Archivio mensile: dicembre 2018

DUE PESI E DUE MISURE ..?

DUE PESI E DUE MISURE ..?
Quando nel 1992 venne firmato il trattato di Maastricht per la costruzione della nuova Europa la nostra situazione economica era di per se già drammatica, il debito pubblico italiano nel rapporto P.I.L. “viaggiava al 102%”, un debito che lasciava spazi a margini molto ristretti di operatività in chiave di rapporti paritari con gli altri due colossi europei quali Francia e Germania che lo avevano al 40% . È ovvio che l’Italia avesse bisogno di “un’assistenza particolare” se al trattato sottoscritto si voleva dare la giusta importanza di solidarietà tra stati e uno sviluppo certo. Quello che accade in questi giorni per la nostra manovra economica è incomprensibile però, ora in Europa tutti pronti a difendere la Francia e Macron se vuol sforare la fatidica soglia del 3% di spesa pubblica, sicuramente non per difendere gli interessi del popolo ma quello delle lobby europee, infatti, se lo si ama perché non è stato fatto prima ? Quindi, da ciò deduco che se il popolo zittisce, allora lo si pressa continuamente e lo si schiaffeggia come uno scolaretto indisciplinato, mentre se il popolo mostra i denti per le continue sofferenze e vuole vivere meglio allora tutto cambia e i rigidi parametri possono essere sforati, quindi se in Grecia, Italia, ora si fanno le barricate possiamo essere autorizzati a sforare i parametri imposti ? E poi, si sapeva sin dall’inizio che il nostro debito pubblico era altissimo, perché in ambito nazionale non si sono presi provvedimenti per ridurlo ? Tutto questo dimostra solo una verità, politici ed economisti di tutta Europa non capiscono un tubo, lo dico guardando i risultati economici di tanti paesi dell’Unione Europea e dal modo in cui si è gestito l’industria italiana che di fatto è stata trasferita nelle mani delle potenti lobby europee. Quindi alla Francia è permesso far mangiare il suo popolo mentre all’Italia viene concesso di digiunare almeno cinque volte a settimana, così …giusto per non morire…Ma che roba è questa associazione a delinquere altro che Europa, bisogna subito cancellare il tetto di spesa del 3% e adeguarlo alle necessità dei singoli paesi, hanno creato e fomentato le disparità sociali tra i vari paesi membri, e che schifo è questa unione ! Basta…ma veramente basta, sono con i “GILET GIALLI” , io sto sempre dalla parte del popolo …e i poteri forti e i politici da che parte stanno ? 12122018

…by… manliominicucci.myblog.it

Manovra, pronta la proposta nero su bianco per Bruxelles

Moscovici gela Italia: ‘Non paragonabili alla Francia’

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lasciato Roma alla volta di Bruxelles intorno alle 14 per incontrare il presidente della Commissione Jean Claude Juncker al quale sottoporrà un documento che conterrà tutte le opzioni in merito al tetto deficit-pil. Conte non va su a Bruxelles con una soluzione netta ma con la volontà di trattare. In ambienti della maggioranza e di governo si parla di una forbice che si aggirerebbe tra il 2,2 e il 2%. L’incontro è previsto alle ore 16 al Palais Berlaymont, sede della Commissione europea.

Il governo ha messo a punto una proposta “nero su bianco” sui saldi della manovra da portare oggi pomeriggio a Bruxelles all’incontro tra Conte e Juncker. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Spread Btp crolla su voci di deficit al 2%

Il governo andrà all’incontro con la Commissione europea convinto di avere “buone motivazioni” per trovare un accordo sulla manovra. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi, aggiungendo che la decisione sui saldi di bilancio è stata presa in una riunione prima del consiglio dei ministri, attualmente al momento ancora in corso. Le stesse fonti si definiscono ottimiste sulla validità della proposta italiana.

Sono assolutamente fiducioso che a Bruxelles prevalga il buonsenso. Inizio ad essere stufo di qualcuno che possa sfondare o infrangere i limiti mentre con l’Italia c’è la lente di ingrandimento sullo 0,1. Vogliamo incominciare ad onorare gli impegni presi con gli italiani. Ma se mi dovessi rendere conto di un pregiudizio contro l’Italia mentre per altri si chiudono gli occhi allora la musica cambierà”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in una conferenza stampa a Gerusalemme.

E’ la giornata dell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della commissione Europea jan Claude Juncker. E, sul fronte del dialogo sulla manova all’Itralia arriva un aiuto ‘insperato’, quello della Francia con lo sforamento chiesto da Emmanuel Macron.

Ma dall’Ue arriva subito uno stop. Il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, intervistato dal Parisien,ritiene che un eventuale sforamento, oltre il 3% del rapporto tra deficit e Pil, dopo l’annuncio delle misure del presidente Emmanuel Macron per smorzare la rabbia dei gilet gialli “può essere preso in considerazione”, anche se in modo “limitato, temporaneo ed eccezionale”. Per Moscovici la situazione della Francia non può essere paragonata a quella italiana. Alla domanda di Le Parisien su un trattamento di favore alla Francia rispetto all’Italia sui conti pubblici Moscovici smentisce con forza. “Non c’è nessuna indulgenza, sono le nostre regole, soltanto le nostre regole”, insiste il commissario, aggiungendo: “Soprattutto non facciamo come se ci fosse da una parte una severità eccessiva e dall’altra non so quale lassismo”. Per lui il paragone con l’Italia “è allettante ma sbagliato perché sono due situazione totalmente diverse”. “La Commissione europea sorveglia il debito italiano da tanti anni”, cosa che invece non ha “mai fatto” per la Francia.

Il governo è, intanto, ancora al lavoro sui numeri. Lunedì sera a Palazzo Chigi si è raggiunta un’intesa di massima, tra i rappresentanti dei due partiti, a tagliare il fondo per “quota 100” e reddito di cittadinanza di 3,5 miliardi. Soldi che potrebbero ridurre il deficit al 2,2%, cui si sommerebbe un altro 0,2% di taglio derivante da quasi 2 miliardi di dismissioni immobiliari, magari attraverso Cassa depositi e prestiti, più altre misure di spending review. La Lega preme per rafforzare la Web Tax, su cui M5s frena. E per rafforzare la discesa nel 2020 e nel 2021 c’è anche l’idea di far scattare del tutto gli aumenti Iva (ora parzialmente disinnescati), rinviando alla prossima manovra un eventuale blocco. Ma niente viene dato per acquisito. Tant’è che viene subito smentita l’ipotesi avanzata dall’economista vicino alla Lega Alberto Brambilla di avviare la riforma delle pensioni con “quota 104” nel 2019, per poi scendere a “quota 100”.

Resta la tensione nella maggioranza giallo-verde. Anche se il vicepremier Salvini smentisce le voci di voto anticipato. ”Onestamente no. Non ho sentito Di Maio”. Cosi’ il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini ha risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano un commento sulle tensioni con l’alleato di governo in queste ultime ore. ”Rientro a Roma oggi pomeriggio e occuparmi dello 0,1 per cento di deficit e di tutta la discussione italiana lo faro’ da oggi pomeriggio”. Salvini ha poi smentito che la Lega sia tentata dal voto: ”L’ennesima balla giornalistica – ha spiegato. – Non so piu’ in che lingua dirlo”.

Emendamenti in Commissione entro domani alle 14 – E’ stato ufficialmente fissato per domani alle 14 il termine per presentare gli emendamenti alla manovra in Commissione Bilancio del Senato. Lo si apprende dalla stessa Commissione, convocata ininterrottamente da oggi a domenica sera per l’esame della legge di bilancio. L’obiettivo al momento è quello di portare il testo in Aula a Palazzo Madama tra il 18 e il 19 dicembre. I tempi sono però strettamente legati all’andamento della trattativa sui saldi con la Commissione europea.

IL TERRORISMO ALLA PROVA….TV…

IL TERRORISMO ALLA PROVA….TV…
Certo è che abbiamo un servizio mediatico veramente eccezionale, per dire che trattasi di un attentato terroristico hanno atteso oltre un’ora e una volta che i corrispondenti, che sono a Strasburgo, raccontavano con dovizia di particolari la sparatoria si registrava ancora una ridicola cautela nell’affermare che quella sparatoria era il frutto di un’azione terroristica. Come se a capire che chi spara sulla folla e scappa non dimostri già di per sé che non è né un pazzo né un innamorato deluso. È ridicolo come si affrontano certe situazioni, poi che l’atto terroristico sia di matrice ignota lo abbiamo appreso, senza sorprese, tutti dai portavoce ufficiali del governo francese. I morti ora sono quattro e Rai 3, nella persona di Bianca Berlinguer, conferma solo che si tratta di un episodio terroristico di cui si ignora la matrice. Forse è qualche immigrato, pare sia un migrante di “15ma generazione”, che forse non ha un posto di lavoro o una casa per vivere, oppure addirittura non ha soldi per…. mangiare.. Però, a pensarci bene i soldi per le armi e proiettili li ha e quindi questo sposta il tutto verso la solita matrice. Buon Natale, il terrore è tornato, anzi, ad onor di cronaca non è mai andato via, ma noi continuiamo ad essere cauti e chic in queste situazioni. In ultimo, però che coincidenza eccezionale questo atto terroristico in concomitanza di una crisi presidenziale, io non accuso nessuno e non intendo sollevare dubbi o sospetti, ma è molto curioso e strano che si faccia un attentato lontano dalla festività natalizia sapendo a priori di avere poche possibilità di uccidere..strana… coincidenza.. mi raccomando, non pronunciate il termine terrorismo islamico….mi raccomando…11122018… manliominicucci.myblog.it

Strasburgo: spari al mercatino di Natale, almeno 3 morti e 13 feriti

Spari e panico. Tra i feriti anche un italiano. Killer in fuga

La capitale europea del Natale, Strasburgo, piomba nel terrore in una sera di dicembre, quando le luminarie delle feste illuminano all’improvviso una scena di guerra: spari in mezzo alla folla, morti, feriti accasciati nelle strade, persone che fuggono urlando. Sul bilancio delle vittime dell’attentato di martedì sera ancora incertezze, ma secondo le ultime informazioni ci sarebbero almeno tre morti e 13 feriti, tra cui anche un italiano, un giovane giornalista radiofonicoAntonio Megalizzi. Sono gravissime le sue condizioni: è stato ferito alla testa da un proiettile durante l’attentato di Strasburgo. Il connazionale, apprende l’ANSA da fonti qualificate, lotta in queste ore tra la vita e la morte nell’ospedale dove è ricoverato.

Il procuratore di Parigi, Remi Heitz, ha precisato che due persone sono morte, la terza è in stato di morte cerebrale. L’aggressore – ha riferito – ha gridato ‘Allah Akbar’. Quattro persone a lui vicine sono attualmente in stato di fermo.

– I PRIMI SOCCORSI IL VIDEO
– IL PUNTO DELL’INVIATO DELL’ANSA 

Il killer, identificato, era finito già in carcere in passato per aggressione. In seguito era stato segnalato come elemento ‘radicalizzato’ e come minaccia per la sicurezza nazionale. Si chiama Cherif Chekatt, 29 anni, di origini nordafricane ma nato a Strasburgo. Per prenderlo la polizia ha messo in piedi una caccia all’uomo imponente. Blindato il centro storico dove nessuno è stato fatto più entrare, solo uscire. Pattugliate palmo a palmo le strade deserte, anche con un elicottero. Il sindaco della città, Roland Ries, ha subito parlato di un attentato terroristico e ha invitato tutti ad asserragliarsi dentro casa.

Le autorità francesi hanno trovato del materiale esplosivo nell’abitazione dell’attentatore. La scoperta è stata fatta durante una perquisizione dell’abitazione poche ore prima dell’attacco. Le forze dell’ordine, ha detto Morisse senza fornire ulteriori dettagli, erano andate nella casa per arrestare l’uomo.

Da Parigi a Nizza a Berlino, gli attentati più sanguinosi

IL VIDEO la zona dell’attentato

L’uomo è riuscito comunque a scappare allontanandosi dal centro
. Dopo qualche ora lo hanno individuato in un quartiere di periferia, Neudorf, dove in un primo momento sembrava si fosse asserragliato in un immobile. Ma il blitz della polizia è fallito e le ricerche continuano. A quanto pare l’attentatore non avrebbe agito da solo e in centro si continua a cercare anche un secondo sospetto.

A Strasburgo è la settimana più affollata, quella che oltre ai turisti vede arrivare in città tutto il personale del Parlamento europeo per la plenaria mensile. Molti gli eurodeputati, anche italiani, che si sono ritrovati bloccati dentro i ristoranti e i bar. Mentre il Parlamento è stato blindato, su ordine del presidente Antonio Tajani, e tantissime persone sono rimaste chiuse nel palazzo.


Il padre e i due fratelli del presunto killer di Strasburgo sono tra le persone fermate dagli inquirenti francesi. 
Lo riferiscono fonti di polizia citate da Bfm-Tv ch aggiunge che alcuni membri della famiglia sono noti per essere radicalizzati.

Il presunto terrorista potrebbe essere fuggito in Germania subito dopo l’attentato: è quanto trapela da fonti di sicurezza franco-tedesche citate da Bild. Fonti investigative tedesche ritengono plausibile che Cherif Chekatt abbia dei riferimenti a cui appoggiarsi in Germania.

L’unità di crisi della Farnesina ha raccomandato agli italiani subito dopo l’attentato di evitare la zona del centro storico
. In un tweet, si consiglia inoltre ai connazionali di seguire le indicazioni delle autorità locali.


Il Parlamento europeo è stato blindato dopo la sparatoria che si è verificata nel centro storico di Strasburgo

La dinamica dell’attentato – Il killer avrebbe esploso diversi colpi d’arma da fuoco nella rue del Grandes Arcades, vicino alla centralissima Place Kleber, dove si trova il mercatino e si sarebbe poi dato alla fuga in direzione della Grande Rue, dove testimoni avrebbero udito altri spari.

I presenti si sono dati alla fuga tra scene di panico. La polizia ha quindi isolato la zona per un raggio di circa 200 metri attorno alla piazza Gutenberg, il traffico è stato deviato, mentre le ambulanze correvano verso il centro. “Il cuore della democrazia europea colpito dalla follia omicida”, ha commentato a caldo il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici, anche lui a Strasburgo. Un attentato che tuttavia non arriva del tutto come un fulmine a ciel sereno. Già due anni fa, sotto Natale, la polizia francese aveva sventato un possibile attacco terrorista ai mercatini, smantellando una cellula a Marsiglia. Stavolta qualcuno si è riuscito a infilare tra le maglie della sicurezza, e a macchiare di sangue la città-bomboniera dell’Alsazia.

IL PIANTO…RENDE….!

IL PIANTO…RENDE….!
E’ un vecchio detto dei nostri nonni, significa che quando vai ad acquistare qualcosa e lo vuoi ad un prezzo notevolmente ridotto oppure, quando devi avere in cambio dei favori da politici o personaggi influenti, “piangere sulle proprie disgrazie” fisiche o familiari che siano, anche se inesistenti, commuove l’animo di chi ascolta… sino a farlo cedere a generosità immediate, così facendo il “furbo piagnone”… raggiunge il suo obiettivo. Ecco da dove proviene la famosa battuta del “il pianto rende” le cui origini sono tutte nostrane. A quanto pare anche in Francia il pianto ha reso visto le promesse fatte dal presidente Macron per fronteggiare una situazione a dir poco disperata, sì.. infatti, dopo aver tuonato contro la manovra finanziaria italiana ora si ritrova in una situazione peggiore della nostra e non sa a chi santo rivolgersi. Forse se mi avessero ascoltato, tempo addietro, lui e la commissione europea oggi questi problemi non ci sarebbero, certo che l’aumento promesso di € 100,00 fa comodo, ma perché solo a duna determinata categoria di lavoratori e gli altri, e i pensionati ? Ecco, “mi è semblato di… vedere un”…Renzi in Macron, quello dei famosi 80 euro, in due identiche strategie ed identica sarà la sua fine, come quella del suo “comparello toscano”. Macron oramai è finito, e se non vuole aggravare una situazione già pericolosa, deve mollare tutto e mandare il paese ad elezioni anticipate che potrebbero essere accorpate a quelle europee, sarebbe un’ottima soluzione pacifica, che rasserenerebbe gli animi e soprattutto si eviterebbero altri scontri violenti nelle città e soprattutto dei ..feriti o addirittura dei morti, e se questa ipotesi dovesse verificarsi allora è pronta la nuova guerra civile francese del XXI secolo.. Diversamente, non andando in quella direzione per tentare di mantenere la poltrona da presidente della repubblica, si vedrà costretto a cedere ancora e a concedere altri “privilegi al popolo”…(magari e finalmente aggiungo io…). Bene, molto bene, siamo giunti “ai nodi al pettine”, forse ora si comincia a capire che la “ricetta della signora commissione europea” è uno schifo, tagli e povertà producono solo povertà e fame…Contenti tutti ora che l’Europa è nella “merda “.. ? Fatevi avanti con “Più Europa”…e provate a vedere cosa ne pensa il popolo di voi…..viva la Francia ..e soprattutto viva l’Italia…11122018

…by… manliominicucci.myblog.it

 

Gilet gialli: ancora blocchi in Francia

In oltre 21 milioni davanti agli schermi per vedere Macron

(ANSA) – PARIGI, 11 DIC – Continuano i blocchi dei gilet gialli in Francia malgrado gli annunci pronunciati ieri sera dal presidente Emmanuel Macron.
La mobilitazione delle casacche gialle sulle rotatorie e ai pedaggi autostradali è stata riconfermata in diversi dipartimenti ai quattro angoli della République. Intanto, secondo i dati di Médiametrie, sono oltre 21 milioni gli ascoltatori che ieri si sono sintonizzati per assistere agli annunci del presidente, un record rispetto ai suoi precedenti interventi. Ma non tutti si dicono convinti e in molti dipartimenti di Francia la mobilitazione continua anche oggi.

VIRGINIA E NERONE, UNA CITTÀ…..STESSA STORIA .

VIRGINIA E NERONE, UNA CITTÀ…..STESSA STORIA .
Proprio così, due storie, due persone…due comandanti.. ma una sola tragedia, una sindaco di oggi ed un imperatore della Roma imperiale di ieri legati da un cordone ombelicale simile ad una porta aperta della macchina del tempo …un identico e . “caldo…destino” che prosegue nella alla continua e fatalità del fuoco ..”eterno” ..dei roghi ..che si succedono nella Roma di oggi come nella Roma di ieri, che curiosa coincidenza... Il nuovo incendio nella capitale, dopo i diversi bus urbani andati a fuoco, deve far riflettere tutti i cittadini e politici di ogni schieramento, infatti se ci pensate in nessun altra città d’Italia bruciano bus con una facilità del genere o vanno a fuoco ripetutamente negli anni discariche o lo stesso deposito del link, di rifiuti cittadini. Casualità che dovremmo escludere, troppe volte la si è invocata, ovviamente tolti quelli accesi volontariamente e accertati il reato.. Pazienza, però mi piacerebbe pensare che col fuoco … Nerone non centrava niente e sicuramente neanche Virginia avrà delle responsabilità, però il dato di fatto è che i fuochi ci sono, indipendentemente dalla stagione e non sono fuochi di… artificio per la festa patronale o del santo del giorno…no ..no ..sono fuochi pilotati e voluti e che vengono accesi…e per quale motivo non è dato sapere, ma possiamo immaginare quanta difficoltà e prestigio leso crea ad un’amministrazione, specie in un momento in cui l’amministrazione è sotto il tiro di tutti. Noi siamo sempre sospettosi quando si parla di incendi, soprattutto quando sono strani o curiosi. Cara Virginia, un consiglio, tira via tutti i… fiammiferi dal comune e dal consiglio comunale…sai ..non si sa mai…potrebbe andare a fuoco anche l’aula consiliare…ciao … anzi…..”ave o Virginia…” 11122018 


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Incendio Roma: brucia impianto di rifiuti. Procura indaga per disastro colposo

Brucia il Tmb Salario. La struttura, totalmente inagibile, sarà sequestrata. Il custode dell’impianto: ‘Ho sentito uno scoppio’. Appello della Raggi e del ministro dell’Ambiente per evitare l’emergenza rifiuti

Allarme a Roma per il rogo divampato nella notte nell’impianto dell’Ama Tmb Salario per la gestione dei rifiuti. Una densa e alta colonna di fumo si è sollevata sulla zona di via Salaria e l’odore acre del fumo è stato avvertito anche in centro città (video). I vigili del fuoco hanno lavorato ore con diverse squadre per spegnere le fiamme all’interno di un capannone di duemila metri quadrati adibito a deposito rifiuti. La Procura di Roma indaga per disastro colposo in relazione all’incendio che ha interessato il Tmb Salario. I magistrati di piazzale Clodio attendono le informative delle forze dell’ordine intervenute dopo la prima segnalazione fatta dai vigilantes che operano presso la struttura e che è giunta intorno alle quattro di questa mattina. Non è escluso che i magistrati possano ipotizzare anche il reato di danneggiamento seguito da incendio. Gli inquirenti procederanno al sequestro parziale della struttura che è comunque totalmente inagibile.

I medici, proteggete i bimbi e i malati

ll Campidoglio ha convocato una cabina di regia sul maxirogo, chiamando a raccolta la Protezione Civile e il dipartimento comunale tutela ambientale che si occupa di qualità dell’aria per monitorare la situazione è prendere i dovuti provvedimenti. “In seguito all’incendio sviluppatosi nell’impianto Tmb Salario, per ragioni precauzionali, in attesa dei dati delle misurazioni dell’aria da parte di Asl e Arpa Lazio, le raccomandazioni sono di chiudere le finestre laddove si percepisce odore, ma soprattutto evitare attività all’aria aperta ed evitare di consumare prodotti colti nell’area circostante all’incendio” dice il Campidoglio in una nota. L’odore di bruciato sprigionato dal maxirogo divampato nella notte nell’impianto per i rifiuti di via Salaria a Roma è stato avvertito anche nel centro della Capitale. Secondo quanto si apprende le prime misurazioni effettuate da Arpa Lazio nelle tre centraline vicine al Tmb Salario non hanno registrato valori fuori norma per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria. E’ quanto emerso dalla cabina di regia convocata dal Campidoglio e in corso al Tmb Salario.

Sulla zona si è sollevata un densa nube di fumo e l’odore acre è stato avvertito in diverse zone della città. “Si sta valutando un’ordinanza della sindaca di chiusura delle scuole nel raggio di 500 metri”. Lo ha detto Giovanni Caudo, presidente del III municipio di Roma all’esterno dell’impianto Tmb Ama di via Salaria.

 

Intanto la sindaca Raggi ha chiesto aiuto per lo smaltimento dei rifiuti. ” Voglio lanciare un appello a tutte le città del Lazio e alle altre Regioni per collaborare in questo momento, soprattutto alla vigilia di Natale, per supportare Ama nel risolvere temporaneamente e nel minor tempo possibile questa situazione”. Lo ha detto la sindaca Virginia Raggi invitando gli altri territori ad aiutare la municipalizzata romana attraverso la ricezione dei rifiuti che venivano trattati nel Tmb Salario. Il problema dunque potrebbe essere la gestione dei rifiuti. Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha precisato: ‘Stiamo lavorando affinché già in serata e alla vigilia del picco natalizio di produzione di rifiuti si sia in grado di risolvere il problema. Comunque il Lazio farà di tutto per aiutare la Capitale”. “In collaborazione con l’amministrazione comunale stiamo ascoltando tutti – ha aggiunto – si tratta di ricollocare un quantitativo molto importante di materiale. Siamo già attivi con le altre regioni e l’impiantistica regionale”

La Procura di Roma ha avviato una indagine in relazione al vasto incendio che sta interessando il Tmb Salario. In base a quanto si apprende il pm Carlo Villani, già titolare di un fascicolo sulla struttura nel quale si ipotizzava il reato di inquinamento ambientale e attività di rifiuti non autorizzata, si è recato per un sopralluogo sul luogo dell’incendio. Al momento, spiega chi indaga, è ancora prematuro stabilire la natura doloso o colposa del rogo. A piazzale Clodio si attendono anche le informative delle forze dell’ordine intervenute. Avrebbe sentito uno scoppio stanotte il custode l’impianto dei rifiuti di via Salaria dov’è divampato il vasto rogo. E’ quanto avrebbe raccontato l’uomo.  “L’impianto Tmb è completamente compromesso. Che il fumo sia tossico è evidente perché brucia spazzatura, olio e plastica, ma i vigili del fuoco ci hanno tranquillizzato sul fatto che si sta dirigendo verso zone non abitate. Quindi al momento non siamo allarmati per questo. Per precauzione però l’asilo vicino al Tmb è stato chiuso”. Lo ha detto il presidente del Municipio III di Roma Giovanni Caudo.

Verdi, 380 incendi in 18 mesi. “L’incendio al Tmb sulla via Salaria non è un caso isolato. E’ frutto di una strategia criminale che dal maggio 2017 ha bruciato ben 380 tra impianti di trattamento rifiuti, discariche, isole ecologiche e aree abusive”. E’ quanto si legge in una nota di Claudia Mannino dell’esecutivo dei Verdi e Guglielmo Calcerano, portavoce Verdi Roma: si tratta di “una mappatura che noi Verdi stiamo aggiornando continuamente. Una azione criminale che non si ferma mai, se è vero che anche ieri a Ferentino (Frosinone) ed Agrigento ci sono stati altri due roghi tossici”.

 

“Il Governo M5S-Lega ha fallito e con lui anche il Ministro dell’Ambiente Costa. Cosa faranno adesso? Pensano di far mandare l’esercito da Salvini? Questo salverà l’ambiente dall’inquinamento? Questo garantirà ai cittadini di non ammalarsi? L’inerzia di questo e dei precedenti Governi è drammatica ed è chiaro che costoro sono responsabili moralmente e materialmente di tutti i danni e delle vittime che si ammaleranno a causa dei roghi”, si legge ancora nella nota. Nel dettaglio, scorrendo la mappa, si notano 145 incendi agli impianti di rifiuti, 46 a compattatori od isole ecologiche, oltre 125 alle aree abusive e, fra gli altri, più di 10 fra impianti di compostaggio ed ecoballe in Campania.

LA RICERCA…..” DELL’INTEGRAZIONE”…!

LA RICERCA…..” DELL’INTEGRAZIONE”…!

Quando poi c’è tempo, spiegatemi com’è che si integrano i … cristiani con i ….musulmani..visto che loro non intendono integrarsi e non vogliono integrarsi con noi “schifosi cristiani”, allora, facciamo al contrario…vediamo se questa idea piace a tanti radical chic e nemici della chiesa e della cristianità. Forse per una sana e riuscita integrazione dobbiamo abolire il presepe, dimenticare il Natale, quello cristiano per intenderci, abbattere le chiese e luoghi di culto cristiani, eliminare i matrimoni secondo l’accordo dei patti lateranensi tra stato e chiesa, il battesimo, la comunione e cresima… e togliamo tutte le nostre sacre icone e ovviamente, togliamo anche “quell’ antipatico crocefisso” che tanto dà fastidio ai nuovi migranti musulmani. C’è ancora una cosa che, forse…dico forse.. , dovremmo fare e cioè eliminare totalmente i nostri cimiteri per via del fatto che siamo impuri e i cadaveri bruciarli così non resta più tracce di impurità. Poi magari copriamo il capo delle nostre donne ed ecco che l’integrazione sarà possibile… finalmente.. perché per quel che vedo in giro, non mi pare che sia possibile attuarla con i mezzi tradizionali. A tanti, ignari delle linee guida del Corano, potrà sembrare ridicolo e divertente ma purtroppo, sottolineo il purtroppo, loro sono così e lo pensano davvero di riuscire a fare tutte le cose descritte. Non vi piace questa prospettiva ? Allora smettetela di fare i falsi buonisti e guardate in faccia la realtà.. questa è la drammatica verità, piaccia o non piaccia…. Lascio a voi ogni riflessione e commento. 11122018

…by… manliominicucci.myblog.it

 

Iran. «Non parlate del Natale»: arrestati oltre 250 cristiani

L’ondata di arresti tra novembre e dicembre è «sconvolgente». La maggior parte dei fedeli è tornata a casa ma ha dovuto firmare una confessione promettendo di non contattare più gruppi religiosi

Le autorità dell’Iran hanno arrestato più di 250 cristiani tra novembre e dicembre. Il regime islamico ha lanciato la campagna di repressione per «avvertire» i fedeli di non fare proselitismo a Natale. Mansour Borji, direttore dell’organizzazione Articolo 18 che si batte per la libertà religiosa, ha definito l’ondata di arresti «sconvolgente».

La maggior parte dei cristiani arrestati «in 11 città» iraniane hanno potuto fare ritorno a casa nel giro di pochi giorni, «perché erano troppi e le autorità non sapevano che cosa farsene». Alcuni però sono ancora in carcere e a tutti sono stati confiscati i telefoni. I fedeli hanno anche dovuto firmare una confessione dettagliando le proprie attività cristiane e promettendo di non entrare più in contatto con altri gruppi religiosi.

IL CASO DI EBRAHIM FIROUZI

Questa settimana è deceduta all’età di 56 anni Kobra Kamrani, madre di Ebrahim Firouzi, giovane cristiano convertito arrestato nel 2013 con l’accusa di «promuovere il sionismo cristiano» e non ancora rilasciato. La donna, malata di cancro, aveva più volte chiesto il rilascio del figlio, invano. Firouzi ha chiesto alle autorità carcerarie di poter partecipare ai funerali della madre, ma gli hanno negato il permesso.

Firouzi, 32 anni, è stato arrestato nel marzo 2013 e condannato a luglio dello stesso anno dalla Corte rivoluzionaria di Robat Karim, vicino a Teheran. I giudici lo hanno accusato di aver tentato di «aprire un sito online cristiano». La condanna, si legge nella sentenza, è avvenuta perché «le attività di evangelismo sono in opposizione al regime della Repubblica islamica dell’Iran».

«SIAMO PERSEGUITATI»

Come riporta World Watch Monitor, Firouzi doveva essere rilasciato nel gennaio 2015 ma a marzo è stato nuovamente processato per «azioni contro la sicurezza nazionale» e condannato ad altri cinque anni di carcere, dove sarebbe stato anche più volte malmenato, da scontare nella prigione Rajaei Shahr della città di Karaj, di fianco alla capitale, nota per ospitare terroristi e criminali pericolosi.

«La Chiesa dell’Iran è perseguitata. Ma non vedo cosa ci sia da stupirsi. Lo siamo sempre stati e una Chiesa senza martiri è come un albero senza frutti», ha dichiarato in un’intervista pochi giorni fa monsignor Ramzi Garmou, arcivescovo di Teheran e presidente della Conferenza episcopale.

LA…. COMMISSIONE È…. D’ORO…?

LA…. COMMISSIONE È…. D’ORO…?

Un po’ come il silenzio, è sempre d’oro… specie poi quando l’argomento trattato riguardano i gettoni di presenza che poi diventano, per magia, stipendi veri e propri ed anche interessanti. Ora non è in  discussione l’importanza o meno delle commissioni consiliari né gli argomenti che vengono trattati nelle vari sedute, sicuramente trattati con doverosa attenzione, ma quando queste commissioni diventano sanguisughe del sistema politico allora queste commissioni non mi stanno più bene, anche perché potrebbero essere tranquillamente eliminate e lasciar discutere di idee e soluzioni ai problemi nell’apposita sala dai consiglieri stessi e non come nel caso della città di Bari dove il consiglio comunale si riunisce una o due volte al mese mentre le commissioni “fanno finta di lavorare” per un mese intero. Il tutto pagato con 72,96 euro lordi a seduta che, sommati in un mese, permettono a ciascun eletto di raggiungere, alla soglia delle 33 presenze mensili, il tetto massimo dell’indennità pari a circa 2395 euro (lordi) per una spesa complessiva nei dieci mesi di “appena 673 mila eurucci”….  Che senso ha avere un consiglio comunale che non si riunisce quasi mai ed avere delle commissioni che si riuniscono per ben 1851 volte nell’arco di dieci mesi del corrente anno ? Sì, vale a dire 185 riunioni al mese che diviso i 24/25 giorni lavorativi  ci danno l’incredibile numero di circa 7/8  riunioni al.. “giorno”. Immagino che queste bravi consiglieri devono “molto essere stanchi e stravolti” dallo svolgimento di ben 185 e passa sedute nell’arco di un mese…cifre da capogiro…Probabilmente il pranzo e cena…lo consumeranno in.. piedi visto che  stanno seduti per tutta la giornata. Però…forse pensandoci bene… dovremmo mandarli in pensione a fine mandato, cinque anni di questo…”duro lavoro”, usurante e faticoso chissà quali danni al “cilebbro” avrà provocato, altro che legge Fornero o “100”.. qui siamo di fronte allo sfruttamento della classe politica comunale e LA7 si permette anche di ironizzare sui costi e sui numeri delle sedute, pazzesco che dopo 1851 sedute si sprechino parole di condanna verso i “consiglieri schiavi” del comune di Bari…. Va bene, tutto è d’oro, il mio link e le mie considerazioni non sono d’oro ma sono di un metallo diverso, si chiama “verità che fa male” ed è odiato da tanti, un metallo che fa molto male è quando colpisce… è più violento del piombo… caldo o dell’oro fuso…Se i conti so ancora farli…forse i bravi consiglieri non arriveranno con le loro commissioni al fatidico numero di 2000..entro il 31 e festeggeranno l’anno nuovo, felici ma “affaticati”. Tantissimi auguri cari consiglieri tutti….e vediamo quanti di voi sarete rieletti alle prossime consultazioni elettorali baresi…. vediamo se anche lì i il voto sarà “ d’oro”..10122018

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Comune di Bari, pioggia di gettoni per le commissioni.

Riunite 1851 volte in dieci mesi. Aumentano i compensi ai consiglieri comunali.Il sindaco Decaro si chiama fuori: «Non decido io le regole, ho detto no ai vitalizi»

Altra storia per la commissione Qualità dei Servizi: deve occuparsi dei servizi erogati dal Comune, come luce, rifiuti, bus e asili, ma un bel giorno decide che è arrivato il momento di parlare del «dilagante fenomeno della prostituzione». Come se fosse un servizio a domanda individuale offerto dall’amministrazione municipale. Questo ed altro sono alcuni spaccati della nuova “Gettonopoli” del Comune di Bari, tornata alla ribalta dopo la puntata di domenica sera di “Non è l’Arena”, il noto programma di approfondimento di La7 condotto da Massimo Giletti. La trasmissione televisiva ha analizzato punto per punto i primi dieci mesi di attività di Palazzo di Città, già finito nell’occhio del ciclone nel 2015 per un caso analogo, quando in appena quattro mesi di euro ne furono spesi ben 300mila euro. Questa volta invece la faccenda sembra diversa: 673mila euro nei primi dieci mesi dell’anno per pagare – il dato più interessante – ben 1851 sedute, le riunioni delle undici commissioni comunali che ogni giorno dal lunedì al venerdì si svolgono tra le stanze di corso Vittorio Emanuele, tenendo impegnati per buona parte della mattinata i consiglieri comunali. Il tutto pagato con 72,96 euro lordi a seduta che, sommati in un mese, permettono a ciascun eletto di raggiungere, alla soglia delle 33 presenze mensili, il tetto massimo dell’indennità pari a circa 2395 euro (lordi).
In altri casi, invece, continuare ad incrementare presenze su presenze può essere utile – – se nella vita professionale si ha un contratto da dipendente pubblico o privato – per i permessi e le assenze giustificate dal lavoro (ovviamente, come prevede la legge, retribuiti e rimborsati dal Comune).

I dati di Bari

E i dati baresi – come ha analizzato la trasmissione di Giletti – fanno impallidire se confrontati con quelli di Bologna, città con un numero di abitanti simile e con l’identico numero di consiglieri e importo del gettone. Nel capoluogo felsineo nei primi dieci mesi dell’anno si sono tenute solo 278 sedute per una spesa di 477mila euro e in presenza di appena otto commissioni consiliari rispetto alle undici baresi. Insomma, un caso che crea un certo imbarazzo e che dà di nuovo fiato alle polemiche. «Chiederò di cambiare lo statuto e il regolamento comunale, si torni alle indennità fisse per evitare questa corsa ai gettoni» tuona la consigliera comunale di centrodestra Irma Melini, ospite della puntata di La7. «Inoltre – dice – chiederò che tutte le commissioni abbiano un ordine del giorno preventivo e che siano trasmesse in diretta streaming». Soluzioni anche care ai consiglieri del M5S. «Già tre anni fa denunciammo questo spreco di denaro avanzando proposte mai ascoltate. Il vero problema sono anche i costi del Comuni per i rimborsi ai lavoratori dipendenti – dice il consigliere grillino Sabino Mangano -. E i nostri grafici elaborati nel 2015 ci dicono che, chissà perché, a fine mese l’affluenza al Comune si riduce. Forse perché il magico numero 33 è stato abbondantemente raggiunto…».

IL DRAMMA DELL’OLIO CHE …AFFONDA…!

IL DRAMMA DELL’OLIO CHE …AFFONDA…!

E’ in atto un dramma epocale, una tragedia inimmaginabile che potrebbe definitivamente affossare l’agricoltura italiana dell’olivo, notizie ci giungono dalla Puglia e più precisamente dal brindisino, lo  Xylella continua ad avanzare come una ruspa tra gli alberi di olivo e se non verrà fermato, tra un paio di anni… tre al massimo, di olio in Puglia se ne parlerà come di una bellissima storia del passato legato alle tradizioni e colori della Puglia di tempi andati, ricordi tratti da un album di raccolta di bellissime foto d’epoca che ritraevano i secolari alberi e i braccianti intenti a raccogliere il prezioso frutto. E sì, perché già quest’anno, 2018, la produzione di olio pugliese è letteralmente crollata in valori espressi in tonnellate da far paura, mai nessuno, e dico mai, avrebbe potuto lontanamente ipotizzare un disastro del genere, infatti sono anni che si corre dietro, inutilmente e senza risultati, a questo maledetto batterio che infetta le piante e lentamente, come un vero e proprio tumore, le secca gradualmente e poi le conduce sino alla morte. Sono anni che assistiamo a “visite specialistiche” di tecnici del settore, agronomi e scienziati d’ogni genere ma che non hanno saputo dare una soluzione definitiva. Ma è mai possibile che nel mondo intero non ci siano soluzioni chimiche o naturali per poter debellare il maledetto ed indesiderato ospite ? Dietro questo disastro annunciato ..rivediamo i vecchi volti della politica passata, e mi chiedo come ma il precedente ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina, non si sia mai occupato seriamente del problema, magari da sottoporlo all’attenzione della commissione europea per l’ovvia soluzione. Come al solito il menefreghismo è sempre presente quando si tratta di occuparsi degli interessi italiani, infatti ad oggi nessuno in Europa si è preoccupato del calo di produzione di olio pugliese…per loro il problema non esiste ed è facilmente risolvibile, basta importare quello tunisino o spagnolo o quello greco di “proprietà germanico” e il problema è bello risolto. E la regione Puglia, oltre che buttar soldi dalle finestre per costruzioni faraoniche di sedi mai realizzate e per premi vari di inutilità sociale che fa ? .. niente…vanno sui terreni degli olivi, due chiacchiere ai politici locali, quattro promesse agli agricoltori e sei cazzate ai vari giornalisti della  TV , per loro il problema finisce lì’. Intanto le nostre piante muoiono, e con loro muore anche l’industria olearia pugliese e nazionale, il lavoro di tanta gente e ovviamente il calo considerevole del P.I.L. meridionale…Grazie a tutti gli attori, nazionali ed europei…. per l’attenzione prestata che avete nel veder morire una parte del patrimonio secolare pugliese.. un grazie di cuore da tutta la Puglia… 08122018

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Xylella avanza verso Nord, è a Fasano

Trovato per la prima volta a Fasano, a 8 km più a nord

(ANSA) – BARI, 8 DIC – Sono state individuate 75 nuove piante di ulivo infette dal batterio della Xylella fastidiosa nei comuni di Fasano (un albero), Ostuni (33), Carovigno (39) e Ceglie Messapica (2). Per la prima volta il batterio è stato trovato a Fasano, alla periferia della frazione di Torre Canne, nella Piana degli ulivi monumentali. Quello di Torre Canne rappresenta il nuovo limite nord della presenza del batterio in Puglia, circa 8 chilometri più a nord rispetto al focolaio più settentrionale individuato col precedente monitoraggio alla periferia di Cisternino. E’ quanto emerge dai primi risultati della nuova campagna di monitoraggio condotta dall’Arif, Agenzia regionali per le attività irrigue e forestali.
Nella Piana degli ulivi monumentali vi sarebbero almeno altri tre focolai nella zona di Cisternino e Ostuni.

HO BISOGNO DI UN OCULISTA..UNO BUONO…!

HO BISOGNO DI UN OCULISTA..UNO BUONO…!
Forse davvero devo aver bisogno di un buon oculista… che mi faccia veder bene le …cose perché a dir la verità, io le vedo in maniera diversa l’andazzo del nostro paese e l’opinione degli italiani in materia di immigrazione a differenza di come le vede il “Censis” a seguito delle sue rilevazioni statistiche socio-economiche del nostro paese e del pensiero degli italiani. Perché dissento da questi rilievi che secondo me non rispondono al vero e danno un’idea errata della realtà, infatti sono convinto che tante persone abbiano timore e vergogna a raccontare le cose con estrema sincerità, vuoi perché dire quel che si pensa davvero a volte può essere deleterio per se stessi oppure magari si ha paura di essere tacciati di razzismo o altro epiteto che potrebbe colpirlo. L’Italia prima del 2000 era, purtroppo dico “era”, un paese felice, laborioso e dove si viveva in armonia e i migranti presenti sul territorio, in gran parte arabi, erano perfettamente integrati nel tessuto sociale e accolti con simpatia. Cos’è accaduto quindi in questi 18 anni che hanno letteralmente modificato l’aspetto interiore del nostro popolo ? E’ successo che la commissione europea non ha saputo gestire la transazione e non ha saputo creare una federazione di stati, stile U.S.A., giusto per intenderci. Quindi ogni paese membro ha tirato l’acqua al proprio mulino fregandosene degli altri e i danni, incalcolabili, si sono visti, suicidi di imprenditori straziati dalle rovine di un’economia disastrosa, povertà dilagante sino ad arrivare a quota sei milioni, una sanità al disastro completo e non più rispettosa dell’esigenze dei malati, le case popolari assegnate secondo criteri sballati ai migranti e famiglie rom, disoccupazione in aumento e quei pochi posti di lavoro disponibili subito assegnati a gente che nulla ha a che fare con il nostro popolo, banche che hanno rubato letteralmente ai risparmiatori con il compiacimento dei governi di sinistra, diritti dei lavoratori ridotti ancora di più sempre con il compiacimenti dei governi di sinistra e sindacati compresi, pensioni da morti di fame, pensioni ai disabili da vergogna e “dulcis in fundo” l’invasione di oltre un milione di immigrati per i quali si spendono annualmente tra i 24/26 miliardi di euro e nulla ricevendo in cambio se non “chiacchiere e distintivo” dalla commissione europea e dai politicanti venduti alle lobby europee. Questo è il quadro reale, qui non c’è nessun “sovranismo o razzismo in atto” o altre balle del genere, la gente vuol tornare a vivere dignitosamente e decorosamente, le statistiche rilevate non sono reali, ma solo ipotesi campate in aria, se non è cosi allora… andrò da un buon oculista…07122018
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Censis: paure e rancore, la società guarda al sovrano autoritario

La fotografia arriva dal 52/o Rapporto

Un sovranismo psichico, prima di quello politico, come risultato della cattiveria che gli italiani provano, per riscattarsi dalla delusione per la mancata ripresa economica, e che spesso rivolgono contro gli stranieri. E’ la diagnosi impietosa della situazione sociale italiana, come risulta dal 52/o rapporto Censis che ha analizzato la società italiana. All’origine del sentimento c’è il cosiddetto ascensore sociale: l’Italia è il paese dell’Unione europea con la più bassa quota di cittadini che dicono di avere un reddito e una capacità di spesa migliori di quelle dei propri genitori: sono il 23% contro una media europea del 30% (i picchi sono in Danimarca a quota 43% e in Svezia al 41). A pensarlo sono soprattutto le persone con un reddito basso, convinte che nulla cambierà nel loro portafogli. La delusione si intreccia con la percezione di essere poco tutelati ‘a casa’: il 63,6% è convinto che nessuno difende i loro interessi e la loro identità e che devono pensarci da soli. “La non sopportazione degli altri sdogana i pregiudizi, anche quelli prima inconfessabili”, sottolinea il capitolo del Censis che fotografa la società italiana.

PERICOLO MIGRANTI – Nel mirino dei ‘cattivi sovranisti’ finiscono soprattutto gli stranieri: il 69,7% degli italiani non vorrebbe i rom come vicini di casa e il 52% è convinto che si fa di più per gli immigrati che per gli italiani. La quota raggiunge il 57% tra le persone più povere. Da qui la conclusione del Censis: “sono i dati di un cattivismo diffuso che erige muri invisibili ma spessi”. I più bersagliati, inoltre, risultano gli extracomunitari: il 63% degli italiani vede in modo negativo l’immigrazione dei Paesi non comunitari contro una media Ue al 52% e il 45% non tollera anche quelli comunitari (in Europa la media è al 29%). I più ostili sono gli italiani più fragili: il 71% di chi ha più di 55 anni e il 78% dei disoccupati, mentre il dato scende al 23% tra gli imprenditori. Ma perché tanta ostilità? gli stranieri tolgono il lavoro agli italiani è la risposta del 58%, per il 63% sono un peso per il welfare mentre il 37% crede che il loro impatto sull’economia sia favorevole.

ONDATA ASTENSIONE – Accanto al fronte immigrazione, si apre quello sul voto: alle ultime elezioni politiche gli astenuti e i votanti scheda bianca o nulla sono stati 13,7 milioni alla Camera e 12,6 al Senato. Una pratica che è schizzata negli ultimi decenni: dal 1968 a oggi l’area del non voto è salita dall’11,3% di 50 anni fa, al 29,4%. Inoltre, il 49% degli italiani crede che gli attuali politici siano tutti uguali, mentre divide il loro uso dei social network: per il 52,9% sono inutili o dannosi, contro il 47,1% ce li apprezza perché eliminano ogni filtro nel rapporto cittadini-leader politici.

MIRAGGIO ITALIEXIT? – Pochissima convinzione anche rispetto all’Unione europea: oggi secondo il Censis, il 43% degli italiani pensa che far parte delle istituzioni europee abbia giovato all’Italia contro una media del 68% nel resto del Vecchio continente. “Siamo all’ultimo posto in Europa, addirittura dietro la Grecia della troika e il Regno Unito della Brexit”, scrive l’istituto di ricerca. Eppure finora gli italiani sono stati tra i più assidui ‘fan’ di Bruxelles e in particolare al voto: nel 2014 l’affluenza alle elezioni europee era al 72%, rispetto al 42,6 della media. A maggio ci sarà un’importante prova per capire se c’è ancora fedeltà.

SI GUARDA AL SOVRANO AUTORITARIO – L’Italia sta andando “da un’economia dei sistema verso un ecosistema degli attori individuali, verso un appiattimento della società”, in cui “ciascuno afferma un proprio paniere di diritti e perde senso qualsiasi mobilitazione sociale”. “Ognuno – si legge nel rapporto – organizza la propria dimensione sociale fuori dagli schemi consolidati” e così “il sistema sociale, attraversato da tensioni, paure, rancore, guarda al sovrano autoritario e chiede stabilità” e “il popolo si ricostituisce nell’idea di una nazione sovrana supponendo” che “le cause dell’ingiustizia e della diseguaglianza sono tutte contenute nella non-sovranità nazionale”. Se “siamo di fronte a una politica dell’annuncio”, a giudizio del Censis “serve una responsabilità politica che non abbia paura della complessità, che non si perda in vincoli di rancore o in ruscelli di paure, ma si misuri con la sfida complessa di governare un complesso ecosistema di attori e processi”.

CHIUSA “CASA DI GESÙ’ CRISTO”…..PER PROTESTA.!

CHIUSA “CASA DI GESÙ’ CRISTO”…..PER PROTESTA.!
San Nicola di Bari, secoli fa, in occasione del giorno della ricorrenza del Santo Natale, ideò, a favore dei bimbi poveri, un’elargizione di doni, col chiaro intento di onorare il ricordo del giorno della nascita di nostro signore Gesù Cristo, il fine era quello di portare dei doni ai bambini indigenti e farli felici proprio in quel giorno, poi col tempo la tradizione dei doni si è allargata anche agli adulti ed è arrivata sino ai giorni nostri. Una piacevole e bella tradizione religiosa che affonda le sue radici nel lontano XI secolo e portata avanti con devozione e amore sia dai fedeli cristiani che dalla chiesa stessa. In realtà il Natale negli anni moderni vede uno sfruttamento commerciale della sua immagine ma quel che conta e vale è che il giorno della ricorrenza della nascita del Redentore venga ricordato con felicità. E’ la festa più importante del mondo cristiano tutto ed è veramente singolare quanto mai incomprensibile l’atteggiamento di chiaro colore politico del sacerdote genovese. Si può essere d’accordo o meno su alcuni provvedimenti di carattere politico ma vorrei capire, e chiedo che mi venga spiegato, perché lui si arroga il diritto di minacciare la chiusura della “sua chiesa” il giorno di Natale per una protesta ad un decreto governativo. Che strano uomo fedele è questo ministro di Dio, non proferisce sillaba e non fa battaglie sul crocefisso tolto dalle pareti per volere della sinistra e per accontentare gli islamici, poi non si scompone più di tanto nel vedere i fedeli coranici offendere il sacro suolo delle chiese cattoliche ed in ultimo ignora la polemica dei giorni scorsi sul presepe natalizio e cosa fa ? Si indigna per un atto governativo dello stato italiano e per ritorsione minaccia la chiusura di una chiesa nel giorno della natività ? Ma dico, le si sono improvvisamente bruciati tutti i neuroni ? Egregio sacerdote, si tolga l’abito talare e indossi quello da politico e poi potrà fare tutte le discussioni e proteste che desidera ma lasci perdere i luoghi di culto che non sono di sua proprietà ma appartengono ad ”un certo”… Gesù Cristo…. e credo che lui non approverebbe la chiusura della sua casa proprio nel giorno del suo “compleanno”. Sa, se lei opera con questo criterio mi riesce difficile credere che lei sia un buon parroco anzi, io non la vedo più come un ministro di Dio ma come un acceso e attivo militante della sinistra… radical chic…che Dio la perdoni… !   07122018

   …by… manliominicucci.myblog.it

 

Dl sicurezza: prete genovese chiude chiesa a Natale

Don Farinella attua obiezione. ‘Cattolici fanno deicidio’

 Chiesa chiusa a Natale per “obiezione di coscienza” contro il decreto sicurezza di Salvini.
Accade a Genova dove, don Paolo Farinella, parroco della chiesa di San Torpete, nel centro storico, ha comunicato che “nel 2018 non si può celebrare il Natale per “obiezione di coscienza” al Decreto sicurezza, sebbene sia sfregio dei valori e dei sentimenti più profondi della Democrazia e del Diritto”. “Dietro parole roboanti, confuse e immorali – scrive il sacerdote sul suo sito – si nasconde la volontà determinata di colpire i migranti, proprio alla vigilia di quel Natale che celebra la nascita di Gesù, emigrante, tornato a Nàzaret dopo un viaggio allucinante” Don Farinella parla anche del “silenzio complice di un mondo cattolico che inneggia a un ministro che dondola un presepe di plastica, sventola un vangelo finto e illude con il Rosario in mano. Inneggiando Salvini, uomo incolto, senza alcun senso dello Stato e del Diritto, i cattolici sono complici di lesa umanità e di deicidio perché ogni volta che si fa un torto sul piano del Diritto alla persona del povero, lo si fa a direttamente a Gesù nella carne viva dei migranti”. Il sacerdote chiama in causa anche il ministro Luigi Di Maio “che si fa fotografare mentre bacia il sangue di San Gennaro (povero lui!)”. Per questo, domanda: “come è possibile aprire le chiese e baloccarsi con ninne-nanne, canti gregoriani, presepi scellerati, quando fuori il vero Cristo è offeso, torturato, stuprato, vilipeso, venduto, schiaffeggiato, ucciso?”. Per questo – conclude – “la chiesa di San Torpete in Genova resterà chiusa per un Natale senza Cristo. Possa la chiesa, chiusa per fallimento, stimolare il pensiero e la riflessione dei credenti”. (ANSA).

RIVOLUZIONE FRANCESE… REPLAY….?

RIVOLUZIONE FRANCESE… REPLAY….?
Se si sta parlando di “golpe* e scendono in campo anche gli 007 allora vuol dire che le cose si mettono molto male per i cugini d’oltralpe. È la prima volta in assoluto che vedo utilizzato, da un giornale molto noto in Francia, il termine “golpe”, e se “Le Figarò” lo ha fatto evidentemente ha elementi certi per poterlo dire altrimenti non lo si cita a sproposito e giusto per il gusto di allarmare la popolazione creando caos nel paese e terrore tra la gente. E comunque, credo sia arrivato il momento di dire stop al governo attuale e a Macron presidente, si vada subito ad elezioni e si rinnovi tutto prima che accada veramente il peggio e si ripeta, dopo due secoli, il sapore di una nuova rivoluzione, con tanti morti e teste tagliate. La Francia non è la Grecia ed era facile immaginare che una crisi continua avrebbe prodotto questo risultato, e “tranquilli tutti”, perché il virus crisi economica è presente anche in Italia e si propaga che è una meraviglia. Le soluzioni sono quelle già descritte e un’ulteriore cambio di passo deve venire soprattutto dall’unione europea, troppo poco protettiva nei confronti dei paesi in difficoltà e molto poco interessata ad uno sviluppo ed il benessere sociale ed economico dei popoli, troppo distanti da loro e sinceramente, lo voglio dire, li ritengo i veri responsabili di tutti i drammi nazionali a cominciare dalla Grecia, Spagna, poi noi ed ora i francesi. Se davvero ci sarà un colpo di stato o siamo in odore di un ipotetico cambio di governo con la forza sarà la fine della convivenza europea. Da anni urlo e segnalo pericoli in tal senso ed ora vedo materializzarsi le mie paure, spero proprio sia una bufala tirata fuori per calmare e placare gli animi ma se anche lo fosse è pur sempre uno stratagemma inimmaginabile sino a qualche mese fa che mi preoccupa…non bisogna urlare…al lupo …al lupo quando il lupo non c’è… Speriamo in bene….06122018

Gilet gialli, fonte Eliseo: “Tentativo di golpe”

007 in allerta su appelli a sparare su politici e forze ordine

Un sabato senza precedenti, in cui Parigi diventerà una città fantasma: il quarto appuntamento con le manifestazioni dei gilet gialli assume dimensioni inedite. La capitale sta correndo ai ripari: in un clima che una fonte dell’Eliseo definisce “da colpo di stato”, i gioielli della città resteranno chiusi, dal Louvre alla Tour Eiffel. La violenza dilaga ovunque, oggi studenti e polizia si sono affrontati in tutto il paese, con centinaia di fermi, alcuni feriti, danni e incendi. Di fronte all’escalation di tensione, il governo ha moltiplicato gli appelli alla calma. E buona parte dell’opposizione ha ceduto e li ha rilanciati. Il primo ministro Edouard Philippe, in diretta tv questa sera, ha parlato dei rischi che spingono l’Eliseo a parlare di situazione “da golpe”: “Ci sono gilet gialli che dicono di voler marciare sull’Eliseo, altri che minacciano di morte quelli che vogliono trattare con il governo. Ma la Repubblica è solida, le istituzioni sono forti”. L’Eliseo, che ieri aveva fatto sapere di temere “una grandissima violenza” con manipoli in arrivo a Parigi “con l’intenzione di distruggere e uccidere”, è arrivato oggi a parlare di “tentativo di colpo di stato”, stando a una fonte citata da Le Figaro.

E il gesto di Emmanuel Macron, la rinuncia all’aumento dell’ecotassa per il 2019, è passato inosservata. Secondo un sondaggio, 6 francesi su 10 ritengono “inquietante” il movimento. Macron continua a non parlare, una fonte a lui vicina – citata anch’essa dai media francesi – ha detto “prego per sabato”, mentre gli Interni parlano di “mobilitazione dell’ultradestra e dell’ultrasinistra”. Le minacce telefoniche dei gilet gialli, in alcuni casi minacce di morte, sono arrivate a prefetti e a persone vicine a Macron, secondo quanto si apprende. Le forze dell’ordine, che nei giorni scorsi si erano dette esauste per la pressione di queste ultime settimane e non disposte ad ulteriori sforzi, saranno invece schierate in massa: 89.000 agenti presidieranno tutto il territorio, almeno 8.000 solo Parigi, numeri mai visti, e faranno la loro comparsa nelle strade della capitale anche i blindati. Per precauzione, resteranno chiusi la Tour Eiffel, l’Opera, il Louvre, il Museo d’Orsay e quasi tutti gli altri musei e teatri. Il prefetto ha invitato i negozi degli Champs-Elysees a rimanere sbarrati ma anche un gran numero di scuole, di giardini, di palestre, resterà con le saracinesche abbassate. Le banche e molti negozi proteggeranno le vetrine sulla strada con barriere di metallo o di legno che già da questa sera vengono applicate con massima cura.

Sei partite di calcio della Ligue 1 – fra cui quella del Paris Saint-Germain – sono state rinviate. Il Telethon ha dovuto cambiare programmi, così come la marcia per il clima, che si svolgerà comunque a Parigi ma su un percorso alternativo. Sui social, le parole d’ordine sono sempre più aggressive: “Macron, stiamo arrivando”, “Scioglimento del Parlamento”, “Tutti alla Bastiglia”. Dopo i cedimenti dei giorni scorsi su numerose richieste dei gilet gialli, oggi sono arrivati gli appelli alla calma. E da destra, dal centro, dalla sinistra, si sono uniti gli appelli a manifestare senza violenza o rimanere a casa vista la gravità del momento. Oggi, intanto, è esplosa la ribellione degli studenti di tutti i licei del Paese contro la riforma dell’esame di maturità e del sistema di selezione per l’ingresso all’università: oltre 200 gli istituti bloccati, 150 studenti fermati a Mantes-la-Jolie, banlieue di Parigi, decine di fermi anche a Marsiglia, Nizza, Beziers, guerriglia polizia-studenti nel nord, dove due ragazzi sono rimasti feriti, scontri a Tolosa, dove un preside ha dovuto farsi curare in ospedale. Domani, vigilia del sabato di tensione, il collettivo dei ‘gilet gialli liberi’ – cosiddetti moderati – ha chiesto di essere ricevuto da Emmanuel Macron per “calmare” la Francia che, stando alle parole di uno di loro, Benjamin Cauchy, “è sull’orlo della guerra civile”.