21 gennaio 2019

Un cambio totale dunque, dopo sette mesi di posto vacante: Mura, travolto ad agosto dalle polemiche per le sue numerose assenze dalla Camera dettate dalla fitta agenda sportiva attorno al mondo. Le sue affermazioni (“l’attività politica si può svolgere anche su una barca”) e l’idea di essere un testimonial non gli ha fatto conservare il posto guadagnato con oltre 60mila preferenze. Da lì l’espulsione e, a stretto giro, il 4 agosto le dimissioni.

Crollo affluenza, numeri al ribasso. Scarso l’entusiasmo per la domenica alle urne (dalle 7 alle 23) del collegio collegio 1: oltre al capoluogo, Cagliari, erano inclusi Quartu Sant’Elena (la terza città sarda per abitanti), Quartucciu e altri piccoli cinque centri fino alla località turistica Villasimius. In tutto 251mila elettori con un’affluenza bloccata al 15,56 per cento (31mila votanti) solo leggermente tamponata nel capoluogo. Un crollo totale della partecipazione: basti pensare che alle politiche dello scorso marzo nello stesso collegio aveva votato il 67 per cento. Questa è la prima, seppur parziale, delle tappe elettorali – e non è un caso che la Sardegna si sia trasformata in palco da comizio per i big della politica nazionale. In vista tra poco più di un mese, il 24 febbraio, ci sono – separate – le regionali; a nulla è valso il tentativo di accorpamento che avrebbe permesso un risparmio di 2 milioni di euro. E sullo sfondo le europee di maggio.

Il test politico. A spoglio ancora in corso ad annunciare la vittoria per primo su Facebook è il consigliere regionale di Campo Progressista, Francesco Agus. Scrive dalla sede della coalizione dove il vincitore è atteso per la festa, anche dal sindaco e candidato per il centrosinistra Massimo Zedda. Prima degli auguri: “congratulazioni e buon lavoro compagno”, poi la stoccata. Il risultato è: “Uno schiaffo in faccia ai ministri in gita, ai politicanti improvvisati, e ai metodi antidemocratici”.

Il riferimento è all’impegnativa settimana in cui gli avversari di Frailis sono stati sostenuti dai big della politica e del governo. Dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli per il M5s, avversario in questo caso della Lega (alleata per contratto) che puntava alla candidata di centrodestra. Tappe forzate per un viaggio flash (Cagliari, Oristano, Alghero) anche per il leader del Carroccio e ministro dell’Interno Matteo Salvini che aveva gli stessi obiettivi di Silvio Berlusconi anche per le regionali: il candidato centrodestra (Lega- Psd’Az) è il senatore sardo (ma eletto in Lombardia con seggio blindato) Christian Solinas.

La frenata del Movimento 5 stelle. Niente sostegni da Roma invece per il vincitore: la sua corsa per il centrosinistra è iniziata a dicembre con la sigla Progressisti di Sardegna, scritta stampatello rossa e blu: a sostenerlo Pd, Liberi e Uguali, Campo progressista e altri. È lo stesso fronte di Zedda. La distanza tra il candidato 5 stelle, l’ingegnere ambientale Luca Caschili e la candidata del centrodestra Daniela Noli (ex dipendente del gruppo Forza Italia in consiglio regionale) è di poco più di un punto percentuale: 28, 92 contro 27,80. Segue – e di tanto – Enrico Balletto per Casapound  con il 2,81per cento. A pesare per il Movimento oltre alla scarsa affluenza – come sottolineano molti attivisti sui social – sono anche le accuse sulla scarsa trasparenza attorno alle candidature, nonché lo spaesamento dopo l’addio forzato del candidato alle regionali, ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, in seguito alla condanna per abuso d’ufficio.

Alle politiche il M5s aveva registrato il 42,3 per cento ed eletto sedici parlamentari tra Camera e Senato. Ma per i bilanci è presto: lo scrive pure il candidato 5 stelle Caschili che affida a Facebook il suo messaggio, dopo la telefonata di congratulazioni di rito. “Ci sarà tempo per commentare ed analizzare questo esito che offre tanti spunti di riflessione. Da subito però voglio ringraziare tutti gli elettori – scrive – che mi hanno votato e hanno dato fiducia al Movimento 5 Stelle. È stato un mese molto bello e coinvolgente, durante il quale ho potuto toccare con mano l’entusiasmo di tanti cittadini che mi hanno sostenuto. Grazie ancora a tutti”.

Ora la sfida è la presidenza della Regione e il consiglio: il M5s, che punta su Francesco Desogus, ha già raccolto le firme necessarie (unico caso) e correrà in tutte le otto circoscrizioni. Alla scorsa tornata elettorale, nel 2014, a circa un mese dal voto il M5s era rimasto ai blocchi di partenza, di fatto un’incompiuta per problemi sui simboli e lo staff romano. Una partecipazione incompiuta sul fotofinish.