PATRIA… ONORE …FAMIGLIA …

PATRIA… ONORE …FAMIGLIA …

Magari a leggerle qualche giovane dirà : ma che è sta roba ? Già, e non avrebbe neanche tutti i torti a dirlo, infatti oggi la società è compressa da stereotipi che vanno esattamente nella direzione opposta alla mia generazione e a quelle precedenti.  Siamo giunti in un tempo in cui non esistono più i valori della patria, dell’onore e della famiglia intesa come tale e non come  un qualcosa di artificioso per confondere le menti della gente, oggi la gente giovane pensa al divertimento, droga, alcol, viaggi e libertà assoluta, senza avere più punti di riferimento, doveri ed obblighi… e questo è un serio problema perché non riescono a comprendere il vero significato di detti argomenti…per loro sono ridicoli… Eppure non sono passati secoli dal 1980/90,  decennio di transizione alla nuova epoca,  solo pochi decenni, ma nei fatti sembrano essere trascorsi mille anni. Per tanti italiani, prima di quella data, la patria e la famiglia erano sacre e inviolabili, in quanto alla cittadinanza italiana chi la riceveva, con sacrificio e merito,  si considerava un “fortunato ed onorato” ad averla ricevuta. La mia cittadinanza e quella di tanti italiani la si è ricevuta per diritto di nascita e perché figlio di italiani, ottenuta per  un “diritto acquisito”, non è che noi si sia fatto qualcosa o lavorato per ottenerla in tenera età, ma sia ben chiaro che la si è acquisita per “diritto ereditario” dai nostri padri, nonni e trisavoli, non dimenticando che tanti di loro sono morti o hanno ricevuto ferite nelle ultime due guerre mondiali e tutto per amore della patria e per dare un futuro onorevole ai loro discendenti. Con la cittadinanza  si acquisisce anche il diritto a diventare un cittadino del paese italico, questo, mi pregio segnalarlo, non è solo una questione italica ma è consuetudine in tutto il mondo e non è un semplice documento di carta ma è qualcosa di più…tanto di più. La cittadinanza, tanto ambita dagli immigrati e svalutata incredibilmente oggi dagli italiani cos’è realmente diventata in definitiva ? Per alcuni individui,  di poco onore e molto interesse danaroso, è un sistema delinquenziale, criminoso per far soldi,  per tanti clandestini e delinquenti senza scrupoli che arrivano da noi rappresenta un’opportunità da cogliere al volo e… gratuitamente, mentre per altri immigrati, bravi e meritevoli, è l’inizio del sogno di una vita migliore che si materializza con la ricezione del documento d’identità.  Quindi, dopo la mia breve analisi, ci si rende conto che la cittadinanza non è qualcosa di semplicistico ma rappresenta l’amore per un paese, le sue tradizioni, le sue radici, la sua storia e le sue abitudini alimentari che purtroppo, sono e vengono ripetutamente rifiutate ed offese dai migranti che vorrebbero diventare cittadini “del mio e nostro stato italiano”.  Scontato l’opportunismo dei migranti che intendono abbattere il nostro stato, mi chiedo : è perché mai la maggior parte dei politici italiani di sinistra sono propensi a concederla a tutti ? Qual è il loro tornaconto ? Perché la chiesa cattolica romana, nelle parole,  incita il popolo  cristiano contro il governo affinché conceda la cittadinanza italiana agli immigrati ? Perché, allora  non concede quella vaticana ? Questi sono i quesiti da affrontare ma che nessuno vuol porsi, forse…perché evidentemente non fa comodo parlarne seriamente, ma come spot …credo vadano bene…forse. Nel link postato, emerge una triste verità più che un desiderio di solidarietà, voler concedere la cittadinanza in modo truffaldino agli immigrati che non ne hanno il diritto è un insulto allo stato, infatti, pensare che al vertice del sistema ci sia una dipendente del Dipartimento libertà civili ed immigrazione, è qualcosa di allucinante..23052019

…by…manliominicucci.myblog.it

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Cittadinanza italiana “facile”, 1500 pratiche nel mirino

20 maggio 2019

 

Una manifestazione a sostegno dell'approvazione della legge per la cittadinanza, il 28 febbraio 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Oltre 1500 pratiche sospette per far ottenere la cittadinanza italiana, contabilizzate da un sodalizio criminale in veri e propri “libri mastri”; 6 provvedimenti di custodia cautelare in carcere disposti dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma e 19 perquisizioni, nei confronti di 19 indagati: una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dagli investigatori del Servizio Polizia Postale, ha smantellato una organizzazione dedita alla corruzione per il rilascio della cittadinanza italiana. Sono stati firmati i primi primi decreti di revoca dello status di cittadino italiano da parte del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno, per i cittadini stranieri che avevano fruito del “sistema” criminale per acquisire lo status giuridico pur non avendone i requisiti. Al vertice del sistema c’era una dipendente del Dipartimento libertà civili ed immigrazione, assistente informatico, già condannata in abbreviato a 4 anni ed 8 mesi di reclusione e alla confisca di 49.000 euro.

L’iter investigativo e giudiziale si è concluso di recente con la firma dei primi decreti di revoca dello status di cittadino italiano per i cittadini stranieri che avevano fruito del “sistema” criminale per acquisire lo status giuridico non avendone i requisiti. I destinatari dei provvedimenti sono stati deferiti a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, favoreggiamento, detenzione abusiva di codici di accesso a sistema informatico, accesso abusivo al sistema informatico SICITT del Dipartimento libertà civili ed immigrazione del Ministero dell’Interno, utilizzato per l’istruttoria relativa alle pratiche per la concessione della cittadinanza italiana a firma del Presidente della Repubblica. L’operazione, che prende il nome dal “codice K10” associato in automatico dal sistema informatico SICITT per la gestione delle pratiche per la concessione della cittadinanza italiana, muove dalla denuncia presentata al CNAIPIC dalla Direzione centrale per i diritti civili, del Dipartimento libertà civili ed immigrazione, dopo sospette anomalie informatiche. Le indagini hanno permesso di individuare più gruppi criminali dediti al mercimonio della cittadinanza italiana in grado, grazie alla presenza alla posizione di rilievo della dipendente del Dipartimento, di far superare con il diretto intervento sui sistemi informatici, anche gravi situazioni contrarie alla concessione dello status di cittadino italiano (precedenti penali, reddito insufficiente, mancanza di residenza etc.). La dipendente del Dipartimento libertà civili ed immigrazione al vertice dell’organizzazione, procacciandosi illecitamente le password di accesso dei dirigenti del Dipartimento, dietro cospicuo compenso, sanava con il diretto intervento sul sistema informatico gestionale delle procedure istruttorie anche gravi irregolarità, determinando la positiva conclusione dell’iter per la concessione della cittadinanza italiana. Il sistema criminale, era organizzato secondo un vero e proprio schema “commerciale” multilevel che prevedeva la presenza di diversi “procacciatori di clienti corruttori”, veri e propri “agenti di commercio”, tra i quali “nuovi italiani” di origine egiziana e titolari di agenzie per il disbrigo di pratiche e servizi per cittadini stranieri. Questi soggetti facevano riferimento quindi a dei veri e propri “responsabili”, collettori unici in grado di “attivare” con contatti diretti e riservati la dipendente del Ministero. Tra questi in particolare, emerge la figura di un egiziano, colpito da ordine di custodia cautelare in carcere, esercente un’attività di vendita di frutta presso il cui locale commerciale, come dimostrato dalle videoriprese nel corso di intercettazioni ambientali, aveva sede la vera e propria centrale operativa del gruppo, dove avveniva la raccolta delle “pratiche” e del denaro. Il prezzo della trattazione variava a seconda del livello di problematiche da sanare, fino ad un costo superiore ai mille euro, ripartiti tra i membri del gruppo in base al ruolo ricoperto nell’associazione. La riservatezza delle comunicazioni, soprattutto tra i responsabili dei procacciatori e l’operatrice del Dipartimento, era praticamente assoluta. Utilizzati sistemi di comunicazione cifrati e telefoni esclusivamente dedicati alle attività illecite. Solo le intercettazioni ambientali hanno permesso di documentare il passaggio di denaro e di pratiche, individuate nel gergo utilizzato dagli associati attraverso il codice K10, generato dal sistema SICITT al momento dell’inserimento dell’istanza. Accertate, solo per il periodo al centro dell’indagine, più di cento pratiche irregolarmente istruite in pochi mesi e validate per il successivo inoltro al Presidente della Repubblica, pratiche per le quali è in corso di perfezionamento l’iter di revoca dello status giuridico di cittadino italiano. Le ulteriori verifiche, ed in particolare l’analisi del materiale informatico, hanno infine permesso di risalire ai “libri mastri” ed all’individuazione di ulteriori migliaia di pratiche attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria e dei tecnici del Ministero dell’Interno, per la successiva istruttoria di revoca della cittadinanza. Nel corso delle diverse attività di perquisizione sono stati sequestrati 135.000 euro in contanti provento delle attività di corruzione. Durante le indagini sono stati concordati con il Dipartimento una serie di espedienti dilatori che hanno impedito la conclusione di ulteriori pratiche irregolari. Complessivamente oltre i 12 indagati parti attive nel “sistema” ed il marito della dipendente del Viminale indagato per favoreggiamento, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria altri 7 soggetti per corruzione, tra i quali un avvocato del Foro Romano

 

PATRIA… ONORE …FAMIGLIA …ultima modifica: 2019-05-24T16:19:55+02:00da manlio22ldc
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