STOP STAMPA LIBERA !

13082020 Lai

STOP STAMPA LIBERA !

Che strano paese è il nostro,  si dichiara  antifascista e lo motiva  perché il fascismo non permetteva la libera stampa e libera opinione, reprimeva gli oppositori politici e chi si scagliava contro il potere  li spediva al confine. La libertà individuale innanzitutto…   e allora se noi siamo per la libertà dell’essere umano, del pensiero e della libera stampa, spiegatemi per quale assurdo e incomprensibile motivo  esaltiamo il paese comunista cinese dimenticando, spesso e volentieri, che si tratta di un durissimo regime totalitario, e assassino, cui  la democrazia, la libertà e il rispetto per i diritti umani sono al pari della carta igienica appena utilizzata. Perché mai  le citate limitazioni della libertà se arrivano dai paesi comunisti sono da condividere e giuste ?  Già, in Italia abbiamo osannato ed elevati a idoli i “cari cinesi comunisti” tiranni nei loro paesi e nel contempo mettiamo in croce il presidente Trump  e il suo collega  Bolsonaro perché troppo… liberali e democratici, e non vi è giorno in cui i nostri media sputano e insultano i due soggetti gettando fango e colpevolizzandoli, ma poi nei fatti reali,  rei  di che ? Forse… di non essere di sinistra ?  Quindi noi “paese antifascista” accusiamo e condanniamo  due presidenti liberali e democratici così, solo perché non sono di sinistra mentre  al contrario, ed attenzione ora,  esaltiamo e veneriamo al pari di un Dio il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi  Jinping, nonché dittatore di professione, come se fosse un esempio per il mondo intero ed icona della libertà di parola e di pensiero, paladino della libertà individuale, il santo protettore dei diritti umani e il garante vivente della democrazia… quella stessa democrazia che in tempo di lockdwon  curiosamente definì essere una sciocchezza e che la chiusura di tutte le città  attività poteva avvenire solo in un paese comunista. Affermazioni del tutto sconclusionate e degne solo dei comunisti… perché noi in Italia abbiamo dimostrato  esattamente il contrario e smentito clamorosamente il grande Xi.  È così in Italia evidentemente piace la dittatura comunista della Cina e l’auspicano da noi, infatti la stampa nazionale è tutta allineata al governo e assoggettata ai comunisti prima e del PD dopo  dal lontano 1946. Quindi di che ci meravigliamo se l’editore di Hong Kong Lai è stato arrestato e il suo giornale verrà chiuso ? Nulla di strano, fa parte del sistema comunista che punisce chi non è dalla loro parte e allora  chiedo a tutti i bravi pensanti e radical chic della sinistra :  qual è la differenza tra il fascismo e il comunismo cinese nel censuare la libera stampa e il libero pensiero ? Quindi  se accettiamo quella comunista ora possiamo dire di non essere più un paese antifascista o no ?   E noi in Italia come abbiamo reagito a questa notizia ? A… niente, una banalissima notizia data in fondo al Tg3 in modo tale che non turbi l’elettore italiano e le libere coscienze. Cioè noi siamo testimoni del più grande crimine dello stop alla libertà di stampa in Cina e in Italia la notizia non viene ritenuta importante. Ma se la cosa fosse arrivata da Trump o Bolsonaro che sarebbe successo ?  Intanto  ci preoccupiamo e vigiliamo se Trump porta la mascherina e se Bolsonaro ha contratto il virus… ma non ce ne freghiamo della libertà  e della vita del popolo cinese. Che pena, e quanto è sceso in basso  il profilo della nostra stampa… forse è un bene che tanti giornali italiani di sinistra chiudano i battenti… tanto a che servono se non danno le notizie ? E con la fine della libertà è finita anche quello del libero pensiero e del pensiero scritto e il popolo cinese  piange ancora di più e poi, paradossalmente…  vede i nostri “governanti democratici”  fare merenda con un dittatore. W i nostri governanti ! 11082020

…by… manliominicucci.myblog.it

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Arrestato a Hong Kong il magnate Jimmy Lai. Pechino lo accusa di aver violato la nuova legge sulla sicurezza

13082020 Lai

L’editore di orientamento pro-democratico è stato fermato nella mattina per sospetta “collusione con forze straniere”, uno dei reati punibili con pene fino all’ergastolo dalla nuova legge entrata in vigore il 30 giugno scorso

PUBBLICATO IL10 Agosto 2020 ULTIMA MODIFICA10 Agosto 2020 7:08

Il tycoon Jimmy Lai, tra le figure di maggior rilievo del fronte democratico di Hong Kong, è stato arrestato questa mattina con il sospetto di violazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale. La polizia ha riferito sulla sua pagina Facebook di aver eseguito in tutto 7 arresti, a carico di persone di età compresa tra i 39 e i 72 anni, in base all’accusa «di collusione con forze straniere e cospirazione per commettere frodi», parte di un’operazione su larga scala. Lai è a capo di un impero dell’editoria sotto la holding Next Digital.

L’editore di orientamento pro-democratico Jimmy Lai Chee-ying, è stato fermato per sospetta “collusione con forze straniere”, uno dei reati punibili con pene fino all’ergastolo dalla nuova legge entrata in vigore il 30 giugno scorso.

Jimmy Lai, 72 anni, è da tempo nel mirino di Pechino. Nei mesi scorsi i giornali di regime cinesi lo hanno più volte inserito tra gli attivisti della “Banda dei Quattro” di Hong Kong, una riproposizione dei quattro politici “nemici del popolo” condannati dalla Cina dopo la morte di Mao. Nato in Cina continentale, arrivato da piccolo nella colonia inglese, negli anni ’80, Lai ha fondato un’ azienda di abbigliamento, Giordano, accumulando una considerevole fortuna, in parte reinvestita nella startup Apple Daily, graffiante tabloid con edizioni a Hong Kong e Taiwan.

L’anno scorso Lai si è, come sempre dopo il 1989, schierato con le proteste per la democrazia, scendendo regolarmente in strada durante le marce. A febbraio era già stato arrestato con altre figure simbolo del campo democratico per partecipazione ad assemblea non autorizzata. A ridosso dell’entrata in vigore della nuova legge aveva rilasciato un’intervista a Reuters in cui diceva di sentirsi un bersaglio, ma esprimeva la volontà di restare in città. Aveva anche aperto un profilo Twitter. Il quotidiano di regime Global Times ha definito i suoi cinguettii “prove di sovversione”.

Lai è la figura più di alto profilo arrestata alla luce della nuova legge, che tra le altre cose non prevede la libertà su cauzione. Finora erano state una quindicina le persone fermate, tra cui alcuni giovani durante un’assemblea non autorizzata, per aver esposto dei cartelli che inneggiavano alla “libertà”, e un gruppo di studenti di un movimento pro-indipendenza, tra i 16 e i 21 anni.

Chi è Jimmy Lai
Lai, 71enne padre di sei figli e capo di Next Media, che comprende l’Apple Daily e la rivista Next, è l’archetipo del self made man. E’ sbarcato illegalmente a Hong Kong con la sua famiglia all’eta’ di 12 anni, nascosto nello scafo di una barca proveniente da Canton. Da subito ha iniziato a lavorare in una fabbrica tessile, poi, poco più che trentenne, ha imparato l’inglese e ha aperto una propria attività tessile. Fu la soppressione della rivolta di Tiananmen nel 1989 a trasformare la sua visione politica e nel 1990 lo porto’ a fondare Next Media. «Finchè sarò vivo, Next Media non cambierà», aveva assicurato alcuni anni fa. «Non voglio che i miei figli, i miei nipoti, pensino che il loro padre e il loro nonno fosse ricco ma una cattiva persona. Non posso contare sui miei soldi per essere felice», aggiunse. In una sua intervista a fine di giugno, aveva spiegato che la legge sulla sicurezza “segnerà la fine di Hong Kong” e aveva espresso il timore – poi avverato – che le autorità perseguissero i suoi giornalisti.

Per gli attivisti di Hong Kong che lottano per la democrazia e l’indipendenza da Pechino è “un eroe, un uomo che si e’ costruito da solo e che è in grado di resistere con il suo impero dei media all’oppressione cinese”. Per Pechino è invece “un traditore, istigatore della protesta del 2019” che ha mandato nel caos l’intera isola. Jimmy Lai è un volto preminente del braccio di ferro tra l’ex colonia britannica e il governo cinese.

Dall’anno scorso, quando incontrò il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, e il vice presidente, Mike Pence, è accusato di collusione con una potenza straniera. E ora rischia una condanna all’ergastolo. Due settimane prima che la legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong entrasse in vigore, Lai si era detto “pronto ad andare in prigione”. “Se costretto, potrò finalmente leggere libri che non ho mai letto”, aveva ironizzato. “Non posso fare altro che restare ottimista”, aveva aggiunto. Sulle accuse di collusione, ha sempre spiegato che “le persone di Hong Kong hanno il diritto di incontrare politici stranieri”.

 

STOP STAMPA LIBERA !ultima modifica: 2020-08-12T13:31:35+02:00da manlio22ldc
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