SOLDI ..SOLDI..SOLDI…TANTI SOLDI…
E’ il ritornello di una vecchia canzone di tanti anni fa e un vecchio.. ritornello della mafia dei “colletti bianchi italiani”. Anni fa si coniò questo appellativo per distinguerli dalla mafia siciliana, lo si fece e lo si assimilò in quanto le modalità erano identiche, estorcere denaro per ottenere qualcosa e il tutto servito in “salsa omertosa” come si conviene nella migliore tradizione mafiosa…e poi tutti…”muti”…il silenzio è d’obbligo… e chi non lo rispetta …ne risponde con la vita e …oserei dire con la.. trasmissione…poi vediamo il significato di quel che dico…tra un po’… Qui siamo di fronte a due vergognosi scandali epocali, due magistrati ora a Roma, che beccano fior di quattrini per pilotare i processi, è incredibile che accadano certe cose e impensabile che possano accadere, ma in Italia purtroppo accadono e il perché lo si può immaginare, evidentemente si sentono protetti nel fare queste cose.. sperando che tanti altri processi non abbiano subito la stessa sorte. Soldi, tanti, gioiellini e d altre schifezze varie che servono ai signori, dall’elevato principio di moralità e giustizia, per condurre la vita …”da nababbi” alla faccia dei disabili e pensionati e poveri cittadini…altro che carcere duro ci vorrebbe per questa gente, il 41 bis a vita sarebbe un’ottima soluzione e farli macerare nel loro stesso brodo di malvagità. Io stesso ho sempre sostenuto e scritto che un pubblico dipendente, quando commette crimini di questo genere, dovrebbe scontare un pena doppia rispetto a quella prevista dal codice penale. Secondo, arriviamo ai complici dei “mafiosi bianchi” e cioè parliamo proprio di quelli che dovrebbero denunciare lo scandalo, come faccio io, ed invece tacciano vergognosamente, mi riferisco, ovviamente, sempre al TG3 nazionale del pomeriggio, ebbene, come al solito omette di parlare e trattare argomenti che potrebbero essere lesivi al prestigio della famiglia Renzi e dell’ex ministro Lotti, si…sempre loro, più i giorni passano e più sentiamo parlare di loro sempre per vicende oscure e strane. Ma chi sono in definitiva questi Renzi ? Com’è che quando loro sono coinvolti tutto si mette a tacere neanche fosse la più potente famiglia di narcotrafficanti ? Forse hanno paura di far perdere ancora voti alla sinistra e contestualmente il potere che gli è rimasto nella magistratura ? Il silenzio della… vergogna, però io non ci sto e allora, e purtroppo per loro, lo riporto all’attenzione del popolo italiano senza se e senza ma…fuori le verità…il popolo la pretende…15012019 …manliominicucci.mblog.it
Corruzione, arrestati i magistrati Savasta e Nardi. Misura interdittiva per Dagostino, l’ex socio di Tiziano Renzi
Il giudice del Tribunale di Roma e il suo collega pm nella Capitale sono in carcere con l’accusa di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso per fatti commessi tra il 2014 e il 2018 quando erano in servizio a Trani. La procura di Lecce ha ricostruito i flussi di denaro: Savasta avrebbe intascato quasi mezzo milione di euro, Nardi un qualcosa come 1.300.000 euro. Coinvolto anche l’imprenditore: secondo i magistrati di Lecce, Savasta lo avrebbe favorito evitando di fare “i dovuti approfondimenti sul suo conto” in cambio di denaro
Soldi, diamanti, Rolex, viaggi a Dubai, auto e pure la ristrutturazione di una casa. Per questo i due magistrati Antonio Savasta e Michele Nardi, con l’intermediazione di alcuni avvocati, aggiustavano i processi a carico di facoltosi imprenditori baresi e toscani, tra cui Luigi Dagostino, re degli outlet ed ex socio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli. È il “programma criminoso” emerso dall’inchiesta coordinata dai pm Leonardo Leone de Castris e Roberta Licci che conta in totale18 indagati. I due magistrati sono ora in carcere, arrestati su richiesta della procura di Lecce che ha ricostruito i flussi di denaro: Savasta avrebbe intascato quasi mezzo milione di euro, Nardi un qualcosa come 1.300.000 euro. Associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso sono le accuse di cui rispondono. I fatti contestati vanno dal 2014 al 2018, ma per i pm ce ne sono altri documentati fino a dieci anni fa, ormai prescritti. I due magistrati erano in servizio a Trani in quel periodo. Ora Savasta è giudice del Tribunale di Roma, mentre Nardi è pm a Roma ed in precedenza gip a Trani e magistrato all’ispettorato del ministero della Giustizia. Per loro il gipGiovanni Gallo ha disposto la misura cautelare più restrittiva, per un motivo ben preciso: era in corso un “gravissimo, documentato e attuale rischio di inquinamento probatorio”, ha spiegato il procuratore capo De Castris. Il ruolo di Dagostino – Nell’inchiesta, con un ruolo più marginale, è coinvolto anche l’imprenditore Dagostino, socio di Tiziano Renzi e della moglie nella società Party Srl, chiusa dopo due anni a causa – dissero in una nota i diretti interessati – “di una campagna di stampa avversa”. Dagostino era stato arrestato nel giugno scorso a Firenze e la Procura toscana ha poi trasferito una parte del fascicolo a Lecce, competente sui magistrati del distretto di Corte d’Appello di Bari: l’imprenditore, di origini barlettane, era stato indagato a Trani da Savasta per false fatturazioni relative alle sue imprese.. L’allora pm, secondo l’accusa dei magistrati salentini, lo avrebbe favorito evitando di fare “i dovuti approfondimenti sul suo conto” in cambio di denaro: tangenti, scrive il gip nell’ordinanza, da 20mila e 25mila euro. Per Dagostino, per cui i pm avevano chiesto i domiciliari, è stato disposto il divieto temporaneo di esercizio dell’attività imprenditoriale e di esercizio degli uffici direttivi per un anno.