COMUNQUE SIA E QUEL CHE COSTI !

22072021 SVEZIA

COMUNQUE SIA E QUEL CHE COSTI !

Ci sono alcuni giornalisti, molto ideologicamente vicini alla sinistra, che unitamente a presunti esperti, sono abili e capaci mistificatori il cui unico fine è quello di confondere e nascondere le verità sulla questione migranti, lo fanno nascondendo al propri cittadini tutti i costi di una fallimentare operazione che lascerà il segno, tangibile ed irreversibile, sul futuro e natura stessa di quel paese…. individui spregevoli che pur di veder materializziate le proprie teorie allucinanti cercano in tutti i modi di offuscare i veri problemi, parlo di quelli reali ed esistenti, sollevati dall’immigrazione non controllata che ha preso pieno potere nelle periferie della città più importanti della Svezia. Quel che mi terrorizza è proprio l’assenza di visione futuristica che hanno questi signori, la questione non si esaurisce nella “ex civile Svezia” ma è un fenomeno in crescendo in tutti i paesi europei, Italia compresa. E’ mia abitudine dire che tanti politici ed economisti non sono in grado di guardare oltre il proprio naso e ciò evidentemente è una lacuna comune a tanti politici. Ora, il quotidiano svedese Aftonbladet scrive che “l’immigrazione del 2015 è stata un “boom e una benedizione per l’economia”, dissento da questa disamina del tutto fasulla e priva di riscontri numerici e dati nonché di visone economica reale, infatti il “keyenismo” additato la dice lunga sull’idea e orientamento ideologico dei giornalisti del quotidiano svedese. Va bene, ognuno è libero di scrivere tutte le sciocchezze che vuole ma non può farlo quando si parla di dati perché i numeri non si possono discutere e quel che emerge da altre fonti attendibili e ufficiali ci danno un quadro totalmente diverso, contrario e molto preoccupante: “Secondo i sondaggi sulla forza lavoro di Statistics Sweden, la disoccupazione tra i nati all’estero è stata del 18,8 per cento nel 2020, la più alta della nazione. Tra i nati in patria, la cifra corrispondente era solo del 5,1 percento, essendo questo uno dei divari più grandi in tutta Europa. Disamina di dati tutt’altra che positiva alla quale si aggiunge la “lezione dell’economista”  Mats Hammarstedt, professore di economia della Linnaeus University di Växjö che ha descritto l’immigrazione come un “affare in perdita” per le finanze pubbliche a causa della disoccupazione di lunga durata. Inoltre, alcuni dei comuni più ricettivi nei confronti degli immigrati risultano ora essere pesantemente indebitati. In sintesi e per non portarla alla lunga poiché il sistema assistenziale svedese assicura una sistemazione decente a chi arriva nel paese… si  è verificato il paradosso del “secchio pieno”… riempito goccia dopo goccia ed ora è traboccato e non sanno come arginare i deficit comunali. Il punto è che l’articolo del quotidiano è di qualche giorno fa e non del 2015 e fa impressione leggere che sarebbe un bene non solo per l’economia ma anche una soluzione demografica… Certo, se tra 25 anni vogliono un paese a maggioranza arabo- asiatica-africana questa è la strada corretta… e già, perché tra detto tempo ci sarà la vera e propria sostituzione etnica… ovvero gli svedesi diventeranno minoranza silenziosa a favore della maggioranza rumorosa dei nuovi cittadini, i figli degli immigrati, di forte orientamento religioso islamico che muterà nettamente la società svedese e il cambio, necessario, della Costituzione basata sui principi democratici e liberali. Questo sarà il futuro di questo paese, io lo vedo così e credo di non sbagliare a profetizzare un futuro fosco ed oscuro per la Svezia. Per fortuna non è il mio paese… però ci serve per capire, perché la Svezia anticipa il futuro di almeno 15 anni… Oddio da noi non è che si comprendano appieno i problemi ideologici anzi li sostengono e sviluppano seguendo lo stile del quotidiano svedese ed emulandolo nella totale falsità.  21072021 https://manliominicucci.myblog.it/     https://vk.com/id52922915


Svezia, il boom di migranti del 2015 è stato una “benedizione” per l’economia – Aftonbladet

21:15 20.07.2021

Secondo l’eminente quotidiano scandinavo, l’immigrazione non sarebbe soltanto un dovere morale del Paese, bensì anche una soluzione redditizia ai problemi economici e demografici della Svezia.

22072021 SVEZIA

La Svezia, una nazione di circa 10 milioni, ha accolto 163.000 richiedenti asilo in un solo anno nel 2015.

Secondo l’Aftonbladet, l’enorme afflusso di migranti si sarebbe trasformato in un vero e proprio jackpot per la Svezia, che si sarebbe così garantita un importante contributo in termini di manodopera che, qualora adeguatamente gestita, potrà alleviare i problemi demografici della nazione per i prossimi decenni.

Citando Peo Hansen, professore di etnia all’Università di Linköping, Aftonbladet ha descritto la politica svedese come “keynesismo dei rifugiati”.

“Dopotutto, la spesa pubblica è diventata immediatamente un reddito per comuni, aziende e privati, cosa che non rientra nei più ristretti calcoli di finanza pubblica. Grazie a questi stimoli, la crescita è aumentata vertiginosamente, la disoccupazione è diminuita e le entrate fiscali sono aumentate”, ha ipotizzato il giornale.

Una vera benedizione

Il quotidiano ha sottolineato come “nell’autunno del 2015 le regole sono state gettate nella spazzatura, senza conseguenze catastrofiche. Si sono rivelate costruzioni politiche, non dure leggi economiche”.

  

L’Aftonbladet ha quindi definito l’arrivo “centinaia di migliaia di persone abili” che cercano rifugio in un continente in rapido invecchiamento, le cui autorità erano preoccupate da decenni per l’imminente carenza di manodopera, come una “benedizione”, suggerendo che Svezia e Germania, che hanno accolto il maggior numero di richiedenti asilo, hanno sfruttato al meglio la situazione.

La crisi dei rifugiati, si conclude nell’analisi, ha dato “un barlume di un nuovo pensiero economico, che mette i bisogni della società prima del bilancio economico” e ha portato a riconsiderare l’immigrazione come “un buon affare anche per i falchi del budget”.

La realtà dei fatti

Secondo i sondaggi sulla forza lavoro di Statistics Sweden, la disoccupazione tra i nati all’estero è stata del 18,8 per cento nel 2020, la più alta della nazione. Tra i nati in patria, la cifra corrispondente era solo del 5,1 percento, essendo questo uno dei divari più grandi in tutta Europa.

Inoltre, alcuni dei comuni più ricettivi nei confronti degli immigrati risultano ora essere pesantemente indebitati.

Mats Hammarstedt, professore di economia della Linnaeus University di Växjö ha descritto l’immigrazione come un “affare in perdita” per le finanze pubbliche a causa della disoccupazione di lunga durata.

Nel 2018, il gruppo di esperti per gli studi economici (ESO) del Ministero delle Finanze ha stimato il costo netto di un immigrato medio a 74.000 SEK all’anno (circa 8.000 euro. Nonostante il fatto che gli immigrati in seguito tendano ad aumentare il loro contributo alla società, questo non supera i costi iniziali o le spese pensionistiche.

Inoltre, in Svezia i migranti sono protagonisti di problematiche sociali legate alla scarsa integrazione, che possono portare a farli entrare nel giro della criminalità o, addirittura, alla creazione di società parallele, dove le leggi non si applicano pienamente.

La crisi migratoria nell’UE

La crisi dei migranti del 2015 è stata causata dai conflitti armati in corso in cui le potenze occidentali hanno svolto un ruolo chiave, come Iraq, Libia, Siria e Afghanistan.

Il crollo dei controlli alle frontiere all’indomani della guerra libica guidata dalla NATO ha reso la nazione nordafricana un punto focale per il traffico di esseri umani. Nel solo 2015, i paesi dell’UE hanno ricevuto oltre 1,2 milioni di domande di asilo.

 

ENGLISH

 

HOWEVER IT IS AND WHAT IT COSTS!

There are some journalists, very ideologically close to the left, who, together with alleged experts, are skilled and capable mystifiers whose sole purpose is to confuse and hide the truths on the migrant issue, they do so by hiding from their citizens all the costs of a bankruptcy. an operation that will leave its mark, tangible and irreversible, on the future and the very nature of that country …. despicable individuals who, in order to see their hallucinating theories materialize, try in every way to obscure the real problems, I am talking about the real and existing ones , relieved of the uncontrolled immigration that has taken full power in the suburbs of Sweden’s most important cities. What terrifies me is precisely the absence of a futuristic vision that these gentlemen have, the question does not end in “former civil Sweden” but is a growing phenomenon in all European countries, including Italy. It is my habit to say that many politicians and economists are unable to look beyond their own noses and this is obviously a common gap for many politicians. Now, the Swedish newspaper Aftonbladet writes that “immigration in 2015 was a” boom and a blessing for the economy “, I disagree with this completely bogus examination, lacking in numbers and data as well as real economic vision. “Keyenism” pointed out speaks volumes about the idea and ideological orientation of the journalists of the Swedish daily. Okay, everyone is free to write all the nonsense they want but cannot do it when it comes to data because the numbers cannot be discussed and what emerges from other reliable and official sources give us a totally different, contrary and very worrying picture. : “According to Statistics Sweden labor force surveys, unemployment among foreign-born was 18.8 percent in 2020, the highest in the nation. Among those born at home, the corresponding figure was only 5.1 percent, this being one of the largest gaps in all of Europe. Examination of data that is anything but positive to which is added the “lesson of the economist” Mats Hammarstedt, professor of economics at Linnaeus University in Växjö who described immigration as a “business at a loss” for public finances due to long-term unemployment. Furthermore, some of the municipalities most receptive to immigrants are now heavily indebted. In summary and not to take it long since the Swedish welfare system ensures decent accommodation for those who arrive in the country … the paradox of the “full bucket” has occurred … filled drop by drop and now it has overflowed and they do not know how curb municipal deficits. The point is that the newspaper article is from a few days ago and not from 2015 and it makes an impression to read that it would be good not only for the economy but also a demographic solution … Of course, if in 25 years they want a country to Arab-Asian-African majority this is the correct path … and yes, because in that time there will be real ethnic replacement … that is, the Swedes will become a silent minority in favor of the noisy majority of new citizens, the children of immigrants, with a strong Islamic religious orientation that will significantly change Swedish society and the necessary change of the Constitution based on democratic and liberal principles. This will be the future of this country, this is how I see it and I believe I am not mistaken in predicting a bleak and dark future for Sweden. Fortunately it is not my country … but we need to understand, because Sweden anticipates the future by at least 15 years … Oh my God it is not that we fully understand the ideological problems rather they support and develop them following the style of Swedish newspaper and emulating it in total falsity. 21072021 https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id52922915

Sweden, 2015 migrant boom was a “blessing” for the economy – Aftonbladet

22072021 SVEZIA

21:15 20.07.2021

According to the eminent Scandinavian newspaper, immigration is not only a moral duty of the country, but also a profitable solution to Sweden’s economic and demographic problems.

Sweden, a nation of around 10 million, welcomed 163,000 asylum seekers in just one year in 2015.

According to Aftonbladet, the huge influx of migrants would have turned into a real jackpot for Sweden, which would have thus guaranteed an important contribution in terms of manpower which, if properly managed, could alleviate the nation’s demographic problems for the next few decades.

Quoting Peo Hansen, a professor of ethnicity at Linköping University, Aftonbladet described Swedish politics as “refugee Keynesianism”.

“After all, public spending has immediately become an income for municipalities, companies and individuals, which does not fit into the narrowest calculations of public finance. Thanks to these stimuli, growth has soared, unemployment has fallen and tax revenues have increased, “the newspaper speculated.

A real blessing

The newspaper stressed that “in the autumn of 2015 the rules were thrown in the trash, without catastrophic consequences. They turned out to be political constructions, not harsh economic laws”.

 

The Aftonbladet then called the arrival “hundreds of thousands of able-bodied people” seeking refuge in a rapidly aging continent, whose authorities had been concerned for decades about the impending labor shortage, as a “blessing”, suggesting that Sweden and Germany, which welcomed the largest number of asylum seekers, made the most of the situation.

The refugee crisis, the analysis concludes, has given “a glimpse of a new economic thought, which puts the needs of society before the economic balance” and has led to reconsidering immigration as “a good deal even for hawks of the budget “.

The reality of the facts

According to Statistics Sweden labor force surveys, unemployment among foreign-born was 18.8 percent in 2020, the highest in the nation. Among those born at home, the corresponding figure was only 5.1 percent, this being one of the largest gaps in all of Europe.

Furthermore, some of the municipalities most receptive to immigrants are now heavily indebted.

Mats Hammarstedt, professor of economics at Linnaeus University in Växjö described immigration as a “losing business” for public finances due to long-term unemployment.

In 2018, the Expert Group for Economic Studies (ESO) of the Ministry of Finance estimated the net cost of an average immigrant at 74,000 SEK per year (about 8,000 euros. their contribution to society, this does not exceed the initial costs or retirement expenses.

Furthermore, in Sweden migrants are protagonists of social problems linked to poor integration, which can lead them to enter the circle of crime or, even, to the creation of parallel societies, where the laws do not fully apply.

The migration crisis in the EU

The 2015 migrant crisis was caused by ongoing armed conflicts in which Western powers have played a key role, such as Iraq, Libya, Syria and Afghanistan.

The collapse of border controls in the aftermath of the NATO-led Libyan war has made the North African nation a focal point for human trafficking. In 2015 alone, EU countries received over 1.2 million asylum applications.

 

 

FRANCAISE

 

TOUTEFOIS C’EST ET CE QUE CELA COTE !

Il y a des journalistes, très proches de la gauche idéologiquement, qui, avec de prétendus experts, sont des mystificateurs habiles et capables dont le seul but est de brouiller et de cacher les vérités sur la question des migrants, ils le font en cachant à leurs citoyens tous les coûts d’une faillite, une opération qui laissera sa marque, tangible et irréversible, sur l’avenir et la nature même de ce pays …. des individus méprisables qui, pour voir se matérialiser leurs théories hallucinantes, tentent par tous les moyens d’obscurcir la de vrais problèmes, je parle des vrais et existants, soulagés de l’immigration incontrôlée qui a pris tout le pouvoir dans les banlieues des villes les plus importantes de Suède. Ce qui me terrifie justement c’est l’absence de vision futuriste qu’ont ces messieurs, la question ne s’arrête pas à “l’ancienne Suède civile” mais est un phénomène croissant dans tous les pays européens, y compris l’Italie. J’ai l’habitude de dire que de nombreux politiciens et économistes sont incapables de regarder au-delà de leur propre nez et c’est évidemment une lacune commune à de nombreux politiciens. Maintenant, le journal suédois Aftonbladet écrit que “l’immigration en 2015 était un” boom et une bénédiction pour l’économie “, je suis en désaccord avec cet examen complètement bidon sans preuves numériques et données ainsi qu’une véritable vision économique, en fait le “keyénisme” pointé out en dit long sur l’idée et l’orientation idéologique des journalistes du quotidien suédois. D’accord, chacun est libre d’écrire toutes les bêtises qu’il veut mais ne peut pas le faire quand il s’agit de données car les chiffres ne peuvent pas être discutés et ce qui ressort d’autres sources fiables et officielles nous donne une image totalement différente, contraire et très inquiétante. : ” Selon les enquêtes de Statistics Sweden sur la main-d’œuvre, le chômage parmi les personnes nées à l’étranger était de 18,8% en 2020, le plus élevé du pays. Parmi les personnes nées à la maison, le chiffre correspondant n’était que de 5,1 %, ce qui constitue l’un des écarts les plus importants de toute l’Europe. Examen de données tout sauf positives auxquelles s’ajoute la “leçon de l’économiste” Mats Hammarstedt, professeur d’économie à l’université Linnaeus de Växjö qui a qualifié l’immigration d'”entreprise à perte” pour les finances publiques en raison du chômage de longue durée. . Par ailleurs, certaines des communes les plus réceptives aux immigrés sont aujourd’hui lourdement endettées. En résumé et pour ne pas tarder puisque le système de protection sociale suédois assure un logement décent à ceux qui arrivent dans le pays… le paradoxe du « seau plein » s’est produit… freiner les déficits municipaux. Le fait est que l’article de journal date d’il y a quelques jours et non de 2015 et cela donne l’impression de lire que ce serait bon non seulement pour l’économie mais aussi une solution démographique… Bien sûr, si dans 25 ans ils vouloir un pays à majorité arabo-asiatique-africaine c’est la bonne voie… et oui, car à ce moment-là il y aura un vrai remplacement ethnique… c’est-à-dire que les Suédois deviendront une minorité silencieuse au profit de la majorité bruyante de nouveaux citoyens, les enfants d’immigrés, avec une forte orientation religieuse islamique qui changera considérablement la société suédoise et le changement nécessaire de la Constitution basée sur des principes démocratiques et libéraux. Ce sera l’avenir de ce pays, c’est ainsi que je le vois et je pense que je ne me trompe pas en prédisant un avenir sombre et sombre pour la Suède. Heureusement ce n’est pas mon pays … mais nous devons comprendre, car la Suède anticipe l’avenir d’au moins 15 ans … Oh mon Dieu ce n’est pas que nous comprenions pleinement les problèmes idéologiques plutôt qu’ils les soutiennent et les développent en suivant le style du journal suédois et l’imiter en toute fausseté. 21072021 https://manliominicucci.myblog.it/ https://vk.com/id52922915

Suède, le boom migratoire de 2015 a été une “bénédiction” pour l’économie – Aftonbladet

22072021 SVEZIA

21:15 20.07.2021

Selon l’éminent journal scandinave, l’immigration est non seulement un devoir moral du pays, mais aussi une solution rentable aux problèmes économiques et démographiques de la Suède.

La Suède, une nation d’environ 10 millions d’habitants, a accueilli 163 000 demandeurs d’asile en un an seulement en 2015.

Selon Aftonbladet, l’afflux massif de migrants se serait transformé en un véritable jackpot pour la Suède, qui aurait ainsi garanti un apport important en termes de main-d’œuvre qui, s’il était bien géré, pourrait atténuer les problèmes démographiques du pays pour les prochaines décennies.

Citant Peo Hansen, professeur d’ethnicité à l’université de Linköping, Aftonbladet a qualifié la politique suédoise de « keynésianisme de réfugiés ».

« Après tout, les dépenses publiques sont immédiatement devenues un revenu pour les communes, les entreprises et les particuliers, ce qui ne fait pas partie des calculs de finances publiques les plus étroits.

 

Grâce à ces stimuli, la croissance s’est envolée, le chômage a baissé et les recettes fiscales ont augmenté », spécule le journal.

Une vraie bénédiction

Le journal souligne qu'”à l’automne 2015, les règles ont été jetées à la poubelle, sans conséquences catastrophiques. Elles se sont avérées être des constructions politiques, pas des lois économiques dures”.

 

L’Aftonbladet a alors qualifié l’arrivée de “centaines de milliers de personnes valides” cherchant refuge dans un continent vieillissant rapidement, dont les autorités s’inquiétaient depuis des décennies de la pénurie imminente de main-d’oeuvre, de “bénédiction”, suggérant que la Suède et accueilli le plus grand nombre de demandeurs d’asile, mis à profit la situation.

La crise des réfugiés, conclut l’analyse, a donné “un aperçu d’une nouvelle pensée économique, qui place les besoins de la société avant l’équilibre économique” et a conduit à reconsidérer l’immigration comme “une bonne affaire même pour les faucons du budget”.

La réalité des faits

Selon les enquêtes de Statistics Sweden sur la main-d’œuvre, le chômage parmi les personnes nées à l’étranger était de 18,8% en 2020, le plus élevé du pays. Parmi les personnes nées à la maison, le chiffre correspondant n’était que de 5,1 %, ce qui constitue l’un des écarts les plus importants de toute l’Europe.

Par ailleurs, certaines des communes les plus réceptives aux immigrés sont aujourd’hui lourdement endettées.

Mats Hammarstedt, professeur d’économie à l’Université Linnaeus de Växjö, a décrit l’immigration comme une « affaire en perte » pour les finances publiques en raison du chômage de longue durée.

En 2018, le Groupe d’experts pour les études économiques (ESO) du ministère des Finances a estimé le coût net d’un immigré moyen à 74 000 SEK par an (environ 8 000 euros). Malgré le fait que les immigrés ont par la suite tendance à augmenter leur contribution à la société. , cela ne dépasse pas les coûts initiaux ou les dépenses de retraite.

De plus, en Suède, les migrants sont protagonistes de problèmes sociaux liés à une mauvaise intégration, ce qui peut les conduire à entrer dans le cercle de la délinquance voire, à la création de sociétés parallèles, où les lois ne s’appliquent pas pleinement.

La crise migratoire dans l’UE

La crise des migrants de 2015 a été causée par des conflits armés en cours dans lesquels les puissances occidentales ont joué un rôle clé, comme l’Irak, la Libye, la Syrie et l’Afghanistan.

L’effondrement des contrôles aux frontières à la suite de la guerre en Libye dirigée par l’OTAN a fait de la nation nord-africaine un point focal pour la traite des êtres humains. Rien qu’en 2015, les pays de l’U

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