IL GLOBAL COMPACT…NON È UNO SCHERZO..!
Quindi è come pensavano in tanti, me compreso, che il “global compact” non fosse un accordo di solo buoni intenti tra vecchi amici e con tarallucci e vino, ma un vero e proprio trattato internazionale, con la supervisione ONU, per consentire e legalizzare un’immigrazione scellerata da qualunque paese e parte del mondo provenga e verso la direzione desiderata. Per un attimo mettiamo da parte la solidarietà e ragioniamo con la logica delle cose escludendo i buoni propositi e guardiamo al concreto, poniamoci subito la prima domanda : come si può immaginare di accogliere dieci o venti o trenta milioni di stranieri in Europa ? È pura follia, ciò significherebbe la fine certa dell’Europa così come la conosciamo, nei fatti inserire e cercare di integrare nelle società occidentali un numero imprecisato ed elevato di individui creerebbero i presupposti per guerre di religione e di convivenza tra i cittadini stessi. I paesi scandinavi, Belgio, Francia e Gran Bretagna, hanno già in essere un pratico e negativo esempio di cosa sia la mancata integrazione di quelle persone, arabi e africani musulmani in particolare, motivazioni che devono ricercarsi nella loro fede religiosa in netto contrasto con le costituzioni di quei paese…e per piacere non ignoriamolo questo elemento basilare della democrazia e libertà, perché il punto sta proprio lì…. Certo è che Papa Francesco e tanti radical chic, ovvero i “politically correct” non hanno e non vivono i problemi quotidiani del vivere che hanno tutti i popoli europei, loro non combattono contro il carovita e non si strappano i capelli per pagare le fatture delle utenze o il mutuo di una casa o il caro gasolio. No, loro questi problemi non li hanno e predicano facile, ma la vita di ogni giorno è ben altra cosa e loro non lo …sanno. Questo è il vero problema, abbiamo politici, religiosi che vanno avanti per ideologie e non si rendono conto delle reali difficoltà. Ponetevi una seconda domanda: perché mai i modernissimi e civilissimi belgi non vogliono più migranti ? E come mai ora tutti i popoli europei sono diventati sovranisti ? In Belgio la situazione accoglienza e migranti ha prodotto danni irreparabile nella società, è per questo che loro non volevano sottoscrivere il trattato di Marrakech, ma evidentemente i poteri forti hanno deciso il contrario… Fatto bene che si è dimesso, altrimenti ci sarebbero stati altri incidenti. Mi raccomando, cari radical… correte dietro il sogno dell’integrazione utopica e poi, …con calma… passate dal fioraio a comprare “fiori e ceri per i nostri ragazzi” che moriranno in seguito……alla ricerca dell’integrazione…19122018
…by…manliominicucci.myblog.it
elgio, premier Charles Michel annuncia le dimissioni. Governo si era spaccato dopo l’ok al Global Compact
Il 9 dicembre i ministri nazionalisti fiamminghi della N-VA avevano lasciato l’esecutivo, opponendosi all’appoggio al documento Onu sulle migrazioni e il primo ministro si era ritrovato a guidare un esecutivo di minoranza. Ora il passo indietro dovrà essere accolto dal Re Filippo che potrebbe congelare la situazione in attesa di ulteriori sviluppi. Se invece il sovrano dovesse accettarle, i belgi potrebbero tornare alle urne all’inizio del 2019
Il premier belga Charles Michel ha annunciato le sue dimissioniin un discorso in parlamento, spiegando che comunicherà la sua decisione al Re Filippo. Nei giorni scorsi il Global compact sui migranti aveva provocato una spaccatura nell’esecutivo. “Prendo la decisione di presentare le mie dimissioni e la mia intenzione è di recarmi immediatamente dal re”, ha annunciato Michel, sotto la minaccia di una mozione di sfiducia depositata dalla sinistra. Ora le dimissioni dovranno essere accolte dal sovrano, che – riferiscono i media locali – potrebbe congelare la situazione in attesa di ulteriori sviluppi. Se invece Filippo dovesse accettarle, i belgi potrebbero tornare alle urne in un’elezione federale all’inizio del prossimo anno, in anticipo sulla scadenza naturale del governo prevista per la primavera.
Il 9 dicembre i ministri nazionalisti fiamminghi della N-VA avevano lasciato l’esecutivo del liberale francofono, opponendosi all’appoggio al documento Onu sulle migrazioni. Michel era rimasto alla guida di un governo di minoranza e vari partiti d’opposizione avevano chiesto un voto di fiducia alla Camera, per valutare la capacità del governo di proseguire il suo lavoro. Davanti alle crescenti ed evidenti difficoltà nel trovare alleanze a geometria variabile che gli consentissero di approvare la legge di bilancio e arrivare fino alle elezioni già previste per il 26 maggio 2019, il premier belga stasera ha rotto gli indugi ed ha annunciato il passo indietro.La decisione è arrivata dopo un pomeriggio ad alta tensione alla Camera. Il premier, che nei giorni scorsi era già stato bersaglio di critiche per aver evitato di chiedere la fiducia in Parlamento per il nuovo esecutivo, aveva aperto il dibattito lanciando un appello per la formazione di una coalizione di ‘buona volontà‘ al fine di affrontare i problemi più urgenti – difesa del potere d’acquistodei cittadini, sicurezza e clima – e traghettare il Paese fino alla prossima consultazione elettorale. Ma socialisti e verdi hanno subito annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia congiunta che è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
A innescare la crisi del governo blu-arancio era stata la decisione del premier ora dimissionario di firmare il Global compact Onu per i migranti, cosa che poi ha fatto recandosi il 13 e il 14 dicembre a Marrakech per la conferenza intergovernativa. Alla luce della posizione presa da Michel, infatti, Marine Le Pen e Steve Bannon (l’ex consigliere di Donald Trump), nel fine settimana dell’8-9 dicembre erano approdati a Bruxelles su invito del partito xenofobo e di estrema destra Vlaams Belang per attaccare non solo il premier, ma anche il partito nazionalista fiammingo N-va, da quattro anni al governo con liberali e cristianodemocratici.
Molti hanno letto quella esercitata da Le Pen e Bennon come una vera e propria spallata data dalla nascente internazionale sovranista – a cui il leader della Lega Matteo Salvini ha detto più volte di voler fare riferimento in Europa – al già traballante governo. Ed ha causato l’uscita dell’esecutivo del partito N-va, molto preoccupato – dopo il deludente risultato registrato alle recenti elezioni amministrative – di essere scavalcato a destra proprio da Vlaams Belang.
Per il Paese, da sempre attraversato da profonde divisioni sociali – tra fiamminghi e valloni – e politiche, si apre ora un periodo di grande incertezza che avrà probabilmente come primo effetto la necessità di ricorre all’esercizio provvisorio di bilancio. In attesa di conoscere le mosse del Re, a cui spetta la ‘gestione della crisì e la decisione finale di ricorrere ad eventuali elezioni anticipate.