E DI CHI È IL MISSILE ?

09082020 BEIURUT E MISSILE

E DI CHI È IL MISSILE ?

Adesso l’attenzione si sposta su un possibile missile che abbia centrato il porto e fatto saltare in aria mezza Beirut. Ok, ma se fosse vero, chi l’ha lanciato un missile del genere e perché mai tenendo conto della sua capacità distruttiva ? Forse è un banale errore ? Non credo proprio all’errore, anche perché un missile di quella potenza, ammesso che lo sia, può partire solo da una postazione militare o da un aereo bombardiere pesante oppure da una nave dotata di strumenti per il lancio, la programmazione del volo e bombardamento dell’obiettivo. Un missile non parte mai per caso ma sempre su precisa programmazione con obiettivo finale. E se fosse di provenienza turca del signor Erdogan ? Loro sono gli unici che avrebbero interesse a destabilizzare il Libano e sono anche gli unici nella zona, a parte i russi ed israeliani, in grado di lanciare un missile di gittata notevole e raggiungere l’obiettivo con assoluta e devastante precisione. Con un Libano nel caos e il disastro delle rovine e la fame e rabbia del popolo sicuramente i turchi ne trarrebbero interessi per la sua ricostruzione e la sua difesa. Ecco perché Macron è volato subito a Beirut, ci è andato per far capire ai turchi che i francesi non mollano il Libano e il sultano di Istanbul non pensi che può comportarsi come in Libia. E l’Italia ? Dorme ! E l’Europa ? Attende ! 08082020

…by… manliominicucci.myblog.it

manliominicucci@gmail.com

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Beirut. Nasrallah: “Nessun nostro arsenale nel porto”. Aoun: “Possibile azione esterna”. Cdm delibera stato emergenza per intervento estero

09082020 BEIURUT E MISSILE

Il leader di Hezbollah nega la presenza di armamenti nel magazzino esploso martedì. Il presidente non esclude “una bomba, un missile o altro

07 agosto 2020

BEIRUT – “Sono tutte bugie e menzogne”, così il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, in un discorso in diretta sul canale tv al Manar rivolto alla nazione, smentisce con forza che l’esplosione di martedì scorso che ha devastato Beirut possa essere stata causata dalla deflagrazione di armi depositate dal Partito di Dio nel porto di Beirut. “Non abbiamo nulla al porto: né un deposito di armi, né un deposito di missili né missili, né fucili, né bombe, né proiettili. né nitrato d’ammonio”.

Dopo aver ringraziato “tutti i Paesi che mandano aiuti”, Nasrallah ha chiesto che ci sia “un’inchiesta trasparente, giusta, indipendente” condotta dall’esercito nazionale e non da altre forze e istituzioni libanesi. “Tutte le parti politiche dicono che l’esercito libanese è l’unica istituzione del Paese su cui c’è piena fiducia… Bene, che sia allora l’esercito a condurre l’inchiesta”, ha detto.

 

Beirut, Macron arriva primo: “Aiuteremo il Libano ma basta corruzione”

DI GABRIELLA COLARUSSO
Con il bilancio già salito a 154 morti e 5 mila feriti, nel Paese monta la rabbia contro l’incapacità e la corruzione della leadership al potere. “Le cause dello scoppio devono essere ancora appurate”, ha detto il presidente libanese Michel Aoun secondo quanto hanno riportato i media locali. “C’è la possibilità di una azione esterna, con una bomba, un missile o altro”.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha intanto deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza per intervento all’estero in conseguenza degli eccezionali eventi che hanno colpito la città di Beirut

Il presidente libanese ha rivelato di aver chiesto al suo omologo francese Emmanuel Macron, che Parigi fornisca al Libano “le immagini aeree dell’esplosione. “Se non le hanno chiederemo ad altri Paesi per determinare se si sia trattato di un attacco esterno”.

Aoun ha ribadito che un’inchiesta dovrà fare chiarezza sull’accaduto, ma ha detto “no” all’ipotesi di una inchiesta internazionale ventilata invece da Macron che ha visitato Beirut 24 ore fa. Le richieste per un’inchiesta internazionale puntano a “distorcere la verità”, ha aggiunto Aoun, sottolineando che ogni verdetto perde di significato se richiede troppo tempo per essere emesso.

L’inchiesta libanese, ha sottolineato Aoun, si dovrà svolgere su tre livelli: “Primo, per appurare come il materiale esplosivo è entrato ed è stato stoccato, secondo se l’esplosione sia il risultato di una negligenza o di un incidente e terzo verificare la possibilità che possa esserci stata una interferenza esterna”.

Anche il presidente Usa Donald Trump ha ipotizzato la possibilità di un attacco. Trump ha poi annunciato su Twitter che domenica parteciperà ad una videoconferenza internazionale di donatori a sostegno del Libano. “Faremo una videoconferezna domenica con il presidente Macron, i dirigenti del Libano e di altri parti del mondo. Tutti vogliono aiutare”, ha scritto.

Israele ha escluso ogni responsabilità. Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha detto che le cause non appaiono ancora chiare, ma ha fatto un parallelo con l’attentato con cui nel 2005 fu ucciso l’ex premier Rafik Hariri.

L’imam della Moschea Mohamad al-Amin, nel cuore di Beirut, nel sermone del venerdì ha detto che la leadership libanese porta su di sé la responsabilità dell’esplosione. Aoun Ha riconosciuto che il sistema politico appare “paralizzato” e che va perciò “rivisto perché non consente di prendere le decisioni necessarie con la dovuta rapidità”. Serve “un’atmosfera appropriata” per la costituzione di un governo di unità nazionale, ha aggiunto. “Se non siamo in grado di governarci da soli, nessuno altro potrà farlo e la sovranità libanese non subirà influenze durante il mio mandato”.

 

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