Anziana violentata in spiaggia da migrante: «Ho avuto paura di essere uccisa». Salvini: verme
Giovedì 15 Novembre 2018
Anziana di 68 anni violentata su una spiaggia in pieno giorno. «Ho avuto paura che potesse uccidermi, ma fortunatamente sono riuscita a divincolarmi», ha raccontato ai medici dell’ospedale di Lanciano la vittima. Ora è ricoverata per contusioni ed escoriazioni multiple e un brutto trauma cranico, dopo che l’ aggressore le ha fatto sbattere la testa sui grandi ciottoli di cui è composto l’arenile.
LEGGI ANCHE Si gode l’ultimo sole in spiaggia: aggredita e violentata da un migrante sotto protezioneLa prima prognosi accordata dai medici dell’ospedale Renzetti è di 30 giorni, ma serviranno altre visite, assicurano. Una violenza che avrebbe potuto avere conseguenze anche più gravi se alcuni commercianti di Marina di San Vito Chietino non avessero dato l’allarme, segnalando al 112 le intemperanze del giovane straniero che si era anche denudato. E se la vittima non avesse reagito, divincolandosi e gettandosi in mare.
«Somalo di 20 anni, arrivato in Italia col barcone, gira nudo e poi aggredisce una donna di 68 anni, ferendola e usandole violenza sessuale. Questo è il ringraziamento per aver ottenuto protezione dall’Italia! Verme!». Lo scrive in un tweet il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Il giovane, un somalo di 20 anni, Saleban Nuur Shaieb, pochi minuti dopo, percorrendo l’arenile che costeggia il tracciato ferroviario della linea adriatica, si è imbattuto in una donna che stava in spiaggia, saltandole addosso e compiendo atti sessuali su di lei. La vittima, 68 anni, pensionata, che vive ad Ortona dove ha lavorato, è riuscita a divincolarsi e ha cercato riparo in acqua dove i carabinieri, giunti nel frattempo, e che avevano notato l’ultima parte dell’aggressione, l’hanno salvata e hanno bloccato e arrestato il somalo. Il 20enne, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca è stato rinchiuso nel carcere di Chieti.
I successivi accertamenti condotti attraverso la comparazione delle impronte con quelle già presenti nel casellario centrale d’identità del ministero dell’Interno, hanno consentito di risalire alla vera identità del somalo che, dopo essere entrato in Italia quasi un anno fa durante i numerosi sbarchi sulle coste siciliane, proprio il mese scorso aveva ottenuto lo status di protezione sussidiaria.
La protezione sussidiaria è un’ulteriore forma di protezione internazionale. Chi la ottiene – pur non avendo i requisiti per lo status di rifugiato – viene protetto perché, se ritornasse nel Paese di origine, «andrebbe incontro al rischio di subire un danno grave».