E SE NON HANNO SOLDI…?

epa07903871 (FILE) - US President Donald J. Trump participates a briefing on Hurricane Dorian in the Oval Office of the White House in Washington, DC, USA, 04 September 2019 (reissued 07 October 2019). A US federal judge on 07 October 2019 dismissed a lawsuit by President Trump's lawyers that was aimed at blocking Manhattan district attorney office's subpoena for eight years of Trump's tax returns.  EPA/MICHAEL REYNOLDS

E SE NON HANNO SOLDI…?

Ho sempre sostenuto, con forza e convinzione, che l’assistenza sanitaria deve essere necessariamente gestita dallo stato, sia nelle situazioni d’emergenza che nell’ordinario, non ci possono e non ci devono essere due pesi e due misure quando si parla di salute e prevenzione come in questo caso. Da anni mi prodigo a cercar di far comprendere che il problema sanitario è prioritario e fondamentale in ogni paese sovrano e va affrontato con responsabilità e mai, come spesso accade da noi, con slogan elettorali o demagogia propagandistica. Il problema centrale della sanità mondiale oggi sono i migranti, in ogni parte del mondo che sia, loro costano tantissimo e non portano ricchezza immediata ma solo povertà, pesano notevolmente sul bilancio di uno stato ma soprattutto sulle strutture ospedaliere che non sono in grado di assistere i cittadini tradizionali in tempi normali figurarsi di nuovi in casi eccezionali. I risultati della sanità italiana in questi momenti sono eloquenti, la regione numero uno al mondo non ce la fa ad accogliere e a fronteggiare l’emergenza epidemia, immaginate se dovessero arrivare i profughi che ora stazionano tra il confine della Grecia e della Turchia, per noi sarebbe impensabile farli entrare eppure ci sono già tante voci che li vorrebbero da noi…anche con l’epidemia in corso…una follia… Questo in Europa e nel nord America ?   Sicuramente sarebbe drammatico quel che potrebbe accadere negli USA se il virus dovesse diffondersi lì con la stessa velocità con il quale si è propagato in Italia, i tamponi a pagamento, come prima arma di protezione, non  è merce per i meno abbienti e non sarebbe una pratica certamente perseguita dai milioni di indigenti presenti sul territorio americano, tra i quali si annoverano milioni di migranti clandestinamente entrati dal sud del paese che non riceverebbero l’assistenza sanitaria a pagamento perché sprovvisti e inesistenti . Né credo che lo stato americano potrà garantire loro la stessa assistenza sanitaria che offre ai suoi cittadini a pagamento, no, non credo, penso che la gente che vive nell’oscuro della società, senza nome e  senza documenti  avranno davanti un grosso problema, gente che combatte ogni giorno per guadagnare un misero dollaro per mangiare, figurarsi se lo spendono per un tampone. Il coronavirus ha fatto piazza pulita di tanti malati di ideologie, sì questo è l’unico lato positivo dell’epidemia, ha sbarazzato gli equivoci e gli slogan pro immigrati a tutti i costi, frantumato i sogni della libera circolazione non protetta e non programmata, stati multicolori e “dulcis in fundo”, la nuova era tutta “green”, smentiti clamorosamente tutti i fautori estremisti del sistema verde, ora che tutta la Cina e il nord dell’Italia sono fermi abbiamo l’aria pulita e non inquinata….meraviglioso ? No… non si è contenti, si pretende la vita di prima, quella inquinata giusto per intenderci, la Milano caotica e confusionaria, la Cina produttiva ed inquinante, che le aziende ritornino alla normale produzione e  ad …”inquinare”…ora si vuole questo, gli slogan sono spariti…e insieme a loro tutti i movimenti ecologisti…sardine comprese, la sinistra italiana tace …ma continua a combinare guai permettendo l’immigrazione irregolare…Questa è la drammatica realtà, ora che i problemi sono presenti non si sa come affrontarli, tutti scappano dai problemi, e dove sono tutte le belle parole dei radical chic e buonisti che per anni ci hanno riempito il video Tv di chiacchere ? Il coronavirus nella sua cattiveria ha portato un po’ di verità…e lo so che fa male, ma come dice un vecchio detto : “è sempre meglio non sputare in aria perché poi ti ritorna in faccia”. 03032020

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Usa, incubo Coronavirus senza sanità pubblica. Controlli su italiani

In un sistema sanitario frastagliato come quello americano, le notizie di quarantene imposte dal governo federale si sovrappongono a quelle di test locali carenti, spesso fatti con kit non adeguati

epa07903871 (FILE) - US President Donald J. Trump participates a briefing on Hurricane Dorian in the Oval Office of the White House in Washington, DC, USA, 04 September 2019 (reissued 07 October 2019). A US federal judge on 07 October 2019 dismissed a lawsuit by President Trump's lawyers that was aimed at blocking Manhattan district attorney office's subpoena for eight years of Trump's tax returns.  EPA/MICHAEL REYNOLDS

3 marzo 2020

Se l’Italia e una parte crescente dell’Europa stanno facendo i conti con il Coronavirus Covid-19 e ciò che la profilassi sanitaria comporta, negli Usa la possibile epidemia è vista come un vero e proprio incubo. Non tanto o non solo per le ripercussioni economiche, quanto proprio sul piano strettamente sanitario. Perché in un modello come quello americano, in cui non esiste un sistema sanitario pubblico ma solo assicurazioni private, chi paga per test, tamponi e tutto ciò che è necessario per contenere un’epidemia?

Controlli a chi viene dall’Italia
Tanto che, dopo l’annuncio della American Airlines di aver sospeso i voli su Milano, ora gli americani faranno direttamente il test ai viaggiatori considerati a rischio. Il che significa test sul Coronavirus per il 100% dei passeggeri che arrivano con voli diretti negli Usa da Italia e Corea del Sud. Ad annunciare la nuova misura, in una conferenza stampa, è stato il vicepresidente americano Mike Pence, che ha poi incontrato le aziende farmaceutiche insieme al presidente Trump, annunciando che si potrebbe arrivare a un vaccino per il Covid 19 in sei mesi.

Preoccupazione
in un sistema sanitario come quello statunitense, le notizie di quarantene imposte dal governo federale si sovrappongono a quelle di test locali carenti, spesso fatti con kit non adeguati. E ciò che i cittadini si chiedono con crescente preoccupazione è non solo come ci si difenderà dal coronavirus, ma anche chi pagherà per prevenzione, test e cure. In Europa, terra di sistemi sanitari universali, il problema non si pone, almeno finché non verranno smantellati da politiche sempre più privatistiche. Nell’America della medicina privata è diverso. In teoria nelle emergenze interviene lo Stato, ma sono già emersi casi di cittadini rimpatriati dalla Cina e messi in quarantena che si sono visti recapitare conti di spese sanitarie per migliaia di dollari: non la quarantena in sé, ma il viaggio aereo, il trasporto in ambulanza, i controlli medici successivi al test.

Il sistema sanitario Usa è estremamente complesso, articolato in una miriade di assicurazioni e polizze sanitarie con vari gradi di copertura. E ora il rischio è che i malati a rischio preferiscano cavarsela con un antinfluenzale da banco comprato in farmacia anziché fare controlli medici potenzialmente costosi. E non a caso uno studio ipotizza che il virus circoli già da sei settimane, almeno nello Stato di Washington, e che ci siano centinaia di casi non diagnosticati.

Numeri
Secondo i dati del Census Bureau (che è più o meno l’Istat degli Stati Uniti), nel 2018 oltre 27 milioni di americani risultavano senza alcuna assicurazione medica; si tratta di più dell’8% della popolazione, un dato fra l’altro in aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente, così come sono in aumento i bambini e gli adulti di età fra i 35 e i 64 anni rimasti senza copertura. Essere senza assicurazione medica, negli Usa, vuole dire che non si può essere visitati da un medico, e dunque curati, come sa qualsiasi cittadino europeo che è stato in qualsiasi città degli States e ha avuto necessità di assistenza ospedaliera.

Il problema, fa notare ancora il Guardian, è che né i Repubblicani né i Democratici sembrano preoccuparsi di scardinare quello che è uno dei “capisaldi” dell’elitario sistema sanitario americano: pure Nancy Pelosi, presidente della Camera e non certo amica di Trump, due giorni fa non ha usato la parola ‘gratuito’ parlando del (possibile) vaccino per il coronavirus, ma ha annunciato che “dovrà avere un prezzo accessibile”.

Trump ha lanciato l’allarme agli americani: “Niente panico, ma accumulate provviste”. Molti ospedali denunciano di non avere strumenti per affrontare le emergenze: mancano tamponi, mascherine e perfino i ventilatori per la terapia intensiva. “Spero che il coronavirus ci colpisca in maniera leggera, altrimenti siamo nei guai” sintetizza al Washington Post il dottor Eric Toner e ancora: “I cinesi ci hanno dato un mese per prepararci al peggio. Non ne abbiamo fatto buon uso”.

 

E SE NON HANNO SOLDI…?ultima modifica: 2020-03-03T20:40:11+01:00da manlio22ldc
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