Archivio mensile: ottobre 2019

RIAPRIAMO I MANICOMI ?

epa07920055 Two Catalan regional policemen control the access to the Terminal 1 at Barcelona-El Prat international airport as members of the group called 'Tsunami Democratic' (Democratic Tsunami) called for 'shutting-down' the airport to protest against the sentence ruled by Supreme Court on 'proces' trial', in Barcelona, Catalonia, 14 October 2019. Demonstrators are blocking some roads in Catalan capital against the court's decision. Spanish Supreme Court condemned Oriol Junqueras to 13 years in jail for sedition, Carme Forcadell to 11 years and half for sedition; Jordi Cuixart and Jordi Sanchez were sentenced to 9 years and half for sedition; former regional Minister Jordi Turull, Raul Romeva and Dolors Bassa were sentenced to 12 years in jail for sedition and missapropriation, and Joaquin Forn and Josep Rull were condenmend 10 years an half for sedition. The three other defendants were absolved.  EPA/Alejandro Garcia

RIAPRIAMO I MANICOMI ?

Sì cari amici, credo proprio che i manicomi vadano riaperti e subito anche, …servono per colmare il vuoto della residenza obbligata per gli insani di mente, ospitarli in quelle strutture è un dovere sacrosanto, toglierli dalla strada e dalla circolazione è sinonimo di sicurezza per i ….cittadini europei e spagnoli in genere. Di chi e di che sto parlando ?  Ma dei soliti geni della sinistra catalana ed europea, in questo marasma e caos non c’è nessuno della sinistra radical chic europea che abbia condannato la tanta desiderata indipendenza della Catalogna e ne prenda palesemente posizione contro la divisione della Spagna, con inevitabili conseguenze in Europa dove tante altre regioni potrebbero emulare i catalani… Già, tutti tacciono come dei “codardi pecoroni” attenti a non criticare e ad urtare la sensibilità del governo in carica, che è facile e scontato immaginare di quale colore possa essere visto l’andazzo… Mentre prima invece, i “codardi pecoroni” sparavano ed urlavano a squarcia gola contro il governo in carica di centro destra di Mariano Rajoy Brey, per la cronaca, quel governo fu  fatto cadere col solito “colpo del palazzo” tanto in uso alle sinistre mondiali e alla faccia dell’elettorato spagnolo… Ora nelle sinistre europee si registra il solito silenzio del “caprone addormentato” , ovvio, perché al governo c’è quel signore di sinistra, tal Pedro Sanchez, quindi val ben sparlare contro i sovranisti e i nazionalisti di mezza Europa ma si tace e non si dice nulla sul problema catalano laddove un popolo chiede e vuole essere sovrano e nazionalista, né s’interroga sulle iniziative prese e su quello che sta facendo il “bravo presidente” del governo spagnolo per impedirlo. E perché mai vi chiederete ? Ovvia la risposta, perché la sindaco di Barcellona, Ada Colau, è una donna forte e potente e può dir la sua ed è intoccabile, mentre “Miss piscio”…. sì la Banon, non la ricordate ? …lei era proprio quella che “mingeva sulla pubblica via” della città di Barcellona a gambe aperte e vulva al cielo……non la ricordate ? … lei, la sfacciata portavoce del sindaco… che lottava per l’indipendenza della Catalogna senza essere additata o criticata dai sinistri radical chic d’Europa al contrario dell’Italia dove è scoppiato un “mega scandalo nazionale” per un “mojto e un torso nudo”…in spiaggia e d’estate tra l’altro, ebbene, loro ci credono ancora nell’indipendenza e tutto questo mentre il sinistro mondo politico spagnolo ed europeo tace…, ed io…umilmente chiedo : perché si condannano i sovranisti italiani, polacchi, austriaci e ungheresi e bla…bla.. mentre per i sovranisti e populisti catalani non ci sono condanne politiche e logiche critiche da nessun sinistro politico radical chic ? Siamo alle solite contraddizioni e alla antipatica conferma di sempre e cioè :  se la protesta viene da sinistra è giusta, se invece viene dalla parte opposta allora è …letame…mettiamola così… per non dire feci… Non intendo offendere gli indipendentisti catalani ma dico loro : che senso ha restare in Europa se volete dividervi dal resto del paese ? Cioè, anziché guardare ad un futuro collettivo si pensa a coltivare il proprio orticello di casa, che senso ha ? Quindi devo dedurre che anche voi catalani siete stanchi di questa Europa fatta di commissari burattini e di lobby burattinai oppure, forse… volete tenere per voi la ricchezza della regione venendo meno al principio e l’idea della condivisione e della solidarietà tra i popoli tanto cara ai buonisti ? Siete una roba da…manicomio, però… va bene così, speriamo che i vostri desideri e sogni si realizzino…nel frattempo io “mi faccio un caffè”…tutto italiano ovviamente…non ci posso far nulla, sono campanilista puro ! 14102019

…by…manliominicucci.myblog.it            

 

 

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Cariche polizia ad aeroporto Barcellona

Interrotta la linea delle metro che porta allo scalo

epa07920055 Two Catalan regional policemen control the access to the Terminal 1 at Barcelona-El Prat international airport as members of the group called 'Tsunami Democratic' (Democratic Tsunami) called for 'shutting-down' the airport to protest against the sentence ruled by Supreme Court on 'proces' trial', in Barcelona, Catalonia, 14 October 2019. Demonstrators are blocking some roads in Catalan capital against the court's decision. Spanish Supreme Court condemned Oriol Junqueras to 13 years in jail for sedition, Carme Forcadell to 11 years and half for sedition; Jordi Cuixart and Jordi Sanchez were sentenced to 9 years and half for sedition; former regional Minister Jordi Turull, Raul Romeva and Dolors Bassa were sentenced to 12 years in jail for sedition and missapropriation, and Joaquin Forn and Josep Rull were condenmend 10 years an half for sedition. The three other defendants were absolved.  EPA/Alejandro Garcia 

 

Redazione ANSAMADRID

14 ottobre 201915:20

 

(ANSA) – MADRID, 14 OTT – Cariche della polizia catalana in assetto anti-sommossa, i Mossos de Esquadra, contro i manifestanti che si erano radunati nei pressi dell’aeroporto di Barcellona dopo le sentenze di condanna di nove leader indipendentisti catalani. Gli agenti hanno usato i manganelli per respingere la folla che si stava dirigendo dall’uscita della metropolitana al terminal principale. La linea delle metro che porta allo scalo è stata interr

 

IL SUO SORRISO È PERSO !

HEVRIN

IL SUO SORRISO È PERSO !
Purtroppo l’abbiamo persa, è stata “giustiziata” dall’esercito di “liberazione dai terroristi” curdi… Lei si spendeva per la difesa dei diritti delle donne, combatteva per la convivenza pacifica tra le varie comunità religiose presenti nel nord della Siria. Che dire, c’è proprio da essere soddisfatti e orgogliosi del ….”suo assassinio”, non trovo le giuste parole per esprimere il mio disprezzo e per esserci sottomessi al volere del tiranno di Ankara…il vero colpevole della morte della ragazza. Già, è facile utilizzare le parole della finta solidarietà e dell’ipocrisia buonista… è facile farlo seduti comodamente nel proprio salotto però quando c’è da agire nessuno vuol intendere. Diciamola tutta la verità, Erdogan ha fatto quel che voleva perché tiene “per le palle” l’Europa e la minaccia continuamente con i migranti che ora stanno cominciando a diventare ingombranti anche per i buonisti….e non dimenticassero che stanno facendo la guerra ai curdi coi soldi che gli abbiamo dato noi europei e con quello stesso denaro Erdogan ha arruolato i mercenari del terrore che scannano e uccidono…come la povera Hevrin..Che possa riposare in pace ma oggi non dobbiamo dolerci solo per la sua morte ma piangere su tutte le fesserie combinate sino ad oggi in tema d’immigrazione….e renderci conto che i migranti sono un’arma utilizzata contro gli occidentali…stessi…cioè noi….14102019.

.by… manliominicucci.myblog.it

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13 OTTOBRE 2019 20:34

In Siria uccisa Hevrin Khalaf, l’attivista per i diritti della donne

Simbolo di dialogo, si batteva anche per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi. Per questo era apprezzata da tutte le comunità

HEVRIN

C’è anche una attivista per i diritti delle donne tra i 9 civili trucidati a sangue freddo dai miliziani filo-turchi nel nord-est della Siria. Hevrin Khalaf, 35 anni, segretaria generale del Partito Futuro siriano, e il suo autista, sono stati assassinati su un’autostrada dopo essere stati prelevati da milizie sostenute dalla Turchia. Simbolo di dialogo, Khalaf si batteva anche per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi.

L’attivista curda stava viaggiando su un veicolo insieme al suo autista nel tentativo di raggiungere la città di Qamishli quando è stata fermata sull’autostrada M4 dai miliziani arabo-siriani che combattono fianco a fianco con i soldati di Erdogan e tra i quali militano anche elementi jihadisti. Il commando di uomini li ha fatti scendere con la forza dall’auto e poi ha sparato loro a bruciapelo.

 

Offese al cadavere – Del massacro sono stati diffusi due video in rete filmati con i cellulari dagli stessi miliziani. Nel primo si vede l’attivista circondata da uomini che indossano quelle che sembrano essere divise militari. In un altro video, il corpo di una donna, presumibilmente di Hevrin, giace sul terreno con il viso e i capelli ricoperti di polvere. Un uomo le si avvicina e la tocca con i piedi prima di esclamare: “Questo è il cadavere dei maiali”. Funzionari americani ritengono che i due video siano autentici.

 

Simbolo del dialogo – Laureata in ingegneria civile, una dei leader del popolo curdo, Hevrin Khalaf si batteva per le donne ma anche per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi. Apprezzata da tutte le comunità, era un personaggio molto popolare.  L’ultimo intervento in pubblico contro Ankara risale al 5 ottobre a Qamishli: i tentativi turchi “di  occupare questa terra per difendere il suo popolo non corrispondono alla realtà”, aveva affermato Hevrin, ricordando poi che erano state le forze democratiche siriane ad aver liberato il nord-est della Siria dai gruppi terroristici. “Noi e tutte le forze politiche respingiamo queste minacce soprattutto perché ci impediscono di creare una soluzione alla crisi siriana”.

 

“Hevrin Khalaf –  ha ricordato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli – è il volto del dialogo e dell’emancipazione delle donne in Siria. La sua uccisione,
opera di terroristi islamisti, piu’ attivi dopo l’invasione dei territori curdi da parte della Turchia, è un orrore su cui la comunità internazionale dovrà andare fino in fondo”.

 

Raid turchi su un convoglio: uccisi due reporter – I raid turchi sulla città siriana di Ras al-Ain hanno colpito un convoglio sul quale viaggiavano giornalisti stranieri. Lo hanno riferito i media locali, sottolineando che due reporter e una decina di civili sono morti.

 

BIMBI MORTI NEL DOLCE ….SILENZIO !

Curdi in fuga

BIMBI MORTI NEL DOLCE ….SILENZIO !

Titolone in prima pagina del “ Vatican news “: Invasione turca in Siria. Bombardamenti sui curdi . Poi nell’articolo redatto, in data 11.10.2019, il giornalista ci racconta che è iniziata ieri,10 ottobre 2019, alle ore 07:40, l’operazione militare della Turchia in Siria, come annunciato dal Presidente turco Erdoğan. Poi ci riporta una dichiarazione…non del papa ma..  di Trump : “Una pessima idea”, ha definito la Casa Bianca quella di cacciare i curdi siriani dal nord est della Siria. Il proseguo è la solita narrazione di vittime e feriti tra i civili e bambini massacrati, ma non finisce qui perché oltre i soliti bombardamenti indiscriminati, i bravi e meravigliosi “liberatori dal terrorismo curdo” a quanto pare, nella loro azione liberatoria non lesinano ….stuprare le “tremende terroriste curde” e a fare e pezzi i cadaveri dei loro nemici curdi…con un “modus operandi” pari e quello dei loro amici islamici dell’Isis quando “regnavano col terrore “ quelle zone prima della loro arrivo e occupazione illegittima .Furbamente nell’informazione del quotidiano vaticano si omettono questi “dettagli” e si lascia intendere che l’invasione turca sia quasi…”benedetta dal Papa ” che oggi, da piazza S. Pietro nel suo Angelus evoca il “dialogo” tra le parti. Dialogo con uno che ti aggredisce in casa propria e ti massacra le famiglie  ?  Ma signor Bergoglio, ma dico… lei è normale o si fa…e cioè,  invece di ammonire ed invitare la Turchia all’immediata sospensione delle ostilità ….parla di dialogo con i massacrati ? E no, evidentemente c’è qualcosa che non funziona nella politica vaticana, infatti lo “schifo non finisce ” perché anche il quotidiano ufficiale della Santa Sede, Avvenire, tratta l’argomento allo stesso modo : Francesco Palmas articolista su Avvenire,  autore di un articolo, sabato 12 ottobre 2019,  ci racconta uno spaccato di guerra in quelle zone e ci chiarisce le “motivazioni del…massacro” : Si fanno più precisi i contorni dell’offensiva turca in Siria, dopo quattro giorni di operazioni, le forze di Ankara hanno sfondato il fronte curdo…sfondato il fronte curdo ? Il “bravo giornalista”  omette un “piccolo particolare” e cioè, che i signori guerrieri turchi, lo leggiamo poi sul “Fatto Quotidiano ”, di oggi 13.10.19, con un ampio servizio descrittivo sui fatti accaduti, cosa stanno realmente combinando in questo momento ai civili curdi, nel silenzio tombale della chiesa e del pontefice in prima persona… e di tutti governi occidentali, si stanno consumando a danno della popolazione curda stupri e violenze inimmaginabili, sì… avete capito bene… le solite cose…donne stuprate e uomini fatti a pezzi esattamente come era nell’ordine delle cose degli islamici dell’Isis facendo ripiombare nuovamente la Siria nell’orrore, cambia l’attore ma la trama è sempre quella. E dei cristiani  curdi ? Sì….il signor Bergoglio li ha citati in un suo bel discorso preparato ad arte…ed  ha aggiunto, sempre oggi dalla sua finestra, che è preoccupato per le famiglie cristiane…vittime dei bombardamenti… . Non discuto e non intendo farlo, non importa se i curdi siano buoni o cattivi ma una cosa è evidente, non si possono fare affari sulla pelle e sulla vita dei bambini, delle donne e degli innocenti e aver permesso questo nuovo genocidio è un’infamia tutta europea e americana. In ultimo, ma i potenti radical chic, i straordinari buonisti e le ONG che salvano i bambini in mare dove stanno ? Com’è che si sono nascosti e tacciano ? Già…forse i bambini curdi non meritano di vivere e della loro morte non interessa nessuno perché non fa… ascolti  e share ? Cari occidentali, asiatici, africani ed arabi tutti, ditemi…per piacere…ma  non vi fate schifo per questa nuova strage complice del vostro silenzio ? 13102019

…by…manliominicucci.myblog.it

 

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Proprio alla vigilia dell’invasione turca, due giornalisti del mensile FQMillennium erano a Kobane, nel Kurdistan siriano, per documentare l’alleanza fra turchi ed ex combattenti dell’Isis e per raccogliere le testimonianze degli sfollati fuggiti da Afrin, la città annessa dalla Turchia e cinta da un muro voluto da Erdogan. Il loro reportage è pubblicato sul numero del mensile diretto da Peter Gomez in edicola da sabato 12 ottobre.

Curdi in fuga

Uccisioni, stupri, torture ed estorsioni. Per un giornalista occidentale è quasi impossibile, oggi, riuscire a documentare ciò che succede ad Afrin. La cittadina curdo-siriana è stata di fatto annessa al territorio turco, grazie anche alla costruzione di un muro alto 4 metri ai suoi confini, dopo l’operazione militare di Ankara ribattezzata Ramoscello d’Ulivo. Quell’operazione è stata portata avanti con l’aiuto di gruppi siriani che fanno parte del Free Syrian Army, all’interno del quale si trovano anche formazioni jihadiste.

Siria, tra gli sfollati dell’invasione turca di Afrin: “Massacri e violenze da Erdogan e dai suoi alleati, ci riprenderemo le nostre terre”

 

Le poche informazioni arrivano dai racconti di chi ad Afrin è nato e cresciuto, ma è dovuto fuggire di fronte alla violenza degli islamisti e ai bombardamenti di Ankara: “I gruppi jihadisti ad Afrin sono come l’Isis – racconta una testimone a FQMillenniuM –, hanno imposto la Sharia, il velo alle donne che non possono uscire di casa senza rischiare la vita. Se ti fermano, ti sequestrano e chiedono il riscatto. Se sei donna, ti violentano”

Le scene a cui queste persone hanno assistito ricordano le barbarie del Califfato, solo che gli uomini che le commettono, adesso, portano sul braccio la bandiera rossa con la

 

Mezzaluna: “Un giovane in uniforme è stato catturato in un villaggio vicino alla città – insistono – Gli hanno messo un cappio intorno al collo, lo hanno legato a un’auto e lo hanno trascinato per strada. Lo hanno strangolato così”.

I rifugiati di Afrin, sparsi per tutto il Rojava, la regione a maggioranza curda nel nord-est della Siria, sperano di poter un giorno respingere i militari di Ankara e tornare a casa. Ora, però, dopo essersi rifugiati a Kobane, l’incubo è tornato con l’ultima offensiva turca nel nord della Siria: l’operazione “Fonte di Pace”. La città simbolo della resistenza curda a Isis è sotto attacco da parte della Turchia, in un’operazione simile a quella che ha portato alla conquista di Afrin. Davanti agli sfollati, di nuovo, i tank di Ankara e i miliziani jihadisti sostenuti dal governo Erdogan. Il timore è che le stesse barbarie viste ad Afrin vengano replicate in altre città del Rojava.

 

SUDDITO O CITTADINO ?

SKALA SIKAMINEAS, GREECE - OCTOBER 10: Volunteers from Light House Relief help migrants land on a beach after making the crossing from Turkey to the Greek island of Lesbos on October 10, 2019 in Skala Sikamineas, Greece. The influx of migrants continues forcing authorities to begin the relocation of refugees and migrants from the overcrowded Moria Camp to the mainland in a bid to ease pressure on the island camp. (Photo by Christopher Furlong/Getty Images)

SUDDITO O CITTADINO  ?

Tra i 28 paesi della “meravigliosa unione europea”, allo stato attuale, ci sono sei paesi che annoverano un governo monarchico parlamentare , uno è un granducato e 21 sono delle repubbliche parlamentari. Il debito pubblico di ogni singolo stato è diverso e proporzionato alla loro storia recente, c’è chi lo ha elevatissimo…come noi.., c’è chi lo ha un po’più contenuto ma in definitiva tutti li hanno i debiti. Ogni paese ha una propria economia e non c’è una regola equa per stabilire all’interno dell’unione la corretta concorrenza tra le aziende produttrici. Ogni paese ha le sue forze armate, una propria politica estera e un proprio ministero della salute, dell’agricoltura e dei trasporti, i quali si possono gestire in autonomia nazionale stabilendo costi e modalità varie. Le retribuzioni dei lavoratori sono differenti per ogni paese dell’unione e le leggi sul lavoro assolutamente diverse. Poi c’è il contributo di soldoni, obbligatorio, che ogni membro dell’unione deve versare ogni anno alle casse della BCE, “la tassa”, io sono prosaico e la chiamo così, … è in proporzione al prodotto interno lordo (PIL). L’unica cosa che ci accomuna è la moneta, si chiama euro….per il resto, siamo cittadini di 28 paesi accomunati nel nulla e schiavi di una commissione e di norme burocratiche imposte dai “soliti ignoti’ …. che manovrano nell’oscuro e nell’interesse delle lobby europee e di chi non si sa. In tutto questo contesto poi c’è l’immigrazione, la piaga del XXI secolo, ed anche qui siamo 28 paesi ognuno per conto proprio e succubi della Turchia e della Libia. Analizzate le differenze strutturali, esistenti all’interno dell’unione stessa, mi chiedo quale sia la vera ispirazione finale di questa organizzazione “farlocca e fasulla”, ideata e creata per estirpare e distruggere le sovranità nazionali dei paesi più deboli economicamente, vedi Grecia e ora noi. Constatando quello che le varie commissioni europee hanno prodotto negli anni a danno dei cittadini europei in generale non sarebbe meglio smembrarla e ritornare all’antico ? Sono dell’idea che sia meglio tornare alla povera lira che comunque ci faceva mangiare e bene anziché avere un ricco e forte euro ma che produce  fame…. povertà e disoccupazione. Nel 2000 immaginavo uno stato europeo sul modello statunitense, una sola costituzione, un presidente, un governo eletto, una sola economia, una sola polizia e una sola forza militare europea…utile in questo momento per “sculacciare Erdogan e la sua Turchia”. Forse il mio… era il sogno di un povero illuso ed idealista che immaginava un’unione diversa e senza …re e se…. Nel 2002 nel veder realizzata l’unione con questo criterio ebbi a profetizzare un futuro nero e purtroppo…come sempre accade avevo ragione, a Bruxelles pensano solo ai soldi e non al benessere di mezzo miliardo di persone, perché tolto il Lussemburgo, capitale delle lobby europee che riceve due miliardi l’anno di contributi e non ci hanno mai spiegato il perché, in tutta Europa c’è fame… Ma  mi chiedo se sono cittadino o suddito ? E di quale paese… e perché ….devo  pagare 16 miliardi l’anno e per cosa ? Per arricchire il Lussemburgo ? E poi ci vengono a raccontare che i sovranisti e populisti sono….pericolosi…  .  12102019

…by…manliominicucci.myblog.it

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L’attacco della Turchia potrebbe causare un nuovo flusso di migranti

Nelle scorse settimane c’è già stato un aumento degli sbarchi nelle isole greche, e il timore fondato è che aumentino ancora

SKALA SIKAMINEAS, GREECE - OCTOBER 10: Volunteers from Light House Relief help migrants land on a beach after making the crossing from Turkey to the Greek island of Lesbos on October 10, 2019 in Skala Sikamineas, Greece. The influx of migrants continues forcing authorities to begin the relocation of refugees and migrants from the overcrowded Moria Camp to the mainland in a bid to ease pressure on the island camp. (Photo by Christopher Furlong/Getty Images)

 

 (Christopher Furlong/Getty Images)

Durante il Consiglio dell’Unione Europea che si è tenuto due giorni fa in Lussemburgo, le attenzioni dei giornali italiani e di molti osservatori europei era rivolta all’allargamento dell’accordo stipulato a settembre da Francia, Germania, Italia e Malta, che prevede un meccanismo di ricollocamento per i migranti soccorsi in mare nei pressi della Libia. In realtà dell’accordo si è parlato molto poco (e con scarsi risultati): buona parte della discussione è stata occupata dall’aumento registrato nelle ultime settimane nel numero dei migranti arrivati in Grecia dalla Turchia, con cifre che non si vedevano da diversi anni. Il tema è diventato ancora più urgente dopo che il governo turco ha iniziato un’operazione militare nel nordest della Siria.

In molti temono che le nuove tensioni potrebbero spingere moltissimi rifugiati siriani che oggi si trovano in Turchia a scappare verso l’Europa, più o meno come successe fra il 2014 e il 2015 lungo la cosiddetta “rotta balcanica“.

Nel 2016 l’Unione Europea e la Turchia strinsero un accordo (criticato e considerato molto controverso dagli esperti di diritto internazionale) che in sostanza vincolava la Turchia a fermare le partenze dei migranti in cambio di aiuti economici per 6 miliardi di euro. Quell’accordo sta diventando sempre più fragile: da mesi la Turchia chiede all’UE più soldi per gestire i migranti, soprattutto i siriani, e alcuni osservatori temono che il governo turco possa cercare di garantirsi una copertura per l’operazione militare nel nordest della Siria – che serve soprattutto ad allontanare i curdi dai territori guadagnati in questi anni – minacciando l’Unione Europea di rompere l’accordo del 2016. Il timore è ormai più che un timore, ad ascoltare la Turchia: «Se proverete a definire questa operazione militare una “invasione”, apriremo le porte e vi manderemo 3,6 milioni di rifugiati», ha detto giovedì mattina il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan parlando a un comizio.

 

“We will open the gates and send 3.6 million refugees your way.”

Turkish President Tayyip Erdogan threatens to send millions of Syrian refugees to Europe if the EU labels Turkey’s military incursion as an occupation.

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14:08 – 10 ott 2019

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L’accordo del 2016 prevedeva che la Turchia impedisse l’arrivo di migranti in Europa. Se poi qualcuno fosse comunque arrivato – soprattutto sulle isole della Grecia, più vicine alla Turchia che al continente europeo – l’accordo prevedeva che fosse respinto in Turchia. In cambio – oltre a versare sei miliardi di euro alla Turchia – i paesi europei si impegnarono ad accogliere un numero di rifugiati siriani provenienti direttamente dalla Turchia pari a quello dei richiedenti asilo respinti. La Turchia ha dovuto gestire e integrare una mole enorme di rifugiati siriani, circa 3,5 milioni di persone.

L’integrazione dei siriani in Turchia non è stata affatto semplice: in questi anni diverse inchieste giornalistiche hanno raccontato le pessime condizioni in cui vivono i siriani nei campi profughi turchi e la discriminazione e lo sfruttamento sistematico che ricevono nelle città e aziende turche. Alcune città turche sono state poi completamente trasformate dal flusso dalla Siria: nella città di Gaziantep, situata nel sud della Turchia a poca distanza dal confine siriano, la minoranza siriana si è ingrandita tanto da raggiungere il 20 per cento della popolazione totale. Moltissimi di loro vengono da Aleppo, una grossa città siriana che in linea d’aria dista meno di cento chilometri. Qualche tempo fa il New York Times ha raccontato che a Gaziantep i siriani hanno costruito «un intero quartiere di piccole aziende tessili, dove società turche e siriane condividono capannoni e operai. Centinaia di caffè, ristoranti e pasticcerie si rivolgono principalmente ai siriani».

Negli ultimi mesi Erdoğan ha sfruttato il malcontento e le difficoltà nell’integrare i rifugiati siriani per incolparli implicitamente della crisi che sta attraversando l’economia turca da almeno un anno, e delle sue conseguenze concrete come l’enorme aumento del tasso di disoccupazione. «I funzionari turchi stanno inasprendo i controlli sui siriani che lavorano o risiedono illegalmente in Turchia», ha scritto il New York Times, e nel frattempo «i giornali filogovernativi sono diventati sempre più critici nei confronti dei siriani, i padroni di casa hanno aumentato gli affitti e i social network sono pieni di commenti anti-siriani». In alcune città sono iniziate delle prove di deportazione: le autorità locali costringono alcuni rifugiati siriani a salire su dei pullman e li depositano nei pressi della città turca di Kilis, al confine con la Siria.

In questo quadro, già diverse settimane fa Erdoğan aveva annunciato l’intenzione di trasferire circa un milione di rifugiati siriani in una “zona cuscinetto” attualmente occupata dai curdi siriani, così da ottenere due obiettivi strategici con una sola operazione. Il primo era allontanare i curdi dal cosiddetto Rojava, una zona dove negli ultimi anni erano riusciti a ottenere una certa autonomia per via dell’opposizione che avevano portato avanti nei confronti dello Stato Islamico (o ISIS). I curdi siriani da anni combattono una guerra armata contro la Turchia per ottenere uno stato indipendente su un territorio che comprende anche parte dell’odierna Turchia. Il secondo era trasferire in una zona delimitata – si parla di un corridoio profondo circa una trentina di chilometri – una parte dei siriani arrivati durante la guerra civile, nella speranza che la Turchia non debba più occuparsene.

(grafico di CNN)

Ad agosto il giornalista del New York Times Patrick Kingsley, che da anni si occupa di immigrazione, aveva intervistato un rifugiato siriano arrivato da poco sull’isola greca di Lesbo, Youssef al-Hassan. L’uomo si trovava in Turchia assieme alla sua famiglia da circa sette anni, ma è stato convinto a scappare di nuovo per via delle prime deportazioni. «In ogni momento avevamo la sensazione che potevamo essere sbattuti fuori: la situazione è arrivata a tal punto che in molti verranno qui».

Fra agosto e settembre, in effetti, gli arrivi via mare dalla Turchia alla Grecia sono stati circa 18mila: era dalla fine del 2016 che non si registravano numeri del genere. Buona parte dei nuovi arrivati sono afghani che vivevano in Iran e Turchia, due paesi dove l’economia sta andando piuttosto male, ma InfoMigrants ha calcolato che più o meno uno su cinque dei nuovi arrivati è cittadino siriano.

L’aumento del flusso ha causato nuovi problemi soprattutto alle isole greche: il campo profughi di Moria al momento ospita circa 13mila persone, a fronte di una capienza massima di circa 3mila, mentre a Samo al momento ci sono circa 5.800 migranti nonostante i centri dell’isola siano in grado di gestirne circa 650. «I nuovi arrivi stanno ulteriormente peggiorando la sicurezza, l’igiene, la salute e altri aspetti nella vita nei campi e nei terreni intorno, e la situazione è diventata critica», ha spiegato a InfoMigrants Astrid Castelein, la referente dell’Agenzia ONU per i rifugiati a Lesbo.

 

#CURDI: FATTORE GRECIA.

La decisione di Erdogan di invadere il Kurdistan spaventa i profughi di Siria (e Iraq) in Turchia.

E potrebbe rendere ancora più esplosiva una situazione che negli ultimi mesi era sempre più compromessa.

Per capirlo basta un grafico: questo.

 

Al momento il timore dei paesi europei è che il governo turco non abbia alcun interesse a fermare il flusso di migranti. Secondo un calcolo di Deutsche Welle, dei sei miliardi di euro promessi alla Turchia l’Unione Europea ne ha sbloccati circa 5,8, ma ne ha effettivamente versati al governo turco solo 2,6. La settimana scorsa un gruppo di funzionari europei ha visitato la Turchia per spingerla a gestire con maggiore efficacia i flussi, ma i turchi si sono lamentati del fatto che i soldi arrivino troppo lentamente (gli europei spiegano che i fondi sono versati nel momento in cui vengono legati a progetti concreti). Erdoğan si lamenta spesso che finora la Turchia abbia speso circa 36 miliardi di euro per occuparsi dei rifugiati siriani, cifra che non è possibile verificare in maniera indipendente.

Nel recente passato la Turchia ha già dimostrato di poter controllare il flusso dei migranti verso le isole greche, almeno in parte. Ad agosto Kingsley aveva notato che le navi della Guardia costiera turca avevano preso l’abitudine di pattugliare il tratto di mare frequentato dai trafficanti soltanto di mattina, mentre gli sbarchi avvenivano regolarmente di pomeriggio. Il 29 agosto circa 13 imbarcazioni con a bordo in tutto 547 migranti sono sbarcate a Lesbo in pieno giorno: «il fatto che i trafficanti turchi siano riusciti a radunare così tante persone in un unico giorno e a mandarle in Grecia una dopo l’altra solleva delle domande sulla possibile complicità delle autorità turche», scriveva Kingsley.

Parlando col Foglio, il ricercatore dell’ISPI ed esperto di immigrazione Matteo Villa ha ipotizzato che «non appena Erdogan avrà spazzato via i curdi, i profughi facciano di tutto per riprendere la via dell’Europa ed evitare di essere spediti in Siria». È un timore condiviso anche da diversi politici europei. «Immagina di essere un rifugiato siriano che vive in Turchia. C’è il rischio che un giorno sarai trasferito nel nordest della Siria: è un fattore che potrebbe generare un nuovo flusso verso l’Europa», ha detto ieri Jean Asselborn, il ministro degli Esteri del Lussemburgo.

La portata del nuovo flusso, se davvero si materializzerà, dipenderà probabilmente da moltissimi fattori fra cui la disponibilità dell’Unione Europea a versare ulteriori fondi alla Turchia. Il sito di news Euractiv ha chiesto alla Commissione Europea se verserà ulteriori fondi nel caso la Turchia li userà per combattere i curdi siriani, e secondo Euractiv la portavoce ha risposto che al momento non esistono le condizioni affinché i rifugiati siriani possano tornare in Siria (in sostanza, evitando di rispondere alla domanda).

 

SULTANO O PRESIDENTE..,?

Erdosultan

SULTANO O PRESIDENTE..,?

Quando alcuni anni fa, si tentò il colpo di stato per rovesciare il “sultano Erdogan” in verità fui forse l’unico a rammaricarsi del fallito golpe, anche perché lui non mi è mai garbato, è antipatico e arrogante, falso, subdolo ed è di una disumanità terrificante. Il sospetto e la convinzione nacquero anni prima del tentato golpe per via dei continui bombardamenti dei suoi aerei, che erano soliti sconfinare continuamente nello spazio aereo iracheno, ha fatto lanciare tonnellate di bombe sulla popolazione curda, gente accusata ingiustamente di essere un popolo di terroristi. Loro vivono da 75 anni tra i confini di Siria, Iraq, Iran e Turchia stessa, un popolo di oltre 35 milioni di esseri umani che non possono avere un loro stato perché non gradito ai paesi limitrofi. Eppure, sia ai palestinesi che agli ebrei è stata data loro la possibilità di averla ….una casa…. è qui le responsabilità cadono inevitabilmente sulla GB, Usa, ex Unione sovietica e Francia che all’indomani della fine della seconda guerra mondiale si spartirono il mondo. Ora il “sultano di Ankara” ha deciso di di perseguire il sogno del califfato islamico e a quanto pare ci sta riuscendo, eliminare i curdi è prioritario ,fa le guerre dove gli piace e con chi vuole e nessuno deve permettersi di intromettersi nel sogno islamico e lo fa capire molto chiaramente. La minaccia di spedirci quattro milioni di poveri disgraziati, accampati dentro il paese turco, è la vergognosa prova che il “sultano di Ankara” ha già delineato il suo disegno di sultanato islamico e non permetterà a nessuno di interferire. L’Europa…dovrà continuare a fare silenzio e a pagare, dopo i due miliardi di euro versati ne dovrà sborsare altri tre mentre noi stringiamo la cinta per favorire l’immigrazione e accontentare i fautori dei migranti. Sicuramente il papa sarà felice del massacro dei curdi visto che è latitante e silente sull’argomento… vabbè… starà pregando…. mettiamola così… Intanto quegli esseri umani muoiono ma noi ci preoccupiamo solo di quelli che arrivano dal mare….che ipocriti che sono i nostri politici e i burocrati di Bruxelles…e la Nato che fa ? E allora da oggi, anziché tifare Italia tifiamo…. Erdogan .. considerato che nessuno dei media lo attacca e gli dice in faccia che è un crimine aggredire della gente inerme…Ora i bambini curdi sono terroristi ? Ma fatemi il piacere e abbasso il… SULTANO terrorista… 12102019.

..by… manliominicucci.myblog.it

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Il ricatto sui rifugiati di Erdogan è già costato oltre 2 miliardi all’Ue: “Bruxelles sta pagando caro, ma così non risolve la crisi”

Erdosultan

Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia – Sean Gallup/Getty Images

Recep Tayyip Erdogan agita di nuovo il bastone contro l’Unione europea. Ancora una volta, ricorre alla minaccia di mandare milioni di rifugiati siriani nel vecchio continente. Questa volta per impedire che i paesi europei considerino l’incursione militare turca in Siria come un’invasione. Un’arma utilizzata ciclicamente dal presidente della Turchia per fare valere le proprie ragioni e che è già costata oltre 2.3 miliardi a Bruxelles e agli stati membri. “Ed è stata solo una toppa per coprire un buco che continua ad allargarsi. Se si ragiona sul medio e lungo periodo, gli aiuti europei ad Ankara sono stati inefficaci, perché la crisi siriana è più aperta che mai”, spiega a Business Insider Italia Lorenzo Marinone, analista dell’area mediorientale per il Centro Studi Internazionali Ce.S.I.

Una toppa pagata cara, che ha lasciato nelle mani dell’esecutivo turco il potere di ricattare l’Ue e gli stati membri quando lo impongono le necessità del momento. “Erdogan ha la facoltà di aprire e chiudere il ‘rubinetto’ a seconda della convenienza politica. Ora vuole silenziare le critiche internazionali alla sua offensiva nel nord est della Siria. Ma in passato ha ventilato ciclicamente la minaccia di espellere i rifugiati siriani. Lo ha fatto quando serviva ridurre a più miti consigli l’Ue, ma anche i singoli paesi, come la Germania”, continua Marinone.
Una dinamica che potrebbe instaurarsi anche con altri stati europei: “Un esempio è il rapporto tra Marocco e Spagna: grazie ad accordi bilaterali, Madrid ha ottenuto il rafforzamento dei controlli alla frontiera marittima e nelle enclavi di Ceuta e Melilla. Ma quando Rabat deve sedersi al tavolo per discutere di nuove intese con le autorità spagnole, può ricorrere a minacce simili a quelle turche per accrescere il suo potere negoziale”, sottolinea l’analista del Ce.S.I. Che fa notare come questa dinamica sia figlia della tendenza dell’Ue a esternalizzare il controllo delle proprie frontiere, “affidando i compiti che prima erano propri, con Frontex ad esempio, a paesi esterni ai confini comunitari”.

I primo bombardamenti dei turchi nel nord est della Siria sulla città di Ras al-Ain inella provincia di Hasakeh (Foto di Delil SOULEIMAN via Getty Images)

 

In un discorso agli esponenti del suo partito (Akp), il leader turco ha dichiarato di essere pronto “ad aprire i cancelli e inviare 3,6 milioni di rifugiati in direzione dell’Europa”. Lo ha fatto dopo aver avviato le operazioni militari nel nord est della Siria, giustificando l’attacco alle milizie curde nella regione con la necessità di restaurare la struttura demografica regionale e rimandare i siriani a casa. Nel corso degli ultimi anni, più volte la Turchia ha fatto ricorso a questa minaccia. Anche per questo, nel 2016 Bruxelles aveva raggiunto un accordo con Ankara per affrontare insieme la crisi migratoria. In sostanza, le autorità turche accettavano di accogliere i migranti irregolari che arrivavano in Grecia e la cui domanda d’asilo veniva rifiutata. In cambio, avrebbero ricevuto aiuti finanziari pari a tre miliardi, con altri tre miliardi aggiuntivi. Il budget totale è stato così ripartito: i primi tre miliardi per il periodo 2016-2017; gli altri per il periodo 2018-2019. Per la prima tranche, l’Ue dovrebbe contribuire con un miliardo e i singoli stati membri per due miliardi. La seconda è invece suddivisa così: due miliardi dal bilancio Ue e un miliardo dagli stati comunitari. Finora sono stati spesi oltre 2,35 miliardi di euro, con oltre 80 progetti già realizzati, e 5,6 sono stati allocati.

“Se si guarda in modo miope al breve periodo, la strategia ha funzionato per ridurre il flusso di migranti che percorrevano la rotta balcanica”, fa notare l’analista, che aggiunge: “Ma se si adotta una prospettiva temporale più lunga, questa strada non ha risolto il problema umanitario causato dalla guerra civile siriana. Anzi, gli stati dell’Ue hanno adottato una politica che li espone a una serie di ricatti o alle conseguenze di fattori geopolitici non controllabili“. L’esternalizzazione delle proprie prerogative in materia di sicurezza e immigrazione infatti non riguardano solo la Turchia: “L’anno scorso ad esempio c’è stata anche la proposta di creare delle piattaforme di sbarco in accordo con i paesi del Nord Africa in cambio di aiuti finanziari per bloccare gli arrivi dal Mediterraneo”.

La città siriana di Kobane distrutta – BULENT KILIC/AFP/Getty Images

Le ragioni dell’incursione turca in Siria

L’offensiva militare turca si può spiegare con due diverse motivazioni. La prima di politica interna, considerando l’enorme afflusso di migranti siriani in Turchia dal 2011: “I rifugiati dovrebbero essere molto più di 3,5 milioni. Il paese si è dimostrato accogliente in una fase iniziale, ma poi la situazione è degenerata, perché mancano le strutture e il sistema di accoglienza non è ben funzionante. Ampie fasce della popolazione hanno un atteggiamento sempre più ostile nei confronti dei rifugiati. E quasi tutti i partiti, che non vogliono rischiare di perdere consenso, sono favorevoli al loro ricollocamento”, spiega Lorenzo Marinone. Che aggiunge: “C’è poi una ragione di politica estera. Più che ricostruire il nord della Siria, le autorità di Ankara sono interessate a inviare i rifugiati siriani in quei territori per fare un’operazione di ingegneria demografica: l’obiettivo è modificare la composizione demografica in quelle aree al confine tra Siria e Turchia, diluendo la presenza curda e indebolendo le loro formazioni militari, come l’Ypg. In modo da creare una zona cuscinetto utile anche per contrastare il Pkk“.

Il Presidente uscente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker a Bruxelles. ARIS OIKONOMOU/AFP/Getty Images

Il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha esortato Ankara a interrompere l’offensiva in Siria, aggiungendo che in caso contrario potrebbero essere a rischio i finanziamenti europei destinati alla Turchia. Inoltre, l’organo comunitario ha fatto sapere che la strada presa da Erdogan non favorisce l’ammissione del paese nell’Unione: “Uno stato che aspira a entrar a far parte dell’Ue (la Turchia ha inoltrato domanda diversi anni fa) deve allinearsi alla politica estera comunitaria”, ha spiegato un portavoce. “Sono oltre 20 anni che discute di ingresso della Turchia nell’Ue, ma i presupposti per l’adesione sono venuti meno, a man mano che lo stato adottava quei cambiamenti che l’allontanavano dagli standard europei”, ricorda Lorenzo Marinone, sottolineando che “Erdogan non è interessato a entrare nell’Ue, non sta facendo passi in quella direzione. Basta guardare le riforme fatte finora”. In effetti, come si legge nel rapporto sull’allargamento dell’Ue, le negoziazioni per l’eventuale ingresso hanno raggiunto un punto morto e Ankara non ha fatto nulle per affrontare i problemi che preoccupano l’Ue in tema di “diritti fondamentali, sistema giudiziario e stato di diritto“.

 

VITTIME DI SERIE A O B ?

GERMANIA

VITTIME DI SERIE A O B ?

Lo so che a dirla così viene da ridere ed incuriosisce ma purtroppo quello che sto per narrarvi non è per nulla  divertente,  non  c’è neanche tanto da rallegrarsi visti la qualità e natura degli argomenti che tratterò, le cui complessità e anomalie emergono in modo violento, a volte  spinosi, antipatici e spesso, molto spesso, tanto dolorosi. Aggiungo che uno  degli argomenti trattati riguarda ed appartiene ad un passato…. andato, ma che  sembra essere ritornato prepotentemente nella vita politica. Analizziamo i punti di riflessione, oggi in Europa si registrano milioni di extracomunitari, presenze che hanno letteralmente modificato le radici stesse della società civile occidentale e purtroppo, ciò è avvenuto senza quella auspicata integrazione rivelatosi solo mera utopia, infatti tutti i migranti di fede islamica si sono isolati ai margini delle città, prendendo possesso di interi quartieri al cui interno le regole sono dettate dalla sharia, la tremenda legge coranica, una legge che obbliga ad uno stile di vita esattamente opposto al nostro e questo nei fatti ha prodotto …odio…tra  i cittadini stessi delle varie comunità che si vedono costretti a convivere con loro negli spazi comuni delle città. Questo folle desiderio di ricerca dell’integrazione a tutti i costi ha prodotto degli effetti non voluti, come per esempio, gli atti terroristici islamici nei confronti degli infedeli che vanno considerati come sistema, previsto dal corano, per sottometterli all’islam e questo nei fatti cosa ha creato ?  La giusta reazione e rabbia di chi subisce, con lo scontato  ritorno all’estremismo politico e fanatico inteso come difesa. I nazisti nacquero così e si affermarono grazie alla sofferenza del popolo tedesco di quegli anni…è così che loro hanno preso il potere… nonostante siano stati sconfitti e  morti…ora  sono risorti perché la Germania è ripiombata nel passato…del 1930..il governo della Merkel non ha capito che l’immigrazione incontrollata avrebbe sollevato rabbia e odio sino a far risorgere quelle ideologia ormai sparita … questo è il risultato delle sue idiozie e di una politica sconclusionata. Andiamo al punto, ieri il TG1 delle 13.00, ha trattato l’argomento tedesco, quello riferito all’atto terroristico contro la sinagoga, dedicandogli quasi 15 minuti,  ma nello stesso giorno, diviene totalmente silente sull’attentato islamico avvenuto, sempre in Germania, nello stesso giorno. Oggi, tutti i giornali sono pieni di servizi dedicati al “nazista solitario”, i media ci rifilano immagini del periodo nazista e dei campi si sterminio come se fosse pronta l’invasione dei nuovi nazisti in Europa…mentre il povero deficiente di turno si ritrova a da essere immediatamente celebrato come il pericolo universale… tutti hanno qualcosa da dire, tutti….tranne…i psichiatri… già…il nazista non può essere malato, né deve avere patologie mentali, il nazista non parlava col muro e non sentiva le voci…mentre, chissà perché, quando si tratta di terroristi mussulmani o extracomunitari in genere…” allora quelli son sempre sofferenti e malati di mente” e già in cura presso … lo stregone di qualche tribù. E secondo voi, ma davvero pensate che io creda a queste ridicole falsità il cui vero obiettivo è quello di  coprire i gravi reati degli immigrati ? E perché lo sia fa ?  Ditemi un po’…questo modo di informarci come lo chiamate ? Io lo chiamo “condizionamento mentale” a mezzo TV e stampa. …ed è un crimine da regime…punto…E perché i media censurano l’ultima strage della questura di Parigi e la tratta come se i morti  di quella strage siano stati causati da un banale incidente stradale e non per scannamento individuale ?  Mi vien da pensare che  i morti per mano di un nazista sono di serie A, morti d’importanza estrema…. mentre quelli per mano islamica …quasi quasi sono di serie B…oserei dire.. che forse sono un prezzo da pagare all’Islam per la sua integrazione sul territorio europeo. Siamo quindi già sottomessi all’Islam e accettiamo con “nonchalance” i morti che provengono dalle loro mani ? Beh…è curioso… in fin dei conti ci preoccupiamo  di un povero deficiente anti semita, certamente pericoloso ma poco significativo e non ci preoccupiamo del vento islamico che sta spazzando via la nostra civiltà, semiti compresi. E va bene ma non capisco, continuate a parlare di nazismo e condannate l’antisemitismo…giusatissimo… però si permette che quelli che odiano gli ebrei per convinzione religiosa attecchiscano nei nostri paesi… ma siete normali ? Si odiano i nazisti perché vogliono morti gli ebrei ma si amano gli islamici che vogliono fare sparire lo stato d’Israele e morti tutti gli ebrei nel mondo. Vi sembrano figlio di una logica queste deduzioni ? Vi riporto, per darvi un’idea concreta su quello che pensano i mussulmani degli ebrei…pari…pari ai nazisti :  Lutfi Abdel Azim, il direttore di un prestigioso settimanale egiziano, nel 1982, tre anni dopo la conclusione di un trattato di pace tra Egitto e Israele, scrisse: “un ebreo è un ebreo, e non è cambiato per migliaia di anni. È vile, spregevole, disprezza tutti i valori morali, rosicchia la carne viva e succhia il sangue per una miseria. Il mercante ebreo di Venezia non è diverso dagli acerrimi carnefici di Deir Yasin e da quelli dei campi profughi. Entrambi sono modelli simili di depravazione disumana”.  Cari media, diteci….di chi dobbiamo spaventarci, solo dei nazisti o anche dei …mussulmani ? 11102019

…by…manliominicucci.myblog.it

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Germania, attacco a sinagoga di Halle: due morti. L’autore è un neonazista

Due morti a causa di una sparatoria nei pressi della sinagoga di Halle, in Germania, e una bomba al cimitero ebraico. Fermata una persona

Forze speciali tedesche nei pressi della sinagoga di Halle, in Germania, dove si è verificata una sparatoria con morti – Photo by Jan Woitas / dpa / AFP

GERMANIA

Un attacco di matrice neonazista e antisemita nel giorno dello Yom Kippur, la festività religiosa ebraica. La Germania piange due vittime nella città di Halle, nell’ex Germania orientale, a poche decine di chiìlometri da Lipsia.

Due morti a causa di una sparatoria nei pressi della sinagoga della città e di una bomba al cimitero ebraico. È il bilancio provvisorio dell’attentato che si è verificato intorno all’ora di pranzo di mercoledì 9 ottobre. Secondo quanto riportato dai media e dalla polizia «un uomo armato ha sparato» contro un fast food situato vicino al cimitero ebraico e a poca distanza dalla sinagoga del quartiere Paulus.

L’attentatore si chiama Stephan Balliet ed è un neonazista di 27 anni. Lo riferisce la Bild mostrando delle foto del giovane. Intanto «si sono consolidati indizi che si tratti di un autore isolato». Le autorità tedesche sono dunque ormai certe che l’attacco abbia una matrice di «estrema destra» e che dietro ci siano motivazioni «antisemite». È quanto affermato dal ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer.

LEGGI ANCHE / Germania, la piaga del neonazismo dalla polizia all’Europarlamento

L’attentatore ha filmato la sua azione per 35 minuti con una telecamera fissata sulla testa. Nel video, postato su un sito di videogame, si sente l’uomo che prima di aprire il fuoco urla: «La radice di tutti i problemi sono gli ebrei». Lo riferisce Rita Katz, direttrice del sito di monitoraggio dei gruppi terroristici sul web, Site. Un copione che ricorda quello della strage di Christchurch in Nuova Zelanda, dove Brenton Tarrant, l’attentatore. ha ripreso in diretta l’attacco ai luoghi di preghiera islamica con 50 vittime.

9 ottobre 2019

IN ARRIVO

Volkswagen Golf 8 e nuova Skoda Octavia, debutto imminente

La sinagoga e il fast food di kebab distano 500 metri l’una dall’altra. Lo riferisce l’inviato dell’emittente N-Tv precisando che contiguo alla sinagoga è il cimitero ebraico dove, almeno secondo il sito del quotidiano Bild, sarebbe stata lanciata “una bomba a mano” su cui però altri grandi media non hanno fornito conferme o dettagli. Una delle vittime era all’interno del locale.

Angela Merkel ha partecipato a una veglia di preghiera per le vittime di Halle nella nuova sinagoga di Berlino/ AFP)

L’aggressore è un tedesco vestito da paramilitare
Secondo un testimone che ha parlato all’emittente N-Tv, l’aggressore era vestito di «verde», «da militare» con un «elmetto», portava una «maschera» e ha sparato contro un negozio con un «mitra».

L’attentato è avvenuto in coincidenza con l’importante ricorrenza di Yom Kippur, che cade tra la sera di martedì 8 e la sera di mercoledì 9 ottobre.

La polizia ha annunciato di aver fermato una persona ma ha chiesto agli abitanti di rimanere in casa o in un posto sicuro. Il killer ha sparato diversi colpi prima di scappare in macchina. Altri due complici sarebbero ancora in fuga. «Le nostre forze hanno fermato una persona. Restate però vigili» ha scritto la polizia di Halle su Twitter.

 

IL ROSSO DESTINO DEI…KURDI..

epaselect epa07910202 Kurdish families flee their home towns Ras al-Ein due to the Turkish offensive in northern Syria, 10 October 2019. Turkey has launched an offensive targeting Kurdish forces in north-eastern Syria, days after the US withdrew troops from the area.  EPA/STRINGER

IL ROSSO DESTINO DEI…KURDI..

Era il 3 Settembre del 2015, il corpo di Aylan Kurdi, aspirante emigrante, giaceva senza vita a faccia in giù, tra la schiuma delle onde del mare sulla costa turca, nella sua t-shirt rossa e nei suoi pantaloncini blu scuro, piegati all’altezza della vita, quanta indignazione si sollevò per la morte prematura orribile di quel bimbo. Tanti la utilizzarono per il loro sporchi interessi, chi per aprire le porte all’immigrazione incontrollata in Europa, proprio come la Turchia, chi invece si fece promotore di quella tragedia per osannare la fasulla ”umana solidarietà”. Oltre i vari personaggi politici di mezzo mondo si erse a paladino dei diritti dell’uomo anche…l’Onu, che ammonì : “Il mondo intero guardi alla crisi di rifugiati e migranti”, e rincarò la dose l’Unicef: “Lo choc non basta, ora bisogna agire “per evitare di dare la vita dei bambini”… in mano ai trafficanti”. Per non parlare poi dei politici, radical chic, buonisti e in capo a tutti il …”Santo Padre”, un fiume inarrestabile di parole colme di amore per i migranti e taglienti di rabbia verso coloro i quali gli immigrati non li volevano a casa propria…esattamente come oggi  a distanza di 4 anni . Non intendo ripercorrere il passato poiché mi…. nausea, pensare a tutte quelle farlocche bugie e pantomime coniate ad arte per un solo fine : apparire bravi e buoni dinanzi agli schermi televisivi del globo,  dimenticando che quelle tragedie sono anche un po’ opera loro…e sì, perché se i migranti non fossero stati spronati a farlo non sarebbero partiti o peggio, se  Francia e gli USA di Obama, giusto per ricordarlo, si fossero fatti gli affari loro, oggi in Siria e Libia non ci sarebbero guerre. Veniamo al presente, la Turchia scatena un’offensiva militare contro dei curdi nel nord della Siria, e la  giustifica come una lotta al terrorismo, un po’ come se noi italiani per combattere la mafia e camorra, domani invadiamo con carri armati e aerei la Sicilia e la Campania e bombardassimo Napoli e Palermo…ma vi sembra normale tutto questo ? Poi c’è l’odio razziale dei turchi verso i curdi, vuoi perché sono un po’ …cristiani, vuoi perché sono di una particolare razza umana i cui caratteri somatici sono…”molto strani”…sono  simili a quelli degli italiani del sud Italia, lineamenti marcati, occhi e capelli prevalentemente ..scuri …. insomma sono…”animali pericolosi” da abbattere… I bambini curdi poi, per non portarla alla lunga, sono differenti da Aylan Kurdi…nessuno ha …”la maglietta rossa”… e questo ne fa la differenza infatti, i bimbi curdi non attirano l’attenzione del Santo Padre, non ha proferito una sola parola… dei radical chic, dei buonisti, non hanno detto nulla… dell’Onu che non ha posto neanche il problema prima dell’offensiva… l’Unicef che roba è, non è più “per evitare di dare la vita dei bambini”…? E tutti i gloriosi, amorevoli e sensibili capi di governo del mondo occidentale che fine hanno fatto ? E l’unione europea, quella che paga, Erdogan e la Turchia, per bloccare i migranti sul suo confine che hanno detto ? Si magari trieranno fuori un documentino col quale si condanna l’offensiva militare e poi ci si pulisce….la sedia…mettiamola così….. E allora, spiegatemi perché i curdi non hanno diritto allo sdegno internazionale ? Forse perché sono cristiani e quindi possono essere abbattuti ? Vergognati mondo occidentale, hai tradito i tuoi alleati nella guerra contro l’Isis, vergogna Europa che fingi di essere solidale ma lo sei solo con i migranti  ei dollari arabi, vergognati Bergoglio che ti spendi per i migranti musulmani e non dici una parola per i fedeli cristiani vittime delle barbarie turche. A saperlo avrei spedito ai curdi tante magliette rosse …forse così si sarebbero bloccati i turchi… Quanta falsità che c’è nel mondo, pensate…si vuol dare un premio Nobel ad una ragazzina per il niente e si dimenticano le tragedie degli esseri umani…A tutti questi signori dico : andate in Svizzera e fatevi assistere…10102019

 …by…manliominicucci.myblog.it

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Siria: l’Onu, decine migliaia in fuga. Trump: ‘La Turchia rispetti le regole o sarà colpita’

Erdogan minaccia l’Ue: ‘Se ostacoleranno l’operazione militare manderemo profughi’

epaselect epa07910202 Kurdish families flee their home towns Ras al-Ein due to the Turkish offensive in northern Syria, 10 October 2019. Turkey has launched an offensive targeting Kurdish forces in north-eastern Syria, days after the US withdrew troops from the area.  EPA/STRINGER

Redazione ANSA

10 ottobre 201917:00NEWS

Con l’escalation del conflitto in Siria decine di migliaia di civili sono in fuga dalle zone di combattimento. Si legge in una nota dell’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che chiede alle parti di rispettare il diritto internazionale umanitario. “I civili e le infrastrutture civili non devono essere un obiettivo” raccomanda l’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati Filippo Grandi.

“Seguo la situazione da vicino. E se non agirà secondo le regole la Turchia sarà colpita molto duramente finanziariamente e con delle sanzioni”: così Donald Trump su Twitter torna a lanciare un avvertimento ad Ankara impegnata nell’offensiva contro i curdi nel nord della Siria.

Almeno due civili, di cui uno è un bimbo rifugiato siriano di 9 mesi, sono rimasti uccisi nelle provincia frontaliera turca di Sanliurfa da razzi e colpi di mortaio sparati dalle zone sotto controllo curdo nel nord della Siria, in risposta all’offensiva militare lanciata ieri da Ankara. Il totale dei feriti per questi attacchi è inoltre salito ad almeno 46. Lo rende noto la prefettura locale.

Erdogan minaccia l’Unionee Europea mentre proseguono i bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione turca contro obiettivi curdi nel nord-est della Siria. Il presidente turco annuncia di aver ucciso ‘109 terroristi’ e avverte l’ Ue: se ostacoleranno l’operazione militare, Ankara aprirà le porte a 3,6 milioni di rifugiati, mandandoli in Europa.

Anche la Russia è intervenuta. Secondo Mosca, l’operazione militare è il risultato delle azioni degli Stati Uniti in quell’area. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato da Interfax, sottolineando che la Russia promuoverà il dialogo “tra Damasco e Ankara”.

L’attesa oggi è per la riunione del consiglio di sicurezza Onu mentre si registrano le condanne dell’attacco da parte di Iran e Israele.

Sul terreno ancora attacchi turchi nel nord-est siriano a ridosso della frontiera, ma anche sul nord dell’Iraq, per impedire al Pkk curdo di intervenire in soccorso della zona di conflitto. Conquistati i primi due villaggi. Ankara nega di aver colpito civili, i curdi l’accusano di aver bombardato una prigione in cui sono detenuti miliziani Isis, con lo scopo di favorirne la fuga. Altri raid si segnalano sull’area di Ras al Ayn, l’altro punto d’accesso dell’offensiva di Ankara, distante circa 120 km da Tal Abyad.

“Nella pianificazione ed esecuzione dell’operazione Fonte di pace vengono presi di mira solo rifugi, ripari, postazioni, armi, mezzi ed equipaggiamenti che appartengono a terroristi del Pkk/Pyd-Ypg e di Daesh (Isis)”. Lo scrive in una nota il ministero della Difesa di Ankara, respingendo così le denunce delle Forze democratiche siriane a guida curda di aver colpito “civili”, uccidendone almeno 8.

A meno di 24 ore dall’inizio dell’operazione militare contro le milizie curde nel nord-est della Siria, è scattata in Turchia la repressione interna contro i commenti ostili all’offensiva. La procura della capitale Ankara ha aperto stamani un’inchiesta per “propaganda terroristica” nei confronti dei co-leader del filo-curdo Hdp, terza forza nel Parlamento turco, i deputati Sezai Temelli e Pervin Buldan. Almeno altre 78 persone sono indagate per i loro post sui social media.

La Turchia ha bombardato la scorsa notte una prigione in cui sono detenuti miliziani dell’Isis “di oltre 60 Paesi” durante i suoi attacchi nel nord-est della Siria. Lo denunciano le Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda, secondo cui si tratta di “un chiaro tentativo” di favorire la fuga dei jihadisti.

Cinque soldati turchi sono stati uccisi nelle ultime ore in scontri con le forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. Lo affermano le forze curdo-siriane citate dalla tv panaraba al Arabiya. Le stesse forze curde affermano di essere in possesso delle salme dei militari turchi uccisi. Le informazioni non possono essere verificate in maniera indipendente sul terreno.

“Le forze militari turche hanno colpito finora 181 postazioni appartenenti alle organizzazioni terroristiche nel nordest della Siria come parte dell’Operazione Fonte di pace” scattata oggi contro i curdi. Lo annuncia il ministero della Difesa turco, citato dall’agenzia Anadolu, riferendosi alle forze curde che la Turchia giudica appunto “terroristi”.

Iniziativa bipartisan al Senato per imporre sanzioni alla Turchia se non ritira il suo esercito dalla Siria nella sua operazione contro le forze curde. L’obiettivo è imporre all’amministrazione Trump di congelare i beni in Usa dei più alti dirigenti turchi, compreso il presidente Erdogan e i suoi ministri degli esteri, della difesa, delle finanze, del commercio e dell’energia. Le misure punitive colpirebbero anche le entità straniere che vendono armi ad Ankara, come pure il settore energetico turco.

Miliziani affiliati all’Isis hanno attaccato nelle ultime ore forze curdo-siriane nella zona di confine con la Turchia dove è in corso l’offensiva turca. Lo riferiscono fonti curdo-siriane vicine all’amministrazione autonoma curda del nord-est siriano. Secondo le fonti, gli scontri sono in corso a sud di Ras al Ayn. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni provenienti dalle parti coinvolte nel conflitto.
Il regime di Damasco è scosso al suo interno da una serie di ‘epurazioni’ senza precedenti contro influenti imprenditori e uomini d’affari vicini al potere siriano, tra cui lo zio della first lady Asma al Assad. Secondo l’autorevole portale The Syria Report, la Banca Centrale ha congelato i conti di 8 imprenditori tra cui Tarif al Akhras, zio della moglie del presidente. La notizia conferma il ‘terremoto’ in corso negli equilibri del potere politico ed economico nel Paese, che potrebbe avere un impatto sul presidente Assad.

 

…IL CARCIOFO E’…”OSTATIVO” ?

CARCIOFO OSTATIVO

…IL CARCIOFO E’…”OSTATIVO” ?

8 ottobre 2019, la “Grande Chambre” della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu)dice che : “l’ergastolo ostativo viola i diritti umani, “e così nei fatti respinge il ricorso  presentato dall’Italia. La Corte ha infatti affermato che l’ergastolo ostativo è contrario all’art 3 della Convenzione europea per i diritti umani, che vieta i trattamenti e le punizioni “inumane e degradanti”. …Ma quando mai in Italia ? Intanto, in assenza di ricorsi, la sentenza diverrà definitiva in tre mesi. Ora visto che la “mia ignoranza non arriva alla vostra”, cari giudici della corte europea mi spiegate cosa dovremmo fare e come dovremmo comportarci con soggetti condannati all’ergastolo per omicidi inimmaginabili e crudeli nei modi e nei fatti ? Dobbiamo forse portarli in giro per i parchi accompagnandoli mano nella mano, oppure fargli fare la merenda sul prato, magari mentre guardano con tenero amore gli uccelli che sorvolano il “ lago dei cigni ”? E ditemi cari giudici, parliamo ora dello stesso argomento legato però all’altra faccia della medaglia e ditemi la “morte per assassino violento e premeditato è ostativo ?  E vi chiedo anora, è ostativo stare in “cassa da morto per l’eternità”. E ditemi “di grazia”..  le tombe, dei morti ammazzati per mano violenta e senza pietà “sono ostativi pure loro ?  E l’acido in cui sono stati sciolti i corpi dei morti delle vari organizzazioni …“umanitarie”… sono ostativi ? …ecco di cosa  mi piacerebbe parlare con voi “cari giudici”,  raccontarvi del modo in cui hanno perso la vita Giovanni Falcone e compagna e tutta la sua scorta, che ricordo con profondo rispetto, sì…lì a Capaci (PA), ci avevano piazzato 1.000 kg. di tritolo, però a dir il vero non so se era …”tritolo ostativo”.. so solo che quando è saltato in aria lo hanno raccolto col…cucchiaino.. ostentando dolore e commozione sincera. Forse vogliamo raccontare l’attentato esplosivo a Paolo Borsellino sotto casa della madre ? Ebbene parliamone, lì avevano piazzato una quantità di esplosivo tale da far crollare la facciata di un edificio di diversi piani e l’unico problema è stato capire se anche in quell’occasione “l’esplosivo era ostativo”… credetemi, il problema era…solo quello mica le persone che sono stati fatti a pezzi… “Cari giudici della Corte europea, anziché parlare dei carnefici e discutere se l’ergastolo è ostativo o meno, parlateci di come la giustizia europea sostiene le famiglie delle vittime delle cosche malavitose…, parlateci di come affrontare il problema del terrorismo islamico ed ora anche anti semita…e non dovete indignarvi… per qualcosa che sfugge dalla vostra alta visione e presunta logica, perché quella viene esternata da una posizione privilegiata…comoda e sicura nella propria poltrona…ma lontano dalla realtà…In ultimo…ma è ostativo salutarvi ? …Meglio non farlo ed allora non vi saluto neanche…perché, secondo me, non lo meritate anzi, vi do un consiglio, andate a raccoglier carciofi…siamo quasi nel periodo giusto… 10102019

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Per l’Europa l’ergastolo ostativo italiano è una “punizione inumana”. Ecco cosa prevede

Foto: Cella di un carcere 

CARCIOFO OSTATIVO

Maurizio Tortorella

– 9 ottobre 2019

La Corte europea dei diritti umani ha chiesto oggi all’Italia di rivedere le sue norme in materia di ergastolo ostativo. La Corte ha infatti affermato che l’ergastolo ostativo è contrario all’art 3 della Convenzione europea per i diritti umani, che vieta i trattamenti e le punizioni inumane e degradanti. In assenza di ricorsi, la sentenza diverrà definitiva in tre mesi.

Per ergastolo ostativo s’intende la pena che prevede la reclusione a vita: il cosiddetto “fine pena mai”. In base alla legge italiana, anche chi viene condannato all’ergastolo ha diritto ad alcuni benefici (come la semilibertà) e può usufruire di permessi-premio; dopo 26 anni di carcere, inoltre, al condannato all’ergastolo può essere concessa la libertà condizionale se, durante la detenzione, ha tenuto una buona condotta e un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento.

L’ergastolo ostativo è l’eccezione alla regola, in quanto non permette di concedere al condannato alcun tipo di beneficio o di premio. Per questo l’ergastolo ostativo viene inflitto a soggetti altamente pericolosi che hanno commesso determinati delitti: per esempio il sequestro di persona a scopo di estorsione oppure l’associazione di tipo mafioso. Per loro esiste soltanto il “fine pena mai”: tra gli ultimi casi si ricorda quello del boss mafioso Bernardo Provenzano, morto in carcere nel luglio 2016 dopo lunghissima malattia.

La decisione di Strasburgo riguarda in particolare il caso di Marcello Viola, un condannato per associazione mafiosa, per omicidi e per rapimenti, che era stato condannato all’ergastolo ostativo all’inizio degli anni Novanta, al quale ora il governo italiano deve versare 6mila euro per i costi legali.
Nella sentenza i giudici di Strasburgo evidenziano che “la mancanza di collaborazione è equiparata a una presunzione irrefutabile di pericolosità per la società” e questo principio fa si che i tribunali nazionali non prendano in considerazione o rifiutino le richieste dei condannati all’ergastolo ostativo. La Corte osserva che se “la collaborazione con la giustizia può offrire ai condannati all’ergastolo ostativo una strada per ottenere questi benefici”, questa “strada” è però troppo stretta.

Nella sentenza si osserva che la scelta di collaborare non è sempre “libera”, perché per esempio certi condannati hanno paura che questo metta in pericolo i loro familiari. I giudici di Strasburgo scrivono anche che “non si può presumere che ogni collaborazione con la giustizia implichi un vero pentimento e sia accompagnata dalla decisione di tagliare ogni legame con le associazioni per delinquere”.
La Corte non nega la gravità dei reati commessi da Marcello Viola, ma critica il fatto che l’uomo, soltanto perché non ha collaborato con la giustizia, si sia visto rifiutare le richieste di uscita dal carcere, nonostante molti rapporti indicassero la sua buona condotta e un cambiamento positivo della sua personalità.

Nella sentenza si afferma che privare un condannato di qualsiasi possibilità di riabilitazione e quindi della speranza di poter un giorno uscire dal carcere viola il principio base su cui si fonda la convenzione europea dei diritti umani, il rispetto della dignità umana.
Come tutte le sentenze della Corte europea, anche questa farà giurisprudenza e avrà effetti più ampi: potrà essere applicata nei confronti di chiunque si trovi a scontare una pena di quel genere.

L’ergastolo nell’ordinamento italiano è regolato dall’articolo 17 e seguenti del Codice penale. L’articolo 22 dice che “la pena dell’ergastolo è perpetua, ed è scontata in uno degli stabilimenti a ciò destinati, con l’obbligo del lavoro e con l’isolamento notturno”.

L’associazione Nessuno tocchi Caino, da anni impegnata con il Partito radicale per l’abolizione dell’ergastolo ostativo, sostiene che la sentenza della Corte europea è “un pronunciamento storico”. Con questa sentenza la Corte di Strasburgo di fatto “svuota” l’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede uno sbarramento automatico ai benefici penitenziari, alle misure alternative al carcere e alla liberazione condizionale in assenza di collaborazione con la giustizia. La Corte fa cadere la collaborazione con la giustizia come unico criterio di valutazione del ravvedimento del detenuto.

La Corte considera inoltre questo un problema strutturale dell’ordinamento italiano e chiede che si metta mano alla legislazione in materia.
Per Sergio d’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, “Il successo a Strasburgo è il preludio di quel che deve succedere alla Corte costituzionale italiana, che il 22 ottobre discuterà sulla costituzionalità dell’ergastolo ostativo a partire dal caso Cannizzaro, nel quale Nessuno tocchi Caino è stato ammesso come parte interveniente. Il pensiero non può che andare a Marco Pannella”.

 

IL SILENZIO…E’ D’ORO..!

limburg

IL SILENZIO…E’ D’ORO..!

Negli ambienti criminosi ed in particolare in quelli mafiosi va sempre di …moda ed è il termine più usato, a volte, bisogna dirlo, spesso e volentieri viene utilizzato anche da gente semplice e che nulla ha a che fare con la mafia ma, impropriamente, lo utilizza come chiaro ed inequivocabile messaggio omertoso quando si vuol tacere su argomenti o fatti personali, …sì è lui,  il fatidico : “ muto “. E’ sicuramente utilizzato spesso nel nostro linguaggio comune ma da un po’ di tempo, consto che il termine viene usato ricorrentemente dagli altri paesi di lingua diversa, mi riferisco ai francesi, agli svedesi e in particolar modo alla lingua tedesca. E’ davvero curioso che il “muto” sia diventato di comune dominio e integrato in quella che viene definita oggi l’informazione dei media, un’informazione plasmata ad immagine e somiglianza dei governi del momento. Sì, senza girarci intorno mi riferisco ai tanti attentati terroristici, di matrice islamica, in giro per l’Europa, attentati che si perpetrano a danno di innocenti perché alcuni perfetti idioti di sinistre ideologie, hanno pensato bene di modificare le radici dell’Europa nel suo insieme sociale, e lo hanno fatto senza rendersi conto se l’operazione aveva determinati criteri di sostenibilità ed accettabilità nelle convivenze tra gente di varie convinzioni religiose. Andiamo al punto che non si vuol proprio intendere e torniamo indietro nel 2011, alle famose primavere arabe, dove gli stati europei, Francia e Gb in primis, con la scusa di portare la democrazia in Africa han fatto guerra ai mussulmani stessi, prima in Libia poi in Siria…il curioso è che nessuno si è posto la più semplice delle domande: ma i mussulmani la volevano la democrazia ? Per noi occidentali è incomprensibile una roba del genere ma non per loro che nei fatti non la vogliono neanche a pagarli, sono felici così… hanno le loro leggi coraniche, possono avere quattro mogli e figliano in quantità industriale, vivono bene secondo quel “modus vivendi” e non intendono modificarlo e in più…cosa fondamentale…quando emigrano si portano dietro il bravo e solito bagaglio culturale islamico che puntualmente mettono in pratica. Ovvio che cacciare l’infedele dalle nuove ma proprie terre è il compito del bravo islamico e loro ci provano in tutti i modi e la cosa più irritante e ridicola…è che gli attentati terroristici vengono puntualmente coperti per paura di riceverne altri, quindi ..”tutti muti”…quando si registra l’ennesimo attentato e cosa prioritaria è sviare l’opinione pubblica dal vero problema del terrorismo islamico. Attenzione…quelli non sono terroristi, sbagliato definirli terroristi, sono solo gente che mette in pratica gli insegnamenti coranici e cioè, l’infedele deve stare lontano dai fedeli, quindi “cari signori muti” tedeschi, svedesi e francesi, preparate le valigie ed emigrate altrove, perché quelle terre ora…adesso…appartengono ai mussulmani e lì ci vorranno costruire moschee e scuole coraniche e chi si mette di mezzo verrà schiacciato.. sotto le ruote dei camion… Non vi piace la mia analisi ? Bene…fatevela piacere e aprite gli occhi perché di questo attentato, oltre me, non ne ha parlato nessun TG…perché in loro il mutismo è silente… e tanti si sorprenderanno nel leggermi perché ignari di tutto ciò.. Povera Oriana Fallaci… 10102019

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Germania, immigrato travolge 8 auto con un camion: “E …

limburg

Roma, 8 ott – Un camion guidato da un 30enne siriano ha travolto 8 auto a Limburg, in Germania. Nove persone sono rimaste ferite e la polizia ha arrestato il conducente che risulta già noto alle autorità tedesche. E’ successo ieri nella città del land occidentale dell’Assia, a circa un’ora di macchina da Francoforte. Il tir, stando a quanto ricostruito subito dagli investigatori, è stato rubato sempre ieri intorno alle 17 nelle vicinanza del luogo in cui è avvenuto “l’incidente”.

La polizia non si è ancora sbilanciata, ma stando a quanto riferito dalla televisione pubblica ZDF, che ha citato le autorità di sicurezza, si tratterebbe di un attacco terroristico. Tra i feriti vi sarebbe anche il conducente del camion ma secondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung nessuno sarebbe grave. Il luogo in cui è avvenuto lo scontro è stato immediatamente isolato dalla polizia che ha impiegato molti uomini e mezzi, compreso un elicottero, per setacciare l’area.

Il 30enne siriano sarebbe arrivato in Germania nel novembre del 2015, ma dal primo ottobre di quest’anno non era più in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Secondo quanto riferito da alcuni media tedeschi, l’uomo aveva tra l’altro precedenti in Germania per aggressione, reati di droga e taccheggio. L’immigrato, che è stato arrestato, in base a quanto raccontato da alcuni testimoni, avrebbe gridato più volte ‘Allah’ e dichiarato di chiamarsi Mohammed. Sono dettagli però non ancora confermati dalla polizia e il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ha dichiarato oggi di non poter dire nulla di preciso su quanto accaduto a Limburg.

 

I MISTERI NASCOSTI DI…RIACE…

bronzi di Riace

I MISTERI NASCOSTI DI…RIACE…

“Le Iene”, non gli animali della savana…ma quelli della famosa trasmissione televisiva di Italia 1, si parliamo dei contenuti della loro puntata del 3 ottobre u.s., con un servizio mirato e accorto  ci hanno  riportato indietro nell’Agosto del  1972 con una nuova inchiesta sul male affare, tutto italiano, una storia che si gioca a danno dei calabresi e soprattutto alla cultura italiana. In quel tempo, nel mar Ionio, presso la località Porto Forticchio, proprio di fronte alle coste calabresi prospiciente la cittadina di Riace Marina furono rinvenute, nel fondo marino da un sub romano, due statue dell’epoca greca, almeno lo si presume dall’analisi degli esperti e dai ..”pochi reperti”.. archeologici rinvenuti nelle vicinanze, un ritrovamento epocale che ha portato gloria e soldi al sub che le individuò e che ha proiettato il museo della città di Reggio Calabria, destinazione finale e che a tutt’oggi li ospita, in quello che è oggi il vanto dell’archeologica del passato nel presente, infatti la Calabria era una delle tante  colonie greche del sud Italia , le statue, vere opere d’arte, oggi sono ambite da tutti i musei esteri. Infatti, le due statue negli ultimi anni hanno viaggiato tanto all’estero proprio per essere mostrate al pubblico locale e ritengo che siano anche iniziative lodevoli, perché la cultura appartiene all’umanità tutta e non a poche persone che dall’alto dei loro vizi e capricci pretendono di averne l’assoluta esclusività. Già, perché nella vicenda delle due statue i conti e i numeri non quadrano, curiosamente le testimonianze dei pescatori, residenti della zona, cozzano con quelle dello scopritore ufficiale del sub, tale Stefano Mariottini di Roma, che pare, secondo le affermazioni di alcuni ragazzi, non essere stato lui il vero scopritore delle statue ma il merito, dovrebbe andare ai quattro ragazzi, che pare, siano stati proprio loro ad averle individuate per primi. Ma non è tutto, perché dalle narrazioni ascoltate, sempre dai pescatori locali, sembrerebbe, uso il condizionale, che ci fossero altre statue oltre le due famose recuperate e in aggiunta, non si riscontrano …perché mancano, diversi elementi di corredo delle statue stesse, reperti abilmente e segretamente alienati a favore di …..e già…di chi ? E’ ovvio che qui i conti non tornano dai racconti ascoltati, com’è anche strano ed anomalo che il sub romano sia così “sensibile” a certe argomentazioni, anzi dovrebbe collaborare al fine di far trionfare la verità ma si rifiuta e si indispettisce a tal punto da far nascere il sospetto che forse… la verità non la vuole …perché sgradita, almeno cosi la pensano in tanti, compreso il primo cittadino di Reggio Calabria che ora pretende di saperne di più e alla… svelta. Ci risiamo, nel nostro paese non c’è più nulla di immacolato e sano, ora si scopre che oltre i terribili e dannosi “tombaroli” anche l’archeologia di livello è pane per i criminali. Che pena questo nostro paese, dove metti le mani c’è sempre qualcosa di sporco e dove guardi c’è sempre qualcosa d’invisibile…va ben così, attendiamo l’esito delle indagini e servizi di approfondimenti vari mentre a me, non resta altro che portare all’attenzione dei cittadini che non sanno o non hanno visto la puntata l’ennesimo schifo tricolore. 08102019

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bronzi di Riace

IL MISTERO DI RIACE…ALTRO CHE BRONZI !

Bronzi di Riace: è stato rubato qualcosa prima o dopo la scoperta? | VIDEO

Affrontiamo uno dei più famosi gialli della storia dell’archeologia del Novecento con l’inchiesta di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti: il ritrovamento dei Bronzi di Riace. Le due statue, ammirate dai turisti di tutto il mondo, sono davvero le uniche bellezze che si trovavano sul fondo del mare al momento della scoperta?

Chi ha scoperto davvero i Bronzi di Riace, il più grande ritrovamento archeologico di tutti i tempi? Stefano Mariottini, il sub romano che ha riscosso il premio per il rinvenimento, pari a 125 milioni di lire, o i 4 ragazzi calabresi che avevano tra i 12 e i 16 anni e che ritengono di aver denunciato la scoperta per primi?

È vero, come raccontano ancora oggi, che c’erano delle persone che stavano provando a portar via qualcosa dal fondo del mare di molto pesante tanto da fondere il motore di un’imbarcazione?

Dove sono finiti la lancia, lo scudo, l’elmo e il terzo bronzo che sembra descritto nella denuncia di ritrovamento firmata dallo scopritore ufficiale Stefano Mariottini?

E perché mai quando il nostro Antonino Monteleone lo raggiunge per chiedergli il perché di tante contraddizioni nei documenti ufficiali, tra quanto era stato denunciato e quanto poi è stato effettivamente recuperato, il nostro inviato viene accolto con insulti minacce e botte? Tutto questo e altro ancora cercano di scoprire Marco Occhipinti e Antonino Monteleone in questa loro inchiesta alla ricerca dell’arte perduta.

Il 16 agosto del 1972 un sub romano di nome Stefano Mariottini fa una meravigliosa scoperta: il ritrovamento dei Bronzi di Riace. Per questo incassa il premio del ritrovamento di 125 milioni di lire. Anche se c’è chi sostiene che non fu il sub romano a scoprire quel tesoro, ma quattro ragazzi del posto. La questione è arrivata in un Tribunale, che ha stabilito il primato del sub romano.

La paternità del ritrovamento non è l’unica controversia che si è sollevata attorno alla scoperta dei due Bronzi attualmente esposti al Museo Archeologico di Reggio Calabria. Nell’inchiesta di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti approfondiamo infatti anche un’altra questione. Alcuni sostengono che quei due splendidi bronzi, raffiguranti guerrieri greci e realizzati nel V secolo avanti Cristo, non siano proprio tutto ciò che sarebbe stato recuperato in quel lontano 1972.

“Nessuno mai aveva visto quei documenti”, dice Giuseppe Braghò, studioso appassionato di archeologia che ha dedicato gran parte della sua vita a raccontare una storia dei bronzi di Riace diversa da quella ufficiale. Lo studioso si riferisce ai documenti sul ritrovamento dei Bronzi. “Il signor Mariottini, parlando di una delle due statue dice: ‘Al braccio sinistro presenta uno scudo”, racconta Braghò. “Chiunque capisce che questa statua, da lui scoperta, al braccio sinistro presentava uno scudo”. Di questo scudo, però, non c’è alcuna traccia. E non ci sono tracce neanche di un’altra parte dell’armatura: l’elmo, elemento di cui parla l’ispettore ministeriale Pietro Giovanni Guzzo nella sua relazione. Nella denuncia, inoltre, Mariottini parla di un “gruppo di statue”, espressione non usuale per chi vuole indicare la presenza di due sole statue.

E non è finita qui: la prima statua, per come è descritta dal sub nella sua denuncia di rinvenimento, sembra molto diversa per posizione di gambe e braccia rispetto ai due Bronzi che tutti conosciamo. “Mariottini mente!”, dice Braghò ad Antonino Monteleone. “Perché descrive una statua che lì non c’è”.

Così Monteleone va a parlare direttamente con chi ha scritto di suo pugno quel primo documento: Stefano Mariottini. Ma lo scopritore dei Bronzi non ci accoglie molto bene: “Ho evitato qualsiasi confronto richiesto e qualsiasi intervista sull’argomento”. Quando un altro uomo si avvicina chiedendo a Mariottini se lo stiamo infastidendo, scoppia il putiferio. “Vi ammazzo tutti quanti”, dice quest’uomo avvicinandosi in maniera minacciosa alla Iena. Perché se uno prova a fare qualche domanda a chi ha fatto quella clamorosa scoperta viene accolto così?

Alla fine di un’accesissima discussione in cui intervengono altre persone, proviamo a riprendere il discorso. E uno dei presenti si lascia sfuggire qualcosa: “Alla fin fine il discorso è questo: i bronzi ha detto che li ha trovati lui, i soldi se li è presi lui, che cazzo devi fare di più? Però c’erano lance e scudo.” Alla domanda della Iena su chi possa essersi presi questi reperti, risponde: “C’era altra gente prima di lui”. “Lui è stato furbo quel giorno, ha sfruttato la situazione, questo è culo!”. Insomma, anche i pescatori del luogo sanno la storia della lancia e lo scudo, ma più che essere indignati sembrano provar invidia per chi si è aggiudicato il premio e per chi eventualmente si è portato a casa quei preziosissimi reperti.

Antonino Monteleone e Marco Occhipinti stanno provando a raccogliere delle testimonianze inedite sul campo per risolvere questo mistero, perché se davvero ci fossero alcuni pezzi dei Bronzi mai denunciati alle autorità si potrebbero riportare a casa, al museo di Reggio Calabria. Chi sa qualcosa su questo giallo parli e non esiti a contattarci, anche perché i Bronzi di Riace sono di tutti i calabresi, sono di tutti gli italiani.