SIAMO ORAMAI AL RIDICOLO…

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SIAMO ORAMAI AL RIDICOLO…

Ma come, tutti i santi giorni ci bombardano in TV con il problema del cambiamento climatico e con l’aumento spaventoso dell’inquinamento, ci dicono pure quel che ha mangiato la Greta ecologica, ci persegue uno stillicidio quotidiano di notizie sugli incendi, del Brasile prima e dell’Australia dopo, in modo così tanto sconvolgente da farci inquietare e terrorizzare al solo pensiero di consumare prodotti alimentari conservati in plastica o accendere le caldaie per evitare ulteriori emissioni di CO2 …e che succede ora con la crisi militare nel golfo Persico ? Tutti sono nel panico perché ci sarà meno flusso di petrolio sul mercato petrolifero mondiale…e… allora ? Meglio dirà Greta, si consumerà di meno e si inquinerà di meno…almeno in teoria è così, e se poi spegnete i frigoriferi, come consiglia sempre Greta, non avremo preoccupazioni per rifornirci di petrolio, quindi problema petrolio risolto. Invece, curiosamente noto che c’è un allarmismo anomalo, tutti pronti a gettar fango su Trump per il terrore di perdere il combustibile fossile diventato improvvisamente un’esigenza e necessità di averlo a buon prezzo al fine di consumare il più possibile e conseguentemente inquinare di più. Oramai siamo alle barzellette, ed è evidente che la battaglia ecologica del venerdì e di Greta sono solo bufale di stile propagandistico, infatti alla prima prova del nove… mondiale, tutti terrorizzati e preoccupati per avere i carburanti necessari per i propri spostamenti e i propri agi. È così, come vado predicando da tempo, il cambiamento climatico è una cosa e l’inquinamento è un’altra roba però, ad alcune lobby e a tanti politici servono per poter plasmate le menti degli elettori per convincerli a votare chi combatte ed è per la difesa del clima e ai governanti come ulteriore opportunità per vessare il popolo con nuove tasse. Come potete constatare dai titoloni dei giornali e dai media tutti il paradosso del clima è … drammaticamente reale, va benissimo la demagogia climatica in TV, ma a rinunciare ai lussi e comodità neanche a parlarne…vero signori radical chic pro petrolio ? 06012020

…by… manliominicucci.myblog.it

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Petrolio: forte rialzo del prezzo dopo l’attacco Usa, Borse europee piatte Evacuati i pozzi petroliferi

di Stefano Agnoli e Fabio Savelli03 gen 2020

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Netto balzo del petrolio dopo l’attacco statunitense, avvenuto nella notte, all’aeroporto di Baghdad e la morte del generale iraniano Qassem Soleimani. Il Wti scadenza febbraio, salito ai massimi degli ultimi quattro mesi toccando un top di 63,83 dollari al barile, ora tratta a 62,82 dollari in rialzo del 2,73%. Il Brent scadenza marzo avanza del 2,9% a 68,18 dollari dopo un massimo a 69,16. Le compagnie petrolifere straniere presenti nella regione irachena di Bassora, vicino al confine con l’Iran, hanno ordinato l’evacuazione di decine di loro dipendenti. Ne danno notizia media libanesi citando la televisione di Stato irachena.

Morte di Soleimani: in Iran migliaia di persone manifestano nelle strade

Contraccolpi anche per le Borse europee che in chiusura però si stabilizzano. Londra chiude in rialzo dello 0,24%, Parigi si porta sulla parità (+0,04%), Milano contiene il calo allo 0,56% e solo Francoforte soffre in ribasso dell’1,25 per cento. L’ordine di uccidere Soleimani è partito direttamente dal presidente Trump, afferma il Pentagono, sottolineando che il raid punta a essere un deterrente per futuri piani di attacco iraniani.

L’INTERVISTA

Alverà (Snam): «Energia? Così l’Italia sarà leader nell’idrogeno»

di Francesca Basso

L’esecuzione avviene al termine di un ciclo rialzista del petrolio. Arriva dopo qualche mese dagli attacchi alle raffinerie dell’Arabia Saudita che avevano fatto schizzare alle stelle le quotazioni del petrolio a settembre: +14%. Non era mai stato così dal conflitto del Golfo: da quasi trent’anni, il petrolio non registrava un rialzo così repentino in un solo giorno, il 17 settembre.

IL CASO

Cos’è successo davvero in Iran: le prove del massacro che è stato nascosto

di Viviana Mazza

Quel giorno il presidente americano Donald Trump era sceso in campo, via Twitter, e poco prima che aprissero i mercati, autorizzando a mettere in vendita le riserve Usa di emergenza. Ma quali effetti avrà sui consumi e le spese di famiglie e imprese? Per i Paesi occidentali affrontare le conseguenze di una «crisi» petrolifera è un deciso ritorno al passato. L’Unione Petrolifera aveva equiparato l’ammanco odierno di petrolio (5-6% della produzione mondiale) a quello della guerra del Kippur del 1973-74, della rivoluzione iraniana del 1978-79 o della guerra Iran-Iraq del 1980-81.

MATRICOLE

Saudi Aramco, record battuto: l’ipo è la più grande della storia

Le conseguenze di un periodo di prezzi elevati sarebbero però ora differenti. Sono molti i fattori di cui tenere conto, e tra di essi ci sono quanto meno la durata della situazione di incertezza nel Golfo; l’impatto geografico della carenza di materia prima; gli effetti sulle economie e, non ultima, l’evoluzione del cambio euro-dollaro.

Clima, dal 1990 ad oggi: quanto è peggiorata la Terra

di Sara Gandolfi

Nel mondo la materia prima non manca, e un più elevato livello di prezzi spingerebbe molti Paesi produttori a incrementare la loro attività, ribaltando il trend attuale al contenimento. Le abbondanti riserve strategiche saudite, americane e dell’Agenzia internazionale dell’energia consentirebbero di attraversare senza troppi scompensi il periodo di transizione anche se quelle iraniane dovessero restringersi o perfino chiudersi.

MEDIO ORIENTE

Soleimani ucciso a Bagdad su ordine di Trump. Iran: «Ci vendicheremo»

di Redazione Esteri

L’Europa, da parte sua, ha storicamente limitato la dipendenza diretta da petrolio. Dei 100 milioni di barili consumati al mondo ogni giorno, ormai meno del 30% va nei trasporti. Se nel 1973 il greggio contribuiva a soddisfare i tre quarti della domanda di energia in Italia, oggi si è a meno di un terzo. Il prezzo di benzina e gasolio, inoltre, da noi è per più della metà composto da accise. E rispetto al passato i prezzi del gas naturale da cui l’Italia dipende pesantemente per industrie e riscaldamento sono ormai sganciati da quelli del greggio.

 

SIAMO ORAMAI AL RIDICOLO…ultima modifica: 2020-01-07T19:09:46+01:00da manlio22ldc
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