SPY STORY ?

27112020 LIBICO MINISTRO

SPY STORY ?

Dopo la fine della seconda guerra mondiale e la suddivisione in due stati della Germania iniziò una guerra fredda tra i paesi democratici occidentali e l’Unione Sovietica a quali si contrapponeva, durò per oltre 40 anni e questa strana guerra iniziò perché i sovietici volevano imporsi nel mondo come lo stato comunista di riferimento per il nuovo ordine mondiale  fulcro dell’ideologia della dittatura comunista, discorso e idea che non andavano per niente bene sia agli americani quanto agli europei. Prioritario era quindi controllare il nemico e cercare di capire fin dove erano arrivate le sue capacità offensive militari con la costruzione di armamenti innovativi che potevano eventualmente contribuire a determinarla quella superiorità militare tanto temuta da entrambi. Potersi accaparrare progetti e studi di nuove armi rivoluzionarie costituivano un chiodo fisso per i due schieramenti i quali, infiltravano periodicamente le loro spie nei due schieramenti con l’unico obiettivo di scoprire e rubare, attraverso materiale fotografico, idee e progetti in fase di realizzazione, solo che quando andava male e le spie venivano scoperti e arrestati allora il problema si complicava, rischiare di lasciare le spie in mano al nemico era pericoloso anche perché potevano sempre tradire o fare il doppio gioco. Quindi si organizzavano degli scambi fisici delle spie,  ma prima si  cercava di tergiversare con giochi e giochini che potevano durare anni o mesi, strategie finalizzate allo stillicidio e al crollo psicologico della spia e per alzare il prezzo dello scambio,  dopo avvenivano in zona franca veri e propri scambi di prigionieri come in tempo di guerra… io do a te un mio prigioniero e tu dai a me la mia spia… in definitiva uno  “scambio alla pari” che però… rientrava nel novero delle cose. Quindi niente anomalie se lo scambio avviene in contesto paritario ma… se il  vicepresidente del Consiglio presidenziale libico di Tripoli, Ahmed Maitig, dichiara al giornalista del Corriere della Sera, che tra i nostri due Paesi esistono “trattati per lo scambio di prigionieri”… allora io resto basito… questa è un’affermazione di una gravità eccezionale… non ci sono parole per commentare questa dichiarazione,  e chiedo ai libici : c’è in atto una guerra tra l’Italia e la Libia ? Non mi pare ci sia e se non c’è allora perché i nostri pescatori di Mazara del Vallo rapiti a settembre scorso vengono considerati prigionieri di guerra ? E’ inaudito quello appena detto e poi aggiunge e conclude : << credo sia questa la strada, seguiremo le nostre legislazioni in merito. “Spero nel successo il prima possibile ma non so quando di preciso “>>. Quindi per essere chiari, i nostri pescatori da loro sequestrati vengono considerati alla stregua di terroristi e combattenti di una guerra e pertanto… “prigionieri di guerra”… mentre noi di contro, abbiamo circa 500 libici in galera detenuti senza validi motivi, secondo i libici, e giustamente devono essere liberati. Andiamo al punto, in primis vorrei chiedere all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nonché capo di stato della marina militare Italiana, perché il primo di settembre 2020 fu fermato l’intervento di una delle nostre navi da guerra che era in navigazione e rotta verso quella zona di mare col fine di aiutare i due pescherecci utilizzando armi e forza per liberarli ? Attendiamo risposte in merito alla questione e poi, come si può accettare un ricatto del genere quando si considerano dei lavoratori pescatori al pari di spacciatori e trafficanti di droga e di essere umani come quelli libici detenuti nelle carceri italiane ? E ovvio che stampa e governo e il ministro delle “bibite estere non ci dicano nulla” e ci tengano volutamente nascosto tutto ommettendo di dire pubblicamente che  ad oggi sono passati quasi tre mesi e che la loro liberazione non è imminente specie dopo aver letto le frasi circostanziali del signor Ahmed Maitig, parole che stanno a dirci che la loro liberazione dobbiamo pagarla chissà quanto e non si sa quando avverrà. 18 lavoratori che i sindacati hanno dimenticato… 18 lavoratori che non esistono per i partiti della sinistra, 18 pescatori che per tanti sono solo un… fastidio ! Non ho visto nessuna manifestazione a loro favore da parte dei sindacati, eppure… sono lavoratori anche loro, dei centri sociali o dalle “Sardine”… no, loro vanno bene solo per le elezioni regionali. Per come stanno andando le cose vedo tempi lunghi per quei poveri 18 lavoratori… ma alle famiglie dico : continuate  a protestare… Io nel mio piccolo cercherò e continuerò a sensibilizzare l’opinione pubblica. ”Bell’Italia “ sono proprio disgustato ! 261112020

…by… manliominicucci.myblog.it       

 

 

Per liberare i pescatori italiani la Libia propone uno scambio di prigionieri

 

26 novembre 2020, 8:55 AM·1 minuto per la lettura

27112020 LIBICO MINISTRO

AGI – “Lavoriamo assiduamente per la liberazione dei pescatori italiani. Anche oggi i miei collaboratori ne stavano parlando con gli ufficiali di Bengasi. Credo la direzione sia quella dello scambio con i calciatori libici condannati al carcere in Italia“. E’ la convinzione espressa al Corriere della Sera dal vicepresidente del Consiglio presidenziale libico di Tripoli, Ahmed Maitig.

“Gli italiani – ha detto Maitig – sono attivissimi, lavorano a tempo pieno. Tra i nostri due Paesi esistono trattati per lo scambio di prigionieri. Credo sia questa la strada. Seguiremo le nostre legislazioni in merito. Spero nel successo il prima possibile. Ma non so quando di preciso”.

L’esponente libico ha affermato che il ruolo italiano è sempre stato “centrale”: “Non dimentichiamo l’aiuto nella guerra contro Isis a Sirte nel 2016, il lavoro dell’ospedale militare a Misurata, la cooperazione medica più di recente nella lotta al Covid. L’ambasciata italiana non ha mai chiuso a Tripoli, neppure nei momenti più difficili“.

L’Italia – ha sottolineato – conserva un vantaggio unico nel giocare da mediatore e facilitatore al dialogo multilaterale tra Egitto, Turchia, Grecia e Libia nella spartizione e gestione dei giacimenti energetici nel Mediterraneo. Maitig ha ribadito che “non c’è altra via, se non quella della trattativa pacifica”.

Quanto al futuro, su cui incombono le dimissioni annunciate più volte dal premier Fayez al-Serraj, Maitig si è detto “felice di servire il popolo libico se mi volesse. Se ciò avvenisse, mi impegnerei soprattutto per favorire la ripresa economica, il lavoro della nostra banca centrale per risolvere la crisi della liquidità, la distribuzione equa dei proventi energetici”.

 

SPY STORY ?ultima modifica: 2020-11-26T20:41:47+01:00da manlio22ldc
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