DON CHISCIOTTE E LE PALE AL VENTO !

16012022 PILONE ELETTRICO

DON CHISCIOTTE  E LE PALE AL VENTO !

Un grande paese se vuol rimanere sempre sulla cresta dell’onda economica ed essere particolarmente competitivo lo si costruisce sulle proprie capacità produttive energetiche e su quanto è in grado di produrre elettricità ed assicurarla in continuità senza dover necessariamente mettere in crisi tutto  il comparto produttivo di altri beni soprattutto quelli delle esportazione. Ovvio che le nostre produzione eccellenti riguardano soprattutto il settore agroalimentare, il primo in assoluto con 203 miliardi di fatturato nel 2020, poi quello dell’abbigliamento in genere ed altri beni strumentali come i gioielli,  le autovetture, autocarri e imbarcazioni di lusso e grandi navi  commerciali e militari. Per anni si è pensato solo ed esclusivamente ad alcune produzioni privilegiando quello delle autovetture e aziende del settore e quelle nella produzione di acciaio… ma si è dimenticati di guardare con cura e proteggere le importanti aziende nel settore dell’informatica dei primi passi, della telefonia mobile, dei semiconduttori e di altri prodotti necessari per la vita del Paese… Ma cosa grave è che abbiamo trascurato la produzione energetica perché ci siamo accartocciati nell’ideologia del tutto “green” radical chic ad ogni costo e privilegiato i francesi per l’energia nucleare (!) che è al confine con l’Italia… gli americani per l’informatica,  i cinesi per la produzione di tanti prodotti vitali per l’economia del nostro paese, che poi nei fatti  hanno sostituito le aziende italiane nella produzione di quei beni fondamentali per le aziende automobilistiche e farmaceutiche…  e ricordo a tutti il caos dei dispositivi di sicurezza in piena crisi pandemica del 2020. Ma in Italia, mentre in Europa non è così e  bisogna dirlo, purtroppo l’ideologia politica della sinistra prevale sulla logica industriale ed è carente… molto carente aggiungo… della necessaria lungimiranza imprenditoriale che serve per capire che l’energia è la base della produzione di ogni singolo prodotto partendo dallo strofinaccio di casa per finire alle super lussuose navi da crociera,  una necessità fondamentale che consente ad uno Stato di poter garantire la produttività, i posti di lavoro e il benessere del popolo. E’ un concetto così semplice, ma pare che tanti politici e italiani proprio non ci riescano a capire  quanto sia vitale avere delle fonti di energia in autonomia e oggi,  che siamo di fronte ad un probabile conflitto bellico tra la Russia e l’Ucraina e se ciò dovesse verificarsi, con le contestuali sanzioni al Paese di Putin, avremmo che le forniture di gas per l’Europa tutta sarebbero interrotte come “ripicca per le sanzioni stesse”… E in ipotesi di trovarci in questa drammatica situazione come faremo a garantire la continuità della produzione di beni da esportare e quelli per il mercato interno ?  E’ ovvio che la soluzione prospetta dagli USA di rifornirci di gas con delle metaniere lascia il tempo che trova… perché ovviamente non possono rifornire di gas tutta l’Europa e in più ci troveremo a pagarlo ad un prezzo chiamato “effetto domino” che rincarerebbe ogni singola cosa partendo anche dal semplice caffè ! Ora paghiamo il prezzo degli errori ideologici del passato, nel 1987 ho votato a favore del nucleare perché volevo essere autonomo nell’energia ma ho … perso, poi ho visto i pozzi petroliferi della Basilicata finire parzialmente in mano francese e non ne capisco il perché… mentre di contro si poteva aumentare la produzione giornaliera di barili e dare più ricchezza al popolo italiano e far pagare meno agli autisti i carburanti e invece non si è voluti realizzare niente di quanto auspicavo… tra l’altro, nessuno ha mai dato risposte chiare in merito a questo scandalo petrolifero… visto che conosco bene la regione so che in Basilicata ce ne così tanto da far paura… Così come gli immensi giacimenti di gas del Mar Adriatico inutilizzati e lasciati lì  e perché ? Il perché non lo si capisce… ma è una roba da dementi ! Quindi centrali non ne vogliamo, gas neanche a parlarne però ora con che ci riscaldiamo ? E visto che ora non lo possiamo comprare… quanto ci costeranno i prodotti alimentari e diversi  nelle prossime settimane? Quanto costeranno i carburanti per le auto ? E infine, quanto ancora aumenteranno le fatture dell’energia ? Ora sono in grado “ i politici di sinistra e fautori del green a tutti i costi”…  di risolvere il problema energetico con le pale eoliche di Don Chisciotte e i pannelli  solari ? Ma hanno idea di cosa significhi pagare 10 volte in più rispetto al passato il consumo di energia ? Non credo… ma ciò vorrà dire che dobbiamo tornare a tutti costi a normalizzare il rapporto con la Russia e a non diventare schiavi dei Paesi del Mediterraneo che ci riforniscono di gas e di petrolio.  Le centrali nucleari, come già detto diverse volte in passato, sono al momento l’unica soluzione e nel frattempo utilizzare i giacimenti di gas già esistenti perché le centrali hanno bisogno di almeno dieci anni per la sua costruzione e sino ad allora che facciamo ? Magari prendiamo il sole in costume di giorno lo accumuliamo per esser caldi la notte ?  15012022 …by… https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

 

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Venti fornitori di elettricità in default. Ed è solo l’inizio

16012022 PILONE ELETTRICO

 

Electricity pylon

Diciannove fornitori italiani di energia sono già andati in default, e senza rimedi urgenti potrebbe essere solo l’inizio. Come nel Regno Unito, dove sono saltate circa trenta aziende nell’arco di poche settimane, anche qui la crisi energetica non fa sconti: non solo tra le famiglie, in particolare quelle a basso reddito – alle prese con bollette raddoppiate e beni di consumo in rialzo – o tra le imprese – per le quali l’energia rappresenta un costo fisso difficile da comprimere – vale anche per i venditori che a quelle famiglie e a quelle imprese forniscono l’elettricità per i loro consumi e le loro produzioni. “Diciannove società, dall’oggi al domani, sono passate da un portafoglio clienti talvolta anche molto vasto a zero clienti. E non per problemi legati a capacità imprenditoriali ma a causa di una crisi energetica epocale che senza aiuti non si può contrastare ma solo subire al 100%”, dice all’HuffPost Diego Pellegrino, portavoce di Arte, associazione Reseller e Trader di Energia che rappresenta 130 operatori del settore, per un fatturato di due miliardi e circa un milione e trecentomila contatori.

Difficile dire quante siano le utenze interessate dal default che ha portato alla risoluzione di migliaia di contratti, si stima oscillino tra 300mila e 500mila. Ma la crisi che stanno attraversando le compagnie energetiche, al pari di quella per famiglie e imprese, sta diventando giorno dopo giorno la variante impazzita della pandemia economica: ”È un momento complesso, unico nella storia, ed è diventato un problema fondamentale che può mettere strutturalmente a repentaglio il nostro sistema industriale”, ha detto il delegato del presidente di Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina. Venerdì in serata da Palazzo Chigi è trapelata la notizia che il Governo è al lavoro su nuove misure per arginare il caro bollette. Ma dall’esperienza degli scorsi mesi, con interventi piuttosto circoscritti, e dagli indizi fin qui emersi sul negoziato politico in corso, non c’è da farsi grandi illusioni su maxi-interventi.

Chi però rischia di essere tagliato fuori sono i fornitori, in particolari quelli piccoli e medi che operano nel mercato all’ingrosso. Eppure il fallimento delle società energetiche rischia di passare inosservato per una serie di ragioni. “In Gran Bretagna le aziende che cadono fanno rumore, qui no, perché i mercati funzionano in maniera molto diversa. Lì, quando una società fallisce interviene l’autorità di regolazione (Ofgem) che fa una ricerca, un’asta e trova immediatamente un operatore che si fa carico dei contatori, dando così un segnale visibile all’esterno”, spiega ancora Pellegrino. “Da noi invece, quando un operatore va in default, ai suoi clienti arriva solo una lettera per comunicare che passeranno nel cosiddetto mercato di ultima istanza. Da un giorno all’altro il cliente non ha più il fornitore con cui aveva stipulato un contratto ma passa perciò a un’altra società”. Non senza conseguenze sulle tasche dei clienti che possono trovarsi condizioni economiche diverse da quelle che avevano prima, sicuramente peggiorative in questo periodo di caro prezzi.

La situazione rischia perciò di avvitarsi. Chi compra l’energia all’ingrosso sul Mercato del Giorno Prima (leggi in basso) si trova schiacciato tra il prezzo salito alle stelle e un ambiente normativo per nulla favorevole. Per dirla semplice: chi prima fatturava 10 e aveva marginalità 1, oggi si ritrova a fatturare 25 con una marginalità sempre di 1. Si crea perciò un problema di liquidità, con un onere finanziario e una necessità di cassa devastanti. “Quello che fatturiamo oggi – spiega ancora Pellegrino – lo incassiamo tra due mesi. Se poi c’è un cliente moroso, non si pensi solo alle famiglie ma anche alle imprese, i tempi per la messa in mora sono di altri due mesi. È una situazione insostenibile: per usare una metafora, noi siamo la sottiletta nel toast”.

Le forniture di questi operatori, inoltre, sono spesso legate a contratti con prezzi fissi, talvolta molto bassi perché siglati prima della crisi energetica: le bollette pesavano la metà, il prezzo dell’energia era cinque volte più economico.

I rivenditori sono stati tagliati fuori da ogni forma di ristoro. Chi invece ci sta guadagnando, ed è finito nel mirino del Governo, sono i produttori, in particolare quelli che producono da fonti rinnovabili o, nel caso della Francia ad esempio, da nucleare. Perché? La maggior parte delle transazioni di compravendita dell’elettricità avviene nel Mercato del Giorno Prima (Mgp), dove si scambiano blocchi orari di energia all’ingrosso per il giorno successivo. I produttori offrono blocchi di energia a un dato prezzo che rispecchia i loro costi di produzione. Tutte queste offerte vengono organizzate dal gestore del mercato elettrico (in Italia, ad esempio, Gme) e hanno ovviamente prezzi e quantità variabili. Chi produce da rinnovabili, ad esempio, offrirà un prezzo più basso rispetto a chi produce da gas, che ha costi operativi di gran lunga superiori (materia prima + permessi di emissione di CO2). Stesso discorso vale per le offerte di acquisto di chi quell’energia la vuole comprare, che vengono raccolte e organizzate dal gestore.

 

 

ENGLISH

DON QUIXOTE AND THE BLADES IN THE WIND!

If a large country always wants to remain on the crest of the economic wave and be particularly competitive, it is built on its energy production capacities and on what it is able to produce electricity and ensure it continuously without necessarily having to undermine the entire production sector of others. goods especially those of export. It is obvious that our excellent products mainly concern the agri-food sector, the first ever with 203 billion in turnover in 2020, then that of clothing in general and other capital goods such as jewels, cars, trucks and luxury boats and large ships. commercial and military. For years we have thought only and exclusively of some productions, favoring that of cars and companies in the sector and those in the production of steel … but we have forgotten to look carefully and protect the important companies in the IT sector from the first steps, of mobile telephony, semiconductors and other products necessary for the life of the country … But what is serious is that we have neglected energy production because we have crumpled into a completely “green” radical chic ideology at all costs and privileged the French for nuclear energy (!) which is on the border with Italy … the Americans for information technology, the Chinese for the production of many vital products for the economy of our country, which then in fact replaced the Italian companies in the production of those fundamental goods for automotive and pharmaceutical companies … and I remind everyone of the chaos of safety devices in the midst of the 2020 pandemic crisis. But in Italy, while in Europe this is not the case and it must be said, unfortunately the political ideology of the left prevails over industrial logic and is lacking … very lacking I add … the necessary entrepreneurial foresight that is needed to understand that energy is the basis of production of every single product starting from the house towel to end up with super luxurious cruise ships, a fundamental necessity that allows a state to be able to guarantee the productivity, jobs and well-being of the people. It is such a simple concept, but it seems that many politicians and Italians just can’t understand how vital it is to have autonomous energy sources and today, that we are facing a probable war conflict between Russia and Ukraine and if this were to occur, with the simultaneous sanctions against Putin’s country, we would have that gas supplies for all of Europe would be interrupted as a “spite for the sanctions themselves” … And if we find ourselves in this dramatic situation, how will we do it guarantee the continuity of the production of goods to be exported and those for the internal market? It is obvious that the solution proposed by the US to supply us with gas with LNG carriers leaves the time it finds … because obviously they cannot supply all of Europe with gas and in addition we will find ourselves paying for it at a price called the “domino effect” which would make every single thing more expensive, even starting from simple coffee! Now we pay the price for the ideological errors of the past, in 1987 I voted in favor of nuclear power because I wanted to be autonomous in energy but I … lost, then I saw the oil wells of Basilicata partially end up in French hands and I don’t understand the because … while on the other hand it was possible to increase the daily production of barrels and give more wealth to the Italian people and make the drivers pay less for fuel and instead we did not want to achieve anything that I hoped for … among other things, none has ever given clear answers regarding this oil scandal … since I know the region well I know that in Basilicata there is so much that it is scary … As well as the immense gas fields of the Adriatic Sea unused and left there and why ? You don’t understand why … but it’s crazy! So we don’t want power plants, gas not even talking about it, but now what are we going to heat up with? And since we can’t buy it now … how much will food and miscellaneous items cost us in the coming weeks? How much will car fuels cost? And finally, how much more will the energy bills increase? Now are “left-wing politicians and supporters of green at all costs” able … to solve the energy problem with Don Quixote’s wind turbines and solar panels? But do they have any idea what it means to pay 10 times more energy consumption than in the past? I don’t think so … but this will mean that we must return at all costs to normalize relations with Russia and not to become slaves to the Mediterranean countries that supply us with gas and oil. Nuclear power plants, as already mentioned several times in the past, are currently the only solution and in the meantime use the already existing gas fields because power plants need at least ten years for its construction and until then what do we do? Maybe we sunbathe in costume during the day and accumulate it to be warm at night? 15012022 … by … https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

 

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Twenty electricity suppliers in default. And that’s just the beginning

 

16012022 PILONE ELETTRICO

 

Electricity pylon

Nineteen Italian energy suppliers have already defaulted, and without urgent remedies this could be just the beginning. As in the United Kingdom, where about thirty companies have jumped in the space of a few weeks, here too the energy crisis does not discount: not only among families, especially low-income ones – struggling with doubled bills and consumer goods in rise – or among companies – for which energy represents a fixed cost that is difficult to compress – also applies to sellers who supply electricity to those households and businesses for their consumption and production. “Nineteen companies, overnight, have gone from a sometimes very large customer portfolio to zero customers. And not for problems related to entrepreneurial skills but because of an epochal energy crisis that cannot be countered without help but only suffered 100% “, says to the HuffPost Diego Pellegrino, spokesperson for Arte, the Reseller and Energy Trader association that represents 130 operators in the sector, with a turnover of two billion and about 1.3 million meters.

It is difficult to say how many users are affected by the default that led to the termination of thousands of contracts, it is estimated that they range between 300 thousand and 500 thousand. But the crisis that energy companies are going through, like that for families and businesses, is becoming day after day the crazy variant of the economic pandemic: “It is a complex moment, unique in history, and it has become a fundamental problem that can pose structurally jeopardizing our industrial system ”, said the delegate of the president of Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina. On Friday evening from Palazzo Chigi the news leaked that the Government is working on new measures to stem the expensive bills. But from the experience of recent months, with rather limited interventions, and from the clues that have emerged so far on the political negotiations in progress, there is no great illusions about maxi-interventions.

However, those who risk being cut off are the suppliers, in particular the small and medium-sized ones operating in the wholesale market. Yet the bankruptcy of energy companies risks going unnoticed for a number of reasons. “In Britain, falling companies make noise, here they don’t, because markets work very differently. There, when a company goes bankrupt, the regulatory authority (Ofgem) intervenes to carry out a search, an auction and immediately find an operator who takes charge of the meters, thus giving a visible signal to the outside “, explains Pellegrino. “With us, on the other hand, when an operator defaults, its customers only receive a letter to communicate that they will pass into the so-called market of last resort. From one day to the next, the customer no longer has the supplier with whom he had entered into a contract but therefore passes to another company “. Not without consequences on the pockets of customers who may find economic conditions different from those they had before, certainly worse in this period of high prices.

The situation is therefore in danger of screwing up. Those who buy wholesale energy on the Day Ahead Market (see below) find themselves squeezed between the skyrocketing price and a regulatory environment that is not at all favorable. To put it simply: those who previously invoiced 10 and had a margin of 1, today find themselves invoicing 25 with a margin of always 1. This creates a liquidity problem, with a devastating financial burden and a need for cash. “What we invoice today – explains Pellegrino – we collect in two months. And if there is a defaulting customer, think not only of families but also of businesses, the deadline for the formal notice is another two months. It is an unsustainable situation: to use a metaphor, we are the thin slice in the toast ”.

Furthermore, the supplies of these operators are often linked to contracts with fixed prices, sometimes very low because they were signed before the energy crisis: the bills weighed half, the price of energy was five times cheaper.

Retailers have been cut off from all forms of dining. On the other hand, those who are gaining from it, and have ended up in the Government’s crosshairs, are the producers, in particular those who produce from renewable sources or, in the case of France for example, from nuclear power. Because? Most electricity trading transactions take place in the Day Ahead Market (MGP), where hourly blocks of wholesale energy are exchanged for the next day. Manufacturers offer blocks di energy at a given price that reflects their production costs. All these offers are organized by the electricity market operator (in Italy, for example, Gme) and obviously have variable prices and quantities. Those who produce from renewables, for example, will offer a lower price than those who produce from gas, which have far higher operating costs (raw material + CO2 emission permits). The same goes for the purchase offers of those who want to buy that energy, which are collected and organized by the manager.

 

 

FRENCH

 

DON QUICHOTTE ET LES LAMES AU VENT !

Si un grand pays veut toujours rester sur la crête de la vague économique et être particulièrement compétitif, il se bâtit sur ses capacités de production d’énergie et sur ce qu’il est capable de produire de l’électricité et de l’assurer en continu sans forcément avoir à mettre à mal l’ensemble du secteur de la production d’autres marchandises surtout celles d’exportation. Il est évident que nos excellents produits concernent principalement le secteur agro-alimentaire, le premier avec 203 milliards de chiffre d’affaires en 2020, puis celui de l’habillement en général et d’autres biens d’équipement tels que les bijoux, les voitures, les camions et les bateaux de luxe et les grands navires. commerciale et militaire. Pendant des années, nous avons pensé uniquement et exclusivement à certaines productions, en privilégiant celles des voitures et des entreprises du secteur et celles de la production d’acier … mais nous avons oublié de regarder attentivement et de protéger les entreprises importantes du secteur informatique dès le début étapes, de la téléphonie mobile, des semi-conducteurs et autres produits nécessaires à la vie du pays… Mais ce qui est grave c’est qu’on a délaissé la production d’énergie parce qu’on s’est effondré dans une idéologie chic radicale complètement “verte” à tout prix et privilégié le Français pour l’énergie nucléaire (!) qui est à la frontière avec l’Italie… les Américains pour l’informatique, les Chinois pour la production de nombreux produits vitaux pour l’économie de notre pays, qui ont alors en fait remplacé les entreprises italiennes dans la production de ces biens fondamentaux pour les entreprises automobiles et pharmaceutiques … et je rappelle à tous le chaos des dispositifs de sécurité au milieu de la crise pandémique de 2020. Mais en Italie, alors qu’en Europe ce n’est pas le cas et il faut bien le dire, malheureusement l’idéologie politique de gauche l’emporte sur la logique industrielle et manque… très manque j’ajoute… la nécessaire prévoyance entrepreneuriale qu’il faut pour comprendre que l’énergie est la base de la production de chaque produit à partir de la serviette de maison pour aboutir à des navires de croisière super luxueux, une nécessité fondamentale qui permet à un État de pouvoir garantir la productivité, les emplois et le bien-être des personnes. C’est un concept si simple, mais il semble que de nombreux politiciens et Italiens ne peuvent tout simplement pas comprendre à quel point il est vital d’avoir des sources d’énergie autonomes et aujourd’hui, que nous sommes confrontés à un conflit de guerre probable entre la Russie et l’Ukraine et si cela devait se produire , avec les sanctions simultanées contre le pays de Poutine, nous aurions que l’approvisionnement en gaz de toute l’Europe serait interrompu “en dépit des sanctions elles-mêmes”… Et si nous nous retrouvons dans cette situation dramatique, comment ferons-nous pour garantir la continuité de la production des biens destinés à l’exportation et ceux destinés au marché intérieur ? Il est évident que la solution proposée par les USA pour nous approvisionner en gaz avec des méthaniers laisse le temps qu’il trouve… car évidemment ils ne peuvent pas approvisionner toute l’Europe en gaz et en plus on va se retrouver à le payer à un prix dit l’« effet domino » qui rendrait chaque chose plus chère, même à partir du simple café ! Maintenant on paye le prix des erreurs idéologiques du passé, en 1987 j’ai voté en faveur du nucléaire car je voulais être autonome en énergie mais j’ai… perdu, puis j’ai vu les puits de pétrole de la Basilicate se retrouver partiellement en français mains et je ne comprends pas le parce que … alors que d’un autre côté il était possible d’augmenter la production quotidienne de barils et de donner plus de richesse au peuple italien et de faire payer moins cher le carburant aux chauffeurs et à la place nous ne voulions pas réaliser tout ce que j’espérais … entre autres, personne n’a jamais donné de réponses claires concernant ce scandale pétrolier … puisque je connais bien la région je sais qu’en Basilicate il y en a tellement que ça fait peur … Aussi comme les immenses gisements de gaz de la mer Adriatique inutilisés et laissés là et pourquoi ? Vous ne comprenez pas pourquoi… mais c’est fou ! Donc on ne veut pas de centrales électriques, le gaz n’en parle même pas, mais maintenant avec quoi va-t-on se chauffer ? Et comme on ne peut pas l’acheter maintenant… combien va nous coûter la nourriture et les articles divers dans les semaines à venir ? Combien coûteront les carburants automobiles ? Et enfin, de combien les factures énergétiques vont-elles encore augmenter ? Désormais, les “politiciens de gauche et partisans du vert à tout prix” sont-ils capables… de résoudre le problème énergétique avec les éoliennes et les panneaux solaires de Don Quichotte ? Mais ont-ils une idée de ce que cela signifie de payer 10 fois plus d’énergie que par le passé ? Je ne pense pas … mais cela signifiera que nous devons revenir coûte que coûte pour normaliser les relations avec la Russie et ne pas devenir les esclaves des pays méditerranéens qui nous fournissent du gaz et du pétrole. Les centrales nucléaires, comme cela a déjà été mentionné à plusieurs reprises dans le passé, sont actuellement la seule solution et utilisent entre-temps les gisements de gaz déjà existants car les centrales électriques ont besoin d’au moins dix ans pour sa construction et jusque-là que fait-on ? Peut-être qu’on bronze en costume la journée et qu’on l’accumule pour avoir chaud la nuit ? 15012022 … par … https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id529229155

 

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Vingt fournisseurs d’électricité en défaut. Et ce n’est que le début

 

16012022 PILONE ELETTRICO

 

Pylône électrique

Dix-neuf fournisseurs d’énergie italiens ont déjà fait défaut, et sans recours urgents, cela pourrait n’être que le début. Comme au Royaume-Uni, où une trentaine d’entreprises ont bondi en l’espace de quelques semaines, là aussi la crise de l’énergie ne fait pas d’escompte : pas seulement chez les familles, notamment les plus modestes – aux prises avec des factures doublées et des biens de consommation en hausse – ou entre entreprises – pour qui l’énergie représente un coût fixe difficilement compressible – s’applique également aux vendeurs qui fournissent de l’électricité à ces ménages et entreprises pour leur consommation et leur production. “Dix-neuf entreprises, du jour au lendemain, sont passées d’un portefeuille clients parfois très important à zéro client. Et pas pour des problèmes liés aux compétences entrepreneuriales mais à cause d’une crise énergétique historique qui ne peut être contrée sans aide mais qui n’a subi qu’à 100% “, déclare au HuffPost Diego Pellegrino, porte-parole d’Arte, l’association des revendeurs et commerçants d’énergie qui représente 130 opérateurs dans le secteur, avec un chiffre d’affaires de deux milliards et environ 1,3 million de compteurs.

Il est difficile de dire combien d’utilisateurs sont concernés par le défaut qui a conduit à la résiliation de milliers de contrats, on estime qu’ils oscillent entre 300 000 et 500 000. Mais la crise que traversent les énergéticiens, comme celle des familles et des entreprises, devient jour après jour la variante folle de la pandémie économique : « C’est un moment complexe, unique dans l’histoire, et c’est devenu un problème fondamental qui peut posent structurellement en danger notre système industriel ”, a déclaré le délégué du président de Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina. Vendredi soir, du Palazzo Chigi, la nouvelle a été divulguée que le gouvernement travaillait sur de nouvelles mesures pour endiguer les factures coûteuses. Mais de l’expérience de ces derniers mois, avec des interventions plutôt limitées, et des indices qui se sont dégagés jusqu’à présent sur les négociations politiques en cours, il n’y a pas de grandes illusions sur les maxi interventions.

Cependant, ceux qui risquent d’être coupés sont les fournisseurs, en particulier les petits et moyens opérant sur le marché de gros. Pourtant, la faillite des entreprises énergétiques risque de passer inaperçue pour plusieurs raisons. « En Grande-Bretagne, les entreprises qui chutent font du bruit, ici non, car les marchés fonctionnent très différemment. Là, lorsqu’une entreprise fait faillite, l’autorité de régulation (Ofgem) intervient pour effectuer une perquisition, une vente aux enchères et trouver immédiatement un opérateur qui prend en charge les compteurs, donnant ainsi un signal visible à l’extérieur », explique Pellegrino. « Chez nous, en revanche, lorsqu’un opérateur fait défaut, ses clients ne reçoivent qu’un courrier pour leur communiquer qu’ils vont passer dans le marché dit de dernier recours. Du jour au lendemain, le client n’a plus le fournisseur avec lequel il avait contracté mais passe donc à une autre entreprise”. Non sans conséquences sur les poches des clients qui risquent de retrouver des conditions économiques différentes de celles qu’ils avaient auparavant, certainement pires en cette période de prix élevés.

La situation risque donc de se gâter. Ceux qui achètent de l’énergie en gros sur le Day Ahead Market (voir ci-dessous) se retrouvent coincés entre la flambée des prix et un environnement réglementaire pas du tout favorable. Pour faire simple : ceux qui facturaient auparavant 10 et avaient une marge de 1, se retrouvent aujourd’hui à facturer 25 avec une marge toujours de 1. Cela crée un problème de liquidité, avec une charge financière dévastatrice et un besoin de trésorerie. « Ce que nous facturons aujourd’hui – explique Pellegrino – nous le récupérons en deux mois. Et s’il y a un client défaillant, pensez non seulement aux familles mais aussi aux entreprises, le délai de mise en demeure est encore de deux mois. C’est une situation insoutenable : pour utiliser une métaphore, nous sommes la fine tranche du pain grillé ».

De plus, les approvisionnements de ces opérateurs sont souvent liés à des contrats à prix fixes, parfois très bas car signés avant la crise énergétique : les factures pesaient la moitié, le prix de l’énergie était cinq fois moins cher.

Les détaillants ont été coupés de toutes les formes de restauration. En revanche, ceux qui en profitent, et se retrouvent dans le collimateur du gouvernement, sont les producteurs, notamment ceux qui produisent à partir de sources renouvelables ou, dans le cas de la France par exemple, à partir du nucléaire. Pouquoi? La plupart des transactions d’échange d’électricité ont lieu sur le marché Day Ahead (MGP), où des blocs horaires d’énergie de gros sont échangés pour le lendemain. Les fabricants proposent des blocs di l’énergie à un prix donné reflétant leurs coûts de production. Toutes ces offres sont organisées par l’opérateur du marché de l’électricité (en Italie, par exemple, Gme) et ont évidemment des prix et des quantités variables. Ceux qui produisent à partir d’énergies renouvelables, par exemple, offriront un prix inférieur à ceux qui produisent à partir de gaz, qui ont des coûts d’exploitation bien plus élevés (matière première + permis d’émission de CO2). Il en va de même pour les offres d’achat de ceux qui veulent acheter cette énergie, qui sont collectées et organisées par le gestionnaire.

 

DON CHISCIOTTE E LE PALE AL VENTO !ultima modifica: 2022-01-15T20:46:33+01:00da manlio22ldc
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