve di Cento sono stati rapiti, e nel pomeriggio selvaggiamente uccisi, i 7 fratelli Govoni. Il primogenito, Dino, aveva 41 anni, mentre la più giovane, Ida, ne aveva appena 20; solamente due di loro avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana, ciononostante sono stati tutti massacrati di botte, e infine strangolati, da un drappello di comunisti che facevano parte della Brigata Garibaldi e si definivano partigiani.

Gran parte degli italiani sa poco o nulla degli eccessi perpetrati dalle frange più estreme dei ‘partigiani’ comunisti italiani al termine della Seconda Guerra Mondiale, eccessi che per molti anni sono stati minimizzati dalla stampa in quanto azioni di guerra, o di vendetta nei confronti di coloro che avevano commesso nefandezze sotto il regime nazifascista della Repubblica di Salò.

Tuttavia il quadro reale è ben diverso; secondo Alberto Fornaciari «le fosse comuni, le foibe e buona parte degli omicidi portati brutalmente a termine dalle brigate di partigiani comunisti avevano lo scopo ben preciso di eliminare fisicamente i possibili avversari del comunismo di stampo sovietico che si voleva instaurare a guerra finita».
Quel che è certo è che una parte consistente delle vittime non erano state collaboratori del regime nazifascista. Molti sono stati uccisi solo perché avevano espresso pubblicamente una certa avversione per il comunismo, e per le violenze causate da questa ideologia; numerosi sacerdoti cristiani sono stati trucidati principalmente per via della propria fede; in nome della ‘lotta di classe’ proprietari terrieri e funzionari pubblici sono stati seviziati e massacrati con l’accusa di essere fascisti.
Molti altri ancora, come ad esempio i fratelli Govoni, sono stati uccisi al solo scopo di «seminare il terrore, per continuare ad avere il controllo della situazione, anche a guerra finita», come ha scritto lo storico Giordano Bruno Guerri in un articolo pubblicato dal Giornale in memoria dei sette fratelli.

Ma come è possibile che dei crimini cosi efferati e numerosi siano stati taciuti, e sostanzialmente esclusi dai libri scolastici, dai programmi universitari e dai musei italiani? Secondo il celebre storico e giornalista Indro Montanelli «il silenzio mantenuto finora, o quasi, si spiega facilissimamente. Tutta la storiografia italiana del dopoguerra era di sinistra; apparteneva all’intellighenzia di sinistra, la quale era completamente succube del Partito Comunista. […] Non si poteva parlare delle stragi del triangolo della morte, perché anche queste ricadevano sulla coscienza – ammesso che ce ne sia una – del Partito Comunista».

Il Triangolo della morte

L’espressione ‘triangolo della morte’ (o triangolo rosso), si riferisce a una delle zone in cui le violenze partigiane si manifestarono con la maggiore intensità, ovvero l’area compresa tra Bologna, Reggio Emilia e Ferrara. Ad oggi non è ancora possibile stabilire con certezza quante persone siano state effettivamente giustiziate sommariamente dai partigiani comunisti tra il ‘43 e il ‘46. Tuttavia, nel libro Il triangolo della morte, i fratelli Pisano hanno raccolto i nomi – e per quanto è stato loro possibile anche le vicende – di circa 4500 persone uccise in Emilia Romagna dalla furia comunista di quegli anni.

I funerali dei fratelli Govoni il 28 febbraio 1951. (Wikimedia)

I corpi dei fratelli Govoni, anch’essi emiliani, sono stati rinvenuti il 24 febbraio del 1951, grazie alle testimonianze di Guido Cevolani, che – secondo la ricostruzione dei fatti presentata dal libro Vincitori e Vinti, di Bruno Vespa – ha trovato il coraggio di superare il terrore e rompere il muro di omertà solo in seguito ai disperati appelli di Caterina Gamberini, la madre dei 7 fratelli.

Nella zona erano in molti a sapere, ma nessuno aveva il coraggio di parlare, anche perché la strage dei fratelli Govoni era stata preceduta da molti altri massacri. Non a caso nel 1951, assieme ai corpi dei fratelli, sono stati rinvenuti altri 35 cadaveri, dieci sepolti nella stessa fossa, mentre gli altri 25 interrati in una seconda fossa a pochi metri di distanza. Le indagini hanno appurato che si è trattato di due distinti massacri, avvenuti nella stessa settimana per mano dei militanti della Brigate Garibaldi; il tribunale di Bologna ha scelto di unire le due stragi in un solo procedimento, dal momento che gli imputati erano gli stessi.

Un eloquente articolo pubblicato dal Centro San Giorgio ha riassunto con le seguenti parole lo svolgimento dei terribili fatti dell’11 maggio: «I partigiani della Brigata Paolo infierirono con una crudeltà e un sadismo veramente inconcepibili su ogni prigioniero. Anche Ida, la mamma ventenne, che non aveva mai saputo niente di fascisti o di partigiani, morì tra sevizie orrende, invocando la sua bambina. Quelli che non morirono tra i tormenti furono strangolati. Quando le urla si spensero erano le 23,00 dell’11 maggio. Ebbe luogo, quindi – prosegue il testo della sentenza – la ripartizione degli oggetti d’oro in possesso dei prelevati».

Per rendersi conto dei criteri con cui i ‘partigiani’ comunisti selezionavano le proprie vittime basti pensare che tra i corpi rinvenuti nella seconda fossa è stato identificato quello di Giacomo Malaguti, un ragazzo di 22 anni che l’anno precedente aveva combattuto nell’Esercito del Sud contro i tedeschi a Montecassino. Tuttavia – secondo le informazioni raccolte da Bruno Vespa – il ragazzo aveva commesso «l’imperdonabile errore» di manifestare pubblicamente avversione al comunismo per via delle ripetute violenze partigiane.

Nel 1953 il processo di Bologna si è concluso con quattro condanne all’ergastolo, tuttavia in quel momento gli assassini erano già stati aiutati a fuggire in Cecoslovacchia, oltre la cortina di ferro, e così di loro si è persa ogni traccia.

Il seminarista Rolando Rivi

Rolando Rivi, seminarista di 14 anni torturato e ucciso nel Triangolo della morte da un gruppo di partigiani comunisti il 13 aprile 1945. (Dominio pubblico)

Un altro caso esemplare dell’efferatezza dei crimini commessi dai partigiani comunisti in Emilia Romagna è quello di Rolando Rivi, un seminarista appena 14enne scomparso il 13 aprile del 1945. Quella mattina il ragazzo era andato come di consueto a studiare in un boschetto vicino casa, ma quando il padre – non vedendolo tornare – è andato a cercarlo, ha trovato i suoi libri sparsi per terra, insieme a un biglietto con su scritto: «Non cercatelo, viene un momento con noi partigiani».

Dopo un giorno di ricerca, il padre, accompagnato dal curato di San Valentino, ha incontrato un partigiano a cavallo a cui ha domandato se sapesse qualcosa del seminarista Rivi, e quello – secondo la testimonianza del curato – ha risposto: «È stato ucciso qui, l’ho ucciso io, ma sono perfettamente tranquillo», e ha poi indicato loro il luogo dove si trovava il cadavere.
I due, dopo alcuni attimi di stordimento, hanno effettivamente rinvenuto il corpo del ragazzo in mezzo alla boscaglia, appena coperto da qualche foglia di quercia, con il volto tumefatto, il corpo pieno di lividi e due pallottole nel corpo, una alla tempia sinistra e l’altra all’altezza del cuore.

Nel 1951 il tribunale di Lucca ha condannato Giuseppe Corghi, il partigiano a cavallo, e Delciso Rioli per il rapimento e l’assassinio di Rolando, commutando a entrambi una pena di 22 anni di reclusione. Tuttavia, a causa dell’amnistia Togliatti, i due partigiani hanno trascorso in carcere solo 6 anni prima di tornare a piede libero.

Col passare degli anni, la tomba di Rolando è diventata una meta di pellegrinaggio, e nel 2013 le autorità ecclesiastiche hanno promulgato un decreto che ne ha riconosciuto il martirio, e ha santificato il giovane fedele.

Questo delitto è senza dubbio un caso emblematico della distorsione che l’ideologia comunista può indurre nella coscienza di un essere umano: una distorsione tale da consentire a un uomo, altrimenti sano di mente, di seviziare e uccidere un ragazzo innocente, di 14 anni, a cuor leggero; pensando persino di essere nel giusto.

La strage dei Conti Manzoni e la testimonianza di Indro Montanelli

Tra la notte del 7 e l’8 luglio 1945 si è consumato un altro brutale delitto nel comune di Lugo, in provincia di Ravenna. I quattro membri della famiglia Manzoni sono stati sequestrati insieme alla loro domestica da un gruppo di ex partigiani comunisti, che poi hanno saccheggiato la loro villa di famiglia. I 5 sono stati condotti in un azienda agricola, dove hanno trovato la morte, uno dopo l’altro. Secondo il libro Vincitori e Vinti, «l’autopsia dimostrò che la contessa e la domestica erano state uccise a bastonate, Giacomo e Luigi a colpi di pistola, mentre Reginaldo fu ferito e sepolto ancora vivo».

I cadaveri dei Conti Manzoni rinvenuti semischeletriti il 4 agosto 1948. (Wikipedia/Dominio Pubblico)

Il caso è rimasto avvolto nel mistero per diversi anni, anche perché prima della strage i comunisti avevano a più riprese garantito che non avrebbero torto un capello alla famiglia Manzoni, che aveva sempre aiutato i contadini della zona; ma nel 1948 i carabinieri hanno iniziato a indagare e hanno rinvenuto alcuni degli oggetti appartenuti alla famiglia Manzoni nelle case degli ex partigiani. Poco dopo, uno di loro ha confessato e così sono stati riesumati il 4 agosto 1948 i cadaveri dei 5 scomparsi, assieme alla salma del loro cane.

Il processo, terminato nel 1953, ha condannato all’ergastolo ben 13 ex partigiani comunisti, tra cui Silvio Pasi, leader dei Gruppi di Azione Patriottica della zona, nonché membro del Pci e dirigente della Camera del Lavoro di Faenza. Tuttavia anche in questo caso la pena è stata ridotta per effetto dell’amnistia Togliatti, in teoria fino a 19 anni di detenzione, ma poi in pratica gli assassini hanno trascorso in cella appena 5 anni, prima di tornare in libertà.

Montanelli ha raccontato, durante il programma televisivo La Storia d’Italia, di essersi recato nel triangolo della morte poco dopo la fine della guerra, per indagare sulla vicenda: «La strage dei conti Manzoni, che erano tutti miei amici e furono sterminati. Una famiglia di persone che con il fascismo non aveva niente a che fare; ci avevano convissuto come tutti gli italiani. Bene, nessuno mi voleva parlare di questa faccenda; quando ne parlai con il questore di Reggio Emilia, lui mi disse: “Montanelli guardi che se lei insiste in questa inchiesta non rispondo della sua pelle”».

«Io gli dissi: “Ma della mia pelle non deve rispondere lei, della mia pelle rispondo io. Io voglio andare in fondo a questa faccenda”. Allora lui, e questo l’ho saputo dopo, si rivolse al ministro Scelba, il ministro degli Interni, il quale si rivolse al direttore del Corriere, che era allora Gugliemo Emanuel, perché mi richiamasse; ed Emanuel mi richiamò con la scusa di mandarmi in Germania a seguire il processo di Norimberga. Ecco, ma nessuno aveva parlato: né dei carabinieri, né della polizia e tanto meno della magistratura, eppure lo sapevano».

Montanelli ha poi precisato che il ministro Scelba non ha agito così per insabbiare le indagini, ma piuttosto perché temeva realmente per la sua incolumità: «Sapeva che andavo incontro a dei grossi rischi, cercando di schiodare le bocche di questa gente. C’era una complicità assoluta».

Conclusione

Naturalmente i tre episodi sopracitati non rappresentano che una goccia tra le migliaia di storie dimenticate; storie di persone giustiziate sommariamente – spesso in maniera disumana – con l’accusa di essere ‘fasciste’.

La verità è che l’etichetta ‘fascista’, in gran parte dei casi, non era affatto legata al reale comportamento tenuto da ciascuno durante il ventennio, ma piuttosto è stata adoperata dai militanti comunisti per attaccare coloro che si opponevano al comunismo.

L’etichetta di ‘fascista’ è stata in effetti utilizzata in Russia, in Cina e a Cuba, per contrassegnare ed eliminare fisicamente i ‘nemici della rivoluzione’ e lasciare spazio alle ‘opere’ di questi regimi, che complessivamente hanno causato la morte innaturale di ben oltre 100 milioni di persone in tempi di pace, nel solo XX secolo, al fine di perorare la ‘grande causa del comunismo’.

Per saperne di più sugli eccidi avvenuti tra il 1943 e il 1946 si consiglia la lettura dei due libri sopra citati, come anche del saggio storico di Gianpaolo Pansa, Il sangue dei vinti.

 

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

 

 

INIZIANO… LE DANZE…

26042020 XI PIN E LA SVEZIA

INIZIANO… LE DANZE…

Sì mette male per la Cina e per le relazioni diplomatiche ed economiche con gli stati europei, non è certamente un buon momento per lei. Il coronavirus ha messo fine al rapporto decennale di “falsa collaborazione” tenuto, sino ad oggi, in piedi col mondo occidentale, bugie solo per mero interesse commerciale. L’assenza di tempestiva informazione al mondo sull’epidemia coronavirus e il pessimo modo di gestirlo fa si che ora il dragone cinese di trovi ad affrontare la nuova realtà internazionale, non più basata sull’ ipocrisia ma nei fatti concreti ed inizia a pagarne le conseguenze del disastro, una “banale dimenticanza” che costa all’umanità ben 200mila morti su tutto il pianeta, con la prospettiva drammatica di veder la fine dell’incubo non prima di un altro anno. L’evoluzione negativa della pandemia sicuramente in appresso deteriorerà ancor di più i rapporti internazionali e la Cina non sarà più vista come prima una grande occasione per il business. La Cina sbaglia ancora e litiga con la Svezia per aver arrestato, ad Hong Kong, un libraio cinese con passaporto svedese e loro, per ripicca, gli hanno chiuso le scuole religiose, ma politiche nei fatti, in tutto il paese scandinavo. La Cina non cambierà di sicuro la sua mentalità a seguito della pandemia e vede sempre con pericolo chi diffonde la democrazia e la cultura nel suo paese. Sicuramente il paese asiatico non resterà fermo a guardare che lo si maltratti e una risposta decisa ci sarà, ovviamente di carattere economico. Credo che la Cina debba stare molto attenta a quel che fa nell’immediato futuro, l’epidemia miete morti anche nel nord Europa, e lì gli stati sono economicamente forti e non temono ritorsioni dal colosso asiatico come invece fa il nostro governo farlocco. Vediamo se prevarrà il buon senso o la voglia di ripicca…26042020

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La Svezia chiude i Confucio, gli uffici di propaganda del regime cinese

E’ la prima volta per un paese europeo

di Giulio Meotti

25 Aprile 2020 alle 06:00

26042020 XI PIN E LA SVEZIA

Roma. Non era mai successo prima. La Svezia ha chiuso tutti gli istituti Confucio sponsorizzati dal regime cinese, mentre le relazioni tra i due paesi si stanno deteriorando (la Cina ha processato un libraio di Hong Kong con passaporto svedese). Fino al 2015 la collaborazione fra i due paesi era stata stretta e senza precedenti, con la Cina che aveva fondato il suo primo istituto europeo Confucio all’Università di Stoccolma nel 2005 e la Volvo, orgoglio dell’industria automobilistica svedese, era…

 

IL RITORNO DEL CALCIO VENDUTO…

25042020 Presidente Olympiakos

IL RITORNO DEL CALCIO VENDUTO…

E’ paradossale che in uno sport dove girano miliardi di euro, stipendi milionari e vite da favola coronate da lussi sfrenati e di donne bellissime, che orbitano in quel contesto solo per…puro amore…, gli addetti hanno tutto quello che si possa desiderare,  il loro “faticoso lavoro” è quello di tirare semplicemente dei calci ad un pallone e tenere in perfetta forma fisica il proprio corpo. L’assistenza medica di primo livello chiude i tanti privilegi che il mondo del pallone racchiude nella sua vita quotidiana. Certo, nessuna invidia, loro son bravi e se muovono tanti soldi è giusto che li guadagnino, come è anche è giusto pagare le tasse e non assistere, come accade spesso e in ogni paese del mondo, alla vergognosa alienazione di capitali e nascosti nei paradisi fiscali. Sono pochi i giocatori effettivamente onesti che possono dire di non aver timori con il fisco e possono presentarsi dinanzi al tifoso senza macchia e timore. In tutte le federazioni calcistiche del pianeta si celano colossali scandali e sotto scandali e in particolare il malaffare s’intravede nelle dirigenze societarie, tra presidenti e affaristi d’ogni genere che non rispettano le regole poi abbiamo che le società di calcio falliscono vergognosamente, la morte di una società calcistica mette sempre la citta di appartenenza del club nel baratro delle umiliazioni e del disonore. Anni fa scrivevo in tal senso che la città non doveva pagare le colpe dei presidenti di società e il titolo sportivo dove essere preservato, infatti vedere un Palermo nell’interregionale fa …piangere.  Quindi non solo si soffre, e tanto, in quei casi ma che  poi si debba assistere a certi scandali epocali della vendita delle partite è qualcosa che lasciano l’amaro in bocca a tutti tifosi oltre che la profonda delusione e sensazione di smarrimento, specie per chi crede che i calciatori siano persone un tantino superiori alla gente comune. lo scandalo del calcio scommesse del 1980, noto anche come Totonero, colpì il calcio italiano nella stagione 1979-1980 e fu devastante per milioni di persone, ideologie frantumate perché tutti vedevano nei giocatori i loro punti di riferimento nella vita…io stesso ho pianto per la cocente delusione dei miei beniamini calciatori. Idoli che si sono frantumati un pomeriggio di 40 anni fa…che pena. Oggi lo stesso dramma la vive un’altra città greca, Il Pireo, l’Olympiakos, prestigiosa squadra di calcio della città e della Grecia plurititolata e vecchia di ben 95 anni, è “sul patibolo”…il suo presidente rischia la sospensione a vita e la squadra la retrocessione nella serie inferiore. Il motivo del dramma sportivo è legato a delle partite del campionato greco truccate, ovviamente per …soldi…incredibile… gente che guadagna barconi di soldi poi …si vendono le partite. Oltre che la sospensione li butterei tutti in galera…e  a vita, è vergognoso rubare quando si hanno stipendi considerevoli in un paese dove si muore anche per fame o semplici malattie, un paese da dieci anni nella totale povertà e vedere che loro si comportano da criminali non hanno, né ci sono giustificazioni. La giusta punizione è d’obbligo, l’unica cosa che vorrei dire è che  il titolo sportivo va sempre preservato e difeso perché i tifosi non hanno colpe. L’Uefa è avvisata…che intervenga !  25042010

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PARTITE TRUCCATE

Partite truccate, scandalo in Grecia: l’Olympiacos rischia la retrocessione

Nel mirino della Commissione etica la partita contro l’Atromitos del 2015

25 aprile 2020

25042020 Presidente Olympiakos

Si preannuncia un’estate caldissima per il calcio greco, travolto da un vero e proprio terremoto. Stando a SDNA e ad altri media locali, l’Olympiacos è accusato di aver truccato alcune partite e rischierebbe la retrocessione. Nel dettaglio, la gara finita nel mirino della Commissione etica è quella del 4 febbraio 2015 contro l’Atromitos, altra società che ora rischia grosso. Ma ci sarebbero anche altri match sospetti.

Regolamento alla mano, l’accusa ufficiale per l’Olympiacos è quella di aver infranto l’articolo 27 del codice di condotta della federazione, ovvero il ‘match fixing’ per fini di scommesse. Il che, come prevede l’articolo 29, potrebbe portare a sanzioni molto pesanti: retrocessione, 3 milioni di multa e radiazione a vita dal mondo dello sport.

Uno scandalo che rischia di travolgere non solo il club del Pireo, ma l’intero calcio greco. Oltre al presidente dell’Olympicos Evangelos Marinakis, praton anche del Nottingham Forest, nell’indagine della Commissione Etica della Federcalcio risulterebbero coinvolte infatti anche altre 28 persone.

Pochi giorni fa la sezione penale della Corte Suprema aveva annunciato che Marinakis e gli altri indagati sarebbero andati a processo. E ora mancherebbe solo la decisione del dipartimento di giustiizia dell’EPO (la federazione greca) per cambiare la storia del club del Pireo.

Un terremoto che a breve potrebbe toccare però anche altre squadre. Avviata nel 2014 e poi chiusa per “insufficienza di prove attendibili”, l’inchiesta della Federazione su alcune partite truccate tra il 2011 e il 2013 è stata infatti riaperta prendendo in considerazione anche altre gare oggetto di possibile manipolazione dal 2014 al 2015 in cui risulterebbe coinvolto anche il Panathinaikos. Nel dettaglio, i match sospetti sarebbero Veria–Olympiacos (1-2-2015), Veria–OFI (17-1-2015), OFI–Panathinaikos (15-2-2015), Asteras Tripolis-Olympiacos (1-11-2014) e appunto Olympiacos–Atromitos (4-2-2015).

 

La sezione penale della Corte Suprema pochi giorni fa aveva affermato che Marinakis e gli altri indagati sarebbero andati a processo. Mancherebbe soltanto una decisione del dipartimento di giustiizia dell’EPO (la federazione greca), quella che potrebbe cambiare la storia del club e del calcio greco.

 

IL CORONAVIRUS ? NO PROBLEM..

24042020 Iran missile

IL CORONAVIRUS ? NO PROBLEM..

Certe volte è davvero difficile comprendere la mente e il modus operandi dei governanti persiani, ma come si fa in un momento così drammatico per il paese iraniano, afflitto da una crisi economica senza precedenti e dalla piaga epidemica con tantissimi decessi e con i contagiati sempre in aumento in modo esponenziale, invece di pensare a preservare la salute dei suoi cittadini e a darsi da fare per salvare vite umane del proprio popolo corrono dietro i “giocattoloni satellitari militari”, come se la priorità fosse la difesa militare aerea e non la devastante pandemia. È quanto mai singolare occuparsi e distrarre risorse economiche a favore di sistemi militari nel periodo in cui il mondo intero è impegnato a lottare contro la pandemia. Certo, strategicamente il momento è buono per fare qualcosa che in altri tempi avrebbe sollevato polveroni, intanto l’Iran con il nuovo sistema di comunicazione satellitare può gestire meglio i suoi sistemi missilistici e avere una miglior controllo visivo dell’area sottostante. È quindi una vera e propria azione di rafforzamento militare che ovviamente non piace a nessuno, americani compresi, che hanno già intimato l’alt all’Iran e avvisato che in caso di azioni di disturbo risponderanno adeguatamente. Purtroppo non c’è mai fine all’incoscienza, ma è proprio necessario buttar continuamente benzina sul fuoco ? Ci mancherebbe solo uno scontro armato…ma son tutti fuori di testa…24042010

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Iran: Pasdaran, pronti lancio satelliti

‘Ricevuto il segnale del Nour-1, a giorni pienamente operativo’

24042020 Iran missile

 

Redazione ANSAISTANBUL

24 aprile 202015:11NEWS

 

(ANSA) – ISTANBUL, 24 APR – L’Iran ha cominciato a ricevere segnali dal Nour-1, il suo primo satellite militare di produzione nazionale lanciato mercoledì in orbita a 425 km dalla terra, ed è pronto a lanciarne un altro “in un futuro non troppo lontano” a un’orbita ancora più alta e con un’efficienza ancora maggiore. Lo ha detto in un’intervista tv il comandante delle forze aerospaziali delle Guardie della rivoluzione islamica, brigadiere generale Amir Ali Hajizadeh.
Ora che le stazioni terrestri di Teheran, Zahedan e Chabahar hanno iniziato a ricevere il segnale del Nour-1, ha aggiunto il comandante dei Pasdaran, la sua configurazione iniziale potrà essere completata entro alcuni giorni e diventerà così pienamente operativo. Il lancio del satellite ha suscitato nuove tensioni con gli Usa. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha avvertito che l’Iran “dovrà renderne conto”.

 

NON SI DEVE GIUDICARE…

24042020 BARE IN BRASILE

NON SI DEVE GIUDICARE…

A quanto pare il decantato “contagio di gregge” non è che stia funzionando abbastanza bene anzi la situazione è diventata drammatica in Brasile e in particolar modo nella regione amazzonica dove l’epidemia è esplosa in tono assassino. Tuttavia, penso che questa scelta sia stata obbligata perché, purtroppo, il Brasile non è un paese pronto per affrontare l’epidemia a livello ospedaliero, né sarebbe in grado di metter su nel giro di un mese almeno 50mila posti di terapia intensiva necessari, numero minimo per un paese che conta 200milioni di abitanti ed è grande più dell’Europa. Le distanze sono il primo problema del paese, impossibile spostarsi velocemente per soccorrere centinaia di migliaia di malati contemporaneamente, così come è impossibile decretare il lockdown per via delle numerosissime favelas che circondano Rio de Janeiro, San Paolo, Recife, Manaus e tante altre metropoli dell’immenso Brasile dove si contatta tantissime zone povere.

Inizialmente mi sono sorpreso di questa scelta apparentemente folle però poi, riflettendoci attentamente mi son chiesto come avrebbero potuto affrontare un isolamento pari al nostro e dovendo assistere e ricoverare tantissime persone in degli ospedali da terzo mondo. Il Brasile attraversa un grande momento di crisi da diversi anni e questa è una botta tremenda per loro. Sicuramente ci saranno tanti morti e tanta fame…e la delinquenza, pilastro della società brasiliana, crescerà in modo esponenziale, il coronavirus determinerà un autentico disastro economico e sociale. È un gran peccato, un’infinità di bambini, donne e anziani pagheranno un prezzo salato. L’unica cosa che mi resta da dire è : forza Brasile…! 24042020

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Coronavirus, in Amazzonia si scavano fosse comuni. Il sindaco di Manaus: “Siamo al collasso” (FOTO)

La capitale amazzonica registra al momento 1.664 contagi ufficiali, dei quali 166 mortali. Con i pochi posti di terapia intensiva ormai al completo. Il sindaco Arthur Virgilio Neto ha denunciato in lacrime l’emergenza e attacca il presidente Jair Bolsonaro

di F. Q. | 22 APRILE 2020

24042020 BARE IN BRASILE

Coronavirus, The Lancet: “I casi di Covid 19 in Cina potrebbero essere quattro volte il conteggio ufficiale”

 

Anche in Brasilecome sull’isola di Hart Island a New York, si scava per fare fronte all’aumento dei decessi per l’epidemia di coronavirus. E così in Amazzonia si continua a lavorare alle fosse comuni per seppellire decine di vittime di Covid-19. Il sindaco di Manaus, Arthur Virgilio Neto, lo ha annunciato tra le lacrime, affermando che la città “non sta vivendo un’emergenza ma una calamità naturale“.

 

ALLORA IL CALDO…NON SERVE..

23042020 Re saudita

ALLORA IL CALDO…NON SERVE..

È preoccupante quello che sta accadendo nel regno saudita, l’epidemia avanza e si prevedono almeno 200mila casi nelle prossime settimane, un numero preoccupante e probabilmente in aumento. Bisogna riflettere sul dato saudita perché questo sta ad indicarci che il tanto auspicato caldo estivo non serve perché la temperatura elevata non uccide il virus ed è ininfluente all’espansione del contagio considerato che nel paese arabo si registrano decessi provocati dal virus ad una temperatura media di 36 gradi. In definitiva, il caldo non è la nostra salvezza anti epidemia, brutta notizia che si aggiunge a quella che ci arriva dagli USA e ci danno un quadro devastante, nei fatti vuol dire che a settembre prossimo ci dovremo aspettare una seconda ondata di contagio, ciò vorrà dire che sino alla prossima primavera, 2021, dobbiamo proteggerci e usare tutte le precauzioni necessarie e condurre uno stile di vita rigoroso. Non è un bel scenario in tutti i sensi, in particolar modo al mondo del turismo che si vedrà offuscato il futuro da un contagio terrorista e noi costretti a rimandare i nostri viaggi all’estero e crociere a migliori tempi. Quel che ci resta come soluzione alternativa, ed è la migliore, restare in Italia e recarsi nelle strutture di casa nostra e così aiuteremo anche i nostri operatori e lavoratori turistici… 23042020

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Coronavirus, Arabia Saudita, colpita anche la famiglia reale: sarebbero 150 i contagiati

23042020 Re saudita

Giovedì 9 Aprile 2020

Il coronavirus non risparmia nemmeno la casa reale saudita: secondo fonti di stampa americane e del Golfo, il governatore della regione di Riad, capitale dell’ Arabia Saudita, è in terapia intensiva dopo aver contratto il Covid-19. Decine di altri membri della casa reale dei Saud si sono ammalati a causa del virus, secondo fonti citate dai media. Oltre 150 sarebbero i contagiati, secondo il Mail online. Medici e ospedali stanno preparando centinaia di posti letto in previsione che la pandemia colpisca numerosi altri principi sauditi. Nei giorni scorsi le autorità di Riad avevano avvertito che nelle prossime settimane potrebbero registrarsi fino a 200mila casi di Covid-19 nel regno petrolifero, dove per ora si sono verificati 3mila casi e 41 decessi. Le autorità hanno imposto il coprifuoco 24 ore su 24 in tutte le città del Paese.

Re Salman e Mohammed bin Salman sono andati entrambi in isolamento per evitare l’epidemia. I medici del King Faisal Specialist Hospital di Riyadh che tratta i membri della famiglia reale stanno preparando altri 500 posti letto per un afflusso previsto di pazienti.

 

 

CI VORREBBE UN AMICO IN PIU’ …

22042020 Zingaretti a la mascherine

CI VORREBBE UN AMICO IN PIU’ …

Evidentemente nella vita bisogna essere fortunati quanto astuti e saperci fare con le amicizie che contano, quelle giuste per intenderci. Ci sono opportunità che solo poche persone riescono a cogliere per riuscire a sviluppare, dall’oggi al domani, un business milionario, di diverse decine è certamente non è cosa di  tutti, quindi, bravi ai signori della Eco.Tech Srl di Roma. Passare da una stato di inattività commerciale e priva dell’adeguato fatturato al business milionario è meraviglioso…però… mi chiedo come si sia improvvisamente riuscita  a ricevere commesse da un soggetto amministrativo pubblico come la protezione civile della regione Lazio. Certo, nell’occasione la gara d’appalto non è contemplata  vista l’emergenza e le disposizione della protezione civile nazionale in materia di rifornimenti di D.I.P. , (dispositivi di sicurezza individuale). Rammento che il presidente della regione Nicola Zingaretti, nonché segretario del partito democratico, al momento non ha fornito nessuna valida spiegazione e all’epoca dei fatti si è dato malato, perché contagiato dal virus, una vera quarantena salva imbrogli…”bravo Nicola”. Non intendo entrare nel merito della fornitura e analizzare la commissione di ben 35,9 milioni di euro, non serve, al momento se ne sta occupando la Corte dei Conti e d è ovvio che io non intenda disquisire sulla questione, ho fiducia nelle istituzioni e assisto da spettatore e attento osservatore alle indagini. Tuttavia, desidero soffermarmi sul commissionario della fornitura, infatti mi incuriosisce, e non poco, comprendere come abbia fatto una società, a responsabilità limitata, ad ottenere una commissione di quella portata, quali garanzie ha fornito alla protezione civile laziale, e al presidente Zingaretti . Ma andiamo per ordine, la società Eco. Tech S.rl. ha come oggetto sociale l’attività di commercio all’ingrosso di “lampade led di design” e registra uno stato d’inattività…quindi nei fatti vuol dire che non fattura una …”cippa di niente”…, poi magicamente vede la possibilità, come… è da capire, di entrare nel business dei dispostivi medici, corrono da un notaio, pagano una cifra superiore ai 1.200 euro, il quale invia alla camera di commercio la  modifica dell’oggetto sociale dell’attività in : “Commercio all’ingrosso di articoli medicali ed ortopedici” e si butta nell’affare… che tempestività verrebbe da dire, quindi, modificato l’oggetto sociale si propone come intermediario e distributore per l’acquisto dei DPI dalla Cina. Fin qui è tutto chiaro…veramente è tutto poco chiaro…ma andiamo avanti, ovviamente quali sono le referenze della Ec.Tech S.r.l. che le hanno consentito di ricevere la “meravigliosa commissione milionaria” ? Nessuna referenza certificata ma la società dichiara, quindi referenze solo verbali, di essere partner della holding svizzera Exor e distributore ufficiale della 3M, la famosa multinazionale americana impegnatissima nella produzione di dispositivi medici, in teoria…solo in teoria… sono referenze di tutto rispetto però…c’è un piccolo però, è che la 3M non lo ha in elenco tra i sui distributori ufficiali in Italia con sede a Roma ma ne ha uno in altra zona con sede a Cesena, tra l’altro, la 3M Spa poi specifica, che  è impegnata in continue forniture di milioni di mascherine alla protezione civile nazionale direttamente e “senza l’ausilio di intermediari”. Quindi che roba è ?Allora, eliminiamo la 3M e passiamo alla successiva società, la holding finanziaria Exor. In primis, chiarisco che la Exor è la holding finanziaria della famiglia Agnelli, sede legale in Olanda, e si occupa di tutto tranne che di dispostivi medicali, la stessa holding, ad oggi, non si è ancora pronunciata sull’ipotesi di un costante rapporto d’affari con la Eco.Tech Srl e  tutto lascerebbe immaginare che sia stata indicata solo per aumentare le chance dell’assegnazione della commissione. Ora mi chiedo, come può la protezione civile regionale e il suo presidente agire con tanta superficialità ? Non oso pensare che sia una truffa ma il punto è che i nostri governanti dimostrano di essere proprio degli incapaci perché non dispongono mai delle necessarie cautele nello spendere il denaro pubblico. Perché non si   sono fatti certificare le referenze e il fatturato degli anni precedenti ? Bastava procurarsi una visura camerale storica oppure chiedere all’Agenzia delle Entrate per avere la certezza con chi si stesse operando o forse… “il capo della protezione civile laziale sapeva già chi erano e… si è fidato di loro” ? Forse…”l’amministratrice della società Eco.Tech Srl era …ben conosciuta ? Forse…lo è…però, attendiamo le indagini. 22042020

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CAOS LAZIO

Zingaretti getta la mascherina

22042020 Zingaretti a la mascherine

L’audizione del governatore e del capo della Protezione civile su ditte e mancate consegne

di Daniele Di Mario e Fernando M. Magliaro

20 APRILE 2020

Questa mattina potrebbero arrivare le prime risposte dalla Giunta Zingaretti e dal capo della protezione civile regionale, Carmelo Tulumello, sul caso delle «mascherine fantasma», la assai onerosa spesa della Regione per fare incetta in tutta fretta di mascherine, tute, camici, occhiali, gel e quant’ altro. Alle 10, infatti, si riuniscono in seduta comune le commissioni Bilancio (presidente Fabio Refrigeri, Pd) e Protezione Civile (presidente Sergio Pirozzi, FdI).

Leggi anche: “L’unico a doversi dimettere è l’assessore D’Amato”

Su carta il centrosinistra ha la maggioranza di tre consiglieri rispetto alle opposizioni. Ma, visto il silenzio imbarazzante dei 5 Stelle sull’ intera inchiesta, il margine di cui possono godere Zingaretti e Tulumello è ancora più ampio.

Tuttavia, per il Presidente e il Capo della Protezione civile potrebbe non essere sufficiente mezza slide – che circola da ieri – e l’ invettiva, stantia e fredda, di fake news. C’ è un’ inchiesta della Procura e una della Corte dei Conti. Ci sono 48 determine e 130 milioni di euro impegnati per comprare beni e servizi per l’ emergenza Coronavirus.

Un prezzo elevatissimo ma necessario per pagare la velocità delle consegne che, invece, ancora non arrivano. Denuncia Chiara Colosimo (FdI), da cui è partita tutta l’inchiesta: venerdì sono scaduti anche i nuovi termini per la Eco Tech per consegnare l’intera partita di mascherine. Che non ci sono. «Il termine per la Eco Tech per consegnare l’intera fornitura di mascherine – pagata ricordiamo ben 35 milioni di euro e con un anticipo di undici milioni…

 

 

È L’ORA DEI… VOLTAGABBANA…

22042020 Bandiera Europea

È L’ORA DEI… VOLTAGABBANA…

!Italiani, state sereni…vi avevo già anticipato, con un mio articolo tempo addietro, che il MES, prima o poi, sarebbe stato approvato con tutte le sue “dolci clausole”. Il nostro caro presidente del consiglio Giuseppe Conte sino ad oggi pomeriggio ha sempre detto e dichiarato che il trattato MES non sarebbe stato accettato e ora per uscire dall’ambiguità, giustamente, demanda al parlamento ogni decisione e così, furbamente… se ne lava le mani alla Ponzio Pilato…. Quindi avendo nei numeri una cospicua maggioranza tra il no del M5S, di Lega e Fratelli d’Italia sicuramente sarà bocciato alle votazioni parlamentari. Andrà così ? Credo di no, sono dell’idea che il nuovo MES verrà approvato … forse sbaglierò ? Forse…ma vediamo che succederà…scenario alquanto prevedibile conoscendo i grillini voltagabbana che anche stavolta… cambieranno opinione per opportunità di poltrona e voteranno per il sì.. cercando di convincerci che il MES è un affare per l’Italia… Mi smentiranno i voltagabbana ? 21042020

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Vertice Ue non deciderà su Recovery fund, pressing di Conte

Roma propone fondo gestito da Bruxelles. Centeno rassicura su Mes

La bandiera europea © ANSA/EPA

22042020 Bandiera Europea

Redazione ANSAROMA

21 aprile 202022:36NEWS

 

Il difficile negoziato europeo sugli strumenti per fronteggiare l’emergenza e ripartire. Giovedì prossimo il vertice non deciderà sul Recovery fund, perché la priorità è appoggiare la decisione dell’ Eurogruppo su piano da 540 miliardi. Ma l’Italia insiste nel pressing: l’indirizzo dovrà essere chiaro, e niente compromessi al ribasso, dice Conte.

Il piano Ue per la ripresa si configura “non come uno strumento di mutualizzazione dei debiti nazionali arretrati” ma come “uno strumento temporaneo che la Commissione Ue, con l’implicita garanzia del budget europeo, prende in prestito sui mercati per finanziare prestiti “back to back” ai Paesi membri. Per aumentare la potenza di fuoco del piano tutti i Paesi membri forniscono garanzie comuni all’Ue che possono essere gradualmente sostituite da, nuove, proprie risorse”. E’ questo, a quanto apprende l’ANSA, uno dei punti della proposta italiana all’Ue.

La proposta italiana, come ha spiegato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’informativa prima al Senato e poi alla Camera, non è stata presentata in via ufficiale per favorire al meglio “una condivisione” degli obiettivi, in quanto – ha sottolineato Conte – “non ci interessa in questo momento rimarcare la nostra primazia”. Nel punto della proposta italiana che verte sull’European Pandemic Support Scheme (Epss) si fa riferimento, quindi, a un fondo di solidarietà gestito dalla commissione Ue con l’implicita garanzia del budget europeo ma includendo garanzie di comuni di tutti gli Stati membri. Garanzie che, nella proposta italiana, sono definite come “incondizionate e irrevocabili”. I fondi raccolti dalla commissione Ue sui mercati finanziari, e il corrispondenti prestiti “back to back” agli Stati membri, nella proposta italiana, hanno “scadenze il più possibile a lungo termine”.

“La risposta esauriente alla crisi” economica provocata dal coronavirus “include il Recovery Fund. Suggerisco di concordare di lavorare per istituire tale fondo il più presto possibile”. Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella sua lettera di invito ai leader Ue, per la videoconferenza di giovedì.  “Dovremmo far andare avanti” le procedure per i tre strumenti già concordati dall’Eurogruppo (Bei, Sure, Mes), “un pacchetto da 540 miliardi di euro, ed insistere affinché possano essere disponibili al più presto. L’obiettivo deve essere che queste tre reti di protezione siano operative per il primo giugno”.

“Quella che abbiamo di fronte è una delle trattative più importanti della nostra storia – ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. Conosco bene il valore e la determinazione del presidente Giuseppe Conte e sono certo che in Europa si batterà con tutte le forze. Non perdiamo di vista l’obiettivo. Difendiamo l’Italia”.

 

 

VERGOGNA…!

La polizia municipale interviene per allontanare i fedeli nel corso della messa par la domenica delle Palme celebrata dal campanile della parrocchia del Santissimo Sacramento in Largo Agosta a Roma, 5 Aprile 2020. ANSA/CLAUDIO PERI

VERGOGNA…!

Vorrei ricordare ai solerti servitori dello stato che le chiese giuridicamente appartengono allo Stato Vaticano e non sono sotto la giurisdizione di quello italiano. C’è un concordato del 1929, e modificato successivamente, che ricorda che lo Stato Vaticano è indipendente e sovrano e pertanto persiste l’ assoluta autonomia della chiesa cristiana sul suolo della Repubblica italiana… anche quando le stesse, appartengono allo stato italiano o a regioni e comuni e sono costruite e restaurate con fondi pubblici. Poi vorrei capire perché i giornalisti di stampa e TV possono girare, andare e restarci nelle vie pubbliche per questioni lavorative e un sacerdote non ha il diritto a celebrar messa nella sua chiesa e… casa ? E per qual motivo si cerca di impedire la celebrazione di una messa ? Tra l’altro il pubblico ufficiale, credo si tratti di uno dell’arma, ha deliberatamente interrotto una celebrazione che per sua natura è sacra e inviolabile, nei fatti violando quindi i patti lateranensi. Il solerte servitore dello stato non si rende conto, evidentemente, che la chiesa non è un’attività commerciale pubblica ma è la casa di Cristo e giuridicamente è la casa del parroco e pertanto è una residenza privata, quindi lui non ha diritto ad entrarci in veste di pubblico ufficiale ma può farlo solo in veste di fedele e credente e per il solo fine religioso. Vi è quindi una scarsa conoscenza del problema e l’assoluta assenza di rispetto verso un’istituzione religiosa. Ricordo che le moschee sono censite come associazioni culturali e loro devono osservare nel dettaglio il DPCM del 04.03.2020 e non lo stato Vaticano le cui celebrazione sono state ridotte solo per volere stesso dei ministri di Cristo. L’indebita invasione credo che la si debba alla volontarietà del soggetto che lo ha fatto intenzionalmente per umiliare il parroco e la santa messa. Non è così che si amministra la giustizia, questa è dittatura e non va bene… Gesù Cristo non si offende…nella sua casa e nel paese dove è il principale punto di riferimento del mondo cristiano. 21042020

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Invita fedeli in chiesa, prete multato

Nel Piacentino, accertamenti Polizia sui parrocchiani presenti

La polizia municipale interviene per allontanare i fedeli nel corso della messa par la domenica delle Palme celebrata dal campanile della parrocchia del Santissimo Sacramento in Largo Agosta a Roma, 5 Aprile 2020. ANSA/CLAUDIO PERI

 

Redazione ANSAPIACENZA

20 aprile 202019:36NEWS

 

(ANSA) – PIACENZA, 20 APR – È stato multato il sacerdote piacentino che ieri mattina, durante l’omelia domenicale, aveva invitato i fedeli a recarsi a Messa – nonostante i divieti a uscire di casa per l’emergenza sanitaria – e spronandoli a non pagare eventuali multe.
Don Pietro Cesena, parroco della chiesa dei Santi Angeli Custodi di Borgotrebbia (Piacenza), è stato sanzionato dalla Polizia per aver permesso a una ventina di fedeli di entrare in chiesa durante la celebrazione. Gli agenti si erano presentati già ieri al termine della funzione per acquisire i primi elementi. La sua omelia era stata trasmessa in streaming. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte della questura di Piacenza sui parrocchiani presenti alla celebrazione.